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Autore: Wicked Ladies    13/12/2021    0 recensioni
Lena ha perso tanto, forse troppo, e l'unica cosa che ora la tiene a galla sono i reperti del museo... o meglio l'unica cosa che la distrae dal torpore.
Alex ha perso tanto, anche lei troppo, e l'unica cosa che la tiene in vita è un artefatto... o meglio l'unica cosa che la tiene addormentata.
Se una si svegliasse ma portasse con se una catastrofe? E se gli dei dell'Olimpo non fossero così mitologici?
AgentCorp / Alex!Genderfluid
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Altri, Lena Luthor, Samantha Arias / Reign
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dublin
 
Su quel piano regnava il silenzio, le uniche luci accese erano quelle di un laboratorio e quelle di un ufficio attiguo. Poco dopo nel primo le luci si spensero e una figura avanzò verso una scrivania. Guardò distrattamente lo schermo del suo cellulare, due notifiche all’effettivo, erano due persone che ci tenevano a lei, ma in quel momento voleva solo dedicarsi al suo whisky. Sospirò guardando una fotografia posta lì accanto al suo computer.
“Ci sto provando…Questa volta sono vicina te lo assicuro” buttò giù il liquido e poi si alzò, doveva stendersi per qualche minuto. Sfilò i tacchi e si rannicchiò sul divanetto. La corvina si tolse il cerotto che aveva messo, poco prima per uno stupido taglietto e chiuse gli occhi.
 
 
Sentì il suo corpo rigenerarsi, allungarsi espandersi. Era già ora? Alex riaprì gli occhi dopo anni. Scrocchiò il collo e sbuffò ai capelli lunghi, stavolta se li sarebbe tagliati ancora di più.  Si guardò intorno nella penombra. Il suo guardiano stavolta non era stato molto attento, non c'era ne cibo, né tazze di ambrosia né un vestito. Finalmente notò la figura addormentata, forse lei ci aveva messo troppo tempo per ricomparire stavolta. Prese il ciondolo e se lo legò al collo per poi avvicinarsi alla figura rannicchiata "Hey!" Chissà che lingua avrebbe parlato. Il suo ultimo custode era franco inglese.
 
