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Autore: Ulvinne    03/09/2021    8 recensioni
Akane Oda ha sedici anni, e come tanti ragazzi della sua età ha un sogno: diventare un eroe in grado di spiccare quanto, se non più, All Might e rendere orgogliosa la sua famiglia. La strada dal sogno alla realtà è lunga e in salita, ma questo Akane lo apprenderà strada facendo, crescendo e cambiando, scontrandosi con la realtà dell'eroe quanto quella della vita di una ragazza come tante. Una crescita non sempre priva di dolori, ma in salita verso un unico obiettivo: PLUS ULTRA!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo, parte I° – Una questione di famiglia
 
Mi mordo il labbro inferiore, non sono mai stata così nervosa all’idea di parlare con loro. Sto girando in corridoio, avanti e indietro, così tante volte che oramai ho tolto tutta la polvere e forse anche la lucidatura del parquet!
«Akane, di questo passo finirai per scavare una fossa, sento i tuoi piedi strisciare da dietro la porta» il rumore della sedia con le rotelline che arriva alla porta anticipa la testa di Toshiro che fa capolino, osservandomi dietro la montatura degli occhiali e un’espressione a metà tra il divertito e il perplesso.
«Shiroooo non prendermi in giro!» mi lagno, fermandomi e fronteggiandolo «Devo parlare con mamma e papà, lo sai.» del resto gli ho sempre detto tutto, e con pazienza mio fratello maggiore sospira e si alza, arrivando fino a me e mettendomi una mano sulla testa.
«Se ti fa così tanta paura puoi sempre aspettare, sai che nessuno si aspetta da te che lo faccia solo per nostro nonno» arriccio il naso e scuoto la testa, prendendogli la mano tra le mie e stringendola affettuosamente.
«Non è per lui che lo faccio» assicuro con un borbottio leggermente risentito «Non mi interessa il suo parere, ma…ci ho pensato ed è quello che voglio» Toshiro mi guarda attentamente, l’espressione resa ancor più seria dalla montatura squadrata e professionale degli occhiali, poi sorride.
«Beh, se vuoi davvero farlo considerala la tua prima battaglia, no?» annuisco «Non sarà facile in ogni caso; sai come la pensa papà»
«E’ quello che mi rende nervosa. Io non sono come nostro nonno Itachi, però» e meno male…se penso che non lo vediamo da anni e che è meglio così mi prendono una rabbia e un’amarezza davvero profonde…poi lascio la mano di Toshiro e prendo fiato «Vado»
«Vuoi che venga con te?»
«No.» scuoto la testa «devo farlo da sola» anche se vorrei tanto che fosse al mio fianco; mi sento così tranquilla quando lui c’è, anche se sono io quella che ha il quirk più adatto a difendere qualcuno e lui beh…lui sia nato senza quirk.
«Come preferisci. Appena sento le urla scendo e ti offro copertura» scherza, dandomi un buffetto sulla fronte «nel mentre, torno al computer! Quel rapporto non si scriverà da solo» si toglie gli occhiali e si massaggia gli occhi, poi si siede e puntando i piedi spinge la sedia verso la scrivania, sparendo nella sua camera.
E io sono di nuovo al punto di partenza, il piccolo chimico ha ragione, mal che vada può offrirmi sempre copertura!
Così scendo le scale di casa nostra e mi reco al piano di sotto, dove so che i miei stanno bevendo un tè con tre dei miei nonni. Quando apro la porta cinque paia di occhi si sollevano tutte insieme, accogliendomi con pacatezza e sorrisi.
«Akane» il primo a salutarmi è mio nonno materno, Hideo Kurosawa.
Proprio come mio fratello, anche lui è nato senza quirk. Un caso ereditario, una rarità nella rarità. Ma d’altronde, la nostra famiglia non è mai stata nella norma…
«Nonno» ricambio e quando mi fa cenno di sedermi accanto a lui, lo faccio, credo possa diventare il mio migliore alleato e voglio averlo vicino.
