DOPO
TANTO, RIECCOMI. SPERO ABBIATE TRASCORSO TUTTI UNA SPLENDIDA
ESTATE, PECCATO SIA FINITA TROPPO IN FRETTA.
IO
SONO TORNATA CON LA MIA FANFICTION, MENTRE ATTENDO, TREPIDANTE,
L’USCITA
DELLA QUINTA STAGIONE DE LCDP.
VI
AUGURO UNA BUONA LETTURA E…CHE DIRE… SPERO VI
PIACCIA! BESITOS
Nascosta
nella folla di gente che patteggia per i Dalì, Tatiana cerca
di farsi spazio
per poter appurare la presenza di sua sorella nella tenda della polizia.
I
suoi uomini, disposti preventivamente in varie postazioni circostanti
la Banca,
attendono i suoi ordini o delle richieste d’aiuto.
Difficile
muoversi nel caos generatosi in seguito alla cattura di Lisbona, eppure
proprio
il trambusto diventa l’espediente necessario alla ex moglie
di Berlino per
raggiungere la postazione dei nemici.
A
pochi passi dalla tenda, Tatiana si finge una giornalista a favore
della
Polizia.
Sa
bene chi è il più “debole”,
colui che facilmente cadrebbe nella trappola.
Sergio
le ha riferito le mosse precedenti e quanto accaduto con il piano
Parigi.
“Hanno
già ingannato Tamayo, sarà semplice farlo una
seconda volta” – pensa,
ridacchiando.
E
così, sistemandosi i capelli, raccolti in una compostissima
coda alta, indossa
un paio di occhiali scuri e si appresta a recitare il primo atto della
sua
commedia.
“Lei
chi è? Non può entrare qui! Vada via”
– è la voce di Angel a richiamare la
donna.
Di
certo non è lui la persona che prevedeva di incontrare.
Tenta,
così, di operare servendosi dell’ispettore Rubio.
“Sono
Lola Fernandez del giornale “La Verdad”, vorrei far
emergere la verità sulla vicenda
dei Dalì” – sostiene, mostrando
ovviamente un bigliettino di presentazione
falsissimo.
“Senta,
la verità è che abbiamo ottenuto la vittoria.
Cosa vuole di più?”
“Ascolti,
io posso ripulire l’immagine della Polizia e dei servizi
segreti di fronte alla
nazione e al mondo intero. Potete contare sulla mia testata
giornalistica. Sono
dalla vostra parte”
Angel
fissa la sconosciuta, in silenzio, alquanto sospettoso. Con lui
è difficile
giocare la carta della finta sostenitrice dello Stato. E Tatiana lo sa
bene,
però è pronta a rischiare per avere notizie di
sua sorella maggiore.
Nel
frattempo, riesce ad ascoltare la voce di Raquel che continua a
discutere con
Tamayo e Prieto.
“Quella
che avete catturato è Lisbona, vero? La compagna del noto
Professore?”
“Mi
perdoni, non credo sia il caso di rilasciare interviste proprio adesso.
Se
vuole, ne possiamo riparlare appena tutto sarà finito.
Arrivederci” – è con
quelle parole che Angel congeda Tatiana, rimasta spiazzata
dall’esito negativo
del suo operato.
Non
le è mai accaduto di perdere, tanto mento in quel modo e in
un ridottissimo
tempo d’azione.
“Non
mi arrendo” – dice ad alta voce, varcando
l’uscio della tenda, fregandosene dei
poliziotti e di altre figure lì presenti che tentano di
scacciarla.
“Le
ho detto che non voglio che entri qui dentro! Fuori”
– grida l’uomo, esasperato
dall’insistenza della giornalista.
Lisbona,
distratta dal vociare, con la coda dell’occhio, nota la
presenza di una donna
piuttosto familiare.
Se
non fosse per la magrezza e l’assenza del pancione, la
Murillo scommetterebbe
su Alicia.
Le
insistenze della sedicente cronista attirano l’attenzione di
Tamayo, che,
seduto di fronte alla sua prigioniera, sbuffa e fa segno ai colleghi di
occuparsi della disturbatrice.