La corvina sentì quel leggero “hey” e si destò, mise a fuoco e poi boccheggiò “Chi sei? Oddio ma sei nuda” scattò in piedi e coprendosi con una mano gli occhi andò a recuperare il suo camice “Metti questo”
Guardò l'indumento "Ok... Non sei molto preparata come custode…" Rimase un po’ impacciata mente la stoffa tirava sulle spalle e le braccia.
“Quella da dove l’hai presa?” Guardò l’artefatto che stava studiando.
"Questa è il mio manufatto... ma tu non mi hai risvegliato?" la guardò.
“Beh quel pezzo appartiene all’università...io...cosa? Risvegliato? Chi sei?” La guardò.
"Non sai chi sono? Non mi hai risvegliato? Chi sei tu se non sei la custode?" guardò il ciondolo sporco di sangue, lo annusò "Direi che questo è il tuo sangue"
“No?” Cercava ancora di non guardarla era completamente come mamma l’aveva fatta “Mi chiamo Lena Luthor e sono una ricercatrice. Ma non hai ancora risposto tu...” la guardò “Si mi sono tagliata maneggiandolo” le mostrò il taglio.
"Allora mi hai risvegliata tu... Università... Quindi non ti è stato consegnato da Florian Delacour..." la guardò intensamente "Sono Alexandra di Delos, ma il mio nome olimpico è Artemide"
“Non era mia intenzione come...no è in questo posto dal 1940 credo...” quello sguardo la lasciò senza fiato “Sei una dea?”
"Già una dei dodici" si stiracchiò "E’ dal 1938 che non vengo svegliata. Che cos'è successo da allora?" quella cosa le si tirò addosso e sentì uno strappo sulle spalle "Porco Tartaro"
Lena la guardò e si chiese se avesse altro da farle indossare “Dovresti indossare altro...vieni con me”
"Non è che hai dell’ambrosia?" la seguì.
“Ho del whiskey, siamo nel 2019”
"2019…siamo in anticipo... Va bene me la preparerò da sola... Whiskey… potrei averne un sorso?"
“Tu va in quella stanza” disse aprendole il bagno. Stava sognando era certo, o quella donna era completamente fuori. Doveva chiamare qualcuno -Dannazione- aveva preso il telefono e messo nel camice “Sei ancora...nuda...”la guardò.
"Oh sì non lo avevo notato" disse sarcastica, mosse la mano e un piccolo coltello affilato apparve nella sua mano e lo portò ai capelli sorridendo quando vide che tagliava.
“Cosa stai facendo?” Okay stava sognando doveva svegliarsi.
"Non penserai che vada in giro con tutti questi capelli, quella è Afrodite" le sorrise.
“Da dove è saltato fuori quel coltello e okay...come preferisci...devo chiamare qualcuno...ma chi?” Lena era in panico.
"Hey hey... Ehm Lina? " fece sparire il coltello "Fai un respiro profondo... Vuoi che assuma la mia forma olimpica così ti convinci che dico la verità?"
“È Lena...ma comunque...” la guardò “E’ solo un sogno...adesso mi sveglio…si mi sto svegliando”
Alex sbuffò e mosse di nuovo la mano mentre una luce argentata l’avvolgeva. La sua forma cambiò ed arrivò fino al soffitto mentre si chinava e guardava l’altra. "Ora mi credi, mortale?"
“Oddio...ritorna piccola sfonderai il solarium e arriveranno i pompieri...e non chiamarmi così” la additò -Davvero vuoi fare faccia con un gigante, Lena? -
Tornò alla sua forma normale "Ora siamo a posto? Tra una settimana se non ci saranno pericoli tornerò nel mio manufatto... anche se... non essendoci altro custode" si grattò la faccia pensosa.
“Una settimana? E che vuoi fare nel frattempo?” Lena non capiva, ma voleva “Aspetta qua, ti prendo qualcosa da mettere. Non puoi stare qui...devo portarti...a casa mia”
"Devo controllare che tutto sia apposto e che non ci sia bisogno di noi dei e dee" scrollò le spalle "Mi puoi dire cos'è successo dal 1938 ad oggi?"
“Uhm” recuperato qualcosa da farle metter gliele passò “Beh davanti all’alcol e meglio” le fece segno di accomodarsi al divano.
Alex si tolse il camice ma sentì qualcosa di duro, prese un rettangolo nero da una tasca "E questo? Un’arma?" lasciò cadere il camice incurante della nudità.
“Cosa no, e il mio cellulare” Lena arrossì spudoratamente.
"Cellulare?" La guardò curiosa mentre si metteva un paio di pantaloncini e una canotta.
“Si usa per chiamarsi” era davvero rimasta al 1939.
"Ah come... aspetta " schioccò le dita cercando di ricordare "Telefono?"
“Si” sul viso di Lena si dipinse un sorriso, ma di spalle l’altra non poté vederlo. Arrivò a porgerle il bicchiere “Solo che questo e senza fili”
"Ah come lo specchio di Eris" sorrise e prese il bicchiere.
“Volevi sapere cosa fosse successo giusto?” La guardò accavallando le gambe “Beh una seconda guerra mondiale, una guerra fredda, abbiamo un presidente americano con parrucchino...che altro?!”
"Wo wo wo rallenta. Seconda guerra mondiale?" Buttò giù d’un colpo il bicchiere "Fortunato il giorno in cui Dioniso vi ha insegnato a fare l’alcool"
“La prima ci è stata tra il 1914-1918. Quindi è vera la storia che siete tutti imparentati?” Chiese Lena
"So della prima, ma siete riusciti a farne una seconda?" Si leccò le labbra "Imparentati... in un certo senso. Ma le vostre trascrizioni dei testi greci sono erronee"
“Beh...diciamo che un demente ha deciso di farla...e altri dementi assieme a lui...ha anche compiuto un genocidio...” sospirò “Beh non prendertela con me...io li studio quei libri non li ho scritti”
"Ok, ho capito. Meglio non aver svegliato gli dèi quella volta" sorrise "Beh studiate male. Perché stavi studiando il mio manufatto?"
“Comandi dall’alto”
Alzò un sopracciglio annusando la menzogna, ma non era affar suo "Bene, sarei tentata di chiederti di mostrarmi la tua memoria, ma prenderò quella di un passante qualsiasi " sbuffò quando dovette spostare di nuovo i capelli lunghi.
“Come devo chiamarti?” Sapeva che non era una brava bugiarda “Senti dobbiamo andare” sorrise guardandola.
"Alex " prese i capelli e se li arrotolò intorno al braccio "Spero che tu abbia delle forbici a casa tua" brontolò.
“Anche il tosaerba” la guardò tentando di non ridere “Andiamo” recuperò la sua borsa e la incitò a seguirla “Adesso prendiamo l’ascensore e poi la mia auto”
"Tosaerba? Auto? Siete riusciti a sviluppare le automobili in qualcosa di meno rumoroso?"
“Si usa per tagliare il prato” sorrise mentre pigiava il bottone dell’ascensore che arrivò dopo poco “La mia auto è un ibrida ... e silenziosa”
"Ibrida?" La guardò "Come il Minotauro?"
La prese per mano per farla entrare in ascensore e pigiò il piano terra “No...oddio...nessun meta uomo”
"Era un metatestadicazzo. Io intendevo a metà... Lena la mano sto assorbendo la tua memoria in questo momento..." la guardò incerta per ora erano solo cose superficiali "Però ci conosciamo solo da pochi minuti e già mi prendi la mano eh? Così avanti" rise.
Lena la staccò all’istante “Quindi stavi leggendo...perché dovresti leggere i miei ricordi?”
"Sono nella fase di assorbimento delle informazioni. Qualsiasi persona tocco avrò informazioni da lei, così posso valutare la situazione attuale. " scrollò le spalle.
“Non farlo con me” sospirò sperando che quelle dannate porte si aprissero subito e poi camminò lesta verso la macchina. Aprì la portiera per l’altra salì al posto di guida.
"Questa non è Parigi ..." si guardò intorno per poi entrare nell’auto incuriosita.
“Siamo in Irlanda, pensavo di avertelo detto” mise in moto “La cinta Alexandra”
“Devo essermi distratta ... Che cinta? Non so ancora di cosa parli, non ho ancora raccolto abbastanza informazioni"
Lena si sporse su di lei e tirò la cintura e gliela allacciò “Se senti caldo” le mostrò il pulsante per il finestrino ed uscì dal parcheggio.
"Oh è molto meglio dell’ultima su cui sono salita.... Avete migliorato anche l’illuminazione" abbassando il finestrino e osservando attentamente.
“Non era sicuramente una berlina” ammise guidando “Si elettricità diffusa su larga scala”
"Buon per voi, sembra quasi il Monte Olimpo" sorrise.
 
Quando si fermarono ad un semaforo un ciclista si arrestò vicino a loro. Alex fece segno a Lena di tacere ed appoggiò una mano sulla spalla dell’uomo, facendo in modo che non se ne accorgesse. Per poi toglierla quando ripartirono.
“Alex non è carino, è violazione della privacy” disse continuando a guidare fino al vialetto di casa sua.
"L’ho fatto per secoli. È l’unico modo in cui posso sapere quello che succede nel mondo e adattarmi ad esso. Sono la sentinella dell’olimpo dopo tutto... bella dimora" sorrise.
“Si non è male” scese dalla macchina e andò alla porta aprendola.
Alex prima di entrare si portò le mani davanti alla fronte "Possa Estia benedire questa casa e chi l’abita"
Lena restò a guardarla qualsiasi cosa stesse facendo. Poi si voltò verso l’altra "Ora ti prego dammi delle forbici poi risponderò a qualsiasi domanda"
“Si vieni accomodati” entrarono e un cane longilineo le accolse “Ciao Osin” lo accarezzò teneramente “Buono, è un’amica...dovresti farti annusare” disse rivolta all’altra mentre andava a recuperare delle forbici.
Alex si chinò "Ciao amico" e il cane iniziò a farle le feste.
Lena sorrise e poi le porse le forbici, alla fine non sapeva neanche che ore fossero, meno male aveva la giornata libera l’indomani.
Alex, era stesa a terra con il cane che le leccava la faccia.
“Osin su buono” Lena ridacchiò “Giusto sei la dea della caccia...vado a recuperarti qualcosa per la notte...fate i bravi”
"Oh grazie per le forbici. Posso usare il bagno?" Grattò la testa del cane.
“Certo, è infondo al corridoio...Osin guidala tu...io preparo qualcosa di caldo”
"Grazie" Alex andò nella direzione indicata. Aprì il cestino ed iniziò a tagliare i capelli. Poi prese il suo coltello da caccia e iniziò a tagliare i capelli in modo più corto, come aveva visto nella testa del ciclista. Finito ciò usò la doccia.
Osin tornò dalla sua padrona che le aveva messo la pappa nella ciotola.
Alex lavò la sua pelle tracciando di nuovo i contorni dei suoi tatuaggi. La mezza luna sulla mano destra. Le freccia sull’avambraccio sinistro. L’orsa sulla coscia e il labirinto sulla caviglia destra. Si stiracchiò sentendo quello che c’era sulla schiena. Si asciugò e uscì.
 
