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Autore: pampa98    31/10/2021    2 recensioni
[Storia scritta per il Writober di fanwriter.it]
Questa storia è ambientata dopo "Di ghiande e altri frutti", ma è comunque leggibile da sola.
«Preferirei che piovesse ancora domattina» mormorò. «Non tutto il tempo, solo… abbastanza.»
Thorin non disse niente, ma il suo sguardo intenso lo invitò silenziosamente a continuare.
«Dopo la pioggia arriva sempre un arcobaleno. Sarà sciocco, ma mi piace vedere quei colori che illuminano il cielo e la calma che si respira di fronte a uno spettacolo così sublime.»
Si voltò verso Thorin, sentendosi ridicolo per quei sentimenti, pur consapevole che l’altro non li reputava affatto stupidi.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt 31: Arcobaleno

IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO

 

 

A Bilbo piaceva la pioggia. Il dolce rumore dell’acqua che picchiettava sui vetri unita allo sfrigolio delle fiamme nel camino creava la perfetta colonna sonora per sedersi in poltrona e leggere un libro. Ogni volta che il tempo gli impediva di sedersi sul porticato a fumare un buon sigaro o prendersi cura delle sue piante nel giardino, Bilbo ne approfittava per indossare la vestaglia e mettersi a leggere, qualunque fosse l’ora del giorno. Un’attività semplice e che poteva essere svolta anche in compagnia; a meno che, naturalmente, la compagnia non fosse composta da tredici nani. Casa Baggins era alquanto spaziosa, ma non era comunque il luogo ideale in cui rinchiudere quattordici creature, la metà delle quali incapaci di restare sedute in tranquillità per più di venti minuti – Bilbo li aveva contati.
La giornata era dunque trascorsa tra i tentativi di Bilbo e Balin di dissuadere i membri più giovani della compagnia a uscire nonostante la pioggia – “È solo un po’ d’acqua, abbiamo sopportato di peggio!”, “Oh, lo ricordo bene, Kili, così come ricordo che ogni volta che siamo andati al mercato tu ti sei perso. No, mio caro, non ho intenzione di ammalarmi per venirti a cercare: restiamo tutti in casa.” – e Thorin che lanciava occhiate minacciose ogni volta che vedeva uno dei nani mangiare al di fuori dei pasti. Alla fine, Bilbo aveva dato il via libera per la cena e si era rintanato nella sua camera in cerca di un po’ di salutare silenzio. Sperò che Thorin si ricordasse di tenergli da parte almeno un tozzo di pane, ma avrebbe potuto accettare di andare a letto senza cena se ciò significava avere qualche minuto di pace. Era felice che i suoi amici fossero andati a trovarlo e, a differenza dell’ultima volta, non vedeva l’ora di partire con loro alla volta di Erebor, tuttavia i nani andavano presi a piccole quantità e lui ne stava subendo un’overdose da più di due settimane.

