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Autore: JasonTheHuman    26/10/2021    0 recensioni
Umani.
Verità o finzione? Antica civiltà perduta o solo una vecchia favola dei pony?
Nessun pony ne ha mai visto uno, e molti non ne hanno neanche sentito parlare. Ma Lyra sa che queste creature meravigliose sono più di una vecchia leggenda, ed è determinata a scoprirne di più… e possibilmente far impazzire la sua coinquilina nel processo.
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 26

FACCE FAMILIARI

 

“ — fare,” finì Lyra, ma suo padre non era più lì con lei.

Sorprendentemente, nessuno la stava guardando, nonostante fosse appena comparsa dal nulla. Ma perché avrebbero dovuto? Non era niente di speciale per un unicorno teletrasportarsi nel bel mezzo di Ponyville.

Lyra stette ferma per un attimo, stordita. Prima Discord, ed ora questo. Non era tornata a Ponyville. Non era possibile. Dov’era suo padre?

La collana. Doveva essere incantata. Forse suo padre sapeva qualcosa sulla magia; o almeno, aveva avuto ragione su questo. Cercò di ricordare i suoi gesti — era bastato giusto usare la sua magia sul pendaglio per farlo reagire. Il suo corno brillò, provando a farlo di nuovo.

“No, per favore… Non dirmi che questo stupido coso ha smesso di funzionare ora!” Concentrò più magia possibile sulla piccola lira, la resse in aria davanti ai suoi occhi, la scosse violentemente. Niente.

“Stai bene?” Uno stallone si era fermato a fissarla, apparentemente preoccupato.

Lyra fece cadere la collana. “Sto… bene. Totalmente bene.” Digrignò i denti e trottò via in un’altra direzione prima che potesse dire un’altra parola.

Riusciva quasi a riconoscere quella. Le bancarelle allestite lungo la strada indicavano che era giorno di mercato. Non c’erano auto qui a rendere difficile il trottare da uno stand all’altro. Lyra avanzò, una zampa davanti all’altra. Sentiva il terreno sotto ai suoi zoccoli come abbastanza solido. Non era un qualche tipo di illusione. Almeno, non credeva. Da quando Discord si era fatto vivo, niente le sembrava più reale.

“Hey, Lyra! Dove sei stata?” Riconobbe la voce. Era Daisy, un pony di terra rosa da cui comprava occasionalmente i fiori. Daisy inclinò la testa. “Stai bene?”

“Uh, ciao… Da quanto tempo.” Lei sorrise insicura, e si affrettò a superarla.

Era ormai troppo abituata a stare in mezzo agli umani. Questi pony, con tutti i loro diversi colori e corni e ali e quattro zampe e niente mani… Era strano.

L’aria era così pulita qui, e anche con il tipico trambusto del mercato, era comunque molto più tranquilla di una normale giornata a Philadelphia. Era quasi piacevole. Ma lei non voleva restare qui. Il suo mondo — la sua famiglia — era in pericolo, doveva fare qualcosa…

“Lyra, sei tornata!” Lei si girò al suono della voce di Apple Bloom.

“Ciao, Apple Bloom…” disse Lyra. “Aspetta, stai gestendo da sola la bancarella?”

“Sì! Applejack è dovuta andare fuori città per un po’, quindi mi ha detto che me ne potevo occupare io!” disse Apple Bloom, raggiante d’orgoglio. Lyra notò che non aveva ancora un cutie mark.

“Fuori città…” ripetè Lyra. Ci pensò per un momento, prima di immergersi di nuovo nella folla.

“Un attimo! Non vuoi comprare delle mele?” chiese Apple Bloom, ma Lyra la ignorò.

Trovare Applejack sarebbe stata una buona idea. E Twilight. Non aveva ancora visto nessuno dei pony che le servivano in mezzo alla folla. C’erano facce familiari qui e lì — pony che riconosceva da concerti o feste a cui aveva partecipato.

“Lyra?” Quella voce la fermò di botto. L’avrebbe riconosciuta ovunque. “Lyra, sei davvero tu, non è così? È passato un sacco di tempo!”

Lyra si girò lentamente. “Ciao, Bon-Bon…”

Bon-Bon trottò fino a raggiungerla alle spalle, quindi fece una smorfia quando notò la camicia e i pantaloni di Lyra. “Vedo che indossi ancora abiti…” Lyra non disse niente. Aveva comprato quegli abiti in un posto chiamato Target, a Philadelphia — un negozio per umani. E dovevano davvero sembrare molto sciocchi al momento — troppo sformati, e penzolanti sul suo piccolo corpo da pony. “Ma Lyra, mi fa piacere vederti di nuovo. Devi assolutamente fermarti da me per una visita. Non ho ancora affittato la tua stanza, ma la offrirò presto a qualche pony. È troppo silenzioso vivere da soli.”

“Sì, probabilmente lo è. Senti, mi piacerebbe molto fermarmi, ma sono di fretta.”

