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Autore: Calendula    30/08/2021    1 recensioni
Volevo scrivere una GregxPearl.
Mi sono ritrovata a scrivere un what if con baby Steven e accenni GregxPearl (Accenni praticamente trasparenti).
Contro ogni aspettativa, la one shot è diventata davvero una mini long, in cui gli accenni alla ship si sono fatti un po' più marcati.
I capitoli sono brevi, uniti tra di loro da un filo conduttore, ma non seguono un preciso ordine cronologico: il capitolo quarto segue idealmente il capitolo primo, il capitolo terzo riassume i pensieri di Greg e forse non verrà mai più ripreso, ma non è detto.
Una storia piuttosto soffice e tranquilla, nata per divertimento e che si è trasformata in una long (non ci avrei mai creduto) e che ho scritto così, in una giornata, perché mi andava, ispirata da una bellissima fanArt.
Scrivo per divertirmi, se mi lasciate un commentino per chiacchierare sono contenta, ma risparmiatevi le grandi recensioni: molte cose avrebbero potuto essere raccontate meglio, lo so, ma avevo solo voglia di rilassarmi.
Quindi: domande, commenti, dirmi voi con chi pensate dovrebbe uscire Perla SÌ, polemiche NO.
AVVISO: Perla è lesbica e ne sono più che consapevole. Ma la storia è mia, e sono liberissima di shippare chi voglio con chi mi pare e piace.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Greg Universe, Pearl/Perla, Steven Universe
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-"io... non posso andarmene."-
Le gemme erano andate a trovare Greg, quel giorno. Il pomeriggio era passato tra silenzi imbarazzati, disagio, non detti e un senso di vuoto comune. Nel bene e nel male, ormai si era fatta sera, cominciava a fare fresco e il buon senso raccomandava di lasciare padre e figlio liberi di prepararsi per la notte, anche perché le ore erano trascorse lente e scomode. Ametista, nonostante la tristezza, era rimasta affascinata dal neonato e aveva provato a intrattenerlo con smorfie e versi, mentre Garnet, la più matura, aveva provato a intavolare una conversazione leggera con Greg, ma la situazione non aveva lasciato spazio a un genuino piacere di festeggiare il nascituro.
Perla, dal canto suo, non aveva neppure provato -o più probabilmente non aveva neppure trovato l'energia di provare-  a migliorare la situazione e non era riuscita a proferire parola per tutto il giorno,  passando le ultime ore a fissare il bambino. Eppure, quando Garnet decise che era giunta l'ora di congedarsi, tutti i pensieri e i sentimenti che erano bloccati in lei esplosero e si fecero strada verso la sua gola, tanto che, se avesse avuto bisogno di respirare, probabilmente si sarebbe sentita male. Le sue amiche avevano temuto che succedesse qualcosa del genere... ma non si aspettavano certo questo. Fu Ametista ad esprimere per prima la propria perplessità.

-"che cosa dici, Perla? È tardi. Greg e Steven devono riposare. "-
Ma Perla non stava ascoltando
-" non posso semplicemente lasciarlo qui! È così piccolo e fragile! E... e..."- ed è tutto ciò che mi resta di Rose! Pensò, ma non lo disse. La gemma cominciò a singhiozzare piano, stringendosi il busto con le braccia sottili. Era passata poco più di una settimana da quando lei se ne era andata, e Perla non poteva semplicemente andare avanti... millenni! Era stata al suo fianco per millenni! Ora non poteva, semplicemente non poteva...
-"non posso andarmene!"- ripeté, a voce più alta. Il piccolo Steven, poggiato in un cestino lì vicino, aprì gli occhietti scuri e assonnati, protendendo una manina minuscola, rosa e paffuta, verso di lei. Garnet, in piedi vicino a Perla, cercò di calmarla
-"capisco il tuo turbamento e le tue emozioni, ma non puoi restare, non c'è neppure abbastanza spazio"- era vero. Greg, per ospitarle tutte e tre, aveva dovuto mantenere aperto il furgone per l'intera durata della visita.
-"non ho bisogno di spazio! Ho bisogno di rimanere qui!"- ribatté però la gemma, con quella testardaggine indotta dalla disperazione e dalla stanchezza.
-" Perla, ragiona..."- provò allora Ametista
-" no! Io posso essere utile! Lo posso proteggere!"- strillò la biondina, tra i singhiozzi che si facevano sempre più incontrollabili.
-"non ha bisogno della tua protezione, Perla. Non gli accadrà niente di male."- insistette Garnet
-" ma... ma..."- l'aliena non sapeva come ribattere. Non voleva andarsene, non se ne sarebbe andata, a costo di dover cominciare una rissa. Stava per rispondere qualcosa di poco saggio e probabilmente poco educato, quando Greg, che era rimasto per lo più in silenzio per tutto il pomeriggio, prese la parola
-" se per stanotte vuoi rimanere, non c'è problema... una mano non mi dispiace"- poche parole, cortesi anche se non pienamente genuine, che ebbero però il potere di calmare immediatamente la gemma
-" Grazie"-
Ametista guardò la leader, che commentò con un sospiro:
-" se a Greg sta bene. Ci vediamo al tempio, Perla"-
Sulla strada di casa strinse forte la piccola Ametista e parlò a lungo con lei: sapeva che Perla non sarebbe più tornata.

