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Autore: Persej Combe    29/12/2021    2 recensioni
Per un attimo aveva baluginato l’impressione si trattasse di Julien, che annunciava il ritorno all’ovile – e intanto si era impossessata di lui la sensazione amara che tutti i suoi pezzi che lo avessero composto intimamente negli ultimi anni gli sfuggissero e gli venissero tranciati di dosso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Diantha, Elisio, Professor Platan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Fragmenta'
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  Era rimasto ormai da solo, e sotto le festività natalizie non poteva augurarsi d’incaricare qualche inserviente che venisse ad aiutarlo. Da quando Julien se n’era andato, aveva deciso di non nominare più assistenti personali – quanto si era affezionato a quel ragazzo, e quanto aveva sofferto della sua partenza: se soltanto gli fosse rimasto un poco più vicino e non disperso laggiù per il Kanto, gli sarebbe dispiaciuto forse meno. Aveva deciso categoricamente, insomma, di badare a tutto da sé, che il rischio d’intenerirsi era troppo alto; anche se, da quel rifiuto a cui Diantha lo aveva condannato, sentiva di essere diventato inesorabilmente un po' più freddo.
  Così, quando quella mattina avevano suonato alla porta, aveva dovuto percorrere il laboratorio da un estremo all’altro, che non c’era nessuno che potesse andare ad aprire.
  «Una consegna per lei», disse il postino cedendogli il pacco.
  «Per me?».
  Un pensiero di Natale. Si chiese da parte di chi potesse essere. Affrettò il passo lungo il corridoio covando la speranza di una tregua di Diantha – ancora teneva ossessivamente dentro la borsa quell’anello che neppure aveva potuto mostrarle, che prima o poi l’occasione sarebbe tornata, e si sarebbero compresi un’altra volta e ricongiunti. Rallentò, quasi si fermò a metà strada, considerando con maggior attenzione e disincanto che ormai i contatti erano recisi, che lei non lo chiamava neanche più per fargli un augurio, per sapere come stava, che una fantasia del genere di fatto era improbabile... Ma magari, ecco, magari è Natale e forse stavolta... Scosse la testa e gli sfuggì un’imprecazione a mezza voce – tanto non sarebbe stato udito, avrebbe potuto ripeterla più forte, più cattiva ancora, ma non respirava più dentro questo pensiero e allora corse verso lo studio cercando di essere più veloce dei ricordi.
  Racchiuso nel cartone trovò un pacchettino, tutto avvolto di nastri colorati, con la coccarda sulla cima. Dentro la scatola, ancora, una lettera, l’aprì, scritta in bella grafia su di un foglietto rosso, e lesse:

 
Caro Professore,
le invio questo presente sperando di trovarla bene. A breve sarò di ritorno dai miei viaggi, mi auguro perciò di rivederla presto – ne avrei molto piacere.
Ricordi di prendersi cura di sé. D’altronde, me lo ha promesso.

Ossequi

  Per un attimo aveva baluginato l’impressione si trattasse di Julien, che annunciava il ritorno all’ovile – e intanto si era impossessata di lui la sensazione amara che tutti i suoi pezzi che lo avessero composto intimamente negli ultimi anni gli sfuggissero e gli venissero tranciati di dosso. Ma poi aveva riconosciuto il tono, la riverenza, e si era scoperto a sorridere prima ancora di posare gli occhi sul nome impresso nella firma.
  Una bella parentesi, pensò, quella che avevano avuto.
  C’era chi aveva ritenuto Elisio suo assistente, ma Augustine, nonostante verbalmente glielo avesse concesso e avesse detto di sì alla sua richiesta, non l’aveva mai considerato tale. L’aveva visto anzi come un suo pari, ed era stato un caro amico. Se n’era andato anche lui lo stesso giorno di Diantha: o così sarebbe dovuto essere nelle intenzioni, poi era rimasto. Avevano avuto altro tempo da trascorrere insieme; magari per questo il suo distacco non gli era pesato, o molto poco. La partenza era fluita naturalmente coi propri ritmi, e nel momento dell’addio si erano salutati senza rimorso, che era stato necessario.
  Avrebbe voluto trattenersi e aprire il pacchetto in sua compagnia, aspettando il loro ritrovo, ma arrivato a casa – per qualche motivo stasera non appariva così buia e solitaria e vuota – si era seduto sul divano e l’aveva scartato sulle ginocchia.
  Calze rosse. Un regalo banale. Da parte sua, s’intende. Però erano tanto calde, e morbide. Le indossò e pensò che dopotutto erano belle, che coi mocassini facevano una gran figura.
  Rievocò nella mente quella notte in cui erano andati a cercare Jirachi accampati nella selva, quando si gelava e battevano i denti, le dita ancorate al binocolo come pezzi di ghiaccio. Un paio di calze ai piedi gli avrebbero certo fatto comodo.
  «Tu cosa gli hai chiesto?» aveva domandato.
  Elisio gli aveva detto che per lui rimanevano favolette di bambini, che da uomini di scienza non si può credere in una fede e nei miracoli. Poi aveva risposto:
  «Il mondo che bramo».
  Anche Augustine aveva espresso un desiderio; ma se potesse tornare indietro, oggi chiederebbe di sentirsi un po’ meno solo.
 

 

In questi giorni mi sarebbe tanto piaciuto pubblicare una os a tema natalizio! All'inizio avevo pensato a qualcosa del filone di Pasio perché ormai sono partita per la tangente, ma quello che è venuto fuori mi sembrava davvero troppo melenso. Risfogliando un po' i vecchi appunti mi sono ricordata che avevo questo spunto giurassico ancora da sviluppare e mi sono detta, perché no? In realtà sono parecchio insicura su questa pubblicazione perché fa riferimento a una storia che è il mio più grande rimorso: ho interrotto Fragmenta nel 2016, in effetti riguardando indietro penso non fossi ancora abbastanza matura per scrivere qualcosa di così complicato al di là di altre questioni personali che mi hanno portato ad abbandonarla, e ancora adesso non mi sento all'altezza di riprenderla. Però nell'ultimo anno ci ho pensato tantissimo, perché mi manca.
Julien è un mio OC, è nato a Kalos ma i suoi genitori sono di Kanto. Fa da assistente a Platan prima dell'arrivo di Sina e Dexio, a un certo punto parte per riavvicinarsi alle proprie origini.
Ho provato a riprendere in mano la tavoletta grafica, non potevo non riesumare la tradizione di illustrare i capitoli! Non la uso da due anni (si vede), ma ci ho messo tutta me stessa...


Prendetelo come un frammento, appunto, nulla di più, nulla di meno.
Tanti cari auguri di buone feste e alla prossima 

Persej
 
  
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