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Autore: Dihanabi    11/10/2021    1 recensioni
[Tokyo Revengers]
[Tokyo Revengers][Tokyo Revengers]Dieci anni non sarebbero mai stati sufficienti per cancellare i suoi peccati.
In fondo, neanche un diavolo può esser preparato all'Inferno.
SPOILER!
chifyuyu, kazutora e baji (rapporto platonico)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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L'aria della sera è fredda, così fredda che gli si intorpidiscono le mani e ne soffrono le ossa, eppure questo non basta a far fare a quei piedi quei pochi passi che lo separano dal negozio che ha difronte.

 

È congelato, come congelata era stata la sua vita per gli ultimi dieci anni.

 

Statico, bloccato in quei pochi centimetri di asfalto umido.

Eppure il mondo aveva continuato a girare e mutare, in forme indefinite, in immagini a lui estranee.

 

Poi, semplicemente, la Toman aveva cessato di esistere, spazzata via come il vento invernale che si sbarazza delle foglie, rimasugli di un autunno dai colori incandescenti.

 

A lui non era rimasto che il timore di non esser altro che un granello di polvere, travolto dalle correnti, che non avrebbe mai trovato un posto in cui giacere.

 

Ma chi avrebbe potuto incolpare, se non se stesso. Qualcuno che lo aveva accolto c'era stato, che lo aveva accettato, che lo aveva fatto vivere davvero, seppure per un fuggevole attimo.

 

 

Lui...

 

Lo aveva ucciso.

 

 

Dieci anni non sarebbero mai stati sufficienti per cancellare i suoi peccati.

 

 

 

Ma in fondo, lì, che ci era venuto a fare?

 

 

La luce del negozio si spegne.

 

Piega la schiena, china il capo e gli occhi non si staccano dal nero dell'asfalto, sbarrati come quelli di un cervo che sente un predatore, spaventato, troppo anche per sbattere le palpebre.

 

Non muove un passo, non alza la testa, non osa neppure guardare.

 

Rimarrà lì anche per tutta la notte. Se necessario sarà anche la sua ultima notte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Matsuno Chifuyu si era presentato da lui parecchi mesi dopo l'inizio della sua detenzione.

 

Si era seduto senza emettere alcun suono, con le labbra strette e uno sguardo cupo e svuotato. Nonostante ciò Kazutora, in quegli occhi solitamente chiari, ma che quel giorno apparivano scuri e profondi come un pozzo infinito, riusciva comunque a scorgervi l'odio, adagiato lì, su quel fondo rorido.

 

Aveva aspettato in silenzio che il ragazzo parlasse, che lo insultasse, che sfogasse la sua ira.

 

Era pronto a questo, era giusto così.

 

Lui, con quel ragazzo, non ci aveva avuto mai nulla a che fare, eppure gli aveva tolto ciò che per lui era più importante, e ne era consapevole.

 

Aveva saputo di lui per la prima volta in una lettera del suo migliore amico, parecchi anni prima.

All'epoca non la prese bene, affatto.

Lui era in riformatorio, e Baiji aveva trovato qualcun altro a cui avrebbe volentieri affidato la vita.

 

 

Lo vide negli occhi di Chifuyu, che quel ragazzo sarebbe morto davvero per il suo capitano.

 

Non riuscì neppure a deglutire, gli occhi grandi rimasero aperti, squadrati, a guardare in un punto indefinito come avanti a lui non ci fosse più nulla.

Non quel ragazzo, non quel vetro a separarli, non quelle pareti segnate da crimini a imprigionarlo.

 

Nulla era più lì, o forse era Kazutora, ormai, a non essere più lì.

 

Draken gli aveva detto di non morire, eppure, forse, anche senza porre fine alla sua vita, Kazutora era morto in quella notte di Halloween.

 

 

C'è un leggero colpo di tosse. Chifuyu provò a schiarirsi la voce, incerto, e come se stesse facendo un'immensa fatica, pronunciò poche semplici parole.

 

 

Come stai?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La seconda volta che Chyfuyu venne a trovarlo era estate. La sua pelle era più abbronzata e i suoi occhi più chiari. Ancora lontani dalla luce di un tempo, ma più vividi.

 

Si sedette con calma e guardò Kazutora con uno sguardo diverso dalla volta precedente, e per un attimo quest'ultimo quasi si irritò a vederlo.

 

Che il ragazzo stesse provano pietà per lui?

 

“Perché sei tornato?” furono le prime parole che lasciarono le labbra del detenuto. Non un saluto, non un rimprovero, ma sincera curiosità.

 

 

Già...Perché era tornato lì?

 

Chifuyu vagò con lo sguardo, con lo stesso sorriso di commiserazione. Ora quasi più rivolto a se stesso.

 

Quando parlò, la voce era graffiata, come quella di chi non ha parlato per ore e non è pronto a farlo.

“Baji-san, quel giorno, disse che i membri fondatori erano il suo più grande tesoro, ma che da solo non era stato in grado di proteggerlo.”

 

Ci fu un momento di quiete e di reminiscenze, di ricordi che tornavano alla mente troppo spesso, e di morse al petto. Momenti di colpa e di solitudine.

 

Poi lo sguardo di Chifuyu cambiò, e assunse una nota di sicurezza, una sfumatura di determinazione, prima di posarsi su quelli ambra di Kazutora.

 

“Tu sei tutto ciò che mi rimane di Baji-san”.

 

 

 

 

 

 

 

Ci volle del tempo perché gli occhi di Chifuyu tornassero quelli di un tempo.

 

Anni.

 

E Kazutora non può pregare perdono per ogni giorno che gli ha strappato.

 

Continuò ad andare a trovarlo, per tutti quei dieci anni, e a Kazutora sembrò non esser mai cambiato nulla, al di fuori di se stesso. Imprigionato, combatté solo con se stesso, uccidendo chi era giorno dopo giorno, e pregando che gli occhi di quel ragazzo non tornino mai più cupi come la prima volta che li vide oltre quel vetro.

 

Dieci anni.

 

Un'eternità, eppure sembrava il nulla. Come in una bolla, al di fuori dell'universo.

Solo quei pochi momenti con Chifuyu erano reali ormai.

 

 

 

 

Poi era uscito, con pochi giorni di anticipo. In una mattinata fredda e grigia, col cielo che prometteva pioggia e un vento che si ribellava alla sua liberazione.

 

 

Era pronto al suo secondo inferno.

 

 

Aveva passato ore, in quell'isolato.

L'insegna del PetShop accesa e brillante. Fino al calar del sole.

Con la pelle fredda sotto quella giacca di troppi anni prima, e un leggero tremore che invece, col freddo, non aveva nulla a che fare.

 

Il sole era tramontato, e lui non aveva avuto il coraggio di entrare.

 

 

 

Quando si è spenta la luce, si è prostrato in un inchino, una vana supplica di un perdono che non avrebbe comunque potuto accettare.

 

Ha ascoltato il suono della serranda che si abbassava mentre il cuore gli arrivava sino in gola.

 

 

 

In fondo, neanche un diavolo può esser preparato all'Inferno.

 

 

 

Non alza lo sguardo, ma sa che lui è lì, a pochi metri.

 

 

 

È sempre con pochi semplici parole, che Chifuyu stravolge la sua vita ancora una volta.

 

 

Con le stesse parole che Baji rivolse lui anni prima. È con quelle stesse parole, che Chifuyu prova a proteggere ciò che resta dell'uomo a cui deve tutto.

 

 

 

Kazutora, ti piace la Peyoung Yakisoba?”









Note d'autore:
Salve miei baldi giovani. Io non so esattamente chi me l'ha fatto fare da scrivere sta roba in un'ora di treno dopo una marea di lavoro con tanto di straordinari, però, se siete giunti fin qui, vorrei che siate sinceri, ma voi non ve le siete fatte due domande quando avete visto Chifuyu e Kazutora allegramente insieme 12 anni nel futuro? Ma soprattuto Kazutora è più sano di mente di prima, come è possibile 'sta cosa!?
Affascinante!
Vi giuro questo manga mi sta prendendo troppo la mano...


Se qualcuno esiste ancora si EFP batta un colpo.

  
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