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Autore: Alma_95    14/12/2021    2 recensioni
Atsumu e Sakusa stanno insieme ormai da tempo, ma sono in pochissimi ad essere a conoscenza della loro relazione. A causa di vari impegni i due fidanzati non riescono quasi più a vedersi e per questo Sakusa decide di invitare Atsumu a trascorrere il Natale a casa sua. Cosa succederà durante la sua permanenza a casa Sakusa!?
(Avvertenze: Visto il periodo il mio é un racconto di puro e semplice fluff natalizio. Niente atteggiamenti tossici.)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano già più di due minuti che Atsumu Miya fissava il citofono di casa Sakusa come se fosse il più  grande nemico della sua vita.  Atsumu aveva tanti amici, conosceva tanti parenti, tanti genitori, tanti fratelli, ma stavolta era diverso. Stava per incontrare per la prima volta la famiglia del suo fidanzato. Ormai stavano insieme da molto, ma si erano sempre visti in zone neutrali, come i ritiri per la Nazionale Under 19 o gli allenamenti congiunti tra Inarizaki e Itachiyama. In realtà erano anche già  stati l'uno a casa dell'altro, ma sempre quando erano sicuri di essere soli. Sakusa stava lottando con la sua fobia e Atsumu cercava di fare tutto quello che era in suo potere per aiutarlo e supportarlo. Per annunciare la loro relazione aspettava che il suo Omi fosse pronto e non aveva intenzione di mettergli alcuna pressione addosso perciò  quando il fidanzato lo aveva invitato a trascorrere il Natale con i suoi la cosa lo aveva sorpreso e non poco. Era anche vero però che dopo che  Atsumu si era diplomato il tempo già breve che avevano a disposizione da trascorrere insieme si era notevolmente ridotto. Adesso tra loro non c'era più  di mezzo soltanto la distanza e la fobia di Sakusa, ma anche l'università di Atsumu. Ormai non riuscivano quasi più ad organizzarsi per vedersi e così Sakusa aveva deciso di prendere la palla al balzo e invitare Tsumu a trascorrere qualche giorno a casa sua. Insieme a tutta  la sua famiglia. 

Non avevano ancora deciso se rendere o meno noto il fatto che avessero una relazione, ma almeno Sakusa era pronto a presentare loro Atsumu come suo amico. Kiyoomi sapeva che i suoi avrebbero dato di matto. Lui non aveva mai portato nessuno a casa di sua spontanea volontà presentandolo come un "amico". Perciò, quando una sera prima di cena aveva chiesto ai suoi se per loro sarebbe stato un problema se avesse invitato un amico a stare da loro per qualche giorno, la signora Sakusa aveva lasciato cadere la scodella che aveva in mano rovesciandone il contenuto nel lavandino mentre suo padre aveva abbassato gli occhi dal libro che stava leggendo e  aveva alzato su di lui uno sguardo curioso. Sakusa si era abbandonato ad un sospiro a metà tra lo scocciato e il rassegnato. 
“Se per voi è un problema, basta dirlo.”  Disse semplicemente. 
La madre si era voltata e lo guardava sgomenta. “No, tesoro. Certo che non è un problema. È solo che è  la prima volta che ci chiedi il permesso di ospitare qualcuno. Mi hai solo preso alla sprovvista, tutto qui.”  
Il padre di Sakusa annuì in segno di assenso.  Kiyoomi era irritato, odiava quel comportamento da parte dei genitori, era vero che non era la persona più socievole al mondo e che aveva uno o due problemi con germi vari e luoghi affollati, ma faceva del suo meglio per riuscire ad affrontarli e di certo non era un recluso. “Come se non avessi amici o fosse la prima volta che porto un ospite a casa.”
 “ Vero, non lo è. Ma di solito è per qualche ora  e sempre per un motivo specifico, un qualche progetto scolastico o perché Motoya ti ha tormentato talmente tanto da farti cedere. Un momento. Tutto questo  non è opera di Motoya, giusto? “
“No, mamma. Lui non c'entra niente. È  solo che da quando Atsumu si è  diplomato vedersi è diventato un incubo. Pensavo potessimo approfittare del periodo natalizio per farlo.”
“Aspetta un attimo!” Lo interruppe la madre “Quell'Atsumu Miya? L'ex alzatore dell'Inarizaki? Il ragazzo con il quale condividi la stanza durante i ritiri? "L'amico" che riesce a farti arrivare a prendere un treno ghermito di persone, che riesce a trascinarti fino alla prefettura di Hyogo soltanto per vederlo? Quell’Atsumu Miya?”
"Non essere melodrammatica, mamma. Sì comunque. Volevo invitare Tsumu per Natale. Allora? Andata?" 
I suoi genitori si scambiarono un'occhiata complice che sembrava volesse dire  "Tsumu?"
 "Certo." Però gli rispose soltanto il padre. 
