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Autore: The Blue Devil    28/12/2021    6 recensioni
Prendiamo due amiche. Facciamo finta che una di loro commetta uno sgarbo a danno dell'altra; poi un secondo e poi un terzo. Chi, fra le due, scriverebbe all'altra? E, soprattutto, cosa le scriverebbe?
Questa one-shot ha vinto il "Premio della Giuria" nel contest "La lettera mai spedita", indetto dal forum "Gli amici di Candy Candy".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Brighton, Candice White Andrew (Candy)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights.
I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di proprietà degli aventi diritto: Kyoko Mizuki (Keiko Nagita) per il soggetto; Yumiko Igarashi per la resa grafica dei personaggi; Toei Animation Co., Ltd, per la serie TV e Kappalab per l'edizione italiana dei romanzi di Kyoko Mizuki/Keiko Nagita.

 
Buona lettura
 

 
LA LETTERA DIMENTICATA
 
 
Chicago, Casa Brighton
Finalmente il gran giorno era giunto: tra meno di ventiquattr’ore sarebbe riuscita a coronare il suo sogno d’amore, a lungo inseguito. Era tutto perfetto, allora perché non era felice? I Cornwell, alla fine, messi di fronte alla prospettiva di perdere un altro figlio, dopo la perdita del primogenito, avevano ceduto alla sua ostinazione accettando il matrimonio; anche la zia Elroy, inizialmente contraria a quell’unione, aveva pensato che, dopo tutto, poteva essere contenta che almeno uno dei due nipoti, ancora in vita, avesse trovato la felicità.
Allora perché sentiva che il suo cuore era attanagliato da un’ombra nera dalla quale non riusciva a liberarsi? Sentiva che doveva parlarle, doveva spiegarle… ma non ne aveva il coraggio. Si decise, prese carta e penna e cominciò a scrivere, bloccandosi dopo aver vergato due sole parole: Cara Candy.
«No», pensò, «è troppo formale, non esprime appieno il tumulto del mio cuore».
Accartocciò il foglio e lo gettò in terra, prima di prenderne un altro.
 
Candy, carissima amica mia, mentre ti scrivo, mancano poche ore al coronamento del mio sogno. Il tuo aiuto nei preparativi è stato prezioso e lodevole è stato il tuo spenderti ed esporti con la zia Elroy per invitare al matrimonio persone a lei poco gradite. Come sempre, per me ci sei stata e ci sei stata per tutte le persone che ami. Io invece… ci sono delle cose di cui ti devo parlare, cose di cui non abbiamo mai parlato veramente e che, a distanza di anni, mi stringono ancora il cuore. Sono conscia di averti fatto del male, di averti fatto soffrire, di averti spezzato il cuore… ma voglio che tu sappia che la promessa che ti feci il giorno che ci lasciammo, tanti anni fa, era sincera: avrei voluto tanto che le cose fossero andate in maniera diversa. Ogni lettera che mi scrivevi mi riempiva il cuore di gioia e io non vedevo l’ora di risponderti e di riceverne un’altra da te. Poi qualcosa è cambiato: un’insana follia mi ha pervaso e… non ero io, non potevo essere io quella che ti intimò di non scrivermi più. Non riesco neanche ad immaginare quanto tu abbia pianto quel giorno. Sono stata debole, cedetti facilmente alla volontà della mamma, agli agi, a tutto quel mondo che mi si apriva, mentre tu soffrivi. E sono stata debole quando ti ritrovai dai Legan, il giorno in cui ti lasciai il mio nastro nelle stalle: avrei dovuto difenderti e scagionarti dall’accusa d’aver fatto imbizzarrire il mio cavallo, quando tu invece mi salvasti. E sono stata debole alla ʺSaint Paulʺ, quando rinnegai te, la ʺCasa di Ponyʺ, le nostre due ʺmammeʺ… e di questo me ne vergogno ancor oggi, non sai quanto.
Papà non me l’ha mai confermato ufficialmente, ma so che lì, a Londra, su sua richiesta, hai sempre vegliato su di me, non ti sei tirata indietro: l’avresti fatto comunque, anche senza il suo intervento. So di averti delusa, mi vergogno di me stessa e ti chiedo di perdonarmi: ti scongiuro Candy, perdonami per tutto il male che ti ho arrecato! So che in fondo al tuo cuore l’hai già fatto, senza che io te l’abbia chiesto, ma sento il bisogno di farti sapere quanto sia pentita. Tantopiù adesso, che sto per sposarmi, mentre tu vivi ancora una separazione forzata dall’uomo che ami. Io amo Archie e so che lui prova qualcosa di profondo per me e che, ora, nel suo cuore c’è posto solo per me. Ti posso solo esortare a non mollare mai, a combattere per lui, come io ho lottato per Archie. Se solo io potessi fare qualcosa di concreto per aiutarvi, ora, non esiterei, non sarei debole, e lo devo solo a te. Sei sempre nel mio cuore come la più preziosa delle amiche.
 