Lena l’aspettava in salotto, aveva preparato una tisana e aveva messo in pila una maglia extra large, della biancheria e dei calzini per Alex “Stai meglio?”
"Oh, sì grazie. Mi dispiace che debba darti fastidio, ma di solito avevo un custode designato" mentre si vestiva senza problemi davanti all’altra "Vuoi chiedermi qualcosa?"
Lena sospirò, le dee avevano grazia, ma Alex era anche estremamente naturale “Raccontami di questo custode, come funziona”
“Beh”, si sedette "Il nostro manufatto venne affidato a delle stirpi, a delle famiglie. Ogni cento anni la sentinella, io, viene risvegliata per vedere se ci sono problemi nel mondo che necessitano l'intervento degli dèi, altrimenti torno in letargo per altri cento anni"
“E credi che ci siano problemi?” Alluse al contatto con il ciclista “Ti sta bene questo taglio...” arrossì.
"Non lo so devo raccogliere più informazioni. Ma per il momento non sembra…. Ma dimmi ... Siete veramente andati sulla Luna?"
“È bene si...nel 1969...se non erro”
"Wow. Deve essere stato forte" si passò una mano tra i capelli "Allora perché la tua università voleva che tu studiassi il mio manufatto?"
“Per ricerca e piazzarlo in un museo con tutto lo studio fatto”
"Mhmm va bene... C'è qualche domanda che vuoi farmi sull’antichità per facilitare i tuoi studi?  E comunque non posso finire in un museo... Oddio quasi mi scordavo" si alzò aprì una finestra e fece un fischio che fece tremare i timpani al cane e alla corvina.
“Cosa...” Lena si tappò le orecchie.
Pochi secondi e un corvo bianco si appoggiò sulla sua spalla. Rientrò con calma "Ciao Antioco" gli grattò la testa.
Osin ringhiò, non gli piacevano i pennuti “Buono piccolo” Lena la guardò non capendo.
"Hey amico tranquillo, è solo un corvo" sorrise. Il corvo scese sul tavolo e guardò curioso la donna corvina "Lo so non è come Florian, ma è molto più carina che dici?"
Lena guardò il corvo che la guardava torvo “È il tuo animale da compagnia?”
"Si, me lo hanno regalato mio padre e mia sorella, è l'ultimo del suo colore" sorrise accarezzandolo "Vai a fare coscienza su non ti farà del male" il corvo zampettò lentamente verso la donna.
Lena lo guardò non aveva mai interagito con un corvo, ma aprì la mano e attese che l’animale facesse il resto.
Il corvo saltò in mano e becchettò leggermente "Antioco, non fare il dispettoso" in tutta risposta il corvo tornò sulla spalla di Alex "Scusalo è molto rustico"
“Ho notato tale padrona...” ammise e poi la guardò “Vado a preparare la camera degli ospiti...tu goditi la tisana” le indicò la tazza e si alzò.
"Oh non c'è bisogno che ti scomodi più di tanto L…Lena" sorrise.
“Dalle mie parti si fa così...Alex” disse allontanandosi con Osin che la seguiva.
 
Alex guardò il corvo "Sarà strano ma sarà per poco" il corvo le beccò la spalla "Hey! Antipatico. Poteva andarci peggio"
“Ti sento...” Lena scosse la testa e entrò nella camera per sistemare. Poi tornò da lei “La camera è la prima a destra sul corridoio...se non hai altre richieste, io andrei a farmi una doccia e poi andrei a letto...sono…” guardò il suo orologio “Beh è tardi...oggi cambia anche l’orario”
"Cambia l'orario?" la guardò curiosa alzandosi.
“Si chiama ora legale” la guardò “Allora buonanotte...” si trascinò verso il bagno e ci si chiuse dentro.
Alex strinse le spalle "Scoprirò di cosa si tratta. Hai nulla da farmi vedere tu?" Grattò le piume al corvo immortale.
 
 
 
Alex stava tranquillamente dormendo sul materasso anche se ci aveva messo un po’ ad aggiustarsi. Il corvo era appollaiato sul davanzale anche lui dormiente.
Lena sentì un peso sul suo petto, mentre era ancora addormentata, si rigirò nel letto.
Il corvo si svegliò e iniziò a guardarsi intorno. Alex iniziò a rigirarsi per poi svegliarsi di scatto tremando e con un urlo di terrore incastrato nella gola.
Lena fu destata dall’urlo, e alzatasi di scatto corse nella camera dove era Alex “Ehi che succede?”
"Titani... qualcuno ha risvegliato i Titani... " guardò la mezzaluna sulla mano rossa di sangue. Respirava a fatica e si prese la testa con le mani "Dimmi hai toccato qualche altro artefatto?"
“Cosa? Titani? Io” Lena boccheggiò e poi le porse il bicchiere di acqua che aveva sistemato sul comodino “Bevi...respira” la guardò scostandole le mani dal capo “Non ho altri artefatti in laboratorio...perché?” Aveva quasi paura a chiedere.
"Quali sono i miti sui Titani... su Crono in particolare?" Bevve tentando di calmarsi mentre il corvo sulla spalla le tremava.
“Che scatenarono morte e distruzione...” Lena raggelò.
"Esattamente" si strofinò il petto "Qualcuno deve aver risvegliato Crono" Ringhiò "Speravo che non accadesse nulla di male. Dormire altri cento anni"
“Alex mi dispiace...ma non sono stata io...sai dove era l’ultima volta?” La guardò preoccupata.
"Credo in Asia, ma non ne sono certa. I manufatti passando di mano in mano”
“Sai cosa fosse? Posso fare una ricerca” non voleva lasciarla sola per recuperare il suo laptop.
"Un vaso... era nero... non ricordo molto, solo che venne rubato dall'Ade"
“Aspetta qui” Lena andò a recuperare il suo laptop mettendosi gli occhiali e tornò da lei “E’ questo?” Disse dopo aver macchinato un po’ e girò lo schermo.
"Si si è lui!" si alzò di scatto mentre la sola immagine le faceva ribrezzo, ne percepiva l'odio e la distruzione.
“Brutto pezzo di...” Lena sospirò rumorosamente “So chi potrebbe averlo risvegliato” disse Lena mostrandole la foto di Morgan Edge.
"Sembra qualcuno a cui vorrei fracassare il naso con un cazzotto..." accarezzò Antioco cercando di calmarlo.
“A chi lo dici...qui dice che è a Singapore il vaso di pietra lavica...cosa succede adesso?” Sospirò.
"Devo svegliare gli altri Dei" la gamba le tremava "L’ultima volta ci siamo riusciti per un pelo" la guardò "Mi dispiace trascinarti in tutta questa situazione, ma devi venire con me"
“Cosa? Ma...” Lena le poggiò una mano sulla gamba “Fermati” la fissò “Non posso...il lavoro...Osin... A…” Beh forse avrebbe capito.
"Lena. Primo sei la custode ora. Secondo il mondo sta per finire. Terzo sono sicura che puoi inventarti qualcosa. Quarto finché non acquisisco abbastanza conoscenze non so come muovermi in questa epoca. Non hai amici a cui lasciare Osin se non puoi portarlo?"
“Perché io?” La guardò confusa e ascoltò tutto il discorso “Potrei lasciarlo...beh alla mia aiutante...eh che...”
 
