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Autore: MIV93    27/11/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10
- Marragas -




 
Nel comparve all’improvviso dal nulla, il suo ultimo passo tanto leggero da aver sollevato solo uno sbuffo di sabbia bianca. Regina la seguì qualche istante dopo, ma sembrava un po’ più affannata della Espada.

“Cavolo… sei veloce!” disse Regina, quasi ammirata, facendo arrossire leggermente Nel, quindi si guardò intorno alla ricerca di qualche indizio sul luogo presso cui erano dirette. Non c’era altro che deserto attorno a loro, uno sconfinato deserto bianco con appena un paio di arbusti scheletrici e neri che rompevano la monotonia di quel mare di sabbia bianco.

“Ehm… Nel-san… di preciso questa foresta dove sarebbe?” chiese alla fine confusa l’arrancar dei Void Territories mentre l’Espada dai capelli verdi spostava un masso con estrema facilità.

“Alcuni anni fa sono finita per errore nella Foresta dei Menos. È un territorio molto ampio, ma ha pochi ingressi. Questo è un ingresso che ho creato per me e per i miei amici, in modo da poter sempre avere un punto in cui accedere senza farci scoprire – e Nel, estratta la spada, menò un fendente talmente veloce da spostare una quantità enorme di sabbia, rivelando, sotto una duna, uno stretto tunnel – l’ingresso noto alla maggior parte della gente che è vissuta qui è una grossa caverna semi-collassata qualche chilometro in quella direzione” e Nel indicò alla sua destra, dove si stagliavano in lontananze dei modesti rilievi.

Regina si grattò la nuca: “Se uno dei tre ha trovato un punto di accesso, sicuramente ha trovato quello più visibile…”

Nel annuì: “Questo ingresso è conosciuto solo da me e da due miei fidatissimi amici, entreremo da qui e ci dirigeremo verso l’ingresso principale”

“Speriamo di trovare qualcuno. Se ha abbassato la guardia, riusciremo ad approfittare della sua sicurezza per percepirne la reiatsu!” disse Regina, intrufolandosi nella galleria.

Nel commentò, sorpresa e divertita: “Hai intuito, pensavo fossi più incline ai pugni come Grimmjow!”

“Sono MOLTO incline ai pugni, ecco perché devo pensare come pensano i miei nemici. Più nemici trovati, più pugni dati!” e Regina rise di gusto, aguzzando allo stesso tempo i sensi per poter percepire la presenza di qualche nemico. La speranza era proprio che questi, preso da un senso di sicurezza, rivelassero la loro presenza. Fortunatamente per Regina, così fu, e proprio dal nemico che meno si sarebbe aspettata avrebbe ceduto a questa debolezza.

A centinaia di metri di distanza, abbarbicata su un ramo di quarzo della sconfinata Foresta dei Menos, circondata da pilastri di cristallo e ombre di Hollow che si aggiravano attorno a lei, Lyuka si stava ricucendo la coda del suo abito e riprendeva affannosamente fiato. L’effetto dopante degli ormoni di Neri Za era stato potente, certo, ma il suo corpo era provato dall’enorme sforzo.

Boccheggiava vistosamente e cuciva il grumo di plastica che doveva assomigliare ad una coda ma che in quel momento era troppo deformato dal calore delle saette della shinigami nemica, nel mentre borbottando a bassa voce: “Rimanete a Hueco Mundo… siete stati avventati… fate perdere le vostre tracce e poi vi aprirò una via di fuga… puttana del cazzo. Sapevo che non dovevo fidarmi di quella troia intorta-uomini di Neri Za! Avesse guidato Emelrich la spedizione ci avrebbe recuperato in fretta! Fa tanto la sostenuta, il capo di tutto, ma è l’ennesima femmina ammaliata dal pene!”

Era evidente persino ai tronchi cristallizzati, immobili e senza vita, di quel luogo che a Lyuka non era piaciuta la stringata strategia di uscita che aveva imposto loro Neri Za. Tra mille pregiudizi, la rabbia verso tutte quelle donne che si erano prese gioco di lei, a suo dire, e la delusione di aver mandato alle ortiche una missione furtiva, tipologia di compito che in teoria avrebbe dovuto essere per lei più congeniale, la camaleontica shinigami aveva, non solo annullato ogni effetto della sua zanpakuto, ma anzi aveva lasciato libero di fluire il suo reiatsu senza nemmeno accorgersene.

Tra un borbottio e un altro, Lyuka neanche si accorse quando, diversi metri sotto di lei, alle basi dell’albero cristallizzato, Regina arrivava correndo come una pazza, assestando una testata al tronco di roccia così forte da spaccarlo.

“CAMALEONTINA DELLE MIE BALLE, SCENDI GiÙ E COMBATTI SE PROPRIO HAI VOGLIA DI FARTI TROVARE COSì FACILMENTE!” urlò l’arrancar dei Void Territories, agitando i pugni verso l’alto. Lyuka urlò, sorpresa, ma riuscì a saltare via, cercando di raggiungere l’albero ciclopico più vicino, trovandosi però di fronte Nel, sguardo mortalmente serio e spada pronta a colpire.

La shinigami parò il colpo sfoderando la sua lama con una rapidità possibile grazie solo all’adrenalina, sentendo tutti i muscoli e le ossa del braccio scricchiolare per lo sforzo improvviso e per l’impatto devastante. Le lame cozzarono e il contraccolpo inviò Lyuka contro il tronco di un terzo albero di quarzo a velocità folle, producendo un inquietante rumore di cristallo crepato all’impatto.