“Rallenta. Voglio che mi racconti dove te ne sei scappata. Non hai detto una parola su dove andavi. L’ho anche chiesto ai tuoi genitori, e loro non — ”

 “I miei… genitori?” disse Lyra. Ovviamente Bon-Bon intendeva Dewey e Cirrus. “Oh, giusto. Sono probabilmente preoccupati per me…”

“Ero a Canterlot e li ho incontrati per caso. So che sei fuggita da Ponyville senza darmi nessun preavviso, ma pensavo che avresti almeno detto ai tuoi genitori dove fossi diretta. Gli sguardi che hanno fatto quando gliel’ho chiesto! Sono preoccupati a morte per te.”

“Ascolta, uh, Bon-Bon? So che può sembrare strano, ma… sono davvero qui? È vero tutto questo?” Lyra le diede un colpetto sulle spalle con uno zoccolo.

Bon-Bon arretrò di un passo. “Ti stai comportando stranamente… Più del solito, almeno. Cosa hai fatto in tutto questo tempo?”

“È difficile da spiegare, e in ogni modo non mi crederesti,” disse Lyra. Si guardò intorno. “In questo momento ho bisogno di parlare con Twilight. Sai se è alla libreria?”

“Twilight? Credo che sia stata chiamata a Canterlot con le altre. Che fretta c’è? Fermati per un po’ da me. Penso che mi devi una spiegazione dopo — ”

“A Canterlot?” disse Lyra. “Certo… Celestia deve essere a conoscenza che Discord è tornato.”

“Discord?” Disse Bon-Bon, sgranando gli occhi. “Aspetta, come fai a — ”

“È perfetto! Non c’è tempo da perdere. Devo tornare a Canterlot. La Principessa può farmi tornare normale.” Lyra ci mise qualche istante per ricordare dove fosse la stazione dei treni, quindi si girò in quella direzione e iniziò a galoppare.

Bon-Bon la fissò a bocca aperta, e quindi iniziò a inseguirla attraverso la folla di pony, borbottando irritata.

Lyra sgusciò tra le strade affollate. Nessun pony sembrava essere in agitazione. La notizia non era ancora arrivata fin qui. La Principessa Celestia aveva chiamato solo i portatori degli Elementi a Canterlot. Erano almeno a conoscenza che Discord era fuggito? 

Trovò la stazione dei treni al limitare della città. Orientarsi era stato facile. Si ricordava questa città meglio di quanto realizzasse. Al momento, la stazione era praticamente vuota. Nessun pony stava viaggiando oggi. Uno stallone annoiato in uniforme blu attendeva al bancone, guardandola. 

“Ho bisogno del prossimo treno per Canterlot, velocemente,” gli disse. Lei tirò fuori il portafoglio dalla tasca con la magia, ed estrasse una banconota da cinque dollari per dargliela.

Lui guardò il pezzo di carta confuso. “Questa cosa dovrebbe valere qualcosa?”

Lei realizzò quello che aveva appena fatto, e la ritrasse. “Oh, um…” Il cartello indicava che i biglietti costavano cinque bit. Non cinque dollari. Infilò nuovamente i soldi nel suo portafogli. E ora? Si chiese.

“Lyra! Sei appena arrivata, e stai già cercando di fuggire?” Bon-Bon la raggiunse da dietro.

Lyra si girò, sorridendo in preda alla follia. “Bon-Bon! Perfetto! Senti, ho bisogno un prestito di cinque bit. È importante. Probabilmente non te li ridarò mai indietro.”

“Tu… cosa?” Bon-Bon la fissò.

“È urgente,” la supplicò Lyra.

Bon-Bon sospirò e prese delle monete dal suo borsello. “Eccoti dieci bit. Prendi due biglietti.” Si voltò verso Lyra e la speronò con uno zoccolo. “Ma voglio una spiegazione.”

Trottarono sulla piattaforma della stazione per aspettare il treno. Lyra si sedette su una panchina, si tirò su la manica e si grattò una zampa anteriore con l’altra. “Come facevo a sopportare l’essere ricoperta da tutto questo pelo? È così urticante…

“Abbiamo del tempo,” disse Bon-Bon. “Ora parliamo. Dove sei stata, e cos’è questa storia di Discord?”

Lyra sospirò, e cominciò a grattarsi l’altra gamba. “Non so da dove cominciare…”

“Il Galà va bene.”

“Giusto…” disse Lyra. “Quella fu la notte in cui ho parlato alla Principessa Celestia, e mi disse che — ”

“Hai avuto un audience con la Principessa?” disse Bon-Bon. “Lyra, questo è — ”

“Fammi finire,” la interruppe Lyra. “Pensavo che mi stesse tenendo d’occhio, ed ho scoperto che avevo ragione. Sapeva delle ricerche sugli umani che stavo conducendo. Mi ha detto tutto quello che sapeva su di loro.”

