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Autore: JasonTheHuman    05/10/2021    0 recensioni
Umani.
Verità o finzione? Antica civiltà perduta o solo una vecchia favola dei pony?
Nessun pony ne ha mai visto uno, e molti non ne hanno neanche sentito parlare. Ma Lyra sa che queste creature meravigliose sono più di una vecchia leggenda, ed è determinata a scoprirne di più… e possibilmente far impazzire la sua coinquilina nel processo.
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 24

L’INIZIO DELLA FINE


C’era molto da aspettarsi da quest’anno.

I genitori di Lyra parlavano un sacco della scuola ultimamente. Alla sua età, la maggior parte degli umani finiva il loro ultimo anno di “liceo”. Ma, più realisticamente, lei sarebbe stata educata a casa.

Riuscivano a capire che non aveva ricevuto una corretta educazione, nonostante i suoi sforzi nel fingere il contrario.

Quello che aveva scoperto dai libri di storia era molto utile, e soprattutto, era quella la materia dove era indietro. Quando osservava la storia di altri paesi, quelli di cui aveva letto nei suoi vecchi libri, cose familiari cominciavano ad apparire, ma erano tutti fatti di secoli fa. Gli avvenimenti recenti però erano quelli importanti, nonché quelli più difficili.

A parte tutta la roba scolastica, Chloe era davvero emozionata per qualcosa che chiamava “Halloween”. Lyra l’aveva ascoltata a lungo, prendendo appunti mentali. Sarebbe stato alla fine del mese, ci sarebbero stati dei costumi e si sarebbe andati di porta in porta a chiedere caramelle. Era palesemente la versione umana di Nightmare Night. Era addirittura quasi la stessa data.

Non era la festa del raccolto di cui Lyra aveva letto. Non avevano nessuna delle vecchie tradizioni scritte sui suoi libri. Infatti, Halloween era quasi esattamente come Nightmare Night - era quasi inquietante. Ovviamente non poteva essere in onore di Nightmare Moon, giusto? Chloe aveva sentito quella storia, ma non l’aveva collegata in alcun modo alla festività. Lyra si disse che qualsiasi fosse il motivo per cui gli umani celebrassero questa festa, ne avrebbe saputo di più una volta che il giorno sarebbe arrivato.

E dopo l’autunno, sarebbe arrivato l’inverno, e avrebbe avuto l’occasione di vivere l’ennesima festività umana, Natale. Lyra si ricordava quanto emozionante e colorata Canterlot diventava intorno alla festa del focolare dell’amicizia, e si chiedeva come gli umani di Philadelphia avrebbero celebrato la loro festività invernale. La città era più grande, quindi anche la festa lo sarebbe stata.

Dopodiché sarebbe arrivato il nuovo anno, e avrebbe trascorso l’inverno e la primavera e la prossima estate con la sua famiglia umana. Ogni giorno che passava rendeva più facile integrarsi. Presto sarebbe stata proprio come tutti gli altri umani.



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Era iniziata come qualsiasi altra mattina a casa Michelakos.

Quando si svegliò, Lyra poteva sentire il fioco suono di suo padre che scriveva al computer nel suo studio in fondo al corridoio. Lyra indossò una maglietta e dei jeans e si diresse in cucina per colazione.

Eventualmente anche Chloe scese, prese una ciotola di cereali e si sedette davanti a Lyra. Parlarono un po’. Addirittura, non solo di Equestria. Come Lyra aveva sperato, tutte quelle storie avevano spinto sua sorella ad aprirsi di più nei suoi confronti. Raccontò a Lyra anche delle sue lezioni a scuola e dei nuovi amici che si era fatta in classe.

“Mi porterai a fare dolcetto o scherzetto?” chiese all’improvviso.

“E’ la...parte delle caramelle, giusto?” disse Lyra.

“Ovvio!”

Lyra sorrise. “Certamente, è la mia parte preferita.”

“Va bene, Chloe, sei pronta?” Papà era appena sceso di sotto. Prese la sua giacca da una delle sedie della cucina e iniziò ad indossarla.

