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Autore: Khailea    03/11/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
Yume-Nadeshiko-Vladimir-Ryujin-Ayame-Lighneers-Annabelle-Sammy-Johanna-Alexander-Hope-Lacie-Seraph:  


-Non posso credere abbiamo sprecato un’intera mattinata a non fare niente!- brontolò Ayame ancora furiosa di non avere vinto nulla, e soprattutto che non ci fosse qualcosa in palio per la lotta a palle di neve.
In compenso si stava consolando rimanendo appicciata al braccio di Lighneers, quasi privandolo della circolazione.
-La vita è uno spreco…- mugugnò lui irritato. Se non cercava di scappare era solo perché si sentiva sfinito, non tanto per il gioco, ma per il modo in cui lo assillavano.
-Non direi che è stato uno spreco di tempo, abbiamo passato qualche ora tutti assieme.- sorrise Ryujin. -Anche se ammetto la compagnia di certi è migliore di altri.-
-Sai dove puoi ficcartela la compagnia?-
-Adesso che vogliamo fare?-
Annabelle si mise rapidamente tra Ryujin e Lighneers prima che cominciassero a litigare, ricevendo comunque un’occhiataccia da Ayame che non gradiva fosse ancora nei dintorni.
-Perché non vai a salvare delle foche?- chiese quest’ultima.
-Io ne vedo una proprio adesso.- rispose Seraph guardandola.
-Mi stai dando della grassa?!-
-Facciamoci della cioccolata calda nya!-
L’intervento di Lacie bloccò entrambe, che si ritrovarono d’accordo sulla proposta.
-Chiamo anche gli altri?- chiese Johanna finendo di asciugare il suo cellulare, dopo averlo recuperato dalla neve.
Non tutti in effetti erano ancora nel salone dello chalet, alcuni erano andati alle proprie stanze, altri a cercare qualcosa da fare.
-No dai, divertiamoci tra di noi.- rispose Yume abbracciandola alle spalle.
Nadeshiko tra tutti era la più entusiasta. -Facciamo vagonate di cioccolata calda!-
-Siamo in uno chalet, non dobbiamo fare nulla.- replicò Alexander.
-Per una volta mr. Muto ha ragione. Siamo in vacanza, non dobbiamo alzare nemmeno un dito!-
-Non è un po’ tutta la tua vita, Ayame?- replicò Hope infastidita dal modo in cui l’aveva chiamato, ma l’altra la vide come tutt’altro che un’offesa.
-Hai ragione! La mia vita è meravigliosa!-
-Posso avere anche io una vita così?-
-Mi spiace Nadeshiko, ma devi avere la fortuna di nascere me.-
-Allora direi siamo stati tutti piuttosto fortunati.- sussurrò Vladimir a Seraph, che annuì d’accordo.
-Ci mettiamo tutti dal camino?- propose Sammy indicando le poltrone libere. La maggior parte delle altre persone era probabilmente a sciare a quell’ora.
-Sì, sarebbe molto carino.- disse Annabelle prendendola in braccio.
-Qualcuno chiami i domestici. Non abbiamo tutto il giorno.- disse Ayame trascinando Lighneers su una poltrona, sedendosi su di lui.
-Ti rendi conto che anche loro sono persone, vero?- chiese Vladimir senza aspettarsi una risposta positiva.
-Persone di basso rango che lavorano per me.-
-In realtà lavorano per i proprietari dello chalet.- specificò Ryujin.
-E non sono di basso rango. Senza di loro non ti godresti questo posto. Dovremmo ringraziarli.- aggiunse Hope, ma la ragazza non si sbilanciò.
-Lavorano per i proprietari che lavorano per soddisfarmi, quindi per estensione lavorano per me.-
-Lascia perdere, è come parlare con un muro.- disse Seraph prima che cominciasse una discussione.
-Vado io a chiedere di prepararci qualcosa, voi sistematevi pure.- si offrì gentilmente Ryujin andando a cercare qualcuno.
-Grazie mille!- Yume accettò subito la gentilezza, sistemandosi comodamente davanti al fuoco. -Aaah, le migliori storie si consumano davanti a un camino…-
-Yume, c’è Sammy.- le sussurrò Johanna ben sapendo di cosa avrebbe potuto parlare.
-Che storie?- chiese infatti la bambina curiosa.
Per quanto l’argomento fosse maturo Yume non era certo priva di senso, e rispose alla piccola senza alcuna difficoltà. -Storie di innamorati che si fanno le coccole davanti al fuoco.-
Hope dall’altra parte trasse un sospiro di sollievo, sedendosi assieme ad Alexander su una poltroncina.
Ryujin tornò poco dopo facendo altrettanto. -Qualche minuto e saranno qui.-
-Ma io la volevo adesso nya!- protestò Lacie.
-Nel frattempo potremmo chiedere del vino.- sussurrò Ayame all’orecchio di Lighneers.
-Sono astemio.-
-E da quando?- ridacchiò Vladimir.
-Da ora.-
-Andiamo ragazzi, cerchiamo di parlare d’altro.- disse Hope non volendo parlare di alcol davanti a Sammy.
-È un peccato non essere riusciti a fare delle foto nya.-
-Il professore non è tato certamente disponibile in questo…- sbuffò Johanna al ricordo del suo cellulare perso tra la neve, e recuperato per miracolo.
-Non potevi usare uno dei tuoi droni?- chiese Nadeshiko a Vladimir; lo conosceva da una vita, quindi sapeva bene tutti i giocattolini del ragazzo.
-Credi che mi porti un drone ovunque vada? Sì, ma credevo saremmo andati a scuola.- rispose il ragazzo facendo spallucce.
-Avremo sempre i ricordi però.- sorrise Annabelle cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno.
-Mentalità da poveri.- la prese in giro Ayame, con Lighneers che storse le labbra a quel commento, ma senza dire nulla.
La cioccolata calda come Ryujin aveva promesso non tardò ad arrivare, evitando qualunque lite e rilassando gli animi.
-A prescindere potremmo fare più spesso cose simili.- sorrise Johanna.
Annabelle annuì d’accordo. -E in estate c’è sempre il mare!-
-Non sarebbe male effettivamente, una cioccolata calda in estate sarebbe difficile da digerire.-
-Parla per te Seraph, io potrei mangiarla sempre. S-E-M-P-R-E!- asserì Nadeshiko convinta, tra le chiacchere generali però Lacie si era fatta d’un tratto silenziosa.
-Va tutto bene?- chiese Seraph notandolo.
-Ho sentito dei rumori fuori nya.-
-Siamo in montagna, è piuttosto difficile non sentire nulla.- azzardò Alexander scettico.
-No nya, è diverso…-
Lighneers sentendola si alzò di scatto, facendo cadere Ayame per terra. -Vado a controllare io. Tutto pur di non essere qui.-
Sbuffando Ayame fu costretta a lasciarlo andare, soprattutto se non voleva ritrovarsi la cioccolata calda addosso, e il ragazzo camminò a passo pesante fino alla porta, appoggiando la fronte contro il vetro.
-Io non vedo…-
BANG
Accadde tutto in una manciata di secondi, e quasi nemmeno lui se ne accorse: i vetri andarono in frantumi, il suo sangue macchiò il pavimento della sala, e il gelo della notte entrò dal foro nella finestra, assieme a un gruppo di uomini vestiti di nero.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ailea-Khal:
 
