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Autore: kimikocchan    24/12/2021    0 recensioni
Sakura e Sasuke non potrebbero essere più diversi. Pur conoscendosi fin dall’infanzia non sono mai andati d’accordo.
Durante una gita scolastica, in visita al Tempio del Fuoco, i due finiscono per litigare davanti alla statua del monaco Chiriku che offesa per la poco considerazione mostratale, lancia su di loro uno strano incantesimo.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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8. La consapevolezza di lui e la frustrazione di lei

Erano passati un paio di giorni dall’uscita infelice di Sasuke eppure Sakura non si era ancora ripresa da quelle parole. Stava cercando di evitarlo in tutti i modi, il che era risultava alquanto ridicolo dato che lei controllava il suo corpo e ogni volta che posava lo sguardo su una superficie riflettente vedeva l’oggetto del suo fastidio.
Non capiva proprio perché le parole di Sasuke l’avessero ferita così profondamente.
Sembrava quasi delusa che il ragazzo non la trovasse minimamente attraente.
Sakura si bloccò in mezzo al corridoio e sbarrò gli occhi allibita.
Non sembrava.
Lei era delusa di non piacergli e questo, orrore degli orrori a sua detta, la infastidiva a morte.
“Devi essere impazzita Sakura” disse, scuotendo la testa.
Riprese a camminare con passo svelto in direzione dell’aula di scienze quando una presa del tutto inaspettata la afferrò per il braccio e la trascinò via.
Un attimo dopo era nello sgabuzzino buio e stretto dell’inserviente. Di fronte a lei un corpo che conosceva troppo bene la stava guardando con un cipiglio arrabbiato.
«Dove diamine sei sparita in questi due giorni?» domandò una voce inaspettatamente stridula e fastidiosa. Se era davvero quello il tono che le usciva fuori ogni volta che perdeva la pazienza, cominciava a comprendere il perché la definissero una noiosa e irritante secchiona.
Non rispose.
«Allora?» la canzonò di nuovo.
Non aveva alcuna voglia di rivelare a Sasuke che si sentiva ancora ferita per la uscita sgradevole che aveva fatto l’altro giorno. Se ancora possedeva un briciolo di orgoglio avrebbe dovuto conservarlo a qualsiasi costo. «Non mi sono sentita troppo bene» inventò.
Sasuke roteò la testa da una parte all’altra. «Sei stata male? Quindi, il mio corpo è stato male? Tutto a posto, vero?» domandò mentre prendeva ad accertarsi che il suo corpo fosse non avesse nulla.
Sakura si sentiva una pentola a pressione, pronta a esplodere da un momento all’altro. Quell’idiota pensava soltanto al suo fisico e non a lei. Lo avrebbe preso a pugni seduta stante.
“No…” si disse tra sé e sé, cercando un contegno. “Se ti lasci andare alla violenza, finisci per picchiare il tuo corpo e a rimetterci sarai solamente tu” pensò. “No, Sakura. Se vuoi sfogare la tua frustrazione, c’è un solo modo per ottenerla”.
«Sasuke, ho cambiato idea,» annunciò. «Voglio che tu vada all’appuntamento con Sasori».
Sasuke chinò la testa a centottanta gradi. «Come scusa?» domandò, sperando di aver capito male.
«Hai capito benissimo. E se non lo farai, stai pur certo che non mi presenterò più agli allenamenti».
«Ehi! Ragazzina questo è un ricatto bello e buon-»
«E voglio che tu sia impeccabile, non farmi fare la figura dell’idiota perché altrimenti, te lo posso giurare, il tuo corpo non torna vivo da te» lo minacciò per poi spalancare furiosamente la porta e uscire da quello spazio angusto.
Sasuke sconvolto non poté fare altro che guardare la sua figura furente allontanarsi lungo il corridoio. «Che diavolo è appena successo?»
 
