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Autore: everythingsshiny    25/12/2021    2 recensioni
Da quando avevano iniziato a frequentarsi, a Erwin non era mai stato possibile festeggiare il compleanno di Levi a causa di vari obblighi familiari. Sua madre era solita insistere affinché trascorresse la mattina di Natale con lei e il resto della giornata veniva occupata con visite alla famiglia allargata. La Vigilia di Natale, invece, era solito accompagnare Levi a una cena obbligatoria a casa di suo zio, un uomo rude che probabilmente era una sorta di criminale.
Per questo motivo dovevano accontentarsi del 26 per avere la loro cena di compleanno, ma, dopo due giorni di intense celebrazioni natalizie e di grandi abbuffate, Levi non era mai dell’umore giusto per avere una cena elaborata.
Quell’anno, però, sarebbe stato diverso. Erwin si era trasferito in un appartamento con Levi all’inizio dell’anno, quindi aveva una scusa per passare la mattina di Natale con lui invece che con sua madre. Niente gli avrebbe impedito di trascorrere la mattina di Natale più perfetta possibile con il suo ragazzo.
Storia di everythingsshiny tradotta da JodieGraham
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A Perfect Christmas



Quando il compleanno del tuo ragazzo è il giorno di Natale, le cose si complicano un po’.
Da quando avevano iniziato a frequentarsi, a Erwin non era mai stato possibile festeggiare il compleanno di Levi a causa di vari obblighi familiari. Sua madre era solita insistere affinché trascorresse la mattina di Natale con lei e il resto della giornata veniva occupata con visite alla famiglia allargata. La Vigilia di Natale, invece, era solito accompagnare Levi a una cena obbligatoria a casa di suo zio, un uomo rude che probabilmente era una sorta di criminale.
Per questo motivo dovevano accontentarsi del 26 per avere la loro cena di compleanno, ma, dopo due giorni di intense celebrazioni natalizie e di grandi abbuffate, Levi non era mai dell’umore giusto per avere una cena elaborata. Queste ‘cene’ generalmente consistevano nella visione di un film mentre si facevano le coccole. Non era per nulla spiacevole, ma non era quello che Erwin voleva per il compleanno dell’uomo più speciale nella sua vita.
Quell’anno, però, sarebbe stato diverso. Erwin si era trasferito in un appartamento con Levi all’inizio dell’anno, quindi aveva una scusa per passare la mattina di Natale con lui invece che con sua madre. Niente gli avrebbe impedito di trascorrere la mattina di Natale più perfetta possibile con il suo ragazzo.