Regina, ruggendo furibonda, prese a correre sul tronco dell’albero che aveva abbattuto con quella devastante testata, quindi saltò, pronta a dare un pugno all’avversaria. Lyuka, seppur senza fiato, riuscì a scampare al colpo, scartando di lato e lanciando un Sokatsui dalla mano tesa.

Nel comparve all’improvviso, mettendosi sulla traiettoria del colpo energetico e spalancando la bocca: in pochi istanti, l’hado fu completamente inghiottito e, di tutta risposta, l’Espada sparò quella stessa energia, amplificata e di colore rosa, contro la shinigami che, presa alla sprovvista, fu investita dal colpo, urlando.

“Quello che accidenti è?!” chiese Regina, ammirata.

“Cero Doble… assorbo energie nemica e la rilancio contro il mio avversario, potenziata dal mio Cero…” disse, quasi imbarazzata, Nel.

“Ma che figata! Non pensavo fossi così forte! Non è che potresti…” le rispose giuliva Regina, ma Lyuka, sospesa per aria poco distante da loro, la interruppe.

“Ma la smettete di leccarvela mentre cercate di ammazzarmi?! Cos’è, pensate davvero di averla vinta così facilmente?!”
Regina fissò Lyuka, tutta ferita e con i vestiti bruciacchiati, e fece un verso di scherno: “Siamo in due contro uno e tu sei allo stremo. Dacci la memoria che hai rubato alla mia amica e forse non ti farò troppo male quando ti trascinerò nei Void Territories!”

“Non ce l’ho quella fottuta scatoletta nera! Ci siamo divisi per questo e ho dato l’unità di memoria ad un mio compagno!”

Nel fece un passo avanti, sospesa nell’aria di quel luogo tetro mentre attorno a loro, attirati dal frastuono, si stavano radunando, decine di Menos classe Gillian, ammassandosi in attesa del momento propizio per attaccare ma troppo spaventati dalle reiatsu delle combattenti: “Allora vieni con noi, altrimenti saremo costrette ad eliminarti”. Nella voce della Espada non c’era esitazione e Regina rimase stranita nel sentire una voce così fanciullesca fare quella minaccia di morte con tale durezza.

Pur sorpresa, Regina non esitò a scattare quando vide Lyuka fare un passo indietro e, con un sonido, le piombò alle spalle: “Smettila di cercare una via di fuga, cretina. Sei nostra, devi solo scegliere se vuoi continuare a prendere pugni in faccia o accettare la sconfitta”

La shinigami si allontanò da lei, scartando di lato, ma capì di non avere più speranze di fuga: nel tempo che avrebbe impiegato ad attivare la sua zanpakuto le due arrancar l’avrebbero presa. Le serviva un diversivo per scomparire… quindi la sua mano si strinse sull’inalatore di ormoni nebulizzati di Neri Za. Quegli ormoni, inalati, davano un effetto dopante, ma mantenevano comunque l’innata capacità dell’arrancar di affascinare chi la circondava. E loro, in quel momento, erano circondati da Gillian senza cervello, tutti istinto e muscoli.

Lyuka sorrise, un sorriso perfido e volgare: “Beccatevi questo, puttane!” e lanciò l’inalatore, colpendolo con la sua spada prima che le due arrancar potessero fare niente: il contenuto si nebulizzò nell’aria e, quasi istantaneamente, tutti i Gillian presero ad urlare e corsero verso di loro mentre Lyuka rideva e gridava: “Kamofurāju, tōbu kamereon, Dilepis!”

La shinigami sparì completamente davanti agli occhi di Regina e Nel mentre contro di loro presero a caricare svariati Gillian. Nel cercò di scattare verso il punto in cui la shinigami era scomparsa, ma due Gillian invasati le caricarono addosso. L’Espada tranciò loro le teste e riprese ad andare avanti, ma Regina la placcò appena in tempo per salvarla da un Cero che l’avrebbe colpita alle spalle.

“No! Lasciala stare, non ha lei la memoria… ora dobbiamo pensare a scappare da qui… oh no…” disse Regina, girandosi e vedendo almeno quindici Gillian caricare i loro Cero. Nel spalancò la bocca, pronta a ricevere i colpi, ma Regina non si fidò della sua abilità. In poche frazioni di secondo, rilasciò la sua Resurrecion, divenendo gigantesca e ponendosi di fronte a Nel, allargando le braccia e urlando: “Hierro de la Muerte!”

Il corpo gigantesco di Regina fu colpito da tutti quei Cero, ma l’armatura bianca riluceva di reiatsu viola e le porzioni di pelle azzurrina senza armatura avevano assunto d’improvviso un colore grigio antracite. Quando i Menos furono stanchi di attaccare, Nel assistette stupita all’arrancar di fronte a lei che tornava normale e, chinandosi, ruggiva un “CERO RAGNAROOOOOOOK!”, emettendo un Cero dal potere pari, se non superiore, a quello di un Gran Ray Cero in un cono di ampiezza esagerata, che travolse tutti i Gillian di fronte a loro, vaporizzandoli.

Gli altri che si erano radunati attorno a loro esitarono solo per pochi istanti prima di tornare ad attaccare, arrancando verso di loro attirati dai ferormoni nell’aria. Quei pochi istanti di esitazione furono letali per loro poiché diedero il tempo a Regina di riprendersi e ringhiare: “Ora della pappa…”

Decine di lupi spiritici, figli della tecnica “Reina dos Lobos”, comparvero attorno a lei e presero a sciamare nella foresta, attaccando e consumando i Gillian mentre Regina si voltava verso la sua compagna di viaggio e seccava un Gillian vicino a lei con un pugno: “Tutto bene, Nel-san?”