Per quanto continuasse a rifletterci, non aveva alcuna voglia di accettare l’appuntamento con quell’odioso, insopportabile e perfettino di Sasori.
«Ma che le sarà preso?» si domandò per tutto il tragitto da scuola al negozio. «Un paio di giorni fa mi ha chiaramente detto che non era interessata ad andare, e ora vuole che vada?» parlò tra sé e sé, irritato come non mai.
Una fitta intensa al petto prese a diffondersi lungo tutto il suo corpo, facendogli prudere fastidiosamente le mani. Aveva voglia di prendere a pugni qualcosa o meglio qualcuno, si corresse dopo che l’oggetto del suo disappunto era appena comparso come per magia davanti ai suoi occhi.
«Ciao Sakura» lo salutò Sasori. «Esco per le consegne, aiuteresti la nonna in negozio, per favore?» domandò.
«Aspetta Sasori…» lo fermò Sasuke.
«Sì?»
“Coraggio Sasuke, fatti forza. Altrimenti, quella vipera non andrà più agli allenamenti…”
«Mi chiedevo se fosse ancora valido il tuo invito a uscire…» domandò con un finto timore che celava il suo immenso fastidio.
Sasori s’illuminò. «Certamente» sorrise.
Sasuke dovette dar fondo a tutta la sua pazienza e alla sua forza di volontà per non vomitare il fiume di imprecazioni che gli stavano attraversando la mente in quel momento.
«Usciremo dopo il tuo test di ammissione all’Università, così avrai la mente più libera, d’accordo?» disse per poi montare in sella sulla sua bici e sparire tra la folla.
«Perfetto» disse Sasuke per poi buttare fuori la lingua simulando un conato di vomito ed entrare nel negozio.
 
«Quindi se una donna del gruppo sanguigno 0 Rh negativo sposa un uomo AB Rh positivo eterozigote per il fattore Rh. Quale, tra quelli proposti, potrebbe essere il gruppo sanguigno del figlio? ABRh negativo, 0Rh negativo, BRh negativo, ABRh positivo o 0Rh positivo?»
«0Rh positivo?»
«Sbagliato, è BRh negativo. Forza, Sasuke concentrati! Di questo passo non entrerò mai a medicina!» si lamentò.
Sasuke saettò uno sguardo furente in direzione di Sakura.
«Tu, piuttosto che stai facendo al posto di studiare gli schemi di gioco che ti ho preparato?» domandò scocciato.
«Sto scegliendo cosa indosserai all’appuntamento con Sasori che è molto più importante» disse con ovvietà, tirando fuori una camicetta a maniche corte e una gonna lunga.
Sasuke la guardò stralunato. Mancavano ancora due settimane all’appuntamento. «Sei pazza se pensi che andrò in giro vestito come la signora Uruchi» osservò Sasuke.
Sakura gonfiò le guance offesa. «Che cosa vorresti dire?»
«I maschi vogliono essere scossi. Vogliono essere provocati e sedotti e questo dipende anche da quanto e come mettete in mostra le vostre grazie» rispose l’altro con lo stesso tono di ovvietà con cui Sakura pochi attimi prima gli aveva risposto.
Sakura in risposta alzò lo sguardo al soffitto, probabilmente sperando di dimenticare ciò che aveva appena sentito.
