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Autore: Teo5Astor    10/11/2021    7 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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17 - Se il mondo finisse domani
 
 
Lazuli arrossì leggermente e distolse lo sguardo da quello di Radish, emozionata e imbarazzata. Le aveva detto una cosa bellissima. E le sarebbe piaciuto davvero vedere trasformato ogni giorno della sua vita in una festa. Non certo nel vero senso della parola, perché, col suo carattere schivo e riservato, freddo agli occhi della quasi totalità dei suoi conoscenti, non era mai stata un'amante di party, schiamazzi e caos assortiti. E non amava nemmeno avere troppa gente intorno, troppe persone a cui dar retta. Ma le piaceva il concetto di festa, intesa come momento felice. Come attimo di serenità. Come possibilità di sentirsi bene, in pace con sé stessa e col mondo. Di sentirsi a casa, di percepire il calore delle poche persone a cui voleva bene. E di sentire quel calore scaldarle l'anima.
Però, per tutto questo, era necessaria una condizione, secondo lei.
"Solo... solo se ci sei anche tu in quei giorni di festa" disse con un filo di voce.
"Ma certo, Là! Io sarò l'organizzatore e l'invitato principale della tua festa, ogni giorno! O almeno, lo spero! Se tu lo vorrai" rispose lui.
"Certo che lo voglio, scemo" sorrise Lazuli, tornando a guardarlo. "Anzi, grazie".
"Non devi ringraziarmi, io vorrei solo vederti felice ogni giorno. Felice davvero, eh" la rassicurò lui.
Lazuli distolse di nuovo lo sguardo fissando un punto indefinito del cielo e sospirò con una punta di amarezza. Non voleva che il Cappellaio vedesse la malinconia che traspariva dai suoi occhi.
"Io non credo di essere mai stata felice sul serio. Lo sono stata solo a tratti, per brevi momenti" spiegò, allungando una mano e cercando quella di Radish.
La trovò subito, come se fosse lì ad aspettare solo lei.
Intrecciò le dita intorno a quelle di lui. Erano calde, forti. Rassicuranti.
Lazuli si sentì meglio. Più forte. E in grado di tornare a guardarlo di nuovo.
"Però non credo sia un caso che in quei momenti felici c'eri tu" aggiunse, sciogliendosi in un sorriso.
I suoi occhi di ghiaccio erano lucidi, di una purezza disarmante. Trasparenti, come quel cuore che cercava sempre rifugio dietro alla corazza con la quale aveva imparato a difendersi dal mondo.
Non c'era traccia di filo spinato intorno al suo cuore, in quel momento. Era una rosa, come le aveva detto Mai, ma le sue spine non potevano pungere Radish.
"Lo so, Là... so tutto. Perché non ho mai smesso di guardarti da quando ti conosco" disse Radish. "E non ho mai smesso di mettercela tutta per farti sorridere, per provare a renderti felice. Sai, tu sei bella sempre, ma lo sei un po' di più quando sorridi".
Lazuli si sentì tirare verso di lui, all'improvviso, e si ritrovò tra le sue braccia.
Affondò il volto nei suoi pettorali e si aggrappò alla sua camicia con entrambe le mani, mentre sentiva le sue braccia avvolgerla e scaldarla. Proteggerla.
Si sentiva piccola accanto a lui, imponente com'era, lei che era tutt'altro che piccola. Ma era una bella sensazione sentirsi protetta, per una volta, anche per una come lei che aveva imparato presto a proteggersi da sola e a non contare sugli altri.
"Perché... perché ci hai messo così tanto a comportarti così, a dirmi certe cose..." sussurrò lei, colpendo con un debole pugnetto carico di risentimento il petto di Radish.
"Perché sono un coglione e perché non mi sentivo abbastanza per te..." sospirò lui.
"Tu sei molto più che abbastanza, razza di scemo... non farmi arrabbiare..." sbottò Lazuli, colpendolo più forte.
"Diciamo anche che mi ero posto un obiettivo da raggiungere, prima di poterti dire tutto... per sentirmi più all'altezza...".
"E l'hai raggiunto? Di cosa si tratta?" domandò lei, sollevando la testa e staccandosi leggermente da lui col busto per guardarlo negli occhi.
Erano ancora abbracciati, lui le accarezzava lentamente i fianchi e le faceva provare dei brividi caldi lungo la schiena. Le faceva battere il cuore all'impazzata.
I loro volti erano vicini, tanto vicini. Quante volte era successo da quando Lazuli era arrivata al tè del Cappellaio?