Bon-Bon si lasciò sfuggire un sospiro. “Di nuovo umani? Sei scappata per cercare gli umani? Pensavo che ti fossi finalmente ricreduta. Stai peggio che mai, Lyra. Non c’è da sorprendersi che i tuoi genitori fossero così tanto preoccupati.”

“Dewey e Cirrus non sono i miei genitori. Mi hanno adottato,” spiegò Lyra, grattandosi di nuovo la zampa. Avrebbe potuto farlo molto più facilmente se solo avesse avuto le sue mani… “Io non sono un pony, Bon-Bon. Io sono un umano.”

Bon-Bon sgranò gli occhi e scosse la testa. “Sei davvero pazza.”

“Ho vissuto con gli altri umani da allora. Non so davvero come spiegartelo, ma c’è un intero altro mondo dove noi esistiamo ancora.” Lyra le fece un timido sorriso. “Non crederesti mai alle cose che ho visto lì.”

“Su una cosa hai ragione,” Bon-Bon alzò gli occhi al cielo. “Non ti credo.”

Udirono un fischio in lontananza venire dai binari e Lyra saltò su dalla panchina, equilibrandosi sulle zampe. Il treno arrivò emettendo una nuvola di fumo dal motore.

Il conducente prese i loro biglietti. Lyra era impaziente di arrivare a Canterlot. Se avesse ottenuto l’aiuto della Principessa, e degli Elementi dell’Armonia, forse sarebbe riuscita a sistemare le cose. Altrimenti… non voleva neanche pensarci.

Bon-Bon salì sui sedili e vi     si sistemò. “Forse Discord è tornato. Forse ti ha fatto completamente perdere i sensi e questo è il motivo per cui stai delirando di nuovo su queste ridicole leggende.” Sventolava uno zoccolo mentre parlava. “L’ho detto prima, ma ora sono seria. Hai bisogno di farti aiutare, Lyra.”

Lyra sedeva dritta, ma non era più così comodo con quella spina dorsale. “Lui è tornato, ma non è ad Equestria. Sta cercando di… beh, fece estinguere già una volta gli umani, e ora vuole farlo di nuovo.”

Il treno cominciò a muoversi dalla stazione. “Per quale motivo ti sto seguendo, non lo so più…” mormorò Bon-Bon, guardando fuori dal finestrino.

Lyra gemette esasperata, e il suo corno si accese mentre cercava di estrarre il portafoglio dalla tasca. Quello levitò davanti alla sua faccia mentre estraeva dei soldi. “Posso provartelo! Guarda questo.”

“Cos’è?”

“È una banconota da cinque dollari. Sono soldi umani. Guarda, c’è la faccia di un umano sopra!” Volò di fronte alla faccia di Bon-Bon, e lei     indietreggiò leggermente. “Quello è uno dei presidenti. E qui, dove dice ‘Stati Uniti d’America.’ È il paese dove vivevo. Ne abbiamo molti diversi, ma fino ad ora sono stata solo lì.”

Bon-Bon strizzò gli occhi. “Non so dove tu abbia preso questa cosa, ma…”

“Ho dovuto elemosinare bit da te perché non ho più soldi Equestri. Ti ho mandato tutti quelli che mi restavano.”

“Lyra, questa è solo carta. Nessun pony penserebbe che valga qualcosa.”

“Infatti neanch’io lo pensavo all’inizio.” Lyra si mise la faccia tra gli zoccoli. “Non so cosa posso dirti… Neanche Audrey mi ha mai creduto sugli unicorni.”

“Chi?”

“Audrey. È stata la mia prima amica umana. Inizialmente non le stavo raccontando niente su Equestria, ma poi sono arrivata al punto dove le nascondevo troppe cose…” Lyra abbassò tristemente lo sguardo. “Mi ha chiamata pazza. A quel punto, ho realizzato che gli umani non sono così diversi dai pony. Non ci sono unicorni laggiù, e neanche pony come te. Loro non credono nella nostra esistenza. E io non potevo fare magie per dimostrare che si sbagliavano…” la sua voce si spense.

“È… una gran bella storia, Lyra.” Bon-Bon esitò un momento. “Ma c’è un problema. Tutte queste teorie, e non hai mai avuto nessuna prova. Come ti aspetti che qualche pony ti possa credere?”

“Mio padre mi credeva. Mi ha visto dopo… dopo che sono cambiata, ma…” Stranamente, Lyra iniziò a sorridere. “Ma ho qualcos’altro che mi sono portata da casa.” 

Il telefono uscì fuori dalla sua tasca. Bon-Bon lo fissò. “Che stai facendo?”

L’apparecchio volò giù sui suoi zoccoli disposti a mò di ciotola. Lo schermo era nero.

“È…” Lyra realizzò che non si sarebbe acceso. Non senza le sue dita. Lei sospirò. “Uhm… Non funzionerà a meno che…”

Era un’idea pazza. Probabilmente non ce l’avrebbe neanche fatta, considerato per quanto tempo non aveva usato la magia. Un incantesimo complicato come quello poteva facilmente andare male, ma che altra scelta aveva?

