Mentre
i Dalì subiscono la perdita più significativa,
l’altra fazione è euforica. I
colonnelli, gonfi di orgoglio, innalzano i calici al cielo, brindando
di fronte
alla marea rossa, ancora lì presente, e gridando a
squarciagola la loro gioia.
È
proprio Tamayo a beffeggiare i suoi ostaggi. Fissa uno ad uno, prima
Sergio poi
Raquel, sorseggiando il suo champagne, mentre gode nel vederli
sconfitti
definitivamente.
“Avete
dei progetti su cosa fare nei prossimi quarant’anni in
carcere?” – ridacchia di
gusto.
Non
riceve risposta. I due Dalì non stanno al suo gioco, non
cedono alla
provocazione e rimangono muti come pesci.
E
intanto il colonnello continua le vessazioni –
“Professore dei miei stivali,
come ci si sente ad aver subìto uno scacco matto? Cosa provi
a vedere il piano
di merda che avevi ideato per rapire l’oro di Spagna, andare
in fumo?”
“Piano
di merda?” – ripete, infastidito, il Marquina,
cercando di mantenere
quell’estremo autocontrollo che lo domina da tutta una vita.
“Si,
una follia che non avreste mai, e ripeto, MAI, potuto portare a
termine!”
Lisbona
posa lo sguardo sul compagno, notando una lacrima scendergli sulla gota.
“Non
ascoltarlo. Vuole solo umiliarti, non dargliela vinta”
“Silenzio,
traditrice” – Tamayo cambia tono di voce nel
rivolgersi alla ex ispettrice
Murillo.
“Io
parlo quanto voglio” – replica lei.
“Bene,
vedo che hai voglia di chiacchierare!” – con aria
di sfiga, l’uomo invita
Suarez a condurre Raquel distante dal professore.
“No,
dove la state portando? Raquel…Raquel” –
Sergio cerca di svincolarsi dalla
presa di un agente e dalle manette che bloccano i suoi polsi.
Però, invano.
“Piantala,
tanto, prima o poi, vi avrei separati. Ho preferito farlo da subito.
Non vorrei
vi saltasse alla mente qualche disperato tentativo di fuga!”
“Mi
sono costituito, sono giunto fin qui di mia spontanea
volontà! Che senso
avrebbe escogitare mosse per scappare?” –
controbatte il capo dei Dalì.
“Beh,
prevenire è sempre la cosa migliore. Io ho una conferenza
stampa tra pochi
minuti, dovrò raccontare delle modalità di
chiusura di questo assurdo attacco
alla Banca. Preparati, caro il mio Professore, ti esporrò al
pubblico come
trofeo” – felice come una Pasqua, il colonnello
Tamayo fa cenno ad Angel di far
da balia, allontanandosi e continuando a celebrare la sua vittoria con
il
calice alzato.
“Dove
porterete Raquel?” – chiede Sergio al poliziotto,
una volta rimasti da soli, consapevole
di potergli estrapolare informazioni sulla donna, essendo Angel stesso
ancora legato
a lei.
“Non
sono tenuto a dirtelo. Evita di fare domande, non riuscirai a
raggirarmi. Ricordi
che sono stato proprio io il primo ad indagare su di te, anni fa? E il
mio fiuto
non sbagliò. Hai soggiogato Raquel che ha perso
lucidità e si è unita a voi. Per
colpa delle tue idee da Robin Hood, trascorrerà
un’intera vita in galera,
lontana da sua figlia. Fossi in te mi limiterei a star zitto”
– è così, in modo
secco e deciso, che Angel chiude la conversazione con il Marquina.
Proprio
quest’ultimo, infatti, si rende conto che quanto udito non
è del tutto falso. Anzi.
Lisbona vivrà senza Paula, senza sua madre, senza
libertà, per colpa sua.
“Lasciatela
andare, vi prego. Avete me, cos’altro cercate?”
“Ti
ho detto di fare silenzio” – ripete il poliziotto,
fingendo disinteresse. In cuor
suo, Rubio vorrebbe liberare l’ex ispettrice, eppure il
distintivo che indossa glielo
impedisce.
“Ti
prego, Angel. Ascoltami, so che vorresti che lei fosse felice. E in
carcere non
vivrebbe più. Aiutami ad aiutare Raquel”
In
quel momento, il poliziotto volge lo sguardo su Sergio, non
pronunciando
parola.
Il
professore capisce al volo che l’uomo che fino a poco prima
manteneva una certa
distanza, ora lo osserva…quindi è pronto ad
ascoltare la proposta.
“Faremo
in modo che si salvi, che eviti il processo e tutto quanto”
“E
chi mi garantisce che non si alleerà con gli altri
rapinatori e tenteranno di
liberarti? Impedirò con tutte le mie forze che tu possa
essere salvato, caro il
mio professore”
“Ti
prometto che non accadrà. Portatemi in carcere, tenetemi
segregato, non
dovranno trovarmi. Tutto pur di salvare Raquel, ti
supplico…Angel… fallo per
lei…” – gli occhi lucidi del
Dalì manifestano un dolore che lo attanaglia da ore
– “Nessuno dovrà pagare per la pessima
riuscita di un piano di salvezza,
tantomeno la mia compagna!”
