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Autore: littlegiulyy    21/12/2021    0 recensioni
LaPush. Una riserva sperduta nello stato di Washington, uno dei posti più piovosi d'America, un luogo dove la magia è intrinseca nei suoi abitanti. Ma se esistesse della magia anche in altri posti? Se il branco Quileute non fosse l'unico branco che esiste? Le favole ormai sono realtà, questo si sa.
Hailey Bennett non è una ragazza come tutte le altre. La magia scorre anche nelle sue vene e questo comporta grandi responsabilità. Decisa ad allontanarsi dalla sua riserva Navajo, andrà a trovare il cugino Johnny, trasferitosi a LaPush un anno prima. Convinta di poter fuggire dalle sue pesanti responsabilità solo per qualche settimana, alla fine nella sua vita tutto cambierà; complice soprattutto l'incontro con un giovane Quileute, Embry Call.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Embry Call, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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4. Un pomeriggio nella normalità

Si era svegliata decisamente tardi quella mattina per i suoi standard.
Aveva saltato direttamente la colazione dormendo fino a tardi, per poi svegliarsi e pranzare in compagnia di Sam ed Emily. Durante il pasto, era stata aggiornata sulle ultime novità.
Il giorno precedente nessuno dei ragazzi aveva fiutato anche solo una minima traccia.
Romaskov sembrava sparito.
Avrebbero continuato a setacciare il territorio, cercando di ricostruire i suoi spostamenti. I Quileute avevano contattato anche i Cullen, che avevano deciso di aiutarli occupandosi di quello che risultava sulla carta essere il loro territorio. Era rimasta molto stupita quando aveva appreso del patto stipulato tra i Cullen ed i Quileute; tuttavia, visti gli stretti rapporti che intercorrevano tra il branco e la famiglia di vampiri, le era sembrata essere la situazione migliore per tutti. Spesso, la mediazione risultava essere la cosa migliore.
Dopo mangiato tornò in camera sua e, dopo aver guardato per qualche minuto i libri che aveva ordinatamente riposto nella sua valigia, decise che forse era arrivato il momento di continuare a studiare. Era dicembre, tra meno di due mesi avrebbe avuto uno degli esami più impegnativi del semestre e lei non aveva ancora studiato neanche metà del programma.
Tra tutti gli impegni che le comportava il suo ruolo nel branco Navajo, le discussioni con Scott ed il suo lavoro al Fly bar qualche sera a settimana per pagarsi gli studi, nell’ultimo periodo non aveva avuto molto tempo il college. 
Raccolse i libri di cui aveva bisogno buttandoli frettolosamente nella borsa e chiamò suo cugino.
-Pronto?-
-Johnny… sei impegnato?-

Dall’altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio.
No Hails, dimmi-
-Potresti darmi uno strappo alla biblioteca di cui mi avevi parlato qualche tempo fa?-
-Quella dove vado a studiare di solito? La biblioteca della riserva?-
-Sì, quella da cui si vede tutto il bosco-
-Va bene… dieci minuti e sono lì, preparati-

Chiuse la telefonata e finì di sistemarsi in fretta. Infilò una maglietta rossa e dei jeans neri, indossò i suoi fedeli anfibi e gettò tutti i suoi libri nella borsa. 
Non appena arrivò Johnny, uscì di casa e salì svelta sulla sua macchina cercando di non bagnarsi. Pioveva ancora, ma almeno aveva smesso di nevicare. Johnny mise in moto la macchina e partì.
-Come mai in biblioteca?- le chiese curioso.
-Ho un esame grosso tra un paio di mesi, devo studiare-
-Credevo fossi venuta qui per rilassarti- la provocò il ragazzo.
-Sono venuta per allontanarmi dalla riserva- ammise sincera e catturando la piena attenzione del cugino.
-Da quando sei arrivata mi sembri strana… sicura che vada tutto bene?-
Hailey si morse il labbro nervosa.
-Hails…- insistette Johnny –lo sai che a me puoi dire tutto-
-Sono stanca di avere tutte queste responsabilità! Non le ho chieste io. Io non le ho mai volute- esplose alzando il tono di voce improvvisamente.