 
“Tesoro? Ho portato la colazione...” disse una voce dall’ingresso.
Alex guardò Lena "Vuoi che mi nasconda?"
“No perché mai...” sospirò “Solo aspetta qui...il tempo che le dica qualcosa...Arrivo” si alzò lasciando il laptop e andando in cucina “Ehi ciao buongiorno...” Lena sorrise andandole incontro.
“Hey amore" le andò incontro "Che c'è sembri preoccupata"
“Uhm...no...solo non ho dormito bene...” sorrise guardandola “Turno presto?” Le accarezzò un braccio.
"Si" la baciò "Ti ho portato la colazione apposta"
“Grazie” sorrise sulle sue labbra “Buongiorno...”
Andrea la strinse a sé portandole una mano dietro la nuca.
Lena si lasciò andare per un attimo, poi portò le mani sulle spalle dell’altra
Antioco fuggì della presa di Alex e volò in cucina. La dea gli fu subito dietro, mentre tentava di afferrare il pennuto "Tranquille scopate come se non ci fossi, ci sono abituata" mentre correva “Antioco porco Tartaro vieni qui"
“Dannazione” esclamò Lena.
"Oh non sapevo avessi ospiti" le guardò Andrea.
“È un’amica del laboratorio” la trucidò con le sguardo “Alex...lei è la mia.. ragazza...Andrea” le presentò.
"Piace... piccolo figlio di una meretrice" acchiappò l’uccello "Scusa piacere"
Andrea le porse la mano e Alex la strinse.
Lena voleva sprofondare, sperò che Andrea non interpretasse male l’abbigliamento di Alex.
"E allora siete amiche?" Chiese Andrea.
Mentre la dea prendeva quanta conoscenza possibile dal tocco dell’altra "Ehm sì... le sono... comparsa ieri sera in laboratorio e mi ha dato ospitalità per qualche giorno " sorrise mentre la magia della dea faceva il suo effetto abbagliandola perché non facesse troppe domande.
Lena scosse la testa, l’avrebbe strozzata “Si ad Alex piace fare delle sorprese...e scherzi...è una vera burlona”
Andrea le guardò "Quindi anche lei è una dottoressa in storia?"
Alex si leccò le labbra "Sicuramente" con un sorriso brillante mentre nell’altra mano c'era Antioco che tentava di scappare.
“Piantala” Lena le strattonò la mano “Esperta di mitologia...facciamo colazione?”
"Uh colazione si... uso un momento il bagno mentre voi ... insomma ci vediamo tra poco" e Alex andò in bagno per calmare Antioco.
 
Andrea si girò verso Lena "Quindi un’amica?" Ancora intontita.
“Una collega Andrea...” sospirò “Non stavi facendo qualcosa di interessante tu...?” Sussurrò sulle sue labbra portandole le braccia dietro il collo.
Andrea la baciò di nuovo, poi si staccò "Amore la tua collega potrebbe tornare..."
“Uhm peggio per lei...” disse spingendola verso il mobiletto e baciandola con più trasporto “Se mi porti in camera da letto sarebbe meglio” le mordicchiò il labbro.
"Ooh perché no?" Le sorrise.
"Per le palle flosce di Perse! Antioco ti spenno!!" Urlò Alex dal bagno
“Muoviti” Lena sorrise mentre la tirava via dalla tenuta da pompiere, si chiusero in camera.
 
Alex mise fuori la testa poi alzò le sopracciglia ai rumori che provenivano dalla camera "Oh mi ricorda i baccanali. Sara sì che sapeva come fare una festa" rise mentre annusava verso il frigo "Beh noi mangiamo" Si rivolse al corvo.
 
 
Dopo una mezz’oretta e giù di lì, Lena uscì vestita di tutto punto, tornando in cucina...come se fosse nulla.
Alex le sorrise furba appollaiata sul bancone "L’hai sfinita eh?"
“Smettila ero un po’ tesa...e scendi dal mio bancone...ci sono gli sgabelli dove sedersi”
"Perché è comodo. Tesa eh... " rise "Come siete diventati pudici voi mortali"
Lena sentì il passo di Andrea e spinse Alex a scendere “Muoviti o la insospettirai...”
“Vai...?” Disse sistemandole la camicia e il distintivo.
Alex rideva ancora mentre scendeva.
Andrea la guardò, ma scosse le spalle "Si ho il turno tra mezz’ora. Ci vediamo domani?" La guardò speranzosa, sapeva che Lena non era investita come lei in questa relazione, ma le avrebbe dato tutto il tempo.
“Domani?! Uhm non lo so...insomma...è.…uscita una conferenza da...preparare” Lena la guardò speranzosa che comprendesse.
"O si certo..." le sorrise la baciò e se ne andò.
 
