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Autore: MusicAddicted    29/10/2021    7 recensioni
Il sequel di 'Pinstripe, Tartan & Black' , ma solo per chi lo vuole! ^^'
Sono passati gli anni e.... Ten ha determinate esigenze, ma qualcuno lo aiuterà a salvare qualcuno di moooolto speciale.
Se leggendo finirete per imbattervi in 'Harry Potter', sappiate che è tutto normale ;P
Una sola parola: BarTen.
Questa one shot partecipa al Fluttober 2021. Prompt 29: Up against the wall kiss
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fluff's never enough'
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IMPORTANTE:
Questa storia è un sequel di 'Pinstripe, Tartan & Black' e se non l'avete letta fno in fondo vi invito ad abbandonare la pagina, nessuno vorrebbe spoilerarsi cose così rovinosamente, vi pare? ;P

Questa storia è anche la più che degna conclusione della mini saga sul giovane Barty Crouch Junior, che inizia da 'Tenebris Video', prosegue con 'The subtle difference between a slaughter party and a slumber party' e termina (poi non è detto che non aggiunga altri episodi in futuro) con 'Teaching how... to lose dignity' , almeno a me piace immaginarla così.
Poi non è indispensabile conoscerla, per lo più vi basta conoscere 'Harry Potter e il Calice di Fuoco' , ma se vi va di passare qualche mezz'ora in allegria vi consiglio di leggerle ^^'

siete ancora qui?
Bene:

dovete sapere che nelle note finali di 'Pinstrpe, Tartan & Black', una certa pazzoide diceva:


'Ten meritava una rigenerazione continua.
E, naturalmente, vivrà una di queste rigenerazioni con un certo Mago Oscuro pazzo, squilibrato, ma in qualche modo tenero eeheheh: P '

Questo è quanto state per leggere, quindi, se vi piacevano le cose così come le avevo fatte finire, cliccate la X (io non me la prendo mica ;P ) , se invece vi va di dare un bello scossone.... buon divertimento ^^



cover-fluff


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From a book to a ...booth

 


È una stupenda mattina di sole a Londra, alle porte dell’estate.

Crowley e Aziraphale se ne stanno seduti a sbaciucchiarsi su una panchina a Regent’s Park, in mezzo a una miriade di aiuole fiorite.

Su una panchina lì vicino se ne sta Ten, con l’aria assorta, a fissare quelle combinazioni di colori e profumi.

Tra un bacio e l’altro, Crowley e Aziraphale non possono fare a meno di notarlo.

“Che hai, Ten?” indaga Crowley.

“Niente…” sospira insoddisfatto il Signore del Tempo.

“Indovino io: ti manca l’avventura?” gli si avvicina Aziraphale e lui si ritrova ad annuire.

“Non che io non stia bene qui con voi…” si affretta ad aggiungere, ma Aziraphale lo silenzia con un bacio.

“Sshh, caro, lo so, lo so benissimo.” mormora l'angelo contro le sue labbra.

Anche Crowley si è avvicinato, per dargli una pacca sulle gambe.

“Di’ un po’, stavolta quanto hai resistito a stare qui, fermo, con noi?”

“Quasi sei mesi…” gli risponde il Dottore. “Una sorta di record.”

“Ma, Paradiso, ci credo che sei stressato!” commenta il demone. “Hai davvero bisogno di un nuovo viaggio.”

“E secondo me hai bisogno di un nuovo Companion.” sentenzia Aziraphale.

Del resto entrambi se lo ricordano ancora quel discorso che il Dottore aveva fatto, quando era tornato insieme a loro:


<< “Sapete che non sarà così facile stare con me. Per cominciare, non potete aspettarvi che io viva con voi a Soho, in un modo così terrestre. Posso farlo, ma solo per brevi periodi di tempo. Ho bisogno di pianeti, ho bisogno del mio TARDIS, ho bisogno di avventure, è nella mia natura. Potete unirvi a me quando volete, ma vi avverto, a volte avrò anche bisogno di nuovi Companions. >>

 

Se lo ricordano come se fosse ieri.
Anche se in realtà sono passati parecchi anni.

“Il punto è che non trovo quello giusto. Ci ho provato, ma c’è sempre qualcosa che non funziona…” mugugna lui. “Meno male che ho voi.” sorride, abbracciando entrambi, anche un certo demone che finge di lamentarsi che la cosa non gli piaccia.

