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Autore: jarmione    24/09/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Manca l’epilogo...non uccidetemi adesso

Buona lettura!

 

 

Non era stato facile convincere Sarah a restare ferma e nemmeno convincerla che i viaggi nell’Aboveground erano rischiosi.

Dopotutto si trattava di far scomparire e riapparire una persona e lei, si sapeva, valeva per due in quel momento.

Ma era testarda e Jareth lo sapeva.

Lei voleva dirlo ai suoi genitori, cosa del tutto naturale e giusta.

Aveva omesso ogni dettaglio magico perché, a detta sua, voleva proteggere Jareth e il labirinto.

Né lei né tanto meno Kal, che si era offerto di accompagnarla ogni volta, avevano previsto che Karen ed il padre di Sarah avrebbero scambiato Kal per il papà del bambino.

Forse era giusto così, era meglio non dire che il padre del bambino era un re che aveva ingannato la sua regina.

Jareth non si era ancora dato pace per questo e, anche se Sarah lo aveva perdonato in lungo e in largo perché aveva capito ogni singola motivazione, faceva sempre di tutto per rimediare il rimediato non facendola mancare nulla.

Bastava una sola parola o due, come ad esempio “stavo pensando”, che Jareth era pronto ad esaudire ogni suo desiderio.

Per ripicca, Sarah ad un certo punto aveva smesso di chiedergli le cose e lo aveva definito apprensivo senza alcun motivo.

Jareth la guardava ogni giorno, innamorandosi sempre di più di lei e di tutto ciò che la circondava.

Non lo dava a vedere, un vero re non esprime i suoi sentimenti...tranne in certe occasioni.

Sarah lo aveva visto in quasi tutte le sue versioni e questo era anche troppo a detta di Jareth, che non voleva mostrarsi mai debole di fronte a lei, per di più in quelle condizioni.

Condizioni sopraggiunte dopo la loro prima notte insieme.

Gli Urskeks avevano ragione.

I Fae, essendo dotati di una vita molto lunga, potevano procreare solo se vincolati da matrimonio ed avevano, nel caso del popolo, il benestare dei regnanti.

Jareth non aveva nemmeno pensato a quel potere finché Sarah non gli aveva detto di essere in dolce attesa.

Gli Urskeks aveva creduto nella sua innocenza fino alla fine e lo avevano privato parzialmente dei suoi poteri e non del tutto come aveva creduto.

Non sapeva se esserne grato o meno.

Restava il fatto che, trovandosi nuovamente a capo del labirinto, doveva dedicarsi al suo popolo e alla sua regina ed il suo erede.

Non si erano nemmeno messi d’accordo sul nome, tanto che Sarah aveva sentenziato:

“Quando lo vedremo ci verrà naturale”

Chissà se aveva ragione, per ora Jareth sentiva solo paura.

Paura ad aprirsi a questa novità e paura per la salute della sua preziosa che, a dettA di Kal e delle guaritrici, stava lentamente peggiorando.

Eppure lei non lo dava a vedere e Jareth non capiva se lo faceva perché non voleva farlo preoccupare o se neanche se ne rendeva conto.

“Maestà, se mi permettete…” intervenne un giorno Kal “...Azzarderei che si tratta dei poteri del bambino” disse “Tenete conto che Sarah è comunque umana e non è detto che il suo corpo sia in grado di sostenere la magia incontrollabile che possiedono i bambini fae”

Jareth aveva scosso la testa “Quando il matrimonio è diventato ufficiale, Sarah ha acquisito i poteri base e li ha riottenuti grazie agli Urskeks quando l’hanno riammessa nel labirinto, non è la magia del bambino che la sta indebolendo” camminava avanti e indietro e pensava ad una motivazione valida “Sono sicuramente tutti questi viaggi nell’Aboveground”

“Dovete pensare, altezza, che Sarah non può dire la verità alla sua famiglia e non può lasciarli di colpo senza una spiegazione”

Kal aveva ragione.

Sarah era comunque umana e questo la metteva in una posizione critica e Jareth sentiva di non essere di alcun aiuto.

Quella sera le avrebbe parlato.

“Maestà!” la voce gracchiante di Hoggle interruppe i suoi pensieri “Maestà!”

Jareth sbuffò “Che cosa vuoi, Trogolo?”

Hoggle non ribatté e si fermò riprendendo fiato “Si tratta di Sarah!”

alle sue spalle arrivò anche Sir Didymus con Ambrosian, seguito da Ludo, che teneva Sarah fra le braccia.

“Sarah!” Jareth accorse subito.

“Sarah, male” si lamentò Ludo passandola a Jareth che, con l’aiuto di Kal, la portò subito nella sua stanza.

“Non far entrare nessuno e chiama Aghata” ordinò Jareth rivolto a Kal, che subito uscì e andò a chiamare la guaritrice in questione.

“Jareth…” Sarah riprese fiato “S-sto bene”

“No, Sarah” ribattè Jareth “No, non stai bene e tu lo sai”

Sarah non sapeva cosa rispondere.

È vero, sapeva che qualcosa non andava e continuava a tenerglielo nascosto per paura che la ripudiasse o peggio.

In attesa della guaritrice, Jareth passò una mano sul pancione di Sarah.

“Jareth, che succede?” domandò preoccupata, tentando di mettersi seduta “Jareth?”

“Per adesso è tutto ok, ma io e te dobbiamo parlare”

Quella frase e tutto quello che venne dopo lasciarono Sarah senza parola e con una sensazione di vuoto nel corpo.

