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Autore: LorasWeasley    05/09/2021    2 recensioni
AU|Artista/Modello [kuroken]
"-Lo stai stalkerando- annunciò Akaashi dopo aver sentito la storia che Kuro aveva appena finito di raccontare a Bokuto.
Il corvino si voltò indignato verso di lui e rispose piccato –Non lo sto facendo!
-Sì, invece.
-Non hai le prove!
...
-Com’era quella parola?- domandò Hinata pensieroso –ah ecco! Stalkerare! Lo stai stalkerando!
Kenma sbuffò non staccando lo sguardo dal televisore dove era collegata la console con la quale stava giocando –Non lo sto facendo."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non sono uno stalker!


-Lo stai stalkerando- annunciò Akaashi dopo aver sentito la storia che Kuro aveva appena finito di raccontare a Bokuto.
Il corvino si voltò indignato verso di lui e rispose piccato –Non lo sto facendo!
-Sì, invece.
-Non hai le prove!
Akaashi sospirò massaggiandosi la fronte, poteva essere circondato solo da gente stupida?
-Ricapitoliamo- gli rispose –Ti sei invaghito di questo ragazzo qualche tempo fa, non hai il coraggio di parlargli e quindi non fai altro che seguirlo e guardarlo da lontano. In più adesso ti sei iscritto al suo stesso corso di disegno.
Kuro annuì –Esatto.
-Lo stai stalkerando.
 
Kuro era quel tipo di persona che a prima vista sembrava estroverso, ma che in realtà era tutto l’opposto. Andando in giro con Bokuto, suo migliore amico, la gente aveva iniziato a inserirli nella stessa categoria nonostante fossero differenti sotto molti aspetti.
Kuro era sì, gentile e pronto a parlare con chiunque gli rivolgesse la parola, ma faceva fatica a prendere l’iniziativa e aspettava sempre che fossero gli altri ad avviciarsi, così come aveva fatto Bokuto.
Ed ecco perché faceva fatica anche solo a presentarsi al ragazzo per il quale aveva preso una cotta, era più semplice seguirlo e fissarlo da lontano. Questo, però, non voleva mica dire che si stava comportando da stalker come Akaashi non faceva altro che ripetergli!
Da quando Bokuto aveva iniziato a uscire con quel ragazzo così intelligente, la loro vita non era certo migliorata, perché adesso avevano qualcuno che gli faceva presente ogni qualvolta stessero facendo una cazzata. Ma Bokuto continuava a dire di esserne completamente innamorato, quindi Kuro aveva dovuto accettarlo nel gruppo.
Tornando a parlare della sua cotta: Kuro aveva conosciuto Kozume Kenma per caso e il fatto che avesse in seguito cercato il suo nome, i suoi interessi e dove abitava non lo rendeva mica uno stalker!
Da sempre Tetsuro era stato innamorato della fotografia e aveva frequentato un istituto d’arte per questo motivo. Terminato il liceo aveva continuato a studiare la sua passione all’università e fu qui che incontrò l’altro ragazzino.
Amando le foto, per Kuro era abitudine uscire ogni qual volta avesse un pomeriggio libero e cercare sempre nuovi posti da fotografare. Quel pomeriggio si trovava nel grande parco che costeggiava l’università e stava seguendo di nascosto una coppia di gatti fotografandoli da lontano. A un certo punto qualcos’altro era entrato nel suo obiettivo e Kuro aveva per sbaglio fotografato questa nuova persona invece della coppia di animali.
Aveva corrugato la fronte infastidito, pronto a cancellare la foto, quando si accorse di quanto fosse carino il volto del ragazzo, il suo mezzo sorriso e i suoi occhi dorati e luminosi mentre giocava con i gatti.
Kuro rimase folgorato e alzando lo sguardo si perse ad ammirare come quel ragazzino mezzo biondo, credendo di essere solo, stava giocando con quei due gattini come se fosse il suo momento preferito della giornata.
Quella fu la prima volta che Kuro scattò più fotografie ad un essere umano che a tutto il resto.
La notte stessa ricontrollò le immagini al computer e decise che avrebbe voluto conoscere e parlare con quel ragazzo. Fu così che nei giorni successivi scoprì come si chimava, che andava nella sua stessa università ma che era un anno più piccolo, scoprì che odiava parlare con le persone e che principalmente stava sempre con lo stesso compagno dai capelli arancioni. Seguendolo alla fine di una lezione vide anche che abitava all’interno del campus e che aveva una stanza due edifici dopo il suo.
Più il tempo passava e più Kuro si sentiva attratto da lui, ma questo lo portava anche ad aver sempre più paura di avvicinarlo, inoltre non riusciva a trovare una scusa per aprire il discorso. E fu per questo motivo che si ritrovò a iscriversi a un corso di disegno che sarebbe durato sei mesi.
Kuro sapeva disegnare perché, frequentando un istituto d’arte, gli erano state insegnate le basi per tutto, ma non per questo ne era appassionato. Nonostante ciò non ci aveva pensato due volte a iscriversi quando aveva visto Kenma fare lo stesso.
 
