Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: Eevaa    12/12/2021    3 recensioni
[SPOILER! Cap.337]
Katsuki fissava la mano tesa e quelle dita tremanti che lo riportavano indietro di dieci anni.
Quando lui quella mano l'aveva rifiutata una volta e cento ancora, e cento volte Deku l'aveva perdonato per essere stato un bullo, una persona orribile. Deku aveva visto in lui qualcosa di invisibile a tutti gli altri. Una persona da ammirare, da supportare, da imitare.
Aveva visto il suo lato buono e gli aveva sempre teso una mano, nonostante tutto.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Yuga Aoyama
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo.
I personaggi appartengono esclusivamente a
 Kōhei Horikoshi.
Nessun copyright si intende violato.

ATTENZIONE!
Questa storia contiene SPOILER sostanziosi ai capitoli 336 e 337 del manga. 
Non leggete se non siete in pari. 




 
- Even if that hand is not for me - 



«Puoi ancora essere un eroe, Aoyama!»

Deku gliel'aveva gridato, con quella mano tesa e le nocche bagnate di lacrime. Lacrime che aveva versato per un traditore, una persona che aveva rischiato di farli uccidere tutti quanti.
Aoyama, faccia d'angelo e occhi innocenti, li aveva traditi. Avevano condiviso la classe, la casa, la tavola, la vita... e li aveva traditi.
E Deku piangeva. Kirishima piangeva, Mina piangeva. Piangevano tutti, ma Katsuki no.
Katsuki fissava quella mano tesa, la mano di chi non vedeva un traditore ma solo una persona in difficoltà che aveva bisogno di aiuto. Perché Aoyama lo era. Li aveva traditi ma non per colpa sua. Tuttavia era difficile essere razionali in mezzo al dolore, alla tristezza alla rabbia – sì, Katsuki provava rabbia, perché era il suo personalissimo modo di affrontare la vita.
Era difficile ripulirsi dal giudizio di fronte a tutto ciò, lo era per tutti, persino per gli insegnanti... ma non per Deku.
Deku, cuore troppo grande, braccia aperte al perdono. Una volta Katsuki gli avrebbe gridato in faccia di smetterla di essere un inutile coglione sentimentale, una volta una cosa del genere l'avrebbe solo fatto incazzare.
Non più.
Katsuki fissava la mano tesa e quelle dita tremanti che lo riportavano indietro di dieci anni. Quando lui quella mano l'aveva rifiutata una volta e cento ancora, e cento volte Deku l'aveva perdonato per essere stato un bullo, una persona orribile. Deku aveva visto in lui qualcosa di invisibile a tutti gli altri. Una persona da ammirare, da supportare, da imitare.
Aveva visto il suo lato buono e gli aveva sempre teso una mano, nonostante tutto.
Come la stava tendendo a Aoyama.