“Bon-Bon, so che non vuoi che io usi quest’incantesimo, e mi dispiace, ma devi vedere questa cosa.” Lei strinse i denti, e concentrò tutto nel suo corno, e quindi verso le sue zampe.

“Lyra, che stai — ” Bon-Bon gridò quando vide quello che Lyra stava facendo ai suoi zoccoli. “No, non di nuovo. Lyra, siamo in pubblico!”

Lyra trasalì dal dolore. Aveva dimenticato quanto facesse male trasformarsi, senza menzionare lo sforzo mentale addizionale della magia.

Bon-Bon si guardò attorno e vide che erano effettivamente da sole nella carrozza, ma era ancora fuori dai gangheri. “Lyra, dico sul serio. Devi finirla. Non realizzi quanto sia sbagliato tutto ciò?”

“Su quello hai ragione. Queste non sono molto corrette, anatomicamente…” Lyra le esaminò, flettendo le dita. Non avevano neanche le unghia. Non praticava la magia da mesi, e per questo non erano venute bene come prima. Ma in ogni modo, non erano mai state simili a vere mani umane. Per ora si doveva accontentare.

“Per favore... annulla quell’incantesimo, sembri tipo un mostro!” Bon-Bon arretrò dal disgusto, ma non riuscì a distogliere lo sguardo.

Lyra prese il telefono nelle mani, e lo accese con le dita carnose che le erano cresciute sulle zampe anteriori. Toccò lo schermo, e com’era prevedibile, quello rispose al tocco. Lo schermo si illuminò. Era difficile controllarlo con molta precisione. Per quanto velocemente la Principessa Celestia la poteva ritrasformare in umana, sarebbe stato comunque troppo tardi. Un messaggio apparve sullo schermo, dicendole che non c’era campo. Non si era aspettata di trovarlo, ma non era quello il motivo per cui stava usando il telefono. Lo premette con le dita e selezionò l’album di foto.

“Guarda questo.” Lo porse a Bon-Bon.

“Cosa? Lyra, non ho idea di quello che stai facendo.”

“Si chiama cellulare. Molti umani lo hanno. Ma vedi questa foto? Quella sono io, e mia sorella. È così che sono realmente,” disse Lyra.

Bon-Bon era senza parole. Era probabilmente a causa degli zoccoli deformati di Lyra, o mani, o qualsiasi cosa fossero, uniti alla foto sul suo telefono. “Io non… Tu…” 

Dopo aver vissuto con Lyra per anni, Bon-Bon riconosceva un umano quando ne vedeva uno. Ed era esattamente quello che c’era in quella foto. Due umane — una con i capelli marroni, e una più grande con i capelli dello stesso colore verde menta di Lyra. Ora, il colore poteva essere una coincidenza, ma c’era qualcosa di innegabilmente familiare in quel sorriso. Anche sulla faccia di una strana creatura, era inconfondibile.

“Quella…” 

“Siamo io e mia sorella minore. Il suo nome è Chloe,” disse Lyra. “è molto interessata agli unicorni. La mia intera famiglia è circa ossessionata dalla magia, ad essere onesta.”

“La tua famiglia?”

“Te l’ho detto. Sono nata da umana.” Lei si riprese il telefono, e abbassò lo sguardo alla foto. “Mi chiedo cosa gli stia succedendo adesso… Mamma non ci crederà mai. Chloe… beh, non ho davvero idea di cosa penserà lei.”

Bon-Bon ci mise qualche momento ad assorbire tutto. L’immagine era onestamente difficile da negare, ma credere a Lyra voleva dire accettare di aver vissuto per gli ultimi quattro anni con una creatura aliena che veniva da un altro mondo. Forse avrebbe spiegato la sua mancanza di etiquette e occasionalmente di ratio logica…

“Non credere che questo cambi qualcosa. Ache se hai ragione, e sei un’umana, questo non ti rende meno folle,” mormorò Bon-Bon.

“Mi credi?” Lyra sorrise.

“So che non dovrei…” disse Bon-Bon. Guardò di nuovo le mani di Lyra e fece una smorfia. “Ma… ti prego, annulla quell’incantesimo.”

Lyra spense il cellulare, e dopo un ultimo esame delle sue mani, le ritrasformò. Si morse le labbra quando le dita vennero risucchiate indietro per redisporsi nella forma di uno zoccolo. Sperava che non sarebbe rimasto così ancora per molto.

“Quindi…” Bon-Bon rabbrividiva solo al guardare Lyra. Non era solo a causa dell’incantesimo innaturale che stava usando. Per quanto fosse difficile da accettare… “Tu… sei realmente un umano? Non vedo come possa essere possibile.”

“È davvero difficile da spiegare. Ho appena finito di raccontare a mio padre che sono stata un unicorno per tutti questi anni. Lui non era sicuro di come prenderla.” Lyra guardò fuori dalla finestra. “E poi sono finita qui, e ora lui non ha idea di cosa mi sia successo…” Abbassò lo sguardo verso la sua collana.