«Lascia stare, proviamo qualche schema di gioco» disse per poi afferrare la palla da football, alzarsi in piedi e invitare Sakura a sedersi al suo posto.
«Prendi la palla, indietreggia lentamente e guardarti intorno come se volessi passarla ma in realtà prendi bene le distanze e… lancio lungo» disse, allungando il braccio per simulare il lancio. «Prova tu» concluse, lanciandole la palla tra le mani.
Sakura si alzò in piedi e provò a fare gli stessi movimenti.
«No, sei evidente, se ne accorgerebbero» disse Sasuke, prendendole la palla dalle mani. «Stai dietro di me ed esegui i miei stessi movimenti, d’accordo?»
Sakura annuì e prese ad abbracciarlo da dietro. Un leggero imbarazzo s’impossessò di lei ma non ci fece caso. I due indietreggiarono lentamente finché Sasuke nel corpo di Sakura si bloccò come una statua e i grandi occhi verdi del corpo della Haruno si spalancarono spaventati. «Che cos’è?» domandò di ghiaccio Sasuke.
Sakura lo guardò confusa. «Che cosa?»
Si pentì immediatamente di averlo chiesto. Qualcosa sotto di lei si era magicamente risvegliato ed era puntato contro il sedere di Sasuke. Anzi no, il suo sedere.
«Sakura…» Sasuke aveva appena scandito lettera per lettera il suo nome. «Perché stai spingendo il mio pene verso il tuo corpo?»
Sakura non sapeva cosa dire. In quel momento voleva solo morire.
«Noi dovremmo giocare a football… E non fare altro…» provò a dire il ragazzo cercando di trattenere una risata ma Sakura lo interruppe in un attimo.
«Ehi, ehi, ehi, non farti idee strane. Non è il mio corpo, non posso prevedere queste reazioni!» esclamò tra l’imbarazzato e l’infastidito. Ci mancava solo che Sasuke pensasse che lei volesse tutto quello.
«Stai tu dietro al volante!» rimbeccò Sasuke per poi indietreggiare di un passo, rimuginando su un pensiero che gli aveva appena attraversato la mente. Un sorriso sornione si fece strada sul viso di Sakura. «Questo vuol dire che mi trovi attraente».
Sakura per poco non si strozzò. «Veramente, il tuo corpo trova il mio attraente ma non soffermiamoci sui dettagli, tanto il tuo pene verrebbe attratto persino dai pali» osservò la ragazza.
«Oh, che battura acida da maschietto!» ridacchiò Sasuke.
«Continuiamo a giocare a football?» domandò lei stizzita.
«Certo,» confermò Sasuke. «Basta che tieni il mio uccello lontano da te».
Sakura esplose. «Va bene, fuori dalla mia stanza! Forza!» disse per poi spingerlo in direzione della finestra.
«Ma che fai?» domandò lui non sapendo se ridere o arrabbiarsi. Quando però vide che la ragazza lo stava letteralmente buttando fuori dalla finestra grazie alla forza del suo corpo, si apprestò ad arrendersi. «Va bene, va bene Haruno, me ne vado» disse ridendo e alzando le mani in segno di resa.
Sakura lo cacciò fuori mentre una terribile frustrazione colpiva il suo corpo senza lasciarle possibilità di ritorno.
Intanto, fuori da casa Haruno e da villa Uchiha, una figura conosciuta stava osservando tutta la scena con un certo divertimento.
 