"Bene perché arriverà il 23 e ancora non so di preciso quanto si fermerà. Penso almeno per due o tre giorni." Detto questo Sakusa girò  i tacchi e tornò in camera sua, lasciando i suoi genitori in una sorta di piacevole confusione.  Non sapevano neanche loro come interpretare quella richiesta da parte del figlio. Avevano interrogato Motoya sul  famoso amico di Hyogo ed erano riusciti a farsi raccontare qualcosa e anche a farsi un’idea su di lui, ma fino a quel momento il loro Kiyoomi si era impegnato a non faglielo incontrare. Si chiesero cosa poteva essere cambiato per spingere il figlio ad avanzare quella richiesta. Davvero aveva semplicemente voglia di vederlo? 

 Ed eccoci così tornati ad Atsumu e il suo nemico mortale. Era mezzogiorno, il suo treno aveva subito un leggero ritardo, ma lui era comunque lì fermo immobile a fissare il citofono. Era carico come un mulo. Tra la valigia coi vestiti e i borsoni pieni di regali di Natale, souvenir e onigiri ( meticolosamente preparati dal gemello) faticava a muoversi. Logicamente anche lui sapeva benissimo che quella era una scusa che stava raccontando a se stesso. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e si decise a suonare. Ci fu un leggero trambusto e poi la porta si spalancò per mostrare una versione più matura e meno austera di Sakusa affiancato dal viso conosciuto e sorridente del libero dell’Itachiyama.
 “Ciao, tu devi essere il famoso Atsumu-kun.”  Disse la versione 2.0 di Sakusa. “Io sono Kiyotake. Sakusa Kiyotake. Il fratello maggiore di Kiyo. Prego. Entra pure.“
 Atsumu aveva il cuore che gli batteva all’impazzata. Era solo suo fratello e lui già stava per andare in cortocircuito. Che cosa sarebbe successo quando avrebbe incontrato i genitori? Gli sarebbe preso un infarto? Fece un inchino rispettoso poi si presentò.
 “Miya Atsumu. Lieto di fare la tua conoscenza.” Il ragazzo sorrise. A quel punto Komori che fremeva già da tempo si aprì in un grande sorriso e aprì le braccia come ad invitare l’amico a scambiarsi un gesto affettuoso. Atsumu accettò l’invito  e i due si scambiarlo o  un amichevole abbraccio costernato da innumerevoli pacche sulla schiena.  
“Come sta il mio alzatore preferito? “ chiese un allegro Motoya. 
“Bene. Molto bene. E invece il miglior libero della nazione? “ 
“Egregiamente.” Rispose Komori arrossendo. “Qualche problemino qua e là, ma non mi lamento.“
 Atsumu gli sorrise. “Allora? Kiyoomi dov’è? “chiese guardandosi intorno.
 “Oh, oh! Ma come siamo impazienti! “ disse il cugino facendogli l’occhiolino. Atsumu sbuffò. 
“Sono venuto fin qua apposta per vederlo… mi sembra il minimo chiedere di lui. “
 Kiyotake li interruppe. “Mio fratello è in cucina. Vieni, andiamo. Ti porto da lui. “ Atsumu restò un attimo interdetto poi annuí. 
“Bene, andiamo allora. Dai qua. Portiamo prima questa roba nella sua stanza. “ 
“Sakusa-San, solo questa è la mia roba. “ disse indicando il trolley di media misura al suo fianco. “ Però qui ci sono alcuni regali di Natale che ho portato per voi perciò penso sarebbe meglio portare anche questo in stanza insieme alla valigia. Mentre quest’altro  va in cucina, ci sono vari souvenir dal mio paese. “ 
“Hai portato tutta questa roba? “
 Atsumu si guardò nervoso le mani. “È che… mi sembrava il minimo. “
 Kiyotake gli sorrise. “Non serviva svaligiare un negozio. Sei il benvenuto comunque e chiamami pure Kiyotake, altrimenti non ne usciamo più.“ 
“Oh, Okay. Va bene, Kiyotake-San.“
 “E ora dammi qua. Questi li porto nella stanza di Kiyo. Motoya accompagna Atsumu-kun dal resto della famiglia.“
 “Sì, signore! “

 Komori sfilò il borsone dalla spalla di Atsumu e poi disse semplicemente. 
“Vieni, da questa parte. So che lo sai, ma ti aiuto a tenere su la recita.“ 
 Face strada ad un sempre più agitato  Atsumu. Iniziò a sentire le voci ancor prima di mettere piede nella stanza. Probabilmente stavano discutendo sul menù di Natale. 
“Non mi interessa. È il primo anno che ti degni di partecipare all’organizzazione e vuoi già dettare legge. Sei un tiranno! “ Sentì dire dalla voce di una giovane donna.
 “Non sto dettando nessuna legge. Dico solo che potremmo preparare  un paio di portate in più usando il tonno.” Fu la risposta secca proveniente dalla calda voce che lui conosceva bene.
 “Oh, solo perché piace al tuo amichetto?“ 
“Sul serio? Vuoi davvero giocare la carta del litigio da quinta elementare? “ disse un Sakusa particolarmente scocciato. Ad Atsumu sfuggì un sorriso.
 “È sempre così. “disse Komori mentre osservava la reazione di Atsumu fuori dalla porta della cucina. “Forse conoscendo  Kiyo ti eri fatto l’idea di una famiglia tranquilla. Ma è l’esatto opposto. Ho pensato fosse meglio farti dare un’occhiata prima di gettarti nella mischia. “
 “Grazie.” gli rispose lui ridendo. “Credo che sarà più divertente del previsto.” 
