VI: Gli Amanti – Come petali di amaryllis
Appoggio
la schiena alla lastra di marmo, gli occhi
rivolti al cielo plumbeo. Il vento che soffia dai monti dietro il
Grande Tempio
mi porta alle narici odore di pioggia. Dovrei rientrare, prima di
bagnarmi e
prendermi un malanno, ma non ho molta voglia di lasciarti. E poi
qualcuno deve
pur finire la bottiglia di vino; a te, in fondo, l'alcol non
è mai piaciuto.
Tracanno
l'ennesimo sorso e appoggio la nuca sul marmo
freddo, che mi strappa un brivido. Il mondo sopra di me sembra ruotare,
così
chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalla brezza.
Quiete
e odore di pioggia, proprio come quella volta
di quattro anni fa.
Ricordi
sospesi come in un sogno.
Il
tuo volto serio e impassibile, i capelli rossi come
petali di amaryllis, e come quelli risplendevi. Io chiacchieravo e tu
osservavi
in silenzio lo spumeggiare del mare in lontananza, un libro stretto al
petto;
la pioggia cadeva fitta fuori dall'Ottava Casa – la mia
casa – ma noi
eravamo al riparo. Il mondo fuori dalla nostra piccola bolla di quiete
non ci
interessava. Poi la tua sorpresa per quel bacio rubato, i tuoi occhi
chiari che
mi fissavano confusi, il mio volto che andava a fuoco. La tua fuga
all'Undicesima
e il libro abbandonato sul pavimento, le pagine che frusciavano nel
silenzio.
Non
ti ho mai chiesto perché fossi scappato e tu non
mi hai mai chiesto perché l'avessi fatto; la
verità era che non ci importava.
Ci siamo avvicinati perché le stelle l'hanno voluto, le
stesse che alla fine ci
hanno separato.
Le
prime gocce mi cadono sulla guancia, più fredde del
marmo che preme contro la mia schiena, più calde del vuoto
che sento nel petto.
Non mi ci sono ancora abituato, eppure quanto tempo è
passato? Una settimana?
Forse di più, ma è difficile tenere conto dei
giorni che passano quando è
l'alcol a scandire la tua routine. Quando tutto ciò che mi
è rimasto è una
bottiglia di vino francese e una lapide grigia.
Una
mezza risata lascia le mie labbra ed echeggia
nella quiete solo per un breve istante. Sono davvero caduto in basso,
aggrapparmi con tutto me stesso all'alcol non mi impedirà di
sprofondare, ma
non riesco a farne a meno. Non adesso, forse mai. Se tu fossi qui sono
sicuro
che mi faresti una delle tue solite lavate di capo. Ma tu non ci sei,
è questo
il problema.
Io
sono qui, mentre tu non ci sei più. Hai lasciato
tutti quanti indietro e te ne sei andato dove nessuno di noi
può raggiungerti.
Dove io non posso raggiungerti. Di te mi sono
rimasti solo questo dolore
freddo che non desidero e il calore delle tue mani sul mio petto.
Avevi
promesso che saresti tornato, ma non l'hai
fatto. Mi hai mentito e io non riesco a perdonarti.
Affondo
le unghie nei palmi. Il cielo sopra di me è
appena diventato una confusa macchia grigia, una massa d'acqua sospesa
tra
cielo e terra. La pioggia tarda ad arrivare, ma le mie guance sono
già rigate.
Lacrime fredde, come il vuoto che ho nel petto.
Come
la lapide su cui ho inciso il tuo nome.