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Autore: LorasWeasley    31/08/2021    3 recensioni
Spoiler arco finale [Sakuatsu]
"Atsumu faceva parte della squadra di pallavolo dei Black Jackal già da diversi mesi e in quella settimana erano stati presi anche Hinata Shoyo e Sakusa Kiyoomi. La squadra aveva deciso che avrebbero assolutamente dovuto festeggiare per essere riusciti a conquistare due dei più formidabili ragazzi della generazione dei mostri e Bokuto gli aveva addirittura proposto una gara di bevute, complice il fatto che Akaashi non fosse lì con loro. Essendo che Atsumu non si era mai tirato indietro per alcuna sfida… non si stupì di svegliarsi distrutto e stordito il giorno dopo, con tutti i suoi ricordi che si bloccavano al settimo bicchiere che gli veniva passato da Inunaki."
Genere: Comico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Tutta colpa di un tatuaggio




Parte 1

In tutta la sua vita, Atsumu aveva avuto tre grandi sbronze che entravano nella categoria “buio totale sui ricordi dell’intera notte”.
La prima era stata a sedici anni: lui e Osamu avevano rubato una bottiglia di liquore ai nonni una sera che dormirono a casa loro perché la loro madre era in viaggio di lavoro. Nonostante fosse solo una bottiglia, il liquore era molto forte ed era la prima volta che entrambi bevevano. Tutto ciò che entrambi ricordavano fu la strigliata che la nonna gli fece la mattina successiva.
La seconda volta che ebbe una sbronza del genere fu per i suoi diciotto anni. Questa non aveva neanche bisogno di spiegazioni: erano appena diventati maggiorenni e dovevano pur festeggiare, giusto?
La terza, infine, fu solo la sera prima: Atsumu faceva parte della squadra di pallavolo dei Black Jackal già da diversi mesi e in quella settimana erano stati presi anche Hinata Shoyo e Sakusa Kiyoomi. La squadra aveva deciso che avrebbero assolutamente dovuto festeggiare per essere riusciti a conquistare due dei più formidabili ragazzi della generazione dei mostri e Bokuto gli aveva addirittura proposto una gara di bevute, complice il fatto che Akaashi non fosse lì con loro. Essendo che Atsumu non si era mai tirato indietro per alcuna sfida… non si stupì di svegliarsi distrutto e stordito il giorno dopo, con tutti i suoi ricordi che si bloccavano al settimo bicchiere che gli veniva passato da Inunaki.
Fortunatamente, come già citato, non era la prima volta che succedeva e Atsumu aveva stabilito un programma per riprendersi passo dopo passo.
  • Assicurarsi di essere vivo.
Okay, quello era facile, stava respirando e sentiva dolore da tantissime parti, quindi doveva indubbiamente essere vivo.
  • Assicurarsi di essere in un luogo conosciuto.
Anche quello sembrava stranamente facile. Guardandosi intorno si rese conto di essere nella propria stanza. Era una sorpresa ben gradita e le domande iniziarono ad affollarsi nella sua mente: chi glielo aveva portato? Era davvero riuscito a tornare da solo a casa? Ma scacciò via tutto e continuò ad andare in ordine con la sua lista mentale.
  • Assicurarsi di prendere le medicine per il mal di testa.
Si alzò con fatica e con un lamento non troppo virile, aspettò qualche secondo che i puntini neri davanti i suoi occhi sparissero e, quando si sentì abbastanza stabile, decise di alzarsi dal letto. La sua bocca era impastata e aveva un sapore di merda, quindi mentre si dirigeva in bagno prese le pillole dallo sportello sopra il lavandino e si lavò i denti. Si sedette poi sul gabinetto e continuò con la sua lista.
  • Assicurarsi di non aver dimenticato qualcosa d’importante.
Fece mente locale. Il giorno prima avevano deciso di festeggiare fino a tardi dato che quel giorno avrebbero avuto gli allenamenti solo il pomerggio, quindi avrebbero potuto dormire tutta la mattina.
Atsumu, pertanto, diede uno sguardo al piccolo orologio che teneva in bagno per controllare quanti minuti erano passati ogni qualvolta usava le sue maschere per il viso, e notò che era quasi mezzogiorno. Aveva quindi tre ore per potersi dare una sistemata e presentarsi in palestra come se non fosse successo nulla.
Infine ricordò l’ultimo punto della lista.
  • Assicurarsi di non aver fatto qualche cazzata.
Questa era forse la parte più importante e che più lo spaventava. Soprattutto dopo che, per la sbronza dei suoi diciotto anni, era stato convinto da Sunarin a colorarsi i capelli di rosa. Quel ragazzo aveva delle foto con le quali continuava a ricattarlo ogni qualvolta gli servisse un favore.