 
Alex seduta su uno sorrisetto sul viso "Poverina le hai spento la speranza" disse canzonatoria.
“Piantala...” si voltò di scatto “Cosa hai assorbito dalla sua mano?” La guardò male mentre metteva su il caffè “Non mi piace questa cosa...oggi andiamo in dipartimento e cerchiamo qualcosa per risvegliare la tua famiglia...” se la voleva togliere un attimo di torno “Ne vuoi?” Disse indicando la tazza e si portò su gli occhiali dal naso.
"Solo le conoscenze comuni. Non assorbo la storia personale. Si grazie" le sorrise "Già non mi sopporti più eh?"
Lena sbuffò “Che fai leggi nel pensiero?” La guardò e le porse la tazza “Bevi piano” si versò dell’altro caffè in una tazza “Ricordi come sono fatti gli altri artefatti?” Disse prendendo un cornetto dal sacchetto che Andrea aveva portato. Odiava mentirle, ma come le diceva che Alex era una dea mitologica? Senza che la scambiasse per matta?
"Oh no ma ho molta esperienza con gli umani" scrollò le spalle "Soprattutto donne" sorrise leccandosi le labbra "Dunque quello di mia sorella era una lira d’oro ed era incastrata con una lampada ad olio con un altro titano dentro" si grattò la faccia.
“Quale dea sarebbe? Oh, aspetta Apollo?” La guardò incuriosita “C’è un ordine in cui vanno liberati? Dobbiamo...devo spulciare tra le vecchie fotografie dei reperti”
"C'è sempre un ordine delle cose" sorrise "Non sembra un lavoro molto interessante. Ricordo solo il suo indovinello" si schiarì la voce, l’aria si raffreddò e con una voce siderale disse "Vicino al cielo ma non troppo, tra i monti freddi. Nel regno di pace mi troverai se ancora lì sarò"
 “Dio quanta scena fai” Lena scosse la testa, non sapeva perché era così scontrosa, forse il fatto di essere diventata qualcosa che non voleva? Che non aveva chiesto? In quel momento detestava essere brava nel suo lavoro ed ecco perché Hank l’aveva scelta per lo studio dell’artefatto. “Alexa chiama Samantha Arias” disse Lena.
"Hey. Sono una dea" rise.
Sam rispose "Hey come sta il mio capo preferito?"
“Sam vediamoci in dipartimento tra un’ora ...preparati devo dirti una cosa...importante ma assurda...a dopo” poi guardò Alex “Dobbiamo fermarci in un negozio di abbigliamento...fa presto”
"Ok ok sono qui. Sei ancora tesa vuoi una mano?" Rise mentre tornava in camera per rimettersi la canotta e i pantaloncini.
“Non ho bisogno di nessuna mano” sospirò lasciandola allontanarsi.
 
 
Un quarto d’ora dopo Lena era davanti alla tenda di un camerino che aspettava Alex.
Alex uscì sorridendo "Meglio?"
Una commessa che passava lì vicina inciampò "Porca p..... come pensavo di essere etero?"
Lena gesticolò “Okay stai bene...vogliamo andare?” Disse chiedendo gentilmente alla commessa di togliere i taccheggi e poi andarono a pagare.
 
 
Per l’orario prefissato, Lena era in dipartimento e stava salendo al piano della fototeca dove aveva detto a Sam che si sarebbero viste.
Alex si strofinò la mano sui pantaloni, visto che pizzicava ancora. Quando vide una donna seduta che leggeva un libro "Quella è la tua amica? " si leccò le labbra.
“Alexandra per favore...sembri un molestatore sessuale...non leccarti le labbra così...dai una cattiva immagine di te” disse Lena alterata “Buondì Sam...lei è Alex...Alex lei è Sam la mia assistente”
"Ciao Lee. Oh salve" sorrise Sam.
Alex sorrise e fece una mossa che aveva visto un paio di volta a Parigi, le prese la mano e la baciò leggermente "Enchantè" sorrise ammiccando.
-Stupida dea- sorrise in imbarazzo “Scusala non è di queste parti” la giustificò Lena “Alex saresti così gentile da ripetere l’indovinello? Sam tu prendi un planisfero”
Sam mentre passava vicino a Lena "Come fai a trovarle tutte tu quelle sexy?"
La stanza si raffreddò di nuovo e Alex ripeté l’indovinello.
 
"Wow come fai a farlo?" chiese Sam.
“È una collega...niente più...la prossima volta la registro così non deve farlo di nuovo...cerchiamo una lira d’oro...ma dobbiamo capire dove cercarla...è un artefatto come quella mezza luna”
"E perché la porta al collo?"
"Uhm perché... me la volevano rubare" sorrise Alex "Sai da dove vengo io sarebbero state scritte odi su di te" guardò Sam sorridendo mentre arrossiva.
“Alex non è il momento di fare la gatta morta...ricordi?” Picchiettò il dito sul suo orologio.
"Sei poco divertente" le sorrise.
Sam si schiarì la gola "Di quanto tempo fa è questo indovinello?"
"Oh si adatta a seconda delle circostanze, perciò è attuale" sorrise Alex.
Poi ripensò all’indovinello “Nepal...cerchiamo lì” si mosse tra gli schedari “Ecco Nepal...cerchiamo lira d’oro, Apollo, qualsiasi altra cosa...” Lena era frenetica.
Sam andò a guardare in uno scatolone "Lee ti ricordi quell’articolo sul Monaco buddista che incantava i viaggiatori e nessuno voleva più partire?"
Alex non sapendo cosa fare iniziò a guardare il mappamondo. Aveva raccolto abbastanza informazioni da poter dare solo due giudizi a quell’epoca: esaltata e malinconica.
“Si me lo ricordo” Lena guardò male Alex “Cosa ci dobbiamo aspettare da lui...? Oddio come diciamo ad Hank che dovremo andare fino in Nepal?”
"Perché non è una ricerca per Hank?" Chiese Sam "E cosa vi dovete aspettare da chi?"
Alex si schiarì la gola "Ecco vedi... Sono... un... " si girò verso Lena.
Lena sospirò e lasciò Alex parlare...tanto più danni di così non ne poteva fare...o no?
"Un ... agente... segreto... e siamo interessati ad alcuni manufatti " sorrise Alex riacquisendo la sua posizione.
Sam le guardò incerta.
“Si...esatto...la sua agenzia pensa che possano mettere in pericolo la sicurezza mondiale...Devo dirlo ad Hank...voi cercate nelle schede e dobbiamo trovare dove si trova esattamente...torno presto” guardò l’orologio “Hank sarà già nel suo ufficio...Sam affido a te...Alex” non ne era tanto convinta.
"Oh puoi affidarmi a lei ogni volta che vuoi" sorrise Alex.
“Siete grandi e vaccinate fate vobis”
 