Katsuki continuò a fissare quella mano con occhi spalancati, il naso nascosto sotto il colletto dell'uniforme.
«Midoriya, cosa stai facendo? Ti rendi conto di quello che dici?» intervenne Iida.
«Ci ha traditi. Ha rischiato di ucciderci» ringhiò Jirou, furiosa.
«Bakugou è stato catturato a causa sua!» Kirishima si sporse e si aggrappò al braccio di Deku.
Katsuki sussultò nel sentirsi tirare in mezzo. Non riusciva ancora a dimenticare la paura profonda nel trovarsi nella morsa dei cattivi, le urla di Deku, le sue lacrime mentre veniva portato via.
«Dopo tutto quello che ha fatto gli vuoi dare una possibilità?» la voce di Sero era colma di frustrazione.
I loro compagni di classe circondarono Deku. Vociare, suggerimenti, avvertimenti, malcontento.
«Potrebbe essere pericoloso».
«E se All For One venisse a cercarlo?»
«Deku-kun, non puoi essere serio!»
«Dopo tutto quello che abbiamo passato, non abbiamo bisogno di questo!»
«Sono troppo delusa da lui!»
«Come puoi fidarti?»
Aoyama piangeva, i suoi genitori tremavano, gli insegnati se ne stavano zitti di fronte alla rappresaglia e le proteste, volti bassi, stanchi.
Katsuki, a pochi passi da tutti loro, osservava solo Deku. Il sudore sulla sua fronte, occhi spalancati, impauriti, i denti digrignati. In mezzo a tutto quel vociare poteva sentire il suo cuore battere veloce, rabbioso, impotente.
Deku, solo in mezzo alla paura di tutti gli altri, alla loro incapacità di guardare il mondo con i suoi stessi occhi troppo buoni, attraverso la sua fottuta capacità di cogliere un fiore persino in mezzo al cemento, di vedere il buono in un mare di malvagità.
Fiumi di parole riempivano le orecchie di Deku, mani impaurite lo scuotevano. Nessuno si fidava del suo giudizio.
«Deku, non stai pensando razionalmente».
«Lo so che fa male, ma dobbiamo lasciare la cosa in mano alla polizia».
«Non sei tu a doverti assumere questa responsabilità!»
«Midoriya, non pu-»
«ORA BASTA!»

Katsuki lo urlò senza nemmeno rendersene conto, e il silenzio calò di nuovo dentro la stanza. Erano tutti abituati alle sue urla, la sua furia, la sua ira. Ma quella volta era diverso.
Tutti i loro compagni si voltarono a fissarlo, increduli, finalmente taciturni. Anche Deku, stanco e spossato, gli restituì lo sguardo con occhi interrogativi.
Katsuki mosse un passo in avanti e tutti si spostarono, gli aprirono un varco come se avessero paura.
Deku era lì di fronte, la sua mano non era più tesa verso Aoyama, qualcuno l'aveva costretto ad abbassarla. Qualcuno che non si fidava del suo giudizio. Ma non Katsuki, lui aveva imparato a farlo.
E, per le cento volte in cui si era rifiutato di accettare quella mano, quella volta l'avrebbe fatto. L'avrebbe afferrata, anche se quella mano non era per lui.

Si avvicinò di un altro passo e lo affiancò, spalla contro spalla. Lì, insieme, loro due davanti a Aoyama. Senza riluttanza intrecciò le sue dita con quelle tremanti di Deku. Le strinse, palmo contro palmo. Lo sentì sussultare, ma Katsuki lo guardò e annuì.
Una lacrima si fece strada tra le lentiggini, ma l'ombra di gratitudine negli occhi fottutamente buoni di quel Nerd di merda valeva ogni crepa nel suo orgoglio.
A Katsuki non gli importava niente se nessun'altro li avrebbe seguiti, se nessun'altro avrebbe compreso quella decisione.
Se Deku era disposto a perdonare, allora lui l'avrebbe seguito. Lo avrebbe seguito sempre, anche se da soli contro il resto del mondo.
Non parlò, ma era convinto che Deku l'avrebbe capito, che l'avrebbe sentito.
Salvalo, Deku. Salvalo come hai salvato anche me”.




 
ANGOLO DI EEVAA:
Alzi la mano chi come me ha pianto nel leggere gli ultimi due capitoli! 
Gente, mi è dispiaciuto davvero troppo per Aoyama T___T io spero davvero che i ragazzi della 1A comprendano il punto di vista di Deku, specialmente Bakugou. Almeno... dalla sua reazione sembrerebbe che l'abbia compreso.
Quindi spero davvero che il prossimo capitolo possa svolgersi in un modo simile a questo - QUANTO POSSO ESSERE UNA POVERA ILLUSA? LOL - anche se una piccola parte di me teme che Kacchan possa arrabbiarsi. 
Staremo a vedere :)
Un abbraccio a tutti quelli che hanno letto fin qui!
Eevaa
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa