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Autore: flatwhat    29/12/2021    1 recensioni
Atlas è caduta.
Oscar si sacrifica ai Grimm.
Ruby parte insieme a Ozpin, a cui è stata data miracolosamente una forma, per salvarlo.
[Rosegarden; Cloqwork; Scritta prima che iniziasse il volume 8 e quindi ha preso una piega del tutto diversa.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jaune Arc, Oscar Pine, Ozpin, Ruby Rose
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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  Oscar aprì gli occhi.

 
Il soffitto di legno che gli era tanto familiare lo fissava di nuovo.

 
Si mise a sedere sul letto, nelle narici il solito profumo di polvere e libri, e si stiracchiò.

 
Si alzò e iniziò a vestirsi. La colazione sarebbe stata pronta tra un'ora e fino ad allora doveva occuparsi del raccolto.

 
Mentre armeggiava, assonnato, con i lacci degli stivali, la sensazione che qualcosa non andasse cominciò ad fare capolino nella sua testa.

 
Non aveva forse lasciato la fattoria, tanto tempo fa?

 
Scosse la testa e quel pensiero con essa. Perché mai avrebbe dovuto andarsene? Non c'era niente per lui oltre i confini di quella vita noiosa e sicura con sua zia.

 
"Deve essere stato un sogno."

 
Sognava spesso di partire per qualche folle avventura. Ridacchiò tra sé e sé. Non si sarebbe mai aspettato, e tanto meno sarebbe stato capace, di partire alla ventura da solo.

 
Non avrebbe avuto senso.

 
Indossò i suoi fidati guanti, vecchi e rovinati dal lavoro quotidiano, che avvolsero le sue mani bendate con la solita comodità a cui era abituato.

 
Allungò le dita, sentendo il sangue affluire in esse. Per qualche motivo, questa mattina tendevano a volersi raggomitolare, come se stessero tenessero qualcosa, anche se non aveva ancora iniziato a lavorare con nessun attrezzo.

 
La sensazione di avere in mano una specie di bastone non lo abbandonava.

 
Tra questo e il sogno, era sempre più perplesso.

 
Con un po' d'ansia, cercò nuovamente di riderci e raggiunse la pesante porta del suo capanno, pronto ad aprirla e a trovarsi ancora una volta davanti ai primi raggi di sole che cominciavano a dipingere il cielo di arancione.

 
Ma prima di poterlo fare, si ammutolì del tutto.

 
Delle voci venivano da fuori.

 
"Continuo a dirtelo: lavorare in una fattoria è molto più divertente che combattere i Grimm".

 
"Sì, sì. Continua a ripetertelo."

 
Quelle voci... Gli suonavano familiari.

 
Trattenne il respiro. Chi poteva aspettare fuori a quell'ora, in quel campo solitario? Questi due uomini - perché era così sicuro che fossero uomini? - Stavano aspettando lui?

 
"Sarà davvero qui?" Chiese la prima voce.

 
"Secondo te, per quale altro motivo questa fattoria si trova qui? Aspettiamo ancora un po', amico mio." Rispose la seconda voce.

 
Oscar sentiva il battito del suo cuore rimbombargli nelle orecchie. Lo stavano aspettando, dopo tutto.

 
Erano amici o nemici? Confuso com'era, non riusciva a esserne del tutto sicuro, ma si fece forza.

 
Aprì la pesante porta del capannone.

 
Le due voci tacquero. Oscar posò lo sguardo sui loro proprietari.

 
I due uomini erano proprio fuori dal suo capanno. Due giovani, uno con i capelli scuri e uno con i capelli biondi chiari. Entrambi vestiti come i personaggi di una vecchia fiaba di maghi e cavalieri.

 
Erano due estranei, eppure Oscar li conosceva entrambi.

 
Loro lo fissarono, Oscar li fissò a sua volta.

 
Improvvisamente, un enorme sorriso irruppe sui loro volti.

 
"Oscar!" Gridarono, e gli piombarono addosso.

 
 

Quando Ozpin aprì gli occhi, si ritrovò in uno spazio abbastanza familiare.
 