Lena si diresse nello studio del direttore e bussò alla porta “Hank?” Chiese.
"Lena! Entra. Cosa posso fare per te?" Le sorrise.
“Uhm ho...credo di aver scoperto un collegamento con un altro artefatto...”
"A sì? Parli del ciondolo? Racconta"
“Si beh è uno dei simboli di Artemide...e c’è n’è un altro, tipo una lira d’oro che è collegato ad Apollo”
"E dove si troverebbe?"
“Ehm era proprio questo il punto dolente...sarebbe in Nepal e beh è un viaggio lungo e dispendioso”
"Uhm... ci vorranno mesi per organizzarlo" Guardò il calendario.
“No Hank...non c’è tempo...devo partire al più presto”
“Come mai?" La guardò intensamente.
“La...è una questione di sicurezza mondiale…ehm vorrei farti conoscere la mia collega”
Hank strinse gli occhi "Va bene.... ma è tutto ok Lena?"
“Cosa?? Si sì...insomma...sai la scoperta mi ha invasa”
"Invasa? Interessante scelta di parole ..." sospirò "Sai è una storia interessante quella di quel ciondolo.... vuoi sentirla?"
“Sapevi...e non mi hai detto nulla?” Lo guardò.
"Sapevo cosa?" Incrociò le braccia guardandola.
“La storia del medaglione”
"Beh è una storia quasi incredibile. Apparteneva ad una famiglia francese, si diceva che fosse un cimelio di famiglia. Vennero deportati durante la Seconda guerra mondiale. Il figlio più giovane prima di essere preso lo donò a Patrick O’Connor. L’ex direttore del museo... con una storia che avrebbe risvegliato una dea dopo cento anni.... ti dirò non gli ho mai creduto, ma mi ha dato la sensazione di essere vivo quel medaglione"
“Beh credo che tu dovrai ricrederti” Lena lo guardò “Vieni con me!”
"Va bene..." l’uomo si alzò e la seguì.
-speriamo che non si stia mangiando Sam...speriamo- disse entrando nella stanza di poco prima.
 
 
Alex stava facendo gli occhi da cerbiatta a Sam che cercava di spiegare dove fosse il posto.
La dea si girò "Lena! Vieni a sentire quanto è intelligente Sam" sorrise.
Lena mandò gli occhi al cielo “Hank lei è Alex o meglio...Artemide”
"Che cosa?!?!?" Dissero Hank e Sam.
"Bel modo di dare una notizia agàpi" sorrise sorniona.
"Lena sicura di stare bene?" La guardò Hank.
“Senti lui non crede alla storia che il custode debba risvegliare la dea...quindi fa un po’ tu Alexandra”
Alex sbuffò "Siamo di nuovo ai nomi completi" rise per poi ritrasformarsi nella sua forma olimpica. Appoggiò una mano allo stucco del soffitto "Contenti?"
Sam svenne.
“Dio Samantha” Lena le fu subito vicina “Alex spiega ad Hank quello che hai detto a me...”
"Ok... " tornò alla sua forma umana e guardò l’uomo "Mi conosci come Artemide. Qualcuno ha risvegliato un titano e questo vuol dire la fine del mondo. Quindi dobbiamo svegliare gli altri dèi. Capito?"
Hank annuì a bocca aperta ancora stupito.
Sam aprì gli occhi "Oddio.." Guardò Alex che le sorrise e le fece ciao con la mano.
“Non è stato nulla Sam...tirati su...Sappiamo dove cercare l’artefatto?”
"Byas in Nepal" balbettò tirandosi su e guardando Alex incerta.
Hank si sedette "Ok... va bene... andate ... " mentre si metteva una mano sugli occhi.
“Grandioso” Lena sorrise, era una grande cosa la scoperta...ma doveva chiarire un po’ di cose “Sam tu dovrai restare qui...ci...vuoi venire con noi? Mi costringerai a chiedere a Lex di tenere Osin”
"Forse finalmente parlerai con quel povero uomo... ma va bene per adesso rimango qui" sbuffo Sam.
Alex aveva leggermente toccato la mano di Hank per colmare alcune lacune di quel mondo strano.
“Alex...” Lena la guardò malamente “Sam non posso negarti questo viaggio hai ragione...” disse comprensiva.
"Vai Lena. Poi mi dici com'è viaggiare con una dea. Ho l’impressione che ce ne saranno altri" la guardò.
Alex fece la linguaccia alla corvina
“Cosa ho fatto di male...?” Lena sospirò “Sam vado a procurami i documenti per questa dea…ci rivediamo a casa mia”
"Documenti?" La guardò sorridendo.
Alex sorrise a Lena "Dai non sono così male"
“Andiamo” la strattonò dal braccio. Quella donna la metteva a disagio...
"Che c'è? Ho detto qualcosa di male?" Salutò Sam e Hank con la mano.
 
