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Autore: pampa98    13/12/2021    5 recensioni
[Questa storia partecipa al "Calendario dell'Avvento" indetto da Cora Line sul forum "Ferisce la penna"]
Aziraphale sgranò gli occhi. «Oh, e… e questa è la sorpresa?» chiese, indicando il fazzoletto, mentre sul volto forzava un sorriso di riconoscenza.
«No! Questa è una benda. Da qui dobbiamo proseguire a piedi e non voglio che tu veda la sorpresa finché non ci sarai precisamente davanti. Che c’è, non ti fidi più di me?»
«Non è questo, caro, è solo, ehm… Sai, quando hai detto che volevi portarmi in un posto speciale pensavo a una pasticceria o una libreria aperta anche stanotte. Non a una, ehm, gita per campi bui e isolati.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Bacio a mezzanotte

Quella casa nel bosco

A Nao e Koa ❤


 

Le strade della periferia londinese erano deserte a quell’ora e Crowley poteva far correre la sua Bentley senza dover sopportare le suppliche di Aziraphale di non investire i pedoni o sbandare contro le altre auto in marcia. Forse l’angelo non stava comunque apprezzando la velocità – “Non puoi viaggiare a centoventi su una strada provinciale, Crowley!” – ma la mente di Crowley era fissata sul suo obiettivo e niente avrebbe potuto distrarlo.
Quando svoltarono in una strada sterrata, al limitare con un grande campo, Crowley fermò la macchina. Aziraphale lasciò andare il fiato che aveva trattenuto per tutto il tragitto.

