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Autore: Kintou    28/08/2021    3 recensioni
Sasuke non ha mai capito cosa stesse pensando suo fratello quando si è trasferito su una montagna nel bel mezzo del nulla. Ma ora che si sente così dannatamente vuoto e stanco, quella montagna è l'unico posto in cui può anche solo pensare di andare. Semplicemente non si aspettava una fottuta tempesta, o il fatto che suo fratello non fosse nemmeno a casa. D'altronde non si aspettava nemmeno un bel vicino biondo che gli offrisse una doccia e un maglione asciutto.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A BIT OF EVERYTHING
 
 
Storia originale: A bit of everything
Autore: Kintou
Capitoli: 1
Serie: A bit of everything (2 storie)
Avvertimenti: nessuno
Traduttrice: Holly ok
Lingua originale: inglese
 
Ciao, bentrovati! ho voluto darmi un aria di professionalità (che non ho) con queste informazioni di apertura!
Diamo un caloroso benvenuto a Kintou e grazie per averci donato tutte le tue meravigliose ff, questa non è la prima storia che ho letto del autrice ma la sto traducendo perché mi ha fatto venire una voglia matta di andare in vacanza a rilassarmi e a godermi il mio tempo con le persone che amo.
La storia tratta ed è mossa da dinamiche da sindrome di Burn-out, e forse è questo che mi ha spinto a tradurla perché spiega bene queste sensazioni e mi ci sono ritrovata tantissimo per delle mie esperienze passate (grazie a dio).
Comunque auguro a tutti buone vacanze ed buona lettura!
 
 
 
 
 
Sasuke fissò le nuvole che si radunavano nel cielo sopra la montagna, sopra la sua macchina. 
Le guardò velocemente, prima di concentrarsi di nuovo sulla strada. Le strade curvavano ogni cento metri, ed erano scarsamente illuminate. Sapeva che era stato stupido partire di sera tardi.
Itachi non viveva esattamente nel posto più...
accessibile. 
In qualche modo ora capiva quella scelta.
 Non l’aveva mai fatto. 
Per molto tempo non aveva capito perché suo fratello si fosse allontanato, lontano da lui e dalla città. 
Non poteva concepirlo. Cosa c'era in montagna? Perché avrebbe dovuto scegliere di lavorare da casa? per un lavoro meno impegnativo, mentre a Casa aveva tutto? Non lo aveva chiesto a suo fratello; non voleva sembrare viziato. Suo fratello aveva fatto tutto per lui durante la sua adolescenza, e Sasuke sapeva che avrebbe potuto farlo restare. 
Non l'aveva fatto, ovviamente. L'aveva congedato al “Puoi sempre chiamarmi. Ci sono quando hai bisogno di me". 
E ora ha capito. 
Non è successo di botto. Era più come una vocina sottile e costante, che cerca solo di tenerti sveglio. Si era dato agli stessi pensieri che aveva avuto Itachi, solo più odiosi. Pensieri come: 
Che cazzo stai facendo.
 
Aveva un lavoro ben retribuito, importante persino prestigioso.
Aveva una agenda impegnata e colleghi che lo rispettavano. Lavorava a lungo, mangiava cibo costoso fuori o in ufficio, e poi tornava a casa nel suo appartamento lucido e non c'era… niente. 
Nemmeno un “vaffanculo". 
Forse, solo forse, si sentiva stanco. Il tipo di stanchezza che ti rende incapace di sentire quanto sei stanco. Il tipo di stanchezza che diventa... tutto, finché non senti niente.  
Era salito in macchina ed era partito. Le parole di suo fratello risuonavano nella sua testa. Non voleva vivere così, cazzo, e se qualcuno poteva aiutarlo era lui. 
Suo fratello che stava meglio da quando si era trasferito in mezzo al nulla. Suo fratello che era sembrato felice l'ultima volta che si erano visti. 
La pioggia ha iniziato a gocciolare sulla sua macchina. Ringraziò Dio perché era quasi arrivato, sicuramente non voleva essere nel mezzo di una tempesta di merda mentre guidava su questa montagna. Rallentò un po', assicurandosi di vedere bene la strada. Era contento di avere una macchina nuova, con luci brillanti e quattro ruote motrici. La strada sembrava già instabile, sempre più inagibile. 
Per fortuna la conclusione di quelle curve senza fine era arrivata. La strada tornò dritta, e Sasuke riconobbe la natura che lo circondava dalle poche visite che aveva fatto visita a Itachi. 
Passò davanti a due case prima che apparisse la casa di Itachi. Una casa più piccola di quella che avrebbe potuto comprare qui; probabilmente perché era meglio che averne una grande come quelle dei suoi vicini. Sasuke parcheggiò il più vicino possibile alla casa. 
Tutte le luci all'interno erano spente. Fuori c'era una lampada che illuminava il vialetto. Per un secondo si chiese se suo fratello si fosse davvero trasformato in un contadino. Si chiese se davvero fosse andato a dormire alle nove di un fine settimana? L'idea di suo fratello, che stava sveglio tutta la notte a lavorare per entrambi, che ora andava a dormire alle nove lo faceva sentire un po' tenero.
Era strano. 
Non si sentiva emotivo da molto molto tempo.
Poi, però, ha iniziato a pensare a come arrivare all’entrata senza bagnarsi a morte. Non aveva esattamente portato un altro paio di vestiti e non aveva nemmeno un ombrello. Diede un'occhiata alla sua borsa, al suo laptop e al suo block-notes all'interno, e decise di portarli a casa successivamente una volta che avesse avuto un ombrello. Spense la macchina e aprì la portiera. Sentì subito la forza della tempesta. Il vento ha scaraventato la pioggia sulla sua macchina in modo aggressivo. Scese il più in fretta possibile, chiuse la portiera. Corse verso casa. Là rimase per un po' davanti alla porta, con il vento che soffiava pioggia e gelo contro le sue spalle. Cosa avrebbe detto a Itachi una volta aperta la porta? La verità? Era davvero quello che voleva? Non sapeva esattamente cosa l'avesse spinto a venire davvero qui. Ora che stava davanti alla porta di suo fratello, si stava svuotando lentamente, 
Come cazzo aveva fatto ad andare così in là? 
Inspirò. 
Passò un'auto. Una vecchia jeep. Guardò la strada che si illuminava grazie ai fari, la pioggia diventata visibile e fitta grazie alla luce e poi tornava tutto buio. Tutto a posto. Può farcela. Raccolse tutte le sue forze e suonò il campanello di Itachi.
Risuonò per tutta la casa, poi tornò a tacere. Silenzioso tranne che per il rumore della pioggia che cade sulla terra. 
Niente. 
Suonò di nuovo il campanello, poi aspettò qualche minuto. 
Niente. 
Suonò il campanello come un bambino, più volte, istericamente. Da qualche parte sperava che suo fratello non sentisse quanto fosse infantile quel gesto.
Tuttavia, non aveva molta scelta se Itachi non apriva la porta. 
Quando per l’ennesima volta la porta non si aprì, Sasuke si allontanò dalla casa. Si avvicinò alla finestra e vi appoggiò le mani. L'ansia si stabilì all'interno del suo stomaco.
Questo è stato un fottuto errore. Perché cazzo aveva pensato che venire qui avrebbe aiutato? C'era un motivo se la gente fissa gli appuntamenti, un motivo per tenere il telefono vicino e stare in città, per essere rintracciabili. 
Niente. Non riusciva a vedere niente attraverso la finestra, non un segno di... 
"Hey! Che cazzo stai facendo?" 
Si voltò. Vedendo un uomo saltare fuori da quella jeep che aveva visto prima. Fanculo. Ora la sua giornata non poteva davvero peggiorare, cazzo. 
"Oh- oh sei- sei la famiglia di Itachi?" 
Sasuke fissò l'uomo. Sembrava un po' scioccato, almeno. I suoi luminosi occhi azzurri si spalancarono un po'. Quello sguardo, però, fu rapidamente sostituito da un sorriso luminoso. 
"Il suo fratellino, forse?" L'uomo biondo parlava ad alta voce solo per rendersi udibile sopra la pioggia. Sasuke non poteva fare a meno di fissarlo.  
Chi cazzo era questo ragazzo? Perché parlava della famiglia di Itachi? A proposito di chi è, di chi era. Perché cazzo se ne stava sotto la pioggia, fradicio, solo per fargli queste stupide domande. 
"Sasuke giusto?" disse, avvicinandosi ancora di più a lui. Sasuke lo fissò, rimanendo al suo posto. L'uomo non sembrava turbato. "Itachi ti ha dato la chiave o qualcosa del genere?" 
"No." 
Il tipo guardò la casa, la pioggia che gli gocciolava dal mento sul cappotto. "Non l'hai chiamato?" 
Deglutì. No. No, non l'aveva fatto. 
Non l'ha detto però. Non che fosse necessario, il ragazzo capì dal suo silenzio. 
“Itachi è via per una conferenza. È partito prima, oggi, immagino che tornerà domani”. 
Fanculo. Cazzo, cazzo cazzo. Ovviamente questo non poteva andare bene. Che diavolo aveva pensato? Si raddrizzò, annuì. "Va bene." Detto questo, tornò alla sua macchina.
L'uomo biondo lo seguì. Quando ha cercato di aprire la porta, l'uomo gli ha richiuso la porta. "Dove diavolo stai andando?" 
Sasuke lo fissò. "Ritorno a casa?" 
“Con questo tempo? Vuoi ammazzarti, cazzo?"
Sasuke ha alzato gli occhi al cielo. 
L'altro urlò abbastanza forte da farsi sentire sotto lo scrosciare della pioggia “Non so cosa ti abbia spinto a guidare qui, in primo luogo, ma non ti permetterò di tornare indietro nella tempesta, nel buio. Itachi mi ucciderebbe, cazzo.” 
Aveva ragione. 
Itachi poteva essere spaventosamente protettivo. 
"Tu non mi conosci." Ha appena risposto. Non aveva niente di meglio da dire. Tornare indietro nel buio avrebbe sicuramente sancito la sua morte. Il ragazzo aveva ragione. 
“Sono il vicino di Itachi. La prima casa alla nostra sinistra. Ecco perché sono venuto a controllare la sua casa quando ho visto una macchina". 
"Perché non ci torni e ti fai gli affari tuoi." 
“Evidentemente non hai vissuto in un piccolo villaggio di montagna, ma le case dei miei vicini sono affari miei. Non è colpa mia se hai avuto un atteggiamento losco come l'inferno." 
“Non stavo facendo n-” Perché diavolo stava avendo questa conversazione mentre la pioggia cadeva a dirotto su di lui? Aveva freddo. Voleva entrare nella sua macchina. "Qualunque cosa. Fammi salire in macchina.» 
“Vieni a casa con me. Itachi sarà qui domani. Non puoi restare con questi vestiti, ti ammalerai". 
Si voltò, guardò ferocemente quegli occhi blu profondi. "Non sarebbero bagnati se mi facessi entrare nella mia macchina." 
"Non sarebbero bagnati se ti lasciassi accompagnare a casa mia e li mettessi nell'asciugatrice." 
Fissò l'uomo, che ancora una volta stava sorridendo orgoglioso, quasi arrogante. Sapeva che Sasuke non aveva un'altra opzione. 
“Ho una stanza libera. Senti, non so cosa ti abbia spinto a venire qui così tardi, ma non ti permetterò di tornare indietro. Vieni con me, lascia qui la tua macchina, Itachi se ne accorgerà non appena tornerà.” 
Lentamente, e così poco che rendeva appena percettibile il movimento, annuì. Forse perché stava diventando terribilmente freddo. Forse perché finalmente cominciava a sentirsi stanco. Forse perché stava finalmente iniziando a sentirsi triste. Forse perché quest'uomo lo ha fatto surriscaldare come se stesse bruciando. Forse solo perché non voleva più litigare
"Va bene. Ok." 
Sasuke annuì di nuovo, come per assicurarsi di averlo fatto in primo luogo. Poteva sentire le gocce di pioggia che gli cadevano dal naso. 
"Va bene", disse l'uomo con un dolce sorriso sulle labbra. "Io sono Naruto, comunque." 
Naruto. 
Naruto, il vicino di casa di Itachi in mezzo al nulla. 
Si chiedeva cosa ci facesse un giovane come lui in un posto come questo. Tuttavia, non era esattamente nella posizione di fare domande. Spinse Naruto leggermente, poi si diresse verso la Jeep dell'altro. "Andiamo allora." 
 