Fu così che tornò in camera e si mise davanti allo specchio che occupava l’intera anta dell’armadio. Sospirò di sollievo nel notare subito che i suoi capelli erano ancora biondi, poi iniziò a scrutare più a fondo il suo corpo: non c’era nessuna cicatrice, nessun piercing o tatuaggio. La prese come una vittoria e decise di controllare anche la pelle coperta dai vestiti.
Alzò le braccia per togliersi la maglietta e dovette trattenere il fiato per il dolore fulminio che gli percorse la schiena. Gettò a terra il tessuto e velocemente si voltò per capire a cosa diavolo fosse dovuto.
A quel punto rimase congelato sul posto per tantissimo tempo, con gli occhi sbarrati e fissi sulla parte bassa della schiena, perché proprio lì c’era il tatuaggio di un cuore con dentro la scritta “OMI”.
 
Bene. Aveva un tatuaggio. Non era così grave, giusto? Certo non aveva idea di dove se lo fosse fatto e magari aveva già un’infezione addosso… ma non doveva di certo essere pessimista!
Soprattutto però, la vera domanda che gli affollava la testa era… cosa diavolo volevano dire quelle tre lettere? Era un nome? Una persona che aveva conosciuto la sera prima? O era solo un acronimo di qualcosa?
La sua mente era più confusa di quando si era svegliato e decise di calmarsi e iniziare a ragionare lucidamente se voleva capire qualcosa. Ripercorse i ricordi della sera prima e l’ultimo che aveva comprendeva Bokuto, Hinata, Tomas, Inunaki e Barnes. Gli altri erano già tutti andati via quando Atsumu aveva smesso di ricordare, quindi se era andato a fare un tatuaggio qualcuno di loro doveva averlo per forza accompagnato.
La persona che considerava più vicina al momento era Bokuto, i due ragazzi si conoscevano dal liceo e avevano quasi la stessa età, per loro era quindi stato facile diventare subito amici una volta entrati nella stessa squadra. Era, in conclusione, la persona più probabile che l’avesse accompagnato in quella pazzia.
Prese il cellulare e, ignorando le varie notifiche, inoltrò subito la chiamata con l’amico.
-Atsumu- al secondo squillo rispose la voce di Akaashi –chiami per scusarti?
-Ehm- quel nuovo sviluppo lo prese alla sprovvista –certo! Per cosa mi sto scusando?
Akaashi rimase in silenzio per qualche secondo, poi domandò –non ricordi nulla?
-No- rispose sincero –per questo chiamavo Bokkun.
-Ieri, dopo che siete stati cacciati dal locale, sono venuto a prendere Kou e tu hai deciso che volevi provare quanto fossero resistenti i vetri scuri della mia macchina…
-Non dirmelo…
-…lanciandogli contro un sasso.
Il tono di Akaashi non era mai cambiato e questo era quello che più faceva venire i brividi ad Atsumu.
-Sono vetri oscurati, Atsumu. Non antiproiettile.
-Mi dispiace- si scusò sinceramente –ti ripagherò!
Akaashi sospirò, poi chiese –avevi bisogno di qualcosa oltre ricordarti di questa bravata?
-Ecco… non è che sai qualcosa su me che mi faccio un tatuaggio?
-Non so come aiutarti, ma aspetta, Kou è appena uscito dalla doccia, chiedo a lui.
E fu così che Atsumu attese mentre sentiva delle voci parlare in sottofondo, per poi staccare in fretta il cellulare dall’orecchio quando sentì Bokuto urlare –HAI FATTO UN TATUAGGIO?
Mezz’ora dopo riuscì a chiudere quella chiamata senza aver scoperto nulla di nuovo, sennonché era stato Barnes a contattare Akaashi per fargli andare a prendere Bokuto dopo che erano stati cacciati via dal locale, quindi forse lui poteva sapere altro.
Con questo riuscì ad avere una conversazione normale e non urlata. Dopo che Atsumu gli spiegò la situazione, il collega rispose –Mi dispiace, non so nulla di un tatuaggio. Non ricordo neanche che l’argomento sia mai venuto fuori durante la serata. Dopo Bokuto, me ne sono andato anch’io, quindi non saprei proprio come aiutarti, però posso dirti che tu non riuscivi a camminare dritto ed era Hinata ad aiutarti, quindi magari lui sa qualcosa in più.
Era un nuovo indizio anche quello. Ringraziò e chiuse anche quella chiamata, inoltrando la successiva con il rosso mentre metteva il vivavoce e iniziava a prepararsi il pranzo.
-Atsumu-san, mi dispiace!- rispose subito Shoyo con voce piagnucolante e pentita.