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Aziraphale un giorno sorprende Ten nella sua libreria.

 

“Trovato qualcosa di interessante, caro?” mormora, accarezzandogli i capelli, vedendolo così assorbito nella lettura.

“Stavo rileggendo ‘Harry Potter e il Calice di Fuoco’. Penserai che è una cosa stupida, ma… è più forte di me, ogni volta spero che finisca diversamente, che Bartemius Crouch Junior si salvi da quel destino tremendo… lui è un personaggio così incompreso…” mormora Ten, indeciso se proseguire la lettura fino in fondo o lasciarla in sospeso, prima degli ultimi cruciali capitoli, immaginando un finale alternativo.

Quel che è certo è che questo dà un’idea ad Aziraphale, una a dir poco azzardata.

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“Angelo, tu hai fatto.. cosa?!” lo scruta basito Crowley, non appena si confida con lui.

Il giorno seguente, precisamente di pomeriggio, Aziraphale lo ha raggiunto nel giardino al quale sta lavorando, per metterlo al corrente del suo piano.

Al momento sono entrambi appoggiati alla staccionata, durante la pausa che il demone si è concesso per ascoltare il suo angelo.

“È stato proprio Ten a darmi l’idea… e rendere vivo qualcosa che era solo in un libro è un miracolo che non avevo mai provato a fare!” ridacchia Aziraphale, esaltato.

“Angelo, ma se hai reso reale tutto, ma proprio tutto quanto, e le cose dovessero andare in modo diverso…” si preoccupa Crowley.

Stranamente quella saga è fra i pochi libri che lui abbia mai letto, molto probabilmente gli unici.

“No, mio caro, tranquillo: quel mondo esiste, ma solo perché il nostro Dottore lo possa raggiungere con la sua TARDIS. Qui nel nostro di mondo non è cambiato nulla.” lo rassicura il biondo. “Quindi, non temere, non ci sarà nessun Voldemort a prendere il dominio di questa città, né nessun Mangiamorte che sfreccia nel cielo…oh beh, forse giusto uno, se Ten un giorno vorrà presentarcelo.” ridacchia.

“Quando hai intenzione di dare la notizia al Dottore?” gli domanda il rosso.

“Stasera.” risponde Aziraphale, camminando verso l’orto.

“Sai che questo potrebbe tenerlo lontano molto più a lungo stavolta?” lo segue Crowley.

“Sì,” annuisce l’angelo, inchinandosi per accarezzare le venature delle foglie grosse e rigogliose della verza che sta coltivando. “Stai facendo proprio un lavoro encomiabile, caro.”

“Non provare nemmeno a cambiare disssssscorso!” sibila il demone.
 

“Okay, dicevo, sì, lo so che Ten potrebbe stare via molto a lungo, ma è diverso.”

“Diverso, come?” si accovaccia vicino al suo angelo Crowley, approfittando anche per controllare che i suoi meravigliosi spinaci non abbiamo nemmeno la più piccola macchiolina sulle loro foglie.

“Quando voleva scappare via da noi, per lasciarci vivere il nostro amore senza intromissioni, lo faceva da triste, lo viveva come un sacrificio e questa cosa mi spezzava il cuore.” gli spiega Aziraphale, alzandosi e aiutando il demone a fare altrettanto. “Ora ci lascia per un po’, ma da felice, come saremo felici noi, mentre attendiamo che ritorni. Perché noi siamo felici, vero, mio caro?” mormora, accarezzandogli il viso.
 

“Felicissssssssssimi,” gli sibila nell’orecchio Crowley, stuzzicandolo di proposito con la sua lingua, ora resa biforcuta, prima che i due si bacino per un tempo indefinito.

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“E ora che entrambi avete onorato la mia torta di carote,” esordisce Aziraphale, ritirando i piatti dei dessert, a fine cena.

“Aziraphale ha qualcosa da dirti.” continua per lui Crowley, mentre attende che Aziraphale torni dal lavello, giusto il tempo di miracolarlo perché lavi da solo i piatti.

Crowley, per non parlare del Dottore, hanno tentato più volte di rendergli nota l’esistenza delle lavastoviglie, ma lui si è opposto con angelica fermezza a quelle diavolerie tecnologiche.
 