 
Lena viaggiò verso l’ufficio passaporti e guardò Alex prima di entrare “Quanti anni hai?” Chiese stupidamente.
"Quanti vuoi che ne abbia? " le sorrise "Guarda qui più di cinquemila anni e nemmeno un capello bianco" sorrise.
“Facciamo quaranta” sbuffò “Vieni, devi fare delle foto tessere” disse indicando una di quelle cabine fatte apposta.
"Quaranta tua madre! L’ultima volta che ho controllato sembravo sui trenta/trentacinque. A meno che non ti piacciano quelle più attempate" mosse le sopracciglia.
“Alex non rompere sai?” La guardò spingendo gli occhiali dal nasello -beh ha ragione- “trentacinque e non ne parliamo più e anche mia madre sai porta benissimo i suoi sessanta”
"Oh oh sei tesa di nuovo devo chiamare Andrea? O se vuoi ti do una mano io non sembra aver avuto molto successo l’ultima volta" rise "Beh se è vero il detto tale madre tale figlia non vedo l’ora di conoscerla" sorrise.
“Alex...sei davvero indecorosa...non ho bisogno di nessuna mano...tanto meno la tua...” sussultò “Tu non conoscerai mia madre...” la ficcò nella cabina “Guarda qui e quando senti contare sorridi”
Alex rise ma fece come detto. Poi uscì dalla cabina "Paura che possa darti dei fratellini?" Rise ancora alla faccia dell’altra
“Ho già un fratello e mi avanza...” la guardò “Seguimi...lascia parlare me okay?”
"Oh va bene kopelia" rise seguendola.
“Smettila di ridere” entrarono nell’ufficio “Salve la mia amica qui ha, diciamo un vuoto di memoria dovremmo fare dei documenti...per condurla nell’ultimo posto che ricorda ...” disse Lena sistemandosi gli occhiali.
Alex guardò Lena. Pensava seriamente che qualcuno le avrebbe creduto?
L’impiegata la guardò incerta "Certo e come si chiama?"
“Alex Delos...nata ad Atene...trentacinque anni fa” disse decisa.
L’impiegata la guardava ancora incerta.
Alex sbuffò, si guardò intorno. Si avvicinò alla donna e le sfiorò il polso, sorridendole "Fai come dice. Ma cambia il cognome" gli occhi leggermente argentati e l’aria calda tra di loro.
L’impiegata si rilassò e fece come diceva la dea. Si girò verso Lena come a dire - Visto? -
-Idiota- la guardò e poi andarono via “Adesso andiamo a prendere qualcosa da indossare per i nostri viaggi”
"Tutto quello che vuoi sorrise. Basta che possiamo prendere delle cose per fare dell’ambrosia perché inizio a sentirmi un po’ strana" sorrise "Due trasformazioni e usate la compulsione mi hanno un po’ stancato"
“Certo cosa ti serve? Andremo in un centro commerciale...così possiamo fare una spesa più cospicua” disse Lena mentre saliva in macchina.
"Uhm miele, zucchero, semi di girasole, mandorle, arance e altre cose che faccio comparire io" si grattò la testa e aprì il finestrino continuando a guardare fuori "Sai non riconosco quasi più questo mondo"
“Uhm okay va bene” la guardò “Perché...cosa vedi?”
"A volte è così esaltato. Altre volte così spento così malinconico verso il passato...così triste...quasi finito... come se non gli importasse di finire... Senza fede e speranza ..." la voce non era calda come al solito e non v’era traccia del tono scherzoso. Sembrava la voce del tempo, vecchia e che aveva visto troppo.
“Capisco cosa vuoi dire...” Lena sospirò entrando nel parcheggio.
Alex rimase per un po’ nei suoi pensieri, poi sentì anche l’umore dell’altra abbassarsi e cercò di tirare sù la situazione "Ma ti assicuro che la mia di speranza si è ripristinata appena ho visto quelle cose che chiamate shot! Grande secolo questo" con il suo solito sorriso giocoso. Ma se qualcuno che la conosceva bene l’avesse guardata avrebbe visto la tristezza immemore nel profondo dei suoi occhi.
“Beh magari quando saremo in Nepal ne possiamo approfittare” disse Lena cercando di non pensare alle parole di Alex ed entrarono nel centro “Prima outfit, poi ingredienti per l’ambrosia facciamo presto” L’outfit fu presto fatto. Poi entrarono nel market “Prendiamo il carrello...credo sia meglio fare una bella scorta di quell’ambrosia”
Alex fece una mezza smorfia per poi sorridere "Certo! Allora da dove si inizia? Sembra il labirinto di Minosse"
“Ma no dai, le corsie hanno tutte un’uscita” sorrise, forse doveva rilassarsi un attimo e non fare la puntigliosa e scontrosa. La guardò “Senti mi dispiace se mi comporto così...e che poche persone possono entrare nella mia sfera personale...e tu sei entrata come un uragano e sono un po’ invasa tutto qui”
Alex la guardò intensamente "Mi dispiace. Non so perché le Parche mi abbiano spinto nella tua vita e me ne dispiace di averla stravolta.... Perciò... per rispettarti non prenderò la tua mano. Non vorrei vedere cose che tu non vuoi mostrarmi"
“Hai detto che non entri nella sfera personale...quindi siamo a posto no?” Disse andando nel reparto del miele.
"Lo so, ma vorrei evitare. Se fosse qualcosa di intenso potrebbe sfondare il limite ecco" scrollò le spalle "Uh miele. Ricordo una lunga giornata nei giardini di Lesbo" rise.
“Racconta...” -davvero Lena? Vuoi arrossire nuovamente come un’adolescente “Se vuoi ecco...” disse spingendo il carrello.
"Oh Lena, Lena ti assicuro non è per le tue delicate orecchie" rise " Però potrei raccontarti una delle mie battute di caccia migliori. O correggere qualche enorme inesattezza sui miti che conosci" prese un barattolo di miele che le sembrava più simile a quello greco.
“Va bene va avanti...” disse mentre la guardava “Qui c’è dello zucchero”
"Ok. Quale mito vuoi sapere? Tipo Apollo e Dafne?" Sorrise prendendolo.
“Dimmi pure” sorrise.
"Beh, sai in realtà era solo la ragazza di Kara, Apollo, che faceva la drammatica. Avevano litigato e, Lucy, deve sempre avere ragione. Quindi da brava ninfa della foresta per non sentire altro si è trasformata in un albero. Ma tranquilla è ritornata normale quando Kara ha iniziato a cantare, nessuno può resisterle quando canta" rise.
“Ah sì? Beh, bella storia davvero” prese lo zucchero “Andiamo nel reparto ortofrutticolo”
"Qualcos’altro che vuoi sapere?" Me tre faceva il giocoliere con delle arance.
“Raccontami delle tue battute di caccia” sorrise guardandola divertita “Cosa manca?”
"La frutta secca " iniziò a raccontare di una caccia. Il racconto durò fino a quando non rientrarono in macchina "E così Ercole cadde sul suo didietro" finì ridendo.
“È stata una bella storia...davvero”
Alex le sorrise "Ma ne hai ascoltata solo metà" la guardò mentre si immetteva sulla corsia "Lo so che è un casino questa situazione... ma vedila come un modo per ... fare studi sul campo no?"
“Sì, infatti e per quello che… insomma, non ti lascio andare sola in Nepal” disse parcheggiando nel vialetto, dove la macchina di Sam era già.
"Beh magari quando inizio a orientarmi potrei lasciarti in pace per un po’ " sorrise mentre scendeva.
“Non credo che sia sicuro...Alex” disse tenendo i sacchetti di spesa “Sam siamo a casa”
Sam le salutò dal divano "Sto prenotando i biglietti"
Alex le sorrise "La mia assistente preferita"
Il collo di Sam divenne rosso.
“È la mia assistente fino a prova contraria…grazie mille Sam” la guardò “Non dire nulla a Lex e beh ad Andrea lo dirò io” sistemò la spesa “Pranzi con noi?”
Sam la guardò, Alex si allontanò per il bagno.
Sam "Lo dirai ad Andrea.... come la prenderà? Come sta andando la cosa... l’ultima volta... non ne eri molto convinta ..."
Alex nel frattempo stava nutrendo Antioco.
“Sam...io non ci riesco...io” sbuffò “Lei è così dolce, ma non posso innamorarmi...non di nuovo” disse a bassa voce.
"Forse non è la donna giusta ..." l’abbracciò "Ma devi lasciarla andare... deve essere in grado di andare avanti"
“Lo farò...ma adesso non riesco...non se partiamo domani all’alba” la scrutò “Sono una stronza lo so”
"Lena sei solo una persona molto ferita che aveva bisogno di un tipo di affetto fisico... Andrea lo sapeva quando ha iniziato con te" le accarezzò le spalle.
“Credo sia sbagliato ugualmente” disse appoggiandosi a lei “Ricorda parlerò con Lex solo quando dovrai venire con me” Guardò Alex tornare e sorrise “Cosa mangia la dea della caccia? Ti va un hamburger?”
"Qualunque cosa. Fammi solo mettere a bollire il mio intruglio" sorrise. Per poi passare vicina a Sam "Allora ti mancavo già?"
L’altra donna sorrise anche se era di nuovo rossa.
 
