Fumetti/Cartoni americani > Rick & Morty
Ricorda la storia  |      
Autore: mortifero    14/09/2021    1 recensioni
Morty è ammalato, Rick si prende cura di lui. Ambientato nella dimensione in cui loro due hanno una sana relazione romantica.
"Rick è un dio perfetto, pieno di difetti. Potrebbe godersi l’egemonia della propria ragione, brillante e insindacabile, crogiolarsi nella superiorità che essa gli dà, eppure si contraddice, manda a monte tutto, perché attratto solamente dalla vita di un ragazzino che, proprio nel momento in cui ha abbassato la guardia, ha rubato una parte di lui, l’ha rimodellata e gliel’ha ridata, col sorriso più dolce e tenero che Rick abbia mai visto."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Morty Smith, Rick Sanchez
Note: AU | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Healthy and Romantic Relationship'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdA

Allora, ho la febbre. Probabilmente è stato questo ad ispirarmi a scrivere questa ff ahahha. Spero solo che la mia situazione non rallenti troppo l’aggiornamento di Mina Vagante :C.

Anyway, ho deciso di ambientare la ff nell’universo in cui hanno una relazione romantica e sana. Serve un po’ di fluff per riparare il nostro cuore distrutto dall’angst, infondo XD.



Settembre è quel bizzarro mese che dà i brividi la mattina, la pelle d’oca esposta negli strappi dei jeans di Morty, e fa tremendamente caldo il pomeriggio, costringendo il moro a doversi togliere la sua grossa felpa gialla. Il clima è bisbetico e Morty pensa di essere meteoropatico, sentendosi spossato quando il sole esce e picchia sulla sua testa.

È anche terribilmente stanco. Quando entra a casa lancia via il suo zaino sul pavimento, come se per tutto il tempo fosse stato un macigno sulla sua schiena che non vedeva l’ora di togliersi di mezzo. Sale subito in camera sua, i suoi passi sono così lenti che trasudano tutta la sua stanchezza, e nessuno lo sente. Non che ci fosse stato qualcun altro in casa oltre a Rick.

Che non vada subito nel garage di lui per rubargli qualche bacio del buon pomeriggio è particolarmente insolito. Ma Morty si sente talmente stanco, talmente pesante, che non riesce a pensare ad altro che non sia il suo letto. Desidera ardentemente rifugiarsi tra le calorose coperte, far rilassare le palpebre che hanno passato così tanto tempo aperte che quasi bruciano.

Si butta sul materasso e non fa niente che non sia poltrire su di esso. Non si toglie nemmeno i vestiti che indossa fuori casa per mettersi qualcosa di più comodo. Sente le energie mancargli.

Riposa le palpebre e tutto è così comodo e confortevole, il leggero fastidio alla testa quasi scompare, può finalmente dire di sentirsi meglio.

Si addormenta beato tra le braccia di Morfeo. Non ha idea di quanto tempo passi. Un’ora? Una quindicina di minuti? L’unica cosa che sa è che ha bisogno di un sonno ristoratore.

Il tutto dura finché qualcuno non lo scuote per le gambe e per il busto, con il preciso scopo di svegliarlo. Morty nonostante si senta a pezzi, riconosce perfettamente chi è il guastafeste. Chi sarebbe così brusco e sfacciato, se non Rick?

Morty emette un gemito lamentoso, e l’uomo alza gli occhi al cielo, credendo che il ragazzo stia facendo una scenata come sempre.

“H-hey, come va, straniero?”, Rick domanda. Il suo tono è irritato e Morty non capisce perché. Si sente così male, così malato, e adesso si ritrova suo nonno completamente scazzato per qualcosa che non è sicuro di aver fatto o meno.

“Ho-ho tanto sonno", la voce di Morty è sfuggente, trattiene a stento uno sbadiglio ed è così debole. Sembra strisciargli a fatica dalla gola secca.

Questo fa accendere un campanello d’allarme nella mente di Rick, che gli appoggia la pallida e rugosa mano, così tanto che le vene si vedono attraverso, sulla fronte. Indugia poi verso i riccioli del ragazzo, un raro momento di sincera preoccupazione, una promessa di protezione.

Morty è decisamente bollente.

“Pensavo non ti piacessero le coccole". Morty ride sotto i baffi quando Rick gli bacia la fronte. Bizzarro metodo per misurare la temperatura quando sei uno scienziato.

“Infatti”, Rick si smentisce quando appoggia un altro bacio sulla fronte del castano. Indugia anche lì e poi scende: un bacio sul naso, un bacio sulle labbra, cogliendo impreparato il ragazzo, a cui però non dispiace. Se Morty non fosse stato così male, la discesa di Rick sarebbe continuata molto di più.

“Sei accaldato M-moURGty", gli sussurra, “mi dispiace solo non esserne la causa". Gli fa l’occhiolino.

Morty emette una risata sommessa, e l’uomo sorride con lui, si scioglie nel segreto della camera da letto del più piccolo: è uno spettacolo riservato a lui e lui soltanto.

Quando il giovane non sente più Rick parlargli, chiude le palpebre, decide di riposarsi ancora un po’. A distrarlo, però, ci sono le fredde mani di Rick che gli tolgono le scarpe, e le gettano con noncuranza sul pavimento, emettendo un rumore sordo. Gli sfilano anche una catenina. È argentea, con la forma di varie fiamme che si susseguono. Gliel’ha regalata Summer per il diciottesimo compleanno, gli ha detto che così sarebbe stato finalmente alla moda. Rick però ha commentato “Ma-ma che cazzo? L’hai mai vista vestirsi bene o avere un vago senso della moda? Perché ascolti i suoi consigli di merda?”. Nonostante tutto, a Morty la collana piaceva lo stesso e la indossava. Rick gli sfila anche l’anello con sopra incastonato un cristallo violastro. È una gemma preziosa proveniente dal pianeta Phikiji, lontano centinaia di anni luce dal loro universo. Altro regalo per il suo diciottesimo, solo che questa volta è stato più un segreto e gliel’ha fatto Rick. Lo ha dato a Morty di nascosto nel garage. Un nonno che dà un anello in pubblico, davanti il resto della famiglia, sarebbe stato strano. Il ragazzo lo indossa sempre sull’anulare.