Un Sakusa frustrato non è un Sakusa che riuscivi a vedere tutti i giorni pensò estasiato Atsumu . 

Mentre i quattro ancora battibeccavano sulla scelta delle pietanze. Komori si era schiarito la gola e aveva solennemente annunciato:
“Ecco a voi l’ospite d’onore!“ Si erano voltati tutti a guardare nella loro direzione e quando Sakusa aveva alzato lo sguardo su di lui gli si  era  aperto sul volto un enorme sorriso e gli occhi gli si erano illuminati per l’emozione. Si era alzato immediatamente per raggiungere il nuovo arrivato. Nel frattempo Atsumu aveva chinato il capo.
 “Piacere di conoscervi. Mi chiamo Miya Atsumu e volevo ringraziarvi per la vostra ospitalità.“ 
Komori dietro di lui stava ridendo di gusto. “È così raro vedere un Atsumu tanto sottomesso che non so neanche come reagire.“ 
Il diretto interessato non gli rispose, ma mentre nessuno lo guardava  gli diede un calcio negli stinchi. Nel frattempo prima che chiunque potesse prendere la parola Sakusa aveva raggiunto Atsumu e lo aveva stretto in un abbraccio. Nella stanza era calato il silenzio, riusciva  a sentire gli occhi di tutti puntati su di loro. Comunque Atsumu aveva ricambiato immediatamente la stretta. Stavano fissando tutti la strana scena che avevano davanti agli occhi. Il loro adorato Kiyoomi aveva abbracciato un’altra persona senza la minima esitazione. Era la prima volta che la sua famiglia assisteva ad un simile spettacolo. Ovviamente lo avevano visto interagire con altri ragazzi e ragazze della sua età, ma Kiyoomi aveva sempre mantenuto tutti a debita distanza e allontanato tutti quelli che provavano ad avvicinarlo eccetto qualche rara eccezione, ovvero i suoi familiari più stretti e sporadicamente Motoya.
 “Finalmente sei arrivato.“ aveva detto Sakusa stretto ancora tra le sue braccia. 
“C’è stato qualche ritardo. Ci ho messo più del previsto.“ Sakusa sapeva che aveva già dato abbastanza spettacolo e che avrebbe dovuto lasciar andare il suo ragazzo, ma era così tanto tempo che non lo stringeva tra le braccia, che non sentiva il suo odore o avvertiva il suo calore che semplicemente non voleva farlo. Aveva sentito così tanto la sua mancanza negli ultimi sei mesi che non sapeva neanche da dove stesse traendo la forza necessaria a non baciarlo davanti a tutti. Per Komori non sarebbe stata una sorpresa era uno dei pochi che era già a conoscenza della sua relazione e che spesso lo aveva coperto quando lui e Atsumu si erano visti. Lo stesso valeva per il fratello gemello di Atsumu, Osamu, anche lui sapeva come stavano davvero le cose tra loro. 

Sakusa si aggrappò ancora un attimo al giubbotto di Atsumu e poi lo lasciò andare.
 “Sono felice che tu sia qui.“ Gli disse soltanto.
 Atsumu gli sorrise. “Grazie. “ 
“Già! Benvenuto! “ disse allegramente quella che doveva essere la sorella minore. “Io sono Haru. Piacere!“ 
“E io invece sono Maki, la sorella maggiore. E ovviamente questi sono mamma e papà. “ disse indicando i due splendidi signori che erano di fianco a lei. Atsumu rimase un attimo interdetto davanti alla bellezza dei due. Erano due personaggi distinti. Era impossibile non notarili. Non solo erano di una bellezza superiore alla media, ma emanavano anche un’aura diversa. Era logico che da due genitori così sarebbero venuti fuori dei figli altrettanto fuori dall’ordinario. I due si avvicinarono al ragazzo per stringergli la mano. 
“Finalmente ci incontriamo! ” disse la donna sorridendo calorosamente, era davvero bellissima. Aveva dei lunghi capelli scuri, non neri, due enormi occhi marroni molto espressivi, labbra pronunciate e lineamenti ben definiti. “ Io sono Temari. La mamma. Non avevo idea che Kiyo-Kiyo portasse a casa un ragazzo tanto carino.“ 
“MAMMA! “
 “Che c’è Kiyo?” 
“Non iniziare a fare scenate!“
 “Suvvia figliolo! Tua madre è solo un po' emozionata. Queste non sono cose che capitano tutti i giorni. “ disse il signor Sakusa  porgendo a sua volta la mano ad Atsumu che si affrettò a ricambiare la stretta. Era una versione più  matura di Omi e Kiyotake ed era probabilmente da lui che i due avevano ereditato l’altezza. Era un uomo davvero bello. Capelli ricci, lunghi quasi fino alle spalle che teneva morbidamente raccolti in una mezza coda dalla quale sfuggiva qualche ricciolo qua e là, due profondi occhi neri che erano talmente scuri da sembrare dei pozzi. Naso lungo e ben proporzionato, labbra sottili, ma ben definite. Era uno di quegli uomini che non ti stancheresti  mai di guardare. Atsumu si sorprese a pensare di essere un ragazzo fortunato. Il suo Omi sarebbe stato stupendo anche da lì a 20 anni.