La casa di Naruto era grande, per una persona. Sasuke aspettava che apparisse una moglie da qualche parte, forse dei ragazzini. Nessuno di loro è comparso. Le porte scricchiolavano, tutte di legno vecchio. La casa stessa era ben illuminata, piena di piante in ogni angolo. Naruto si tolse le scarpe vicino alla porta d'ingresso e si infilò delle pantofole. Sasuke fece lo stesso, anche se mise ordinatamente le sue scarpe sotto una stufa e ci appese sopra i calzini. Una volta entrati in cucina, una grande cucina completamente piena di tutti i tipi di piante, un cane si è avvicinato a loro. Sbatté il muso contro la gamba di Naruto. 
"Spero che non ti dispiacciano i cani", disse Naruto, sorridendo dolcemente a Sasuke mentre accarezzava il cane. Naruto grattava le orecchie mentre borbottava: "Si diventa un po' soli quassù, senza di lui". 
Sasuke annuì, anche se non toccò il cane, guardare Naruto che lo accarezzava eccitato lo fece sentire un po' più dolce. Non gli era mai piaciuta molto l'idea di avere un cane, ma aveva capito come Naruto si sentiva amato solo per questo. 
«Prima vai sotto la doccia. Seguimi." disse Naruto, guardandolo con occhi dolci. 
Sasuke si limitò ad annuire, non sentendo più la rabbia che provava prima. Si chiese se si fosse appena arreso. Guardò fuori dalla finestra, la pioggia. Un fulmine stava colpendo la montagna. 
"So che questo non è l'ideale." disse Naruto mentre saliva le scale di legno. "Sono sicuro che vorresti del tempo da solo, quindi fammi sapere se hai bisogno di me o mandami a quel paese o altro, non fa niente." 
Sasuke smise di camminare. Naruto si voltò a guardarlo, confuso. “In realtà,” sussurrò. “Non so più di cosa ho bisogno. Ecco perché volevo vedere Itachi". Diede un'occhiata al muro, solo per non dover guardare gli occhi sorpresi di Naruto. "Mi dispiace di averti disturbato." Gli disse.
“No- io- non mi dispiace affatto. Grazie per avermelo detto." 
Sasuke annuì, poi salì un po' di più. Entrò nella stanza che Naruto aveva indicato. In effetti, era un grande bagno. Bianco con soffitto in legno. Aveva una doccia e una vasca da bagno. C'erano due lavandini, ma solo uno aveva roba sopra. Il contrasto era evidente. 
"Eh- io- questa era la casa estiva dei miei genitori." disse Naruto, quando si accorse che lo stava guardando. Si sentiva un po' in colpa per aver fatto confessare cose a Naruto. 
Non era ficcanaso, ma sembrava comunque troppo personale. "Mi sono trasferito qui dopo aver divorziato, un anno fa." 
Era così giovane però. 
Sasuke fissò quell’uomo brillante che sembrava così... così contento della sua vita qui. 
Si chiese se anche quello fosse tutto un farsa.
Si sentiva sopraffatto dall'idea che quest'uomo luminoso, che viveva in cima a questa montagna, che guidava una brutta Jeep e accarezzava il suo cane come se fosse così ridicolmente amato, si fosse sentito come lui. 
Vuoto, triste, davvero fottutamente stanco. 
"Oh-" 
“Va tutto bene ora. Comunque, fatti una doccia, devi avere freddo. Sentiti libero di fare un bagno, se preferisci. Metterò dei vestiti asciutti davanti alla porta». 
Sasuke poteva solo annuire, un po' sopraffatto.
"Va bene." Naruto si voltò, arrossendo leggermente, e poi chiuse la porta. 
Sasuke rimase immobile in bagno, nei suoi vestiti freddi e bagnati. Va bene. Si diresse verso il bagno, iniziò a far scorrere l'acqua calda. Non faceva il bagno da un'eternità. Inspirò ed espirò di nuovo, lo fece con tutta la sua attenzione. Bene. Stava rallentando. 
Sentì la temperatura dell'acqua con la punta del piede, poi si sedette nella vasca da bagno mentre l'acqua continuava a scorrere. Appoggiò la schiena contro la superficie fredda, mentre sentiva il calore diffondersi sulle sue gambe. 
Ascoltò la pioggia che batteva contro la finestra, chiudendo gli occhi. 
Era in cima a una montagna, in mezzo al nulla. Era entrato a casa di un uomo stupendo e appassionato, che viveva accanto a suo fratello in mezzo al nulla. 
Si era quasi ucciso guidando sotto la pioggia, non gliene sarebbe importato di meno. 
E ora si sentiva calmo. 
Si lasciò sprofondare nell'acqua un po' più a fondo. 
Non c'era niente da sentire se non la pioggia infinita. Niente auto. Nessun allarme. Niente gente o musica o negozi o urla. Niente. Solo la pioggia. 
Pioggia infinita.
Poi– ha sentito Naruto mettere su del jazz al piano di sotto. Non riusciva a sentire quale canzone stesse ascoltando Naruto, ma poteva sentire che lui la stava canticchiando. 
 