Tornati nella propria camera la prima cosa che i due avevano fatto era stato togliersi i vestiti fradici di neve, o comunque quel poco che avevano, ed aprire l’acqua calda della vasca per scaldarsi assieme.
Ailea era a bordo vasca, con un braccio a coprirle il seno, e Khal la guardava nudo davanti alla porta.
-Ti piace quello che vedi?- le chiese con un sorriso.
-Molto… che ne dici di venire qui con me?-
Non servì nemmeno una risposta, Khal si avvicinò lentamente, prendendole il mento con la mano, sollevandolo per darle un bacio, leccandole le labbra con la lingua per invitarla ad aprirle.
-Mh…-
Ailea si sentì spingere con forza nella vasca da bagno, e per qualche istante fu troppo stordita per rendersi conto erano entrambi sotto l’acqua bollente. Lui ancora la baciava, ma aspettò qualche altro secondo prima di permetterle di riemergere e respirare.
-Coff coff… hai voglia di giocare così stasera?- chiese lei sollevando la testa, afferrandolo per i capelli prima che rispondesse, bloccandolo tra le sue gambe.
Il ragazzo capì piuttosto rapidamente il proprio compito, e prese a darle piacere senza vacillare nemmeno per un’istante, non importava quando l’acqua bruciasse o quanto i polmoni fossero sul punto di cedere, avrebbe potuto resistere ancora a lungo se avesse potuto sentirla tremare sotto di sé.
Ormai era certo di starle dando tutto ciò che desiderava, ma quando lei lo tirò fuori dall’acqua all’improvviso non poté evitare di guardarla confuso.
In tutta risposta lei gli fece segno di tacere indicando la porta.
Qualcuno era entrato mentre erano nel bagno? Dall’espressione seria di lei non c’era nemmeno bisogno di chiederglielo.
Non importava chi fosse, se uno del loro gruppo o meno, gli avrebbe rotto tutte le ossa per avergli interrotti.
Khal uscì lentamente dalla vasca con solo l’asciugamano addosso, mentre Ailea continuò a gemere per far credere all’intruso non si fossero accorti di lui, mettendosi comunque la maglia di lui e le mutande per ogni evenienza.
Non avevano armi a portata di mano, tutto era sul letto, e dallo spiraglio della porta non si vedeva nulla.
Non ebbe altra scelta se non quella di aprire e scattare all’esterno, e immediatamente qualcuno gli saltò addosso tentando di tramortirlo.
Ailea arrivò immediatamente, spaccando sulla testa dell’uomo una bottiglia di spumante, tramortendolo e facendolo cadere a terra, ma questo non era solo.
Una seconda persona uscì dall’armadio accanto, colpendola alla testa con un piede di porco.
Il colpo fu abbastanza forte da farla cadere a terra, con un rivolo di sangue che scendeva dalla tempia.
Ringhiando rabbiosamente Khal gli fu subito addosso, afferrandolo per la testa e sbattendogliela contro l’armadio, ma nuovamente venne bloccato dall’altra persona, che usando uno dei vestiti lasciati sul letto glielo passò attorno al collo, tentando disperatamente di tirarlo indietro per liberare il compagno, al ragazzo però non importava, almeno non finché l’altro era vivo.
La sua rabbia era tale che non sentì nemmeno la porta aprirsi e una terza persona arrivare, e di conseguenza non riuscì ad evitare di venire a sua volta colpito alla testa con qualcosa, perdendo i sensi.
L’uomo che aveva cercato di strangolare tornò a respirare a fatica.
-Cazzo! Fottuto ragazzino!-
Per vendicarsi gli tirò un calcio alle costole, appoggiandosi all’armadio tentando di riprendersi.
-C’è andato vicino… meglio legarlo prima si riprenda.-
-Sparagli e basta!-
-Non sprecherò della merce solo perché tu sei un coglione. Legateli entrambi.-
Non sembrava poterci essere replica all’ordine, e i due si affrettarono a legare la coppia.
 
