Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Spirit734    30/10/2021    13 recensioni
Il Torneo Tremaghi è sempre stato un evento eccezionale, alcuni dei nostri eroi dovranno destreggiarsi tra le sfide di magia per poter emergere, ma in questa storia l'evento non sarà come tutti se lo sarebbero aspettato: Una terribile tragedia sta colpendo le mura di Hogwarts, gli strani incubi di Anna non hanno fine e gli studenti si ritroveranno ad indagare su un male ben più grande.
[Hogwarts/AU - Crossover Disney/Dreamworks e altri film]
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 29: Confessioni al chiaro di luna

 
   Walt Disney Gifs - Jim Hawkins - Walt Disney Characters Photo (43193936) -  Fanpop



Nel frattempo, Elsa aveva notato Hans parlare con Gaston in fondo alla sala. Un po' le infastidiva dover rischiare ancora di imbattersi in Gaston, ma probabilmente sarebbe stato l'unico momento della serata dove lo avrebbe potuto trovare libero da sua sorella. Non aveva un piano preciso su cosa dirgli e non era da lei improvvisare in quel modo, ma in quel momento non aveva altre idee.
Si scostò da un paio di ragazzi che le avevano bloccato la strada e non appena se ne liberò, le si piantarono davanti Merida e Jack, con un enorme sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
"ELSA!" esclamò la rossa con le braccia allargate a simulare un tentativo di abbraccio "Come sono contenta di vederti!"
"Ehm..."
La giovane la fissò con un sopracciglio inarcato, rimanendo completamente senza parole per quel bizzarro tentativo di conversazione.
Non credeva nemmeno di stare particolarmente simpatica a quella ragazza e a pensarci bene, non credeva nemmeno di averla mai vista così sorridente in generale.
Era inquietante.
"Ciao Merida."
Con una rapida occhiata portò l'attenzione anche sul ragazzo che stava accanto a lei, riconoscendolo come quel tipo combina guai che il professor Pitch sembrava odiare particolarmente.
"E... Ehm... Jhonny."
Vedendo la sua titubanza nel ricordarsi il nome, sul volto del Sepeverde si formò un broncio "Jack! Jack Frost! Andiamo... Facciamo anche il corso di divinazione insieme!"
Elsa sussultò, ricordando amaramente la sua ultima lezione "Oh, è vero."
Lo aveva notato in effetti, ma il suo discorso con Mama Odie le aveva completamente fatto dimenticare il resto.
Poi si ricordò anche di averlo già visto in altre circostanze, e riprese a fissarlo quasi con sospetto "Un momento. Eri tu che continuavi a fissarmi in Biblioteca?"
Preso alla sprovvista, non poté fare a meno di arrossire leggermente "Beh... Fissare lo trovo esagerato. Ma credo che tu ti stia confondendo col mio amico Nick" ridacchiò, ma la battutina venne zittita in fretta da una gomitata da parte di Merida. 
"Lascialo perdere...E' strano, ma innocuo."
Lui alzò gli occhi al cielo, rispondendo alla sua gomitata con un'altra "Senti chi parla."
In quella breve discussione tra i due, Elsa sviò la sua attenzione sulla figura di Hans, che sembrava stesse tornando indietro. Quando fece un passo per spostarsi, avvertì nuovamente gli occhi di Jack e Merida puntare su di lei.
"Hey non dirmi che vuoi già allontanarti dalla festa! So che può sembrare una noia mortale, ma tra un po' le cose potrebbero cambiare!" disse il ragazzo. Vedendola poi così poco incline, le bloccò nuovamente il passaggio "Ti va di ballare?" chiese a bruciapelo, non sapendo come farla restare.
Elsa lo fissò perplessa, spostando successivamente lo sguardo su Merida ed indicandola "Me lo chiedi...Davanti...Alla ragazza che hai invitato?"
Jack non seppe che rispondere, si sentiva con le spalle al muro e lo sguardo di Merida d'altro canto non lo aiutò per niente.
"Lei non è molto brava" si giustificò, così su due piedi.
"Ehi!" l'amica lo squadrò offesa, dandogli un'ulteriore spallata per farlo zittire.
Jack la guardò "Vuoi ballare tu con lei? Guarda che non mi offendo."
"Nessuno vuole ballare con nessuno!" lo fermò. Notando poi come Elsa li fissava, tornò a sorridere a denti stretti, rivolgendosi nel frattempo a Jack "Bella mossa, testone."
Jack la imitò "Almeno io cerco di fare qualcosa, il tuo contributo?"