E ad essere vicini non erano solo i loro volti, ma anche le loro anime, in quel preciso istante. Forse mai come prima.
"Non avrebbe senso parlarne adesso... meglio domani, quando tutto sarà finito" rispose Radish.
"Non so se voglio che arrivi domani, però..." sospirò Lazuli.
"Perché hai paura della battaglia? Se è per quello anch'io ho paura, anche se faccio il cretino per dare sicurezza a tutti..." ammise il Cappellaio, ridacchiando.
"Un po' perché ho paura di domani, un po' perché ho paura che finisca oggi... mi sento bene, adesso, per una volta" accennò un sorriso lei.
"Io mi sento più tranquillo da quando sei arrivata tu, perché so che ce la farai... che ce la faremo, domani. E che quindi anche domani, anche dopodomani, anche tra un mese, un anno e cent'anni potrai sentirti bene come adesso" sorrise lui, rassicurante.
Sembrava che sapesse sempre come prenderla.
"Allora... allora prima eri serio? Non mi stavi prendendo in giro?" domandò timidamente Lazuli.
"Prima quando?" chiese a sua volta lui. "Sono successe tante cose, prima".
"Quando... beh, q-quando mi hai detto che mi amavi!" tuonò lei, paonazza, alzando il tono della voce e parlando velocemente.
"Ah, intendevi quello!" scoppiò a ridere il Cappellaio.
"Allora, eri serio o no?!" sbottò Lazuli, minacciosa e irritata.
"Io sono un Cappellaio Matto! Non sono una persona seria!" sorrise lui.
Lazuli si sentì ferita, presa in giro e profondamente imbarazzata, mentre la rabbia cresceva a dismisura dentro di lei.
Allontanò Radish con uno spintone e arretrò di un passo, prima di dargli una sberla sulla guancia.
Quante volte l'aveva colpito in quella giornata assurda?! Più o meno delle volte in cui aveva creduto che si sarebbero baciati? Più o meno delle volte in cui le aveva fatto battere il cuore all'impazzata?
"Sei uno scemo e uno stronzo, ecco cosa sei!" urlò, furibonda. "Ti prendi gioco di quello che provo, dici che hai un obiettivo che ti frenava e non vuoi parlarmene! In più domani potrebbero morire i nostri amici, mio fratello e anche noi, ma continui a comportarti così!"
"Non ho mai detto che non era vero quello che ti ho detto. Ho detto solo di non essere una persona seria. Picchi forte, mi piace questo lato di te..." sorrise il Cappellaio, massaggiandosi la guancia e avanzando di un passo verso Lazuli. "E, per il mio obiettivo, devi fidarti di me. Pensavo che fosse qualcosa di necessario per raggiungere il mio sogno".
"Posso sapere almeno qual è questo sogno, allora?!" chiese lei, piccata, incrociando le braccia sotto il seno.
"Sono certo che lo sai già..." le fece l'occhiolino Radish, tornando a scaldarle il cuore nonostante fosse arrabbiata con lui.
Si stava riferendo a lei? Era lei il suo sogno? O era un altro dei suoi stupidi scherzi da idiota?
"Piuttosto... cos'è che provi tu?"
Lazuli si sentì mancare il fiato nel sentire questa domanda.
"Continui a chiedermi quello che provo io" continuò il Cappellaio. "E io sono matto, per quello ti ho proposto di diventare matta insieme a me".
Già, cosa provava? Poteva dirgli che lo amava? Ne sarebbe stata capace, giunti a quel punto?
"Ti ho... t-ti ho già detto che va bene. Che voglio diventare matta... con te..." disse a fatica, con un filo di voce.
"Ma non mi hai detto quello che provi, Là" ribatté Radish. "Io so già che tu sei matta, altrimenti non saresti venuta qui".
"E tu non mi hai ancora detto se domani pensi che morirà davvero qualcuno... molti con cui ho parlato ne sono convinti. Mio fratello, anzi, i miei fratelli... Sedici... e chissà quanti altri. Lunch aveva paura, mi ha stretto il cuore vederla così..." cercò di sviare l'argomento Lazuli.
Ce la stava mettendo tutta per aprirsi, per essere sincera, per parlare a cuore aperto. Ma era tremendamente complicato per lei.
A volte le sembrava di essere sott'acqua, e di sentirsi bene quanto più era profondo l'abisso. Forse perché si sentiva protetta e, allo stesso tempo, libera di essere quello che era in mezzo a tutto quel silenzio. A quel buio. Probabilmente amava il mare anche per questo. Le era sempre piaciuto nuotare. Stare in apnea, anche.
Però, in quel momento, sentiva che stava cercando di risalire verso la superficie. Che voleva vedere la luce. Respirare a pieni polmoni una boccata d'aria.
Urlare verso il cielo quello che aveva dentro.