“In arrivo a Canterlot! Prossima fermata, Canterlot!” La voce del conducente annunciò il nome della fermata mentre si fermavano. Lyra stava fremendo irrequieta sul suo sedile.

I freni stridettero quando il treno rallentò ed entrò nella stazione. “Finalmente. Non riesco a credere quanto sia lento questo coso,” disse Lyra.

“Lyra, ci è sempre voluto questo tempo per raggiungere Canterlot. Hai fatto questa strada anche più volte di me.”

“Se avessimo avuto un’auto, saremmo arrivati qui in meno della metà del tempo. Voglio dire, Canterlot è così vicina che puoi vedere persino il castello da Ponyville!” Lyra saltò giù dal suo posto e si diresse all’esterno, non fermandosi neanche per un momento mentre parlava. Bon-Bon le arrancò dietro — non sapeva in cosa si era invischiata, ma non c’era nient’altro da fare se non seguirla. “Sono abbastanza sicura che Philadelphia da sola sia più grande di Ponyville, Canterlot e tutto quello che ci sta in mezzo.”

Bon-Bon inclinò la testa. “Sono stata a Fillydelphia, non è molto più grande di — ”

“No, ho detto Philadelphia,” la corresse Lyra. “È la città umana dove io…” Lei gemette, e disse, “Abbiamo già perso troppo tempo. Dobbiamo correre.”

“Lyra? Aspetta solo un — ” Ma lei era già partita. “E poi che intendeva con ‘auto’?” borbottò Bon-Bon. 

Bon-Bon faticò a stare dietro a Lyra, mentre percorreva in linea retta le strade affollate di Canterlot in direzione del castello. Per essere un pony che sosteneva di aver camminato su due gambe per gli ultimi mesi, era certamente veloce. 

“Lyra, rallenta!” le urlò dietro, senza sortire alcun cambiamento. Bon-Bon scosse la testa seccata e accelerò con uno scatto. 

Presto perse traccia di Lyra, ma era chiaro dove stesse andando. Facendo una pausa per respirare, Bon-Bon continuò a un passo più lento. Qualche pony le chiese dell’unicorno che stava caricando la folla, ma negò qualsiasi collegamento con lei.

Come si era aspettata, Lyra era diretta al castello, ma Bon-Bon esitò ad avvicinarsi a lei quando la trovò a litigare con una guardia reale. Si era scordata che rottura poteva diventare Lyra quando era nervosa.

“Vi ho detto, devo entrare dentro! La Principessa capirà!” Stava dicendo Lyra. “Fatemi passare!”

“I nostri ordini sono di non fare entrare nessuno. Questo è definitivo,” rispose la guardia. La sua espressione severa era quasi immutabile.

“Ma io so dove si trova Discord! È importante fare in fretta!”

Bon-Bon avanzò di qualche passo. “Lyra, per favore, non c’è ragione di disturbarli…” Sfoggiò un sorriso veramente imbarazzato ai due unicorni armati, quindi si rivolse a Lyra. “Andiamo.” Le mise una zampa attorno e cominciò a tirarla indietro.

“Bon-Bon, the l’ho detto. Non c’è tempo da perdere!” disse Lyra, lasciandosi trascinare comunque da Bon-Bon via dal castello. Sospirò dalla frustrazione. “Non posso neanche tornare a casa senza l’aiuto della Principessa.”

Una volta fuori portata d’orecchio, Bon-Bon si controllò attorno, quindi disse a voce bassa, “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora è di essere arrestati. Non sono ancora sicura di cosa fare con te ora, ma di questo sono sicura.”

Lyra sospirò. Guardò nuovamente le guardie, che si ergevano lì quasi senza muovere un muscolo. “Non è da loro avere una sicurezza così elevata al castello. Cosa sta succedendo?”

“E pensavo che non ti fidassi delle istituzioni.”

“Ho cambiato idea quando ho scoperto cosa stavano nascondendo.”

Erano tornati in mezzo alla folla delle strade di Canterlot. Dei pony erano seduti fuori da un café, intrattenendo piacevoli conversazioni. Lyra capiva che le cose a Ponyville erano ancora tranquille, ma qui nella capitale? Nessuno si era chiesto del numero di guardie, o aveva notato che c’era una statua mancante dal giardino? E non proprio una statua a caso — tutti conoscevano Discord, dopo l'ultima volta.

“Devo comunque attirare l’attenzione della Principessa, a qualunque costo. Ci deve essere un’altra maniera per entrare al castello…” disse Lyra, grattandosi il mento con uno zoccolo. Fissò su verso la torre a spirale che si ergeva sulla città. 

“Niente di illegale, per piacere,” disse Bon-Bon.

“Lo so,” borbottò Lyra, cominciando di nuovo a girare a caso. 