«Vuoi del tè anche tu?» mi chiede sua moglie, Sakura, poi però aggrotta la fronte e capisco una cosa: mi sta leggendo nel pensiero.
«Nonna!» esclamo, sforzandomi di pensare solo un “non leggermi la mente” continuo, che le impedisce la lettura e questo le strappa una risatina di scuse.
«Mamma!» questa è mia madre, Kaede, che come me conosce benissimo il quirk telepatico della nonna avendolo ereditato lei stessa e odia che ci legga nel pensiero, anche se è qualcosa che con l’età ha iniziato a fare involontariamente, come se il controllo sul quirk si fosse allentato.
O almeno questo è quello che dice lei, io continuo a pensare che sia solo una pettegola.
«Abbiate pazienza, sapete che non posso controllarmi sempre» sbuffo «ma a quanto pare Akane deve dirvi una cosa»
«Riguarda per caso la domanda di ammissione accartocciata che ho trovato nel tuo cestino?» a parlare è stata l’altra mia nonna, ovvero Natsumi, che pur avendo oramai superato i settanta è ancora sveglia come un grillo; tiene in grembo il vecchio gatto di casa, che è stato chiamato originalmente Neko e mi squadra con fare indagatore.
«Ti avevo detto di non rovistare nella mia camera!» ribatto infatti, alterata.
«Se tu la pulissi non dovrei pensarci io»
«L’avrei pulita una volta rientrata da scuola!» ma prima che il dibattito possa continuare, mio padre interviene, poggiando la tazza da tè sul tavolino.
«Domanda accartocciata? Che domanda?» mio padre sarà il più grande ostacolo di questa mia decisione, me lo sento, ma devo vuotare il sacco ora o mai più.
Insomma, oramai le medie sono quasi finite e il momento di spedire le domande è finito: quella che ha trovato mia nonna era la domanda del liceo che avrei dovuto intraprendere, ma la verità è che quella l’ho accartocciata e buttata per spedire la mia prima scelta.
«Non hai spedito la domanda?» mi chiede mia madre, preoccupata «Akane, il tempo oramai è scaduto, cosa-?»
«L’ho spedita, la domanda» la interrompo, spazientita, poi mi mordo la lingua perché devo tenere i toni morbidi «l’ho spedita poco dopo l’apertura del periodo per poterle mandare a dire il vero»
«E allora perché sei così agitata?» nonno Hideo mi mette la mano sulla spalla.
È una persona buona, lui, così come mia nonna Sakura: sono entrambi due bonaccioni di carattere, ma se lei è sempre stata un’indole pacifica e quasi timorosa, lui a dispetto di essere senza quirk è un poliziotto in pensione con molti anni di servizio, che per anni ha collaborato con gli eroi e si è buttato contro criminali più pericolosi di lui. insomma, se avesse avuto un quirk, sarebbe stato un vero eroe professionista, perché è quel tipo di persona che ti fa stare bene semplicemente quando è nella tua stessa stanza.
«E-ecco…i-io…» vedo nonna Sakura spalancare gli occhi e allentare per un attimo la presa sulla tazza da tè, facendola cadere; non ha più una presa salda come un tempo e capendo che mi ha letto nel pensiero e sono stata io a turbarla mi affretto a prendere uno straccio per poterla aiutare.
«Grazie bambina» mormora, dispiaciuta per l’inconveniente, quirk o meno certe malattie dell’età non aiutano anche se lei non ha mai dato segno di soffrirne…o almeno credo: per essere una telepate è piuttosto difficile capire cosa pensa.
«Akane, non farci preoccupare. Cosa ti prende?» mia madre potrebbe leggermi nel pensiero, ma non lo fa volontariamente; è qualcosa che ha provato fin da quando era ragazza, con il controllo un po’ ansioso di mia nonna e sa benissimo cosa si prova. E sinceramente, vorrei dirlo io più che sentirmi spinta a confessare.