Ed ecco chi finalmente sapeva qualcosa sul suo tatuaggio! Atsumu avrebbe voluto urlargli contro come diavolo gli fosse venuto in mente di fargli fare una cosa simile, ma come poteva prendersela con il piccolo sole quando era così adorabile? Non avrebbe mai potuto.
-Va bene- sospirò sconfitto –dimmi solo che il luogo dove l’ho fatto era pulito e igienizzato.
-Ehm…
Atsumu iniziò a preoccuparsi –Non lo era?
-Non so quanto un vicolo sia pulito e igienizzato.
Atsumu si sentì mancare la terra sotto i piedi, aveva fatto un tatuaggio in un vicolo? Come faceva ad essere ancora vivo? Iniziò a pensare di chiamare sua madre per chiederle che vaccini si fosse fatto da bambino.
Non ricevendo risposta, Shoyo continuò a piagnucolare –Mi dispiace così tanto! Ho detto che non era una buona idea, ma tu hai insistito che ne avevi assolutamente bisogno e non ho potuto femarti!
-Avresti dovuto bloccarmi in qualsiasi modo! Come si fa a far fare un tatuaggio in mezzo alla strada a un proprio amico!?
Hinata rimase in silenzio qualche secondo, poi domandò confuso –Un tatuaggio? Di che stai parlando?
Atsumu a quel punto era esasperato –Tu di che stai parlando?
-Della cacca che dovevi per forza fare dietro la macchina di un riccone!
E fu così che Atsumu scoprì che neanche Hinata sapeva nulla del tatuaggio. Il ragazzino, infatti, gli raccontò che aveva davvero provato a non fargli fare i bisogno in mezzo alla strada come un cane ma che a nulla erano valse le sue proteste. Fortunatamente però, lo rassicurò, era provvisto di salviettine igienizzanti, gentilmente lasciate da Sakusa prima che andasse via dal locale.
-Dopo quell’impresa Tomas ci ha trovati e tutto esaltato ha detto che aveva scovato un nuovo locale che sarebbe rimasto aperto fino alla mattina. Tu eri entusiasta di andarci ma io ero stanco, quindi ti ho lasciato con lui e sono andato a casa.
Ed ecco che la sua lista di chiamate continuava.
Finito di parlare a telefono con Hinata decise di mangiare, di lavarsi a fondo più volte e di prepararsi per andare agli allenamenti prima di prendere contatto con Tomas. Certo, avrebbe potuto aspettare un’altra ora e chiederglielo direttamente di presenza, ma il biondo aveva bisogno di risposte e ne aveva bisogno subito.
Si gettò sul divano, sibilando dal dolore quando toccò i cuscini con la schiena, e cercò il nuovo numero in rubrica per inoltrare la chiamata con il centrale.
 -Non mi scuserò per quello che ho fatto- fu la risposta del più grande non appena accettò la chiamata.
Atsumu sospirò –Posso almeno sapere cosa significano le lettere tatuate dentro il cuore?
Tomas ci mise qualche secondo prima di chiedere –Hai un tatuaggio?
-…e neanche tu stavi parlando di quello. Bene.
-Ti sei fatto un tatuaggio!?
-Tu dimmi a che ti stavi riferendo e ti farò vedere il tatuaggio agli allenamenti più tardi- negoziò.
-Stavo parlando della ragazza che ci ha provato con entrambi… non la ricordi?
-Zero totale.
-È stato al locale che siamo andati quando quasi tutti ci hanno abbandonato, lì una bella ragazza ha iniziato a provarci con entrambi ed ero sicurissimo che sarei riuscito a portarmela a letto, finché lei non ha deciso di dare a te il suo numero. A quel punto ero così incazzato che ti ho distrutto il tovagliolo dove l’aveva scritto. Pensavo te la fossi presa.
-Neanche me la ricordo, quindi tranquillo. In ogni caso, per il futuro, sappi che preferisco i ragazzi. Ma giusto per curiosità, qual è il suo nome?
-Mhmm… credo Annie o una cosa simile.
Atsumu sospirò, era troppo lontano e differente da “omi”, quindi le due cose non dovevano essere collegate.
-Va bene, non importa, ci vediamo in palestra.
Stava per chiudere la chiamata quando l’altro lo bloccò –Aspetta! Probabilmente dovresti contattare Inunaki, ve ne siete andati insieme ed erano le cinque del mattino, immagino quindi che se c’è qualcuno che abbia delle informazioni, quello sia lui.
Atsumu ormai aveva perso le speranze, ma aveva chiamato quasi tutta la squadra e mancava solo il libero tra quelli della notte precedente, tanto valeva provarci.
Inunaki rispose al telefono con una voce un po' troppo soddisfatta –Fa male la schiena?
-Brutto bastardo, allora sei stato davvero tu!
Il libero rise –A pagarti il tatuaggio? Certo! Non c’è bisogno di ringraziarmi.