-Le tue responsabilità sono la conseguenza dei tuoi poteri Hails…- disse Johnny pacatamente cercando di farla ragionare, ma la ragazza non si placò.
-Non gli ho mai voluti questi poteri, non gli ho chiesti io. Lo sai- sentenziò risentita, poi abbassò la voce -mi ricordano solo ogni giorno da dove derivano…- aggiunse quasi sussurrando.
-Lascia stare quella storia, non ha senso rimuginarci su Hailey, lo sai. Ne abbiamo già parlato. Sono anni che ne parliamo. Non collegare i tuoi poteri a nessuno. Adesso sono tuoi e basta- disse il ragazzo seriamente.
Hailey si trattenne dal vomitare tutto quello che era successo nelle ultime settimane.
Non poteva dirlo a nessuno, non poteva parlarne neanche con Johnny. Eppure quello che aveva scoperto poco prima di partire per LaPush la stava tormentando da giorni.
–Sono stanca di dover sempre stare dietro a Scott cercando di non fargli combinare qualche casino- proseguì mentre le sue gote diventavano sempre più rosse per il nervosismo, -il consiglio continua a martellarmi ogni giorno, Scott ha bisogno di una babysitter e tutti si aspettano che sia io, i ragazzi litigano di continuo e mia madre continua a rifilarmi un sacco di balle-
-Balle su cosa?- la interruppe Johnny curioso.
-Lo sai benissimo su cosa- ripose seccata incrociando le braccia al petto.
-Hailey… lo sai che…-
Ma non lo fece finire di parlare. –No- sentenziò decisa –no Johnny, adesso non ho voglia di parlarne- concluse voltandosi verso il finestrino e puntano il suo sguardo fuori.
Se avesse iniziato a raccontare tutto, non avrebbe finito neanche il due ore e in quel momento erano le ultime cose a cui voleva pensare.
Johnny la guardò un paio di volte con le mani strette sul volante, ma rimase in silenzio senza dire niente comprendendo che il momento non fosse dei migliori.
Poi sospirò. –Come vuoi tu Hails…- mormorò a bassa voce.
Si fermò con la macchina davanti alla biblioteca senza dire niente ma, quando Hailey schiuse la portiera, decise di parlare un’ultima volta.
–Hailey- la richiamò. La ragazza si voltò verso di lui interrogativa.
-Dimmi solo una cosa…- iniziò titubante, ed Hailey lo guardò sospettosa. –come va con Scott?- le chiese a brucia pelo. La ragazza restò in silenzio, guardandolo negli occhi seriamente.
Perché le aveva fatto quella domanda? Aveva intuito qualcosa? 
Avrebbe voluto dirgli che andava tutto bene e che erano felici come sempre, ma non era così. Non era più così.
Scott aveva tradito la sua fiducia e non avrebbe mai potuto perdonarlo. Il rivangare quella storia le faceva male; motivo in parte per cui si era allontanata dalla riserva per un po’.
Che Scott gli avesse accennato qualcosa? Impossibile, non si parlavano da un anno. Eppure si erano sentiti per la questione ‘Romaskov’. Magari in quel contesto Scott si era lasciato andare in qualche fastidiosa osservazione come al solito; oppure c’era dell’altro sotto?
Jonathan restò in silenzio, guardandola in attesa di una risposta che non arrivò.
Hailey scese dalla macchina senza rispondere e chiuse la portiera.
A suo cugino non poteva mentire. Avrebbe tratto le sue conclusioni da solo.
Entrò in biblioteca rapidamente, senza voltarsi, e lasciando Jonathan con una miriade di incognite nella testa.
Prima o poi avrebbe dovuto parlarne con suo cugino, la cosa sarebbe venuta a galla. Eppure tutto era stato nascosto per anni, perché sarebbe dovuto venir fuori proprio adesso?
Improvvisamente, si rese conto che stava quasi correndo, non camminando. Rallentò il passo per raggiungere il bancone d’ingresso e si guardò intorno studiando l’ambiente.
Le pareti erano rivestite in legno di mogano, così come il corrimano della scala che portava al piano superiore. Dei lampadari antichi illuminavano l’ambiente, donando un’atmosfera decisamente cupa ma caratteristica all’ambiente. Doveva essere molto antica quella struttura.