“Senza nemmeno un graffio! – disse Nel, seccando un altro Gillian con un Cero – Quella tua abilità…”

“È lo Hierro di una mia Fraccion, l’ho ottenuto mangiando un po’ della sua essenza. È praticamente inscalfibile, ma devo restare ferma mentre lo attivo! – disse giuliva Regina, dando un calcio a un Gillian e spedendolo lontano – E voi state al vostro posto! Io sono Regina Hierrobosque! Questa foresta forse non è di ferro, ma non vi permettete di mettere in dubbio la mia autorità! FUGGITE, VERMI!” e Regina scagliò contro altri Gillian dei Bala, scacciando gli ultimi rimasti mentre tanti altri prendevano ad andare via.

Nel sorrise: “Sempre apprezzato un buon Hierro…” bisbigliò, ripensando al suo vecchio compagno e nemico. Regina, nel frattempo, richiamava e faceva scomparire i lupi spiritici e tornava alla normalità, ma i loro sensi furono ben presto colpiti da delle reiatsu familiari.

“Aya!” esclamò Regina.

“Haribel” disse, più pacata, Nel. Le due arrancar si guardarono e annuirono in tacito segno di intesa, quindi con un sonido scattarono via, dirette verso l’uscita più vicina da quel luogo e intenzionate ad accorrere in aiuto delle proprie amiche.
D’altronde, di Lyuka non era rimasta alcuna traccia e, con la sicurezza che non avesse lei la memoria, non era di nessuna utilità inseguirla. Corsero quindi senza esitazione, sentendo la reiatsu delle loro amiche fronteggiare quella di un nemico da non sottovalutare…
 

 
[...]


“Ah, quanti ricordi! Quando ancora Hueco Mundo era un posto in cui Barragan riduceva in polvere ogni cosa gli attraversava la strada senza chiedergli il permesso… mi ricordo di essere venuto anche io qui una volta… forse… i ricordi da Gillian sono così confusi delle volte!” ed Eiralos prese a massaggiarsi con forza la testa, ridacchiando come un ebete.

Le rovine dell’esilio erano effettivamente state un luogo frequentato svariati anni prima da innumerevoli hollow e arrancar “primitivi” che cercavano rifugio dalla furia del re di Hueco Mundo, Barragan, esiliandoli tra edifici squadrati, grotte e caverne. Ma dopo che Barragan si era stabilito nella sua ultima capitale e con l’arrivo di Aizen, le rovine avevano letteralmente perso di utilità ed erano, per l’appunto, cadute in rovina.

Non rimanevano che mozziconi di edifici che cadevano a pezzi, sassi, un paio di arbusti e sabbia, tanta sabbia; nessuno ci andava più forse per superstizione, forse per un senso di totale disinteresse. Non era mai stata una zona di Hueco Mundo facile da frequentare, ma con tutti i sovrani morti o scomparsi, non aveva più senso neanche nascondersi tra quei ruderi.

Ma evidentemente Eiralos, che conosceva quei luoghi, non era dello stesso avviso. Con quel poco di intelligenza tattica che aveva in testa, aveva capito come quel luogo potesse servire a nascondersi quasi in piena vista. Peccato che aveva passato i pochi minuti di libertà a girovagare per le rovine canticchiando e parlando con sé e che non aveva avuto la decenza, non solo di nascondere la propria reiatsu più del dovuto, ma neanche aveva nascosto l’unità di memoria, che teneva attaccata alla cintola con una rudimentale cinghia ricavata da un pezzo del suo pantalone.

Aya e Haribel rimasero a fissare a lungo quell’arrancar che ridacchiava e faceva avanti e indietro, tenendosi al riparo e minimizzando la propria reiatsu. Haribel, senza dire nulla, si alzò da dietro il calcinaccio che avevano usato come riparo e fece cenno alla shinigami di seguirla.

“Non può essere davvero così stupido da rimanere lì senza aspettarsi una trappola… ha la memoria con sé…” bisbigliò Aya, confusa.

“Lo è, fidati. Me lo ricordo di sfuggita, ha fatto parte dell’esercito di Aizen ai primi tempi… tira pugni. Null’altro”

Haribel si avviò a passo svelto verso Eiralos per poi sparire nel nulla, ricomparendo di fronte a lui. Sul viso dell’arrancar si stampò un’espressione di pura sorpresa quando l’espada lo attaccò, ma incrociò subito le braccia e parò il calcio volante che la bionda voleva assestargli.

“Ehi, bel gioco di gambe! Sei davvero uno squalo quando dai i calci, Haribel-san! Ahahahahahah! Capita?!” ridacchiò Eiralos, arretrando e scattando in avanti, assestando un pugno così forte ad Haribel che, pur avendo parato con la sua peculiare katana, si ritrovò ad arretrare di diversi metri.

“Sei veramente cretino, allora… “disse Aya, comparendo alle spalle dell’avversario e cercando di colpirlo con un hado, ma l’arrancar esplose in una grassa risata, prima di esplodere letteralmente in uno sbuffo violentissimo di calore.

Eiralos aveva infatti estratto, finalmente, la sua zanpakuto e aveva urlato: “Risa, Cannibar!”, rilasciando la sua Resurrecion ed esplodendo in un’ondata di calore terribile. Haribel e Aya si misero fianco a fianco mentre davanti a loro Eiralos assumeva una forma più ferina, con la maschera che pian piano gli aveva coperto tutta la parte inferiore del viso, diventando letteralmente il muso di una iena maculata con denti molto pronunciati; i capelli erano cresciuti, diventando un tutt’uno con la ispida criniera che gli correva fino a metà schiena e fondendosi anche con la pelliccia che gli circondava il collo. Solo le braccia e le gambe presentavano altre porzioni di quella pelliccia maculata, tanto simile al manto delle iene, mentre tutto il resto del corpo si era ricoperto della sostanza bianca e ossea delle maschere hollow.

