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Autore: ciarlot    21/09/2021    1 recensioni
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Ti perderò.
****
Snoke è morto.
Kylo Ren è solo e respinto.
Rey è andata via.
Questa storia è il mio personale "what if". Cosa succede dopo l'episodio VIII?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey, Rose Tico
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kyrie eleison
Christe eleison
Kyrie eleison

- Arvo Pärt "Berliner messe" -




Rey corse via dalla grotta con uno sciocco sorriso stampato in faccia, il respiro affannato, i capelli sciolti da un fantasma, mezza svestita e con una sensazione pulsante dentro di lei che, non solo non aveva mai provato, ma nemmeno sapeva spiegare.

Deviò di corsa dal falò, erano rimasti alcuni gruppetti davanti al fuoco che scemava e non voleva che nessuno la vedesse in quello stato. Si vergognava ancora per quello che era successo alla pozza, non capacitandosi di come un innocuo pediluvio potesse essere tanto eccitante. Dubitava di aver sperimentato ciò di cui aveva sentito vagamente parlare dalle donne scavarifiuti di Niima, a cui allora aveva prestato poca attenzione, di bagni di vapore e trattamenti di bellezza che facevano stare bene il corpo.

No. Quello era diverso. 

Nel silenzio del capanno finì di svestirsi restando con quello che a fatica si poteva chiamare intimo. Strisce di cotone cucite malamente insieme. Avrebbe dovuto indossare indumenti migliori. Forse era davvero il caso di abbandonare l'ultimo brandello della sua vita su Jakku e chiedere alle ragazze dove poteva trovare uno di quei completi comodi che aveva intravisto sotto le loro divise. Per il momento restavano i suoi stracci da lavare ogni sera.

Si stese sul materasso e si coprì. Non faceva che ripensare alle reali sensazioni che aveva provato, così sconvolgenti da farla fremere ancora là in basso, dove per tutto il tempo le era parso che si fosse trasferito il suo cuore.

Chiuse gli occhi per provare a dormire ma era quasi peggio.

Si sforzò di respirare, di pensare ad altro e decise così di concentrarsi su Rose. Provò ad espandere la sua visione oltre la radura, nella tenda medica. Con un sospiro di sollievo la vide libera da mascherine, tubi e aghi, respirava liberamente, con un colorito meno cadaverico e, soprattutto, con Finn che dormiva semiseduto su una poltrona di fianco a lei. Le teneva la mano.
Sarebbe andato tutto bene. Sperava che Finn si fosse dato una calmata. Non sopportava litigare con lui.

Lentamente si lasciò cullare dai remoti brusii della foresta, dagli ultimi schiamazzi intorno al fuoco e alla fine cedette alla stanchezza e si addormentò.

Dormì pesantemente come una bambina, fino a quando anche l'ultimo tizzone del fuoco si spense sotto la cenere e Poe, che di solito faceva un giro di ricognizione, era andato a letto.

La fase REM del sonno, quella più leggera, era molto spesso movimentata per la ragazza del deserto. Riviveva le estenuanti ricerche delle vitali ferraglie che giorno dopo giorno, per tutta la vita, aveva venduto a quel verme di Unkar Plutt in cambio di una razione di cibo o acqua.

Questi e pochi altri erano sempre stati i suoi sogni.

A volte, molto raramente, e quando accadeva li custodiva come tesori, sognava i suoi genitori.
Un uomo e una donna senza volto, lei non li ricordava. Non sapeva come fosse la dolcezza della voce di sua mamma, né il braccio forte e rassicurante del papà.
Pertanto chiamarli sogni era sbagliato. Erano desideri.


 

Quella notte però non venne a trovarla il bavoso mercante né una coppia di sconosciuti.

Venne un animale.

Lo percepì nel folto della foresta.

Si disse che forse era solo in cerca di cibo, che non era lì per lei. Rimase in ascolto prigioniera nel sonno. Gli attimi si allungarono e il sogno non cessava, la sua calma scomparve mentre sentiva scricchiolare le foglie secche nel sottobosco e un lieve urtare tra loro di alti fusti verdi.

Lei non riusciva a muoversi, era immobilizzata nel letto che da dolce culla era diventata una palude risucchiante.

L'animale la stava cercando con gli occhi dilatati dall'oscurità, vedeva quella piccola luce pulsare nel capanno, e silenzioso come un mostro abissale risalì i pochi gradini che lo separavano da lei.

Lui adesso era lì ai suoi piedi. Che la fissava con quegli occhietti cattivi e assetati.
Come aveva fatto a non vederlo nella forza?
Nell'istante in cui si fece quella domanda era già tardi.
L'animale piombò sul letto mentre le gambe e le braccia di Rey si irrigidirono inchiodate come solo una volta nella vita le era capitato.