Il suo vecchio studio all'Accademia Beacon.
 

Si ritrovò seduto sulla sua vecchia sedia, a fissare la sua scrivania. Accarezzò la fredda superficie, mentre cercava con le dita la sua tazza di cioccolata.

 
Quando la trovò, se la portò alle labbra e ne assaggiò il liquido.

 
"Mh."

 
Non sapeva molto di cioccolata. O di qualsiasi altra cosa.

 
Rimettendo giù la tazza, si guardò intorno.

 
"Allora, cosa ci faccio qui esattamente?"

 
Era stato Oscar a portarlo lì, ovviamente. Che fosse una decisione consapevole o meno, Ozpin non lo sapeva ancora. Chiaramente, il ragazzo era ancora in stato di incoscienza, quindi la seconda ipotesi era più probabile.

 
Osservò l'ambiente circostante. Era una replica abbastanza fedele del suo ufficio, tranne...

 
Tranne tutta quell'intera stanza che prima non c'era.

 
Era come se l'ufficio fosse diviso in due sezioni: una era la stanza normale che Ozpin conosceva e l'altra era qualcosa che portava alla mente ricordi diversi.

 
Esattamente nel mezzo della stanza, il pavimento cambiava colore e le pareti prendevano una forma completamente diversa. Ma la cosa più curiosa era il trono dorato e verde rivolto verso l'ascensore, parallelo alla sedia di Ozpin.

 
Un uomo sedeva su quel trono, e aveva un'aria pensierosa che senza dubbio rifletteva l'umore di Ozpin. Ma poi anche l'uomo si voltò nella sua direzione e il suo sopracciglio si sollevò con sorpresa e curiosità.

 
"Aster?"

 
Ah. Sì.

 
L'unica persona che lo avesse mai chiamato con il suo nome. Nemmeno Qrow lo aveva mai saputo.

 
"Re Ozymandias", disse Ozpin, alzandosi in piedi un po' goffamente, Dèi solo sapevano da quanto tempo non parlava con quell'uomo. Si inchinò per scherzo, ricordando che il senso dell'umorismo del Re di Vale non l'avrebbe interpretato come un insulto.

 
"Zoroaster Ozpin," disse lui di rimando con voce allegra. "Che diavolo ci fai nella mia sala del trono?"

 
"Credo che siate voi a essere nel mio ufficio, Maestà."

 
I due uomini si incontrarono nel mezzo della stanza, proprio nel punto in cui il pavimento cambiava in due colori diversi, e si abbracciarono come amici di lunga data.

 
"Non mi sarei mai aspettato di incontrarti di nuovo così!" Esclamò il Re.

 
"Nemmeno io." Disse Ozpin, cercando, ma senza riuscirci, di nascondere l'emozione che aveva in gola. "Ma è bello sentire di nuovo la tua voce."

 
Ozymandias rise.

 
"Davvero? Per anni ho pensato che la trovassi fastidiosa."

 
"Oh, è fastidiosa. Una tortura per le mie orecchie. Eppure, ha un che di nostalgico."

 
I due si separarono.

 
"Allora," disse Ozymandias. "Dove pensi che potremmo trovare il nostro piccolo contadino?"

 
"Non lo sapremo mai se non cominciamo a cercarlo, non credi?" Rispose Ozpin.

 



Jaune era rimasto giorno e notte al capezzale di Oscar.
 

Il ragazzino dormiva ormai da quattro giorni. Pietro aveva curato tutte le sue ferite e aveva concluso che era stabile.
 

Solo che non si svegliava.
 

Anche la Semblance di Jaune non sembrava fare nulla.

 
"Come sta?"

 
La voce di Ruby lo fece sobbalzare dai suoi pensieri.

 
"Sempre uguale," si voltò verso la sua amica. "Il suo corpo è come... In stasi. Mi chiedo cosa stia succedendo nella sua testa".

 
Anche Ruby era rimasta a letto per un paio di giorni, dopo che lo sforzo di usare i suoi poteri l'aveva messa fuori combattimento. Ora stava apparentemente meglio e ancora una volta fingeva un sorriso per nascondere le sue preoccupazioni.