-Almeno era un posto ben pulito?
Inunaki fece un verso offeso –Ovvio che sì! Per chi mi hai preso? Non voglio mica uccidere il nostro setter! Solo imbarazzarlo, chissà cosa dirà la stampa quando scoprirà che hai un tatuaggio da troia.
-Non è un tatuaggio da troia!
-Oh Miya… solo le troie fanno i tatuaggi in quel punto della schiena.
Atsumu decise che li odiava tutti quanti.
 
Quando, infine, arrivò agli allenamenti e mise piede nello spogliatoio tutti si voltarono curiosi verso di lui, poi iniziarono le domande che lo incitavano a far vedere il tatuaggio.
Atsumu non aveva neanche la forza di combattere e protestare, non dopo che aveva avuto un’estenuante conversazione telefonica con il suo malvagio gemello che rideva di lui, affermava le stesse cose di Inunaki e prometteva che quella sera lui e Suna sarebbero passati a cena.
Lo spogliatoio era quasi pieno e Atsumu si tolse la maglietta dando le spalle a tutti loro: era più facile così.
Le reazioni furono tutte diverse tra di loro, anche se Atsumu aveva deciso di ignorare ogni cosa, poi Barnes chiese –cos’è un omi?
Atsumu alzò le spalle –Non ne ho idea, è quello che sto cercando di capire da ore.
-Sai che questo nome non mi è nuovo?- disse a quel punto Hinata e Bokuto si infervorò urlando –Vero? Dava la stessa sensazione anche a me!
Meian s’intromise –Probabilmente Atsumu ne ha parlato ieri sera, per questo vi sembra così familiare.
Le teorie andarono avanti mentre si cambiavano per gli allenamenti e la stanza si zittì solo quando entrò Sakusa come una furia urlando “Miya!” con un tono che non lasciava spazio alle repliche.
Il corvino aveva il proprio telefono in mano e arrivando davanti al biondo iniziò a dirgli –Ho dato il mio numero di telefono a tutti voi solo per le emergenze o per questioni legate al lavoro! Questi messaggi inviati alle tre di notte ti sembrano rientrare in una di queste due categorie!?
Atsumu vide di sfuggita che Sakusa aveva il cellulare con la sua chat aperta e in questa si potevano notare una quantità infinita di messaggi vocali. Il suo dito affusolato ne cliccò uno a caso e la voce ubriaca e strascicata di Atsumu si diffuse per l’intera stanza.
“Omiiiii, mi manchi così tanto! Perché te ne sei andato? Qui ci stiamo divertendo un sacco ed è triste che tu non ci sia! Ooooomi! Ti piace come nome? Io lo trovo super carino! Nessuno ti ha mai chiamato così?”
Il messaggio s’interruppe e Sakusa chiuse la chat prima che potesse partire il successivo.
-Non hai nulla da dire? Ti sembra normale?
A quel punto Atsumu era completamente impietrito sul posto, sentiva che il suo volto stava andando a fuoco e si rese conto di non essersi mai trovato in una situazione più imbarazzante di quella. Quasi rimpiangeva i capelli rosa dei suoi diciotto anni.
Nel silenzio generale si sentì la voce di Inunaki sussurrare divertito –e non ha ancora visto il tatuaggio.
Atsumu iniziò a ricapitolare nella sua mente: aveva una cotta per Sakusa Kiyoomi probabilmente dal liceo, colui il quale si era unito ai Black Jackal solo quattro giorni prima, e il suo inconscio se n’era accorto prima di lui. Aveva scritto il suo nome sulla pelle in modo indelebile e aveva fatto la più imbarazzante e peggiore confessione della storia, senza neanche aprire bocca, davanti a tutta la squadra. Squadra con la quale sia lui che Sakusa avevano firmato un contratto per i successivi tre anni… non decisamente uno dei suoi migliori inizio settimana della sua vita.



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Salve! Eccomi con una nuova Sakuatsu!
Allora, questa storia in realtà doveva avere un solo capitolo, ovvero questo. Doveva essere semplicemente un racconto comico e divertente dove, come sempre, quello che se la passa male è Atsumu. Mi è venuta l'idea quando stavo rivedendo una puntata di How I Met Your Mother e non potevo non scrivere lo stesso con questi idioti!
La seconda parte è nata perché la Sakuatsu è una coppia troppo bella e solo questo capitolo (dove a stento si scambiano due frasi) non mi bastava, quindi sappiate che la prossima (e ultima) parte sarà completamente diversa (tanto che avevo addirittura pensato di pubblicarle come due storie differenti) poiché ci sarà molto più la ship e sarà tutta introspettiva e romantica. La pubblicherò entro questa settimana, spero quindi che continuerete a seguirmi!
A prestoo!
Deh
  
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