Rubio,
non risponde più, si isola nel suo silenzio e ordina al
professore di fare lo
stesso. Non vuole ascoltare altre parole, è
inutile…sembra fermo sulla sua decisione.
Lisbona
rimarrà al suo posto, così come Sergio.
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Alicia
è in ospedale e freme per avere notizie da
Antoñanzas. Gli ha chiaramente
ordinato di proporre al colonnello l’uccisione dei
Dalì al completo in cambio
della sua cattura.
Però
dell’alleato nessuna traccia.
Cammina
avanti e indietro in quella stanza pensando a tattiche da mettere in
atto per
scappare da Madrid.
La
tv è accesa quando viene trasmessa un’edizione
straordinaria del notiziario. È proprio
una conferenza stampa che attira l’attenzione della donna.
“Ecco
il colonnello Tamayo, in diretta dall’esterno della Banca di
Spagna, cari
telespettatori. Ascoltiamo le sue parole…” –
dice il giornalista di una televisione
locale.
Sedutasi
sul lettino, con il telecomando tra le mani, la Sierra schiaccia con
forza il
tasto del volume, per ben udire ciò che da lì a
pochi secondi avrebbe rivelato
il suo ex boss.
“Salve
a tutti, la rapina alla Banca è terminata. Abbiamo impedito
che l’oro venisse
rubato, i Dalì sono in fuga, ma senza il loro mentore non
sono un pericolo. La cattura
di Raquel Murillo, alias Lisbona e del noto Professore, è
avvenuta poco fa”
– fa cenno a Suarez di condurre davanti alla sfilza di
giornalisti, l’uomo più
ricercato degli ultimi due anni.
“Ecco
a voi Sergio Marquina, alias il professore!”
– lo mostra, ammanettato, a
tutta la Spagna, umiliandolo e ridendone di gusto, poi prosegue
– “Con questo,
decretiamo cessato il colpo. Tutto è lì dove deve
essere, quindi la Spagna mantiene
protetta la sua riserva nazionale. Quanto a noi, siamo sulle tracce
dell’ultima
minaccia: Alicia Sierra, l’ex ispettrice che ha infangato e
mentito per uscire
pulita da una storia di torture orchestrata solo ed esclusivamente
dalla sua follia.
A chi l’avesse incontrata, o sapesse dove è
nascosta, chiediamo di informarci
quanto prima. Grazie” - così dicendo,
Tamayo spiazza tutti i presenti,
compresa la Sierra, pietrificata dalla notizia.
“Devo
andarmene da qui” – sente dei passi veloci
percorrere il corridoio, temendo
immediatamente che qualcuno degli infermieri dell’ospedale
avesse ascoltato il
notiziario e fosse prossimo a farla arrestare.
Tenta
di cercare un rifugio, ma in quel buco di camera è difficile
nascondersi.
Spalanca
la finestra, e guarda giù.
“Cazzo,
cazzo, cazzo” – esclama, con le mani nei capelli.
Si trova ad un piano troppo
alto per saltare.
A
quel punto ha poche scelte.
Posiziona
una sedia tra la maniglia e la porta, impedendo una possibile
irruzione.
Questo
le avrebbe permesso di guadagnare tempo. Afferra il lenzuolo del suo
letto,
servendosene come corda.
Qualcuno
però è arrivato e cerca di entrare, colpendo la
porta con forza.
Ed
è proprio quando è prossima a scendere dalla
finestra, una persona riesce a smuovere
l’uscio, spezzando la parte alta della sedia che teneva
bloccato l’ingresso.
Un
uomo robusto e muscoloso è il primo ad entrare, afferrando
la Sierra qualche
attimo prima che mettesse in atto la fuga.
“Lasciami,
maledetto” – in quel frangente, la ex ispettrice
vede frantumarsi i suoi sogni
di libertà.
Ma
ecco che accade l’inatteso.
Alicia
si pietrifica all’istante, appena vede entrare una seconda
figura.
Impossibile
non riconoscerla.
“Tatiana!”
– esclama, incredula – “Sei davvero
tu?”
“Ciao
sorellina, sono qui per portarti via!”
“Come
avete fatto ad entrare? Antoñanzas ha dato ordine di non far
avvicinare nessuno
alla mia camera!” – l’ex ispettrice
è sconvolta.
“Hai
dimenticato che sono una ladra? Ho i miei assi nella manica. Ora
andiamo” –
risponde la quinta moglie di Berlino, facendo segno al suo scagnozzo di
caricare in braccio la sorella e lasciare l’ospedale.
Così
Alicia appura che alcuni uomini hanno puntato delle pistole agli
infermieri,
dando modo a Tatiana di raggiungerla e di conseguenza scappare via.
Saliti
a bordo di una vettura, parcheggiata a pochi passi
dall’ingresso, le due donne
si trovano faccia a faccia.
“Mi
sei mancata tanto” – si commuove la maggiore,
abbracciando la minore – “Ma come
mai ti trovi immischiata in questa storia?”
“Lo
capirai appena arriveremo a destinazione. È giunto il
momento che tu capisca con
chi allearsi e contro chi combattere!”
E
mentre l’auto sfreccia via, una volante della polizia
raggiunge il luogo
setacciando la zona.
La
fortuna ha salvato la vita della Sierra, la quale è ignara
però che la parente
sta per condurla in un posto dove si troverà faccia a faccia
con i suoi nemici.