“Che mi devi dire? Non dirmi che c’è un’altro dolce, perché, per quanto deliziosi siano, io non ho una stomaco come la TARDIS, non è più grande all’interno.” lo fa ridere il Signore del Tempo.

“No, Ten caro, niente cibo. Ma è comunque qualcosa di dolce: preparati ad andare a prendere il nuovo Companion che desideri.” gli sorride Aziraphale.

“Non capisco…” borbotta il Dottore.

Crowley si allontana, ma solo per prendere qualcosa dalla libreria.

“Ssssuona qualche campanello, adesssso?” sibila, agitandogli davanti quel libro che alla fine ha scelto di non leggere fino in fondo.

“Ma…” è sempre più incredulo il Dottore.

“Lo so quello che stai pensando: ‘Ma è solo un libro.’ Beh, non più, non per la TARDIS, almeno,” lo informa Aziraphale, con un sorriso radioso.

“Del resto ha i suoi vantaggi passare più di sette anni insieme a due creature eteree che possono fare svariati miracoli? Ma non guardare me, è tutto merito del nostro angelo.” ammicca verso di lui Crowley.

Proprio così, sono passati quasi sette anni, ormai Adam e tutti gli altri vanno al liceo e le strade dell’ex AntiCristo e dell’Anticristo fasullo si sono decisamente incrociate, più avvinghiate, per l’esattezza.

Il tempo trascorso senza alcuna rigenerazione di mezzo ha portato il Dottore ad avere l’aspetto di un quarantenne, comunque ancora molto giovanile.

“Sul serio, posso…” domanda il Dottore su di giri, non riuscendo a credere ancora a quella notizia.

“Va’ e scrivi il tuo finale alternativo. Era quello che volevi, no?” gli sfodera un gran sorriso beato Aziraphale.

“Grazieee, Azi, grazie infinite!” lo abbraccia stretto, prima di mostrargli tutto il suo entusiasmo con un lungo bacio mozzafiato.

“E grazie anche a te, caro il mio demone!” avanza verso Crowley, racchiudendolo in un abbraccio.

“NGK! Io non ho fatto niente. Però ero d’accordo e… un bacio lo voglio anche io!” mugugna, prima che il Dottore lo baci a fondo, anche più a lungo di quanto ha baciato Aziraphale.

Sono baci, se non di un addio, di un lungo arrivederci.

Ten si precipita all’esterno, dove è parcheggiata la sua fidata TARDIS.

Crowley e Aziraphale lo seguono, rimanendo abbracciati fra loro.

“Vi amo, tutti e due. Ora ancora di più. Grazie. Ci rivedremo… non so quando, ma ci rivedremo!” li saluta entusiasta il Dottore, sventolando la mano, prima di sparire all’interno di quella cabina telefonica più grande all’interno.

“Non ho detto tutto a Ten e non l’ho detto nemmeno a te.” commenta Aziraphale, una volta svanita la TARDIS, mentre rientrano nella libreria.

“Dirci cosa?” si acciglia il demone.

“Diciamo che il libro con la descrizione mi lasciava un margine piuttosto ampio e quindi, visto quanto mi piace la vostra faccia, perché no?” fa spallucce innocentemente.

“Angelo, non mi stai davvero dicendo che hai conferito a quel personaggio l’aspetto mio e di Ten!” lo guarda sconvolto il rosso.

“Beh, ricordi la sua teoria dei sette sosia? Diciamo che l’ho solo convalidata un po’.” ridacchia l’angelo, soddisfatto del suo operato.

“Angelo, sei così diabolico… poi come faccio a non amarti?” gli sorride Crowley, tiandolo a sé per un bacio che potrebbe durare anche un lustro.

Ten è così agitato che deve imporsi di prendere un profondo respiro, di almeno dieci secondi, prima di impostare le coordinate di un posto che ora sa che esiste, almeno nel vortice spazio-temporale in cui è diretto con la sua TARDIS.

“Avremo un Companion un po’ sui generis, Sexy!” sorride maniacale, abbassando la leva. “Andiamocelo a prendere!"

Il viaggio, burrascoso come sempre, lo sta portando sì in un universo determinato, ma anche in una collocazione temporale ben precisa.