 
*****


Cinque giorni prima di Natale, Erwin tornò a casa dopo aver fatto degli acquisti e trovò Levi profondamente addormentato sul divano, con il giornalista di un telegiornale che parlava a bassa voce in TV. Appoggiò la sua borsa sul tavolino e non poté resistere alla voglia piantare un bacio sulla sommità della testa del suo ragazzo.
“Huh?” Levi si stropicciò gli occhi e scrutò Erwin con quello sguardo confusamente assonnato e insopportabilmente carino. “Quando sei tornato a casa?”
“Proprio ora.” L’uomo sorrise e diede un altro bacio sulla testa del suo ragazzo prima di mettersi dritto con la schiena per togliersi il cappotto.
“Che cosa c’è nella busta?”
“Solo alcune cose di prima necessità.”
Levi stava per curiosare all’interno della busta, cosa che Erwin non poteva assolutamente permettergli di fare. Intercettò l’altro uomo mettendogli una mano sulla vita e girandolo delicatamente in modo che si trovassero faccia a faccia. Poi si chinò per un bacio, cosa che lo fece effettivamente distrarre.
“Che cosa ti ha reso così affettuoso?” gli chiese Levi quando si separarono.
“Le festività mi fanno questo effetto,” rispose Erwin con un sorriso. “Mi aiutano a ricordare quali sono le cose importanti e tutto il resto.”
“Parli come una fottuta pubblicità della Hallmark.”
Sotto quella frecciata, però, si poté vedere sul volto di Levi l’accenno di un sorriso.
“Hmm beh, forse la Hallmark ha in mente qualcosa.”
Erwin passò una mano tra i capelli dell’altro uomo, osservando le ciocche scure ricadere sulla pelle candida.
Levi aprì la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotto improvvisamente da un fruscio. Entrambi alzarono lo sguardo allarmati per vedere dei movimenti provenire dall’interno della busta della spesa di Erwin. All’improvviso, da questa uscì fuori il musetto marroncino di un gatto con l’espressione più dolce che si potesse immaginare.
“Eren,” lo rimproverò Erwin, come se questo potesse servire a qualcosa per educare il gatto.
Eren sembrò non sentirlo. Si allontanò dall’uomo e saltò sul pavimento, completamente indifferente al fatto che la busta avesse seguito il suo slancio, facendola cadere sul tavolino con un forte schianto.
Erwin, tuttavia, sembrò molto preoccupato. Si affrettò a prendere la busta e a controllare il suo contenuto, aprendo diverse scatole di ornamenti per assicurarsi che fossero illesi. Per fortuna. vi erano abbastanza orpelli per ammortizzare la caduta e nulla sembrava essersi rotto.
“Che cos’è tutto questo?” gli chiese Levi.
“Regali dell’ultimo minuto per la mia prozia,” spiegò Erwin. “Ama collezionare le decorazioni natalizie.”
“Sembra strano regalare a qualcuno degli ornamenti natalizi per Natale.”
“Si potrebbe pensare così, eppure lei ne richiede un po’ ogni anno.” Erwin rimise le decorazioni nella busta e si alzò prima che Levi potesse fare altre domande. “Li metto via. Vuoi intanto iniziare a preparare la cena?”
“Sicuro. A patto che tu non mi lasci fare tutto il lavoro da solo.”
“Non me lo sognerei mai.”
Levi andò in cucina ed Erwin sorrise mentre lo vedeva andar via. Anche in quel momento, con indosso dei pantaloni della tuta e i capelli leggermente arruffati per il suo pisolino involontario, Levi era la vista più bella sopra la quale avesse mai posato gli occhi.
Diede un’ultima occhiata alla busta che stringeva in mano. Quel Natale avrebbe dato a Levi un compleanno da ricordare.


 
*****


La sera della Viglia di Natale Erwin e Levi tornarono a casa tardi e, anche se lo zio Kenny aveva preparato una piccola cena, erano esausti. Appesero i cappotti e rimasero in silenzio fino a quando Erwin in fine disse:
“Non è stato troppo terribile.”
“Almeno Farlan e Isabel sono venuti e hanno diminuito alcune stranezze,” rispose Levi, il che era positivo visto quello che di solito poteva accadere. “Però, avrei potuto fare a meno della storia di come Kenny abbia sparato e scuoiato il cervo che stavamo mangiando.”
“Tuo zio certamente ama…” Erwin si interruppe, incerto di come finire quella frase.
“Uccidere le cose,” la concluse Levi senza mezzi termini.
“Beh, almeno è finita.”
“Ora avremo i tuoi strani zii che ci aspettano con ansia domani,” disse Levi.
“Ma non dovremo pensarci fino a domani,” rispose Erwin. “Stasera celebriamo la tua ultima notte da ventiseienne.”
“Ugh, sto invecchiando.”
“Ma non sei ancora abbastanza vecchio da smettere di sembrare sexy.” Erwin prese Levi per la vita e lo attirò a sé, intrecciando le dita dell’altro con le proprie. “Che ne dici se rendiamo questa tua ultima notte da ventiseienne memorabile?”
Si abbassò leggermente su di lui, quanto bastava per ottenere una buona angolazione per un bacio. Le labbra di Levi si schiusero mentre quelle di Erwin si premettero contro di esse, dolci e flessibili. Indugiò lì solo il tempo necessario per sfiorare con la lingua il labbro inferiore di Levi, per poi iniziare a lasciare una scia di baci lungo la sua mascella e il collo.
“Mm… Sono stanco, Erwin.”
L’uomo si bloccò, con il viso a un millimetro dal collo di Levi. Non era questa la risposta che voleva ottenere.
Si raddrizzò con la schiena e permise all’altro di fare la stessa cosa, anche se non lasciò andare la sua vita.
“Sei sicuro?” gli chiese. Quindi, nel suo continuo sforzo per sedurlo, aggiunse, “Posso renderlo molto rilassante. Non dovrai fare nulla.”
“Ugh, non questa notte.” Levi scosse la testa. “Mi dispiace, ma non c’è niente che uccide il mio umore come una sera trascorsa insieme a mio zio. Su avanti, andiamo a letto.”
Si liberò dalla sua presa e si diresse in camera da letto. Erwin, sconfitto, lo seguì. Sperava di regalare a Levi una fantastica serata come parte della sua festa di compleanno, ma, beh, se era questo che voleva…
Erwin sospirò. Almeno questo significava che avrebbe avuto più tempo per prepararsi per la mattinata perfetta dell’indomani.