L’arrancar ridacchiava convinto, staccandosi di dosso la memoria e mettendola attentamente per terra, quasi ne volesse aver cura: “Se questo coso si distrugge, la boss mi ammazza… quindi meglio non coinvolgerlo nella battaglia, che ne dite? Potrebbe diventare una… situazione scottante! Ahahahahahah!”

L’arrancar emise un altro sbuffo di calore soffocante, ringhiando piano la parola: “Sequìa” quindi caricò a testa bassa verso Aya che, ponendo la spada di fronte a te e sostenendone la lama con una mano, declamò: “Bakudo #39: Enkosen!”

Un velocissimo disco di energia gialla si creò di fronte a lei come uno scudo, attutendo il terribile pugno che, con la sua incredibile forza, distrusse in un istante l’incantesimo, ma quell’istante fu abbastanza per Haribel che, spiccato un grosso salto, ondeggiò la lama ricolma di reishi, scaricando quell’energia sull’avversario: “Ola Azur!”

L’impatto del colpo fu tremendo e persino Eiralos sembrò subirlo, ma l’arrancar iena rise e spiccò un salto per intercettare l’espada.

“Piloereccion!” disse, ridacchiando, mentre i peli della sua pelliccia diventavano irti e affilati come innumerevoli aghi di acciaio per poi cominciare a roteare su sé stesso e colpire in pieno Haribel. L’espada parò per alcuni istanti la carica roteante di Eiralos, ma la forza della rotazione fu tale da rompere la guardia di Haribel e cominciare a tartassarla di colpi, strappandole la giacca e cominciando a graffiarne pesantemente maschera e pelle.

Aya, ripresasi dall’impatto, capì come la pelliccia dell’avversario fosse divenuta un’arma capace di ferire un arrancar di alto livello, quindi puntò i due palmi della mano verso Eiralos e, con fermezza, richiamò l’incantesimo: “Bakudo #9: Horin!” e un grosso fascio di energia crepitante color arancione andò ad impattare contro Eiralos, appiccicandosi al suo corpo, e la shinigami, con uno sforzo indicibile, riuscì a usare il bakudo come un guinzaglio e schiantò l’arrancar per terra, lontano da loro e dall’unità di memoria.

“AHAHAHAHAHAHAHAHAH! DIVERTENTE! DIVENTERÒ UNO YO-YO!” urlò, ridendo come un pazzo, Eiralos, rialzandosi senza fatica e prendendo a roteare fortissimo su sé stesso, trascinandosi via Aya che, scagliata a mezz’aria, fu costretta ad interrompere l’incantesimo per non essere a sua volta schiantata al suolo. Rimase sospesa per aria, poco più in alto dall’arrancar iena, che però aveva spalancato la bocca: “CERO REDUCIDO!”.

Dalla bocca del nemico si produsse una sventagliata di piccoli Cero di colore giallo intenso dritta verso Aya che, suo malgrado, incassò un paio di colpi prima di riuscire ad attaccare e, pur seguita dalla pioggia di colpi, tese la mano in avanti e urlò: “Danku!” generando il muro semitrasparente di fronte a lei ed evitando la maggior parte dei colpi.

Eiralos scattò in avanti non appena capì di non poter distruggere in quel modo la barriera e, convinto di avere in pugno la shinigami, scartò di lato e cercò di colpire al fianco Aya, ma questa aveva previsto la mossa dell’avversario e, sfoderando di nuovo la zanpakuto, la rilasciò: “Fuhai, Fushokujumyō! Kusatta numa!”.

La nebbia corrodente si sparse attorno ad Aya e Eiralos fece un agile balzo indietro, guadagnando abbastanza tempo per potersi fare l’ennesima risata e urlare: “SEQUÌAAAAA!”. L’esplosione di aria calda fu devastante e Aya si sentì talmente disidratata che le parve di aver vagato in un deserto sconfinato per giorni. La nebbia della sua zanpakuto, respinta dall’ondata di aria calda e sublimata dal calore della stessa, fu resa quindi inutilizzabile e, boccheggiando, Aya fissò l’avversario farsi beffe di lei.

“Ohohohoh! Non ti piace quanto sono caldo, piccola shinigami?! Dai dai, continuiamo a danzare, mi sto solo scaldando! AHAHAHAHAHAHAHAH! Il mio Sequìa ti disidraterà per bene prima di cuocerti, stanne certa! Ogni traccia di acqua in tutte le rovine sparirà!”

Eiralos rise ancora, ma anche Aya sorrise, prima di usare uno shunpo e allontanarsi. L’arrancar guardò il vuoto di fronte a lui pieno di dubbi, senza accorgersi che alle sue spalle, sopra di lui, incombeva Halibel, con tra le mani l’unità di memoria: “Sei sicuro di riuscire a disidratare l’intera area con di fronte la padrona di tutta l’acqua?”

Eiralos rabbrividì, voltandosi mentre l’Espada si ricopriva di reiatsu e, facendo tremare il terreno, rilasciava la sua resurreccion: “Distruggi… TIBURON!”

In un’esplosione di energia dorata, l’Espada assunse la sua forma definitiva, levò la lama d’osso di squalo che aveva al posto del braccio destro e, con una nota annoiata nella voce, disse ad un incredulo Eiralos: “Disidrata questo… Cascada!”