Kenma sbuffò leggermente annoiato mentre cercava di sistemare le linee dei muscoli del ragazzo che stava disegnando.
Il biondo era sempre stato più un tipo da disegno manga, ma quando Hinata l’aveva pregato di accompagnarlo al corso di disegno dal vero che sarebbe durato un intero semestre, Kenma non era riuscito a dirgli di no. A pensarci bene, Kenma non sarebbe riuscito a dire di no a Hinata in nessun caso al mondo.
Continuava quindi a fissare impassibile il ragazzo che stava facendo da modello alla classe e sbuffò infastidito all’ennesimo sussurro che sentì su quanto fosse bello. Certo, oggettivamente era un bel ragazzo e aveva un bel corpo, altrimenti non avrebbe potuto fare il modello, ma come poteva piacere uno con una tale faccia da schiaffi?
Era la quarta lezione che stava frequentando quando non poté fare a meno di voltarsi nel sentire una discussione che stava avvenendo tra il professore e un altro studente.
I toni erano abbastanza bassi, ma considerando che si stava svolgendo quasi dietro di lui, Kenma aveva iniziato ad ascoltare e a fissarli di sottecchi.
-Se ti do un modello da copiare, devi fare quello!- si stava lamentando il professore.
Il ragazzo aveva stretto le labbra e con le orecchie rosse rispose a tono –Se lei non apprezza l’arte in tutte le sue forme, allora non dovrebbe neanche insegnare qui!
Kenma vide la rabbia impossessarsi del loro professore –Fuori! Non voglio più vederti a nessuna delle mie lezioni!
-Bene!- il ragazzo si alzò di scatto mentre raccoglieva tutti i fogli che aveva davanti, pieni dei suoi schizzi –Non avevo comunque intenzione di continuare a pagare una classe inutile!
Nella fretta della sua fuga gli cadde un piccolo foglio che finì quasi sotto la sedia Kenma, questo si sentì in diritto di afferrarlo e, quando lo voltò, trattenne il fiato impietrito nel rendersi conto che, quello che il corvino aveva schizzato, non era il modello che continuava a stare in posa al centro della stanza, bensì il profilo dello stesso Kenma.
 
-Com’era quella parola?- domandò Hinata pensieroso –ah ecco! Stalkerare! Lo stai stalkerando!
Kenma sbuffò non staccando lo sguardo dal televisore dove era collegata la console con la quale stava giocando –Non lo sto facendo.
-Ma conosci il suo nome- continuò il rosso dal suo posto sul divano e con la bocca piena di patatine –e hai scoperto in che classe va e dove abita.
-Quindi?
-Quindi lo stai stalkerando!
-Tu sai le stesse cose di Kageyama.
-Ma io e lui ci siamo presentati.
Punto per Hinata. Kenma si diede dell’idiota, sapeva di essere quello intelligente tra i due e sapeva che di norma avrebbe sempre vinto una discussione. Ma come poteva cercare di vincere quella quando sapeva che il suo migliore amico aveva ragione?
Mise in pausa il gioco e sbuffò voltandosi verso l’altro –Okay senti, è lui che mi ha disegnato! Quindi dovevo informarmi su chi fosse! Sarebbe potuto essere un pazzo, un pedofilo o un assassino!
-Ma è una persona perfettamente normale- fece presente Hinata prendendo un’altra manciata di patatine.
Kenma non rispose.
-Quindi sicuramente ha solo una cotta per te.
Kenma non rispose neanche a quello, anche se sentì il suo volto riscaldarsi.
Hinata borbottò –Peccato tu non riesca ad essere intelligente in questi momenti.
 