 
 
 
 
 
 

Zell-Astral:
 
L’ampia stanza della sauna era completamente vuota, ad eccezione per Astral e Zell, che seduti ai lati opposti e più distanti si stavano godendo un po’ di pace.
In verità avrebbero preferito evitare la reciproca compagnia, per un bel numero di motivi che partivano dal fatto indossavano solo asciugamani, ma nessuno dei due aveva voluto cedere al desiderio di andare per primo, e quello era stato l’unico accordo possibile.
Almeno tenendo gli occhi chiusi potevano fingere l’altro non ci fosse, ma con il passare dei minuti il calore sembrò aumentare.
Per un po’ nessuno dei due disse nulla, non volendo essere il primo a farlo, ma alla fine Astral cedette. -Non ti sembra un po’ troppo?-
-Cosa?-
-Andiamo, lo sai. Ti stai sciogliendo come un ghiacciolo.-
Non aveva tutti i torti, e infatti Zell si alzò dirigendosi verso la porta per controllare i valori all’esterno fossero normali, quando però fece per aprirla non ci riuscì.
-Ma che diavolo…-
Continuò a tirare con tutta la sua forza, ma la porta rimaneva chiusa.
Alla fine Astral si alzò, con un sorrisetto sotto la maschera; perfino lì non l’aveva tolta, visto c’era Zell.
-Dai forza, lascia fare a me.-
-Ripetilo.- ringhiò l’altro irritato, ma alla fine dovette farsi da parte.
-Sei disidratato, coraggio usciamo da qui.-
Con spavalderia fece per aprirla con una sola mano, ma trovando un’eccessiva resistenza provò con entrambe, spingendo fino a gonfiarsi le vene.
-Sei disidratato?- lo canzonò Zell.
-È bloccata!-
-Ma non mi dire!-
-Non mi urlare in faccia!-
Era difficile non urlare in una situazione simile, soprattutto perché perfino il vetro non si rompeva; tutte le loro armi erano rimaste dentro, cellulari inclusi.
-Cazzo! Qualcuno ci apra!-
Cominciarono a colpire la porta senza sosta, nella speranza un addetto o un altro cliente li sentisse, ma tutti sembravano essere svaniti nel nulla.
C’era decisamente qualcosa di strano, non era il momento giusto però per pensarci.
Continuando in quel modo avrebbero finito per svenire.
 