 
*****


Una volta a letto, Levi si rannicchiò contro il petto di Erwin, con la testa infilata sotto il suo mento e le gambe intrecciate alle sue. Questa cosa sorprese Erwin – Levi solitamente si comportava così quando si sentiva particolarmente affettuoso – ma non si sarebbe mai sognato di fargli qualche domanda. Lo coprì con un braccio e la tenne stretto a sé, guardando mentre il suo amato si addormentava.
Amava vedere Levi così tranquillo e pacifico, amava guardare mentre i lineamenti duri del suo viso si addolcivano nella felicità del sonno. Rivelava un suo lato che in pochi erano autorizzati a vedere e sapeva che era un dono essere considerati così fidati da assistervi. Tenne gli occhi ben aperti, guardandolo mentre il suo respiro rallentava, occasionalmente incapace di trattenersi dallo sfiorare con un bacio la sua fronte o le sue palpebre. Lo guardò fino a quando non fu sicuro che si fosse addormentato, quindi scivolò con cautela fuori dal letto.
Non andò lontano. Una piccola mano gli afferrò la maglietta e sentì Levi chiedergli:
“Dove stai andando?”
Le sue parole erano impastate dal sonno e solo in parte udibili.
“Ho dei regali da confezionare di cui mi ero dimenticato. Torna a dormire. Finirò presto.”
“Cosa? Fanculo i regali.”
La mano stretta alla sua camicia iniziò a tirare.
“Starò via solo per un momento.”
“Resta.” Quella mano tirò nuovamente. “È il mio compleanno.”
A Levi non importava molto del suo compleanno, ma sapeva che a Erwin sì. E sapeva anche che, se avesse fatto leva su questa ricorrenza, l’uomo avrebbe accettato qualsiasi cosa volesse.
Erwin sospirò. Proprio perché era il compleanno di Levi che non poteva rimanere, ma, anche se continuava a ripeterselo mentalmente, sentì la propria determinazione indebolirsi. Dopotutto Levi, sempre duro e poco sentimentale, che non mostrava mai un briciolo di vulnerabilità, gli stava chiedendo di essere coccolato e questo era un evento di cui fare tesoro. Come poteva rifiutarsi quando il suo ragazzo era così dannatamente dolce?
Erwin tornò a letto e si sistemò sotto le coperte. Sentì Levi rannicchiarsi più vicino a lui, con una gamba stretta intorno al suo polpaccio come se volesse impedirgli di andarsene nuovamente. Anche se Erwin aveva qualcosa di importante da fare, sentì la sua volontà crollare grazie al calore e la comodità dell’abbraccio di Levi. Le labbra quest’ultimo si posarono contro la sua clavicola, rendendolo del tutto impotente.
“Come desideri, tesoro,” mormorò.
L’ultimo pensiero di Erwin mentre si addormentava fu che avrebbe dovuto svegliarsi presto per terminare tutti i preparativi.


