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Autore: laisaxrem    28/12/2021    0 recensioni
Il mio contributo al Sakura Month indetto dal Haruno Sakura Server su Tumblr. L'ho scoperto ieri e sono stata immediatamente inondata da idee e non potevo proprio evitarlo. Le fic sono tutte molto brevi anche per questo motivo. Troverete per ogni capitolo una breve trama e i tag.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'This Is Us'
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Chapter 13: And Now I’m Covered in the Colors

 

Il mio buon proposito di fine anno è cercare di finire entro fine gennaio alcune delle storie a capitoli che ho in sospeso. Per esempio questa, visto che era per il Sakura Month. Molti capitoli erano già iniziati ma visto che ho sempre nuovi wip mi ritrovo a non finirli. Perciò eccoci qui.

 

DATA: Sabato 3 Marzo 1689

TITOLO: Colors - Halsey

 

Relationships: Haruno Sakura & Hatake Megumi (OC), Haruno Sakura / Hatake Kakashi, Hatake Kakashi & Hatake Megumi (OC)

Characters: Haruno Sakura, Hatake Megumi (OC), Hatake Kakashi

Additional Tags: Sakura Month 2021. Day 13: Mochi, Hinamatsuri

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Kakashi si era procurato il set di bambole per Hinamatsuri meno di una settimana dopo la nascita di Megumi ed era da dicembre che, quasi ogni sera, chiedeva a Sakura se potevano esporle in salotto. Ovviamente lei aveva messo il veto presidenziale, imponendogli di aspettare Febbraio come da tradizione (in realtà non le sarebbe dispiaciuto vedere le bambole in anticipo ma era più interessata all’espressione imbronciata così tenera e terribilmente sexy che ogni volta spuntava sul volto di Kakashi).

Quando poi, finalmente, Sakura aveva dato la sua benedizione, Kakashi aveva dedicato mezza giornata a montare la struttura («È più difficile di quello che sembra, Sakura-chan. Avrei dovuto chiedere a Tenzō… Non ridere!») e poi a disporre le bambole e tutte le miniature sui ripiani nell’ordine corretto.

Sakura doveva ammetterlo, aveva fatto un ottimo lavoro. Megumi, che a nemmeno dieci mesi già riusciva a camminare reggendosi alla parete, amava andare a sedersi lì davanti, Yoru acciambellata accanto a lei, e fissare le bambole con gli occhi verdi che brillavano. Ogni sera, quando Kakashi tornava a casa dall’ufficio, si sedeva accanto a lei e Sakura rimaneva sulla soglia della stanza a guardarli, il cuore colmo di gioia e amore per la sua piccola famiglia (a volte i ninken si aggiungevano a loro e Megumi si sedeva in groppa a Bull per guardare le bambole da un’altra prospettiva. Ogni sera Sakura si riprometteva di permettere a Kakashi di predisporre la struttura prima, l’anno seguente, in modo da godersi quello spettacolo più a lungo.

I giorni erano passati ed infine Hinamatsuri era arrivato. Kakashi non avrebbe lavorato, quel giorno, e la sera precedente l’aveva praticamente cacciata dalla cucina, dicendo che aveva bisogno di pace per preparare i piatti per la festa. Sakura aveva riso e protestato ma aveva fatto ciò che le veniva chiesto, occupandosi della loro bambina.

Quando si era svegliata, quel sabato mattina, la casa profumava dei piatti tradizionali e per un momento Sakura si era ritrovata a ricordare di quando era una bambina, quando ancora non aveva deciso di diventare una kunoichi, quando le cose con i suoi andavano bene.

Kakashi non era a letto ed una rapida occhiata nella camera di fronte le confermò che anche la loro figlia non c’era. Sorridendo e scacciando i ricordi, Sakura scese al pianterreno dove la sua famiglia la attendeva, seduti davanti alla struttura con le bambole.

«Buongiorno», la salutò Kakashi e Sakura si chinò per baciare sulla fronte sia lui che Megumi.

Così si accorse del vassoio posato sul tatami ai suoi piedi.

Sul vassoio di bambù erano disposti una dozzina di mochi. Avevano la forma un po’ allungata e Sakura intuì che si trattava degli ichigo daifuku tipici delle feste primaverili come l’Hinamatsuri. Avevano un aspetto meraviglioso e Sakura non vedeva l’ora di addentarne uno per sentire il sapore della pasta di fagioli rossi sciogliersi sulla lingua.

«Oh, Kakashi, sono bellissimi», sussurrò, scoccandogli un altro bacio ed accoccolandosi accanto a loro.

«E speriamo anche buonissimi», ridacchiò suo marito. «Ti stavamo aspettando prima di assaggiarli, vero, Megumi-chan?»

La piccola alzò i suoi occhioni verdi verso di loro ed annuì, seria.

«Allora… Itadakimasu».

E addentò il mochi che aveva il sapore dell’amore e della gioia e della sua famiglia.

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Parlerò della ricerca delle bambole per Himamatsuri (del perché non usano quelle di Sakura, per esempio, come si fa di solito nelle famiglie giapponesi) prima o poi in un’altra fic. Forse.

  
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