«HospeditoladomandadiingressoperlaYuuei» dico tutto d’un fiato e in un sussurro, sedendomi di nuovo accanto a nonno Hideo e fissando i pugni chiusi sopra le mie cosce sigillate.
«…» mio padre ha un’esitazione «ripeti, possibilmente senza mangiare le parole come farebbe un kappa con un malcapitato nella sua palude» hai capito benissimo, non rimandare il tutto.
«Ho spedito la domanda di ingresso per la Yuuei!» e a contrasto di poco prima, quasi lo grido, e farlo mi fa sentire immediatamente più leggera.
Poi cade il silenzio.
«…» sollevo lo sguardo, incrociando gli occhi scuri di mio padre e leggendo subito quel senso di sgomento e…rabbia, credo.
«La Yuuei?» annuisco «Il liceo per eroi professionisti?» annuisco di nuovo, ma stavolta non abbasso lo sguardo, lo sostengo pronta a sostenere anche la mia scelta.
Ci ho pensato tantissimo e so che non voglio fare nient’altro: la mia strada è diventare un eroe e lo farò nel miglior liceo che esista! Non voglio che le scelte di mio nonno e i suoi errori influenzino la mia vita.
«V-voglio essere questo, papà. Voglio essere un eroe» dico, poi deglutisco «Sento che sono nata per questo. I-io…con il mio quirk posso aiutare le persone e voglio rendere il mondo un posto migliore!» insomma, oramai ho quindici anni, so cosa voglio! «E voglio farlo facendo l’eroe, aiutando la gente e combattendo i villain» inspira «S-so cosa pensi di questa situazione e…e io non voglio fare come ha fatto anche Itachi-san» non mi viene da chiamarlo nonno, non ci riesco proprio!
Al nome di Itachi, mio padre e mia nonna Natsumi si guardano, e vedo lei allungare una mano su quella stretta a pugno del figlio, cercando di addolcire quelle nocche pallide per lo sforzo di tenerle sigillate; persino il suo viso più squadrato è teso dalla mascella tenuta contratta…ma non lo sento arrabbiato, quanto combattuto.
«L’eroe è una strada complicata e poco sana, se non sei pronta a sostenerla come si deve, Akane» mi fa notare mio padre «E…e il solo fatto che tu abbia ereditato il quirk di quell’uomo, non vuol dire che debba seguirne per forza le orme»
«All’inferno Itachi Oda!» esclamo allora, alzandomi in piedi e battendo le mani sul tavolo «Io non voglio seguire le sue orme, papà!»
«Akane…» comincia mia madre.
«N-no vi prego, fatemi parlare» non voglio essere interrotta, non devo permettere loro di fare fronte comune «So che le azioni di Itachi-san hanno fatto soffrire papà e nonna» e guardo i diretti interessati «M-ma io non sono come lui. Io non abbandonerei mai la mia famiglia solo perché non fanno ciò che mi aspetto da loro» perché questo è successo.
Mio padre ha ereditato il quirk da mia nonna Natsumi, ovvero la capacità di suonare qualsiasi strumento ed influenzare con la voce cantata le emozioni; un quirk che l’ha spinto verso la carriera musicale e non quella dell’eroe come Itachi Oda avrebbe voluto…questo non solo ha determinato un inasprirsi dei rapporti tra padre e figlio, ma ha anche portato alla separazione dei miei nonni perché Natsumi non ha mai voluto obbligare il figlio a quella strada.
Itachi Oda è stato un grande eroe ora in pensione, ma come padre, marito e nonno…beh, fa decisamente schifo.
«Io voglio fare del bene e sento che non potrei essere felice o realizzata se non ci provassi. F-forse non sarà la mia strada, ma devo almeno tentare.» ho dimostrato di essere forte fisicamente e spesso e volentieri ho difeso i miei compagni dai bulli. Ho capito che era quello che volevo fare quando ho visto il sollievo sui volti dei miei amici quando credevano che nessuno potesse aiutarli…e persino i guai in cui mi sono cacciata, non mi hanno scoraggiata.