Si sdraiò sul letto, massaggiandosi le tempie mentre si lasciava sfuggire un sospiro dalle labbra. Sentì bussare alla porta e dai colpi educati intuì di chi si trattasse prima ancora che l’altro parlasse.
«Posso entrare?»
Bilbo acconsentì e Thorin entrò nella stanza con due piatti pieni di zuppa tra le mani. Lo aiutò a portarli dentro e richiuse la porta, prima di sedersi sul letto e fare cenno al nano di fare altrettanto.
«C’è un piacevole silenzio in questa stanza.»
Bilbo annuì con forza.
«Spero… Spero non sia stato maleducato nascondermi qui. Cioè, un po’ lo è stato naturalmente, ma...»
«Non devi scusarti, hai fatto più che bene» disse Thorin e poi gli rivolse un sorriso complice. «Inoltre, così hai permesso anche a me di fare lo stesso.»
Bilbo ricambiò il sorriso, ma abbassò subito lo sguardo sulla sua cena quando sentì il volto farsi caldo. Consumarono il pasto facendo progetti per l’indomani, sperando che tornasse il bel tempo, e studiando una tattica per sopportare al meglio un eventuale altro giorno di clausura.
«Dovremo uscire per prendere qualcosa da mangiare, perché dubito che avanzerà del cibo stasera» commentò Thorin e Bilbo non poté che dirsi d’accordo. Guardò fuori dalla finestra e si lasciò sfuggire un sospiro.
«Preferirei che piovesse ancora domattina» mormorò. «Non tutto il tempo, solo… abbastanza.»
Thorin non disse niente, ma il suo sguardo intenso lo invitò silenziosamente a continuare.
«Dopo la pioggia arriva sempre un arcobaleno. Sarà sciocco, ma mi piace vedere quei colori che illuminano il cielo e la calma che si respira di fronte a uno spettacolo così sublime.»
Si voltò verso Thorin, sentendosi ridicolo per quei sentimenti, pur consapevole che l’altro non li reputava affatto stupidi. Gli sorrise, stringendosi nelle spalle.
«Ma in fondo non importa. Avrò modo di vedere altri arcobaleni nella mia vita, a meno che non stia intorno a dei nani affamati. Non mangerebbero mai un Hobbit, vero?» aggiunse, con una punta di sincera preoccupazione nella voce.
Thorin rise, scuotendo la testa.
«No, almeno non se quell’Hobbit è il loro scassinatore preferito.»

 

La mattina seguente, Bilbo fu svegliato da dei gentili strattoni. Sollevò le palpebre e vide il volto sorridente di Thorin sopra di lui.
«Buongiorno, Bilbo.»
Bilbo si stropicciò gli occhi.
«Uogiono» disse, in uno sbadiglio. «Che ore sono?»
«Molto presto in realtà, ma credo proprio che ne sarai felice. Vieni.»
Bilbo avrebbe voluto ribattere che non c’erano molte ragioni che rendessero felice un Hobbit di alzarsi prima dell’alba, ma la fiducia che nutriva in Thorin lo convinse ad accettare il suo invito. Indossò la sua vestaglia e uscì dalla stanza, raggiungendo il nano che lo stava aspettando davanti alla porta di ingresso aperta.
«Guarda.»
Indicò il panorama davanti a loro: i primi raggi del Sole facevano capolino tra le colline e l’erba era ancora bagnata dalla pioggia e dalla rugiada. E, sopra a tutto ciò, si potevano distinguere sette strisce colorate che si rincorrevano nel cielo. Bilbo sgranò gli occhi, mentre un grande sorriso si fece largo sul suo volto.
«L’arcobaleno! Oh, è davvero bellissimo. Ma… Thorin, non sei stato sveglio tutta la notte per controllare se fosse comparso, vero?» chiese, preoccupato.
«No, mi sono semplicemente svegliato presto. È stata una fortunata coincidenza, Bilbo.» Gli mise un braccio intorno alle spalle, stringendolo al suo corpo. «Ammetto che forse ho un po’ forzato il mio risveglio. Dopo quello che mi avevi raccontato ieri, non avrei mai voluto perdere la possibilità di vedere il tuo sorriso di fronte a questo spettacolo.»
«Thorin...»
Bilbo si trovò a chiedersi, ancora una volta, cosa potesse avere di così speciale un semplice Hobbit come lui per il Re del popolo di Durin, ma Thorin non gli diede tempo di mostrare il suo stupore. Si chinò verso di lui e catturò le sue labbra in un bacio gentile, che Bilbo ricambiò subito con gioia. Gli portò le braccia intorno al collo, sollevandosi sulle punte per approfondire il contatto tra le loro bocche e le loro anime. Sentì il suo cuore sobbalzare per quel nuovo gesto così familiare e sorrise quando Thorin lo strinse maggiormente tra le braccia.
Quando si separarono, il Sole aveva iniziato a illuminare Casa Baggins e l’arcobaleno si stava lentamente dissolvendo, e a Bilbo bastò incrociare lo sguardo innamorato di Thorin per sapere che quella sarebbe stata solo la prima di molte grandiose giornate.

   
 
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