Ora e per sempre, la tua cara amica Annie
 
Annie piegò il foglio e lo infilò in una busta. Durante la stesura di quella lettera aveva pianto, per cui decise, per non rischiare di rovinarsi il matrimonio, che l'avrebbe spedita dopo la cerimonia.

 
 
SETTE ANNI DOPO
 
Chicago, Casa Cornwell
Il maggiordomo non fece neanche in tempo ad annunciare i signori Graham, che un uragano si riversò nel salone. Due bimbi corsero ad abbracciare il cuginetto, che se ne stava impettito e guardingo accanto ad una carrozzina e, come una guardia reale Inglese, proteggeva il tesoro più prezioso: la sorellina di pochi mesi.
Annie e Candy si abbracciarono, mentre Terence si mise a chiacchierare con Archie.
«Annie, è stata una cerimonia bellissima ed emozionante; la tua piccola non si è neanche agitata tanto; avresti dovuto vedere il battesimo dei miei due discoli, non la finivano di piangere», attaccò Candy.
«Eh, il battesimo dei gemelli ce lo siamo perso, eravate in Inghilterra a quel tempo e non siamo potuti venire… comunque non credere: se vuoi fermarti per la notte poi ti accorgi quanto è tranquilla!».
Infatti Annie si era sempre occupata in prima persona, prima del piccolo, ora della piccola, rifiutandosi di dare ascolto a chi le consigliava di prendere una bambinaia.
«Voglio che ricevano tutto l’amore possibile da mamma e papà; non li lascerò mai in mano a nessuno, parente o estraneo che sia», amava ripetere, quando qualcuno toccava l’argomento.
Ad un certo punto, Candy notò dei piccoli ritratti appesi al muro: due ritraevano dei ragazzi sorridenti e pieni di vita, uno un’anziana signora dall’aspetto austero.
«Li ha voluti Archie. Ha detto che così anche loro possono gustarsi questa bellissima giornata insieme alla famiglia che tanto amavano; in fondo anche la zia Elroy, nei suoi ultimi anni, s’era molto ammorbidita, acconsentendo al matrimonio tra Albert e l’infermiera conosciuta nel suo periodo Africano, dopo aver gridato allo scandalo».
«Anthony, Stear e la zia Elroy…», mormorò Candy, a mezza voce.
«I nonni sono in giardino e fra poco arriveranno anche il prozio e sua moglie, così potremo iniziare la festa», annunciò il padrone di casa.
 
Se, in quegli stessi momenti, qualcuno si fosse recato a ʺCasa Brightonʺ e fosse salito nella stanza di Annie, aprendo il cassetto dello scrittoio, vi avrebbe trovato una busta da lettere bianca – che cominciava ad ingiallire – senza mittente, né destinatario; aprendola vi avrebbe trovato una lettera che cominciava così: Candy, carissima amica mia…

 
FINE
 
 
 
© 2021, The Blue Devil
   
 
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