Naruto gli aveva dato dei pantaloni della tuta che erano un po' troppo grandi, un assurda biancheria intima blu brillante e un maglione tie-die a colori pastello decolorato.
Tutto era sovradimensionato. Era... a suo agio. Era anche contento di non avere uno specchio in vista. Si sentiva ridicolo. 
Scese le scale, dove Naruto stava ancora cantando, con attenzione. Aprì la porta lentamente, solo per essere accolto da un sorriso stupendo. Anche Naruto si era messo una tuta. Indossava una grande felpa con cappuccio arancione, e Sasuke si sentì un po' contento che Naruto non gli avesse dato quella, ci sarebbe annegato dentro. Naruto stava cucinando qualcosa che somigliava molto a una zuppa.
"Hai fatto un bel bagno?" 
Poteva ancora sentire il calore sul suo viso, probabilmente le sue guance erano ancora rosse. I suoi muscoli erano più rilassati di quanto non fossero stati da mesi. "Si grazie." 
"Sembri decisamente molto meno... teso, immagino." 
"Lo sono." Sasuke si diresse verso Naruto, raggiungendo la padella. Naruto stava preparando il ramen. “Ramen? Proprio adesso?" 
"Non c'è un brutto momento per il ramen, Sasuke." 
Sasuke ridacchiò. "Non lo so." 
"Cosa, dimmi mangi un'insalata alle sette tutti i giorni?" 
Sasuke sapeva che era uno scherzo, lo sapeva, cazzo, ma comunque ha colpito nel segno. Era noioso come il cazzo. Ha sempre mangiato quando la sua azienda gli ha permesso di farlo, nelle sue pause, da circa sette anni, sempre uguale. 
“Ehi, era uno scherzo. Non mi interessa cosa mangi.” 
Sasuke si strinse nelle spalle, si sedette a tavola. C'erano molte piante appoggiate sul tavolo, il che rendeva quasi impossibile metterci sopra anche un piatto o una ciotola. 
"Ma ti voglio informare, il mio ramen è il migliore che tu abbia mai mangiato." Naruto gli rivolse un bel sorriso. "Se vuoi." 
"Non ho ancora mangiato, quindi di sicuro." 
"Tu cosa?" 
"Non ho ancora mangiato." 
"Hai attraversato quella tempesta infernale a stomaco vuoto." Naruto spense il fuoco, tirò fuori una ciotola e vi versò la zuppa. "Tu, Sasuke Uchiha, sei un pazzo." 
Naruto gli mise la ciotola davanti, ne prese un'altra e poi si sedette anche lui. Abbassò un po' la musica. Fuori pioveva ancora. Si sentiva un po' contento di non aver aspettato che smettesse di piovere, o peggio; essere tornato indietro con quel temporale.
“Come mai sei qui, sei in vacanza?” 
"Non proprio." Prese le bacchette che Naruto gli aveva passato e mescolò i suoi noodles. "Solo un giorno." 
Naruto si sporse in avanti, aveva uno sguardo caldo nei suoi occhi. "Vuoi parlarmene?" 
Sasuke scrollò le spalle. Anche se ha detto di no. Naruto gli ha fatto venir voglia di parlarne. Naruto lo fece sentire come se non ci fosse nulla di cui vergognarsi. "Non è così interessante." 
"Ho sputato fuori la merda sul mio divorzio, non che fosse molto interessante." 
Sasuke ridacchiò, anche se non aveva pensato che la storia di Naruto sul suo divorzio non fosse interessante. In realtà, si sentiva davvero curioso di tutta la faccenda. Voleva sapere come un uomo così giovane fosse già sposato e divorziato. 
"Be’. Mi stavo solo... sentendo davvero vuoto". 
Naruto lo guardò intensamente, poi annuì. “Fa schifo. Capisco. Questo è forse la cosa peggiore." 
Scrollò le spalle. "Non lo so…" 
“Lo è però. Sono... è strano da dire, ma sono orgoglioso che tu sia scappato". 
Sasuke fissò l'uomo che era sembrato così spensierato. Sentiva che Naruto intendeva quelle parole, anche se Sasuke non sentiva di aver fatto qualcosa di cui qualcuno dovrebbe essere orgoglioso. Si morse il labbro, scrollò di nuovo le spalle. "Allora dimmi di, te?" 
Naruto sembrava sorpreso, ma la domanda non lo scoraggiava. "di Me?" Appoggiò le gambe sulla sedia su cui era seduto, mise le mani attorno alla sua ciotola di ramen. Sasuke, a sua volta, decise di iniziare a mangiare la zuppa calda. Riscaldò non solo il suo stomaco, ma anche il suo cuore. Era da un po' che non mangiava cibo fatto in casa. “Beh... non c'è molto da dire. Sono un giornalista freelance. Sono stato vittima di bullismo per la maggior parte della mia infanzia, il che mi ha fatto sentire come se dovessi amare la prima persona che mi ha amato. Era una ragazza adorabile, quindi l'ho sposata. Ho capito che ero gay, ho divorziato, le ho lasciato tenere la casa e beh... tutto. Se lo meritava, almeno". 
Sasuke lo fissò. L'ha fatta sembrare così semplice, ma... sicuramente non lo era stato. "E poi?" 
"Poi?" Naruto scrollò le spalle. “La stessa cosa che provi in ​​questo momento, posso immaginarlo. Il Vuoto e molti dubbi.” Naruto si appoggiò allo schienale, senza distogliere lo sguardo da lui. Neanche Sasuke poteva distogliere lo sguardo da Naruto. Qualcosa dentro di lui iniziò a bruciare. Voleva solo sentire qualcosa, cazzo, e Naruto gli stava dando tutto quello che voleva. "Sembrava una specie di buco infinito, lo sai." Un dolce sorriso. “Ma poi mi sono trasferito da un appartamento di merda a questa casa, dove andavo con i miei genitori durante le vacanze, e io… penso di aver messo radici. Ho Kurama, faccio passeggiate ogni giorno, scrivo per i clienti per cui scrivo da sempre e sono solo... pieno di ogni cosa. 
Sasuke inarcò curiosamente un sopracciglio. "Ogni cosa?" 
Naruto rise leggermente. "Si. Ogni cosa. La montagna, la pioggia, la natura, il vento, gli uccelli che sento, i miei pensieri, i ricordi, il cibo, le persone con cui parlo, tu che sei qui. Qualunque cosa. Ogni cosa." 
Sasuke doveva sembrare così—così fottutamente stupido. 
Naruto rise goffamente. 
"Ma forse è difficile da capire è intenso." 
Sasuke scosse la testa. "Penso di aver capito." 
Questo fece sorridere l'altro. "Veramente?" 
"Forse. Dammi ancora un po' di tempo.» 
Naruto rise. 
Sasuke spinse un po' più avanti la sua ciotola ormai vuota sul tavolo. Naruto si alzò in piedi eccitato. "Caffè?" chiese. 
Sasuke annuì in silenzio, ascoltò la musica che Naruto stava canticchiando. Era solo una playlist di classici, i migliori successi o qualcosa del genere. Naruto ha ballato mentre preparava il caffè, versando acqua in una pressa francese che sembrava dovesse essere sostituita. 
Sasuke si chiese se Naruto fosse solo lì. 
Ha detto che era pieno di tutto, ma questa casa sembrava così grande. Si chiese come si sentiva in questa casa quando non c'era nessuno che chiacchierava, quando Naruto preparava il caffè per una persona sola. 
"Hai rinunciato all'amore?" Era al di là della sua bocca prima che potesse fermarsi. Si pentì delle parole non appena le disse. 
Naruto lo guardò incuriosito, con un sorriso sul volto. Grazie a Dio non si è offeso. 
Tornò al tavolo, sempre con in mano la caffettiera francese. Ora, invece di sedersi di fronte a Sasuke, si sedette accanto a lui. Sasuke sentì i loro maglioni strusciare l'uno contro l'altro. "tu?" 
Non aveva esattamente avuto spazio per pensare all'amore. Sembrava un po' stupido ora che ci pensava. Perché avrebbe dovuto aspettarsi che fosse importante per Naruto, quando non ci aveva pensato nemmeno lui stesso? 
Scrollò le spalle. 
Naruto mise il caffè nelle loro tazze. La tazza di Naruto aveva la scritta "migliore mamma”. Naruto lo sapeva dannatamente bene, aveva un sorriso bizzarro sul viso a dimostrazione. 
"Non l'ho fatto." Ha messo le mani intorno alla sua tazza. Sasuke si sentì improvvisamente sopraffatto dalla sensazione di voler mettere le sue mani contro quelle di Naruto. “Penso che anche l'amore assuma molte forme. Penso di essere amato ora". 
"Ma?" Sembrava che ce ne fosse uno.
 Al che, Naruto posò di nuovo la sua tazza, mise le mani all'interno del proprio grembo. “Ma io voglio un partner. Credo nell'amore così, ancora. Voglio condividere tutto ciò che provo con qualcuno". 
Sasuke ridacchiò. "Sembri il tipo da cliché." 
"effettivamente." 
Sasuke allungò una mano, mise il dito contro il pollice di Naruto. Naruto fissò le loro mani, sdraiate lì insieme. Non si sporse, non si tirò nemmeno indietro. Il suo viso sembrava... calmo. 
"Come ti senti ora?" gli chiese Naruto. 
Sasuke sorrise. “Hm... un po' di tutto.” 
Naruto lo guardò, intensamente. "Va bene. Hai fatto la cosa giusta venendo qui. Anche Itachi sarebbe d'accordo. 
Sasuke si allungò un po' di più, e avvolse il dito attorno al pollice di Naruto, lo tenne. "Grazie, Naruto." 
Naruto sorrise. "Prego." 
"Si?" Suonava così... così fievole. Senza fiato, forse. Un po' stupido. 
Si stava comportando da stupido. Si stava comportando dannatamente da stupido e lui... 
Sentiva tutto in una volta; e cazzo' avrebbe dovuto sentito prima, tutte quelle cose di qui Naruto aveva parlato.
Lentamente, si sporse in avanti. "Naruto".
Naruto lo guardò con curiosità. 
"Fanculo", sussurrò.
Questo ha sorpreso l'altro.
Un momento sembrava preoccupato e serio, quello dopo rideva allegramente. Questo sorprese Sasuke, a sua volta. Non sapeva cosa ci fosse di così divertente ma- "Sì, fanculo". Ripeté Naruto eccitato. 
Con ciò tirò a sé Sasuke, contro di lui, finché le loro labbra non si sfiorarono l'una contro l'altra. Sasuke sentiva che non era rimasto nulla del suo vuoto con quel tocco, stava fottutamente bruciando. Naruto lo baciò appassionatamente, dando tutto in una volta. Sasuke non poteva dire di essere sorpreso. Aprì la bocca, afferrò Naruto per i capelli e si spinse indietro.
Non era molto, ma poteva provare a dare a Naruto tutto quello che aveva. 
 
