"Devi migliorare la tua resistenza Tetsu se vuoi stare al passo con me." era inarrestabile, non riusciva a stare fermo per più di un minuto, ma andava bene così, purché nel suo sguardo avesse continuato a vedere quella scintilla che credeva ormai persa per sempre. Kuroko tamponò il sudore dalla fronte con la propria maglia approfittando dell'attimo esatto in cui Aomine si era distratto per rubargli la palla. Fu rapido e veloce, invisibile come suo solito, e con un tiro pulito e leggero centrò il canestro. "Sì!" esultò a denti stretti per essere riuscito in un'impresa più unica che rara, mettere in difficoltà l'asso della Too, Aomine Daiki. "Ah... vedo che hai tirato fuori la grinta? Ma non credere che te lo lascerò rifare sia chiaro." E su quello non aveva dubbi. Se c'era qualcosa che Aomine adorava erano le sfide. Lui viveva e giocava a basket esclusivamente per provare emozioni e mettersi alla prova. E adesso che aveva ritrovato quelle sensazioni che credeva perse sapeva che non le avrebbe più lasciate. Trascorsero l'intero pomeriggio al campo di street basket, fino a quando entrambi stremati, si sdraiarono a terra. "Ehi Tetsu? Oggi è stato come ai vecchi tempi è?" Solo allora Kuroko si voltò ricambiando il suo sguardo. "Più o meno lo è stato." rispose "Che significa più o meno?" "Che per quanto io possa allenarmi tu rimani sempre un passo avanti a me Aomine-kun." "Sciocchezze... non dovresti sottovalutarti, mai. Soprattutto di fronte ad un tuo avversario." "Ma io ho detto la verità?" e il suo modo del tutto schietto di affermarlo fecero sentire Aomine in difetto, anche se non lo era. "Ma dico... non cambi davvero mai Tetsu? Devi sempre dire tutto quello che ti passa per la testa?" "Direi di sì, altrimenti non sarei me stesso." rispose, lasciando il suo interlocutore senza parole. Ma d'altronde non era la prima volta che succedeva e questo Daiki lo sapeva bene, perché un tempo lui e Kuroko erano stati la luce e l'ombra perfetta, l'uno dell'altro. "Comunque sia resta il fatto che ho vinto io quindi mi devi almeno una bibita dissetante." si alzò gettandogli addosso l'asciugamano preso dal suo borsone. "Ti va bene un frullato alla vaniglia?" Aomine lo guardò perplesso non capendo se lo stesse prendendo in giro o meno. "Stai scherzando spero?" cominciò a sbraitare com'era solito fare davanti a certe uscite di Tetsuya. Lui scrollò le spalle senza rispondere e Aomine rassegnato si tenne la testa in segno di resa. Tetsuya Kuroko adorava il frullato alla vaniglia, in pratica era l'unica cosa che consumava abitualmente a parte le bevande energetiche durante gli allenamenti e le partite. "Sul serio ti piace questa roba?" "Direi di sì, molto." "E da quando?" "Da sempre. Anche quando stavamo alle medie e uscivamo insieme io prendevo sempre un frullato alla vaniglia." Aomine sospirò un po' infastidito, ricordando le tante cose che si era perso per strada nell'ultimo periodo trascorso alla scuola Teiko. Rimase ad osservare Kuroko in silenzio chiedendosi quanto di lui credeva di conoscere e quanto invece gli era del tutto ignoto. E in fondo sapeva che quello che sentiva dentro era un rimpianto che non sarebbe mai riuscito a colmare. "Allora... vi state preparando per l'Interhigh? Dovresti saperlo che il Seirin, dopo la vittoria alla Winter Cup, avrà tutti gli occhi puntati addosso? E nessuno di noi vorrà rendervi le cose facili." Tetsuya terminò con calma di bere il suo frullato puntando lo sguardo dritto in quello di Daiki. Poteva vederla, quella scintilla che animava i suoi occhi così taglienti e penetranti da metterti in soggezione. Sembrava