La morsa del sonno era cieca e sorda. Rey provò a chiamare aiuto ma dalla sua bocca afona non usciva che un bisbiglio strozzato. Provò di nuovo e più forte ma l'urlo non fece che grattarle la gola.

Dai Rey niente di tutto questo è vero è solo un incubo adesso finisce lui non c'è davvero è solo frutto della tua fantasia tu stai dormendo va tutto bene dormi Rey dormi piccola figlia del deserto mi pare di sentirti mamma resta con me ho paura non andare via resta

Ma non c'era nessuna mamma che la rassicurasse, nessun papà che andasse da lei nel cuore della notte ad abbracciarla, levare i capelli sudati dalla fronte, e tenerle compagnia fino a mattina.

Il serpente era freddo e duro come l'acciaio, la inorridiva.

Iniziò salendo una gamba e sibilando parole da cui non vi era scampo.
Era un demone della notte, un servitore del Lato Oscuro.

Rey di Jakku, sono venuto per te.
Lo sapevi.
Non c'è rifugio mio piccolo portento.
Hai sbagliato e lo sai.
Non vedi che ti sta prendendo? Non senti le acque nere che risalgono nella gola?
Non riesci a gridare vero? Oh no. Lo so. Non la senti la fine?
E adesso cosa farai?
Puoi chiedere pietà se vuoi.
Si.
Perdono per gli errori che hai commesso. Ti disturbano. Non ti fanno dormire. Hai le mani sporche. E sporco è anche il tuo cuore.
Vuoi essere perdonata?
Lo vuoi? Sì?  Vuoi che smetta eh? Lo sento. Lo so.
Devi abbandonarti Rey di Jakku. 
Se vuoi pietà devi cedere.
Devi chiedermelo.
Devi supplicare.
Pietà
È una parola semplice.

L'essere venuto da lontano stava per averla, poteva vedere la ragazza stremata, al limite della sopportazione digrignare inutilmente i denti perfetti.

Ma con suo grandissimo disappunto, ancora una volta, dentro di lei la figlia del deserto trovò un appiglio in fondo al baratro della morte e urlò nella forza, urlò con tutto ciò che le era rimasto. 

E questa volta si sentì. 

 

Riemerse da quell'incubo come dalle profondità dell'oceano, un attimo prima di annegare.
Sudava freddo e tremava, stremata per lo sforzo.

Da due dolorosissimi forellini sulla caviglia si stava allargando una macchia nera, una ragnatela di capillari avvelenati che risalivano velocemente al cervello.

Il respiro diventò corto. Bruciava l'aria nei polmoni. Si sentiva soffocare. Forse era davvero la fine. Chiuse gli occhi... per pregare.... Per chiedere perdono, per rivedere quei due volti sconosciuti, mamma e papà... sperando che almeno alla fine venissero a prenderla.


 

Poi sentì un peso gentile in fondo al letto.

E lo vide. Nel dolore e nella paura. Lo vide.
Kylo Ren.
Che si chinava su di lei.
Senza dire una parola.
Lei ne aveva tante ma non ne usciva nessuna.

I sensi la stavano per abbandonare. Era vero? Era giunto lì per lei? Non era possibile dopo quello che gli aveva fatto... Si sforzò di restare sveglia, non voleva svenire.

Si sentì una piuma nelle sue braccia mentre lui la portava fuori dal capanno . Appoggiò la testa senza più nervo sulla sua spalla. Aveva le vertigini e tutto quello che voleva dirgli stava svanendo.

"Mi.. hai sentito?"
"Sì, hai urlato talmente forte da farmi male"
"Ma.. dove..?" 
"Shh... Dopo"

Il Cavaliere di Ren era silenzioso come la notte mentre attraversava l'infida foresta di Ajan Kloss con addosso il lieve peso della ragazza. Nel momento di quel vivido contatto, di quella chiamata al limite del sovrumano, lui capì dove si trovava Rey.

Quei luoghi, lui lo sapeva bene, che ammaliavano i sensi con la loro vegetazione e la meraviglia di una natura incontaminata, nascondevano animali primordiali e pericolosi. Antichi predatori che uscivano nell'oscurità. Come avevano potuto quegli scellerati dei suoi amici non metterla in guardia  da quell'ambiente? Tutto ciò era intollerabile.

Tuttavia vi erano anche acque prodigiose. Le avrebbero quantomeno ritardato la morte per avvelenamento.

La portò alla fonte. Sì, alla fonte del loro incontro inconsapevole. Provò a stenderla sul bordo della pozza ma la ragazza si fece ancora più vicina a lui con le ultime forze che aveva, e gli sussurrò di non lasciarla.

Allora si immersero insieme. Come in un battesimo. Come l'inizio di qualcosa di sacro.

Kylo Ren scosse la testa, per la seconda volta quel giorno aveva l'occasione di tenere in mano il cuore della ragazza, per la seconda volta scoprì di poter essere dolce e gentile, e per la seconda volta lei non era cosciente. Li univa un destino veramente beffardo. Ma fu un pensiero fulmineo.