Si trasferirono in soggiorno e si sdraiarono sul divano. La pioggia continuava a cadere rumorosamente. Si concentrò sulle gocce di pioggia mentre Naruto cantava una canzone sulla pioggia che sua madre gli aveva insegnato quando era più giovane. Gliela cantava in questa casa, spiegò. 
Sasuke ascoltò attentamente. Gli piaceva il modo in cui Naruto raccontava le sue storie. 
Anche lui si è aperto. Lo ha fatto aprire sulla perdita dei suoi genitori e su come Itachi fosse stato lì per lui. Naruto, che in precedenza aveva gettato una coperta proprio sopra entrambi, lo tirò dentro per coccolarlo. 
Sasuke non si era visto come una persona a cui piace essere coccolato... questo andava bene comunque. Stava raccontando la sua storia mentre Naruto lo teneva tra le braccia. "Pensi che Itachi mi prenderebbe a calci in culo se scoprisse che ti ho baciato?" 
Sasuke scrollò le spalle. "Potrebbe. Potrebbe anche venire a demolire la tua recinzione e tutto il resto. 
Naruto rise, gli baciò il lato della testa.
"Ad essere onesti, però, se gli dicessi come mi sentivo prima di venire qui, e se gli dicessi che mi hai salvato dal farmi precipitare da un dirupo sotto la pioggia, potrebbe essere semplicemente grato." 
"Ah, quindi ammetti che saresti caduto da un dirupo?" 
“Non sono stupido, certo che lo ammetto. Non sono rimasto per niente». 
"Pensavo fossi rimasto perché sono carino." 
Sasuke alzò gli occhi al cielo. “Assolutamente no. Non sei così carino." 
"Stronzo." 
Sasuke si appoggiò al tocco di Naruto, lasciando che l'altro lo tenesse. Si sentiva così stanco. "Mi sento un po' strano."
"Immagino che sia normale." Naruto gli afferrò la mano, intrecciando le loro dita. 
 
