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Autore: daphtrvnks_    01/09/2021    1 recensioni
Se nella prima invasione gli dei avevano protetto la loro terra questa volta non vi era via di scampo, il grande muro costruito per fermare la loro avanzata non aveva retto e dunque, ora, l’unica opzione era combattere.
Genere: Angst, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo faceva rabbrividire le membra dei samurai stretti nelle loro armature lucenti, sapientemente create dalle mani dei fabbri di corte.

Il cielo nuvoloso copriva le loro teste, presagio della sventura che stava per incombere sul loro regno.

In lontananza i passi pesanti e il suono dei corni, attaccate alle briglie dei cavalli le teste dei generali uccisi nelle scorse battaglie; rotolavano sulla terra arida dal gelo per poi venir coperte dall’ombra degli zoccoli che sbattevano con furia alzando la polvere.

Se nella prima invasione gli dei avevano protetto la loro terra questa volta non vi era via di scampo, il grande muro costruito per fermare la loro avanzata non aveva retto e dunque, ora, l’unica opzione era combattere. 

La resa non faceva parte del loro codice e il settimo principe della casata imperiale aveva giocato male le sue carte provocando l’ira di Kublai Khan decapitando i suoi cinque emissari. 

La mano destra strinse istintivamente l’elsa della katana e la sua bocca venne digrignata in un rauco verso. 

Aveva sbagliato ma era difficile per il suo orgoglio da accettare, non avrebbe mai voluto vedere la sua gente finire sotto il dominio di quei barbari, i villaggi bruciati e le donne e i bambini resi schiavi. 

Avrebbe fatto di tutto, venduto anche la sua anima se ce ne fosse stato il bisogno, ogni cosa pur di proteggere il suo popolo e la gente che, in fondo al suo cuore raggrinzito, amava. 

Il suo sguardo si spostò verso l’alto, lì dove affacciata in una delle torri più alte del palazzo un viso pallido faceva capolino. 

Le sue guance rosate come i fiori di ciliegio e le sue labbra rosse si mossero componendo una parola a cui il principe sfuggì il significato. 

Si teneva, con le mani coperte dal kimono ricamato in oro, sulle pietre sporche e le sue ciocche bluastre le coprivano i bellissimi occhi pieni di preoccupazione. 

Il principe rimase assorto qualche attimo da quella vista, appariva e svaniva come un fantasma lasciando poi vuota quella finestra tornando forse nelle sue stanze. 

- Cosa guardate vostra altezza? – 

Il generale della sua armata lo chiese in modo innocente saltellando sul posto per far cadere correttamente l’armatura sulle spalle, si guardò i piedi e con un sospiro tornò a fissare le grandi porte in legno che separavano l’avanzata dei mongoli da loro. 

Non avrebbero retto. 

- Nulla, tornate concentrato. – 

- Ai suoi ordini. – 

Non sembrava angosciato da ciò che di lì a qualche attimo sarebbe accaduto, in quell’assordate silenzio che riempiva i loro timpani il generale rimaneva spaesato come al suo solito con una serenità che non si addiceva alla situazione ma il principe non avrebbe chiesto, avrebbe preferito rimanere col dubbio fino all’attimo prima della sua morte. 

- Avete detto addio a vostra moglie? – 

Interruppe il principe nel tentativo di scaricare il nervoso che rendeva tesi i suoi muscoli facendogli corrucciare la fronte in un espressione rabbiosa. 

- Le ho dato un arrivederci, se non sarà in questa vita sarà nell’altra. – 

Il principe non ebbe il tempo di rispondere a quell’insulsa frase che le porte tremarono in un boato, sistemò l’elmo sulla testa e le dita cercarono con ansia la katana che venne sguainata in fretta. 

Così fece il suo compagno che dopo un assenso da parte del suo principe corse tra la folla di soldati a protezione del forte urlando a gran voce gli schieramenti e pregando i kami che il viaggio per una prossima vita non sarebbe stata troppo lungo. Fremeva già in un ritorno dalla sua amata. 

Un ultimo boato, le tavole in legno sul punto di spaccarsi dall’imponente peso che si abbatteva contro di loro. 

All’interno della torre le dame si chiusero nelle loro stanze aspettando angosciate la fine di quel supplizio. 

In una di queste la stessa dama della finestra contava i secondi e i minuti, seduta sul suo letto sfarzoso tratteneva le lacrime stropicciando il fazzoletto che le era stato regalato dal principe in persona in una notte d’autunno. 

A casa del generale un’altra donna preparava il pranzo per il marito, un rito che li accompagnava da quando si erano uniti in matrimonio, nella speranza che anche dopo questa battaglia lui sarebbe tornato e mangiato con ingordigia ciò che lei gli aveva preparato. 

Le porte si aprirono con violenza, la grande armata mongola si fece in avanti penetrando nella corte. 

Gli stalloni di razza infuriarono tra la folla, a cavallo i mongoli decapitarono col dao chiunque si mettesse sul loro cammino. 

Frecce vennero scoccate dai loro archi colpendo gli arcieri giapponesi posti sulle torri. 

Il terrore si insinuò nelle vene del principe facendolo quasi cadere sulle ginocchia, atterrito da ciò che sotto i suoi occhi stava accadendo senza che lui muovesse un dito. 

Il suo generale si faceva spazio evitando colpi letali richiamando a sé più superstiti possibili, poi si voltò incrociando lo sguardo di sua maestà. 

Un attimo di distrazione e il dao di un soldato mongolo passò da parte a parte l’armatura del generale uccidendolo all’istante facendolo capitolare in mezzo al chaos sparendo alla sua vista. 

Il principe si trovò sul punto di perdere i sensi, il rumore venne rimpiazzato dal suono dei flauti e dei Kokyu, riflesse nelle iridi d’ebano l’immagine della dama dai capelli turchesi.

Tutto sparì in un nube grigiastra.

Qualcosa di bagnato finì sul suo viso. 


Vegeta prese un respiro profondo sgranando le palpebre di colpo, si mise seduto ansimante. 

Percepiva ancora le urla della battaglia miste al suono di quegli strani strumenti musicali, il suo cuore batteva all’impazzata portandolo a poggiare una mano sul petto nella speranza che smettesse. 

- Vegeta tutto bene? - 

Ci mise qualche secondo per riprendersi. 

Trunks se la rideva sotto i baffi accanto al suo compagno di giochi, nella mano avevano dei bicchieri pieni d’acqua. 

Intorno a lui la gente lo guardava confuso. 

- Caro, hai fatto un incubo? – 

Vegeta si alzò di scatto innervosito dal divano puntando l’indice contro Goku, il quale non fece una piega da quel brusco comportamento. 

- Mi spieghi che diavolo ci fa nei miei fottutissimi sogni?! – 

Bulma lasciò perdere alzando il volume della televisione in cucina, lì dove Chichi stava preparando la cena. 

- La seconda invasione da parte dei mongoli avvenne nel 1281, a fronte del rifiuto alla resa da parte del principe Koreyasu. Così come nella prima un tifone fece… - 


- Non è mica colpa mia Vegeta, te lo giuro! – 

- ‘Sta un po’ zitto… -

Vegeta sbuffò contrariato voltandosi verso la cucina attirato dalle parole che quell’aggeggio tecnologico stava comunicando. 

- I mongoli dovettero arrendersi e il Giappone vinse. – 











  
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