Non sapeva quanto quel vecchio trucco jedi poteva ritardare l'inevitabile avvelenamento. Cullava la ragazza portandole acqua fresca sulla fronte che scottava. La gamba era immersa completamente e il reticolo di capillari anneriti se non altro aveva smesso di avanzare. 

Era impossibile non notare quanto fosse perfetta anche in quelle condizioni. Minuta, atletica. Un corpo nervoso, abituato a lottare per sopravvivere. Le fasce che la coprivano erano quasi del tutto bagnate e sotto, oh, sotto trasparivano le forme di un corpo acerbo, poco più che adolescente. Intatto e... Deglutì e cercò di guardare altrove. Non avrebbe dovuto fare pensieri peccaminosi in un momento del genere.

Rey emise un lungo spasmo come se fosse riemersa dal mondo dei morti. Lo guardò con disperazione e paura, poi gli gettò le braccia intorno al collo e iniziò a piangere.

Lui non sapeva cosa fare. Pensava di essere pronto a quel momento intimo tra loro ma non era così. Poteva sfidarla all'ultimo sangue, poteva lucidamente portarle aiuto, l'aveva amata poco prima, da solo senza che lei se ne accorgesse, ma ora.. ora non sapeva cosa fare o dire.

"Grazie" infine sussurrò la ragazza nel suo orecchio, senza sciogliere l'abbraccio.

La strinse forte a sé. Lei si fece ancora più piccola in quel nido. E si stupì di quanto la forma di lei fosse perfetta per la sua. 

A malincuore si staccò e la mise a sedere sul bordo della pozza. Dovevano andare alla svelta. Lei vergognandosi si coprì pudicamente con le mani, o forse era freddo.

Spinto dalla necessità di curare la ragazza e salvarle la vita non si soffermò a guardare come avrebbe voluto, evitando volutamente di indugiare sul suo corpo bagnato, sulla grana della pelle delle cosce intirizzita e lucida, o i minimi dettagli della sua nudità che trasparivano da quell'intimo primitivo.

Uscì dall'acqua anche lui e la riportò nel capanno. Nel tragitto una voce squillante che pulsava in codice binario li raggiunse. Era BB8. Disse alla ragazza di tranquillizzare il suo amico e di mandarlo a chiamare immediatamente Chewbecca.
"Tu. Tu non mi hai visto, chiaro?" gli disse tonante e il piccolo droide emise un unico BIP molto eloquente.

L'accampamento dormiva ancora e tutto sembrava tranquillo.

Kylo Ren depose la ragazza sul materasso e l'avvolse nella coperta ammassata in fondo al letto. Si inginocchiò di fronte a lei e iniziò a sfregarle le braccia per scaldarla.  Alzò un lembo di coperta per controllare la caviglia. La macchia si era arrestata, la pelle tuttavia era tesa e bollente. Doveva fare presto, quel morso non gli piaceva per niente. La stese sul letto coprendola per bene.

"Rey sei stata morsa da un serpente. Ho fermato l'avanzare del veleno ma ti serve un antidoto."

"Perchè sei venuto?" chiese la ragazza incredula, che non aveva smesso di seguire con gli occhi i gesti premurosi del Cavaliere di Ren. E non sapeva perché ma temeva la sua risposta.

"Come perchè? Mi hai chiamato. Ho visto quello che era successo. Non potevo starmene là e... permettere che tu morissi... Rey!" rispose con rabbia ed esasperazione. Come poteva non capire?

"Ma io... non pensavo che.."

"Senti. Tieni le domande per dopo. Ti vengo a prendere. Mi devi aspettare. Qui, buona e ferma. Non. Fare. Cazzate." di nuovo quegli ordini secchi.

Gli occhi della ragazza diventarono lucidi e verdi. Ne uscì una lacrima che bagnò il cuscino. Annuì con uno sguardo implorante e impaurito, come una bambina sgridata.

"Sarò qua tra poco. Verrò da solo. Dì a Chewie di non dare di matto."

Chiuse la connessione e si ritrovò nelle sue stanze. Era in preda alla foga, alla frenesia di aver fatto qualcosa di strabiliante, ma anche all'apprensione per la salute della ragazza. Aveva pochissimo tempo e non doveva farsi scoprire.  

Si vestì velocemente da Leader Supremo, non poteva essere visto vagare per la galassia con un aspetto meno temibile. Ordinò all'interfono della sala medica di preparare un kit antiveleno. Lo passò a prendere di corsa, prima di andare al suo TIE. 

Mentre l'accelerazione del Silencer lo portava nell'iperspazio non poté fare a meno di chiedersi perché mai gli fosse concesso di redimersi così presto. 

https://youtu.be/PiENJ5nlwZQ


 

   
 
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