Ma allora perché la superficie le sembrava così lontana? Perché aveva la sensazione di nuotare a vuoto? Di fare una fatica tremenda?
"Non è importante quello che penso io, conta solo che domani questo mondo non cessi di esistere" rispose Radish, serio, riportandola alla realtà. "Basta che almeno uno di noi resti vivo per usare le Sfere del Drago".
"E... se il mondo finisse domani?" chiese lei, perdendosi negli occhi neri come la notte del Cappellaio.
O come l'abisso, quello più profondo. Quello più avvolgente.
Radish accennò un sorriso e la prese per mano. Lei lo lasciò fare, rapita dal suo sguardo magnetico e rinfrancata da quel contatto che la faceva sentire bene.
"Allora facciamo così" propose il Cappellaio. "Tu che cosa faresti adesso, sapendo che il mondo finirà domani?"
Lazuli rimase in silenzio, i suoi occhi erano come l'inverno. Freddi, velati di brina ghiacciata. Ma anche colmi di calore, ardenti come il fuoco che brucia nel camino quando fuori fa freddo.
"Ti ho mai detto che hai gli occhi inverno, tu?" domandò all'improvviso Radish, che sembrava le avesse letto nel pensiero. "Hanno quel velo di malinconia, ma anche il calore della strada di casa. E poi brillano più di quanto t'immagini, perché le stelle in inverno sono più luminose".
Lazuli sorrise a quelle parole e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Avrebbe voluto dirgli che, più che gli occhi inverno, forse aveva un cuore di ghiaccio, visto che era incapace di esternare sul serio quello che provava. O magari le si erano congelate le corde vocali, dato che non sapeva cosa dire.
"Grazie, Rad, ma... vedi, forse io sono semplicemente fredda come l'inverno. Lo sai anche tu come mi chiamano tutti..." sospirò, alludendo a quel nomignolo che tanto odiava. Regina delle nevi.
"Beh, ma l'inverno è la mia stagione preferita! Possiamo berci tanti tè bollenti per scaldarci, no?" le fece l'occhiolino Radish, prima di tornare serio. "Non mi hai ancora detto che cosa faresti, se davvero potessi avere la certezza in questo momento che il mondo finirà domani".
Lazuli lo sapeva.
Sapeva benissimo che cosa avrebbe voluto fare in quel momento, se fosse stata certa che quella sarebbe stata la sua ultima notte.
Era quello che voleva da anni, del resto.
Ma non poteva dirlo. Non voleva.
Faceva la dura, si spacciava per forte. Ma non lo era, in fondo. Non così tanto come sperava di essere, almeno. Era brava a sguazzare nelle profondità del mare, da sola, un po' meno a riemergere alla luce del sole, dove c'erano gli altri. Dove c'era Radish, soprattutto.
"Io..." provò a rispondere, ma le parole le morirono in gola, spingendola a distogliere lo sguardo da quello del Cappellaio.
"Tu, piuttosto, cosa faresti se il mondo finisse domani?" si riscosse dopo pochi istanti, cercando di reagire e tornando a guardare quegli occhi velati di follia mista a dolcezza.
Quegli occhi che amava da una vita.
Radish sorrise sghembo e si tolse il cappello, per poi appoggiarlo sulla testa di Lazuli. Non ebbe bisogno di calcarlo, le andava grande e i suoi capelli biondi affondarono in quel cilindro che le arrivava fino a metà fronte.
Il Cappellaio glielo spostò leggermente indietro facendo leva col dito dal basso verso l'alto e inclinandoglielo così un po' in direzione della nuca.
Lazuli si sentiva bene con quel cappello in testa. Le sembrava di avere con sé una parte di Radish. Il suo calore, il suo profumo. Era rassicurante avere quel cilindro verde in testa, la faceva sentire più forte. E non le interessava che forse poteva apparire ridicola con quell'affare di dubbio gusto tra i capelli.
Non avevano mai smesso di tenersi per mano.
"Che cosa farei io se il mondo finisse domani?" disse il Cappellaio, facendo spallucce.
"Semplice. Ti direi che ti amo, te lo direi fino a farti capire che lo penso sul serio" aggiunse, tirando verso di sé Lazuli, che aveva gli occhi sgranati e il cuore che batteva così forte da farle male, mentre sentiva le braccia di lui cingerle con forza i fianchi e fare aderire i loro busti e i loro bacini.
"Ti amo, Là" sorrise un po' di più Radish, stringendola a sé in una dolce morsa.
Ingabbiandola in una prigione dorata.
"Poi farei anche questo, già che ci sono" soffiò, a un nulla da lei.
E la baciò.
 