********************************** (Contemporaneamente)

                                                                                                        1981, Wizangamot, London 

Tutti sono in attesa che Karkaroff riveli al tribunale altre preziose informazioni per stanare i seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

“So per certo, Signore, che questa persona ha preso parte alla cattura, e per mezzo della Maledizione Cruciatus alla tortura dell’Auror Frank Paciok e di sua moglie!” rivela l’ex Mangiamorte Russo, certo che dopo un tale contributo non verrà più spedito nell’atroce prigione di Azkaban.

Seduto fra la platea, Barty Crouch Junior comincia a intuire che non tiri una buona aria.

- Sono ormai più di due anni che nessuno sospetta di me, deve continuare a essere così. Devo mantenere un profilo basso, continuare a cercare il mio Signore Oscuro…- pensa il giovane Mangiamorte, alzandosi, in procinto di andare via.
 

“Il nome! Dimmi il nome! Quel maledetto nome!” sbraita Barty Crouch Senior, smanioso di avere quell’informazione vitale.

“Barty Crouch!”  il giovane Mago Oscuro sente fare il proprio nome, mentre nel Wizengamot sembra essersi alzato un imprevisto vento che solleva tutti i fogli. “Junior!”

L’ultima precisazione è però offuscata da un suono improvviso, una specie di sirena, ma più piacevole.

Tutti si guardano confusi, ancora di più quando vedono materializzarsi gradualmente quella che sembra una cabina telefonica di quelle che usano i Babbani.

Le porte della cabina si aprono e tutti vengono irradiati da una luce quasi accecante.

- Ho forse invocato il mio Patronus? No, non ho nemmeno estratto la mia bacchetta. Ma poi che accidenti dico? Per Salazar, sono un Mangiamorte, non posso evocare Patronus!- riflette sempre più confuso Barty.

Dalla cabina luminosa fa capolino un uomo, ma con tutta la luce che lo circonda, il giovane Mago Oscuro non può vederlo con nitidezza, però vede che sta guardando proprio lui, tendendogli una mano.

Del resto sono solo pochi metri a separarli.

 

“Barty Crouch Junior, vieni con me.” lo invita il misterioso uomo, con voce suadente.

Barty non se lo fa certo ripetere e con un agile balzo lo raggiunge, prima che l’Auror Moody, colto da un sospetto, riesca a lanciargli uno schiantesimo.

Le porte della cabina ormai sono chiuse e nel giro di qualche istante tutti i maghi presenti, uno più sconcertato dell’altro, la vedono sbiadire fino a scomparire del tutto.


Barty è ancora così confuso da non accorgersi quasi che le dimensioni nelle quali si trova ora non sono certo quelle di una cabina.

E ora che non c’è più la luce a nasconderlo , il Mangiamorte può vedere quello strano individuo chiaramente.

“Salazar! Sembri me, ma più vecchio!”

“Hey! Non è certo l’esordio più carino che tu potessi fare!” esclama il Signore del Tempo, offeso. “Ho giusto quei vent’anni più di te, non sono così vecchio!” ridacchia.

“Che cos’è questo posto? Chi sei tu? Perché sono qui?” ringhia Barty, girando avanti e indietro nervosamente, così tanto che la lingua gli schizza fuori dalle labbra a intervalli non regolari.

“Oooooh, questo però non c’è nel libro!” lo osserva Ten, affascinato. “Ora che ci penso, anche il processo era un po’ diverso…” borbotta.

“Che vai blaterando?” sbotta Barty, guardandolo truce.

“Oh beh, se ci tieni tanto a finire in pasto ai Dissennatori, ti porto di nuovo al Wizengamot, ma non ti aspettano cose liete e non parlo solo di Azkaban. E poi dopo come lo trovi Lord Voldemort?” controbatte Ten. “Oh beh, lo so io come, ma non te lo dico!”

Barty lo fissa in un inquietante silenzio.

“Come puoi sapere tutte queste cose? A meno che… sei forse il me stesso venuto dal futuro?” trae le sue conclusioni Barty, andandogli vicino con rapide falcate. “Lui quindi… tornerà?”

“Andiamo con ordine. No, Barty, non sono te stesso, siamo solo molto simili nell’aspetto… e di questo me ne dovrà rendere conto qualcuno.” commenta Ten, divertito. “Io sono un Signore del Tempo. Sono il Dottore … e ti volevo salvare.”