Il giorno dopo Sasuke uscì di casa stranamente di buonumore. Nella sua mente era ancora stampata l’immagine del suo viso imbarazzato. In genere a una cosa simile sarebbe morto di vergogna ma sapendo che dietro a quell’imbarazzo c’era Sakura era un altro discorso.
Tuttavia, il suo buonumore venne subito messo alle strette non appena alzò lo sguardo davanti a sé.
Di fronte al vialetto di casa, appena fuori dalla staccionata di casa Haruno, la figura di suo fratello Itachi lo stava fissando. Un moto di fastidio lo attraversò seguito successivamente da una sincera sorpresa quando si ricordò che lui si trovava nel corpo di Sakura.
«Sakura?» domandò il ragazzo incerto.
«Sì?» rispose Sasuke sorpreso. Che cosa mai poteva volere uno come Itachi da Sakura.
«Non so se ti ricordi di me… D’altronde sono passati molti anni… Sono Itachi. Itachi Uchiha…» disse. «Il fratello di Sasuke».
Sasuke lo guardò scettico. «Ah, Itachi! Certo, certo, mi ricordo,» esclamò con finta sorpresa. «Dunque, ha bisogno di qualcosa?»
Itachi scosse la testa. «Volevo solo dirle… Grazie».
"Eh?"
«Ieri vi ho visto…» iniziò. «Alla finestra» continuò per poi indicare il punto tra le due case. «Era da tanto tempo che non vedevo Sasuke sorridere in quel modo. Ti ringrazio di essergli vicino» sorrise.
Sasuke era senza parole. Itachi si stava davvero preoccupando per lui?
«Non ho fatto nulla…» disse sinceramente.
Itachi scosse la testa. «Hai fatto tanto invece. Nonostante le apparenze, Sasuke è la persona a cui tengo di più in assoluto».
Gli occhi di Sasuke si spalancarono con lentezza così come la sua bocca. Inconsapevolmente suo fratello gli aveva appena detto che gli voleva bene e le guance presero a tingersi di un tiepido rossore imbarazzato.
«Sicuramente lui ti avrà detto che mi odia, vero?» domandò sorridendo.
Sasuke scosse la testa. «No, non ti odia».
«Davvero?» domandò Itachi con leggera sorpresa.
Sasuke annuì. «Perché pensi questo?» domandò.
«Devi sapere che abbiamo un padre molto severo che si aspetta molto da noi e presto gli succederò nell’impero di famiglia. Non che fosse la mia massima aspirazione, in realtà avevo altri progetti, ma non volevo che i sogni di Sasuke potessero essere infranti dalle aspettative di nostro padre. Tuttavia, nel momento in cui ho cominciato ad assumere la direzione dell’azienda, i miei genitori si sono concentrati su di me, trascurando mio fratello. Di conseguenza Sasuke con il passare del tempo si è rinchiuso sempre più in sé stesso e ha smesso di sorridere».
Sasuke lo ascoltava esterrefatto senza emettere una parola. Non poteva credere che Itachi, suo fratello, avesse rinunciato ai suoi sogni per permettergli libertà di scelta sul suo futuro.
«Perché non me l’hai…» Sasuke tossì. «Perché non gliel’hai mai detto?» si corresse mentre il suo tono di voce tendeva ad affievolirsi.
Itachi fece spallucce. «Mi sentivo in colpa e, come avrai notato, non siamo molto bravi ad esprimere le nostre emozioni».
La mente di Sasuke fu attraversata dall’uscita infelice che aveva avuto con Sakura un paio di giorni prima. Non poteva che dargli ragione. «Sì, lo so» sussurrò con leggera amarezza e senso di colpa.
Itachi dispiegò un sorriso. «Non ti devi preoccupare Sakura. A dispetto di quello che dice o fa, mio fratello è pazzo di te».
Il viso di Sasuke, o meglio il viso di Sakura dietro il quale si celava il ragazzo, assunse cinque diverse sfumature di rosso. «C-che stai dicendo?! Impossibile!» esplose come una pentola a pressione.
«Te lo posso giurare Sakura. Probabilmente nemmeno lui se ne rende conto perché è ancora nella fase di orgoglioso bulletto arrogante».
Le mani di Sasuke presero a prudere in modo fastidioso. La buona opinione che si era formato pochi attimi prima di Itachi scomparì in un baleno per lasciare posto a una malcelata irritazione.
Che diamine stava blaterando suo fratello? Lui innamorato di quella secchiona, petulante, noiosa, irritante, testarda, intelligente, bellissima, dolce, gentile… Sasuke strabuzzò leggermente gli occhi, cercando di fermare i suoi pensieri ma l’immagine di Sakura che sorrideva ad Hinata durante la pausa pranzo era lì a ricordargli la verità che aveva sempre negato e che non aveva mai voluto ammettere.
Lui era follemente innamorato di Sakura.
Probabilmente lo era da sempre.
Durante tutti quegli anni l’aveva sempre cercata con lo sguardo e l’aveva infastidita solo per vedere le sue reazioni.
Perché se avesse dovuto scegliere tra l’odio e l’indifferenza, avrebbe preferito che lei non lo sopportasse piuttosto che essere un completo estraneo nella sua vita.
Che a lei potesse piacere era fuori discussione.
Lei, al contrario, era da sempre innamorata di Sasori.
Anche si fosse reso conto prima dei sentimenti che provava per lei, avrebbe comunque continuato a vivere un sentimento a senso unico.
E questa consapevolezza, non poté negare, gli spezzò il cuore.



Note autrice
Da più di un anno non aggiorno, ne sono consapevole. Non sono mai stata una che mantiene la parola specialmente nei racconti lunghi. Non abbiatecela con me, per favore. Tuttavia, preferisco scrivere quando mi sento ispirata piuttosto che con la voglia sotto i piedi perché se no scrivo già peggio di quello che già scrivo. Ho già pensato il finale della storia, e sono delineati un po' tutti i capitoli, devo solo mettermici di impegno e potrei miracolosamente concluderla. Non nego sia stato un anno molto intenso e per certi versi brutto per me. Speriamo che il 2022 mi porti una ventata di positività in modo da poter scrivere con più serenità.
Buon anno e buone feste da kimikocchan ♡

 
  
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