Greg era esausto. E confuso.
La notte si era trasformata in settimane, e ormai era quasi un mese che si trovava a gestire una forzata convivenza con Perla e per di più in uno spazio angusto quanto uno sgabuzzino e con il pensiero di un bambino per cui non poteva neppure permettersi una culla.
La situazione aveva cominciato a pesargli: lui a Perla non era mai piaciuto, e sapeva che ora che Rose non c'era più,  le cose non potevano che peggiorare. Eppure...non riusciva a chiederle di andarsene. Quella volta aveva acconsentito a che passasse la notte perché era evidente che non fosse pronta a lasciare Steven... ma anche perché lui stesso si sentiva davvero molto solo. Perla non aveva dato problemi, non si era mai lamentata di niente, anzi. Aveva imparato a preparare i biberon, a cambiare i pannolini ed era anche riuscita ad adattare alcune magliette del  suo merchandising come tutine per Steven. La notte vegliava il bebè così che lui potesse riposarsi e si faceva piccola piccola per non dar fastidio... eppure, c'era qualcosa di sbagliato in quella situazione. Lui aveva scelto di vivere in quel modo, ma Steven? Era giusto agire così? E perla? Certamente al tempio aveva una stanza, delle amiche. Era corretto lasciare che si addossasse parte delle sue responsabilità?
Tante domande e poche risposte. Gli mancava Rose.

-"ho trovato un lavoro."-
Stavano pranzando -o meglio, Greg stava pranzando e Perla stava cullando Steven- quando la donna decise di fare il suo annuncio, facendo andare a Greg il panino di traverso
-"che cosa? Cioè, grandioso, ma perché? Non pensavo che a voi gemme potesse servire..."-
-"perché non possiamo continuare così."- lo interruppe l'aliena -"Ho osservato gli altri esseri umani e in genere le persone vivono in edifici muniti di fondamenta, acqua corrente e riscaldamento. Steven è ancora piccolo, ma tra qualche anno potrebbe aver bisogno di queste cose. Se lavoro anche io, unendo le forze, entro un paio di anni potremmo permetterci un appartamento. Ho fatto delle ricerche."-
Greg sospirò
-"questo non è necessario, Perla"-
-"e invece lo è. Steven è la priorità e io voglio che non gli manchi nulla"-
-"Perla, io apprezzo il tuo interesse, ma non è possibile fare ciò..."-
-"e invece sì! Ho  calcolato tutto!"- ribatté la donna, convinta
-"e invece no!"- strillò l'uomo,  esasperato. Si pentì immediatamente della sua reazione e proseguìcon più calma-"ascolta... Io ho dei documenti, ma non posso semplicemente affittare un appartamento con te - un'aliena- e con Steven, un bambino senza documenti o certificato di nascita. Mi arresterebbero"-
-"ma è ridicolo. È tuo figlio, sono certa che il materiale genetico possa..."-
-"Rose non aveva documenti. Non posso semplicemente presentarmi in ospedale e chiedere che mi si dia un certificato di nascita per un bambino con una gemma incastonata nello stomaco, nato da madre inesistente più di tre mesi fa. Nella miglioredelle ipotesi, me lo porterebbero via"- la donna lo guardò, non convinta -"non ti preoccupare, io e Steven ce la caveremo in qualche modo. Non devi rinunciare alla tua vita per stare con noi... so che non ti senti a tuo agio, così. Hai fatto già tantissimo per lui... per noi. Ma non appartieni a questa vita. Non è giusto che io ti accolli responsabilità non tue"-

Dopo la loro conversazione, Perla era sparita per giorni. Greg era convinto che fosse tornata al tempio con le gemme, che avesse capito. Si sentiva sollevato, anche se decisamente più stanco.
Era sera e stava dando il biberon a suo figlio, quando improvvisamente sentì bussare alla porta del furgone.
Davanti a lui c'era Perla, ma era diversa. I suoi capelli coprivano completamente la sua gemma e indossava un paio di jeans con una maglietta rosa. Anche il suo viso era diverso: più colorito e umano. La fissò per diversi minuti, senza riuscire a parlare