È
Angel a sussurrargli poi all’orecchio –
“Ha detto che potrebbe rilanciare la
nostra immagine, il suo è un giornale palesemente schierato
a nostro favore.
Che si fa?”
Il
colonnello si stupisce piacevolmente e invita la straniera ad avanzare.
Le
porge una sedia e la invita a sedersi. Con petto gonfio, tronfio di
soddisfazione per la evidente vincita sui Dalì, e sempre
più convinto ad avere
sotto tiro perfino il Professore, il nuovo boss della polizia
è pronto a
mettere nero su bianco le sue dichiarazioni.
Così,
la quinta moglie di Andres De Fonollosa, camuffata alla perfezione in
un ruolo
che mai nessuno, vista la sua dialettica e le sue doti recitative,
avrebbe
messo in dubbio, studia le circostanze e l’ambiente nemico.
Raquel
le siede davanti, con le manette e gli occhi fissi su Tamayo. La forza
è
leggibile sul suo volto, lei non demorde, ben certa che il suo grande
amore
l’avrebbe salvata anche stavolta.
“Cosa
mi dice di Alicia Sierra? Sbaglio o è stata catturata anche
l’ex ispettrice?” –
domanda Tatiana, tirando fuori dalla sua borsetta Louis Vuitton in
pelle, penna
e taccuino.
“Credevo
che il mondo del giornalismo si fosse evoluto; invece, posso constatare
che
siete rimasti fedeli alla cara vecchia carta!” –
sostiene Tamayo, ridacchiando,
mostrandosi perfino divertente e gentile con
l’intervistatrice.
“Idiota”
– pensa tra sé e sé Tatiana, seppure
mantenendo un sorriso finto e costruito –
“ha ragione, però sono una nostalgica. Non mi
abituerò mai alla nuova
tecnologia!”
A
quel punto, attende la risposta del colonnello circa sua sorella,
eppure questa
informazione tarda ad arrivare.
A
disturbare il momento, è l’entrata in gioco di un
poliziotto.
“Antoñanzas,
ma che fine avevi fatto?” – lo rimprovera il capo.
Congedandosi un secondo
dall’intervista, lascia le due donne da sole, mentre
è prossimo a udire,
tramite il collega, la richiesta di Alicia.
“Ehi,
Raquel, abbiamo pochi secondi, ascoltami. Sono Tatiana, mi manda
Sergio!”
“Sei
la moglie di …?” – domanda, spiazzata,
la Murillo.
“Nascondi
lo stupore dal tuo viso, o sospetteranno. Stai tranquilla, risolveremo
tutto e
vi libereremo. I miei uomini sono disposti in punti strategici.
Stavolta niente
tregue o patti assurdi. Voleremo sopra Madrid e nessuno, neppure Tamayo
e
Prieto, potranno impedirlo”
“Come
si fa con Alicia alle calcagna?”
“Alicia
è mia sorella” – confessa Tatiana.
Lo
shock sul viso di Lisbona è fin troppo evidente.
“Si,
lo so è
sconvolgente…però….devo sapere se si
trova qui!”
Angel,
rimasto nei paraggi, nota immediatamente il chiacchiericcio delle due e
il
pallore di Raquel.
“Che
succede qui?” – chiede, lanciando
un’occhiataccia ad entrambe.
Poi,
sospettoso, vuole evitare danni, e invita la giornalista ad uscire.
“Ma
eravamo alle prese con una dichiarazione del colonnello. Lei non
può trattarmi
così, come osa!” – si infuria la
sedicente cronista.
“Abbiamo
molto da fare, avrà la sua intervista. È una
promessa. Non adesso però.
Arrivederci” – con poco garbo, Rubio spinge fuori
dalla tenda la Sierra.
“Maleducato,
avrete tutti la giusta punizione” – brontola
Tatiana, apprestandosi a riunirsi
ai tirapiedi.
Ed
è allora che ottiene la verità che cercava.
Appartati
a pochi passi dalla postazione della Polizia. Antoñanzas e
Tamayo parlano di
una questione delicata e Tatiana è ben lieta di origliare.