Era difficile credere che fino a poche ore fa era stata a casa sua a Philadelphia. Ormai era normale per lei. Ma questo… Per quanto ricordasse Canterlot, le appariva quasi come una storia delle favole. Come lo era per Chloe. Eppure le facce qui erano familiari. Era come se non se ne fosse mai andata.

“Devo ammetterlo Lyra, questa è stata una bell’avventura,” disse bon-Bon. “Ma non vedo che altro ci sia da fare. Sto per tornare a Ponyville. Così posso iniziare a dimenticarmi tutto quello che è successo qui.”

“Non possiamo arrenderci. Non riguarda solo gli umani. Te l’ho detto. La mia famiglia si trova là.”

“Beh, sì, ma…”

“Quella è casa mia adesso. Ad essere onesta… Non volevo tornare ad Equestria.”

“È davvero così bello essere una di quelle… cose? Ne senti la mancanza mentre sei qui? Cosa non avrei dato per crescere in una città come Canterlot.”

“No, non c’è proprio…” La voce di Lyra si spense. Non era vero al cento per cento. C’erano pure delle cose che le mancavano di qua. “Aspetta, quello non è…”

Fissò l’unicorno blu scuro in mezzo alla folla. Non avrebbe mai pensato di vederlo di nuovo. 

“Lyra?” Lui si sistemò gli occhiali, come se non fosse sicuro di vederci bene.

Lei corse verso suo padre adottivo appena lo vide. “Papà…” Iniziò, per poi rallentare. “Cioè… Voglio dire…”

Lui la guardò. “Come sei arrivata qui? La Principessa ci ha detto che non saresti tornata…”

“È una lunga storia,” disse Lyra. “È stata la mia collana. Ma non ci sarei potuta riuscire da umana, è stato solo dopo che Discord mi ha ritrasformata in un pony che — ”

“Discord? Vuoi dire che…”

Bon-Bon si intromise nella conversazione. “Mr. Dewey Decimal, giusto? Realizza quello che ha in mente sua figlia? Sparisce per mesi e poi di colpo torna, dicendo di essere — ”

“Un umano, sì.” Lui annuì. “Che intendi con Discord? È in quel mondo adesso?”

“È il motivo per cui devo entrare nel castello. Potremmo ancora essere in tempo per fermarlo,” disse Lyra.

La mandibola di Bon-Bon toccò terra. “Tu ne eri a conoscenza, per tutto il tempo?”

“Certo,” disse Dewey. “Cirrus ed io abbiamo considerato di dirtelo dopo che Lyra se n’era andata, ma la Principessa Celestia ci ha consigliato di non farlo. Ci dispiace, davvero, ma le origini di Lyra sono sempre state alla stregua di un segreto di stato.”

“Sapevo che non era come gli altri pony, ma non avrei mai pensato che lei non fosse… beh, un pony!”

“Papà, tu lavori ancora agli Archivi Reali, vero?” chiese Lyra.

“Cero. Non sono ancora così vecchio. Andrò in pensione tra un altro paio di anni,” disse lui. “Perché?”

“Puoi farmi entrare nel castello? Se non racconto alla Principessa cosa è successo, e non la convinco ad aiutarmi, io… non so cosa potrebbe succedere agli altri umani.”

“Puoi contare su di me.”

Lyra fece strada di nuovo, mettendosi a trottare a passo veloce. Guardò indietro per assicurarsi di non perdere gli altri. Bon-Bon restò indietro con un’espressione basita, ma poi li raggiunse accelerando e si mise a correre a fianco di Dewey.

“Tu e tua moglie avete cresciuto una puledra umana,” disse Bon-Bon.

Dewey la guardò. “Sì, è così.”

“Bon-Bon, noi non ci chiamiamo puledr— ” iniziò Lyra.

“Sembravate dei pony di Canterlot perfettamente normali quando vi ho incontrato!” disse Bon-Bon. “Perché vi siete fatti coinvolgere in una cosa del genere?”

“Neanche noi eravamo sicuri all’inizio. Ma Lyra è cresciuta più o meno come tutti gli altri pony. La Principessa aveva ancora dei dubbi, ma personalmente sono alquanto affascinato dall’idea degli umani.” Si rivolse a Lyra. “E a proposito, com’è il mondo da cui vieni? Come sono gli altri umani?”

“Sono incredibili!” disse Lyra. “Mi ci è voluto un po’ per trovare la mia vera famiglia. Il posto in cui sono arrivata era a centinaia di miglia di distanza da casa. Ma i miei amici in Des Moines mi hanno aiutato a raggiungere Philadelphia — sono città umane, se ve lo state chiedendo — e non è difficile per gli umani percorrere questo tipo di distanze. Ero su questa cosa chiamata aereo…”

Dewey ascoltò con interesse la storia di Lyra mentre si dirigevano al castello. Bon-Bon pensò che fosse ancora più stravagante delle vecchie teorie di Lyra. Un enorme tubo di metallo che poteva volare più veloce e più in alto di un pegaso? Suonava così assurdo, ma aveva visto quella foto su un qualche tipo di dispositivo che non era chiaramente di Equestria…

“Speravo che la mia famiglia sapesse qualcosa su quello che mi era successo quando sono sparita,” diceva Lyra. “Mio padre è un famoso scrittore umano. I suoi libri sono sulla magia. Completamente inaccurati, ma comunque… Non ha mai sospettato che fosse stato effettivamente a causa di un incantesimo.”