L’ondata d’acqua che travolse la iena fu incontenibile e sebbene avesse tentato di arginare l’impatto con la forza massima del suo Sequìa, Eiralos fu travolto dalla pressione, venendone trascinato via finché Aya, volando sopra di lui, non evocò nuovamente un Horin e, urlando, prese a sbatacchiare l’arrancar a destra e a sinistra, schiantandolo contro quel poco che rimaneva delle rovine per poi immobilizzarlo, in una frazione di secondo, in un Rikujōkōrō.

Eiralos, scosso ma ancora vivo, cercò di rialzarsi nonostante i sei cunei di energia dorata che lo tenevano immobilizzato, ma Aya piombò su di lui, lanciandogli in fronte un singolo Hyapporankan: il grosso palo di energia violetta si moltiplicò in una decina di suoi cloni e colpi in pieno l’arrancar, facendolo svenire e immobilizzandolo del tutto mentre la sua resurrecion veniva nuovamente sigillata.

“Immaginavo volessi catturarlo vivo… l’ho risparmiato” disse Haribel, avvicinandosi ad Aya che, con un fiatone considerevole, fissava soddisfatta il suo nemico immobilizzato. L’espada, con un viso freddo come il ghiaccio, porse la memoria ad Aya e questa, caso più unico che raro, sorrise di gusto: “Grazie mille”.

La shinigami raccolse l’oggetto della loro ricerca proprio mentre, con evidente affanno, Regina e Nel arrivavano da loro.
“Oh, andiamo! Ci siamo perse il divertimento! ORA LO AMMAZZO QUELLO STRONZO!” urlò Regina, correndo verso Eiralos e cominciando a prenderlo a calci, ma Aya si affrettò a tranquillizzarla mentre Nel la tratteneva per un braccio.
“Portiamolo con noi vivo, Regina. Potrebbe esserci utile!”

“Lo so, lo so… ma volevo dargli due calci, ok?!” borbottò Regina, incrociando le braccia e fissando tutte le altre donne presenti nelle rovine.

“Aveva lui la memoria. Abbiamo quello che ci serve” disse Aya, annuendo.

“Ma se l’altro vostro avversario si comporterà come la shinigami camaleonte…” esordì Nel.

“Setsuna sta per cadere in una trappola!” concluse Regina.

“Dobbiamo andare a Marragas… se lì c’è una trappola, vuol dire che Grimmjow ormai sta per farla scattare – disse Haribel – Muoviamoci”.

Regina si caricò Eiralos sulle spalle quindi le quattro donne sparirono dalle rovine ancor più devastate, dirette verso l’antica capitale di Hueco Mundo, Marragas…

 
[…]


“Rallenta, cazzo! Sono io che so la strada per Marragas, non tu, shinigami!” urlò Grimmjow, correndo come un pazzo cercando di rivaleggiare la velocità di Setsuna che, con occhi di ghiaccio, fissava di fronte a sé con rabbia e risentimento. Le ribolliva il sangue per la frustrazione dell’ennesima operazione andata storta.

Serrò i denti mentre rallentava quel tanto che bastava per far passare avanti l’arrancar scorbutico e supponente che la stava guidando. In condizioni normali, avrebbe messo in riga quello spaccone seduta stante, ma in quel momento aveva in mente solo la sua missione. Non poteva mandare in fumo anche il recupero dell’unità di memoria.

Da circa un mese ogni sua azione aveva provocato delle ripercussioni non previste e forse neanche prevedibili, continui contrattempi che nella sua testa venivano elaborati, forse ingiustamente, come fallimenti personali. Aveva tentato di tenere nascosti i portali ma tutto era andato in fumo quando persino una shinigami del Comando Omicidi vi era scomparsa dentro; aveva tentato di indagare sui portali e aveva incontrato l’opposizione di metà dei suoi colleghi; si era proposta come cavia per quel viaggio ed era finita a fare la marionetta di uno shinigami pazzo che sembrava saperne più di quante ne avesse dette; pensava di aver raggiunto la soluzione a tutti i suoi problemi con quei dati trovati così fortunosamente… e invece erano stati rubati, e doveva pregare non solo di ritrovarli, ma di non averli danneggiati col campo elettrico delle sue folgori.

“Non mi posso permettere un altro errore…” ringhiò, a denti stretti, mentre Grimmjow si fermava a qualche centinaio di metri dal fianco di una grande montagna che presentava sulla sua facciata quello che sembrava l’ingresso di un enorme palazzo reale. Setsuna lo imitò, sfoderando la spada quasi d’istinto mentre l’arrancar, incurante ma osservandola di sottecchi, si rimetteva le mani in tasca e si avviava proprio verso quel luogo così particolare.

Setsuna lo seguì in silenzio per alcuni istanti, percorrendo quello che sembrava un sentiero battuto che conduceva alla montagna poco più avanti.

“Questo vostro re… cos’era? Un arrancar talpa per scavarsi un palazzo nella terra e nella roccia?” disse, con sprezzo, Setsuna. Grimmjow di rimando ridacchiò amaro.

“Come se lo fosse. Era solo un vecchio che si pensavadi essere un cazzo di Dio sceso qui nel deserto per fare lo stronzo. E infatti è morto da stronzo dopo aver leccato i piedi di Aizen per anni. Una vecchia capitale di merda per un finto re… mi dispiace non averlo ammazzato da solo…”

“Volevi essere il re talpa?” gli rispose Setsuna, scocciata, ma Grimmjow si voltò verso di lei, sorridendole follemente: “Io SONO il re, piccoletta!”

“C’è gente che non la pensa così… forse le presenze che sento laggiù la penseranno alla stessa maniera dei rivoltosi di qualche ora fa!” obietto Setsuna.