Elsa li osservò ancora per una manciata di secondi, ma poi fece nuovamente per spostarsi da quella situazione che stava diventando sempre più imbarazzante e strana.
Purtroppo anche questa volta, la voce di Merida la fermò ancora "A proposito, che fine ha fatto Kristoff?"
"Credo sia con mia sorella." 
"Che ne dici se li raggiungiamo tutti insieme e..."
"Ehm...Io dovrei andare al bagno. Vi raggiungo più tardi" abbozzò un sorriso e con uno scatto iniziò ad allontanarsi dai due. La Grifondoro fece per correrle dietro, quando la voce di sua madre la fermò, costringendo lei e Jack a voltarsi immediatamente.
"Mamma!"
"Hai visto Gurghi?" chiese guardandosi attorno.
La figlia si strinse le spalle "Se lo conosco bene sarà in cuciiiiii..." si fermò, con lo sguardo severo della madre che stava per fulminarla "...Gli ho chiesto di... A_andarmi a prendere un fermaglio! Per i capelli!"
Elinor la guardò, incurvando poi le labbra in un dolce sorriso "Mi sorprendi, di solito non badi a queste cose."
"Di solito, ma questa serata è particolare."
"Lo vedo" Elinor passò lo sguardo sul Serpeverde "E chi sarebbe questo giovanotto? Non è uno dei ragazzi che ti avevo presentato." 
La sua espressione non sembrava poi così stupita, forse sotto sotto immaginava che sua figlia non avrebbe scelto nessuno di quei pretendenti.
"No infatti!" esclamò Merida, forzando il sorriso più falso che riuscì a fare "Lui è Jack Frost!"
"Jack?" 
"Jackson, signora. Ma detesto quel nome, è troppo serioso. Jack è molto meglio!" l'altra non fece in tempo a parlare che si sentì subito afferrare la mano in una forte stretta "Lei deve essere la madre di Merida!" passò lo sguardo da una all'altra sogghignando "Wow, non vi assomigliate per niente!"
Elinor rimase un po' interdetta, mentre Merida cercava di soffocare una risatina dovuta alla battuta.
"Credo di ricordarmi di te...Non eri tu ad aver scatenato quei frisby zannuti al Ghirigoro?"
Merida si passò una mano sulla fronte, sorridendo incredula "Me n'ero completamente dimenticata."
"Il proprietario mi ha bandito per tutto l'anno, ho dovuto chiedere a Nick di comprare i libri al posto mio!" ridacchiò Jack, sospirando "Aaah... Bei tempi."
L'espressione di Elinor tuttavia, non cambiò di una virgola "Non pensavo fossi amico di mia figlia."
"Ci siamo un po' persi di vista. Sa com'è tra Quidditch, scherzi vari..."
"Scherzi?"
"Oh si, tonnellate di scherzi!" rise Jack, indicandosi fiero "Lo chieda a chiunque, io qui sono il re!"
Merida stava rimanendo tutto il tempo in silenzio, contemplando l'espressione perplessa di sua madre di fronte ad un tipo come Jack.
"Notevole..." disse con una lieve nota di sarcasmo "E quali sarebbero le tue intenzioni con mia figlia?"
Merida la fissò sbalordita "M_mamma!"
Jack finse di pensarci qualche secondo "Mi limiterò a non pestarle troppo i piedi mentre danziamo."
Elinor inarcò un sopracciglio, restando in totale silenzio.
"Scherzo! In realtà sono bravo, mia madre è una babbana ed è un'insegnante di ballo" disse, avvicinandosi un pochino "Sarà Merida a pestarmi i piedi."
L'altra lo fulminò con lo sguardo "Ehi!"
"Che c'è? Hai detto tu che devo essere me stesso!" con la coda dell'occhio vide Eugene e Aladdin salutarlo, fece dunque un mezzo inchino alle due e con passo svelto si allontanò da loro, facendo rimanere Elinor in totale silenzio.
Merida la guardò di sottecchi "Sei rimasta senza parole?"
"Beh... Sono stupita, credevo saresti uscita con Haddock..."  quelle frasi fecero già presagire alla ragazza l'ennesima discussione sulla scelta delle sue amicizie.
Sapeva che non avrebbe mai apprezzato un tipo come Jack, probabilmente lo avrebbe considerato addirittura peggio di Hiccup.
"Ma ammetto che mi piace."
....
"Aspetta-che?!"
Questo decisamente non lo aveva previsto.