“Salvare me? Perché?”

“Perché tu sei destinato a fare grandi cose. Non che io le approvi, ma così è. Quanto al ritorno di Voldemort… è legato a ciò che farai tu, se ti fiderai di me, ti riporterò nel tuo mondo, quando sarà tempo debito. Posso cambiare solo alcune parti della storia, ma non l’intero corso… l’ultima cosa che ci serve è un paradosso e…” comincia a parlare a raffica il Signore del Tempo, ancora di più quando Barty lo prende per il colletto della camicia, lo solleva con una forza notevole per la sua giovane età e lo sbatte contro una parete della TARDIS, tenendolo fermo.

“Compari dal nulla, mi porti via da una situazione che si stava facendo molto poco piacevole per me. Mi allontani dal mio Signore Oscuro, che ora ha bisogno di me più che mai, ma poi mi dici anche che lo rivedrò…” riassume Barty, con voce ringhiante, le mani che tremano per lo sforzo, gli occhi un po’ da pazzo fissi su quelli del Dottore, che non sa cosa aspettarsi.

Barty accantona la sua fredda razionalità che lo contraddistingue e si spinge contro quello strano individuo per baciarlo, lasciando che scivoli gradualmente in basso, fino a toccare di nuovo il pavimento con i piedi.

Ten lo lascia fare, accorgendosi che il suo non è affatto un bacio esitante, la lingua scattosa sta domandandogli insistemente accesso e lui non può negarglielo a lungo.

Sapeva che Barty Crouch Junior gli sarebbe piaciuto a prescindere, qualsiasi aspetto avesse avuto, ma così… con quell’aria da bravo ragazzo che svanisce nel giro di un secondo, i capelli paglierini, prima pettinati con rigorosa cura, ora lasciati a uno stato più selvaggio, i grandi occhi color cioccolato fondente, così simili ai suoi, eppure così diversi… questo va oltre le sue più rosee aspettative.

Barty non ha ancora smesso di baciarlo, ma stavolta Ten decide di partecipare, ingaggiando giochi di potere con la sua lingua, gemendo contro le sue labbra, stringendo quel giovane e dinamico corpo a sé.

Ten deve ricorrere a non poco autocontrollo per separarsi da lui.

Barty lo guarda con occhi adoranti.

Non è solo perché lo ha salvato, il giovane Mago Oscuro percepisce in lui qualcosa, qualcosa che lo affascina oltremodo.

Ricorda ancora molto bene il discorso che aveva fatto a Bella quel pomeriggio che erano intenti a spiare il loro Padrone:

<< Mi potrei innamorare solo di qualcuno di potente, con un forte carisma, una personalità magnetica, qualcuno che possa adorare, che mi faccia sentire al sicuro, ma anche che io possa temere. >>
 

L’individuo che ha lì davanti sembra soddisfare queste caratteristiche una a una … e poi il modo in cui gli sta sorridendo, l'aspetto un po’ più disordinato in cui verte ora, dopo certe attenzioni di Barty, beh… gli piace davvero tanto.

“Suppongo fosse il tuo modo di ringraziarmi.” ridacchia Ten, un po’ imbarazzato.

“Esatto. Allora, Dottore, è così che hai detto che ti chiami, vero?” domanda per sicurezza e l’altro annuisce. “Che possiamo fare mentre aspetto che mi riporti nel mio mondo per servire il Signore Oscuro, quando avrà bisogno di me?”

Il Dottore sorride maniacale, accarezzando i monitor della sua TARDIS.

“Oh beh, Barty, sai, giusto quelle due o tre cosette…” risponde vago.

- Quale pianeta posso mostrargli per prima?-

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Crowley e Aziraphale stanno prendendo un tè con biscotti.

Oh beh, per la cronaca Aziraphale lo sta facendo, per  lo più Crowley si limita a guardarlo.

A un certo punto sentono un suono che con gli anni hanno imparato a riconoscere con sempre più facilità.

Si voltano in tempo per vedere il Dottore uscire dalla TARDIS che stavolta ha parcheggiato proprio al centro della libreria, confidando nel fatto che non ci fossero clienti.