un leone che si stava preparando per una grande caccia. Ma lui sapeva che adesso l'istinto selvaggio che animava il suo gioco era stato mitigato da nuove consapevolezze. Ed era stato lui a dargliele, lui, insieme a... Kagami. Ecco, ci era ricaduto di nuovo. Era stato tutto troppo perfetto perché potesse durare. Quel pomeriggio in compagnia di Aomine era stato come tornare a respirare dopo un lungo periodo di forzata apnea. I suoi compagni di squadra erano stati semplicemente grandiosi, coinvolgendolo a pieno ritmo in tutto ciò che facevano. Loro sapevano che la partenza di Kagami aveva creato un vuoto che difficilmente si sarebbe colmato in breve tempo. Kagami partì dopo l'ultima partita disputata con i ragazzi della Generazione dei Miracoli* e da allora l'unico modo che avevano per vedersi e comunicare era attraverso una web cam. "Ci sono tranquillo. E comunque lo sai che il Seirin darà il massimo, come abbiamo sempre fatto. Non ci siamo risparmiati in questo periodo, la squadra è in ottima forma." sperò di aver dissipato la curiosità e le domande di Aomine, ma fu subito chiaro che lui non voleva ancora concludere il discorso. "Stavolta sarà diverso Tetsu..." lui sapeva a cosa stava alludendo e sperò sinceramente che non aprisse quel discorso "... in questo torneo Kagami non ci sarà, e tu sai quanto fosse importante la sua presenza in campo." Kuroko sentì come se qualcuno gli stesse stringendo la gola. Sostenere lo sguardo di Aomine era tremendamente difficile. "Adesso sarà meglio che io rientri. Grazie per l'allenamento Aomine kun, ci vediamo in giro." Daiki lo vide riprendere le sue cose in tutta fretta per poi allontanarsi come se stesse scappando da un pericoloso nemico. "Ehi Tetsu!" lo chiamò facendolo voltare appena "Salutami Kagami quando lo senti, ok?" Kuroko gli regalò un tenue sorriso annuendo con la testa e scomparendo dalla sua vista subito dopo. Aomine si ritrovò a rigirarsi tra le mani il bicchiere di carta vuoto del frullato di Tetsuya "Tse... che razza di gusti." pensò tra sé, e per un breve attimo ebbe la certezza che quel riferimento non fosse indirizzato solo a quel frullato. Qualche minuto dopo anche lui si alzò lasciando il pub per tornare a casa. ***** L'Interhigh, il campionato estivo che selezionava le migliori squadre di ogni prefettura, sarebbe iniziato a breve e la pressione cominciava a farsi sentire addosso. Alla loro prima partecipazione il Seirin era stato eliminato, stavolta però era diverso. La vittoria della Winter Cup aveva dato nuovo vigore alla squadra che nel tempo aveva fatto notevoli passi avanti. L'assenza di Kagami un po' li spaventava ma erano anche spronati maggiormente a dare il meglio. Tetsuya si distese sul letto della propria camera osservando le pareti coperte di foto e medaglie. In un anno erano cambiate molte cose, e solo adesso si rendeva conto di non aver avuto ancora il tempo di soffermarsi a metabolizzare tutto. Non era più il ragazzino spaurito e insicuro delle medie, non aveva più i dubbi che durante gli anni alla Teiko lo avevano portato quasi ad abbondare il basket. Era cambiato... ma in fondo rimaneva comunque fedele a sé stesso. Lo sguardo si soffermò in particolare su una foto in cui era insieme ad Aomine e i suoi occhi divennero lucidi. Si sorprese nel ricordare il dolore che aveva provato quando il suo crescente talento lo aveva allontanarono da tutti inevitabilmente. Aomine Daiki era stato la sua luce. Tetsuya era affascinato dal suo modo di giocare, dalla scintilla che brillava nei suoi occhi, da quel sorriso sincero e sfrontato con il quale affrontava