“Kojiro. Piacere di conoscere il caro amico di mio figlio.“ il signor Sakusa si premurò  di aggiungere particolare enfasi sulla parola caro. Sakusa alzò gli occhi al cielo. Komori cercava di non ridergli in faccia mentre il resto della famiglia,  al quale si era aggiunto anche Kiyotake, stava parlottando tra sé. 
“Bene ora che abbiamo finalmente finito con le presentazioni, direi che possiamo anche vedere di mettere a suo agio il nostro caro ospite e organizzare la gita di famiglia!“
 Atsumu rivolse uno sguardo pieno di preoccupazione  al compagno. “Gita di famiglia? “ mimò con le labbra. Sakusa lo guardò mortificato. 
“Scusa. Sono tutti sovraeccitati perché ti ho invitato e adesso vogliono che andiamo con loro a fare la tradizionale spesa natalizia.“
 Atsumu era perplesso. Pensava che avrebbe trascorso ovviamente del tempo con la famiglia al completo, ma non si aspettava che volessero trascinarselo in giro sin da subito.
 “Hey, Atsu? “ Komori lo stava chiamando. 
“Si? “ 
“Cosa devo fare con questo? “ 
“Oh! “ Atsumu recuperò  il borsone e lo porse alla signora Sakusa. “Questi sono per voi.” 
La signora rimase allibita dall’incredibile quantità di souvenir che l’ospite aveva portato. 
“Questi sono prodotti tipici mentre questi li ha fatti mia madre per ripagarvi del disturbo e questi li ha fatti Samu, mio fratello gemello, lui sta frequentando un accademia di cucina. È molto bravo perciò abbiamo pensato di preparare gli Onigiri Miya, la sua specialità.“ 
Adesso anche Komori era interessato. “Gli onigiri di Samu? “
 Atsumu annuì e tirò fuori un contenitore più piccolo che porse al ragazzo. “Ecco. Questo è  per te.“ 
“Ne ha fatti anche per me? “ 
“Sì, ha detto che era il minimo che poteva fare per ringraziarti di occuparti del suo ‘stupido fratello’” Komori scoppiò a ridere per il tono e il modo con il quale Atsumu aveva imitato il gemello.
“Dopo lo chiamo per ringraziarlo.” Disse ancora sorridendo. 
“Come ti pare. “  gli rispose  l’alzatore facendo spallucce. 
Allora il libero prese il suo bento e fece per andarsene. “Okay, dato che avete rotto il ghiaccio e cosa più importante io ho ottenuto i miei onigiri, posso anche tornarmene a casa! Kiyoomi se dovessi aver bisogno non esitare a chiamarmi e Tsumu buona permanenza, ci vediamo presto.“
 Atsumu gli rivolse uno sguardo perplesso. “Mi spieghi quale sarebbe stata la tua utilità? “
 Komori lo guardò male. “Ma come? Mi sono assicurato che uno dei miei più cari amici si sentisse a suo agio! “ 
Atsumu  credeva di aver capito dove l’altro volesse andare a parare  perciò ammiccò nella sua direzione. “Se credi che metterò una buona parola per te con Akagi, ti sbagli di grosso.“ disse tutto soddisfatto. “Perché per una volta non potresti essere gentile?“ chiese lui depresso. 
“Io sono sempre gentile.“ Rispose prontamente l’alzatore. Adesso era Sakusa a ridere.
 “Hey! Omi-Omi?! Che stai insinuando? “ Disse un Atsumu arrabbiato puntando un dito accusatorio contro l’amato  che per tutta risposta si limitò a fare spallucce e a guardarlo con superiorità. Prima che Atsumu potesse partire all’attacco fu interrotto dalle sorelle Sakusa. “Omi-Omi? “ si dissero scambiandosi uno sguardo complice. 
“Qualche problema?“ Scattó  Kiyoomi già pronto per la zuffa verbale, ma prima potesse saltare al collo delle sorelle intervenne lo stesso Atsumu.
 “Oh, è soltanto il nomignolo che gli ho dato.“ La mascella delle due si era spalancata al punto che Tsumu pensava sarebbe finita sul pavimento. Dopo che si furono ricomposte Maki gli chiese sinceramente sorpresa: “E lui te lo lascia usare? Anche in pubblico? “ 
“Ah, bhe-“
 “Certo.” S’intromise Komori. “Dovresti vederli durante i ritiri! Omi-Omi questo, Omi-kun quell’altro. E lui che glielo lascia fare senza battere ciglio!“ 
“Non c’era bisogno che lo sapessero. “ disse secco Sakusa 
“E Atsumu poteva anche essere gentile.” replicò lui infantilmente. Sakusa gli lanciò un’occhiataccia. 
“Perché sono circondato da un branco di bambini? “ si chiese esasperato, dopodiché Komori si congedò mentre il resto della famiglia stava organizzando la gita in città. Atsumu amava Tokyo perciò la possibilità di andare a fare un giro lo rendeva felice, ma era preoccupato per il fidanzato.