 
*****


Il sole era già alto in cielo quando Erwin si svegliò la mattina dopo, con la luce brillante che filtrava attraverso le fessure delle tende. Lo colpì in faccia, ma lui semplicemente girò la testa dall’altra parte, inclinandola più vicino alla sommità di quella di Levi. Il suo bellissimo Levi, il suo amorevole fidanzato che quel giorno compiva gli anni…
Gli occhi di Erwin si spalancarono. Quel giorno era il compleanno di Levi.
L’orologio sul suo comodino segnava le 8:15. Era piuttosto tardi per fare tutto quello che aveva in mente, quindi saltò praticamente fuori dal letto.
“Cos…?” Gli occhi di Levi si spalancarono, disturbati dal movimento improvviso provocato dall’altro uomo.
“Mi sto solamente alzando per andare in bagno,” rispose Erwin, piantando un bacio sulla tempia del suo ragazzo. “Torna a dormire, mio caro.”
Riuscì a sgattaiolare fuori dalla camera da letto senza ulteriori disturbi da parte di Levi. Una volta che fu certo che la via era libera, Erwin iniziò a decorare il più velocemente possibile di quanto avesse mai fatto prima.
Il suo obiettivo era trasformare il loro soggiorno in un paese delle meraviglie natalizio. Fino a quel momento non avevano altro di un piccolo albero di Natale di plastica, con solo una manciata di ornamenti e alcune luci bianche sopra di esso. Erwin prese la busta del negozio dal suo nascondiglio nell’armadio dei cappotti, tirando fuori orpelli e luci, e si mise al lavoro.
Fu davvero miracoloso quello che riuscì a realizzare in quel breve lasso di tempo. Dopo qualche concentrato momento di intensa decorazione, orpelli argentati circondavano l’intero soggiorno mentre dei fili di luci attraversavano il soffitto. Ornamenti in oro e in argento accentuavano il tutto, appesi a dei fili di luci a intervalli più o meno regolari.
Erwin aveva persino pianificato di che cosa fare delle luci e orpelli in eccesso, dei quali li erano rimasti diversi metri, che ricadevano tutti nello stesso punto: li intrecciò tutti in insieme in modo da formare un cordone scintillante che cadeva a terra.
Quando ebbe finito tutto quanto, erano solamente le 9:30 e, miracolo dei miracoli, Levi, che era solito alzarsi intorno alle nove, si trovava ancora a letto.
Perfetto.
Erwin decise quindi di spostare la sua attenzione sulla cucina. Il suo piano era quello di sorprendere Levi con una colazione a letto, ma l’ora tarda significava che avrebbe dovuto accontentarsi di qualcosa di semplice. Sarebbe andato tutto bene.
Erwin scaldò due padelle l’una accanto all’altra sul fornello e dispose gli ingredienti in fila sopra il bancone della cucina: uova, pancetta e una pagnotta di pane che avrebbe trasformato in dei french toast. Canticchiando tra sé e sé, posizionò la pancetta in una delle padelle, guardando quelle striscioline accartocciarsi su loro stesse e cominciare a sfrigolare.
Un miagolio tra i suoi piedi lo distrasse. A quell’ora solitamente il gatto era già stato nutrito.
“Mi dispiace, Eren,” gli disse. “Aspetta solamente un momento.”
Quindi si voltò per prendere dall’armadietto una lattina di cibo per gatti.
Quando Erwin si guardò indietro, non trovò Eren da nessuna parte. Beh, sarebbe sicuramente uscito fuori quando avrebbe annusato l’odore del suo cibo. Con indifferenza, aprì la scatola sopra il bancone della cucina. Proprio mentre stava per prendere la ciotola del gatto, tuttavia, sentì il forte suono del nastro adesivo che cadeva dal soffitto. Erwin si voltò e vide, con orrore, un gatto irrequieto che giocava con il filo di orpelli e luci che cadeva a terra.
Attraverso la porta del soggiorno osservò lo svolgersi della distruzione, una tragedia che non fu assolutamente in grado di fermare.
Le luci furono le prime a cadere. Una volta che una piccola porzione venne staccata dal soffitto, fu sufficiente a far crollare l’intera struttura. Caddero rumorosamente sul pavimento, coprendo l’intero soggiorno di una rete scintillante e, a intervalli più o meno regolari, i resti frantumanti di ornamenti d’oro e d’argento. Gli orpelli seguirono un po’ più lentamente, ma non in modo meno distruttivo. Caddero una sezione alla volta, mentre ogni segmento legato insieme cercava senza riuscirci di rimanere ancorato al muro.