Alex mise tutto nella pentola, fece apparire una boccetta, verso qualche goccia. Chiuse il coperchio lasciandolo bollire a fuoco lento "Non toccate, non assaggiate. Brucerebbe i vostri organi dall’interno. Più di quanto farei io" rise per una battuta interna.
Lena e Sam rimasero a guardarla e poi la corvina si dedicò alla cottura della carne “Sam apparecchi tu?” Sorrise mentre osservava ancora Alex con Osin e il suo corvo bianco. Chissà come sarebbe stato viaggiare con una dea. Beh, principalmente sperò che non desse di stomaco in aereo, o che filtrasse troppo con le hostess. Per il resto probabilmente sarebbe andato tutto bene.
Sam apparecchiò e si mise lontana da Alex, non è che non le piacesse la rossa è che la faceva sentire in imbarazzo.
Alex teneva a bada il cane e il corvo in modo che non litigassero.
“Paura che Osin mangi Antioco?” Ridacchiò Lena guardandola “Da bravo va a cuccia...sentiamo Alex...com’è hamburger?” Li aveva preparati per tutte.
La dea masticò un po’ "È buono! Non lo avrei detto ma mi piace" iniziando a spalare. L’appetito degli dèi era formidabile.
“Ecco buono a sapersi” Lena guardò Sam e la invitò a mangiare “Poi vedremo come preparare la valigia...le tue robe dovrebbero essere ormai asciutte” disse guardandola.
Alex le sorrise scrollando le spalle "Sei tu il capo" si alzò e andò a prendere l’ambrosia. Mentre la versava nel bicchiere un profumo inebriante riempì la stanza e un liquido dorato scese. Alex si risedette e lo bevve centellinandolo, sentiva che stava aggiustando e ricostruendo il suo corpo.
Lena la guardò. Doveva essere davvero divino, sembrava si stesse rigenerando “Non brillerai sempre vero? Sarebbe un po’ difficile spiegarlo in giro” la guardò incuriosita.
"Mhmm?" Si guardò la luce argentea sulla mano "No no. L’unica che utilizza il bagliore permanente è mia sorella" sorrise "Anche se sarebbe utile se entrassimo in una stanza buia" rise.
“Esistono le torce” disse risoluta Lena -Non fare l’acida Luthor su- “Sam altra birra?”
Sam le guardava divertita, forse la dea era proprio quello che faceva al caso dell’amica... ma Nah. Guardò l’orologio "No grazie. È ora che torni a casa" sorrise "Vieni Osin?"
Il cane zampettò elegante verso di lei, scodinzolando “Ciao piccolo ci vediamo presto” Lena se lo coccolò un po’ “Non far arrabbiare Sam mi raccomando” sorrise e li lasciò andare via
Alex sorrise alla scena mentre finiva il bicchiere "Allora. Come posso aiutare?"
“Dammi un attimo che sistemo la cucina” Lena si mosse veloce nella stanza, sistemando, lavando stoviglie, per poi rivolgersi ad Alex “Andiamo in soffitta, devo recuperare le valigie”
"Potevo aiutare con i piatti. Mi basta semplicemente una sacca da viaggio" scrollò le spalle e la seguì.
“Beh non sappiamo quanto tempo staremo, ma sì forse è meglio uno zaino, è più compatto...non pensavo fossi anche intelligente” Lena si morse l’interno della guancia per non ridere alla faccia della dea e salì di sopra.
"Hey sono la dea della caccia! Addestrata da Atena stessa. Certo che sono intelligente. Dannati mortali” brontolò, però il dannato mortale aveva proprio un gran bel culo.
“Scusa...non dubiterò più di te” sorrise spostando alcuni scatoloni “Ecco qui! Colore preferito?” Sorrise mentre le passava uno zaino e prendeva un altro per sé “Andiamo prima che ci venga un attacco di tosse per la polvere” e scesero di nuovo di sotto andando in salotto “Per risparmiare spazio faremo dei rotoli con gli indumenti” e le mostrò come “Poi dobbiamo preparare un beauty...”
Alex la guardava con le sopracciglia alzate "Veramente? Tutta questa roba?"
“Beh vuoi cambiarti ogni tanto o vuoi puzzare?” La guardò contrariata “E poi è lo stretto necessario…non è un viaggio di piacere”
"Ehm non è che... è molta roba rispetto a come viaggiavo una volta tutto qui. Rilassati Lena non lo dico come critica personale" la guardò inclinando la testa.
“Scusami...e che non viaggio molto ultimamente...tutto qui” controllò che nel beauty di Alex ci fosse tutto “Direi che sia meglio farsi una doccia e riposare...perché ci aspettano 19 ore di viaggio”
"Beh non sono tante!" La guardò "Lo sono?" Guardò lo zaino "Con i pegasi ci avremmo messo di più" rise.
“Beh ci siamo evoluti” la guardò “Contando che al ritorno potrebbero esserne il doppio non so” la guardò “Vuoi che ti prepari un bagno caldo? Non so...” -perché lo stava dicendo? -
"No grazie. E non saremo di più... una volta svegliata rimetterò a dormire mia sorella. Avremmo solo un manufatto e non un’altra dea"
“Quindi raccoglieremo i manufatti e poi? Poi che faremo?” La guardò intensamente incuriosita.
"Dobbiamo raccoglierli tutti, sperare di essere più veloci dei Titani. E poi bloccare qualsiasi cosa il tuo amico Edge voglia fare... o almeno questo è il piano generale ..." si grattò la testa.
“Quello non è mio amico...è un mio rivale...come per te i Titani” la guardò “Ci riusciremo...”
 

 
   
 
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