“Cirrus sarà contenta di sapere che te la stai cavando bene lì…” Dewey rallentò. Erano quasi ai cancelli del castello. “Immagino che tu non abbia tempo per fermarti e chiacchierare, vero?”

Lyra scosse la testa triste. “Spero di non aver già perso troppo tempo.”

Si affrettarono a percorrere la strada rimanente per i cancelli.

“Mr. Decimal, signore!” Le guardie reali lo riconobbero istantaneamente. “In cosa possiamo aiutarla?”

“Mia figlia ha importanti informazioni da riferire alla Principessa. È imperativo che la lasciate passare.”

“Abbiamo ordini di non — ”

“La Principessa capirà. Lasciatela passare. Mi prendo piena responsabilità.”

Le guardie si guardarono, quindi si fecero da parte per lasciare passare Lyra. Lei le superò immediatamente, quindi si fermò e si girò indietro.

“Grazie.”

“Non pensarci, non c’è problema,” disse lui.

Lei esitò. “Io… potrei non tornare indietro. Davvero questa volta.”

“Lo capisco, Lyra. Ma hai detto che non c’è molto tempo.”

Lyra si morse il labbro. “Io… Grazie. Per tutto.” Si girò e entrò da sola nel castello.

“Voi avete solo considerato di dirmelo,” sentì Bon-Bon dire. “Pensavate che un pony, in procinto di vivere assieme ad un — ” La sua voce si affievolì a mano a mano che Lyra si inoltrava nel castello. 

Il Castello di Canterlot. Superare il salone d’entrata le fece ricordare del Galà. Oggi era tutto sinistramente silenzioso e fermo. Mentre saliva le scale, riviveva gli eventi dopo quella festa. Probabilmente la notte più importante di tutta la sua vita. Ricordava facilmente dove la Principessa Celestia l’aveva portata — la sala dove probabilmente erano tutti riuniti adesso. 

Era al piano sopra, alla fine di numerosi corridoi tortuosi. Stava rapidamente rimanendo senza fiato, ma finalmente scorse le enormi porte davanti a sé. Ancora un piccolo pezzo di strada e… Con un impulso di potere magico, spalancò le porte e entrò nella stanza.

La Principessa Celestia era lì. Davanti a lei vi erano sei pony — i portatori degli Elementi dell’Armonia. In totale, sette paia di occhi scioccati stavano guardando dall’altro capo della lunga sala il pony che vi aveva appena fatto irruzione.

Silenzio per un momento — nessun suono eccetto Lyra che ansimava per riprendere fiato. Dopo un attimo, ritrovò finalmente la voce. “Discord è tornato. L’ho visto.”

“Lyra?” Twilight fu la prima a parlare. La sua voce riecheggiò nella stanza. “Che ci fai qui? E… hai davvero visto Discord?”

“Bene! Così ci puoi portare dritte da lui!” disse Rainbow Dash. “Dove si trova?”

Sicura che l’hai visto?” Pinkie inclinò la testa. “Perché non ho ancora visto cioccolato o nuvole di zucchero filato, e pensavo che sarebbero state dappertutto!”

“Ci sono. Ha fatto di nuovo tutte quelle cose. È come l’ultima volta.” Lyra attraversò la sala e raggiunse gli altri. Uno scrigno decorato era dietro la Principessa, e poteva scorgere gli Elementi dentro. “E mi ha trasformata in un pony.”

“Sei sempre stata un pony, zuccherino.” Applejack alzò un sopracciglio. 

“Uh, no, in realtà io…” La voce di Lyra si spense. Ora che aveva smesso di correre, realizzò quanto fosse stanca. “Uh…”

La Principessa si fece avanti. “È come temevo… Vederti qui ha confermato le mie preoccupazioni, Lyra.”

Twilight si girò di colpo. “Cosa? Che vuol dire? Lei… conosce Lyra? Cosa c’entra lei con tutto questo?”

Celestia si fermò. “Molti mesi fa, ho rimandato Lyra nella sua casa natale. È un mondo completamente separato dal nostro,” disse lei. “Lyra non lo sapeva ai tempi, ma lei è in verità una creatura chiamata umano.”

“Lei è un… un cosa, esattamente?” chiese Rarity, corrucciata.

“Non ho mai sentito niente del genere prima…” disse Fluttershy.

“No, mi avete dato quel compito di ricerca sugli umani, e…” Twilight scosse la testa in protesta. “Loro non esistono. Tutto ciò che ho letto lo prova! E poi, nessun pony ne ha mai visto uno.”