Poi, come per voler sottolineare l’intera cosa, il loro piccolo albero di plastica si piegò in avanti con uno schianto rumoroso.
“Che cazzo sta succedendo qui?”
Levi era in piedi all’ingresso del soggiorno, ancora in pigiama, accigliato per la confusione davanti a lui. Prima che Erwin riuscisse a rispondere, prima che potesse inventarsi qualcosa che lo facesse sembrare il tutto qualcosa di meglio che lo spettacolo pietoso che era in realtà, un altro rumore catturò la sua attenzione, questa volta proveniente all’interno della cucina.
Eren, a quanto sembrava, aveva smesso di aspettare la propria colazione. Erwin si voltò appena in tempo per vederlo salire sopra il bancone, facendo cadere a terra il cartone pieno di uova – tutte e dodici le uova che avrebbero dovuto essere utilizzate per preparare la colazione di compleanno di Levi. La confezione si aprì di scatto, spargendo gusci d’uovo e schizzando albumi sul pavimento della cucina.
Eren infilò trionfante il muso nella scatolina di cibo per gatti e si godette la sua colazione.
“Che cos’era?” chiese Levi, incapace di vedere la cucina da dove si trovava. E poi aggiunse, “C’è qualcosa che sta bruciando?”
Erwin annusò l’aria. Sì. Sì, qualcosa stava bruciando. L’unica parte salvabile della colazione di Levi stava bruciando. Sfrecciò attraverso la cucina, calpestando il disordine creato dalle uova rotte sul pavimento, e tolse in fretta la padella da sopra il fuoco. Aveva lasciato che la pancetta si cuocesse troppo da un lato, facendola diventare nera e carbonizzata.
Levi si fece strada tra le luci aggrovigliate che ricoprivano il pavimento del soggiorno per arrivare alla soglia della cucina. Osservò la scena, posando gli occhi su quel mucchio di uova rotte.
“Buon compleanno, Levi,” disse Erwin debolmente. “Ripulirò tutto quanto e ti preparerò…” lanciò un’occhiata al bancone, dove Eren continuava a banchettare accanto alla pagnotta di pane, che, senza le uova, non sarebbe mai potuta diventare dei french toast. “Ti preparo un toast,” concluse debolmente.  
Levi lo fissò leggermente incredulo, per poi scoppiare a ridere. Si trattò di una risata dolce e sottile, una risata uniforme che diventò più forte ad ogni secondo che passava. Di solito Erwin faceva tesoro di quelle risate così rare, tranne quando, come in quel momento, erano rivolte a lui.
“Che fottuto casino,” disse Levi. “Questo è quello che si ottiene quando ti impegni troppo a fare qualcosa.”
“Volevo solamente farti una bella sorpresa di compleanno.”
“Sei ridicolo,” rispose Levi, scuotendo leggermente la testa. “Pulirò io le uova.”
“No, no! Lo farò io.” Erwin impedì all’altro uomo di entrare ulteriormente all’interno della cucina. “È il tuo compleanno. Non voglio che tu debba alzare nemmeno un dito.”
Levi alzò gli occhi al cielo, ma glielo concesse.
“Va bene, come vuoi. Assicurati solamente di pulire alla perfezione.” Scivolò oltre Erwin, riuscendo in qualche modo a non calpestare le uova, e prese Eren da dove si stava rimpinzando sopra il balcone. “Ti aspetto in soggiorno.”
Erwin si mise al lavoro per ripulire quel pasticcio causato dalle uova in frantumi, prestando particolare attenzione a rimuovere fino all’ultima goccia in modo da soddisfare i rigorosi standard di Levi. Quando finì, inserì quattro fette di pane nel tostapane. Dal soggiorno sentì arrivare il suono delle voci provenienti dalla televisione e il tintinnare degli ornamenti mentre Levi cercava di districare l’albero di Natale dalla rete di luci.
“Che cosa vorresti nel tuo toast, tesoro?” gli chiese.
“Va bene solo del burro,” rispose Levi. “Ho recuperato tutti i regali che si trovavano sotto l’albero caduto.”
“Sei il migliore.”
“Sto continuando a inciampare in queste dannate luci,” disse Levi. “Devo iniziare ad aprire i regali?”
“Aspetta che io sia lì.”
Erwin aveva bisogno di vedere il volto di Levi mentre li apriva.
“Oh aspetta, avevo dimenticato questo pacchetto piccolino qui,” sentì Levi dire.
“Quale pacchetto piccolino?” chiese Erwin.
La risposta di Levi venne coperta dal suono dei toast che uscivano fuori dal tostapane. Quindi Erwin impiegò qualche momento per pensare a tutti i regali che aveva acquistato per il suo ragazzo per rendersi conto che solamente uno poteva essere descritto come piccolino: quello che aveva nascosto dietro all’albero, quello che non voleva che Levi trovasse.