 “Omi? Sei sicuro di voler andare? Non voglio che ti senti a disagio. Considerando il giorno ci saranno sicuramente un sacco di persone.“
 “No, che non voglio andarci.” Gli rispose sinceramente l’altro. “Ma sembra che loro siano felici e poi ci sei tu, quindi me la caverò. “ Atsumu approfitto di un momento in cui nessuno era concentrato su di loro per stringergli la mano.

I due furono lasciati finalmente soli. I suoi avevano detto a Sakusa di accompagnare Atsumu nella sua stanza in modo che potesse sistemarsi e riposarsi un po' mentre loro organizzavano il da farsi. Omi non aspettava altro, quando Atsumu era arrivato aveva tutti intorno e non aveva neanche potuto dargli il benvenuto che voleva. Non appena la porta si fu chiusa alle loro spalle Omi-Omi afferrò il biondino per le spalle e ve lo premette contro e senza neanche dare il tempo a Tsumu di reagire lo aveva incastrato tra il suo corpo e la porta. Si era soffermato un  attimo ad osservarlo, poi gli aveva posizionato una mano sotto il mento per tenerglielo sollevato e finalmente era riuscito a prendersi il suo bacio. Fu una cosa lunga,  sei mesi erano tanti, per una volta Sakusa non aveva fretta di interrompere il contatto, fu un bacio lento, ma allo stesso tempo inteso. Dapprima Atsumu fu preso in contropiede, ma  poi dopo aver ricambiano  a lungo il bacio era scoppiato a ridere con le labbra ancora permute contro quelle del suo Omi. La cosa infastidii non poco il diretto interessato che si mise a mugugnare scontento. 
“Potresti smetterla di ridere e concentrarti su di me? Grazie.”
 Atsumu prese a ridere ancora più forte. Sakusa avrebbe voluto approfittare di quel momento d’intimità per prendersi almeno una parte dei baci arretrati, ma sembrava che Atsumu non fosse della stessa idea. Lo aveva leggermente allontanato e gli aveva affondato il viso nell’incavo del collo mentre ancora rideva contro la sua spalla. Adesso Sakusa era davvero irritato. 
“Si può sapere che ti prende? “
 Atsumu si raddrizzò e appoggiò la testa contro la porta mentre guardava Sakusa dall’alto della sua posizione di vantaggio. “Niente! È che se avessi saputo che se avessi aspettato sei mesi per vederti mi saresti salto addosso… l’avrei fatto molto prima.“ disse assolutamente soddisfatto di sé stesso.
 Sakusa alzò gli occhi al cielo. “Sei insopportabile. “
 Atsumu ormai non si sforzava neanche di trattenersi. “Allora non ho alcun motivo per restarmene qui a baciarti.“ disse cercando di farlo spostare, ma Sakusa lo premette nuovamente contro la porta.
 “Non mi sembra di averti detto che potevi andare.”  Atsumu gli afferrò la nuca stringendo la mano nei morbidi riccioli corvini del suo Omi. “Non mi sembra di doverti chiedere il permesso. “
 Sakusa gli lanciò  il suo miglior sguardo da seduttore  e gli sussurrò ad un orecchio. “Vuoi giocare sporco? “
 Atsumu trovava quel giochetto estremamente interessante, ma non poté fare a meno di scoppiare a ridergli in faccia. 
“Ed ecco che hai ucciso l’atmosfera. “ disse un Sakusa ormai rassegnato ad andare in bianco. 
“Scusa. “ disse l’altro gettandogli le braccia al collo avvicinando il volto a quello del fidanzato per coinvolgerlo in quello che forse era stato il bacio più audace di quella giornata. 
“Ma adesso non possiamo. Non in una casa piena di Sakusa. “ 
Ora era lo schiacciatore quello divertito. “L’hai detto come se fossimo dei leoni chiusi in una gabbia e qualcuno ti ci avesse appena gettato dentro. “
Atsumu baciò di nuovo il fidanzato. Poi poggiando la fronte contro la sua e gli disse:
 “Forse un po’ e così che mi sento.“ Sakusa lo aveva stretto più forte tra le braccia. 
“Probabilmente non avrei dovuto chiederti di venire… “ 
Atsumu scosse la testa. “No, sono felice di essere qui. È solo che ho paura di combinare un casino.“ “Tranquillo, andrà tutto bene. Ai miei già piaci e per i miei fratelli sei il pretesto perfetto da poter usare contro di me. Sono solo agitati per via del fatto che sei la prima persona con la quale mi vedono comportarmi in modo così aperto. Devi solo dargli modo di superare la sorpresa.” 