Non era per niente male come biblioteca, aveva il suo fascino.
Arrivò davanti al bancone e la bibliotecaria si avvicinò subito a lei.
-Buongiorno, posso esserle utile?-
-L’ingresso è libero?- chiese la ragazza.
La donna annuì-certamente- rispose cordialmente, poi si voltò ed indicò il salone alle sue spalle –può accomodarsi dove vuole e restare per quanto tempo vuole- aggiunse.
Hailey guardò estasiata il salone alle spalle della donna. Tanti tavoli in legno scuro, sormontati da piccole abajour, erano occupati da ragazzi che leggevano e sottolineavano compulsivamente i loro libri. In fondo al salone, un’ampia vetrata donava uno spettacolo mozzafiato sulla foresta, dando l’impressione di essere quasi dentro alla natura. Era assurdo che ci fosse una struttura così grande in una piccola cittadina come Forks.
-La ringrazio- disse Hailey accennando un sorriso, poi si diresse verso il centro della biblioteca.
Grandi scaffali in legno di mogano dividevano in due il salone, creando tre file di tavoli. Due laterali attaccate al muro ed una centrale, tra le due file di scaffaliere.
Un tavolo vicino all’ampia vetrata si liberò proprio in quel momento ed Hailey ne approfittò. Prese posto in fretta, sistemandosi sulla sedia che sembrava più una poltrona che la sedia di una biblioteca.
Dopo aver gettato un’occhiata intorno un’ultima volta, tirò fuori i suoi libri ed iniziò a studiare. Proseguì senza distrazioni per un paio d’ore estraniandosi totalmente dal mondo esterno ma, quando cadde un libro dal tavolo alla ragazza affianco a lei, la sua attenzione si dissolse in un istante. Come risvegliata dal sonno, alzò la testa dal libro dopo interminabili minuti. Le faceva male il collo, adesso che ci pensava bene. Doveva essere stata piegata per troppo tempo.
Un caffè l’avrebbe sicuramente fatta sentire meglio.
Si alzò lentamente, senza fare rumore, e si incamminò verso la caffetteria della biblioteca.
Mentre camminava per i tavoli, gettò qualche occhiata distratta alle sagome sedute intorno a lei, finché improvvisamente non ne riconobbe una decisamente conosciuta.
Per un istante si sentì il cuore in gola.
Embry.
Si fermò all’istante guardandolo meglio.
Indossava dei jeans ed un maglioncino leggero sulla tonalità del verde scuro. Fin troppo leggero per essere pieno dicembre, ma che era certa stesse benissimo con il colore dei suoi occhi.
Al tavolo occupava il posto più interno, vicino al muro, lontano da tutti. Con i gomiti appoggiati sulla scrivania, una mano evidenziava rapidamente le righe scritte sul mattone che aveva davanti agli occhi, mentre l’altra tamburellava nervosa sul tavolo. La sua gamba sinistra, si muoveva veloce su e giù. Era così concentrato che sembrava non si sarebbe accorto neanche se fosse caduta una bomba affianco a lui. Aveva le cuffiette nelle orecchie, probabilmente per isolarsi dalla miriade di suoni che il suo udito da lupo avrebbe captato anche in un posto così silenzioso.
Indecisa sul da farsi, riprese a camminare in direzione della caffetteria, allontanando lo sguardo dal ragazzo.
Avrebbe potuto avvicinarsi, avrebbe potuto salutarlo. Eppure qualcosa le provocava una sorta di imbarazzo che non riusciva proprio a superare. Embry Call la metteva in imbarazzo.
Si fermò di nuovo. Si voltò a guardarlo ancora una volta. Sembrava parecchio preso dalle sue cose, e soprattutto non sembrava volesse essere disturbato.
Eppure, il destino aveva voluto che si incontrassero lì.
Fece un bel respiro e, seguendo il suo istinto, si avvicino al ragazzo. Si avvicinò silenziosa, rapida. Prima che Embry potesse accorgersene, si sedette sulla sedia affianco a lui e gli sfilò la cuffietta sinistra dall’orecchio.