Corse verso la porta della cucina. Levi era in piedi accanto all’albero, con una piccola scatola ricoperta di velluto nero stretta tra le mani. Mentre Erwin osservava la scena, il suo sguardo confuso si trasformò in una scioccante realizzazione.
No. No, non era affatto così che doveva andare. Erwin si precipitò in soggiorno, sperando di salvare in qualche modo quel momento.
E, ovviamente, inciampò nelle luci di Natale.
Il suo piede prese uno dei fili poco prima di raggiungere l’altro uomo e si schiantò con forza sopra un ginocchio.
“Sì,” disse Levi.
Erwin stava per alzarsi, ma la parola che il suo ragazzo aveva appena pronunciato lo bloccò sul posto. Una parola così piccola e tutto il suo futuro si era delineato. Fissò Levi, incredulo. La sua risposta era stata così diretta, così rapida. Non aveva avuto per nulla bisogno di pensarci. E così il momento per cui Erwin si era tormentato per mesi era arrivato e passato.
“Ch… che cosa?” gli chiese, non perché non avesse capito, ma perché non aveva idea di che cosa fare dopo.
Levi si inginocchiò davanti a lui, con la scatolina chiusa ancora tra le sue mani.
“Sì.”
Le mani di Erwin si incrociarono sopra quelle dell’uomo. Sentì la morbidezza delle sue dita delicate, toccando la scatola di velluto sotto di loro.
“Levi…”
“Quindi è per questo che oggi ti sei sforzato in modo cosìesagerato?” gli chiese Levi, con voce calma.
Erwin sorrise.
“Non è affatto come avevo immaginato che andasse.”
“Immagino che il percorso a ostacoli con le luci di Natale sia stata una sorpresa.”
“Sì,” rispose Erwin con una leggera risatina. “Sì, lo è stato davvero.” E poi aggiunse, “Avevo preparato un discorso e tutto il resto.”
“Penso che questo dica già abbastanza,” disse Levi, lanciando un’occhiata alla scatolina avvolta tra le loro mani.
Non era mai stato il tipo da parole inutili, ma ve ne erano alcune che Erwin aveva bisogno di dire, che sognava di pronunciare da molto tempo.
“Levi Ackerman, mi vuoi sposare?”
“Certo.”
Levi lasciò andare la scatolina, permettendo così a Erwin di aprirla. All’interno vi erano due anelli di fidanzamento, uno nascosto dietro l’altro. Il primo era piccolo, in argento e con una fascia d’oro nel mezzo, mentre l’altro era più grande, d’oro e con una fascia in argento. Erwin tirò fuori quello in argento e, appoggiando la scatola sul tavolino, lo infilò al dito di Levi.
L’anello scivolò facilmente, stabilendosi alla base del dito. Levi tirò indietro la mano e la fissò, alzando l’anello verso la luce. Lo guardò brillare, ipnotizzato.
Quando finalmente distolse lo sguardo, sul suo volto vi era il sorriso più puro che Erwin avesse mai visto su di lui. Con le dita non del tutto ferme, Levi infilò al dito dell’altro l’anello d’oro. Erwin l’osservò attentamente, studiando come quella fascia brillasse sulla propria pelle, fissando quell’abbinamento tra argento e oro.
Si baciarono senza pensarci, in modo naturale, muovendosi l’uno verso l’altro come se fossero un’unica mente. Levi aprì la bocca per Erwin e lui si spinse in profondità, avvicinandolo a sé. Assaporò ogni dettaglio di quell’abbraccio del suo ragazzo, no, fidanzato.
Quando finalmente si separarono, Levi avvolse le braccia intorno alle spalle di Erwin, inclinando la testa nell’incavo del suo collo. Erwin ricambiò quell’abbraccio, appoggiando la guancia sopra la sommità della sua testa. Accarezzò i capelli di Levi con le dita e ascoltò il suono del suo respiro, cercando di realizzare di essere veramente fidanzato con quell’uomo bellissimo e incredibile, anche se la proposta non era quella che aveva pianificato.
“Levi,” lo chiamò sussurrando, “Mi dispiace che sia andato tutto in pezzi. Volevo che questo momento fosse perfetto per te.”
“Idiota,” mormorò Levi. “Non vedi che è già tutto perfetto?”





Salve a tutti!
Con questa piccola OS volevo augurare a tutti voi Buon Natale!
Spero che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto trascorrere quale momento di spensieratezza. Per chi volesse, qui può trovarla in lingua originale.
Vi ringrazio infinitamente per aver letto fino a qui, soprattutto a chi impiegherà qualche secondo del suo tempo per farmi sapere il proprio pensiero.
Ancora Buon Natale a tutti voi,
Jodie
   
 
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