“Sono davvero il primo?“  
“Non sei la prima persona che viene a casa o il mio primo amico, ma sei il primo con il quale mi senta abbastanza mio agio da chiederti di restare o dal riuscire a toccare con così tanta disinvoltura. Questo è vero. Sei l’unica persona che riesco a toccare senza provare brutte sensazioni. Non so perché, ma è così. Cioè tutto questo contatto o l’idea di scambiare saliva con un altro essere umano per me è inconcepibile. Pensare di farlo con qualcuno che non sia tu è assolutamente fuori discussione. “
Atsumu scoppiò in un'altra risata. “Nessuno riesce a dare una definizione di bacio meno  romantica della tua. “ 
“Nella vita bisogna essere oggettivi. “
 “Non mi sembra che la mia saliva ti dispiaccia. “ 
“Questo è un altro discorso. “ Restarono ancora a lungo abbracciati a battibeccare su questioni discutibili, fino a quando non sentirono bussare alla porta e allora Sakusa diede davvero modo ad Atsumu di organizzarsi e cambiarsi. Una volta finito raggiunsero il resto della famiglia di sotto. Erano già tutti pronti per uscire. Aspettavano soltanto loro. Sarebbero andati prima a mangiare qualcosa e poi a fare il giro delle compre per Natale. Temari-San era molto contenta di essere riuscita a trascinarsi dietro anche loro due.


Trascorsero una giornata incredibilmente piacevole. Andarono a pranzo in un bel ristorantino tradizionale poco affollato in modo che anche Sakusa potesse rilassarsi e mangiare in tranquillità. L’alzatore aveva scoperto che negli anni i genitori di lui avevano  trovato parecchi bei posticini nei quali poter portare anche il figlio che odiava I luoghi affollati. Si disse che doveva farsi  dare assolutamente l’elenco. Ovviamente a tavola Atsumu fu tempestato di domande. Gli chiesero di tutto e di più: del posto dal quale veniva, della sua famiglia, della pallavolo, di come aveva conosciuto Kiyoomi, come erano diventati amici, insomma un turbine infinito di curiosità. Per Atsumu non era difficile tenere il passo, erano domande semplici alle quali rispondere. Cercava soltanto di non aprire argomenti pericolosi e di evitare le domande scomode, ma inevitabilmente  queste non tardarono ad arrivare “Sei un così bel ragazzo, come mai non hai una ragazza?“ si era aspettato quella domanda e di conseguenza si era già  preparato una risposta che sviasse l’argomento sulla pallavolo. Omi odiava vedere il suo Atsumu tormentato in quel modo, però per evitare l’eccesso di curiosità dei suoi aveva deciso di lasciarli fare, ma ad un certo punto per Tsumu era diventato più un interrogatorio che altro e così decise che era arrivato il momento di intervenire in suo aiuto intimando ai suoi di smettere di tempestarlo di domande e di dargli almeno modo di consumare il suo pasto. Ad Atsumu quell’espressione fece ridere.
 “Chi è  che al giorno d’oggi usa ancora l’espressione  consumare il suo pasto?” 
Sakusa si pentì immediatamente di averlo aiutato. Dopo aver mangiato si dedicarono al giro dei negozi. Passarono dal mercato ortofrutticolo a  quello del pesce e via dicendo fino a quando stremati non fecero ritorno a casa. Le sorelle avevano comprato dei nuovi addobbi per l’albero e così si dileguarono immediatamente in salotto, Kiyotake e il Signor Sakusa erano dovuti  uscire un’altra volta perché  avevano dimenticato di comprare alcune cose, Sakusa stava organizzando la spesa e la Signora Temari era andata dritta ai fornelli. 
“Temari-San lascia che ti aiuti!“ disse prontamente l’alzatore. 
“Ma Tsumu tu sei l’ospite. “
Atsumu la guardava implorante. “La prego. A casa cucino spesso con mio fratello. Non me la cavo male, vedrà che non se ne pentirà.”
La donna sorrise di fronte all'adorabile broncio  che il ragazzo aveva messo su. 
”Oh, tesoro ma non è mica per questo-“ 
“Mamma!” la interruppe Sakusa. “Lascialo fare. È il tipo a cui non piace starsene con le mani in mano.” 
Allora la signora si arrese alle proteste dei ragazzi e diede istruzione ad Atsumu su quello che voleva preparare. L’alzatore si rimboccò le maniche e si mise all’opera. Si diverti molto. La madre di Sakusa era davvero un tipo. A scapito dell'aspetto era una persona allegra, spigliata, socievole e molto aperta. All’inizio si era offerto di aiutarla più per cortesia che per altro, ma ben presto fu contento di averlo fatto. Le sorelle Sakusa riemersero poco dopo dai meandri del salotto con un espressione soddisfatta in volto,  a quanto pare la missione addobbi era stata un successo. Non appena furono rientrati anche gli altri maschi di casa, si sedettero tutti a tavola e dopo aver cenato decisero di organizzare una serata giochi. Giocarono a Risiko e Sakusa che era l’unico a giocare in solitaria fu il primo a conquistare gli obbiettivi. I fratelli non accettarono sportivamente la sconfitta è chiesero la rivincita, ma furono miserabilmente  battuti ancora e ancora. Atsumu aveva scoperto un altro lato del suo fidanzato. Era imbattibile ai giochi da tavolo. 