 Sasuke annuì assonnato. Domani sarebbe stato il suo giorno libero. Un giorno. Aveva un altro giorno qui in mezzo al nulla. L'idea che fosse stato lì solo per poche ore, sospinto dal vento in quel villaggio come un legnetto, gli sembrava folle. La montagna lo aveva fatto sentire come se potesse provare di nuovo qualcosa, o era stato Naruto? Importava? 
Non erano la stessa cosa?
Sprofondò più in profondità contro la spalla di Naruto, che gli baciò dolcemente la tempia. "Se sei stanco puoi semplicemente chiudere gli occhi." 
"Posso stare sveglio." 
Posò un braccio intorno all'anca di Naruto, infilò il naso nella spalla dell'altro. Sentì lentamente gli occhi chiudersi. Sentì lo sgocciolio della pioggia, un morbido battito cardiaco, alcuni uccelli che cercavano un posto dove nascondersi.
Non aveva idea di che cavolo di ora fosse. 
E non riusciva nemmeno a preoccuparsene. Non adesso. 
Naruto ha ricominciato a canticchiare la stessa canzone sulla pioggia. Sentì la mano calda dell'altro accarezzare figure sulla sua pelle. Ogni punto che Naruto toccava formicolava. Espirò lentamente. Naruto gli baciò il collo, il mormorio svanì lentamente. 
Si sporse verso quella bocca, lasciò che Naruto lo toccasse con cura. Si muoveva ad ogni appoggio di labbra, spingeva lentamente contro Naruto, finché non muovevano i fianchi al ritmo dei loro respiri. 
Naruto, con la bocca ancora contro il suo collo, sussurrò: "Puoi dormire se vuoi." 
Tirò su una mano e portò la bocca di Naruto alle sue labbra. Leccò le labbra di Naruto finché Naruto non lo baciò di nuovo, muovendo di nuovo i fianchi contro i suoi, afferrandogli il culo e gemendo leggermente contro la sua bocca. 
Stava bruciando. 
"Sasuke," gemette Naruto contro le sue labbra. 
Mosse di nuovo i fianchi, contro l'evidente erezione di Naruto. Sorrise. 
"È un po' stupido?" chiese Naruto, senza alcun giudizio nella sua voce. 
Sasuke si tirò indietro. Non c'erano dubbi negli occhi di Naruto, come nei suoi. Va bene. Lo voleva sicuramente anche lui. "Quello che provavo prima, era stupido." 
Naruto sorrise. "Hai ragione." 
Sasuke baciò rudemente le sue labbra, toccando Naruto attraverso i suoi pantaloni della tuta. “Ne hai un po'-” deglutì, “Roba, o-” 
Naruto si tirò indietro. "Si. Ho del… aspetta…” Lo baciò profondamente, intensamente e poi si alzò dal divano, uscendo dalla stanza. "Un secondo. Stai lì." 
"Dove dovrei andare." 
Naruto rise nell'altra stanza. Sasuke lo sentì correre da qualche parte velocemente, su per le scale, e poi, in quelli che sembravano pochi secondi, era di ritorno. Del lubrificante nelle sue mani. Sasuke si sentiva stordito al riguardo. Ridacchiò. 
"Che cosa?" Naruto rise di rimando. 
"Siamo come adolescenti". 
Naruto si strinse nelle spalle e venne a sdraiarsi sul divano. Prese di nuovo Sasuke tra le sue braccia, baciandolo profondamente. Poi, quando si è tirato indietro, ha sussurrato: "Girati per me?" 
Sasuke si limitò ad annuire, sentendo i brividi dalla spina dorsale alla punta dei piedi. Era passato... molto tempo. Non aveva nemmeno pensato di fare sesso. Aveva pensato di non volerlo. Perché diavolo avrebbe cercato il tocco di uno sconosciuto quando aveva di meglio da fare? Quando si sentiva già così vuoto? Come se avesse già dato troppo?
Il tocco di Naruto gli sembrava familiare, però, come una casa. 
Come se sentisse questa montagna come una casa in poche ore. Come un posto in cui potrebbe tornare in qualsiasi momento. Si chiese com’era possibile non l'avesse mai sentito questa sensazione prima. 
Naruto gli baciò il collo, proprio all’attaccatura dei suoi capelli. Si appoggiò al tocco. Naruto premette la mano contro la curva della sua schiena. Abbassò lentamente i pantaloni di Sasuke, lasciando quei piccoli baci sui suoi capelli, sul suo orecchio, sulla sua tempia. "Sei davvero carino." 
Sasuke chiuse gli occhi, sentendo il respiro sul lobo dell'orecchio. "Stai zitto." 
Questo gli è valso una risatina. "No."
Anche Naruto si tirò giù i pantaloni, poi, per la prima volta da quando si era sdraiato, si tirò indietro. Per prendere il lubrificante, realizzò Sasuke. Quella realizzazione da sola lo ha reso con più bisogno di quanto avesse sentito da anni. "Sasuke, sei sicuro di volerlo?" 
"Cazzo sì." 
  
Naruto poi gli baciò il lobo dell'orecchio, sussurrò "Va bene" e poi iniziò a toccarlo con attenzione. 
Troppo gentile, ma non riusciva a calmarlo. 
Naruto, che irradiava calma come questo stesso posto. Naruto che lo ha travolto come una tempesta. Naruto, che lascia baci morbidi su tutto il viso mentre Sasuke spingeva indietro il suo culo solo per prenderne di più. "Impaziente." ha notato Naruto. 
"Fottimi, allora." 
Naruto ridacchiò di nuovo. "Hm… Voglio prendermi il mio tempo, però." 
Naruto non voleva scoparlo. Voleva fare sesso con lui amorevolmente, voleva fargli colazione domattina, voleva fare l'amore con Sasuke per farlo tornare su questa montagna. 
Sasuke gridò mentre Naruto tirava fuori le sue dita. Voleva essere ancora più vicino al limite. "Naruto, per favore." 
Naruto mise il suo cazzo tra le sue gambe, spingendo lentamente dentro la punta. Come una fottuta presa in giro. Inferno del cazzo. Sasuke spinse indietro il culo con impazienza, poi gridò subito. Anche Naruto gemette. Non appena furono vicini, però, strinse forte le braccia intorno a Sasuke. Mise una mano attorno al cazzo di Sasuke, lo tirò mentre si spingeva più a fondo dentro di lui. 
Naruto gemette ad alta voce.
Sasuke si sentiva come se non riuscisse più a respirare, cazzo. Voleva piangere- "Cazzo, Naruto." 
"Sei bello." Naruto girò i fianchi, lo fotte più a fondo. Naruto lo teneva come per non lasciarlo mai più andare. 
Quindi, fu travolgente. 
Non aveva mai fatto sesso così. 
Non era mai stato tenuto così, non era mai stato baciato così tanto. Non aveva mai... sentito così caldo prima. Naruto gli afferrò il mento, lo girò per baciarlo profondamente. Leccò la bocca di Naruto, gemendo mentre cercava di spingersi ancora più vicino a lui. Le mani di Naruto erano calde sulla sua pelle.
"Sasuke-" espirò Naruto. Si tirò indietro per scopare Sasuke più forte, la sua spinta adottò un ritmo spietato. Sasuke gemette. Naruto, che lo stava baciando profondamente, sostituì la sua lingua con le dita. Sasuke gli succhiò le dita in silenzio, chiudendo gli occhi. Tutto il suo corpo tremava, il suo petto scoppiava. “Santo- Cazzo-” Naruto disse nel silenzio, alzando i fianchi e gemendo più forte di quanto avesse fatto prima.
Sasuke poteva sentire Naruto diventare più duro dentro di lui.
Poi sentì il suo stesso orgasmo venire e lui- “Cazzo-” Spinse giù la coperta velocemente. Naruto non gli diede tempo per pensare in modo logico, spingendosi dentro di lui profondamente mentre veniva, gemendo ad alta voce il suo nome. 
Sasuke venne comunque contro la coperta, vedendo bianco e le stelle e poi– poi si fermarono. Naruto respirò contro la schiena di Sasuke, ancora dentro di lui. Sasuke si concentrò sulla pressione contro la sua schiena. 
"Merda," disse Naruto eccitato, ma dolcemente.
Questo fece ridacchiare Sasuke. Naruto era un dannato idiota. "Abbiamo fatto un casino", ha detto. 
"Chi cazzo se ne frega." Baciò la spalla di Sasuke. Poi disse di nuovo "Merda", come se non riuscisse ancora a credere a quello che era appena successo. 
Neanche Sasuke riusciva a crederci esattamente. Si sentiva bene però. Si sentiva molto. 
Quello era un bene.
"Stai bene?" chiese Naruto, tirandosi fuori lentamente.
Sasuke rimase al suo posto, non volendo peggiorare ulteriormente il disordine. "sto bene." 
Naruto annuì, si tirò indietro, poi si alzò. "Vado a pulire questo- aspetta- aspetta qui." Si sporse in avanti, baciò Sasuke profondamente, e poi andò in cucina. Sasuke si sentì cadere più a fondo nel cuscino, addormentandosi leggermente. Si sentiva caldo e stanco. Naruto è tornato con della carta da cucina e un asciugamano bagnato. Si asciugò un po' di sudore dalla fronte, poi pulì le coperte. 
"Vuoi trasferirti in camera da letto?" 
Sasuke guardò Naruto, poi scosse la testa.
"Va bene." Naruto si sdraiò contro Sasuke, sotto la coperta. Aveva lasciato aperta la porta del soggiorno, Kurama entrò lentamente e si sdraiò sul tappeto. Ha iniziato subito a russare. Sasuke si sentiva così... così a casa. “Dormi se vuoi. È stata una lunga giornata." 
Sasuke si voltò, in modo da giacere sopra il petto di Naruto. "Va bene." 
Naruto iniziò ad accarezzargli i capelli, baciandogli la sommità della testa ogni tanto. "Starai bene, lo sai vero?" 
Non l'ha fatto. Di sicuro ne aveva voglia adesso, però. Si sentiva come se tutto potesse cambiare come quel giorno. Si sentiva come se la fredda oscurità che aveva sempre sentito potesse trasformarsi in qualcosa... qualcosa come questa pazzia questo momento. "Canta di nuovo quella canzone per me." 
Naruto rise, dolcemente, amorevolmente. "Certo." 
E così ha iniziato a cantare la semplice canzone da bambini. Pioggia sottile pioggia leggera pioggia che bagni questa mia sera...  Lentamente si sentì alla deriva, finché il suo mondo non divenne nero. Da qualche parte nel suo sogno ha sentito la canzone d'infanzia di Naruto. Inoltre, udì le gocce di pioggia sulla finestra, il vento che ululava in cima alla montagna. 
 