“Alicia
Sierra vorrebbe che noi uccidessimo i
Dalì?””
“Si, signore. In cambio, si costituirà”
Quella
idea sembra folle perfino ad un allocco come il colonnello, il quale
non può
non riderne.
“Riferisci
a quella maledetta che è meglio per lei non giocare sporco
perché potrebbe
finire male”
“Quindi
farà quanto richiesto? Li eliminerà?”
– chiede, preoccupato, il poliziotto.
“A
me interessa solo la mente di questa banda di marionette…il
professore! Alicia
e Sergio Marquina sono le teste che voglio. Tutto il resto
verrà da sé! Adesso
sono io che esigo da te qualcosa!”
“Mi
dica!”
“Dove
si trova quella pazza di Sierra?”
“In
un ospedale privato, signore. Ha dato alla luce una bambina ed io ho
avuto il
duro compito di disfarmene in un battibaleno”
Sentire
tali parole, pietrificano Tatiana – “Alicia, cosa
cazzo hai fatto!?”
Presa
dalle mille preoccupazioni, la ex moglie di Berlino si allontana.
Compone un
numero e contatta il suo alleato.
“Ehi,
sono io! Era un bluff. Mia sorella non è con loro. Non
l’hanno catturata. Hanno
preso Lisbona, però! Mi dispiace…”
“Maledizione!
Devo intervenire e salvarla”
“Sergio,
ho sentito Tamayo…lui ti vuole arrestare. Se scova il tuo
rifugio, poco gli
interesserà avere Raquel. Punterà esclusivamente
a te!”
“Non
mi importa. Devo salvarla. Costi quel che costi”
Senza
esitazione alcuna, chiede un passaggio a Marsiglia, ordinandogli che,
non
appena lui sarà sceso dal mezzo, dovrà scappare
più veloce della luce.
“Come
posso abbandonarti? Non lo farei mai”
“Devi!
Te lo ordino, amico! Pensa soltanto che ciò che fai
è per il bene del Piano e
della Banda, ok?”
E
così, mentre Marquina è prossimo a raggiungere il
nemico numero uno, la
Polizia, Tatiana han estrapolato notizie sul luogo dove si rifugia sua
sorella.
Ed
è esattamente lì che si dirige.
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“Siamo
pronti ad uscire?” – domanda Tokyo alla Banda.
Bogotà
tiene legato con forza Gandia e ne approfitta di tanto in tanto per
colpirlo,
volendolo “torturare” così come fece lui
ore prima con Nairobi.
Il
governatore è, invece, fiancheggiato da Denver e Helsinki.
Gli
altri ostaggi sono sotto gli occhi vigili dei restanti Dalì.
Decisa
a liberarsi, azzardando perfino mosse senza senso, la squadra di
rapinatori
lascia la Banca, con il cuore a mille e le gambe tremanti.
A
passo spedito, con la medesima andatura, tutto il gruppo raggiunge la
scalinata
esterna.
Questo
accade contemporaneamente all’arrivo di qualcun altro.
“Professore,
è sicuro di voler rischiare? Abbiamo fatto tanto per evitare
la cattura” –
Marsiglia tenta ancora di dissuaderlo da un’azione senza
logica.
“Amico
mio, sei stato fondamentale. Affido a te la salvezza degli altri, mi
raccomando”
Con
una pacca sulla spalla, Sergio Marquina scende dal mezzo,
parcheggiatosi
esattamente a pochi passi dalla Banca di Spagna.
“Ehi,
guardi lì, capo” – comunica un
poliziotto a Tamayo.
“Stanno
uscendo tutti” – afferma, notando i
Dalì, uno ad uno, raggiungere l’esterno.
L’esercito,
la polizia, e gli agenti segreti, disposti ad accerchiare
l’edificio, sono in
attesa di un ok per sparare ai nemici.
Un
ok che non arriva. È Prieto a negare atti violenti e
disumani di fronte al
mondo intero.
“Abbiamo
l’occasione di catturarli tutti quanti” –
sostiene poi, conversando con il
collega.
