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Autore: ester_potter    05/09/2021    0 recensioni
[Walt/Jesse] [Canon Compliant] [Missing Scene] [14.4k words]
5 volte in cui Jesse ha mentito riguardo i suoi sentimenti per Walt e una volta in cui non ha potuto farlo.
Il titolo è un gioco di parole con la Gray Matter, cioè la compagnia fondata da Walter, e il cognome di quest'ultimo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gustavo Fring, Jane Margolis, Jesse Pinkman, Walter White
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V.
 
 
 
Di ritorno dall’incontro con Declan, Mike guida come un pazzo: continua a imprecare fra i denti con le vene del collo che pulsano senza sosta, le mani strette al volante così forte da farsi sbiancare le nocche sotto gli occhi inquieti di Jesse, seduto di fianco a lui. Il ragazzo si appiattisce contro il sedile e alza gli occhi al cielo, pregando Dio o qualunque altra entità superiore di farli arrivare vivi. La macchina arranca sotto la spinta di Mike sull’acceleratore e solleva nuvole di sabbia al suo passaggio.
“Yo, vuoi calmarti?” ripete Jesse per la sesta volta.
“Calma un cazzo!” ribatte l’uomo. “Non è il momento di essere calmi!”
E in effetti, Jesse deve riconoscere che non lo è proprio. Walt non accetterà mai di rinunciare alla sua parte di metilammina per fare un favore a loro. Vuole che Mike se ne vada, ma non abbastanza da rimetterci i suoi interessi. Ama il potere più di quanto odi Mike, e questo non gioca a favore di quest’ultimo. Da quando ha iniziato a temere quel bastardo? Si odia talmente tanto che si prenderebbe a pugni. ‘Questa non ci voleva’, pensa Mike. ‘Non ci voleva proprio’
“Maledizione, maledizione, maledizione” sbotta. “Non ci darà mai il suo terzo. Già odiava il fatto che vendessimo la nostra parte a loro!”
Jesse sospira e si passa una mano sul viso. “Forse possiamo convincerlo, invece” dice.
Mike stringe ulteriormente la presa sul volante e aspetta qualche secondo in silenzio. Che diavolo, certo che possono. Basta infilargli la canna della pistola in bocca e costringerlo. Arrivati a questo punto, non hanno molte alternative.
“Hai ragione, possiamo” risponde alla fine. “Gli faremo un’offerta che non potrà rifiutare”
Jesse si volta di scatto verso di lui con la fronte aggrottata. Mike ricambia lo sguardo, impenetrabile, ma non dispensa spiegazioni. Il più giovane coglie il significato della sua frase subito dopo.
“No” dice.
“Come sarebbe no?”
“Ci parlo io”
Mike scoppia a ridere. “Come no” dice una volta tornato serio. “Divertente. Facciamo che invece ci atteniamo alla nostra solita politica, uhm?”
“E che pensi di fare? Convincerlo con le cattive?”
“E tu? Tu pensi di convincerlo con le buone?”
Jesse lo guarda in cagnesco. “Yo, ho detto che ci parlo io. Lo chiamo stasera stessa. Ok?”
Il Jesse incerto e intimorito che ha avuto con sé tutto il giorno sparisce in un attimo, ma non si farà certo intimidire da un ragazzino. “Già” commenta sprezzante. “Ho visto quanto sai essere convincente. Per poco non ti mettevi a piangere, ieri, quando gli hai detto che ti ritiri”
“Vaffanculo” sbotta Jesse.
“E che vi siete detti, dopo?”
“Dopo quando?”
“Dopo quello” precisa Mike con veemenza. “Mi hai detto di lasciarvi soli e io l’ho fatto. E che hai risolto?”
Jesse distoglie in fretta lo sguardo dal suo e si concentra sul deserto aldilà del finestrino. “Abbiamo parlato. E quello che ci siamo detti non sono cazzi tuoi”
Mike caccia un sospiro di esasperazione e scuote la testa, senza aggiungere altro.
“Mi darà retta” insiste Jesse, dopo un po’. “Lascia che gli parli io, ti dico. Troverò un modo”
Mike trattiene a stento una risatina. Ripensa a quello che aveva detto a Jesse e Walt in mezzo al deserto subito dopo aver saputo della morte di Fring, e non riesce a non ripeterlo ora. “Cristo” mormora. “Che accidenti avete che non va, voi due?”
Non si aspetta una risposta, ma il fatto che non arrivi lo inquieta ugualmente. Vuole sapere cosa passa nella testa di Jesse. Vuole sapere che cosa ci sia in Walter di così magnetico e potente da far scattare ogni volta quell’interruttore che porta Jesse a cambiare radicalmente, che gli impedisce di vedere le cose con chiarezza, che lo illude di poterlo cambiare. Ma Mike li conosce bene, gli uomini come Walter White, e la loro natura non cambia. Ma soprattutto, perché accidenti Jesse dovrebbe volerla cambiare?
Questo attaccamento viscerale che hanno l’uno per l’altro è malsano, assurdo e soprattutto pericoloso. E non solo per loro due, ma anche per lui. Deve andarsene, prima che lo trascinino nella merda.