“Ogni re ha i suoi avversari. Gli schiaccerò, come tutti gli altri. Ora sta’ zitta e seguimi… che l’unica cosa saggia che hai fatto oggi è stata estrarre la spada prima di entrare qui!”

Setsuna incassò quella frecciatina, in realtà involontaria, di Grimmjow, sentendosi punta in un orgoglio che il suo stesso senso di frustrazione aveva già abbondantemente ferito, quindi proseguì, finché, finito di seguire il sentiero, si ritrovarono in una larghissima radura antistante il fianco ornato della montagna. Attorno a loro c’erano case che sembravano scavate nella roccia bianca e consumata di quei rilievi, con finestre e porte che un tempo dovevano aver avuto anche un aspetto lussureggiante, ma ormai erano consumate dall’incuria e dall’erosione.

Vista più da vicino poi, la facciata del palazzo scavata nella roccia sembrava ancora più ricca e imponente, sebbene pesantemente intaccata dal tempo e dalla mancanza di manutenzione, ma l’attenzione di Setsuna non era rivolta a quella strana costruzione, quanto a quello che stava accadendo a pochi passi dall’ingresso del palazzo: al centro di uno spazio aperto di modeste dimensioni c’era il Quincy misterioso ancora avvolto delle sue ali candide. Ai suoi piedi tre hollow dalle forme animali ferite mentre, tutto attorno a lui, vari gillian, adjuchas e arrancar dalle vesti stracciate e dalle maschere intaccate che lo fissavano, in un misto di timore e rabbia.

“Ah, finalmente siete arrivati, infedeli! Eccoli che arrivano, amici fedeli del Re Barragan! O era forse Aizen…” disse Emelrich, indicando Grimmjow e Setsuna.

“Noi siamo ciò che rimane del primo squadrone della morte di Re Barragan, Quincy maledetto!” urlò dalla folla di Hollow un adjuchas che sembrava un grosso leone antropomorfo.

“Oh, si si… certo… ma comunque vedete!? Mi avete attaccato impunemente mentre vi avvisavo dell’arrivo del vostro vero nemico, l’infedele re alleatosi con gli shinigami! Io ho risparmiato le vite dei vostri simili proprio perché è Giustizia il mio obiettivo! E voi non cercate Giustizia?! Attaccateli e uccideteli e io vi…”

Setsuna osservò furibonda il quincy per tutto il tempo, ma decise che non gli avrebbe dato il tempo di finire la sua arringa. Con un ringhio, alzò la spada al cielo: “BANKAI!”

Una folgore la investì in pieno, avvolgendola mentre la lama della katrana spariva, diventando un circolo di tamburi che prese a volarle dietro la schiena: “Raijin Narukami…”

Setsuna non parò ma, avvolta di folgori, quasi fosse diventata ella stessa una folgore, volò contro il Quincy e gli assestò un drop kick devastante dritto nello stomaco, infrangendone sonoramente il blut vene e facendogli sputare un abbondante fiotto di sangue prima di spedirlo contro la facciata già parzialmente demolita del palazzo: “Dov’è l’unità di memoria, arciere?! Te lo chiederò solo un’altra volta! E voi – disse Setsuna, rivolgendosi agli hollow che, ostili, le si stavano avvicinando – Sparite, ora!”.

La donna calò la maschera hollow sul viso mentre i tamburi dietro la sua schiena le formarono un cerchio fluttuante attorno ai fianchi; Setsuna prese a colpire i tamburi a mani nude, cominciando a creare una terribile sinfonia di percussioni a cui seguivano altrettante folgori prodotte da quei colpi che, in una serie rapidissima, presero ad annichilire ogni hollow che si avvicinava. A quel punto gli abitanti di quella città persero gli indugi e corsero verso la donna che, prontamente, abbandonò l’approccio dalla distanza per scattare tra di loro come una saetta, folgorandoli a suon di pugni e calci elettrificati. Un adjuchas che ricordava una sorta di medusa provò ad avvolgerla tra due tentacoli che sembravano essere stati feriti di recente, ma a quel punto fu Grimmjow a buttarsi nella mischia, estraendo la spada e tranciandoglieli di netto prima di dargli un calcio e allontanarlo da Setsuna.

“Prendi lo stronzo volante, prima che lo ammazzi senza che ti possa dire nulla! Io mi occupo di queste merde!” e Grimmjow sparò un Gran Rey Cero di fronte a lui, annichilendo tutti gli hollow davanti a lui e demolendo del tutto la facciata di Marragas. Dal polverone risultante, Setsuna vide le ali luminose del quincy emergere velocemente e non esitò un solo istante ad accogliere il consiglio di Grimmjow.

La shinigami scattò come una folgore e di nuovo cercò di assestare un calcio al suo obiettivo, dritto in faccia, ma questo usò una delle sue ali come scudo, parando il colpo per poi contrattaccare con una pioggia di frecce. Setsuna fece per evitarle, scattando verso la sua destra, ma queste scomparvero prima che le arrivassero addosso e le riapparvero tutto attorno.

“Blinde Gerechtigkeit!” disse, ridendo, il Quincy, attendendosi che l’attacco teleportato prendesse di sorpresa Setsuna. Ma gli occhi dorati della shinigami, potenziata anche dal potere Hollow, lo fissarono con determinazione: “Saisho no sutorōku!” urlò e un’ondata di elettricità esplose attorno a lei, disperdendo le frecce prima che potesse scattare verso l’avversario.

“BANME NO SUTOROKU!” urlò la shinigami con la voce rotta dal potere hollow mentre un enorme ammasso di elettricità le circondava i pugni e le gambe. La serie di colpi successivi travolse il quincy come un torrente in piena, trascinandolo per decini di metri lungo la fiancata della montagna, fino ad arrivare a terra, al centro del piazzale dove Grimmjow stava falcidiando gli hollow ancora leali a Barragan.