Da quando Kuro era stato cacciato dalle lezioni di disegno dal vero, aveva iniziato ad andare a correre proprio durante l’orario e i giorni in questione, per poi tornare a casa quando la lezione era finita. In questo modo faceva buona parte del tragitto insieme a Kenma, anche se questo ovviamente non sapeva della cosa.
Erano passati due mesi da quando aveva iniziato quella strana routine e persino Akaashi aveva rinunciato di dirgli quanto fosse stupido a non presentarsi e parlargli come le persone normali.
Quando Bokuto aveva domandato curioso al suo ragazzo perché non si intromettesse più nella discussione ogni qualvolta Kuro apriva l’argomento Kenma, questo aveva risposto “Un giorno lo capirà. E, per quando sarà, spero che questo Kenma sia intelligente: ho bisogno che qualcuno del genere si unisca al nostro gruppo più di quanto Kuro abbia bisogno di un fidanzato.”
Tetsuro, tuttavia, era abbastanza sicuro che non avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli: più lo guardava e più si rendeva conto di quanto fosse carino e particolare. Come avrebbe potuto interessare a Kenma una persona normale come Kuro?
Quel pomeriggio sembrava una giornata come le altre se non fosse che Kenma non era accompagnato dal solito amico rosso, ma era solo.
Kuro lo stava seguendo, come sempre, mantenendo una distanza di sicurezza e stavano percorrendo il solito tragitto. Questo almeno finchè il corvino non girò un angolo e vide che il ragazzino era scomparso.
Si bloccò di scatto e sbatté più volte le palpebre cercando di capire come fosse potuto sparire così di punto in bianco, si guardò intorno e saltò sul posto quando sentì una voce alle sue spalle –Quindi mi stai davvero seguendo.
Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata e iniziò a sudare freddo. Voltandosi si rese conto che era a solo un metro dal ragazzo per il quale aveva sviluppato una cotta e questo gli aveva appena rivolto la parola.
Il biondo aveva le braccia incrociate in attesa di una risposta.
-Ah… io… non è come pensi!
Kenma lo scrutò per qualche secondo, poi chiese –e cosa penso?
Kuro si sentì ancora più in imbarazzo, poi specificò –non voglio farti del male o altro. Non voglio farti proprio nulla! Io non… non volevo fare nulla di male!
Kenma continuava a scrutarlo con uno sguardo indecifrabile e, a ogni secondo che passava, Kuro voleva solo fuggire via, prendere il primo aereo internazionale e non tornare mai più.
-Ho trovato un tuo schizzo, il giorno che sei stato cacciato dal corso di disegno.
Se prima Kuro si era sentito in imbarazzo, adesso desiderava solo che il terreno si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse per sempre facendogli dimenticare ogni cosa. Ma era anche talmente in imbarazzo che pensò che peggio di così non sarebbe potuta andare, quindi tanto valeva dire la verità.
-Tu sei sicuramente molto più bello di quel modello che dovevamo disegnare.
Fu il turno di Kenma di imbarazzarsi, Kuro rimase stregato dal rossore che gli illuminava le guance e si maledì per non avere la sua macchina fotografica con sé per  immortalare il momento e conservarlo per sempre.
-Sai come mi chiamo?- fu la nuova domanda che gli fu posta, la sua voce aveva iniziato a vacillare e non era più sicura come lo era stata all’inizio di tutto.
Kuro avrebbe potuto mentire, ma che senso avrebbe avuto a quel punto? Quindi sospirò e rispose con un semplice –Sì… immagino che mi troverai inquietante.
Kenma si morse un labbro prima di rispondere –Potrei farlo, ma anche io conosco il tuo nome, Kuro. Quindi sarebbe da ipocriti giudicarti per questo.
La sorpresa lo invase e fu ben visibile sul suo sguardo. La sua cotta sapeva della sua esistenza. Era più di quanto Kuro avrebbe mai sperato.
Kenma continuò ad analizzarlo come se con il suo semplice sguardo dorato potesse esaminare tutti i suoi più grandi segreti. Infine, sembrò decidere che andava tutto bene e che probabilmente era una persona normale, perché con sguardo basso gli domandò –Hai impegni domani?
-No!- rispose in fretta. Era vero che non avesse impegni, ma anche se ci fosse stato il matrimonio di sua sorella Kuro avrebbe risposto allo stesso modo.
-Potremo vederci per esercitarci, insomma, io disegno te e tu disegni me. Non sono troppo bravo nel disegno dal vero e dell’allenamento in più non fa mai male a nessuno, giusto?
 