«Sai che il tuo corpo umano non può restare in apnea per troppo tempo, vero?»
«Ehm, il mio corpo umano non può sopravvivere nemmeno se rimane incastrato in un’auto accartocciata dopo essersi spiaccicata contro un muro, solo perché il suo guidatore non era in grado di rispettare dei cartelli per la sicurezza che lui stesso ha creato!»
Crowley scosse la mano e aprì la portiera. «Servono per agevolare la creazione di multe, non per tenere la sicurezza della gente. Coraggio, scendi.»
Aziraphale obbedì. Fece il giro dell’auto per raggiungerlo e prese a guardarsi intorno con aria preoccupata. «Dunque… dove siamo esattamente?»
«Oh, nella periferia di Londra, niente di particolare» tagliò corto Crowley. Estrasse un fazzoletto di stoffa bianca dalla tasca della giacca di pelle e lo mostrò ad Aziraphale che, com’era prevedibile, non capì. «Ti ho detto che era una sorpresa, no?»
Aziraphale sgranò gli occhi. «Oh, e… e questa è la sorpresa?» chiese, indicando il fazzoletto, mentre sul volto forzava un sorriso di riconoscenza.
«No! Questa è una benda. Da qui dobbiamo proseguire a piedi e non voglio che tu veda la sorpresa finché non ci sarai precisamente davanti. Che c’è, non ti fidi più di me?»
«Non è questo, caro, è solo, ehm… Sai, quando hai detto che volevi portarmi in un posto speciale pensavo a una pasticceria o una libreria aperta anche stanotte. Non a una, ehm, gita per campi bui e isolati.»
Crowley sbuffò, mettendosi alle sue spalle per stringergli il fazzoletto sugli occhi. «Non essere così spaventato, angelo. Ci sono qui io a proteggerti.»
Quelle parole fecero avvampare Aziraphale e lo tennero fermo e zitto – se si escludevano i suoi balbettii inconsistenti – abbastanza perché Crowley potesse completare il suo lavoro.
«Ti-Ti avverto, demone!» esclamò alla fine. «Se… Se questo è un qualche strano scherzo, saprò come combatterti. Ho preso lezioni di Judo il secolo scorso.»
«Ma non avevi mollato il secondo giorno?» chiese Crowley, prendendolo per mano e iniziando a camminare.
«Sì, ma questo perché avevo già appreso tutto ciò che c’era da apprendere.»
Crowley sbuffò divertito, ma non ribatté. Voleva che Aziraphale fosse rilassato e, soprattutto, pronto a saltargli addosso in preda alla gioia alla vista della sua sorpresa. Camminarono per qualche decina di metri, il cielo stellato sopra di loro a illuminare la via. Non vi aveva fatto caso quando era andato lì la prima volta, ma senza la luce del Sole quell’area isolata dal resto del mondo sembrava in effetti il perfetto scenario per un film horror. Era il suo genere preferito, mentre Aziraphale lo detestava, sebbene accettasse sempre di guardarlo in compagnia di Crowley, certo di avere un valido sostegno da stringere durante le scene più spaventose – motivo in più per il demone per apprezzare quel tipo di film. Sapeva che la sua sorpresa non aveva niente a che vedere con l’orrore, ma sperò che l’ambiente circostante facesse comunque agire il suo angelo come se lo fosse.
«Siamo arrivati» annunciò Crowley. «Sei pronto?»
Aziraphale annuì. Il demone si mise alle sue spalle e gli tolse la benda, indicando poi con un Ta-dan la villetta davanti a loro. L’espressione di Aziraphale virò dal sorpreso al felice mentre si avvicinava all’abitazione e la scrutava con attenzione. La casa si estendeva su due piani, le pareti bianche che scintillavano alla luce della luna indicavano che fosse stata ridipinta di recente. Il cancello era aperto e Crowley invitò Aziraphale a entrare.
«È… È una casetta adorabile» disse, spostando lo sguardo intorno a sé con la bocca aperta. «Conosci chi ci abita?»
Crowley si dondolò sul posto, le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni.
«Be’, al momento non ci abita nessuno, ma conosco chi sta per venire a vivere qui.»
«Oh.»
Prima che Aziraphale potesse chiedergli altre informazioni sui futuri residenti, Crowley gli lanciò un mazzo di chiavi, che miracolosamente l’angelo riuscì a prendere al volo. Le guardò con le sopracciglia aggrottate, non capendo cosa fossero.
«Allora, quella piccola è per il cancello» spiegò Crowley, «quella più grande è per la porta principale e l’altra è per la biblioteca. Sì, be’, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere una stanza adibita solo ai libri.»
Aziraphale spostò gli occhi sgranati dalle chiavi a Crowley per un numero di volte sufficiente a fargli temere che si fosse inceppato.
«Stai…» deglutì, cercando di ritrovare la voce. «Stai dicendo che è… mia?»
Crowley smosse la terra con la punta dello stivale. «Sì, ecco, pensavo più a nostra. Il mio appartamento è piccolo e poi è stato infestato da Hastur e Ligur, non mi piace più viverci. Quindi, ho pensato di prendere una casetta in mezzo al verde e trasferirci qui.»
Aziraphale rimase a bocca aperta. Di nuovo, prese a guardarsi intorno completamente spaesato e Crowley si sentì offeso per la lentezza che stava impiegando a rispondergli. Guardò l’orologio e sbuffò.
«Non per metterti fretta, angelo, ma avevo previsto di concludere l’anno in bellezza» disse, avvicinandosi a lui. Lo prese per le spalle, tenendolo fermo davanti a sé. «Pertanto dovresti rispondermi entro, vediamo, un minuto e quattro secondi.»
«Oh! N-Nessuna fretta quindi.»
«Andiamo, devi solo dire se vuoi che viviamo insieme o no, non è difficile.»
«È difficile! I-Io non ho avuto il tempo di… insomma, noi due insieme è…»
Crowley sbuffò. «Se stai per dire che è sbagliato o intendi rifilarmi di nuovo la manfrina sugli angeli e i demoni, giuro che ti mollo una volta per tutte!»
Quelle parole misero a tacere il balbettio dell’angelo. Aziraphale gli rivolse uno sguardo incerto, quasi spaventato.
«Non lo faresti davvero.»
Naturalmente non lo avrebbe fatto: non poteva. Ma poteva fingere che la sua minaccia fosse autentica. «Mettimi alla prova.»
Per un momento temette che la testardaggine del suo compagno lo avrebbe spinto a farlo davvero. Ma il suo sguardo determinato scivolò dai suoi occhi alle sue labbra e Aziraphale si alzò sulle punte dei piedi per sfiorarle con le proprie, il tempo sufficiente perché fosse chiaro ciò che stava facendo ma non abbastanza da dare il tempo al demone di ricambiare.
«Bene, molto bene» mormorò, con il viso paonazzo. «Allora, ehm, mi fai fare un giro per la casa?»
Aziraphale mosse un passo indietro e indicò la casa alle sue spalle, ma Crowley non gli permise di allontanarsi ulteriormente. Lo circondò con le sue braccia, impedendogli di stare a più di un soffio di distanza da lui. E anche quel breve tratto di spazio in cui i loro corpi non si toccavano era troppo. Lo baciò, un bacio vero, un bacio demoniaco che era reso angelico solo dai sentimenti che lo animavano. Aziraphale rispose con foga, mostrandosi più esperto e malizioso di quanto Crowley avrebbe immaginato.
Mentre quelle due anime ineffabili che avevano trascorso seimila anni a rincorrersi, sempre su binari paralleli che sembravano potersi solo toccare, incrociarsi mai, concretizzavano l’essenza della loro fazione, i cittadini di Londra e di tutto il mondo brindavano all’arrivo dell’anno nuovo, ignari dei pericoli che avevano corso e che erano stati sventati proprio da quell’angelo e quel demone che si apprestavano a iniziare la loro nuova vita insieme.

   
 
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