 
 
 
 
 
 
Note: ci sono voluti 17 capitoli, ma ce l'abbiamo fatta a vedere il primo bacio tra Rad e Là!
Però, prima di tutto, ben ritrovati in questo post Lucca Comics, grazie per esserci sempre e per aver avuto pazienza in questo punto così cruciale della storia, spero che questo capitolo abbia rispecchiato le vostre attese e che vi sia piaciuto!
Un capitolo tutto dedicato a Radish e Lazuli in cui c'è poco da dire, o, forse, ci sarebbe tanto da dire, non saprei! Pensateci voi allora, ditemi cosa ne pensate di questi due che finalmente ce l'hanno fatta dopo tanto rincorrersi!
 
Grazie come sempre a chi mi lascia il suo parere e mi sostiene ad ogni capitolo, spero che anche chi di solito legge in silenzio stavolta vorrà dirmi cosa pensa di questo bacio. Un grazie grande anche a chi ha inserito la storia nelle liste.
 
Non è un caso che una cosa così speciale sia successa nel capitolo 17, come il mio caro C17 di cui non vedo l'ora di tornare a indossare il cosplay... chissà quindi cosa potrà succedere nel prossimo, che è il capitolo 18, come la mia amata C18...
Vi do appuntamento tra due settimane, sempre di mercoledì, perché il post Lucca (che è stata magnifica, magica e totalizzante) è stato abbastanza devastante e avrei bisogno di un senzu o della vasca di rianimazione Saiyan, spero che avrete pazienza!
Potrei anche postare finalmente un disegno allucinante di Lazuli in versione Alice che mi ha fatto Elena Mirulla a Lucca, chissà... ;-)
Il titolo sarà "Matto come un Cappellaio", e direi che ci sarà da divertirsi!
Grazie ancora e a presto!
 
Teo
 
   
 
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