Embry trasalii voltandosi di scatto con sguardo pronto all’azione, ma quando trovò Hailey davanti a sé, la sua espressione cambiò totalmente nel giro di un secondo. I muscoli del suo volto si rilassarono improvvisamente, lasciando spazio ad un’espressione evidentemente sorpresa; la sua bocca si schiuse.
Non si aspettava minimamente che fosse lei.
Spalancò gli occhi.
-Cosa ci fai tu qui?- le chiese stupito e quasi scontroso. Considerando la sua solarità nei giorni recedenti, Hailey venne presa in contro piede dalla sua reazione. Decise di non farci caso.
-Ciao anche a te!- esordì Hailey con un sorriso, ma il ragazzo continuò a guardarla in modo decisamente strano, quindi si schiarì la voce e rispose alla sua domanda.
–Sono venuta qui a studiare… mio cugino mi ha parlato molto di questo posto- spiegò lanciando un’occhiata al salone.
Embry la guardò di sottecchi, molto più sostenuto del solito. I suoi muscoli erano tesi, in ogni parte del corpo. Quando se ne rese conto, Hailey si pentì di essersi avvicinata.
Probabilmente, voleva solo studiare ed essere lasciato in pace.
La ragazza sospirò distogliendo lo sguardo da lui imbarazzata. L'ultima volta che si erano visti a casa di Sam ed Emily, se n'era andato senza salutare. Proprio quando si parlava di Scott.
-Ti lascio studiare…- mormorò a bassa voce per non disturbare i tavoli vicini. La delusione era palese sul suo volto probabilmente.
–Ci vediamo!- lo salutò con un cenno della mano ma, quando cercò di alzarsi dalla sedia, la mano bollente di Embry, senza alcun preavviso, avvolse il suo polso delicatamente e la obbligò a risedersi sulla sedia affianco a lui.
-Porta i libri qui se vuoi- le disse senza troppo entusiasmo e con un tono piuttosto strano.
Hailey lo guardò sospettosa. –Non voglio disturbarti, posso anche continuare a studiare al mio tavolo- ipotizzò attenendo la sua risposta. Nonostante non ne avesse alcun motivo, sperò che il ragazzo insistesse per studiare insieme.
Embry la guardò in silenzio. La guardò così attentamente che per un attimo si sentì quasi spogliata di tutto. Poi, il suo volto si rilassò leggermente. –Non mi disturbi- sentenziò.
Dopo averla guardata un’ultima volta, si tolse anche l’altra cuffietta e riportò la sua attenzione nuovamente sul libro che stava evidenziando.
Hailey lo guardò attentamente. Non riusciva a capirlo.
-Usi le cuffiette per non essere distratto dai rumori?- gli chiese curiosa modulando il tono di voce.
–Con il mio udito qui dentro sarebbe un concerto…-
Confermò il suo sospetto.
Hailey gli sorrise divertita. Si avvicinò un po’ di più a lui e, mettendo da parte ogni timore, posò il palmo della mano sulla sua guancia. Lo sentì irrigidirsi al suo tocco. Gli fece girare il viso verso di lei, in modo da poterlo guardare negli occhi. La sua guancia era bollente e scottava. Il suo viso sorpreso era impagabile.
-Vado a prendere un caffè…- lo avvisò continuando a sorridere –ne vuoi uno anche tu?-
Erano così vicini da sentire i loro respiri a vicenda.
Embry schiuse le labbra in cerca di una riposta, ma le parole gli morirono in gola.
C’era qualcosa di strano in lui.
-Allora? Vuoi anche tu un caffè? Non serve che venga anche tu, te lo porto qui così continui a studiare senza interruzioni…- disse continuando a sorridergli, -mi sembra di capire che tu sia messo piuttosto male con il programma- aggiunse indicando il libro.
Erano ancora molto vicini.
-Macchiato senza zucchero- disse il ragazzo finalmente parlando di nuovo. Tutta la sua spavalderia sembrava essere scomparsa. Hailey annuì e, lasciando controvoglia la guancia del ragazzo, si alzò in piedi e si diresse verso la caffetteria della biblioteca. Ordinò i due caffè e li prepararono molto in fretta nonostante la coda di persone che attendeva. Nel giro di dieci minuti era di nuovo al tavolo con i caffè in mano.