-"Perla, sei tu...come stai?"- chiese lui, un po' imbarazzato, per interrompere il silenzio che si era creato tra loro. Lei non lo guardava: i suoi occhi erano fissi sul piccolo che, raggomitolato in braccio al padre, manifestava tutta la sua gioia per quella visita con versetti e gorgogli; nonostante ciò, alle parole dell'uomo, si riscosse un po' e gli tese un mucchio di fogli che reggeva tra le mani.
-"ho un certificato di nascita per Steven. E dei documenti."-
Greg non riuscì a comprendere ciò che gli era stato detto finché non vide effettivamente, tra le sue mani, i documenti di suo figlio, completi di data e luogo di nascita, dettagli e nomi di entrambi i genitori: padre Greg Universe e... madre Perla Quartz.
Trattenne il respiro per alcuni secondi, fissando Perla sbalordito. Lei finalmente smise di guardare Steven, che nel frattempo aveva cominciato a succhiarsi il pollice, e fece spallucce
-"era la soluzione più semplice. Spero... spero che non ti dispiaccia troppo."-
Greg avrebbe voluto chiederle tantissime cose, ma riuscì a trovare la lucidità necessaria a formulare solo una domanda
-"come hai fatto?"-
-"sono un'aker."- risose la donna, senza battere ciglio. -"Steven ha già mangiato? Ho fatto delle ricerche e i bambini umani dovrebbero mangiare con regolarità"- gli tolse dalle braccia il piccolo e si impossessò del biberon -"tra qualche mese potremo iniziare con gli omogeneizzati. Sicuramente saranno meglio del latte in polvere. E domani voglio pesarlo: chissà se ha finalmente guadagnato un po' di peso in questi giorni..."-

-"e questa è l'ultima. Che te ne pare?"-
-"ottimo. Semplice ma colorata, pulita ma non spoglia, pratica e dignitosa"-
-"sono contento. Sono certo che Steven adorerà i fiori che hai dipinto sulle pareti. Anzi, parlando di Steven, sai tra quanto Garnet e Ametista lo porteranno a casa?"
-"tra meno di un'ora. Sarà meglio preparare qualcosa per cena"-
Greg e Perla, ormai da tre anni, avevano tacitamente pattuito di collaborare e fare il possibile perché Steven potesse stare e bene e avere una vita felice: c'erano già tante cose che non avrebbe potuto fare -andare a scuola o da un pediatra, per esempio- e non volevano allungare la lista.
La loro convivenza era stata una conseguenza di questo desiderio.
Tra loro non c'era amore e neppure attrazione, solo una grande complicità che li aveva portati a lavorare sodo per potersi permettere un piccolo appartamento e a lasciar credere a tutti -con grande divertimento di Ametista- di essere una coppia. La cosa, ovviamente, avveniva solo per fini pratici: è difficile spiegare che sei la madre di un bambino e che convivi con il padre di tuo figlio ma che tra te e lui non c'è nulla se non amicizia... ci avevano provato,  con scarsi risultati.
Ogni tanto Perla pensava che forse avrebbe fatto meglio a non fingere  di essere la madre biologica di Steven, ma poi si ricordava perché lo aveva fatto in primo luogo: si era creata un'identità, se qualcuno  avesse fatto domande avrebbe potuto confermare che Greg non aveva rapito nessuno e poi era viva, anzi, immortale, anche se fosse successo qualcosa di irreparabile Steven non le sarebbe mai stato portato via... già... quello era l'unico sistema per essere certa di non poter essere tagliata fuori dalla sua vita in alcun modo. Forse era egoista, ma non avrebbe potuto sopportare di perdere anche lui, non dopo... no, non ci doveva pensare.
L'importante in quel momento era di essere riusciti a rendere vivibile e a prova di Steven quella casupola in riva al mare, non troppo lontana dal tempio ma neppure troppo vicina. Un appartamento sarebbe stato meno costoso e avrebbe richiesto meno ritocchi, ma non sarebbe stato altrettanto isolato e tranquillo.
Negli ultimi tre anni Perla ne aveva cambiati di lavori: cameriera, commessa, aiuto meccanico e adesso anche contabile; il tutto cercando di gestire le missioni con Garnet ed Ametista, prendersi cura di Steven e sopravvivere alla sua complicata convivenza... non che le cose fossero tanto più semplici, per il  suo coinquilino; Greg aveva lavorato duramente, soprattutto la notte, per pagare metà abitazione più il materiale per i lavori, continuando ad essere un papà presente e coinvolto per suo figlio e un amico per le gemme.
Nessuno dei due era perfetto, ma entrambi stavano dando il massimo.

Verso le otto, Steven fu riportato a casa dalle due gemme. Perla, come ogni sera, lo aiutò  a mangiare insieme a Greg (che avrebbe cenato poco dopo) e gli fece il bagnetto.
Lo mise a letto cantandogli una dolce ninnananna e nell'andarsene gli lasciò un piccolo bacio sulla fronte e il suo solito saluto
-"buona notte, mon bijou*"-

Stesasi sul divano, si appisolò immediatamente, senza rendersi conto che qualcuno la osservava grato, colpevole e forse... un po' innamorato.

*mio gioiello... mi sembrava  un vezzegiativo azzeccato.

Fine

   
 
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