“No,
lo faremo in un altro momento. A breve avremo nelle nostre mani la
gemma più
preziosa” – con sorriso malizioso, Tamayo si
appresta ad accogliere nella sua
tenda il famoso e ingegnoso Professore. Ormai è questione di
secondi.
E
infatti…
“Eccomi”
– ed è proprio la voce di Sergio, a far sobbalzare
i presenti – “Sono Sergio Marquina,
mi costituisco”
Lisbona,
impallidita, trovando il compagno nella tana del lupo, non trattiene le
lacrime.
“Cosa
stai facendo? Sei impazzito”
“Silenzio”
– la zittisce Prieto. Poi, soddisfatto, comunica ai suoi
uomini – “Lasciate i
Dalì, sono nulla senza il loro Boss. Piuttosto, date loro la
notizia… hanno
perso! Abbiamo vinto noi, è bene che spariscano
definitivamente prima che sia
io a cambiare idea e li sbatta tutti quanti in galera”
Ai
due colonnelli poco interessa sapere il governatore e Gandia nelle mani
dei
rapinatori. Hanno il loro tesoro tra le mani e il resto ha valore zero.
E’
Tokyo, furiosa come non mai, dopo aver udito che il suo angelo custode
si è
costituito per salvare la Banda, a sfidare i nemici.
Non
sembra controllarsi, e cerca di avanzare verso coloro che, ormai
brindano di
felicità, e ignorano le sue mosse ribelli.
Piuttosto
alcuni poliziotti, le ridono in faccia.
Sono
Rio e Denver a frenarla – “Calmati, lo salveremo.
Però non così”
Gli
scagnozzi di Tatiana, rimasti fermi nei posti stabiliti, intervengono
dato il
caos creatosi.
“C’è
un camion che vi condurrà alla salvezza! Sbrigatevi, abbiamo
poco tempo”
Quanto
accade ha dell’incredibile. Il piano originario, andato a
puttane da più di 48
ore ormai, vede la squadra sparire nel nulla, trovando la
libertà a discapito
di quella del loro amato Professore.
Mentre
percorrono i chilometri che li separano dal rifugio dei serbi, i
Dalì piangono
e si disperano per l’accaduto.
“Non
doveva finire così, cazzo!” – continua a
ripetere Tokyo.
“Abbiamo
fuso oro per giorni e giorni. Ne abbiamo portato fuori buona parte,
però… il
tesoro più grande l’abbiamo perduto in quella
dannata tenda” – singhiozza
Stoccolma, riferendosi a Sergio.
Quando
il furgone ferma la sua corsa, i rapinatori si trovano in una casa di
campagna,
abbandonata.
“Marsiglia”
– urla Bogotà, trovandovi l’amico ad
accogliere i colleghi.
“Ho
dovuto accompagnare il Prof fino alla sua prigionia. È stata
l’azione più
difficile che ho commesso negli ultimi anni. Ho praticamente lasciato
il mio
alleato di fronte al suo patibolo”
“Non
abbattiamoci, anzi. Va trovata la soluzione per liberare sia lui che
Lisbona” –
sostiene, deciso, Palermo.
“Ma
come? Noi non siamo Sergio, tantomeno Berlino. Non abbiamo la minima
idea di
come realizzare un piano perfetto” – si abbatte Rio.
“Con
l’aiuto di Tatiana sì” –
comunica Marsiglia, ricordando la grande astuzia della
donna che vide sposare l’amico Andres.
Entrati
nell’abitazione, si dispongono in una stanza grande per
decidere il da farsi.
C’è
qualcuno, però, che si dirige al primo piano, diretto verso
una stanza
specifica, avendo come priorità la visione della donna che
ama e che vuole
disperatamente rivedere.
Con
occhi lucidi, e il cuore a mille, Bogotà varca
l’uscio e nota finalmente la sua
Nairobi, addormentata, in un grande letto matrimoniale, ed è
sana e salva.
Nessuna
visione più celestiale di quella!
“Amore
mio, sono tornato e non ti lascerò mai
più” – le sussurra, dandole un candido
bacio a stampo, assaporando il profumo di lei e avvinghiando a
sé delle emozioni
talmente forti che non ha più alcuna intenzione di scacciare.