“Oh Ten, caro, che piacere rivederti!” gli corre incontro Aziraphale, abbracciandolo stretto e baciandolo.

Il Dottore gli sorride, prima di andare a salutare anche Crowley, più o meno nello stesso modo.

“Pensavo che non  ti avremmo più rivisto per chissà quanto tempo, invece sono passati solo due anni.” commenta Aziraphale, invitandolo a sedersi con loro.

“Ne sono passati dodici, in realtà.” li informa Ten.

“In effetti mi sembravano un po’ pochi due anni, vedendo come sei invecchiato!” osserva Crowley, con l’indelicatezza che lo contraddistingue.

I vestiti sono gli stessi, ma ora Ten ha i capelli un po’ più lunghi e brizzolati, come la barba che gli incornicia il volto che ha un aspetto molto più vissuto, non certo meno affascinante.

“Non è affatto carino fare commenti così meschini sul mio aspetto. Diciamo che sono diversamente giovane." puntualizza il Signore del Tempo, un po’ offeso, prima di metterli al corrente di quanto successo in quegli anni che è stato via, mentre Aziraphale gli versa del tè.

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“Non l’ho voluto portare qui da voi, perchè mi sembrava di aver così poco tempo con lui, da volermi dedicare solo e soltanto a lui in ogni attimo. Ci amiamo così tanto. Cioè, amo anche voi, ma con lui non posso parlare di amore condiviso… è qualcosa di solo nostro, come i seimila anni fra voi,  prima che arrivassi io.” racconta a metà fra l’estatico e il malinconico. “Oggi l’ho riportato nel suo mondo perché affrontasse la sua Missione, dovrò aspettare un anno, prima di rivederlo…” borbotta, sconsolato. 

“Oh beh, un anno passssa velocissimo.” fa spallucce Crowley.

“Lo so che per noi un anno dovrebbe avere la stessa durata di un battito di cuore, ma sembra comunque un battito infinito.” si cruccia lui.

“Su, su, ci pensiamo io e Crowley a non farti pensare a quest’anno.” lo abbraccia Aziraphale.

“Grazie, ma, al di là di qualche bacio, non me la sento di fare altro, mi sento ancora troppo coinvolto…” spiega Ten, “Ma posso sempre guardare voi, quello lo faccio più che volentieri!” sogghigna.

“NGK! Ma nemmeno per idea, benedettissssssssimo voyeur pluricentennario!” si oppone Crowley.

“Ma prima che partissi lo facevo di continuo e non vi facevate tutti questi problemi a riguardo.” fa spallucce il Dottore.

“Appunto, prima che tu sparissi. Ci vorrà un po’ prima che ci abituiamo di nuovo a queste strane dinamiche, di certo più di un anno!” gli rinfaccia il demone.

“Aziraphale, non credere che non abbia notato quella piccola particolarità nel tuo miracolo. Grazie.” gli sorride riconoscente, con l’angelo che ricambia, con un cenno del capo.

“Di nulla, caro, lo sapevo che avresti gradito. Poi però quando vai a riprendere il tuo prezioso Barty, devi farcelo conoscere!”

“Sarà fatto. A proposito di quando andrò a prenderlo, Azi, oppure tu, Crowley, lo sapreste fare un piccolo miracolo alla mia TARDIS?” li scruta con aspettativa il Signore del Tempo.

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Crowley aveva ragione: un anno passa in fretta, soprattutto se hai la brillante idea di andare a dare un po' troppo fastidio ai Dalek, esporti troppo, di proposito, e farti sparare a morte.

Barcollando verso la tua TARDIS per avviare la Rigenerazione.

 

Ten i tempi li ha calcolati perfettamente, così che al suo risveglio sia tempo di andare a recuperare il suo amato.

*********************************** (Contemporaneamente)

                                                                                                        24 June, 1995, Hogwarts   

“Ti mostro il mio marchio se tu mi mostri il tuo.” ringhia Barty, prima di denudarsi il braccio sinistro e mostrare il Marchio Nero in tutta la sua gloria.

“Il braccio, Harry.” intuisce Silente, avvicinandolo, con la dovuta prudenza a Barty, che contempla il sangue che tramite Codaliscia il suo Signore Oscuro ha prelevato dal braccio del ragazzo.

