Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: coldcatepf98    20/12/2021    0 recensioni
Dopo che Historia decide di rivelare la sua vera identità, Erwin, indagando sulla faccenda, teme delle ritorsioni dal corpo di gendarmeria. Chiede quindi appoggio al comandante Pyxis, ma questo, non potendosi basare su fatti certi, concede al corpo di ricerca uno dei suoi soldati-spia che ha tenuto per sé gelosamente fino a quel momento: Siri, anche detta "il geco".
L'aiuto di Siri sarà fin da subito fondamentale per il corpo di ricerca, già provato dalle perdite dell'ultima spedizione, che avrà bisogno di un aiuto per affrontare il nuovo nemico: gli esseri umani.
Tuttavia Siri è una mercenaria, e non viene vista bene dagli altri soldati del corpo di ricerca, soprattutto dal capitano Levi che si mostra subito diffidente verso la ragazza sfacciata. Presto, però, si renderà conto che Siri non è quella che sembra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Disclaimer: questa storia all'inizio è nata come un semplice svago, un'idea che morivo dalla voglia di sviluppare non appena finita la terza stagione. ho iniziato a scriverla quindi con molta leggerezza, sinceramente non volevo impegnarmi troppo per scrivere una "semplice" fanfiction. ma come tutte le cose che inizio a fare e a cui mi appassiono, è diventata più di un passatempo. sono entrata in sintonia coi personaggi, soprattutto con Siri e pian piano ho sviluppato il desiderio di farvela conoscere meglio, darle una storia, un carattere e delle ragioni profonde. 
la prima parte della storia è diventata quella di cui vado meno fiera (e di cui non lo sono tutt'ora), perché volevo fare qualcosa che non m'impegnasse troppo tempo, che potesse svagare me e voi risicando la superficie. ma alla fine è una cosa che non sono riuscita a sopportare e ho deciso, dalla seconda parte della storia fino alla fine, di impegnarmi per davvero, dare tutta me stessa e iniziare a scrivere "sul serio". mi sono allenata e ho iniziato a scrivere con più passione, la seconda parte è, per certo, lo stile in cui mi rispecchio di più, qualcosa a cui guardo con fierezza e mi fa pensare "sì, adesso ci siamo". so che questi primi capitoli possono apparirvi davvero infantili, a posteriori posso dirvi candidamente che avrei saputo gestirli meglio, ma ho deciso di non riscriverli di sana pianta perché, infondo, mi ricordano quanto (seppure non di molto) sono migliorata.
buona lettura!

il testo in corsivo non nel dialogo è da intendersi come pensieri dei personaggi, quello nei dialoghi sono invece frasi sussurrate o, se solo parole, parole che demarcano una differenza di intonazione. non è obbligatorio leggere questo primo capitolo, è molto introduttivo per far capire il contesto, il primo capitolo vero e proprio è quello dopo in cui viene presentato il nuovo personaggio e Levi.
buona lettura!
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Parte prima
 

Prologo

Nei giochi c’è chi vince e chi perde, ma nella vita, Erwin ci stava pensando mentre Levi chiudeva la porta dietro di sé uscendo, non esistono né vincitori né vinti, soltanto chi riesce a rimanere in piedi quel tanto che basta per riuscire ad andare avanti, e chi, invece, cade, ma senza portare sulle spalle il peso della sconfitta, solo la consapevolezza ancor più evidente della crudeltà della vita. 
Ormai lui aveva capito di non avere molto tempo a disposizione per scoprire quanto più poteva prima di essere bloccato dalla gendarmeria centrale, come in una delle sue partite di scacchi doveva ponderare bene le sue mosse e sperava che anche quella che stava per fare adesso facilitasse la strada che l’avrebbe portato a smascherare quel circolo di bugie che la corona aveva creato. Si diresse da Pyxis, il quale, si trovava in città quasi per caso. Per quanto i due divergessero su alcuni argomenti, col tempo avevano imparato a fidarsi l’uno dell’altro e, ora più che mai, Erwin aveva bisogno, non solo che qualcuno lo aiutasse, seppur in minima parte, ma anche che gli schiarisse le idee. Pyxis dopotutto era colui che aveva impedito che Eren venisse eliminato dopo la sua trasformazione, e che se avesse dovuto scegliere tra il proseguimento del lavoro del corpo di ricerca e il perpetrare dei privilegi dei nobili, non c’era alcun dubbio su cosa avrebbe preferito.
- È permesso?
Quando Pyxis gli permise di entrare, Erwin chiese al soldato che lo accompagnava di aspettare all’esterno della stanza e di controllare chi salisse al loro piano.
- Qualora dovesse essere qualcuno della gendarmeria, per favore, senza farti notare, vieni ad interromperci.
- Certo capitano.
Erwin entrò e chiuse la porta dietro di sé: Pyxis era in piedi vicino ad un tavolo su cui aveva sistemato un calice da vino, lo guardò gli fece cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte a sé, dopodiché abbassò lo sguardo sul vino, prese la bottiglia ed iniziò a versarne il contenuto nel calice più vicino a sé.