Si sono svegliati da Kurama che era saltato sul divano, affamati e pronti per uscire. Lui prima di Naruto. Naruto si svegliò lentamente, con gli occhi spessi e un terribile torcicollo da divano. Sembrava carino. "Kurama, stai zitto." Disse scontroso. Sasuke lo sentì muoversi, e poi ancora. Poi, gli occhi di Naruto si spalancarono. Fissò Sasuke. "Oh", disse semplicemente. 
Sasuke, che era rimasto mezzo sveglio per un po', gli sorrise. "Hey." 
"Ehi, eh- buongiorno."
La mattina era luminosa. La luce splendeva attraverso la finestra. Da dove erano sdraiati poteva vedere che i campi erano nebbiosi. Si chiese come fossero le altre montagne, se fossero uguali a quella che si vedeva dalla finestra della cucina. 
"Sembri- ehm- sei così bello-" Kurama abbaiò, dando una gomitata a Naruto con il naso. “Cazzo– lo lascerò uscire in giardino. Non alzarti.” 
Sasuke poteva solo fissarlo mentre si alzava dal divano. Naruto si infilò la felpa con cappuccio e poi i pantaloni della tuta senza nemmeno preoccuparsi di indossare prima la biancheria intima. Gli prese un colpo quando realizzò che avevano dormito nudi, l'uno contro l'altro. Prima che potesse pensarci troppo, Naruto stava entrando in cucina e aprendo la porta del giardino. Sasuke sentiva l'aria fredda riempire la casa. Ha sentito Naruto urlare qualcosa a Kurama, poi ha sentito i rumori prodotti per riempire la ciotola del cane. 
Si sentiva... ben riposato, calmo, morbido.
"Scusa per il freddo, Kurama a volte impiega un po' di tempo." disse Naruto quando entrò in soggiorno. "E per averti fatto dormire sul divano, davvero." 
Sasuke si strinse nelle spalle, afferrò il maglione tie-dye che indossava la sera prima e se lo tirò sul petto nudo. Doveva ancora trovare le sue mutande, ma decise di restare sotto le lenzuola ancora un po'. "Va bene. Ho dormito bene." 
Naruto tornò sul divano. Seduto. "Sono contento." 
Sasuke lo fissò. 
Naruto sembrava un po' timido per tutto questo, ora. "Hai già chiamato Itachi?" 
"No... Vedrà la mia macchina- Me la prenderò con calma per ora." 
Naruto mise il dito indice contro la sua mano. "Posso baciarti di nuovo?" 
Lui mormorò, annuì. 
Naruto appoggiò un dolce bacio sulle sue labbra. Poi, un altro sulla fronte. "Ti preparo un caffè." 
 
Sasuke indossò i pantaloni della tuta e i calzini di lana che Naruto teneva in soggiorno. Naruto lo chiamò dalla cucina. "Prendi una coperta." 
Sasuke prese una coperta di lana rossa che Naruto aveva drappeggiato sul divano e se la mise sulle spalle. Seguì Naruto in cucina, dove stava preparando il caffè con la pressa francese. Abbracciò Naruto da dietro, coprì le braccia di Naruto con la coperta. "Ti senti bene?" chiese Naruto. 
"Hm, sì." 
“Ti piacerebbe sederti fuori? Ho una veranda.» 
Sasuke scosse la testa. In realtà voleva davvero sedersi fuori così da poter guardare le altre montagne. Poteva vedere la nebbia che si alzava superando la loro altitudine attraverso la finestra. Vide Kurama correre in giro per il giardino, a prendere dei bastoncini dagli alberi. Il giardino di Naruto era profondo, non era chiaro dove finisse o iniziasse. 
Naruto gli porse una tazza di caffè. Versò del latte e dello zucchero nel suo. 
"Bevi il caffè come un bambino." Ha detto a Naruto. Due cubetti di zucchero. 
Naruto rise leggermente. "Non c'è niente di sbagliato nell'essere come un bambino a volte." 
Non poteva davvero essere in disaccordo su quello. Naruto gli prese la mano e lo tirò verso il giardino. Aveva le pantofole vicino alla porta, Sasuke ne infilò un paio e seguì Naruto fuori. La veranda non era molto grande, ma era accogliente e asciutta. Da qui la casa sembrava arroccata sulle montagne. 
Non si era nemmeno reso conto di aver smesso di camminare ma lo aveva fatto. 
Le montagne erano... davvero assurde. Le linee della nebbia li facevano solo apparire più potenti. Sembravano sapere che erano lì per restare. Che potevano essere costruite, amate, cambiate, ma sarebbero rimaste. 
Naruto fece scivolare con cautela un braccio intorno a lui. "sei stanco ora?" 
Sasuke lo guardò, con lo stesso sguardo che aveva avuto per la montagna. "Forse un po’." 
Naruto sorrise. “Non c'è bisogno di affannarsi per la montagna. Loro Rimarranno». 
Esatto, pensò Sasuke. Lasciò che Naruto lo conducesse al divano sotto la veranda. Era ancora un po' bagnato dalla nebbia, ma non riusciva a sentirsi infastidito. Sollevò le gambe sul divano e prese la sua tazza con due mani. 
Gli uccelli cantavano a squarciagola, intenti a iniziare la giornata. "Quando tornerai indietro?" gli chiese Naruto, un po' esitante. 
«Stasera, probabilmente. Prima che faccia buio". 
Naruto annuì lentamente. "Così presto." 
"Lavoro domani." 
"Presto?" 
Sasuke annuì. Il pensiero di andare al suo lavoro lo faceva sentire svuotato. "Sì, presto." Per la prima volta da sempre si rese conto che non voleva andarsene, cazzo. Voleva restare qui. Forse non per sempre, ma ancora per un po'. Voleva che Naruto gli mostrasse tutto ciò che voleva mostrare. Voleva prendersi il tempo che questa montagna era disposta a concedergli. 
Naruto si agitò. 
Fissò le mani di Naruto. 
Sentì il nervosismo contro i fianchi. 
"Che cos'è?" 
Naruto si appoggiò contro di lui. "Niente." 
Roteò gli occhi. "Sputa il rospo". 
"Vorrei che tu potessi rimanere più a lungo", rispose alla fine, senza guardare Sasuke. 
Sasuke sospirò. Prese le dita di Naruto tra le sue. Le strinse dolcemente. "Anch'io vorrei." Questo sembrò sorprendere Naruto. Guardò Sasuke eccitato, poi gli baciò la tempia. Per un po' non parlarono. Naruto gli dava dei baci morbidi, ogni tanto. Ha lasciato che l'altro lo facesse. Bevve il caffè che Naruto aveva preparato e decise che era uno dei migliori caffè che avesse mai bevuto. Non importava che Naruto ovviamente bevesse caffè scadente del discount. Aveva un sapore incredibile perché era proprio qui. 
E lui davvero, davvero non voleva tornare indietro.
“Mia madre diceva 'Andrà meglio quando torneremo in montagna.' su tutto,” disse Naruto, all'improvviso. “Quando avevo mal di testa, quando stavo male, quando avevo mal di cuore, quando lei si rendeva conto che ero vittima di bullismo. Lo diceva sempre». Naruto ridacchiò. “E alla fine, quando sono tornato a casa piangendo per dirle che ero gay, lo disse anche in quel caso. Disse: "Forse ti sentirai meglio in montagna". Pensavo avesse già venduto la casa. A quanto pare, l’avevano affittata a persone che erano in vacanza, di tanto in tanto. Io... solo... ho pensato di fare un tentativo anche in questo caso." 
Sasuke lo fissò. Naruto gli accarezzò dolcemente il pollice mentre raccontava la storia. 
“Voglio che tu pensi questo, a te stesso, quando ti senti una merda. Puoi farlo per me?" 
Sasuke lo fissò, deglutì. "Ci proverò." 
 