Il Quincy approfittò di questa occasione fortuita: diede un calcio a Setsuna, allontanandosi, e consumò il reishi di alcuni cadaveri di hollow già sul punto di scomparire, principalmente dei comuni Gillian, e il suo corpo, normalmente immacolato, si avvolse di un mantello nero mentre il viso veniva coperto da una mezza maschera da Gillian: “Quale forma sozza per un guerriero della giustizia!” declamò pomposo, ma Setsuna gli fu nuovamente addosso.

Ennesimo pugno carico di elettricità, ennesima parata con l’ala di energia, stavolta più nera che bianca. Setsuna gli ringhiò contro, cercando di rimanere comunque concentrata: “Dov’è l’unità di memoria!?”

Emelrich la ricacciò indietro, spalancando la bocca e sparandole un Cero da Gillian, rosso cremisi, in faccia. Setsuna lo evitò agevolmente, ma il Quincy stava già prendendo il volo: “Forse troverai quel che cerchi dentro il palazzo… se è ancora inte…”
“TIENI Giù LE MANI DALLA NOSTRA AMICAAAAAAAAAAAAA!”

L’urlo ruppe l’aria, fermando tutti i combattenti: come una meteora, Regina piovve sul Quincy nella sua forma risvegliata, travolgendolo mentre tutto attorno a lei decine di piloni fatti di energia magica si schiantavano sul terreno per opera di Aya e del suo ultimo Hyapporankan.

La shinigami dai capelli viola era esausta ma, a cavallo della forma risvegliata di Nel, continuava a dare supporto mentre Regina, pur nella sua Resurrecion, veniva respinta da un sempre più malconcio Emelrich: “QUELLO CHE CERCHI È NEL PALAZZO, INFEDELE… SPERO TU POSSA TROVARE GIUSTIZIA!”

Il Quincy prese a sparare dardi a caso, che volarono attorno a tutti i suoi nemici e agli hollow che aveva abbindolato prima che, minacciato da una folgore generata dai tamburi di Setsuna, una sua stessa freccia lo colpisse e lo facesse sparire via in una risata sardonica.

Setsuna imprecò, ma subito volse lo sguardo verso le macerie del palazzo: “La memoria è lì!” disse poco prima di scattare, incurante della voce, debole e stanca, di Aya che cercava di dirle qualcosa.

Setsuna scattò tra i nemici, annichilendone molti a suon di folgori; scartò tutti i pali grigio-violetti prodotti dallo Hyapporankan; evitò persino un Cero sparato in direzione pericolosissima dal solito Grimmjow, che la fissò con uno sguardo che mescolava ammirazione e sfida; quindi la shinigami si infilò tra le macerie, entrando in una sala mezza crollata del palazzo.

Di fronte a lei c’erano tre Adjuchas, tra cui quello dalla forma leonina, uno dalla forma di cavalletta umanoide e uno che ricordava tantissimo una scimmia avvolta in un’armatura d’osso. I tre, vedendo la shinigami, fecero cerchio dietro qualcosa che volevano a tutti i costi nascondere e Setsuna subito pensò che fosse l’unità di memoria.

“Shinigami! Vile assassina! Non ti…” cercò di dire l’hollow leone prima che una folgore gli annichilisse la testa. La cavalletta e la mezza scimmia provarono ad attaccare ma Setsuna, in furibondo silenzio, eliminò entrambi sbattendo con forza entrambe le mani contemporaneamente su due tamburi, investendo i due avversari con delle scariche elettriche spaventose.

La maschera da Hollow scomparve e il bankai si dissolse mentre Setsuna si avvicinava alla cosa che i tre hollow stavano nascondendo, ma quel qualcosa, scoprì il capitano, non era un qualcosa, bensì un qualcuno: legata ad una sedia, c’era una shinigami dalle vesti stracciate e un cappuccio nero in testa. Aveva segni di graffi sulle braccia e sulle gambe e sul polso destro c’era un morso dato di fresco.

Setsuna capì che gli hollow la dovevano aver catturata per mangiarsela e, presi dalla disperazione del loro attacco, volevano usarla come modo per potenziarsi. Dimenticando la rabbia e presa da genuina preoccupazione, Setsuna corse a liberare la shinigami, scoprendo con enorme sorpresa che dalla sua divisa era caduto un distintivo… il distintivo del Comando Omicidi dei Void Territories.

“Cielo… sei tu” disse, quasi entusiasta, Setsuna, finendo di liberare la donna e togliendole anche il cappuccio dal viso. Aveva visto, nel corso dell’ultimo mese, nella foto del suo fascicolo quegli occhi verdi e i lunghi capelli bianchi più di mille volte, specie dopo il mezzo incidente diplomatico che era avvenuto a causa della sua sparizione.

“Kimura… AKIRA KIMURA! SEI TU! RIESCI A SENTIRMI?!” urlò Setsuna, vicino alle sue orecchie, scuotendola piano mentre la poggiava per terra. La shinigami ferita aprì stancamente gli occhi per poi sbarrarli: “C…capitano… Capitano… Hayashi… lei è…”

Setsuna le sorrise mentre alle sue spalle Aya, Regina, Nel, Halibel e Grimmjow la stavano raggiungendo. Regina, a vedere Akira, urlò e le corse al fianco, inginocchiandosi alla sua sinistra: “Akira-chan! Akira-chan sei viva! Tutto bene?!”