Elinor le rivolse un dolce sorriso "E' un po' strano... Però...Per certi versi, mi ha ricordato tuo padre" lo disse con una tale dolcezza nella voce da impedire alla figlia di rispondere come a suo solito. Fergus le mancava ogni giorno, così come anche a sua madre, avevano sofferto così tanto per la sua perdita che per loro risultava ancora difficile parlarne.
L'atteggiamento di Jack aveva fatto ricordare ad Elinor alcuni atteggiamenti che il marito aveva ai tempi della scuola, il periodo in cui si erano conosciuti, e non aveva potuto fare a meno di addolcirsi un pochino a quei ricordi. Il suo volto si fece così sereno che per una volta Merida pensò di lasciarla fare e non reagì.
"Anche lui era un tale giocherellone, come ben ricordi..." continuò la donna.
Merida annuì "Lo ricordo bene." 
"Chi lo sa, potrebbe essere quello giusto."
La figlia ebbe come un altro blackout.
L'espressione cambiò di colpo e la guardò sconvolta.
"C_Cos..."
Il quadretto di lei sposata con Jack le avrebbe invaso gli incubi per giorni. Non che non fosse un bel ragazzo anzi, era parecchio corteggiato a scuola e si divertiva in sua compagnia.
Ma era Jack.
Pensare ad una relazione con lui era inimmaginabile.
Era come una sorta di fratello rompiscatole a cui voleva bene sì, ma i suoi sentimenti erano ben diversi dall'amore.
Mentre con la mente era ancora bloccata a quei pensieri, Elinor le diede una veloce carezza al volto, spostandole alcuni ciuffi dietro le orecchie "Ora torno dagli altri insegnanti, non voglio disturbarvi ancora." 
Nel momento in cui si allontanò, Jack era tornato da lei con un altro piatto pieno di cibo, ma l'espressione di Merida non era migliorato di una virgola.
"Allora... Brutta impressione vero?"
"Al contrario!" lei batté le palpebre, ancora scombussolata "Sembra che tu abbia fatto colpo su mia madre!"
Jack quasi si strozzò con un boccone e dopo essersi dato un paio di pacche sullo stomaco, prese un lungo sospiro "Crudele ironia. Ma in fondo dovevo aspettarmelo, piaccio a tutti."
L'altra alzò gli occhi al cielo e gli rubò dal piatto un dolce. Mentre finiva di mangiare, il suo sguardo era passato involontariamente verso Hiccup ed Astrid, seduti ad un tavolo in compagnia di altri studenti ed inavvertitamente ripensò alle parole di sua madre. A Jack aveva dato la possibilità di conoscerlo, mentre con Hiccup era sempre stata diffidente per via della sua famiglia. Odiava questo pregiudizio e odiava questa situazione che aveva con lui. 
"Coraggio!" Jack le diede una piccola spinta con il gomito "Tra un po' arriverà il momento! Via quel muso lungo!"


 
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Finalmente Elsa riuscì a raggiungere Hans poco prima che tornasse da Anna. Il giovane stava rientrando nella Sala Grande e si guardava con circospezione attorno, come se temesse di essere notato. 
Quando la vide arrivargli incontro, finse un'espressione sorpresa "Elsa. Cerchi qualcuno?"
"Si. Te" rispose. 
Hans le sorrise ed inclinò lievemente la testa di un lato "Se vuoi invitarmi al ballo, direi che è troppo tardi. Sono qui con tua sorella se te ne fossi dimenticata."
"E' proprio questo il punto" il suo sguardo si fece più severo.
"Perdonami, ma non sono affari tuoi."
"Lo sono invece. E sono abbastanza sicura che stai con lei per arrivare a me."
Il ragazzo la fissò con un sopracciglio inarcato "Quanta modestia."
Lo sguardo di Elsa si fece più furente, quel suo atteggiamento iniziava seriamente a darle sui nervi.
"Credi non ti abbia collegato a quello che è capitato con la collana?"
"Collana?" ripeté con una strana espressione sul viso.
Ma questo fece solo alterare ulteriollmente la ragazza "Smettila di fingere con me. Sei l'unico a conoscere il mio segreto!" Prima di continuare diede una rapida occhiata attorno a sé, sperando di non aver attirato troppo l'attenzione con il suo tono di voce "Hai incantato quella bambina per farmi avere una collana maledetta! E sono sicura che sei stato tu a mettere il mio nome nel Calice!" 
Hans rimase a fissarla in silenzio, quasi impassibile.