Riprese posto accanto al ragazzo e gli appoggiò il bicchiere affianco al libro. –Ecco qui il tuo macchiato senza zucchero- disse serena, poi lo guardò meglio –non ti vedo tanto bene Embry, sei stanco?-
Embry sospirò e si girò verso di lei bevendo il primo sorso di caffè.
-Sono stanco morto, è diverso- borbottò nervoso.
-Sei stato di ronda tutta la notte?- indagò abbassando la voce.
-Sì, non dormo da più di quarantotto ore. Sono stanco, ho sonno e, come se non bastasse, ho un libro di meccanica da ottocento pagine che dev’essere nella mia testa entro venerdì prossimo- sbuffò stropicciandosi gli occhi.
Hailey lo guardò ammirata, -sei bravo, sei davvero bravo… non so come tu faccia-
-Come fanno tutti- rispose sbrigativo –ma con qualche esame resti indietro per forza- aggiunse pensieroso.
-Ma tu sai perché ritardi gli esami, non preoccupartene. Sei giustificato-
Embry accennò un sorriso –io sì, ma mia madre no…- borbottò bevendo un altro sorso di caffè.
Hailey lo guardò sorpresa. –In che senso?-
-Mia madre non sa perché do in ritardo gli esami-
-Cosa? Tua madre non sa che sei un licantropo?- sbottò forse a voce un po’ troppo alta. Embry scattò sulla sedia chiudendole subito la bocca con una mano.
La guardò allibito, -sei impazzita? Vuoi urlarlo?- le chiese sussurrando parola per parola. Hailey alzò le mani in segno di scusa ed il ragazzo ristabilì le distanze.
-Scusa… hai ragione - mormorò la ragazza rendendosi conto di aver quasi urlato dall’impeto –ma tua madre non sa che sei un licantropo?- ripeté sottovoce sconcertata. Come poteva vivere in questo modo? Come le giustificava tutte le uscite notturne?
-No…- confermò Embrty –non lo sa… è convinta che io faccia parte di qualche gang o una cosa simile- ammise con un sorrisetto divertito, anche se di divertente c’era ben poco.
Hailey avvertì distintamente l’umore del ragazzo prendere una piega strana.
Nervosismo. Tensione. Frustrazione.
-E a te va bene così?- indagò la ragazza nonostante immaginasse già al risposta.
Embry sospirò –non posso dirle la verità, la metterei in pericolo e poi il segreto è troppo importante- aggiunse guardandola. Restarono in silenzio per qualche attimo, scrutandosi a vicenda. Il volto di Embry sembrò distendersi improvvisamente, senza alcun motivo da un momento all’altro. Le sembrò quasi sereno rispetto a prima; da quando lo aveva incontrato non aveva fatto altro che avvertire una strana tensione in suo.
Bevve l’ultimo sorso di caffè ed appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolo.
-So che il segreto è importante… però non è giusto che tua madre non sappia niente-
-Del resto… mia madre non fa neanche parte della tribù- mormorò quasi sottovoce, ma Hailey udì bene.
-Non è una Quileute?-
Il ragazzo tentennò per qualche istante. -No… è della riserva Makah-
-Quindi hai ereditato il gene della licantropia solo da parte di tuo padre… oppure c’è qualche sorta di magia simile anche nella tribù di tua madre?- chiese realmente curiosa la ragazza.
Del resto, anche lei era un “ibrido” di due tribù diverse.
Embry deglutì nervoso distogliendo lo sguardo, ma lei continuò a fissarlo in attesa di una risposta. Le sembrò piuttosto schivo e non intenzionato a rispondere in realtà. Oltre ad essere totalmente concentrato su qualcosa alle sue spalle. Si voltò per vedere anche lei cosa stesse osservando, ma non vide niente.
-Ascolta- disse improvvisamente il ragazzo lupo riattirando la sua attenzione –che ne dici se ci andiamo a fare un giro?- le propose senza alcun preavviso. Hailey sollevò le sopracciglia sorpresa.
Ma in fin dei conti quell’invito non le dispiaceva, proprio per niente.
-Non hai un esame venerdì prossimo?- gli chiese di rimando.