Non è l’unica cosa che vede però, perché mentre Silente, Harry, Piton e la McGranitt sono voltati verso di lui, lui alle loro spalle può vedere comparire l’amata TARDIS, che però stavolta non emette né suoni, né alza vento.

Vede anche il suo adorato Signore del Tempo uscire dalla cabina e fargli segno di restare in silenzio, con l’indice sulla sua bocca.
 

Da bravo attore che è, Barty finge di non aver visto nulla, lo sguardo che rimane a metà fra lo spaventato e l’esaltato.

“Sai cosa significa, vero? È tornato. Lord Voldemort ha fatto ritorno.” dichiara, trionfante e no, in questo frangente non sta affatto recitando.

“Mi dispiace. Non ho potuto fermarli.” si dispera Harry, guardando Silente, che però ha lo sguardo fisso su Barty.

“Inviate un gufo ad Azkaban. Scopriranno che gli manca un prigioniero.” dà le sue disposizioni il Mago più potente di sempre.

“Là mi riaccoglieranno come un eroe…” spergiura Barty, con puro orgoglio. “Ma ora ho posti migliori in cui andare.” sogghigna, scambiandosi uno sguardo di intesa con Ten.

Il Dottore non perde tempo e punta il cacciavite sonico contro la bacchetta che Piton sta puntando alla gola del suo amato, alterandone la struttura molecolare fino a  renderla incandescente.

“Aaaahh!” urla Piton, lasciandola cadere.

Insospettiti, Silente e la professoressa McGranitt si voltano verso il Dottore, che sembra la copia sputata di Barty, e il giovane Mangiamorte approfitta di quella distrazione creata per correre verso la TARDIS.

Le porte si chiudono, garantendo la salvezza di entrambi.

“Teeeeen!” gli si butta fra le braccia Barty, baciandolo con trasporto.

“Amore mio, mi sei mancato così tanto, ma dovevo lasciar fare alla storia il suo corso.” mormora il Dottore, contro le sue labbra. “Ora però mi godo il finale alternativo.”

“Mi aspettavo che uscissi dalla cabina e li uccidessi tutti quanti. Quello sarebbe stato un ottimo finale alternativo!” sogghigna sadico il Mangiamorte.

“Barty…” lo riprende Ten.

“Sì, sì, lo so. Per quanto i nostri aspetti siano uguali, siamo decisamente diversi.” ridacchia, prima di accorgersi di una cosa importante. “Ma… sei più giovane adesso. Come?” lo guarda confuso, dato che praticamente è quasi come se si guardasse allo specchio.

“Diciamo che mi sono giocato bene una delle mie Rigenerazioni.” sorride soddisfatto il Dottore, baciandolo di nuovo.

“Che ne dici? Vogliamo sfogare tutta questa nuova giovane energia anche in camera da letto?” solleva un sopracciglio Barty, con aria suadente.

“Oh amore, per quello abbiamo tutto il tempo del mondo!” ride l’altro. “Vuoi continuare a viaggiare con me nel Tempo e nello Spazio?”

“E me lo chiedi pure, amore mio?” gli sorride estasiato Barty, accarezzandogli i capelli.

“In cambio, ti prometto che cercherò di non rigenerarmi più: ho tutte le intenzioni di invecchiare con te.” ammicca Ten, mentre imposta le coordinate del primo di una lunghissima serie di viaggi insieme.

“Lo sai che noi maghi possiamo vivere anche oltre cento anni?” gli svela Barty.

Ten lo guarda intrigato.

 “Ooh, non vedo l’ora di verificarlo!”
 

--

 

FINE


 

Sì, lo so... le ambientazioni le ho prese dal film anziché dal libro, ma mi riusciva tutto più fluido in questo modo, vero che lo chiuderete un occhio? ;P

Per il resto, se vi va di dirmi qualcosa, qualsiasi cosa, ne sarò super felice, nel frattempo guardo adorante i miei BarTen adorati che vivranno una lunghissimissimissima vita insieme.

Ci sarebbe stato molto da approfondire e altrettanti spunti per il futuro. Se la cosa vi può piacere, ci farò un pensierino, altrimenti lo scriverò in un file che non pubblicherò mai XD

Besos

Domani Barty torna per il Flufftober, ma la coppia sarà un'altra (e trovo pucciosissimi anche loro *O*)
   
 
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