"Pratichi le arti oscure, ma non capisco perché ce l'hai con me! Cosa ti ho fatto?!" chiese, ormai sull'orlo dell'esasperazione, fece per abbassare di poco il capo, iniziando a torturarsi i guanti che teneva sulla mani "E' per quello che è successo a Milo?! Io... Io non avrei mai voluto..."
"Lo so."
Elsa incrociò nuovamente i suoi occhi, titubante "Quindi sei tu a..."
"Lascia che ti dica una cosa..." Hans prese un profondo respiro, fissandola con sguardo più deciso "Al di la di tutto questo...Tu sei un pericolo, ne sei consapevole?"
Lei abbassò nuovamente il capo, temendo sulla risposta da dare.
Aveva ragione. Era un pericolo, da sempre.
Ma cosa poteva fare? La sua era una maledizione a cui non aveva mai trovato una cura, se mei fosse stato possibile. Le sue zie ci stavano provando da anni, ma ancora non avevano trovato una soluzione, dentro di sé sentiva che non sarebbe mai potuta vivere normalmente.
Era troppo strana e pericolosa sia per i babbani che per i maghi. Non avrebbe mai avuto una vita normale.
"Io... Ci sto provando."
"Sai bene quanto sarà difficile..." Hans le si avvicinò, assumendo un tono più calmo.
"No..." indietreggiò, seppur di un passo. Ma l'altro la raggiunse ancora.
"Pensa ad Anna. Vuoi che finisca come Milo?"
"No! Io..."
"Ascolta" le si avvicinò ulteriormente e le posò delicatamente una mano sulla spalla, costringendola a guardarlo "Perché non accetti il mio aiuto?"
"Perché...Milo...."
"Potrei aiutarti sul serio. Io ci tengo. Anche io....Come te, so cosa significa sentirsi soli."
"Non credo che..."
Sul volto del ragazzo si formò un sorriso amaro "Non siamo poi così diversi Elsa, per i miei genitori è sempre stato come se non esistessi. Io...Per loro non sono nulla, non sono mai stato abbastanza, nonostante il mio impegno."
Elsa d'altra parte rimase immobile, esitante.
"A differenza di Milo, so a chi vado incontro. Se non fosse per il Torneo ti avrei già proposto di allontanarci dal castello, insieme " le sussurrò.
Lei continuò a fissarlo incredula.
"Qui è pericoloso, credi davvero che nessuno si sia accorto realmente di te?" e con un lieve cenno del capo fece per indicare il professor Pitch, lontano da loro che stava parlando con l'insegnante di Aritmanzia.
"Ho visto che prima parlavate" continuò "Non vuoi ascoltare me, ma dai fiducia ad un professore in passato attratto dalle Arti Oscure?"
Lei non seppe cosa dire, il ché diede al ragazzo la scusa per continuare "Ti potrei aiutare a liberarti di tutto questo, se solo mi dessi l'occasione" le sorrise "Stare in questo posto, così pieno di persone...Non è da te e lo sai. Potresti rischiare di agitarti e chissà cosa causeresti senza volerlo. Andiamocene via da qui. Lontano da tutti."
Non sapeva cosa diamine le stesse passando per la testa.
Lo aveva fermato per intimarlo di non avvicinarsi a sua sorella ed ora Hans si stava comportando come un buon amico, cercando di calmarla per non rischiare di ferire qualcun altro.
Eppure, in quel breve momento in cui i loro sguardi si incrociarono, Elsa non ebbe una sensazione di disagio, gli occhi di Hans sembravano sinceri, per una volta.
Che si fosse sbagliata fin dall'inizio?
Iniziò a sentire una forte stretta allo stomaco, si guardò le mani e le vide tremare. Quelle parole l'avevano confusa, agitata, sentiva che se non si fosse riuscita a calmare, questa volta avrebbe davvero rischiato di svelare a tutti i suoi poteri.
"Elsa?" Hans le si avvicinò ancora e questa volta cercò di sfiorarle la mano tremante, senza smettere di guardarla. 
In quel momento si stava sentendo davvero vulnerabile, una parte di lei avrebbe voluto fidarsi di quel suo modo così rassicurante, ma poi si ricordò della collana, del Torneo...E sebbene Hans non avesse confessato di essere lui l'autore, doveva comunque restare in guardia. 
Ma se non stesse realmente mentendo e volesse solo aiutarla, anche in quel caso sarebbe stato troppo pericoloso stargli vicino.
Si spostò, recuperando un po' della sua determinazione. Per qualche secondo buono lo sguardo del Corvonero parve  amareggiato, ma poi tornò a fissarla deciso come se niente fosse.