“Fa’ quello che devi fare” dice alla fine. “Ma se fallisci, decido io. Non mi importa come, ma dobbiamo risolvere con Declan. È la nostra buonuscita, e l’unica occasione che ho per andarmene da qui il prima possibile. E fossi in te farei la stessa cosa!”
Jesse non risponde. Continua a guardare fuori. Fino a pochi mesi prima, Mike se ne sarebbe lavato le mani, ma non oggi. Non più.
“Te lo ripeto, ragazzo,” gli dice con un sospiro, “appena concludiamo con Declan, prendi i soldi e vattene finché puoi. Dammi retta”
Jesse stringe i pugni senza degnarlo di uno sguardo, e si tortura il labbro inferiore a morsi. Non arriva alcuna risposta, ma a questo punto Mike la vorrebbe, perciò la cerca dentro di sé, ricordando gli eventi dell’ultimo periodo. Jesse stava bene, finché quello psicopatico di Todd Alquist non aveva sparato a un ragazzino. All’inizio aveva temuto di vedere Jesse tornare ad essere lo stesso guscio vuoto che era dopo la morte di Gale. Quando era successo, Mike ancora non lo conosceva e se ne fregava altamente di lui; si era limitato ad eseguire gli ordini di Fring, cioè approfittarsi del trauma di Jesse e portarlo dalla sua parte, provocando una spaccatura tra lui e Walt in modo che il capo potesse togliersi il più vecchio dai piedi – piano che poi era finito in merda e Fring aveva perso, ma questa è un’altra storia.
Ma ora non è più così. Mike si è affezionato davvero a Jesse, e non vuole vederlo finire male, non quando ha la possibilità di andare dove vuole e con chi vuole. Libertà e soldi. Chi non li vorrebbe?
A meno che non ci sia qualcosa a tenerlo incatenato a quella città – il che è l’unica spiegazione possibile, ma Mike non riesce a capire cosa sia. Sa che Jesse ha un paio di amici fuori dal lavoro, ma li scarta quasi subito; un amico di vecchia data non è un buon motivo per rimanere in un posto dove hai i minuti contati, invece di partire e ricominciare da capo da uomo libero. Sa che ha dei genitori e un fratello, ma non li vede né ci parla da molto, troppo. Sa anche che aveva una ragazza che ha lasciato di recente, ora che ci pensa.
Mike non aveva indagato – del resto la vita privata di Jesse non era affar suo, e con l’FBI alle calcagna aveva ben altre gatte da pelare –, ma questo non gli aveva impedito di notare il fatto che Jesse avesse mantenuto lo stesso entusiasmo di quando era fidanzato anche dopo la rottura, o i succhiotti che Jesse tentava invano di nascondere – Qualunque fosse la ragazza con cui Jesse aveva rimpiazzato la ex, doveva essere alquanto possessiva: sembrava divertirsi a lasciargli i succhiotti in bella vista, senza pudore.
Ma certo. ‘Ho capito’ pensa Mike. ‘Devono essere tornati insieme ultimamente e adesso non vuole partire senza di lei’
Si prende qualche secondo per elaborare quel pensiero, ma la soddisfazione di aver finalmente svelato il mistero scema in pochi secondi.
‘Che scusa di merda. Se il problema è una ragazza può sempre portarsela dietro. Basterà farle vedere i soldi e lo seguirà anche in capo al mondo’
Ancora una volta Mike deve reprimere l’istinto di infilare a Jesse un po’ di sale in zucca a furia di schiaffi. La prima e ultima volta che l’aveva fatto aveva funzionato1... più o meno. Forse dovrebbe farlo di nuovo. Dirgli di darsi una svegliata, mettere sé stesso al primo posto e fare la cosa giusta, per una cazzo di volta.
Ma il problema di Jesse, adesso come allora, è che troppo un bravo ragazzo e soprattutto, come gli aveva detto Gus, è leale. Leale come pochi.
Già. La lealtà. Ma, come gli aveva detto anche lui tempo prima, proprio in quella stessa macchina, forse ce l’ha per la persona sbagliata.
È un fulmine a ciel sereno, il modo in cui ogni pezzo torna al suo posto: è come se stia rivivendo i suoi ricordi con Jesse in relazione a una verità nuova, una verità che è sempre stata sotto il suo naso ma che lui ha sempre ignorato, che agisce da filtro per tutte quelle decisioni e quei risvolti inaspettati che Mike ha perso sonno cercando di capire. E invece è tutto dannatamente evidente.
Basti pensare all’istintività con cui Jesse è balzato davanti alla pistola carica che Mike teneva puntata contro Walt, solo poche settimane prima. “Se uccidi lui dovrai uccidere anche me”, ha detto. E mille altre cose.
È bravo con questa roba. Almeno stallo a sentire
Dagli un minuto, ok? Fidati di lui
Apre la bocca, poi la richiude. Lo fa un paio di volte. Jesse sembra accorgersi del suo cambio improvviso di espressione, perché finalmente lo guarda e sgrana gli occhi, come un bambino colto con le mani nel sacco. Non ha nemmeno bisogno di tirarglielo fuori. Ha capito, e Jesse lo sa. Cristo. Ci mancava solo questa.