 
 
 
 
 
 
 
Jack-Daimonas-Milton:
 
Salutati gli amici Jack, Daimonas e Milton avevano deciso di tornare in camera a riposare, prendendo qualche snack e cioccolata in caso avessero trovato un film carino da guardare, ma per il momento stavano seduti su un grande tappeto bianco davanti la televisione, a chiacchierare.
-Allora, vi siete divertiti ieri sera?- chiese la ragazza. -Vi ho sentiti scendere nella hall.-
I due divennero rossi all’istante, e Milton non seppe trattenere una risatina. -Non preoccupatevi, non si è sentito nulla.-
-Grazie al cielo!- sospirò Jack sollevato, rendendosi conto di avere appena dato un altro indizio su ciò era successo. -Ehm, cioè, non che sia successo nulla di grosso.-
Daimonas sorprendentemente era il più calmo tra i due, e anzi ci scherzò addirittura sopra. -Io non direi.-
-Daimonas!- esclamò Jack spalancando gli occhi.
-Credo che tu l’abbia capito, ma è stata una notte molto importante.- sorrise l’altro ancora leggermente rosso in viso.
Milton era la sua migliore amica, e voleva fosse a conoscenza delle cose belle gli capitavano, senza necessariamente scendere in troppi dettagli.
-Sono felice per voi, direi allora dobbiamo festeggiare stasera. Vi lascio scegliere il film da guardare.-
-Oh oh! Dite hanno netlix qui?-
Tutto contento Jack afferrò il telecomando, cominciando a fare zapping e a guardare tra canali e programmi.
Daimonas e Milton sorrisero lasciandolo fare, ma il ragazzo a un certo punto si scurì.
-Tutto bene?- chiese lei preoccupata.
-Mi è sembrato di sentire un rumore…-
E se fosse stato il prete?
Era riuscito a seguirlo fin lì e ora voleva finire il lavoro, o peggio, vendicarsi sui suoi amici.
Stava cominciando a sudare freddo, ed era diventato molto pallido.
-Ehi cucciolo, va tutto bene?- chiese Jack preoccupato, avvicinandosi.
-Io… ho sentito uno strano rumore.-
Il trauma era troppo fresco per poterlo ignorare, ma era già capitato che vedesse nelle ombre le proprie paure, perciò non era completamente a suo agio a dirlo ad alta voce.
Se si fosse sbagliato avrebbe semplicemente guastato l’atmosfera.
-Forse gli altri stanno lottano. Non mi stupirei nel vedere Ayame e Cirno picchiarsi fra loro.- sorrise Jack cercando di rassicurarlo.
-No non… non era un suono di lotta.-
-Ho paura a chiedere ora… non saranno Astral e Seraph? O Ailea e Khal? O Yume… ti porto dei tappi per le orecchie se vuoi…- si offrì Jack rabbrividendo, Daimonas però si trovava sempre più in difficoltà.
-Non è quel genere di suono…-
-Possiamo scendere a controllare, forse qualcuno si è fatto male.- propose allora Milton con una strana sensazione dentro di sé.
Di solito quando l’amico si comportava così c’era sempre un motivo.
-Non voglio rovinare la serata…-
-È impossibile.- lo rassicurò Milton, alzandosi. -Coraggio, mal che vada prendiamo qualcos’altro da mangiare.-
Jack annuì seguendola, e così fece anche Daimonas. Aprendo la porta si avviarono verso le scale, ma arrivati a metà il ragazzo si fermò, bianco in viso.
-Sento l’odore del sangue.-
Quell’affermazione raggelò anche gli altri due, che si guardarono attorno molto più preoccupati rispetto a prima.
Se qualcuno si era ferito e Daimonas era in grado di sentirlo significava non era un semplice graffietto.
Il panico si impadronì del ragazzo, nella convinzione le sue paure fossero fin troppo reali, e così non riuscì ad accorgersi in tempo degli intrusi che sentendoli arrivare si erano nascosti tra i corridoi, lanciandosi contro di loro colpendoli con delle mazze di ferro, tramortendoli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Grace:
 