ogni cosa. C'era un legame speciale tra loro, che in campo si trasformava in pura alchimia fatta di sguardi, passaggi veloci e precisi da spiazzare gli avversari. L'allontanamento di Aomine era stato duro da accettare, era come una ferita aperta che non smetteva di fare male. Fino a quando... una nuova luce non si era affacciata nella vita di Kuroko. Una luce che stavolta non sarebbe svanita, perché Kagami glielo aveva promesso, e lui in quella promessa ci aveva creduto, e ci credeva ancora nonostante fossero lontani ormai da un anno. "Pronto?" "Ohi... non ti avrò mica disturbato?" "No, sono a casa adesso." "Con questo dannato fuso orario mi riesce sempre difficile regolarmi. Piuttosto sei stato agli allenamenti oggi?" "Sì, e ho fatto anche qualche extra con Aomine al campo di street basket." Lo scambio di battute tra i due si interruppe all'improvviso facendo calare un silenzio che convinse Kuroko del fatto che avergliene parlato forse non era stata una buona idea. Considerando la rivalità, e non solo quella, che c'era tra i due. "Kagami kun ci sei ancora?" "Certo che ci sono, è solo che..." avrebbe voluto trovare un modo corretto per fargli capire che saperli insieme lo infastidiva. Ma temeva di non averne il diritto, d'altronde lui era lontano e non voleva di certo risultare troppo invadente nella vita di Tetsuya. "Non devi preoccuparti, Aomine non c'è andato troppo pesante, anzi... vederlo giocare mi incentiva a migliore sempre di più." "Tse... immagino come si sarà messo in mostra." rispose, cercando di non dare a vedere quanto la loro vicinanza gli pesasse. Sentiva come se stesse perdendo dei momenti importanti della vita di Kuroko, momenti che non sarebbero tornati e che lui invece stava condividendo con qualcun altro. "Non è così lo sai. Anzi... ti manda i suoi saluti." Kuroko lo sentì brontolare dall'altro capo. "Immagino con quanta convinzione lo avrà detto. Ahhh... lasciamo perdere, ricambia non appena lo vedi. E digli che quando torno ho intenzione di stracciarlo come e quando vuole." Kuroko si lasciò scappare una risata, neanche la distanza aveva mitigato l'acredine che c'era tra loro. "Ok lo farò. Piuttosto tu che mi racconti?" gli chiese, mentre seduto sul letto aveva degli occhi blu puntati dritti addosso attraverso una foto. "È dura Tetsuya... c'è la scuola, e un casino di cose da studiare. Gli allenamenti sono massacranti ma dopo l'estate ho finalmente il provino per entrare nell'NBA. Se me la gioco bene per il prossimo campionato potrei essere tra le riserve, ci pensi?" l'entusiasmo nella sua voce era palpabile e Kuroko ne fu sinceramente felice, almeno una parte di lui lo era davvero. "Ce la farai Taiga ne sono certo. E qualsiasi ostacolo tu possa trovare sbaraglialo come solo tu sai fare." "Puoi contarci." sentire il suo incoraggiamento lo fece stare meglio, anche se avrebbe preferito guardarlo negli occhi. "Ti sento stanco, forse sarebbe meglio che tu andassi a riposare." "In effetti sono a pezzi." sospirò "Allora ci sentiamo domani ok?" "Aspetta un attimo... devo dirti ancora una cosa." lo trattenne con una tale ansia nella voce da non accorgersi di avere quasi urlato. "Dimmi ti ascolto?" Le parole sembrarono morirgli in gola, lui era più bravo con i fatti. Quando poteva averlo di fronte e anche solo guardandolo sentiva una forza innata crescergli dentro. Ma adesso doveva accontentarsi unicamente del suono rilassante della sua voce, e quello che inizialmente sembrava bastargli adesso non era più sufficiente. "Mi manchi Tetsuya, mi manca starti vicino e giocare con te. È tutto... è difficile, a