Un volta in stanza decisero di ignorare il futon che avevano preparato ai piedi del letto di Omi e di dormire insieme nel suo letto. Atsumu dopo aver eseguito la sua routine serale si era infilato sotto le coperte dove già lo aspettava il suo Omi-kun. Non appena si fu sistemato al suo  fianco, Sakuasa gli si stese praticamente addosso. Fece aderire il corpo a quello del fidanzato, iniziò ad accarezzare dolcemente i suoi capelli mentre lo baciava. Atsumu stava ricambiano i baci e gli stava passando svogliatamente una mano sulla schiena. Sakusa pensava di averla avuta finalmente vinta e per questo decise di provare a spingere la situazione un po' più  in là. Iniziò a toccare Atsumu con maggiori pretese, ma quest’ultimo gli afferrò la mano e gliela immobilizzò .
 “Che stai facendo?” gli chiese mentre Sakusa lo guardava come se non sapeva chi fosse.
 “Me lo stai chiedendo davvero?”
 Atsumu sbuffò.  “Lo so cosa stai facendo. Ma adesso smettila di farlo.”
 Sakusa lo guardava con tanto d’occhi. “Che ti prende? Di solito devo pregarti di toglierti di dosso, ma oggi non fai che respingermi!”
 Atsumu  abbassò  lo  sguardo imbarazzato. “Non siamo soli. Non mi sento a mio agio a fare certe cose sapendo che sono tutti… qui. E poi se dovessero beccarci? Ti rendi conto che pensano che questo sia una sorta di pigiama party e non sospettano  minamene che io e te… che noi… insomma... Non se ne parla! Non ci riesco. Scusa.” 
Sakusa restò un attimo interdetto, non sapeva cosa dire. Non credeva che per Atsumu tutta questa storia dei genitori fosse così  importante. “No. Non devi scusarti, semmai dovrei essere io a farlo. “ Atsumu gli gettò le braccia al collo e lo baciò dolcemente.
 “Non scusarti. Anche io mi sento così, insomma se spunta fuori l’occasione perché  no. Ma non adesso. Okay?” 
“Okay.” Rispose un Sakusa visibilmente abbattuto. Atsumu prese una ciocca dei riccioli ribelli del suo Omi e iniziò a giocherellarci. 
“Comunque… non ho detto niente coccole. Solo niente sesso. Perciò se vuoi…“ Lasciò cadere volutamente la frase. Sakusa non sapeva se essere frustrato o divertito per tutta quella situazione alla fine decise di optare per il divertito e prendersi la dose di coccole che gli era stata offerta prima che Atsumu potesse rimangiarsi la parola.

Il mattino seguente Atsumu fu svegliato presto. Aveva lasciato il cellulare impostato sulla vibrazione e si alzò non appena lo sentì squillare. Spostò lentamente il braccio del fidanzato ancora addormentato e sgusciò fuori dal letto cercando di muoversi il meno possibile. Poi uscì silenziosamente dalla stanza. Un volta in corridoio accettò la chiamata. 
“Finalmente rispondi! Si può sapere che stavi combinando, eh?! “ chiese un più che irritato Osamu. 
Atsumu sospirò avvilito. “Che cosa vuoi che faccia alle sei e mezza del mattino il giorno della Vigilia di Natale, se non dormire? “  
Aveva bisbigliato mentre scendeva le scale attento a non far rumore per non svegliare gli alti inquilini.
 “A me suona sospetto.”  Senti dire all’altro capo da una voce che non era quella del gemello. 
“Suna? “ disse mentre si infilava il cappotto e usciva dalla porta sul retro per andare in giardino. 
“Che ci fa con te Rin alle sei e mezza del mattino? “  
“Mi tiene compagnia. No?! “
 Atsumu borbottò un “E poi sarei io quello sospetto.” 
Adesso sentiva chiaramente Suna ridere.
 “Sul serio, si può sapere che sta succedendo? “ 
“Niente. Siamo in auto e tu sei in vivavoce. “ 
“Yo, Rin! Buona Vigilia! “ 
“Anche a te Tsumu.”
 “Allora? Che ci fate insieme a quest’ora? “
 “Ieri Rin ha dormito a casa nos-“
 “NON AVETE FATTO NIENTE DI STRANO NEL MIO LETTO, VERO? “
 ”Tsumu! Ma che ti salta in mente! Lo sai che noi  non stiamo- “
 “… ancora insieme. Sì sì , lo so. Lo so. “  In auto doveva essere sceso un silenzio imbarazzante così Tsumu decise di romperlo. 
“Allora? Dove state andando a quest'ora del mattino?“ 
“A prendere la nonna. “
 “La nonna? Come mai? “ chiese Tsumu sorpreso. 
“Beh, passa le vacanze insieme a noi. Lo zio ha deciso all’ultimo momento di partire per un viaggio e la nonna era da sola.“
 “Non potevate andare voi da lei? “
 “Papà ha organizzato il cenone insieme al padre di Rin, perciò siamo tutti a casa. “ 
“Sia lodato il Signore onnipotente! Mi sono risparmiato una serata da terzo incomodo! “
 “Sei un cretino”
 “Come te. “
 “Sei stato adottato. “ 
“Anche tu. “ 
“Sei un-“ stavolta fu Suna ad intervenire non riuscendo più a trattenere la curiosità.
 “E tu? Come va a casa del tuo Omi-Omi? “
 “Tutto bene.”