Dopo tutto il casino della mattinata e del primo pomeriggio Grace non aveva la minima intenzione di restarsene con tutti gli altri tra le urla e gli schiamazzi, e così era tornata in camera sua aprendo al massimo l’acqua calda, lasciando il telefono sul lavandino con la sua playlist preferita da spotify.
-Aaah… ci voleva proprio.-
Una doccia era il modo perfetto per rilassarsi, assieme alla palestra, e questa cominciava veramente a dare i propri frutti.
Ci lavorava solo da qualche mese, ma cominciava a vedere i primi addominali e le braccia erano toniche tanto quanto le gambe, doveva ammettere inoltre che dava una certa soddisfazione prendere a calci quei maschilisti che pretendevano un altro istruttore quando la vedevano.
C’erano vari shampoo nella doccia, lasciati in base alle preferenze degli ospiti, e Grace stava decidendo se provare quello alla vaniglia o al melograno, quando sentì qualcuno afferrarla da oltre la tendina della doccia, e scaraventarla a terra.
Reagì d’istinto tirando un colpo all’orecchio della persona, in modo da stordirla.
Se era uno scherzo degli altri non lo trovava affatto divertente, ma l’uomo davanti a lei non era decisamente uno dei ragazzi che conosceva, e nemmeno uno dell’hotel.
Fece appena in tempo ad afferrare un asciugamano per coprirsi prima che questo si riprendesse e le saltasse addosso.
Il pavimento era bagnato, ma lei riuscì comunque a tirargli un calcio alle ginocchia e a farlo cadere nella doccia, tirandogli una gomitata sulla schiena con forza.
Approfittando di questo momento Grace cercò di scappare verso la porta, venendo afferrata alla caviglia all’ultimo minuto e fatta cadere.
Lei cercò di colpirlo alla faccia con dei calci, e ci riuscì, la presa di lui però non cedeva, stringendola con forza per non farla scappare.
-Mollami!-
La differenza di stazza era evidente, e purtroppo giocò in favore dell’uomo, che riuscì a tirarla verso di sé nonostante i colpi subiti.
-Lasciami andare!-
 
 
 
 
 
 
 
Cirno:
 
-…-
Ormai era da almeno un’ora buona che Cirno aspettava pazientemente il proprio premio, e lei e la pazienza non andavano molto d’accordo.
Cosa c’era di difficile da capire?
Avevano fatto una gara, aveva vinto e ora meritava un premio. Quindi che senso aveva dire che non c’era nessun premio?
Viste le sue incredibili doti strategiche come minimo meritava un trofeo, o un bacio da Andrea e Alex.
La neve non la infastidiva per nulla, e nemmeno il freddo, quindi aveva pensato che se fosse rimasta ad aspettarli gli altri avrebbero capito cosa era giusto facessero, e l’avrebbero raggiunta con una colossale festa in suo onore.
Cominciavano però a tardare un po’ troppo.
-… andiamo, possibile che siano così lenti di comprendonio?- chiese tra sé e sé sospirando, cominciando a pensare non sarebbero mai arrivati.
-Nemmeno se gli dici le cose in faccia capiscono.-
A questo punto tanto valeva tornare dentro e urlarglielo che pretendeva quanto meno una festa, perciò si avvicinò allo chalet a grandi falcate, ma notò subito che c’era qualcosa che non andava.
Un vetro era rotto, e accanto ai cocci c’era del sangue.
Nascondendosi tra la neve strisciò fino alla porta, scorgendo all’interno numerose figure accanto ai suoi amici, tutti legati e bloccati a terra.
-Oh, ghiaccioli.-
   
 
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