"Io... Devo andare."
Elsa lo guardò un ultima volta prima di voltarsi, ma non appena girò il capo, vide Anna a pochi metri davanti a loro, Kristoff era poco più distante. Poteva leggere benissimo la delusione nello sguardo di sua sorella, probabilmente doveva aver frainteso quell'avvicinamento tra lei ed Hans.
"Perché mi stai facendo questo?"
Elsa boccheggiò qualcosa ma la gemella non le diede il tempo di spiegarsi che si allontanò a passo svelto via da lei, mischiandosi tra gli studenti. Lei puntò per un breve istante gli occhi su Kristoff, poi tornò a cercare Anna più velocemente che poteva. Anche Hans fece per seguirla ma questa volta l'altro lo fermò, intimandogli di lasciare del tempo alle due sorelle per potersi chiarire.


 

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Verso metà serata, Jim aveva deciso di allontanarsi qualche minuto da tutto quel gran baccano. Aveva raggiunto la torre di Astronomia e, per non rischiare di incappare in qualche altro studente, si era recato fino all'ultimo piano: voleva stare un po' per conto proprio a scervellarsi per far funzionare quel rompicapo e poter finalmente mettersi in pari col resto del gruppo.
Charlotte l'aveva lasciata in buone mani: per tutta la serata era stata puntata da diversi ragazzi per il semplice fatto di essere la sua accompagnatrice, ma quel piccolo dettaglio non sembrava importargliene molto, le piaceva avere tutte quelle attenzioni e anzi, era stata proprio lei a consigliargli di prendersi una boccata d'aria. 
Doveva ammetterlo, quella ragazza lo aveva sorpreso: a primo impatto poteva sembrare molto superficiale e altezzosa, in realtà, esuberanza a parte, si era dimostrata una persona gentile, empatica e anche divertente. Aveva compreso che c'era qualcosa che non andava ed era stata comprensiva nel lasciargli un po' di spazio tutto per sé. 
In quel momento non riusciva a pensare ad altro se non alla prova, ormai sembrava essere diventata un'ossessione per lui.
Finalmente l'ultima combinazione sembrò portare a qualcosa e di colpo le rune così formatesi iniziarono a illuminarsi per diversi secondi, rivelando quindi la probabile soluzione dell'enigma, l'indizio per la seconda prova:

 
"La bestia cornuta implacabile avanza
e ad ogni suo passo si perde speranza.
Non provare a combatterla tentando la sorte
o il tuo destino sarà un'orribile morte.
Corri veloce, non ti voltare:
quel che importa è la giusta via trovare.
Lungo la via diffida da fate e folletti
il cui unico scopo è giocarti dispetti.
E per render più ardua tua tua missione
dovrai capire cosa è realtà e cosa illusione."


Oh no.
Bestia cornuta, orribile morte...
Non gli piaceva, non gli piaceva per niente.


"Belle! Sei qui?"
Jim scattò subito e istintivamente rimpicciolì la sfera e fece per portarla dentro la tasca. Nel frattempo la voce di Moana si fece più insistente e solo dopo qualche secondo buono decise di farsi avanti.
La Grifondoro si voltò giusto in tempo per vederlo scendere.
"Fammi indovinare, cercavi Belle?"
L'altra abbozzò un sorriso ironico "Perspicace. Si è allontanata dal ballo ed ero preoccupata. So che le piace molto passare del tempo qui a leggere."
"Oh sì, in effetti con questo buio è il luogo perfetto per leggere qualcosa..." Jim voltò lo sguardo sul panorama, appoggiando i gomiti sulla ringhiera dell'edificio "Però la posso capire. Ha la vista più bella di tutta Hogwarts."
Spesso anche lui, come quella sera, aveva bisogno di allontanarsi da tutte le preoccupazioni e la torre di Astronomia era sempre stato uno dei suoi luoghi preferiti dove rilassarsi, assieme al Campo da Quidditch.
Moana annuì, appoggiando anche lei le mani sulla ringhiera "E' vero. Questa notte non fa nemmeno così freddo" alzò poi lo sguardo verso l'alto, facendo cenno a Jim di imitarla "Guarda: c'è anche la luna piena!"
L'amico annuì, voltandosi nuovamente verso di lei "Romantico, no?" 
L'espressione stupita della ragazza gli fece capire di aver un tantino esagerato, balbettò qualcosa di incomprensibile e alla fine decise di optare per il silenzio. 