 
 "Vuoi fare cambio di posto?" Chiese Jaune.

 
"Mh." Ruby si sedette su una sedia accanto a lui. Improvvisamente lo guardò. "Scusa, cosa hai detto? Non stavo prestando attenzione".

 
"So che sei preoccupata," disse Jaune, mettendo una mano sulla sua. "Tanto quanto me, se non di più. Puoi restare qui e possiamo occuparci di lui insieme."

 
"In realtà," interruppe Ruby. "Non voglio suonare come se ti stessi cacciando, ma... Il dottor Polendina mi ha detto di dirti che dovresti dormire un po'. E anche Nora e Ren sono molto preoccupati per te e Oscar, quindi potresti fare una pausa e dire loro che è tutto sotto controllo!

 
Jaune ci pensò su.

 
Non faceva i salti di gioia al pensiero di lasciare Oscar in quel modo. Sapeva che nessuno di loro poteva fare niente per lui al momento, e che era in condizioni stabili, ma comunque... Il solo fatto di chiudere gli occhi per un momento gli mandava visioni di brillanti capelli rossi che si dissolvevano in cenere bruciata.

 
Non poteva perdere di nuovo il suo partner.

 
"Mi dispiace," la voce di Ruby era delicata e timida. "Non volevo..."

 
"No, va tutto bene". Jaune si alzò in piedi e si stirò i muscoli. "Preoccuparsi troppo non aiuta nessuno. Vado a fare una pausa. Certo, solo se Nora me lo permette."

 
Ruby ridacchiò, facendolo sorridere a sua volta.

 
"Ti farà un cazziatone."

 
"Per non aver fatto una pausa, per Oscar o in generale?"

 
"Boh. Sta a te scoprirlo."

 
Jaune annuì e mise una mano sulla spalla di Ruby.

 
"Prenditi cura di lui, va bene? Ti prego."

 
Ruby gli strinse la mano con la sua.

 
"Se si sveglia, sarai il primo a saperlo".

 
"Quando si sveglia".

 
"Sì," Ruby chiuse gli occhi. "Quando."
 

Jaune lasciò la minuscola stanza dell'ospedale improvvisato che Pietro aveva sistemato per l'occasione.
 

"Ti sveglierai, vero?" Chiese Ruby al ragazzo privo di sensi. "Ozpin non ti lascerà morire, vero?"
 

Sapeva che si sarebbe svegliato. Sapeva che tutto sarebbe finito bene.
 

Eppure, proprio come Jaune, non poteva fare a meno di essere preoccupata.
 

Allungò la mano, che cercò e trovò la sua sotto le coperte.
 

"Ti sveglierai," disse, cercando di rendere le sue parole il più reali possibile. "Ti sveglierai e rideremo tutti su quanto è successo e continueremo le nostre avventure".

 
Sorrise. Proprio come Jaune, anche lei non riusciva a liberarsi dai ricordi delle persone care che aveva perduto. Un cappuccio bianco, un sorriso gentile, caldi occhi d'argento...
 

Si asciugò una lacrima.
 

"E quando ti sveglierai, giuro che finalmente ti dirò cosa provo. Quindi, svegliati, ok?"



Autrice: Salve, gente! 
Ebbene, ecco finalmente un altro capitolo di questa long che mi segue da quasi due anni, ormai.
Questo 2021 è stato una sfida sotto molti aspetti. I primi mesi sono stati molto brutti per la mia salute mentale, il resto è stato un impegnatissimo cambio di vita.
Tra una cosa e l'altra, non sono riuscita a scrivere quanto volessi, ma! Non mi sono dimenticata di questa storia e non mi sono dimenticata di voi!
Intendo finirla, non importa quanto ancora ci metterò. Non so dire con precisione quanti capitoli mancano ancora, ma siamo nella fase finale, quindi terrò duro e farò l'ultimo sprint.
Risponderò presto a tutte le recensioni a cui ancora non ho risposto. Vi ringrazio per la pazienza a il supporto.
A presto!
  
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