L’uomo esce, Morty vuole concedersi cinque secondi per riposarsi veramente.

Tutto inutile.

Rick rientra borbottando e pigramente, quasi con indifferenza, gli appoggia addosso una coperta di flanella. In mano ha un termometro, che disinfetta.

“Anche quel coglione di tuo padre sa che in questo periodo non bisogna prendere freddo”, sbotta, mentre cerca di infilare il termometro sotto l’ascella di Morty. “C’è u-un cazzo di virus in giro, M-Morty! Un-un fottutissimo virus di merda! Lo sai che danno ha fatto all’economia, eh? Nessuno compra più nulla e…"

Morty è stanco per ascoltare i deliri di Rick sui danni al capitalismo, ed è decisamente troppo assonnato per dirgli che in realtà secondo lui Marx aveva ragione.

“Onestamente, questo è l’ultima cosa che voglio sentire da te", dice Morty, stropicciandosi le palpebre con le dita del braccio libero. Non aiuta affatto.

“Sei tu che sei voluto andare in quel pianeta fatto interamente di neve ieri".

“Mi hai trascinato!”, protesta, ma anche quello è vano.

Rick si stringe nelle spalle, “Tsk, dettagli”.

Mentre osserva Morty accoccolarsi tra le coperte e aspetta l’esito del termometro, Rick riflette sul fatto che ha agito sopperendo all’istinto più preminente in natura. La leonessa che caccia per i propri piccoli, il pinguino che tra le proprie zampe cova l’uovo. Proteggere la prole.

Il dare protezione per ottenerne altra in cambio, per quanto riguarda gli umani. Perché riunirsi, condividere metà della propria vita, come spazio, tempo, relazioni, se non per prendersi cura l’uno dell’altro? Garantirsi la sopravvivenza e anche quella altrui?

Dare protezione per essere protetti.

Un patto equo di cui Rick può fare a meno, perché lui è un genio.

Un fottuto Dio.

A cosa importa ricercare gli altri per la propria sopravvivenza? Che gli importa vivere ancora, quando la morte sembra avere un sapore così invitante rispetto a tutto ciò a cui la sua immensa intelligenza lo ha condannato? Che importa garantire la sopravvivenza altrui, quando in realtà non è più importante della propria?

Rick è un dio perfetto, pieno di difetti. Potrebbe godersi l’egemonia della propria ragione, brillante e insindacabile, crogiolarsi nella superiorità che essa gli dà, eppure si contraddice, manda a monte tutto, perché attratto solamente dalla vita di un ragazzino che, proprio nel momento in cui ha abbassato la guardia, ha rubato una parte di lui, l’ha rimodellata e gliel’ha ridata, col sorriso più dolce e tenero che Rick abbia mai visto.

Il suono del termometro attira l’attenzione di entrambi. Morty se lo tira fuori da sotto l’ascella e gli dice: “Tr-trentanove. Oh cielo.”

Merda.

Non che non riesca a fare a meno di Morty, Rick tiene a precisare. È la migliore bugia che abbia mai detto a sé stesso e, visto che è proprio lui il destinatario di questa frase, sa perfettamente che non è la verità.

Senza Morty, Rick sarebbe perso. Sente già il suo sorriso vacillare al pensiero, la sua mente perdersi in grovigli oscuri che capisce, perché è un genio, che vorrebbe far scomparire con la benedizione agrodolce della morte. Ma non può ancora emettere il suo ultimo respiro, c’è ancora un ragazzo che deve aver bisogno di lui.

Rick vuole che sia così, fa in modo che sia così.

Forse è per questo che si prende cura di Morty, gli rimbocca le coperte e si fa scivolare un bacio sulla guancia di lui. Non si lamenta troppo quando il castano lo cattura in un bacio appassionato sulle labbra, e indugia ancora nei riccioli di Morty. Sono così belli, morbidi, vaporosi. È come toccare una nuvola e le carezze, le promesse sussurrate solo tra di loro, sono la via d’accesso per il paradiso.

Chi si prenderà cura di Morty malato, se non Rick? Chi altro può proteggere, dominare, amare quel ragazzo, se non l’essere più intelligente della terra?

“T-ti amo, Rick". Morty pigola, sospira nel suo cuscino. L’uomo è già alla porta, sorride e mentre sta per chiuderla sente un piccolo lamento: “H-ho fame".

Questo fa scattare il vecchio verso il ragazzo, e Morty non sa come, ma si ritrova sollevato da Rick, ancora avvolto nella sua coperta di flanella. Se non ci fosse quest’ultima, sarebbe stato evidente come in confronto all’uomo lui appaia piccolissimo e fragile. Confuso e interdetto, l’unica cosa che rimane a Morty è di aggrapparsi al collo di Rick con entrambe le braccia. È sollevato in aria come una novella sposina.

“P-posso ancora camminare!”, si lamenta, ma sembra solo goffo.

“No.”

“M-ma-”.

Zitto”.

Morty sospira, capendo di aver già perso una battaglia in partenza. L’unica cosa che gli rimane è appoggiare la propria testa sotto il mento di Rick, e ogni tanto dargli dei piccoli baci lungo il tragitto.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Rick & Morty / Vai alla pagina dell'autore: mortifero