Fu così che Kuro e Kenma iniziarono questa strana routine dove s’incontravano tre pomeriggi a settimana e semplicemente si disegnavano a vicenda.
S’incontravano sempre in posti pubblici ma non troppo affollati: il parco, le panchine fuori dalle aule scientifiche, la caffetteria universitaria.
Principalmente stavano in silenzio per concentrarsi meglio, ma di tanto in tanto scambiavano frasi e consigli e, nonostante andassero molto a rilento, impararono a conoscersi passo dopo passo.
La prima volta che Kuro lo invitò a disegnare a casa propria fu a inverno inoltrato, aveva iniziato a fare freddo già da diverse settimane e disegnare all’aperto veniva sempre più difficile. Kuro inoltre aveva notato quanto l’altro soffrisse il freddo e quanto facesse fatica a impugnare la matita quando il vento gelido gli sferzava le dita.
Quel giorno il cielo era completamente nero e tutti sapevano che a breve avrebbe piovuto o persino nevicato. Nonostante ciò entrambi i ragazzi si presentarono al solito luogo dell’appuntamento e si sorrisero leggermente imbarazzati.
-Non credo riusciremo a fare molto- annunciò Kenma lanciando una veloce occhiata al cielo coperto.
Kuro si strinse nelle spalle e propose –Ti va di venire da me? Il mio coinquilino è dal suo ragazzo e la casa è libera.
Kenma lo fissò con uno sguardo indecifrabile e Kuro aggiunse –Accendo pure il riscaldamento!
Kenma rise nascondendosi dietro i suoi capelli, infine rispose –se lo proponi in questo modo, non posso fare a meno di accettare.
 
-Non ti piace molto disegnare, vero?
Kenma spezzò il silenzio tranquillo che da fin troppi minuti aveva invaso la casa. Fuori aveva iniziato a piovere poco dopo che i due erano entrati nell’appartamento e si erano sistemati Kenma sul divano e Kuro sul pavimento per fare il loro lavoro.
Kenma aveva poi detto quella frase abbassando il suo blocco schizzi per prendere una pausa.
Kuro fu riscosso dai suoi pensieri e chiese a sua volta –Perché lo dici?
-Perché passi più tempo a guardarmi che a disegnarmi.
Kuro arrossì –Scusami… se ti metto in imbarazzo devi solo dirmelo e io…
-Non preoccuparti- lo bloccò Kenma giocherellando con la matita –Cosa ti piace fare? Più del disegno intendo.
-La fotografia.
-Oh- rimase sorpreso da quella risposta, non era quelcosa di strano ma non se lo aspettava comunque –ti sei iscritto al corso di disegno per fotografare quel modello? Immagino sia un soggetto perfetto per le tue foto.
-Mi sono iscritto a quel corso di disegno per te. Tu saresti il soggetto perfetto per tutte le mie foto.
Kenma divenne rosso e Kuro si affrettò a specificare –non che ti voglia costringere a fare qualcosa! Non mi sognerei mai di…
-Magari un giorno- lo interruppe nuovamente Kenma con un tono di voce basso.
Passò qualche secondo di silenzio prima che il biondo ridesse quasi isterico –Non riesco a credere che continui a dirmi frasi del genere e non mi hai ancora chiesto di uscire.
-Hai detto che non ti piace uscire.
-Vero- concesse Kenma –ma sono a casa tua, la considero già un’uscita.
-Cosa intendi?
-Intendo- Kenma si alzò e andò a sedersi a terra accanto all’altro ragazzo –che per te ho già fatto delle eccezioni.
Kuro capì in quell’esatto momento di avere la certezza di essersi completamente innamorato di quel ragazzo.
Kenma si guardò intorno e i suoi occhi s’illuminarono quando vide la playstation4 collegata al televisore.
-Giochiamo con quella?- propose.
Kuro sorrise nel vedere quanto fosse felice di quella nuova idea.
-Va bene- concesse mentre si alzava per prendere i joystick e collegare il tutto.
-Se vinco io ti bacio- continuò tranquillo il biondo mentre Kuro si risedeva al suo fianco. Questo fu preso così tanto alla sprovvista che per poco non scivolò a terra. Fortunatamente riuscì a riprendersi in fretta e cercò di imitare la voce tranquilla dell’altro mentre chiedeva –E se vinco io?
-Allora potrai baciarmi tu.


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n.a.
Ciao! Come ormai per ogni ff di Haikyuu che trovate nel mio profilo, ho ideato questa insieme a Greina. In questo caso particolare abbiamo deciso di scrivere due storie ambientate nello stesso universo dove ognuna scriveva la ship che le riesce meglio. Quindi questa è la mia Kuroken mentre la sua è una Sakuatsu. Se siete fan della coppia vi consiglio vivamente di andare nel suo profilo a leggerla, s'intitola "Alla ricerca del ritratto perfetto". Nella sua storia Atsumu è il modello che Kenma cita più volte dicendo che è bellissimo, mentre Sakusa è uno degli allievi, esattamente come lo era Kenma.
Lasciando un commento veloce su questa storia vorrei dire che sì, ho messo che è una "AU Artista/Modello" e so che in realtà sono entrambi artisti, ma Kenma resterà sempre il modello perfetto (e segreto) per le foto di Kuro quindi continuerò a lasciare quel tag.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia strappato un sorriso!
Alla prossima settimana con una nuova Kuroken!
Deh
  
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