Aghata, la guaritrice, la visitò e confermò le ipotesi che Jareth aveva fatto con Kal, suggerendo al sovrano di farla andare nel suo mondo dove sarebbe stata al sicuro e sotto cure che nell’Underground non esistevano.

Essendo Sarah umana aveva questo vantaggio.

Dopo aver emesse il suo parere di guaritrice, Aghata uscì con un inchino e si ritirò.

“No...no!” esclamò Sarah.

“Sarah, ti prego, è l’unico modo” Jareth tentò di spiegare, ma non riuscì.

“Non torno nell’Aboveground!” esclamò “Non mi voglio separare di nuovo da te!”

La voce di Sarah fu così forte che, preoccupato, Kal spalancò la porta ed entrò.

“Sarah!”

“Kal!” Sarah, appena lo vide, cercò di andargli incontro “Kal, ti scongiuro, aiutami”

“Sarah, è per il tuo ed il suo bene” cercò di giustificarsi Jareth “Possibile che sei così ottusa da non capirlo? Ci tieni a nostro figlio no?”

“Non osare, Jareth” sibilò lei, trattenendo i singhiozzi “Non osare farmi passare per la cattiva” Sarah si strinse a Kal, che si era appena pentito di essere intervenuto.

Jareth guardò Kal, chiedendogli aiuto con il solo sguardo.

“Sarah, non affaticarti e siediti un attimo” disse Kal e Sarah, come sempre obbedì.

“Kal, ti prego, non voglio tornare nell’Aboveground” si lamentò lei “Chi mi assicura che non sparirà di nuovo?”

“Tranquilli, fate come se non ci fossi” disse Jareth, ricordando ai due che lui era ancora lì ad ascoltare.

“Sarah, sarà solo temporaneo” spiegò Kal “Appena il bambino sarà nato, torneremo immediatamente”

“Questo non me l’hai detto…” Sarah si rivolse a Jareth

“Tu non mi hai fatto finire” precisò lui e Sarah deglutì imbarazzata, dando a Jareth la possibilità di spiegare meglio “Al bambino non fanno bene i viaggi avanti e indietro tra Aboveground e Underground” disse “Se il bambino nascerà lì sarà più sicuro per te”

“Qui non lo è?” domandò Sarah “E se ti volessi con me? Ci hai pensato?”

Jareth annuì “Ci ho pensato, ma non posso venire nel tuo mondo, i tuoi genitori non sanno di me, ricordi?” Sarah annuì e Jareth proseguì “Se resti qui, non è detto che riusciamo a fare qualcosa per aiutarti in caso di...problemi”

Sarah iniziò a tremare e non ci mise molto a capire che, se restava lì, o lei o il bambino non sarebbero sopravvissuti.

Lei e quei maledetti viaggi tra i due mondi.

La colpa era solo sua se succedeva qualcosa al bambino.

“Jareth…” Jareth si avvicinò subito “...promettimi che non sparirai e che quando torno ti ritrovo qui”

“Sarò sempre qui, mia preziosa” e le diede un bacio, sotto lo sguardo imbarazzato di Kal.

Sarah capì che, dopo quel bacio, sarebbe dovuta partire.

“Fairfarren, Jareth” mormorò

“Fairfarren, Sarah” rispose Jareth e la affidò a Kal.

Quando Sarah prese la mano di Kal, però, accadde qualcosa che non aveva previsto.

Emise un grido e si ritrovò in ginocchio a terra.

“Sarah!” i due uomini la sorressero, ma Sarah gridò ancora.

Kal tentò di esaminarla ma la sentenza non piacque a nessuno di loro “Il bambino non resterà lì dentro a lungo”

“Cosa?!” esclamarono Jareth e Sarah in coro.

“E’ troppo presto, non può essere!” Sarah si aggrappò a Kal “Non può essere!”

 

*****

 

In quelle condizioni, ovviamente, Sarah non poté viaggiare.

Fu costretta a rimanere al castello, ormai era giunta al termine anche se in anticipo di circa un mese.

Aghata costrinse Jareth a rimanere fuori e lui, ovviamente, obbedì per paura che la donna lo prendesse con la forza.

Ma Kal, sotto preciso ordine categorico di Jareth, era l’unico che poteva restare accanto a Sarah per tre motivi:

1-Se succedeva qualcosa, lui avrebbe potuto aiutare e informare Jareth che, probabilemnte, sarebbe entrato nel panico.

2-Era il migliore amico di Sarah e lei dava retta solo a lui

3-Aghata non poteva controbattere ad un ordine del re ed era già tanto che lo avesse obbligato a restare fuori.

Le ore passarono lentamente e Jareth, ormai, non sapeva più cosa dire o cosa fare.

Stava per diventare padre e, si rese conto, di non essere davvero pronto.

Purtroppo le grida di Sarah, che ogni tanto echeggiavano per il castello, non aiutavano Jareth a stare tranquillo.

Stava succedendo qualcosa e lui non poteva intervenire.

L’ultimo grido, forse il più straziante per il cuore di Jareth, gli fece scattare un campanello di allarme.

Lasciò la sala del trono e corse ai piani superiori, nelle stanze da letto.

Non si udivano più rumori, grida o pianti.

Jareth era terrorizzato.

Quando vide Kal uscire dalla stanza, la camicia fuori dai pantaloni e i capelli scompigliati nonostante la coda e le mani...sporche di sangue…, iniziò a rabbrividire.

“Maestà…”

Jareth scosse la testa “No...no…” si portò le mani fra i capelli

“SARAH!”

  
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