“Fino a che non trovammo Lyra, pensavo che gli umani si fossero estinti secoli fa. Ed ora Discord li ha trovati… Non sono sicura di cosa si possa fare,” disse Celestia. “Non ero certa che saresti riuscita ad usarlo, Lyra, ma quando sei partita, ho fatto sì che tu avessi un modo per tornare. Sarai al sicuro qui.”

“Huh?” disse Lyra. Scosse la testa. “No, non è per questo che sono venuta qui. Abbiamo bisogno degli Elementi dell’Armonia. Discord non è stato lì per tanto tempo. Sta solo iniziando. Ci deve essere ancora tempo per fermarlo se ci sbrighiamo.”

“Discord è fuggito di nuovo dalla sua prigione. Questo prova che è già più potente di quanto immaginavamo. E con il potere che sta attingendo dagli umani, sarà sicuramente inarrestabile.”

La voce di Celestia riecheggiò nell’aria per un po’. Lyra scosse di nuovo la testa. “No. Dobbiamo provarci.”

“Lyra, um…” Twilight era in difficoltà a trovare le parole giuste. “Lei… Stai parlando alla Principessa! Non puoi dirle di ‘no’!”

“Principessa, lei sa meglio di chiunque altro cosa successe l’ultima volta che Discord prese controllo degli umani,” disse Lyra. “E io ho visto come sono gli umani adesso, e sarà solo peggio. Se non facciamo qualcosa adesso, Discord diventerà ancora più potente. E poi verrà qua in Equestria.”

Twilight scosse la testa. “Non vedo come tu possa sapere queste — ”

“Aspetta un minuto, Twi.” Rainbow Dash si intromise. “Conosciamo Lyra da qualche anno ormai. Non so cosa lei sia, ma non pensi che dovremmo aiutarla?”

“Ma la Principessa ha detto che sarebbe stato pericoloso…” Twilight alzò lo sguardo verso il suo mentore e aspettò una risposta.

“Lyra.” Celestia sembrava pensierosa. “Cosa sai degli umani nel tuo mondo?”

“Loro sono… beh..” Lyra esitò.

“Sono pacifici?”

“Certo che sì! Sono stati tutti così gentili con me…” disse Lyra. “Ma…” Lei sospirò. “È complesso. Ho incontrato un sacco di brave persone, ma… aveva ragione sugli umani. Tendiamo a combatterci tra noi. Però non penso che possiamo voltargli le spalle, perché gli umani sono molto meglio di così! Se non fermiamo Discord, lui farà emergere tutte le parti cattive, e noi non possiamo stare fermi e lasciare che succeda.”

“Principessa?” disse Twilight, ma Celestia stava aspettando che Lyra continuasse.

“Discord era ancora estraneo agli umani del mio mondo,” disse Lyra. “Sembrava che stesse solo giocherellando quando me ne sono andata. Non so dire cosa stia facendo ora.”

“Vuol dire che non si aspetta la nostra venuta. Io dico di andare,” disse Rainbow Dash.

“Aiutare gli umani?” disse Pinkie. “Sono la sola che ha sentito parlare di loro? Si sà! Ci mangeranno tutti!”

“Non mangierò nessuno, Pinkie,” disse Lyra con una voce piatta. Le si rivoltò lo stomaco. Almeno, non di nuovo.

“Non stiamo certamente combinando niente stando ferme qui,” disse Rarity. “Lyra sembra l’unica che sappia cosa sta succedendo, quindi dico di seguirla e farla finita con questa storia.”

Applejack alzò le spalle. “Immagino di sì.”

Celestia esitò. “È estremamente pericoloso,” disse infine. “Se siete tutte d’accordo a correre questo rischio — ”

“Abbiamo sconfitto Discord una volta. Non sarà un problema a farlo di nuovo!” disse Rainbow Dash.

“L’ultima volta che Discord ha attaccato l’umanità, Luna ed io siamo state inermi davanti a lui. Non posso essere sicura di cosa succederà se provate a confrontarlo adesso.”

“Ma le lascerà almeno provare…” disse Lyra. “Giusto?”

“Sarà più potente di un anno fa, ma di quanto, non riesco a stimarlo. Se riusciate a batterlo o meno, dovrete ritornare immediatamente. L’incantesimo sulla collana di Lyra funzionerà ancora.” La Principessa abbassò lo sguardo. “Se accadesse il peggio, il meglio che possiamo fare è prepararci a difenderci qui.”

“Quindi, uh… Mi sono un po’ persa. Dove stiamo andando?” chiese Applejack.

“Solo, questa volta, se è possibile portarci più vicino,” disse Lyra. “Il mondo umano è veramente grande. L’ultima volta mi avete spedita molto lontano dal bersaglio.”

“Vedrò quello che posso fare,” disse Celestia.

“Oh, e un’ultima cosa.” Lyra alzò uno zoccolo. “Potreste fare qualcosa per questi?”

   
 
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