volte lo è davvero tanto." Gli occhi di Kuroko si velarono di lacrime, che lui cercò a fatica di trattenere. "Lo è anche per me, ma andrà bene vedrai, riusciremo a farcela e tu diventerai un giocatore professionista come hai sempre sognato." Sapeva che non era facile neanche per lui, che stava cercando di mettercela tutta per entrambi incoraggiandolo a non mollare. Era incedibile come un ragazzo all'apparenza così esile e fragile avesse una tale forza d'animo. "Non sarei qui se non fosse stato per te lo sai..." "E io non avrei trovato dei compagni così speciali se tu non ci fossi stato." Kagami sorrise ripensando a Kiyoshi, Hyuga, Izuki e gli altri ragazzi. Nella mente e nel cuore aveva stampato ogni momento vissuto con loro, le vittorie e anche le sconfitte. Erano il suo promemoria, che gli ricordava di dare sempre il massimo. "Buonanotte Kuroko." la sua voce tremò per un breve istante. "Ci sentiamo presto... Kagami kun." la sua invece gli sembrò incredibilmente triste pur non perdendo quella sua innata dolcezza. Quando la chiamata si interruppe Kagami spense la luce della sua camera, immaginando di scorgere in quella estranea oscurità la familiarità di due occhi azzurri. ***** "Momoi si può sapere dove diavolo è finito Aomine?" la ragazza abbassò lo sguardo pronta, come sempre, a trovare una giustificazione per il suo immancabile ritardo. "Veramente io non..." "Sono qui, smettila di sbraitare Wakamatsu sei irritante." entrò sbadigliando, lanciando con precisione il borsone verso la panchina. Aveva ancora l'aria assonnata nonostante fosse primo pomeriggio. "Non posso crederci ti sei di nuovo addormentato durante le lezioni?" la pazienza di Wakamatsu stava raggiungendo il limite. Da quando era diventato il nuovo capitano della Too avvertiva su di sé un'enorme responsabilità soprattutto riguardo il comportamento di Aomine. "E se anche fosse? Sono qui no, è questo che conta adesso." rispose mentre si stiracchiava i muscoli. "Idiota! Il rendimento scolastico influisce anche su quello sportivo, se non tu impegni protebbero sospenderti dalla squadra!" niente da fare, per quanto si sforzasse di farglielo capire Daiki era senza speranze. "Dai chan dovresti ascoltarlo, ha ragione sai?" Momoi cercò di dare man forte a Wakamatsu, anche se sapeva essere tempo perso. "Non ti ci mettere anche tu Satsuki. Mi bastano già le sue prediche." "Allora smettila di lamentarti e comincia con il riscaldamento. L'Interhight comincerà tra due giorni!" "Rompi palle..." borbottò sottovoce. "Guarda che ti ho sentito!" ***** I compagni di squadra si soffermarono a guardarlo in silenzio. Era cresciuto, e parecchio. I suoi passaggi erano veloci, scattanti e precisi. Inizialmente solo Kagami e Kiyoshi erano in grado di prenderli, adesso invece anche gli altri si erano perfettamente coordinati al suo stile di gioco. Una volta in campo si muovevano tutti come un solo uomo, erano inarrestabili e combattivi. Kagami sarebbe stato orgoglioso di loro. "Ragazzi avete fatto un ottimo lavoro oggi." Hyuga si fermò al centro del campo con la palla in mano guardando i suoi compagni con rinnovato orgoglio. "Non gasarli troppo capitano altrimenti si adagueranno sugli allori." "Questo non è vero coach, soprattutto in questi ultimi giorni ci stai massacrando, nonostante questo non ci siamo mai lamentati." "E allora non farlo neanche adesso Izuki! Nessuno di voi deve farlo. Ricordatevi che il torneo inizierà dopodomani, e lì incontreremo di nuovo i ragazzi della Generazione dei Miracoli. Vorranno la loro rivincita, si saranno fatti in quattro per averla. Ma noi non gliela