“Sì.” Chloe si alzò e andò a prendere il suo zaino. Lyra osservò come le cinghie passavano sulle sue spalle, e il peso veniva bilanciato al centro della sua schiena. Quasi delle borse da sella, ma modificate. “Ci vediamo dopo Lyra!”

Li guardò uscire dalla porta principale mentre finiva la sua colazione. La scuola era piuttosto lontana. A quanto pare c’era una specie di lunga macchina gialla che portava la maggior parte dei bambini, si chiamava “Bus”, ma non passava vicino al loro quartiere. Per questo motivo loro padre doveva sempre portarla a scuola in macchina.

Era strano quanto la scuola fosse lontana. A Ponyville- No. Lyra scosse la testa. Doveva smettere di ricordare quelle cose ad ogni piccolo dettaglio. Odiava ammetterlo, visto che adorava essere umana così tanto ma, forse aveva nostalgia di casa?

Ulteriori passi provenienti dalle scale, e poco dopo sua madre apparse nel salone. “Se ne sono già andati?”

Lyra annuì. “Sono appena usciti”

“Bene. Devo andare al supermercato per un paio di cose. Vuoi che ti prenda qualcosa?”

“Ancora qualche…” Lyra cercò di ricordarsi quello strano nome. “Pop Tarts.”
“Altro?”
“No, basta così. Oh, magari qualche mela”

“Va bene, tornerò presto.” Prese la sua borsa e le chiavi della sua macchina, e si diresse verso la porta del garage. Lyra poteva sentire il basso rumore della gigantesca porta che si apriva da sola. Qualche minuto dopo il motore della macchina si accese e sparì lentamente.

Una volta sola, Lyra si sdraiò sul divano, pensando a cosa avrebbe potuto fare per il resto della giornata. La televisione era lì, ma non si era mai abituata a guardarla. Qualche volta aveva visto un “film” con la sua famiglia, che erano simili a degli interi spettacoli che succedevano dentro al televisore. A volte usavano la magia, ma sua madre li aveva chiamati “effetti speciali”. Per lo più la sua famiglia non era dipendente dallo schermo luminoso come lo era quella di Audrey. Giocherellò un po’ con il suo telefono. C’era su della musica adesso.

Considerò di rileggere qualcosa. Gli ultimi libri che aveva comprato erano stati divorati nel corso delle scorse settimane. Stava già riempiendo gli scaffali in camera sua con la sua collezione, e superava facilmente la sua vecchia collezione di libri sugli umani che aveva lasciato ad Equestria.

Era deciso. Avrebbe fatto una passeggiata e sarebbe nuovamente andata al negozio di libri. Era abbastanza presto ed era un giorno feriale, quindi avrebbe probabilmente trovato Monica al lavoro.

Lyra prese una penna e scrisse una nota veloce, giusto in caso fosse rimasta via per più tempo di quello che si aspettava. Ovviamente i suoi genitori potevano sempre chiamarla, ma sapeva che non gli sarebbe comunque piaciuto se se ne fosse andata per un lungo periodo senza avvisare. Era comprensibile, considerando cosa avevano passato.

Trovò la sua giacca nell’armadio del salone. Il tempo stava già diventando piuttosto fresco. Lasciò la nota sul tavolo in cucina, controllò che tutte le porte fossero chiuse a chiave, e si fermò davanti alla porta d’ingresso.

Un’ultima cosa…

Lyra prese il suo telefono in una mano, con il cavo e le “cuffiette” nell’altra. Premette le sue dita sullo schermo, per aprire la musica. Suo padre le aveva mostrato come fare. Il triangolo voleva dire “riproduci”. Un lieve, gracchiante suono si poteva sentire provenire dai piccoli altoparlanti. Non certa di cosa aspettarsi ne infilò uno in un orecchio, cercando il posto giusto per incastrarlo. E, inaspettatamente, all’improvviso la musica era chiara come se la band fosse esattamente davanti a lei.