No: io non rinuncerò alla mia strada.
«Ah, che caratterino!» la risata a pieni polmoni di Hideo scioglie la tensione che si era creata e sobbalzo di sorpresa, non mi aspettavo una tale reazione «non prenderla a male, Masashi, ma questo è tutto sangue Kurosawa» si vanta e mio padre si schiarisce la voce.
«Sicuramente: io non ho una testa così dura» la gomitata che si becca da mia madre ha il potere di strappargli un sorrisino, solo uno leggero, poi però torna su di me e sospira «non ho mai voluto ostacolarti, Akane» Cosa?
Vuol dire che ho passato l’ultima settimana da schifo per nulla?!
«C-cosa?»
«Masashi…» comincia mia madre, ma lui scuote il capo.
«No, Kaede, davvero.» mi guarda «Avevo sospettato che questo mondo ti piacesse da parecchio. Del resto non hai mai nascosto la tua passione il mondo degli eroi, e hai ancora il poster di Oxygenie nella tua camera»
«è un’edizione limitata…» borbotto, considerando che la mia eroina preferita si è ritirata qualche anno fa, ma sono anche consapevole che non basta come scusa. E non voglio provarci nemmeno a nascondere la verità, oramai.
«Appunto» sospira, lui «Non voglio negarti una possibilità per colpa di mio padre, Akane. Ma non nego che…che avrei voluto per te qualcos’altro» mi si stringe lo stomaco a sentire queste parole, ma mi limito a stropicciare la stoffa dei pantaloni della tuta «non voglio che essere un eroe ti allontani da noi»
«E non lo farà!» esclamo «io vi voglio accanto a me! Vi voglio nella mia vita, ma…voglio anche viverla come sento sia giusto»
«Akane, hai solo quindici anni» mi fa notare mia madre, ma Natsumi scuote il capo.
«A quindici anni non sei più una bambina, Kaede. Akane sembra avere consapevolezza di cosa vuole e quanto» annuisco, ma sto tremando e la mano di nonno Hideo mi stringe la spalla «Vuoi davvero questa vita, Akane? Una vita in cui dovrai costantemente metterti in pericolo? Una vita in cui sarai sotto gli occhi di tutti, insieme alla tua famiglia?» spalanco gli occhi, perché sono anche consapevole di quanto i media abbiano tartassato mio padre e mia nonna dopo la separazione di Itachi Oda dalla moglie.
«io…voglio aiutare le persone» ripeto «E voglio rendere il mondo un posto migliore. E voglio farlo dando tutta me stessa» inspiro «Troverò il modo di proteggervi, anche dalla gente» mia nonna sorride, un sorriso che sa un po’ d’amaro, poi prende la tazza di tè e la sorseggia con calda, mentre nonna Sakura osserva tutti noi in silenzio; mi gioco quel che ti pare che sta leggendo nei pensieri di mio padre, a giudicare da come lo guarda, altro che mancato controllo del quirk.
«…non mi perdonerai mai se ti dico no, vero?» stringo le labbra, ma la risposta mi esce uguale, troppo sfuggente perché possa fermarla.
«No. Non del tutto.» e abbasso lo sguardo, stavolta, perché il dispiacere che gli leggo negli occhi mi colpisce; mi sento un po’ egoista, ma al tempo stesso non voglio rinunciare al mio sogno.
«Va bene.» cosa? «Meriti un tentativo, Akane. Ma…» ma? «Ricorda che è una strada tutta in avanti. Ci vorrà forza per percorrerla» e io sorrido, sorrido incredula e sollevata.
«Quindi posso? Posso frequentare la Yuuei?!» esclamo, la voce che si alza di tono e volume.