renderemo facile, giusto?" "Giusto! Go Seirin!" Riko riusciva sempre a gasarli a massimo, lei è Hyuga erano i trascinatori della squadra. Conoscevano il potenziale di ognuno di loro e sapevano che avrebbero potuto fare ancora meglio. Kuroko sistemò il suo borsone e si incamminò verso casa. Era ormai abituato a tornare da solo, il silenzio e la solitudine non erano mai stati un problema per lui. Solo dopo aver conosciuto Kagami però si era reso conto che discutere con lui, anche di cose stupide, era molto più piacevole. Mi manchi Quelle parole risuonavano nella sua testa da quando lui le aveva pronunciate. Sapeva bene che quando Kagami esternava in quel modo i suoi sentimenti era perché aveva timore di qualcosa. Ma lui non aveva idea di cosa fosse. Non si erano fatti promesse, ne illusi con parole più grandi di loro. Sapevano che la distanza sarebbe stata un problema, sapevano che il futuro di Taiga sarebbe stato lontano da Tokyo. Kuroko aveva letto quella sentenza nelle sue lacrime, quando si erano salutati all'aeroporto. Kagami non potè evitarlo, e quando Tetsuya si asciugò il viso prima di voltarsi lui decise che non poteva finire così tra loro. Azzerò la distanza che li separava e lo strinse forte, sentendo il suo corpo così piccolo fremere e tremare. Gli bloccò il volto con entrambe le mani, sembrava così inerme al suo confronto. In quell'istante Taiga lo baciò, incurante delle persone intorno, fregandosene dell'aereo che a breve avrebbe dovuto prendere. Si perse nei suoi occhi azzurri come il cielo, mentre Kuroko ricambiava timidamente quel bacio che metteva la parola fine a qualcosa che invece avrebbe potuto cominciare. Però fu bello, intenso, elettrizzante. Perché Taiga era esattamente così, ti coinvolgeva e trascinava in tutto ciò che faceva. E il calore e la dolcezza di quelle labbra non le aveva mai dimenticate. "Sarò sempre la tua luce." gli disse mentre si separava a malincuore da lui. "E io la tua ombra." gli ci volle una forza che neanche pensava di avere per non urlargli di non partire. Di lasciar perdere tutto e rimanere lì con lui. Gli ci volle coraggio, per restare in silenzio, per lasciar andare una persona così importante nel momento stesso in cui gli aveva dimostrato quanto contasse per lui. Taiga si voltò dandogli le spalle, e non guardò più indietro. Tetsuya fece lo stesso tornando dai compagni di squadra che lo aspettavano per andare via. Entrambi sapevano di non poter guardare indietro ma solo andare avanti. E ciò implicava delle rinunce. Possibile che rappresentassero già il passato in un futuro ancora tutto da scrivere? "Ohi... ohi, se non guardi dove metti i piedi andrai a sbattere contro qualcuno." "Aomine kun, che ci fai da queste parti?" si sorprese di vederlo in quel quartiere che di solito non praticava. "Ti ho portato questo..." rispose, allungandogli un bicchiere di carta con relativa cannuccia "... e a giudicare dalla faccia che hai credo che ti serva proprio. Almeno ti tiri un po' su." L'aroma di vaniglia lo avvolse subito. Prese il bicchiere dalle mani di Aomine non potendo evitare che lui vedesse i suoi occhi lucidi. "Si nota così tanto?" non gli serviva saperlo ma lo chiese ugualmente. "Che stai da schifo? Direi di sì. E poi lo sai che per me sei sempre stato un libro aperto Tetsu." ed era la verità, non poteva negarlo. "Mi dispiace, temo di essere una pessima compagnia stasera." "Sciocchezze... non sarai certo più pessimo di me. Avanti andiamo, facciamo quattro passi." Daiki si incamminò guardandolo di sottecchi, vedendo che lo stava aspettando Tetsuya non si attardò nel raggiungerlo.