Esaminandolo, lo tirò fuori dal suo orecchio. Era ancora appena udibile, ma una volta avvicinata il suono era perfetto. Perfino meglio dello stereo che aveva usato a casa di Audrey.

Mise l’altra cuffia nell’orecchio e immediatamente era come se tutti i suoni attorno a lei fossero appena spariti. Era fantastico. La canzone le era familiare, “Highway to Hell”, una di quelle che aveva suonato con la band di Randall. Con la musica che sembrava suonare direttamente nella sua testa, uscì di casa.

Il suo percorso abituale girava nel bosco intorno alla sua casa, attraversava il vicinato, e arrivava in città dove si trovava il negozio di libri. Lyra era intenzionata ad esplorare la città, vedere cos’altro c’era in giro. Magari era proprio quello che avrebbe fatto oggi.

Una macchina le passò affianco. La sentì appena con i potenti bassi della musica che le tuonavano nelle orecchie. La osservò mentre passava, per controllare se si trattasse di suo padre che tornava dalla scuola, ma non era la macchina di nessuno dei suoi genitori. Una volta passata, rimase nuovamente sola.

La musica migliorava davvero quella che altrimenti sarebbe stata una noiosa, banale camminata. Di qua passava raramente qualcuno, a piedi o in macchina.

Guardò in su. Il bosco aveva un aspetto diverso in questo periodo dell’anno. Le foglie cominciavano a cambiare colore, e c’era un sottile strato di esse che copriva il terreno. Erano sicuramente state tirate già dalle macchine che passavano. Si chiedeva se ci sarebbe stata una Corsa delle Foglie per assicurarsi che le altre sarebbero cadute prima dell’arrivo dell’inverno. Aveva partecipato un paio di volte a Ponyville, non competitivamente, di solito correva insieme a Bon-Bon a un passo leggero ma regolare. Sembrava un po’ il bosco Codabianca qui. Se non fosse per la strada umana che lo attraversava, e per la macchina che era passata qualche minuto prima Lyra avrebbe pensato di esserci tornata.

Lasciò scivolare via quei pensieri per il tempo a venire. Lyra osservò l’arancio e il marrone sopra di lei, godendosi la musica che le scorreva nelle orecchie. Le faceva venire voglia di tirare fuori la sua chitarra e imparare qualche nuova canzone. Magari una volta tornata dal ne-

“Ti stai godendo la tua passeggiata, Heartstrings?”

L’improvvisa voce, inaspettata e perfettamente chiara, la fece fermare. Si girò, aspettandosi di vedere qualcuno dietro di lei, ma stranamente era ancora da sola. In ogni caso tutto ciò che poteva sentire era la sua musica, le cuffie bloccavano più o meno qualsiasi altro suono.

“Te la cavi bene su due gambe vedo. Come qualsiasi altro umano. Sei davvero una di loro, non è vero?”

Chiunque fosse l’aveva chiamata Heartstrings. E…

La voce stava arrivando attraverso le sue cuffie.

Lyra se le strappò fuori dalle orecchie. Era paralizzata, con gli occhi fissi sul suo telefono, ma sapeva che il suono non proveniva veramente da esso. No, era solo un trucco. Conosceva questa voce. Anche se non si ricordava molto di quello che era successo alla sua ultima apparizione, sapeva abbastanza.

“Volevo solo passare per porti i miei più sentiti ringraziamenti. Se non fosse stato per te, Heartstrings, non avrei mai trovato questo mondo.” Il suo tono divenne di scherno, docile, mentre pronunciava il suo nome. No, non era il suo vero nome, era solo il suo vecchio nome da Pony. “E pensare che eri proprio lì, a Ponyville! Avessi saputo che erano rimasti degli umani non avrei sprecato il mio tempo laggiù. No, gli umani sono molto più divertenti.”

La voce arrivava dal nulla. E allo stesso tempo era tutta intorno a lei. Tutto era stranamente fermo.