 “Nient’altro da aggiungere?” Chiese Samu scettico.
 “ Non stai dicendo che stai bene quando in realtà ti stanno seviziando, vero? Vuoi che venga a prenderti? “ “Hey, piano campione. Spegni il fratello protettivo segnale.“ disse Suna ridendo. “Non credo serva l’intervento di  BatSamu!” Concluse. 
Adesso rideva anche Tsumu. “Sarebbe un supereroe tremendo!” disse  ancora ridendo. 
“Concordo.“ 
“Hey! Voi due! L’ultima volta che ho controllato era la Vigilia di Natale non il bullizziamo Osamu Miya Day!” “Ah, si? Sicuro di non aver visto male?! “
 “Non gli credo Rin! BatSamu mente sicuramente!“ 
Suna scoppiò in un’altra risata. “Devo cambiargli nome sul cellulare. “
 “Sul serio, io ho chiamato per sapere come stavi! Sono preoccupato perciò potresti rispondere in modo più esaustivo?“
  Atsumu sospirò. “Non capirò mai se il tuo è odio o amore. “
 “Amore, senza ombra di dubbio. È da ieri che non fa che ripete ‘Tsumu’ ‘Tsumu’! “
 “RINTAROU! “
 “Scusa BatSamu, ma i supereroi non mentono.“ Atsumu pensò che quello fosse un modo straordinario per iniziare la giornata. Prima che il fratello uscisse definitivamente di senno decise di rispondere seriamente alla sua domanda. 
“Va tutto bene, davvero. Mi piace qui. Sono tutti molto gentili e divertenti.“ 
“Divertenti?“ Chiesero entrambi sorpresi. 
“Sì. Non so che idea vi siate fatti, ma qui è tutto assolutamente normale. È un po’ come essere a casa, regna lo stesso tipo di caos.“
 “Non sono dei maniaci perfettini? “
 “OSAMU MIYA! “ 
“Scusa, scusa. È che quel tuo fidanzato… “
 Si senti il rumore di uno schiaffo. “L’ho colpito io per te.” 
“Grazie Rin e Samu… Omi potrà avere i suoi problemi, ma lo sai benissimo che non è una cattiva persona. E vive in una normalissima casa e ha una normalissima famiglia. “
 Atsumu udiva soltanto dei borbottii sconnessi e dovette aspettare una attimo per averne la parafrasi. 
“Lascialo stare è solo geloso del suo fratellino. “
 Atsumu sorrideva nel sentirli litigare, non si era ancora capacitato del fatto che quei due non stessero insieme. “È felice che vada tutto bene. “ aggiunse poi Suna.
 “Questo non l’ho mai detto.“ puntualizzò il gemello. 
“Ma te lo leggo in faccia.“ erano proprio fatti l’uno per l’altro. 
“Atsumu-kun? Che ci fai li fuori con questo freddo? “ L’alzatore si voltò  a guardare la porta. 
“Sakusa-San? “ disse poi sorpreso.
 Il padre di Omi pareva deluso. “Ancora con questo Sakusa-san? Perché tutti gli altri hanno il loro nomignolo o li chiami per nome e io sono Sakusa-San?”
 Atsumu si lasciò  sfuggire una  leggera risata. “Mi dispiace. Kojiro-san!” il signor Sakusa gli sorrise. Atsumu scosse la testa divertito. 
“Chi è? “ gli chiese il fratello. 
“Oh, il padre di Omi.” Intanto quest’ultimo gli si era avvicinato e gli aveva posato un plaid sulle spalle. “Scusa, non mi ero accorto che fossi al telefono. Non volevo disturbare.”
 “Oh, non si preoccupi. È solo Samu, ho finito. Arrivo subito!“ 
“Fai pure con calma.“ disse mentre si stava già avviando verso casa. 
  “È  solo Samu?”non serviva essere con lui per sapere che gli stava per scoppiare la vena sul collo.
 “Non fare sempre la palla! “ gli disse esasperato. 
“Sembra davvero gentile.“ Intervenne  Suna prima che la situazione potesse degenerare. Di norma li avrebbe lasciati fare, ma aveva deciso che non farli litigare sarebbe stata la sua buona azione natalizia.
  “Lo è. È venuto qui fuori solo per mettermi una coperta addosso. Comunque…credo siano quasi tutti svegli è meglio se vado a dare una mano con la colazione. Ci sentiamo dopo. Fate buon viaggio e salutate la nonna da parte mia.”
 “Certo. E Tsumu? “ 
“Sì? “ 
“Non dimenticare di chiamare la mamma più tardi. “
 “Certo che no. “
 “Ma che bravo figliolo che sei!” prima che cadesse la linea era riuscito a sentire Rin che si prendeva gioco del gemello. Al suo ritorno avrebbe fatto di tutto per fare da cupido per i due. Rientrò in casa che ormai erano tutti svegli, mancava solo il suo Omi. Il bambinone era ancora a letto dopo una notte di coccole. Scacciò il pensiero prima che il ricordo dei baci di Sakusa potesse farlo arrossire ed entrò in cucina per dare una mano con la colazione.



   
 
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