Con la coda dell'occhio vide che anche Moana sembrava piuttosto imbarazzata, lo capiva dal modo in cui stava stringendo la sua collana. Lo faceva quando era nervosa, era un suo atteggiamento tipico durante il periodo degli esami. 
Rimasero in quel pesante silenzio per un po', iniziando a sentirti impacciati come non mai.
Di solito sarebbe scappata qualche battuta o avrebbero scherzato su qualcosa di buffo accaduto durante la serata, ma ultimamente si sentivano diversi.
Avrebbe tanto voluto tornare a com'erano prima, ma purtroppo sapeva che ormai non era più possibile, non ora che si stava rendendo conto dei suoi sentimenti. Non era sicuro se anche lei provasse lo stesso e sapeva che non doveva lasciarsi trascinare dalla gelosia verso Tadashi, ma per tutta la sera non aveva fatto altro che vederli così complici e la cosa lo stava mandando letteralmente in paranoia.
Si sentiva uno stupido a non averla invitata fin dall'inizio.
"Allora..." iniziò titubante Moana, abbozzando un sorrisetto impacciato "C_cosa ci fai qui così isolato?" 
"Sai com'è... Tutto quel ballare, girare...Non credo di essere così portato. Troppo movimento."
L'altra si portò una mano sulla bocca per non rischiare di scoppiare a ridere "Troppo movimento? Ma se giochi a Quidditch!"
"Il Quidditch è diverso! E'..."
"Niente scuse, Jim. Di semplicemente che non sei bravo a ballare."
"Su questo devo darti torto, cosa credi? Guarda che me la so cavare!" disse, facendola ridere ancora "Hai risolto l'enigma?"
"Sí. Proprio ieri."
Si guardarono e senza dirsi nulla, sorrisero complici, capendo di essere effettivamente nei guai.
"E' troppo sperare che non vogliano davvero ucciderci?" 
"Credi siano peggio dei draghi?"
"Di sicuro! Mi ci gioco tutti i modellini che ho della Firebolt che i draghi saranno il male minore d'ora in poi" ” esclamò Jim.
"Tu e Tadashi la pensate allo stesso modo" rise lei.
Il Serpeverde sorrise beffardo "Beh... Anche tu e lui se per questo: Modashi."
Quella battutina la fece arrossire lievemente "Te l'ha detto Lottie?"
Jim si strinse le spalle e si appoggiò nuovamente sulla ringhiera, cercando di assumere l'espressione più disinteressata possibile "Lei...Le ragazze...La scuola." 
"Siamo amici" tagliò corto lei.
"Amici..." ripeté sottovoce, inarcando un sopracciglio "Mmh...Certo..."
L'espressione della ragazza si fece più severa "Sí. Amici” lo sentì ancora sbuffare qualcosa e a quel punto si incupì “E' un problema?"
Lui riportò nuovamente lo sguardo altrove, brontolando qualcosa poco prima di rispondere "E perché mai? Potevi andare con chi volevi."
"Abbiamo deciso di andare assieme per aiutarci, eravamo pressati dagli inviti, a te non è capitato?”
Non sapeva nemmeno perché si stesse giustificando in quel modo, ma quelle sue occhiatacce perennemente scocciate iniziavano fortemente ad irritarla.
"Quale sacrificio..."
"E' solo un ballo, Jim. Non capisco cosa ci sia di sbagliato."
"Non è ironico? Pensavo che la Gazzetta avesse costruito questa specie di triangolo scemo per far notizia, e invece ha creato senza volerlo la coppia perfetta."
Moana lo fissò un'ultima volta, poi senza dire niente si girò e fece per andarsene via. Per la foga il fermaglio che portava tra i capelli era scivolato a terra, Jim lo raccolse con un rapido gesto, scattando poi verso di lei "Ma dove vai?"
"Torno indietro! Devo ancora trovare Belle e Tadashi mi starà cercando" rispose con tono secco "E non ho più voglia di parlare con te."
Non voleva discutere ancora. Ultimamente il loro rapporto era sempre più altalenante, quando pensava che fosse tutto risolto, ecco che uno dei due diceva qualcosa che non doveva, facendo nuovamente traballare la loro amicizia.
Sapeva della forte pressione per il Torneo, lo stava provando anche lei, ma questo non gli dava alcun diritto criticare la sua uscita con Tadashi. Inoltre anche lui c'era andato con un'altra e lo aveva specificato fin dall'inizio che non l'avrebbe invitata.
Non fece in tempo a rientrare che Jim con uno scatto le bloccò la strada
"Che ti è preso adesso?" chiese.