Mike alterna lo sguardo tra lui e la strada e prende tempo, cercando di riordinare le idee.
“È per Walter. Giusto?”
Jesse ingoia rumorosamente e si volta di nuovo verso il finestrino, al riparo dallo sguardo di Mike. “Non c’entra” dice. “Non è mica mio padre”
“Allora perché non te ne vai?”
“Perché non ne ho motivo” Prima che Mike possa aprire bocca, Jesse sbotta. “Se dovessi avere un’altra volta alle calcagna quel rompicoglioni del cognato del signor White, allora me ne andrò. Contento?”
“Dimmi solo una cosa”
“Cosa?”
“Ti costringe?”
Jesse aggrotta le sopracciglia.
Mike si sposta al lato della strada e ferma la macchina di botto. Jesse lo guarda come se gli fosse spuntata un’altra testa e Mike gira il busto verso di lui, alzando l’indice tra loro. “Ascoltami bene, Jesse” dice, scandendo bene le parole, “perché te lo chiederò una volta sola: Walter ti sta costringendo a fare cose che non vuoi fare?”
Jesse sembra quasi schiacciare la schiena contro lo sportello, come se volesse diventare un tutt’uno con l’auto. “Ehi, ma che ti salta in—”
“Lo sai benissimo. E non dirmi che siete solo soci o amici o come ti pare. Niente scuse, o ti sbatto fuori dalla macchina e te ne torni in città a piedi”
“Non mi ha obbligato a fare niente perché non facciamo niente” Jesse respira forte, faticando a contenere la rabbia.
Mike si passa una mano sul viso e sospira. Non ci crede neanche un po’ ma, una volta che la rabbia è scemata un minimo, si rimette comunque in strada. Jesse sembra distendersi.
“Senti” comincia. “Anche se non dovessimo risolvere le cose con Declan, io e il signor White troveremo un altro modo per farti avere i soldi, ok? Così potrai andartene in pace e nessuno verrà a cercarti”
Mike fa una risata sarcastica e Jesse lo guarda storto. Poi fa un respiro profondo, come se dirgli quello che sta per dire gli costi una fatica immensa. “Tu non lo conosci, ok? So che a volte diventa…”
Si interrompe, non sapendo quale definizione dispregiativa usare nella lunga lista attribuibile a Walter White. Mike lo sfida a proseguire con lo sguardo.
“… Ma lui non è così” finisce infine Jesse. “È in gamba. Mi ha salvato la vita più volte di quanto ricordi. Secondo te dovrei semplicemente dimenticarmene?”
Il suo tono si fa più angosciato, sembra che ora che ha iniziato non possa più fermarsi. “E ha cambiato la sua vita per me. L’ha messa a repentaglio, ha messo tutto a repentaglio… per proteggere me. È tutto ciò che ha sempre fatto. Anche quando facevo una cazzata dopo l’altra. Quindi non pretendere di sapere cose che non sai o di capire cose che non puoi capire”
Adesso tiene lo sguardo fisso su Mike, senza più temere il suo giudizio. Mike non sa davvero cosa dire.
“Di tutte le persone con cui potevi immischiarti…” mormora dopo qualche secondo.
“Non hai sentito un cazzo di quello che ho detto? Non ci vado a letto. Gli sono leale…”
“Leale un cazzo” ribatte Mike ridendo. “Questa stronzata della lealtà poteva funzionare con Gus, ma non con me. Anzi, in veste di suo ex-sicario, ti posso garantire che non avevi ingannato nemmeno lui”
Jesse sembra sul punto di esplodere sul serio, salvo poi cambiare improvvisamente idea; si accomoda meglio sul sedile, allunga le gambe, incrocia le braccia e torna a guardare fuori.
“Pensala ti pare” risponde con noncuranza.
Mike getta la spugna. Riesce già a vedere come andrà a finire: Jesse resterà ad Albuquerque per quel figlio di puttana, e alla fine ne uscirà distrutto – sempre ammesso che ne esca vivo.
Ma non è una cosa che lo riguarda. La sola cosa che importa ora è che Walter ceda e li aiuti a suggellare quello stramaledetto accordo. E finalmente lui sarà libero di andarsene.
Forse, alla fine, non è un male che l’FBI gli stia dando del filo da torcere; è la giusta spinta per sparire dalla circolazione, soprattutto ora che il momento è così delicato – finché c’era Gus al comando poteva sopportare Walt, ma avere quest’ultimo come socio paritario è una prospettiva tutt’altro che allettante. Questa vita l’ha stancato più di quanto pensasse, e un cambiamento gli farà solo bene.
Ci sono ancora tante cose che vuole fare. Prima fra tutte, passare più tempo con Kaylee2.
 
 
 
NOTE
1 Qui mi riferivo all’episodio 2x13, quando Mike incontra Jesse per la prima volta e si sbarazza delle prove che lo avrebbero incriminato per l’overdose di Jane.
2 Kaylee è la nipote di Mike, per chi non si ricordasse.
   
 
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