«Frena, devi prima passare l’esame!» mi fa notare allora nonno Hideo, poi sorride «Masashi, non mi sono intromesso perché sei tu il capofamiglia, ma credo tu abbia preso la giusta decisione. Akane può essere una grande eroina: insomma, ha ereditato il quirk di Itachi senza essere…» una stronza? «…ostica come lui» già, diciamo così; immagino che si trattenga più per rispetto della donna che è stata sua moglie che per quella dell’uomo in sé, ma nonno Hideo è così e gli vogliamo bene per questo.
«Tuttavia, sappiamo anche che Akane non ha possibilità di entrare, ora come ora»
«Cosa!? Ma perch-»
«Hai un quirk forte, ma è grezzo. O credi che Shitenno abbia sconfitto i villain a manate?» arriccio il naso, non ha tutti i torti; Shitenno, questo il nome da eroe di mio nonno Itachi, ha un quirk forte, ma soprattutto ha trovato il modo per utilizzarlo al meglio e certo non senza allenamento «Per questo, nell’anno di preparazione che avrai a disposizione, ti allenerai con me. So che non ho un quirk, ma penso di aver trovato un buon modo per temprare il tuo corpo e poter utilizzare al meglio le tue capacità» solleva un pollice e mi sorride, un sorrisone ampio «Dai retta al tuo vecchio, sono in pensione, ma posso ancora aiutarti»
«Tu sapevi che Masashi avrebbe accettato, vero papà?» lo accusa mia madre, togliendo le tazze di tè oramai freddo dal tavolo e lui si stringe nelle spalle.
«Conosco mia nipote e mio genero» fa l’occhiolino e io gli sorrido contenta «e conosco anche te. Se non fossi stata d’accordo ti saresti opposta strillando come un’aquila» colta in flagrante, la figlia arrossisce e borbotta qualcosa sull’essere scandaloso «E poi il potenziale di Akane è evidente. Sprecarlo per le colpe dei padri sarebbe assurdo.» mi sento carica di orgoglio, mentre lo dice «Ha un caratteraccio, ma è buona di cuore. Credo che possa davvero diventare una brava eroina, se si impegnerà.» e mi dà una pacca sulla schiena che mi fa inclinare in avanti «Ecco, appunto. Qui occorre metter su massa muscolare ragazza. Dovrai essere letteralmente una roccia. Una roccia, una fiamma, una tempesta» torno eretta e lo guardo, gli occhi che brillano.
«Lo sarò» sussurro «Io entrerò alla Yuuei e sarò un eroe!» guardo la mia famiglia e sorrido «Grazie» chino il capo in segno di rispetto e gratitudine, poi però aggiro il tavolo e mi getto letteralmente su mio padre «Grazie, papà, grazie! Prometto che non ti deluderò!»
«Lo so» mormora, abbracciandomi «Dopotutto sei la discendente di Shitenno» la mia felicità si incrina solo un attimo, quando sento quel legame forzato con il nonno che non c’è, con la persona distaccata che è sempre stato e che ho visto pochissime volte in vita mia.
Dimostrerò a mio padre che si sbaglia, che l’aver miracolosamente ereditato il quirk di mio nonno non mi rende come lui: io sono migliore di lui, come persona e lo diventerò anche come eroe! Io sarò la più grande di tutti, così grande che persino l’ombra di All Might non potrà nascondermi!
Io diventerò L’EROE. E renderò il mondo un posto migliore!

Note dell'Autrice
Salve, salve!
Eccomi qui, stavolta approdata nel fandom di Boku No Hero Academia! Avvertenze: all'inizio seguirò la storia del manga/anime abbastanza fedelmente, modificando il necessario per inserire Akane e altri nuovi personaggi che appariranno, poi farò le dovute modifiche :) Ci sarà un triangolo (scusate, è un cliché a cui non so resistere) più accenni a diverse coppie minori. Per quanto riguarda la famiglia numerosa di Akane e il suo quirk, non temete, svelerò tutto nei successivi capitoli :) Come sempre: critiche e consigli ben accetti! 
Ulvinne
  
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