Salve a
tutti! Sono nuova di questa
sezione, questa è la prima storia che scrivo su Narnia ^^
premetto che l'idea
mi è balzata in mente all'improvviso mentre guardavo il
secondo film e che non
ho letto i libri, quindi se ci dovesse essere qualche imprecisione
sulla storia
non abbiatemene per cortesia! L'inizio della storia, prologo a parte,
è
ambientato ai giorni nostri e introduce la protagonista, ma i nostri
eroi
appariranno presto, già nel terzo cappy, prometto ^^ La
storia tiene conto di
tutto quello che è successo ne "il leone, la strega e
l'armadio" e
nell'inizio de "Il principe Caspian", più o meno fino
all'arrivo di
Peter e co alla tavola di pietra ^^. Da quel punto la storia segue a
grandi
linee quella del film per un bel pezzo finchè non subisce un
brusco cambio di
rotta, però non voglio farvi altre anticipazioni o rovinerei
la sorpresa^^.
La giovane ragazza con i capelli rossi che è nella
copertina è la cantante Taylor Swift, che da il volto alla
mia protagonista, Cathrine Icepower. Vorrei sottolineare che il
personaggio della mia fan fiction non è ispirato alla
cantante, semplicemente è la ragazza che più si
avvicinava fisicamente alla descrizione di Cathrine per poterla
inserire nella copertina :-)
Mi auguro
che la storia vi piaccia ^^ e
se lasciate in commentino anche piccolo per farmi sapere se
è il caso di
continuarla oppure no ve ne sarei grata! Un bacio a tutti quanti!
Prologo
“Siete
sicura di volerlo fare, mia
signora?”
Una
voce gracchiante e stridula,
proveniente da un piccolo essere imbacuccato in una giacca marrone
più grande
di lui, si rivolgeva titubante all’unica persona presente in
quella stanza
altrimenti deserta.
“Si,
vado in guerra e anche se le
probabilità di vittoria sono alte, non posso rischiare su
una cosa così
importante.”
La voce
della donna,, forte e chiara
quanto gelida, rispose alla prima. Era una donna sulla quarantina,
dalla
bellezza immacolata ed eterea anche se fredda e algida, capace di
provocare
soggezione per colpa degli occhi azzurri e glaciali come iceberg ma
anche
attrazione grazie alla candida pelle diafana e un corpo sinuoso e
perfetto
nonostante l’età. La figura femminile si
avvicinò ad una culla con lentezza ma
con fermezza. Una volta accostatesi all’elaborato lettino, ne
tirò su un
fagotto azzurro, rivelando una terza presenza nella stanza, prima
passata
inosservata.
“Lei
rappresenta l’altra parte di me. Se
io disgraziatamente dovessi andarmene, continuerei a vivere in lei in
attesa
del giorno in cui lei stessa potrà farmi risorgere in un
corpo mio. Non posso
permettere di perdere entrambe”proseguì,
più rivolta a se stessa che al nano
inginocchiato accanto a lei.
“Ma
trasportarla in un’altra dimensione
potrebbe essere pericoloso, mia signora. Se non dovesse dar
ritorno?” mormorò
con voce tremula.
La
donna posò i suoi occhi di ghiaccio
sul nano, facendo frusciare la lunga e raffinata veste bianca sul
pavimento del
medesimo colore. Per una manciata di secondi permise ad un piccolo
sorriso di
scherno di modellare le sue labbra rosse come il fuoco,
tonalità in netto
contrasto con il resto della sua carnagione.
“Tornerà.
La verrò a riprendere io dopo
la vittoria.”
“E
se dovessimo perdere?” osò il
servitore senza riflettere, pentendosi subito dopo della sua domanda
temendo la
reazione della propria signora che non vantava la fama di persona
misericordiosa. La donna infatti lo fulminò con lo sguardo e
irrigidì i muscoli
del collo, movimenti sufficienti a far tremare il nano da capo a piedi,
certo
che sarebbe stato punito. Fortunatamente per lui però, la
donna si limitò a
sibilare la risposta accorata.
“Se
una disgrazia del genere dovesse
realmente accadere, Nives è mia figlia, il richiamo verso la
terra natia
l’accompagnerà per tutta la sua vita, indicandole
la giusta via quando sarà
pronta per percorrerla e tornare. Senza contare che io stessa veglierei
su di
lei in forma di spirito.”
Scostò
leggermente da lei la bambina
avvolta da una coperta interamente azzurra per scrutarla in viso. Aveva
a mala
pena un anno, lo gote erano arrossate per la fredda temperatura della
stanza,
l’ultima a nord del palazzo di ghiaccio, la più
piccola, ma la più preziosa per
quello che conteneva: il portale spaziotemporale. Teneva gli occhi
chiusi e i
pugnetti stretti, anche se i lineamenti erano rilassati, segno che
stava
dormendo placidamente. La testa era ricoperta da soffici boccoli rossi
seminascosti dalla coperta.
“Ci
rivedremo, sia che dovessi vincere
che dovessi perdere. Io sono te e tu sei me. Il nostro destino
è legato dal
nostro potere. Solo tra di noi possiamo capirci perché solo
tra di noi possiamo
essere noi stesse. Per gli altri saremmo sempre delle emarginate, per
questo
devi rimanere celata al mondo finché non sarai perfettamente
al sicuro.”
La
donna strinse la bambina al petto e
le diede un leggero bacio sulla fronte. Poi, con una cadenza austera,
si
diresse verso la parete dinanzi a lei. Pareva fatta di una consistenza
completamente diversa dalle altre tre. Era bianca perlacea invece che
azzurra,
ed emanava una pallida luce, simile al riverbero del sole su un
laghetto.
“Futura
regina alterum mundum veniat”
Le
parole dell’incantesimo si infransero
sulla superficie della parete, rivelando un’essenza gassosa
che si dissolse
poco a poco, mostrando una villetta a due piani, bianca e ben tenuta,
ma
completamente diversa dalle abitazioni che la donna e il nano erano
abituati a
vedere.
“Mia
signora, dove state mandando la
principessina?” domandò preoccupato il servitore.
“In
un’epoca e in un luogo completamente
diversi dal nostro, dove sarà al sicuro fino al mio
ritorno” spiegò brevemente
prima di sfilarsi con la mano destra un medaglione dal suo delicato
collo. Era
un oggetto di raffinata fattura, interamente d’oro bianco,
dalla catenina
all’effigie raffigurante un’elaborata J sopra un
palazzo stilizzato. Lo legò al
collo della bimba sussurrandole “Grazie a questo, ovunque
andrai e chiunque
incontrerai, sarai protetta, mia piccola Nives”
Le
passò la mano sinistra sul volto,
compiendo un complicato movimento con il polso, e grazie ad un
incantesimo,
sollevò la bambina in aria per magia.