Andarono a fare una passeggiata vicino alla riva del fiume. Non indossava esattamente le scarpe per camminare, lo sapeva, quindi Naruto dovette impedirgli di scivolare più volte. Naruto ha riso di lui quando è quasi caduto, ha fatto battute sul fatto che fosse un rigido uomo d'affari più volte. 
Sasuke intuì che aveva ragione. 
Kurama corse più lontano di quanto avrebbero mai fatto, poi tornò ad aspettarli. Il cane guardò Naruto con curiosità, come se si comportasse in modo insolito. Sasuke sapeva che Naruto di solito correva con lui, era proprio quel tipo di ragazzo. 
In mezzo al nulla (ancora più in mezzo al nulla di dove vivevano Itachi e Naruto), trovarono un piccolo ostello per escursionisti. Era mezzogiorno, il sole stava lentamente scaldando le montagne. Mangiarono una ciotola di zuppa di pomodoro fresca, poi decisero di tornare indietro. Il sole caldo contro le loro schiene, l'aria fredda contro le loro guance. Si sentiva come se potesse respirare un po' meglio. Quando l’ha detto a Naruto, lui ha risposto che probabilmente poteva davvero respirare meglio. L'aria era molto salubre qui, ha affermato. Sasuke aveva difficoltà a dubitare di lui. 
Una volta arrivati ​​all'ultima parte della loro passeggiata, i suoi piedi gli facevano molto male. Non lo disse a Naruto, ma l'altro iniziò comunque a camminare più lentamente. "Ci siamo quasi." disse Naruto, dolcemente. 
"Va bene, posso farcela." 
Naruto gli sorrise. "Porta scarpe migliori la prossima volta." 
Sasuke sapeva che l'avrebbe fatto. Gli sembrava di non aver mai visto cose come la foresta che c’era qui, il fiume. Sapeva che Naruto non gli stava ancora mostrando tutto. Voleva conoscere meglio la foresta. Voleva passare più tempo con Naruto, semplicemente camminando, parlando con le persone anziane che sembravano conoscere Naruto. 
Le parole la volta successiva gli risuonarono nella testa. 
Quando tornarono, lui e Naruto si sedettero sul bordo della vasca e si lavarono i piedi con acqua tiepida. Naruto non smetteva di accarezzargli le gambe, le mani, i capelli. Ogni tocco sembrava un esperimento, e Naruto sembrava più che felice di non essere stato ancora fermato. 
“Naruto-” sussurrò Sasuke. L'altro lo guardò con occhi luminosi ed eccitati. "Volevo solo essere sicuro-" inspirò lentamente, ricominciando da capo. “Mi sono davvero divertito oggi. Solo... non essere deluso se non so cosa dirti. Non sono nella posizione per... per dirti che questo sarà qualcosa di più". 
Naruto si limitò a fissarlo, seriamente, e poi annuì. "Va bene." Eh... non era quello che si aspettava dall'altro. Che sembrava così appassionato e pieno di speranza. "Capisco. Sappi solo che sei il benvenuto qui.” Naruto sorrise dolcemente, forse anche un po' triste. “Sei il benvenuto sul mio divano, nel mio letto, qualunque cosa-” Naruto fu interrotto dal suo telefono, che squillò forte. 
“Merda,” mormorò Sasuke. Ha tolto i suoi piedi dalla vasca da bagno rapidamente. Il suo telefono era sul lavandino. Diede un'occhiata all'identificativo del chiamante. Itachi, ovviamente. Naruto lo guardò nervosamente. Sasuke lo ignorò, prese il telefono. "Itachi, ehi." 
“Sasuke, dove sei? La tua macchina è qui con dentro tutte le tue cose. Stai bene?" Suo fratello sembrava preoccupato da morire. Avrebbe dovuto aspettarselo.
Avrebbe dovuto scrivere a Itachi. 
"Sto bene", ha detto per primo. "Sono a casa di Naruto." 
"Naruto?" chiese Itachi. 
“Ha iniziato a venir giù una tempesta ieri, proprio quando sono arrivato. Mi ha ospitato a casa sua». 
“Perché non hai chiamato? Stai bene?" 
"Ne parleremo dopo." 
Itachi sembrava essere d'accordo su questo. "Puoi venire qui adesso, se ti va." 
Sasuke guardò Naruto, che lo stava fissando. “Sto preparando del curry. Puoi venire a mangiare qui e poi tornare a casa.» 
"Io-sì, grazie." 
"Tutto a posto. Allora, ci vediamo tra un po'?" 
"Sì. Sarò lì." 
 
Indossare il suo completo era orribile. Naruto che si preparava un'altra tazza di caffè solo per tenersi occupato era terribile. Quando tornò giù, Naruto lo fissò intensamente. "Sembri così diverso così." 
Sasuke annuì. "già." 
"Ancora bello, però." Il complimento rimase sospeso tra loro goffamente. Naruto lo accompagnò alla porta. "Ti fanno ancora male i piedi?" 
"Un po’." Sasuke aprì la porta, il freddo lo colpi attraverso la giacca da ufficio. 
Naruto lo stava fissando come se stesse aspettando qualcosa di più. Qualcosa di intenso. Come se volesse dire qualcosa di grande. Qualcosa che avrebbe cambiato il mondo di Sasuke.
Sapeva che Naruto poteva farlo.
Nessuna di queste cose però è stata detta. 
Lui stesso non era così bravo a spiegare ciò che sentiva. Ha semplicemente detto: "Grazie, Naruto". Anche se questo era la minima parte di quello che sentiva. Le sue parole almeno erano veritiere, era grato.
Gli occhi di Naruto si addolcirono, a quello. "Quando vuoi, Sasuke." 
Poi annuì. 
E Naruto fece il suo bel sorriso, anche se era falso. 
E poi si voltò, andando a casa di Itachi. 
Poteva sentire gli occhi di Naruto nella sua schiena, e nell'aria in mezzo a loro c'erano così tante cose che volevano ancora dire. 
Tutto sembrava pesante.
 