-Può aspettare- disse con un ghigno. Chiuse il libro con un tonfo che attirò l’attenzione delle persone intorno e si alzò in piedi. Afferrò delicatamente il suo braccio e la costrinse ad alzarsi dalla sedia.
-Dai, forza… ti porto in un posto- le disse tirando su i suoi libri ed anche quelli della ragazza.
Hailey lasciò che buttasse i libri nella sua borsa e si lasciò trascinare fuori dalla biblioteca senza dire una parola. Il suo cambio repentino d’umore l’aveva lasciata spiazzata.
-Dove andiamo?- gli chiese mentre uscivano dall’atrio principale. La mano bollente di Embry era ancora avvolta intorno al suo polso, impegnata a trascinarla fuori da lì molto in fretta.
-Lo vedrai- si limitò a dire con un sorriso –hai paura delle moto?-
-No perché?-
-Benissimo- disse il ragazzo aprendole la porta per farla uscire –perchè ci sposteremo con quella- aggiunse indicandole l’altro lato della strada. Hailey seguì con lo sguardo il punto indicato dal ragazzo. Una moto da cross nera parcheggiata negli spazi appositi.
-Wow…- commentò sorpresa attraversando la strada –è tua?- gli chiese curiosa.
Embry si illuminò per la prima volta da quando lo aveva visto quel giorno.
–Sì- confermò raggiante –l’ho sistemata tutta io… era una catorcio quando l’ho comprata…- disse guardando la sua moto soddisfatto. Hailey notò il suo sguardo brillante e non poté non sorridere a sua volta.
-Complimenti… ci sai fare- commentò avvicinandosi alla moto e guardandola meglio. Ogni pezzo era al suo posto e la vernice nera era laccata alla perfezione. Un piccolo adesivo con un lupo che ululava alla luna sormonatava il serbatoio davanti, personalizzandola alla perfezione.
-Ti piacciono le moto?-
-Da morire- rispose subito il ragazzo avvicinandosi –ho iniziato a metterci le mani quando avevo solo dodici anni e non ho più smesso. Forse è per questo che ho deciso di studiare ingegneria meccanica-
La ragazza sfiorò con le dita l’adesivo. –E questo?- chiese ridacchiando.
Embry si avvicinò ulteriormente, appoggiandosi con un gomito sul manubrio della moto –direi che non ha bisogno di essere spiegato il significato- commentò ridendo beffardo.
-Direi di no…-
-Allora, andiamo?- le chiese porgendole il casco. Senza pensarci un attimo, Hailey lo prese e lo indossò.
–Andiamo!-
Embry salì senza casco ed Hailey prese posto dietro di lui. Si sistemò sulla sella, cercando di non far cadere la borsa con tutti i loro libri. Se ne avesse perso qualcuno per strada, sarebbe stato un grande guaio.
Hailey tentennò per qualche istante imbarazzata poi, non sapendo dove attaccarsi, appoggiò le mani sugli addominali del ragazzo seduto davanti a lei piuttosto timorosa. Al contatto con la sua pelle quasi febbrile, le sue guance diventarono improvvisamente calde. Abbassò lo sguardo cercando di nascondersi dal riflesso nello specchietto; il suo rossore sarebbe stato un palese indizio.
-Tieniti forte, la bambina corre- si raccomandò Embry mettendo in moto. La moto partì schizzando sulla strada e la presa della ragazza si fece più forte, arrivando ad avvolgere con le braccia il corpo di Embry. Faceva freddo, molto freddo, ed Embry non era certo uno che andava piano. L’aria gelida di dicembre sferzava imperterrita contro il suo viso; tuttavia, il calore del corpo di Embry rendeva il freddo molto più sopportabile. Nascose il viso dietro la sua schiena tenendo gli occhi aperti. Voleva studiare fino infondo quel panorama sconosciuto. 


Il caso ha voluto che Hailey ed Embry si incontrassero proprio in biblioteca, in una situazione finalmente normale e comunissima per due ragazzi della loro età. Lontani da lupi, vampiri e dalla riserva di LaPush cosa succederà? Dove la porterà il nostro Embry?
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto, 

Littlegiulyy


 
  
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