“Anche a me piacciono molto gli umani” disse. “Suppongo che abbiamo solo questo in comune. Tutta quella tecnologia, no? E le mani con cui la usano?”

Adesso sembrava che la voce arrivasse da dietro di lei, ma quando si girò, trovò solo altro spazio vuoto ad osservarla.

Lyra trovò finalmente le parole, anche se non potè far nulla per il tono incerto con il quale uscirono dalla sua bocca: “D-dove sei?”
“Oh, sono esattamente dove voglio essere. Qui, nel mondo umano. Ci pensi? Un mondo separato, pieno di milioni di umani, ed è sempre stato alla porta accanto.”

Giusto, lui era nel mondo umano. Non era sicuramente una buona notizia. Ma per qualche motivo tutto ciò a cui riusciva a pensare era il negozio di libri in fondo alla strada.

“Siete davvero divertenti, voi umani. E guarda quanto è incredibile questo mondo! Vi si lascia in pace per qualche migliaio di anni e guarda dove arrivate.”

La sua voce risultò un po’ più sicura questa volta. “Come sei arrivato qui?” chiese. “Come mi hai trovata? Cosa stai facendo?”

Sentì una risata. “Penso tu sappia esattamente cosa sto pianificando. Vedi, sono incredibilmente annoiato, non puoi proprio immaginare. Ho proprio bisogno di un po’ di buon vecchio caos. Oh, errore mio, gli umani hanno un sacco di nuovi modi di creare caos! Non vedo l’ora, dico sul serio.”

Lyra digrignò i denti. La voce pareva venire dal nulla, ma era tutta intorno a lei. Il movimento tra gli alberi- era solo il vento giusto? Alcune foglie caddero davanti a lei.

“Gli umani non sono così. Li ho studiati, ci ho studiato.” disse Lyra. “Siamo meglio di così.”

“Da quel che sembra pare che abbiate fatto abbastanza caos senza il mio aiuto. Vedremo.”

La voce sembrava provenire esattamente da dietro di lei, ma era ancora da sola, oppure no? Stava davvero succedendo? Non poteva essere…

“Beh, non pensavo di stare a lungo. Giusto il tempo di lasciarti qualcosa. Sai, c’è un intero mondo di umani là fuori che mi aspetta, e diciamo che sarai più felice se non sarai una di loro.”

Sentì qualcosa strofinarle la testa. Tirò su la mano, ma era già passato. Le sue ginocchia si fecero deboli. Tutto divenne sfocato.

“Ti rendi conto che ci sono miliardi di voi in questo mondo? Non migliaia, nemmeno milioni. Potrei trovare milioni di voi in una singola città, e non è neanche troppo lontana no?”

L’ultima cosa che vide era il muso sorridente di Discord davanti ai suoi occhi.

“Come ho già detto, Hearstrings, i miei più sentiti ringraziamenti per il tuo prezioso aiuto.”


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Lyra si svegliò scombussolata, un po’ nauseabonda. Aveva avuto degli incubi piuttosto strani ultimamente, ma quello era stato il peggiore fino ad ora.

I suoi occhi si spalancarono.

Questo… non era il suo letto. Era ancora vestita con gli stessi vestiti, anche se le sembravano un po’ larghi. La sua faccia era proprio contro il duro cemento della strada, qualche foglia secca sparsa in giro. I ricordi di quello che era successo la travolsero.

Discord.

Di tutte le cose strane dalle quali si era svegliata, proprio questa era reale?

Cercò di alzarsi di terra - era svenuta, non sapeva esattamente perché. Per quanto tempo era rimasta lì? C’era ancora la luce del giorno, solo… un po’ nuvoloso… era difficile capirlo. Si alzò traballante sui suoi piedi, la sua spina dorsale si piegò in modo strano, ma poi inciampò sulla sua stessa coda e atterrò di peso sulla sua schiena. Lasciò andare un gemito. Le sue zampe erano all’aria davanti a lei, le sue maniche larghe che penzolavano da essi.

Lyra le osservò, paralizzata dalla paura.

“Quello stronzo!”

   
 
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