“Io… ora si… ora si… ma non è stata un mese semplice…” gorgogliò Akira, la voce rotta dall’emozione e dal dolore, mentre fissava felice i suoi commilitoni e richiamando alla mente gli eventi che l’avevano condotta lì.
 
 

 
[…]
 


Setsuna e Regina fecero alzare lentamente Akira, facendo passare le sue braccia sulle loro spalle e rimanendo ai suoi fianchi per tenerla dritta, ma il capitano del Comando Affari Segreti, pur lieta di aver ritrovato uno dei dispersi, non sembrava soddisfatta. Osservò Aya, quindi Nel, Grimmjow che si ripuliva dalla polvere e Halibel che trascinava di forza quello che sembrava un involucro di catene con qualcosa al suo interno e disse: “Il Quincy mi ha ingannato, mi ha detto che qui avrei trovato quel che cercavo… ma non pensavo fosse una dei nostri. Abbiamo perso i…”

“Setsuna-san, non abbiamo perso niente!” disse ridendo Regina.  Aya, sorridendo, tirò fuori dal suo borsello l’unità di memoria: “Ce l’aveva l’arrancar iena, Haribel-san l’ha sconfitto e ce lo siamo ripreso”

“La shinigami è modesta – disse Haribel – la sua padronanza del kido e della strategia è stata molto più utile del mio intervento. Ma ho avuto cura di usare una delle catene di Barragan trovate qui nei dintorni per legare meglio il vostro… ostaggio, suppongo!” e il Tercera Espada tirò ai piedi di Setsuna quel bozzolo di acciaio dal cui interno di vedevano due occhi vispi e impauriti.

“Le catene che Barragan usava qui nel palazzo inibiscono i poteri degli Arrancar quel tanto che basta da renderli mansueti – disse Nel, leggermente disgustata – Penso vi potranno tornare utili per il vostro ritorno a casa!”

“Pfft… fateglielo uccidere alla mingherlina con qualche folgore hollow… sarebbe uno spettacolo migliore…” disse Grimmjow, in un misto, ancora una volta, di ammirazione e scocciatura.

Setsuna prese a sorridere senza neanche rendersene conto: “Abbiamo… compiuto… abbiamo seriamente compiuto la missione!”

“Ammesso che le folgori e il calore non abbiano danneggiato troppo la memoria – disse Aya, rompendo un po’ l’entusiasmo – si, è missione compiuta, finalmente. Possiamo tornare a casa!”

Setsuna e Regina urlarono di gioia e anche Akira fu tentata di festeggiare, ma piuttosto tossì e chiese, confusa: “Scusate la domanda… ho capito che qui sia a… Heco Mendo…”

“Hueco Mundo!” le ringhiò contro Grimmjow.

“Si… scusate… ma… di preciso… casa… dov’è?” chiese quindi Akira, tossendo un’altra volta.

Setsuna se la caricò meglio sulla spalla e le sorrise: “Abbiamo tante cose da spiegarti, Kimura… ma per ora, pensiamo ad uscire di qui”

Ed il gruppo, lentamente, si avviò di nuovo verso Las Noches mentre in lontananza, con un infinito senso di impotenza e con la sensazione che qualcuno presto avrebbe reclamato le loro teste, Lyuka ed Emelrich rimasero a fissarle, protetti dalle abilità della shinigami. Le cose stavano prendendo una piega negativamente inaspettate e Neri Za, di certo, non ne sarebbe stata contenta.
 


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Le Rovine e Marragas sono assolutamente opera della nostra fantasia, quindi..sì non sono canon! Sono dei luoghi che ci siamo inventate per questioni di trama, dato che nell'Hueco Mundo non ci sono così tanti posti dove poter effettivamente far svolgere delle azioni del genere. La Foresta dei Menos esiste, quindi è stato facile usare questo posto, ma gli altri due sono completamente inventati, ovviamente persino le spiegazioni che abbiato dato di quei posti sono inventatae! Spero che vi piacciano :)
Ora volevo darvi qualche info riguardo ai nemici, dato che abbiamo spiegato chi sono e che poteri hanno, però magari sarebbe carino approfondire meglio questi punti per chiarire eventuali dubbi!
- Lyuka: la sua zampakuto si chiama "
tōbu kamereon" e la forma fi rilascio, tradotta, sarebbe:" mimetizza, camaleonte orientale". Il potere principale di questa zampakuto nasce proprio dal suo nome: riesce a mimetizzarsi con l'ambiente nascondendo sia il corpo che la reiatsu, può esentendere la sua capacità anche ad alleati (per questo sono riusciti ad entrare nel palazzo di Aizen tutti e tre) ed è capace di sdoppiare il proprio corpo creando un'illusione di se stessa (sì, per chi se lo stesse chiedendo, è proprio un'abilità che ha un personaggio di League of legends!).
- Eiralos: il rilascio della zampakuto di questo arrancar è "Risa, Cannibarr", ovvero "Ridi Cannibar". Il nome Cannibar è una storpiatura di Canibal, ovvero "cannibale" in spagnolo. Eiralos prende spunto da una iena, sia per alcuni tratti del suo aspetto, sia perchè il verso della iena è comunemente noto come "ridere". 
I poteri della sua zampakuto si ispirano all'habitat della iena maculata, di conseguenza Eiralos è in grado, oltre che sfruttare la sua struttura fisica per attaccare, anche di generare una forte siccità intorno a lui, riacreando un caldo torrido che prosciuga tutti i liquidi del corpo.
- Emelrich: il suo Vollstandig si chiama "Teleportation" e, proprio come dice il nome, tutto ciò che viene colpito con la sua arma è in grado di teletrasportarlo in un determinato punto.

 
   
 
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