- Ne gradisci un bicchiere Erwin? – gli chiese, dopo un sonoro sbadiglio.
- No grazie Pyxis, sai che non bevo. – disse Erwin sedendosi.
Pyxis rise piano mentre riempiva il suo bicchiere più del dovuto: - Ogni tanto un bicchiere fa bene, non essere così severo con te stesso Erwin, inoltre così potresti farmi supporre che tu sia venuto per derubarmi o, peggio, spiarmi.
- Nulla di tutto ciò. Avevo solo bisogno di parlarti urgentemente.
Solo. Beh, questo lo immaginavo. Piombi nei miei alloggi a quest’ora di sera e neanche bevi il vino che ti offro. – Pyxis si sedette pesantemente, avvicinandosi il calice al naso. Quasi riusciva ad assaporare il suo contenuto esclusivamente dal suo inebriante profumo.
- Avanti, perché sei qui.
Erwin abbassò lo sguardo e si preparò a rivelargli i suoi sospetti, non sapeva se ne valesse la pena o meno, tuttavia non aveva altra scelta. Il dubbio che chi aveva di fronte potesse essere in combutta con la gendarmeria lo sfiorò per un momento, ma era un rischio che doveva correre. Strinse il pugno e alzò lo sguardo su Pyxis: - Ho seri motivi di credere che la gendarmeria centrale stia complottando contro il corpo di ricerca.
Pyxis smise di bere e rimase interdetto: - E cosa te lo fa pensare esattamente?
Erwin lo guardò in silenzio prima di rispondergli e pensò: O è un bravo attore o è davvero sorpreso, in questo caso non sopporterà un affronto del genere perché in futuro potrebbe accadere anche al suo di corpo.
- Christa Lenz, la mia cadetta, si è rivelata essere Historia Reiss, la figlia illegittima del Lord Reiss. Dal suo racconto relativo alla propria infanzia siamo riusciti a capire che Lord Reiss, nonostante sia un semplice nobile, è a conoscenza del segreto delle mura. Ciò che non riusciamo a capire è come mai l’abbia tenuto nascosto. Inoltre la gendarmeria centrale, assieme al culto delle mura, è fortemente coinvolta in questa faccenda perché, sempre secondo il racconto di Historia, sono stati proprio loro ad insabbiare l’incresciosa parentesi della famiglia Reiss, oltre ciò che riguarda le mura.
- E in che modo? – Pyxis posando sul tavolo il calice mezzo vuoto, sembrava genuinamente interessato da quanto Erwin gli stava raccontando.
- Hanno ucciso la madre di Historia e falsificato i documenti di quest’ultima. Ma sono sicuro che c’è ben altro di più importante che vogliono tenere nascosto.
Pyxis sgranò gli occhi, poi però scosse la testa, riafferrò il suo bicchiere lo portò alla bocca e disse: - Non è la prima volta però che facciamo una cosa del genere, sai bene che io per primo ho fatto qualche… beh… “giochetto” con la legge per insabbiare a fin di bene. Anche tu col capitano Levi dopotutto…
- Sì, esatto, a fin di bene. Entrambi abbiamo eluso i documenti ufficiali con la complicità del governo per poter portare nei nostri ranghi soggetti, sì… discutibili, ma… con grandi capacità.
Pyxis non capiva se stesse facendo riferimento a un suo soldato in particolare o ad uno dei tanti dei suoi la cui identità e passato fossero stati cancellati e rimpiazzati. Continuava a fissarlo torvo mentre finiva ciò che rimaneva nel calice. Abbassò lo sguardo e sospirò, facendo poi schioccare la lingua sul palato per assaporare il buon vino. La luce della lanterna ad olio illuminava fiocamente la stanza poco arredata, attraversando la bottiglia di vino, si proiettava sulla parete accanto ai due comandanti, tingendola di un colore verdastro. Pyxis afferrò la bottiglia, versò ancora del vino nel suo bicchiere, fin troppo, si alzò e si diresse col calice nella mano alla finestra alle sue spalle: rimase a fissare la strada mentre disse: - Per ora queste sono tutte tue congetture: la gendarmeria che trama contro il tuo corpo, uccide quella donna e costringe quella ragazzina a non aprire la bocca. Inoltre, supponi che ci abbiano tenuto nascosti segreti ancor più preoccupanti. Non hai delle prove concrete, soltanto il racconto di questa Historia Reiss.
- È qui che ti sbagli. – Pyxis girò la testa accigliato a quelle parole – Ho ragione di credere che il culto delle mura sia coinvolto in questa faccenda e nasconda la verità che sto cercando, potrebbero confermare le mie supposizioni. Purtroppo non sono molto disposti a… ad aiutarci in questo senso.
- Il culto delle mura dici? – sorrise ironicamente mentre si voltava di nuovo verso la finestra, osservando il buio pesto in strada – Mz, faresti prima ad uccidere tutti i giganti di questo mondo prima di riuscire a sapere qualcosa da loro.