Moana incrociò le braccia al petto "Lo sai che sei strano? Questa è la nostra prima VERA conversazione da giorni. Questa sera non hai fatto altro che evitarmi."
"Non darmi tutta la colpa, tu hai fatto lo stesso!"
Lei esitò un attimo "Io n_non ti stavo evitando!"
“Eri sempre con Tadashi!”
“E tu con Lottie! Te ne ho forse fatto una colpa?!”
Jim non disse più nulla, ma lo sguardo che le rivolse la fece vacillare ancora.
Avrebbe voluto strozzarlo in quel momento "Tu... Sai essere così… A volte…Grr!” si bloccò, sentendosi grata di non essersi portata dietro la bacchetta o per il nervoso gli avrebbe lanciato una fattura “L_la smetti?!"
Lui la fissò perplesso "Di fare cosa?" 
"Di fare sempre così!" gli puntò le braccia contro, confondendolo ancora di più "E' tutta la sera che hai quell'espressione, come se ce l'avessi con me per qualcosa!"
"Non è ver..."
"Si invece!" lo canzonò, mettendolo con le spalle al muro "Da quando ti danno fastidio le mie amicizie?!"
"N_non mi danno fastidio!"
"Oh cresci Jim! Non dovresti perdere tempo qui, dovresti tornare di sotto, stare in compagnia di Charlotte, la ragazza che hai voluto invitare."
Lui alzò gli occhi al cielo di rimando "E tu con Tadashi! Ma perché sei uscita con lui?!"
"E a chi avrei dovuto chiederlo?!"
"A me! Potevi chiederlo a me!"
In quel breve litigio non si erano resi conto di essersi avvicinati ulteriormente. Jim aveva indietreggiato subito, mentre Moana era rimasta ancora spiazzata per la frase di poco fa "Aspetta tu... Volevi che ti invitassi?"
L'amico arrossì e sviò immediatamente lo sguardo altrove, trovando particolarmente interessante il panorama.
"Volevi che ti...Invitassi sul serio...?" aveva continuato a ripetere, confusa.
Jim teneva sempre gli occhi puntati da un'altra parte ed iniziò a grattarsi nervosamente il capo, giochicchiando poi con il codino tra i capelli "Era...Era solo un'idea..."
"Perché allora hai detto quelle cose al pub?"
Ma questa volta lui non rispose, e questo non fece che infastidirla ancora "Quindi non hai una cotta per Charlotte?" continuò.
Lui si irrigidì subito e finalmente incrociò di nuovo il suo sguardo "N_no! Insomma... E' carina, ma... No! L'hai vista? E' un tornado di energia, non starei al suo passo neanche volendo" disse, sentendo le gote arrossire appena "L'ho invitata...Perché...Non lo so" si fermò, titubante "Non era lei che avrei voluto fin dall'inizio..."  
Non poté vederlo, ma sul volto di Moana si era formato un lieve sorriso, quasi come se si sentisse sollevata. 
"Non è... Sai..." mormorò ancora Jim grattandosi debolmente il capo "Non è il mio tipo è...Non credo di essere il suo" concluse.
Smisero di guardarsi negli occhi, avvertendo entrambi un tremendo nodo allo stomaco. 
Poi Moana si fece coraggio e, sebbene una parte di lei oscillava tra la curiosità e il disagio, sentiva che se non agiva in quel momento, chissà quando ci sarebbe stata un'altra occasione.
"Quindi..." si morse il labbro inferiore, iniziando a pentirsi di quello che stava per pronunciare.
Si trovava parecchio in difficoltà in quei generi di discorsi, l'amore era sempre stato messo in disparte per lei, troppo impegnata con il Quidditch, studio, amicizie. Ma per quanto cercasse di non pensarci, ultimamente non faceva che chiedersi come sarebbe ora la situazione tra di loro se lo avesse effettivamente invitato a quella festa.
"Sai ....Come deve essere?" chiese.
Jim la fissò.
"Il tuo tipo" continuó lei. La voce decisamente più acuta del solito.
Vedendola arrossire in quel modo, Jim poté giurare di non averla mai vista tanto imbarazzata quanto bella come in quella sera.
Questo fece vacillare anche di più Moana, che decise di ritrarsi, prima di poter incespicare ancora "L_lascia perdere, è... Ehm.... Fa freddino ora vero? Meglio rientrare." 
Si sentiva morire dalla vergogna, cosa diamine le era passato per la testa? Con che faccia lo avrebbe guardato nei giorni successivi?
Jim la seguì per un istante con lo sguardo, poi fece un passo in avanti "A_Aspetta!" 