Dire che Itachi era preoccupato era un eufemismo. Condusse Sasuke in casa sua come se fosse incapace di fare qualsiasi cosa. Sasuke si sedette sull'elegante divano di Itachi. Itachi si sedette su una sedia di fronte a lui, pura preoccupazione nei suoi occhi. "A cosa diavolo stavi pensando, guidando qui durante una tempesta?" 
“La tempesta era appena iniziata. Va tutto bene, Itachi.» 
"No non lo è. Cos'hai? Stai bene?" 
"Sto bene." Ma quello stare bene era stato temporaneo. Poteva già sentire scivolare quelle sensazioni sempre più lontano. Che se lo sarebbe lasciato alle spalle insieme alla montagna. Lo odiava, cazzo. 
Itachi non lo stava capendo. "Perché hai guidato qui?" 
“Mi sentivo solo una merda, ok? Succede." 
“Non è vero, tu non sei così. Volevi fare qualcosa al riguardo, ecco perché sei qui". 
Sasuke alzò gli occhi al cielo. "Stai zitto." 
"Da quanto tempo ti senti così, Sasuke?" 
"Sto bene, Itachi." 
"Prova a mentire a qualcun altro." 
"Itachi I- non voglio parlarne." 
“Sasuke...” La voce di suo fratello suonò dolce, dicendo il suo nome. "Va bene. Sappi solo che puoi sempre venire qui… La natura, essere qui, migliora le cose.” 
Pensò alla storia che gli aveva raccontato Naruto, su sua madre. Pensò a come Naruto lo aveva tenuto per tutta la notte, gli aveva posato piccoli baci sulla testa. Cercò di calmare il respiro. La verità era che non era stato risolto nulla. Si sentiva ancora una merda. Stava ancora lasciando che il vuoto prendesse il sopravvento. 
Hai rinunciato all'amore? Lo aveva chiesto a Naruto. 
Tu? gli aveva chiesto Naruto. 
L'ha fatto? Aveva davvero rinunciato a sentirsi meglio? Se ne sarebbe davvero andato da lì senza nemmeno cercare di trattenere ciò che Naruto gli aveva dato?
Stava già andando via. 
Era lui che si arrendeva come un fottuto idiota. 
"Sasuke?" 
Solo quando Itachi pronunciò il suo nome, si rese conto che le lacrime gli stavano sgorgando dagli occhi. "Ah merda, scusa." 
Itachi si alzò, si sedette rapidamente accanto a lui. "Parlami, Sasuke." 
Sasuke poteva solo piangere di più, ora. Perché aveva la gola chiusa. E gli occhi pieni di lacrime.
Odiava sentirsi debole, cazzo. Odiava, cazzo, sentirsi così. Non voleva andarsene. Lui era stanco. Stanco della sua vita, stanco di mentire a se stesso, stanco di fingere di non sentirsi una merda, era solo così... così stanco. 
"Domani ti darai malato, rimarrai qui." 
“Itachi-” 
“È così semplice, Sasuke. So che sembra più complicato o impossibile, ma non lo è. Sto chiamando al tuo lavoro." 
“Itachi-” 
Itachi lo guardò severamente. Lui aveva ragione.
Sasuke sentì quanto fossero pesanti i suoi occhi, quanto fossero rosse le sue guance. Deglutì. "Grazie." 
 
Stavano mangiando curry, un documentario sulla terra in onda in televisione, quando suonò il campanello. Itachi alzò lo sguardo, sorpreso. Ha messo in pausa lo spettacolo, si è alzato e si è diretto verso il corridoio. 
Sasuke fissò dove era andato Itachi. Il cuore gli batteva dalla punta delle dita, fino in gola. 
"Ehi, uhm, Itachi." Cazzo, cazzo. Quella voce da sola lo rendeva – era pazzo di quest'uomo. Voleva correre di nuovo tra le braccia di Naruto, a casa sua, di nuovo nel suo letto (o divano, quello che c’era). 
"Naruto?" 
Sasuke si alzò, camminando verso il corridoio. Prima che potesse intervenire, sentì dire Naruto. "Sasuke è già andato via?" 
"No lui-"
Sasuke guardò dietro l'angolo, verso Naruto. 
Naruto lo fissò a sua volta. Fanculo. Sentì i brividi solo a guardare quegli occhi profondi. Voleva che Naruto lo tenesse. Voleva che lo costringesse a restare. 
"Itachi". disse Naruto, senza distogliere lo sguardo da Sasuke nemmeno per un secondo. Sasuke non aveva idea di cosa stesse vedendo suo fratello in tutto questo. Tutto, probabilmente. "Per favore, per favore non uccidermi", disse alla fine Naruto. 
Con ciò, Naruto entrò in casa, verso di lui. Sasuke indietreggiò, contro lo stipite della porta. Nemmeno una volta perse lo sguardo di Naruto. Fino a quando Naruto non lo stava premendo contro lo stipite della porta, baciandolo profondamente, intensamente. 
Non era mai stato baciato in quel modo. 
Come se qualcuno stesse cercando di dargli il mondo. 
Tutto. Naruto l'aveva chiamato il suo tutto. 
Sasuke sentiva tutto, in quel secondo. 
Si sono tirati indietro. "Volevo farlo, eh- prima che te ne andassi." Naruto deglutì nervosamente. "Per favore, non dimenticarti di me." Spinse qualcosa contro il petto di Sasuke. Sasuke guardò in basso. Era il brutto maglione tie-dye. Sasuke ridacchiò, aveva voglia di piangere di nuovo. 
Poi, Naruto si voltò a guardare suo fratello. Paura. “Mi dispiace, Itachi! Per favore, non bruciare la mia casa".
Sasuke rise a questo. Naruto era un fottuto idiota. 
Itachi lo fissò. Non Naruto. Non sembrava nemmeno sorpreso, sembrava solo un po' confuso. Naruto sembrava che si stesse cagando addosso dalla paura. Indietreggiò un po', avvicinandosi a Sasuke. Sasuke gli afferrò la mano. 
"Naruto", disse Itachi.
Naruto si raddrizzò. "Sì!"
Sasuke ridacchiò di nuovo. Un idiota. 
"Hai idea di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho sentito il mio fratellino ridere in quel modo?" 
Sasuke fissò suo fratello. Nemmeno lui ne aveva idea.
Naruto si voltò a guardarlo. I suoi occhi erano spalancati. 
Itachi si raddrizzò, questa volta. Tossì leggermente. "Lascia che ti prenda un'altra ciotola di curry, abbiamo appena iniziato a mangiare."
Naruto sorrise come se avesse appena vinto una medaglia. Incredibilmente luminoso. Guardò Sasuke, sorpreso, mentre Itachi entrava in cucina. "Santo cielo!" sussurrò gridando.
Ok, quindi non si aspettava affatto di ricevere la benedizione di Itachi. 
Sasuke gli accarezzò la guancia. "Sei un idiota." 
"Ero pronto a farmi uccidere per un ultimo bacio." 
Sasuke rise di nuovo. "Ad essere sincero, non avevo molte speranze per te nemmeno io." 
"Itachi fa paura". Naruto sussurrò dolcemente. 
Sasuke ridacchiò di nuovo mentre Naruto si chinava per un altro bacio. 
"Ah; per favore tienilo nei pantaloni fino a quando sei a casa tua, Naruto!" Itachi gridò dalla cucina. 
Naruto balzò via da lui. "Si signore!" 
Davvero, un tale idiota. 

Appunti del autrice:

Che cosa succede! Spero ti sia piaciuto <3
i commenti mi rendono molto felice!
Extra:
-Itachi, dopo essersi infastidito dal fatto che Naruto e Sasuke siano timidi da morire, li rimanda entrambi di nuovo a casa di Naruto. Dormono di nuovo sul divano. A cosa serve un letto?
-Tutti gli anziani che vivono sulla montagna non smetteranno mai di dire a Naruto quanto sono belli i "ragazzi Uchiha", ogni volta che ne vede uno.
-Sasuke va in montagna ogni fine settimana, si assicura di lavorare di meno.
-Inizia anche a parlare con un professionista della sensazione che sta provando (non ignorare i problemi mentali, gente!) e Naruto è eternamente orgoglioso di lui.
-Naruto dà sempre fiori di campo a Sasuke quando se ne va, cosi che l'appartamento di Sasuke in città sta iniziando a sembrare più una casa, per questo motivo. Una volta, Sasuke va al lavoro direttamente dalla casa di Naruto, ei suoi colleghi sono molto confusi sul fatto che Sasuke porti dei fiori al lavoro. (Potrebbe essere che Uchiha.... Non sia fatto di ghiaccio?).
-Adottano un gattino randagio. Kurama non ne è molto contento, ma si abituano l'uno all'altro dopo un po'.
 
Holly ok:
Be’ che dire, cosa ne pensate? Pareri opinioni correzioni per eventuali errori fatemelo sapere con un commento.
Purtroppo io sono dislessica quindi faccio molta fatica a trovare gli errori in un testo, non fatene un dramma se me li segnalate, provvederò a correggerli!
Ultime 2 curiosità
Tie-dye è uno stile di colorazione di maglie stile hippy che è tornato molto di moda ultimamente con la variante dei colori pastello (quanto è tenero Sasuke vestito cosi?)
Invece una pressa francese o una caffettiera a stantuffo o franc press è questa qui!
Alla prossima baybay!
   
 
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