- Per l'appunto… – Erwin si fermò e abbassò lo sguardo. – Speravo potessi darmi una mano a fare luce su tutta questa faccenda. La gendarmeria mi sta col fiato sul collo per la custodia di Eren, e ad un certo punto credo che Hange dovrà continuare per me la ricerca di queste informazioni, oltre che condurre gli esperimenti di cui ti ho parlato per la chiusura della breccia nel Wall Maria…
Pyxis si voltò e guardò Erwin dritto negli occhi: - Io non posso aiutarti, lo sai questo Erwin. Se è davvero come dici, la gendarmeria, non appena capirà che collaboro con te, farà fuori anche me, in un modo o nell’altro
- Ma Pyxis, se tu – replicò Erwin, ma non fece in tempo a terminare la frase che l’altro lo interruppe: - Tuttavia…
Si voltò di lato, tirò un lungo sorso di vino, asciugò i baffi e disse: - Tuttavia… io ho chi potrebbe esserti utile in questo senso. – s’interruppe nuovamente e mentre contemplava il rosso profondo del vino che roteava nel calice, sperava che quanto gli stava per concedere non risultasse poi un mero spreco di una preziosissima risorsa.
- Si dà il caso che tempo fa, ormai quasi 5 o 6 anni fa, ho assoldato un soldato che definirei… “speciale”. Non è sicuramente uno che ti farebbe comodo nella lotta contro quei colossi là fuori, ma nel reperire informazioni è la migliore.
Erwin lo guardò interdetto: - È una spia?
- Non sai quanto ho custodito il mio geco gelosamente, è una scocciatura immensa per me prestartelo.
“Il mio geco”? Che razza di soprannome si è inventato… pensò Erwin perplesso.
Pyxis tirò l’ultimo sorso di vino ed espirò, come dopo una lunga sorsata d’acqua rinfrescante. Si risedette di fronte al suo ospite, visibilmente stupito dalla quantità esagerata di alcolico già ingerita dall’altro, e afferrò nuovamente la bottiglia.
- Erwin ti chiedo solo una cosa: cerca di non farla finire nelle mani sbagliate e, soprattutto, di non sbandierare in giro di avere una spia, una mia spia. – disse, nonostante la sua concentrazione fosse tutta rivolta alla bottiglia e a non farne rovesciare il contenuto su di sé o sul pavimento.
- Dove… dove posso incontrare questo “geco”? – chiese Erwin.
- Oh no, di questo non dovrai preoccuparti perché sarà lei a venire da te. Deve prima terminare uno degli… ehm… affari che le ho chiesto.
Erwin era ancora abbastanza interdetto: - Ma Pyxis… ci si può fidare di lei? Ho bisogno di qualcuno di estremamente affidabile, è una questione troppo importante.
Pyxis posò la bottiglia sul tavolo e alzò lo sguardo su Erwin: - Se in cinque anni non mi ha mai tradito significa che non ha altra scelta che obbedire. Col tempo, si è anche appassionata a questo… “lavoro”, e non credo solo perché non avrebbe altro, infatti è anche un ottimo medico. Inoltre, troverai che nutre il nostro stesso astio verso la classe nobiliare, devo dire che per questo, nutro una certa simpatia nei suoi confronti, il che è però strettamente personale, non sono assolutamente oggettivo per quanto riguarda questo aspetto.
Erwin rimase in silenzio mentre valutava l’offerta. Le prospettive erano allettanti, ma rischiose.
- Erwin è l’unica cosa che posso fare per te. Puoi accettare o rifiutare, ma non abbiamo tutta la notte, come vedi, ho quasi finito il vino, dopodiché per me sarà inutile parlare oltre.
- Va bene. Accetto. Non credo di avere un’alternativa migliore.
Pyxis tirò un sorso dal calice e disse: - No, ce l’hai. Ed è quella di rischiare e fare tutto da solo. Ma, come penso avrai valutato anche tu, non è proprio la più funzionale. In più, non appena lei avrà delle informazioni certe, potrà riferirle anche a me e a quel punto potrò elaborare un piano per appoggiarti.
Seguì un breve momento di silenzio in cui entrambi erano assorti nei loro pensieri: l’uno valutava quanto altro vino fosse rimasto, l’altro quanto questa “spia” si sarebbe effettivamente rivelata utile per smascherare la gendarmeria e far luce su tutto. 
Erwin interruppe quel momento di raccoglimento alzandosi dalla sedia e riponendola: - È ora che vada, la gendarmeria, come sai, mi tiene d’occhio. Aspetterò il geco nei miei alloggi domani sera.
- Sì, sì, certo… È bene che tu vada via ora, ho parecchio sonno al momento.
Erwin si diresse alla porta.
- Ah Erwin, un’ultima cosa. – Erwin si bloccò sull’uscio della porta col pomello in mano, si voltò e aspettò ciò che Pyxis aveva da dirgli. 
- Sì, comandante?
- Non chiamarla geco. – disse Pyxis serio. – Non lo sopporta.
- Ehm… va bene… Qual è il suo nome allora?
Pyxis tirò l’ultimo sorso di vino mentre si alzava da tavola. Assunse una posizione ed un’espressione solenne e posò il calice sulla superficie in ciliegio.
- Il suo nome è Siri.
  
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