Piccola nota introduttiva:
Aveva il respiro accelerato, il sudore che gli imperlava la fronte e il cuore che batteva come un tamburo nel petto. Si fermò qualche istante per riprendere fiato mentre guardava il suo avversario che gli sorrideva.
Aomine si soffermò a guardare il cielo che rifletteva lo stesso blu intenso dei suoi occhi. Poi si voltò verso l'ex compagno di squadra trovandolo perso nei propri pensieri.
Erano seduti allo stesso tavolo, l'uno di fronte all'altro. Kuroko composto nel suo angolo, concentrato sulla sua bibita, mentre Aomine era praticamente spiaggiato dal lato opposto intento a giocherellare con una cannuccia tra i denti.
Taiga Kagami... la luce che risplendeva fulgida all'ombra di Kuroko. Un incontro che aveva segnato il percorso di entrambi rendendoli migliori, fin quasi a renderli l'uno l'estensione dell'altro. Un talento innato quello di Taiga, cresciuto tra le assolate strade di New York e portato con sé fino a Tokyo. Kagami e Kuroko, la luce e l'ombra del Seirin, che avevano portato alla vittoria sfatando tutte le previsioni che li volevano sconfitti in partenza. La vittoria di una squadra emergente come la loro portò inevitabilmente l'attenzione di tutti su Taiga. Non ci volle poi molto prima che la patria indiscussa del basket richiamasse a sé un prodigio simile proponendogli addirittura un provino nell'NBA. Praticamente il sogno che qualsiasi cestista avrebbe voluto realizzare.
"Ehi? Sei ancora presente o la tua testa sta viaggiando altrove?" le parole di Daiki lo ridestarono dai suoi pensieri. Kuroko chiuse gli occhi per un attimo tirando un lungo sospiro.
Sì, lo sapeva bene, più di chiunque altro. E ricordarlo gli provocò un senso di vertigine che credeva ormai di aver superato, ma evidentemente così non era. "Riuscirai a cavartela senza la tua luce? Perché io non ho intenzione di andarci piano con voi."
"Andremo alla grande, ti daremo filo da torcere vedrai." sperò di essere stato convincente, anche se a lui sembrò solo di essere un ragazzino che tentava di non farsi azzannare da una belva feroce.
Essere il più forte era stata una maledizione per lui. Aveva perso il gusto e la gioia di giocare, considerando gli avversari dei semplici burattini con i quali sfogare la sua frustrazione. C'era voluto del tempo ma Kuroko e Kagami gli avevano fatto cambiare idea, mostrandogli un aspetto del basket che lui non aveva mai preso in considerazione, il gioco di squadra e la fiducia nei compagni.
Lo schermo del cellulare si illuminò distogliendolo dai suoi ricordi. Kuroko si precipitò a rispondere sentendo il cuore in gola non appena visualizzò il suo nome.
Si salutarono dandosi appuntamento l'indomani per l'ultimo allenamento prima del campionato. La tensione era palpabile, ma anche l'adrenalina nel voler cominciare quel nuovo percorso.
*Generazione dei Miracoli (Kiseki no Sedai) è l'appellativo con il quale vengono chiamati i 5 assi della Teiko, la scuola media che hanno frequentato e che li ha resi famosi. Ho preferito usare la traduzione in italiano per praticità ma comunque vi ho riporatao anche quella originale.
Salve a tutti, sappiate che per me è una gioia scrivere in questo fandom. Perchè questi personaggi li ho amati da subito. Mi hanno fatto tribolare, emozionare e commuovere, quindi... eccomi qui a raccontarvi un po' di loro. Questa è in assoluto la mia prima long interamente yaoi, quindi spero nella vostra comprensione e mi scuserete se non ho dimestichezza con il genere. Non è sempre semplice come si crede.
Nel prossimo capitolo presenterò anche Momoi Satsuki e altri persomaggi. Per adesso godetevi i tre protagonisti: Kuroko Tetsuya, Kagami Taiga e Aomine Daiki. Non voglio inondarvi con troppe informazioni, ci sarà tempo e modo per tutto. Alla prossima.