La solitudine di Patty

Patty chiuse la porta della sua stanza e si sedette sconsolata alla sua scrivania. Neanche quella volta Louise e Iriza si erano fermate a chiaccherare con lei dopo aver studiato insieme, glie l’avevano promesso ma come al solito non avevano mantenuto la parola.

Chissà perché la cercavano solo quando gli serviva qualche dritta sullo studio.

Nonostante la loro vanagloria, le due ragazze erano studentesse appena sufficienti, e soltanto grazie al suo aiuto riuscivano a strappare voti discreti. Poi però tornavano a considerarla un’imbranata da snobbare, ma lei continuava ostinatamente a sperare nella loro amicizia.  

Entrò in bagno dove nel lavandino teneva la sua Evelyn, l’unica amica della sua giovane vita. Forse un  po’ poco per una ragazza della sua età, ma non era facile cambiare carattere e abitudini.

Invano sua nonna l’aveva spronata ad essere più aperta e socievole, ma lei non ci riusciva proprio. Fin da piccola i suoi genitori l’avevano sempre tenuta in soggezione limitandosi ad una severa educazione da ragazza della buona società, e lei era cresciuta così: sola e senza amici.

Da quando poi era entrata alla Royal Saint Paul School le cose non erano certo migliorate. L’unica fra le suore che le dimostrava un po’ di comprensione era la buona Suor Margaret, le altre la squadravano con la stessa severità e distacco che le avevano sempre dimostrato i suoi genitori.

Fra le ragazze poi, nessuna la considerava veramente un’amica. Aveva sì il suo gruppetto di riferimento, che faceva capo a Louise e a quella ragazza americana arrivata da poco, Iriza Legan, ma la cercavano e la valorizzavano solo quando c’era da farsi aiutare nello studio.

C’era sì stata Annabelle Stevenson, la ragazza della stanza accanto, lei le dimostrava simpatia e la aiutava nello studio, ma avevano età differenti, e l’estate precedente Annabelle aveva concluso il suo ciclo di studi ed era tornata a casa sua nel Galles.

Così la sua stanza era rimasta vuota.

Da qualche giorno si vociferava che una nuova studentessa doveva arrivare dall’America, e che probabilmente sarebbe stata messa proprio nella stanza di Annabelle.

Molto probabilmente sarebbe stata un’altra snob opportunista come la sua compaesana dai capelli rossi, ma tanto sarebbe valso andare a darle il benvenuto.

Tornò alla sua scrivania e si rimise a leggere il libro che le aveva mandato sua nonna, un libro di scienze naturali che riportava le immagini di tutti gli animali del mondo. 

Più volte Patty si era chiesta se fosse davvero possibile che un singolo libro riportasse davvero le immagini di tutti gli animali della Terra, ma le piaceva credere di sì.

Guardò l’immagine della pagina aperta in quel momento: l’immagine di un animale simile ad un panda, ma molto più piccolo.

“Il procione, noto anche come orsetto lavatore (Procyon lotor, Linnaeus, 1758), è un mammifero onnivoro di mezza taglia della famiglia dei Procionidi, nativo del Nord America"

Sentì la voce di Suor Margaret provenire dal silenzioso corridoio fuori dalla sua stanza.

“Cominci subito a studiare signorina Andrew” diceva la buona suora, e Patty capì che si rivolgeva alla nuova arrivata.

Come per un impulso interiore Patty si alzò e si diresse alla porta della sua vicina.

Bussò e poco dopo la nuova arrivata aprì la porta.

Si trattava di una ragazza della sua età, bionda e con la faccia piena di lentiggini.

Una ragazza che ispirava simpatia.

-Ciao, tu sei la nuova arrivata non è vero? Ero curiosa di conoscerti. Io sono Patricia O’Brien, ma se vuoi puoi chiamarmi Patty.-

Patty ancora non poteva saperlo, ma quella ragazza sarebbe diventata una delle sue migliori amiche, e le avrebbe cambiato la vita trasformandola in un’altra persona, e grazie a lei avrebbe perfino avuto modo di vedere un procione dal vero.