Moana si fermò.
"Il mio tipo? Beh...Sai... Potresti facilmente saperlo..."
"Ah si?"
"Qui a scuola c'è...Una ragazza..." poi di nuovo il silenzio fino a quando Jim prese nuovamente coraggio ed iniziò a camminarle incontro con fare più deciso "E' davvero difficile parlarle ultimamente... E il mio atteggiamento non ha contribuito. Vorrei solo avere il coraggio di dire quello che provo senza morire di imbarazzo." 
Moana si passò una mano tra i capelli e sospirò "Ascolta Jim, non devi se non..."
Lui non le diede nemmeno il tempo di finire di parlare, fece per muoversi ed era come se le gambe stessero andando per conto proprio.
"Vorrei avere il coraggio di dirle che...La trovo estremamente intelligente..."
Lei nel frattempo continuava a fissarlo, senza dire più nulla.
Jim si portò una mano sul mento, fingendo di pensarci "E bravissima nello sport... Mmh... Sì. Direi portata per il Quidditch."
"Davvero?"
"È un ottimo capitano."
A quelle parole, il volto di Moana si illuminò.
"Poi è...Divertente, altruista, coraggiosa..."
Jim le passò attorno, avvicinandosi sempre di più.
"...E bella."
Moama alzò il capo e lo guardò con un cipiglio divertito "...Solo?" ormai si trovavano molto vicini. 
"Di più" continuò Jim, sorridente "E' fantastica. Sai... E' in gamba."
Quel piccolo gioco di parole aveva fatto capire ad entrambi le loro intenzioni, li aveva resi consapevoli che qualcosa tra loro era cambiato, forse già da tempo.
Moana si sentì più agitata che mai, l'ultima volta che erano stati così vicini aveva dovuto far leva su tutta la sua buona volontà per non sporgersi ulteriormente. Malgrado i loro alti e bassi non poteva negarlo, ogni volta che la guardava in quel modo avvertiva uno strano nodo allo stomaco e, senza rendersene conto si trovava a sorridergli, comportandosi come se le avessero dato la notizia più bella di tutta la giornata.
"Se è così fantastica, perché non sei andato con lei al ballo?" lo provocó.
Questa volta Jim esitò un po' prima di rispondere "Perché sono un idiota?"
Moana lo fissò con un sopracciglio inarcato, per poi sciogliere tutta quella tensione mettendosi a ridere "Forse anche lei doveva farsi coraggio e invitarti, dopotutto."
Jim le sorrise ancora e, dandosi tutto il coraggio necessario, si sporse verso di lei per rimetterle tra i capelli il fermaglio di prima, lei sussultò a quel tocco, ma non si spostò. Poi le posò due dita sotto al mento per sollevarglielo ed avvicinarsi al suo viso.
Ma sfortunatamente l'attenzione di entrambi venne attirata da un verso.
"Hai sentito anche tu?" Moana si ritrasse subito e si diresse verso la ringhiera più vicina per poter controllare meglio, assottigliò gli occhi per riuscire a vedere meglio quella strana figura, ma nulla, era troppo buio per poter avere un'idea chiara della situazione.
"C'era qualcuno..." rispose sottovoce.
Anche Jim si chinò per osservare in quella direzione, ma poco dopo rivolse la sua attenzione sulla ragazza "Non sembrava affatto amichevole."
L'amica fece per rispondere, ma quello strano verso venne nuovamente udito, questa volta più lontano, si poteva sentire appena, ma la direzione, per quanto avessero potuto capire, poteva essere il cortile della scuola.
"Non mi piace" mormorò, senza smettere di fissare quel punto.
In quel preciso istante lo sguardo di Jim mutò "Nemmeno a me."



 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Sono riuscita ad aggiornare! Miracolo!
Iniziano ad accadere pian piano nuove cosette e i drammi non mancano tra i personaggi.
Moana e Jim hanno avuto un bel chiarimento, anche se ora sembrano essersi distratti da altro. Elinor alla fine è un po' fangirl, ma per la coppia sbagliata. Vabbeh xD
Mi sta piacendo un sacco scrivere i confronti tra Anna ed Elsa, non lo avrei mai pensato, ma sono alcuni dei momenti che mi piacciono di più da raccontare. 
Non sto a tediarvi troppo in queste note, che avrò già scritto troppo in questo capitolo. Vi ringrazio tantissimo come sempre e auguro Buon Halloween a tutti!

 

 
~Un abbraccio grande~




 
  
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