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Autore: NymeriaStark    02/01/2022    1 recensioni
Missing moment che spaziano dal duello tra Four e Nash, fino alla sconfitta di quest'ultimo contro Yuma, un loro ipotetico incontro in una sorta di misterioso aldilà ed il traumatico ritorno alla vita. Basata sui momenti tagliati dalla versione italiana, il dialogo finale è una tradizione letteraria di quanto avviene nell'originale, con l'esplorazione di quelli che, a mio parere, sarebbero potuti essere i pensieri dei due protagonisti.
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nasch, Ryoga/Shark, Thomas Arclight/ Four
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Thomas scese dall'auto, animato da una forte determinazione, era stanco di scappare e sentiva il bisogno di affrontarlo. Suo fratello Chris aveva provato a fargli cambiare idea ma alla fine si era rassegnato, gli aveva dato la carta alza rango a cui aveva lavorato, lasciandolo al suo destino.
Non ci mise molto a raggiungerlo o meglio, ad essere raggiunto. Reginald era lì, nella sua forma bariana, e lo scrutava con i suoi penetranti occhi blu. Iniziarono a duellare, animati da sentimenti apparentemente opposti ma, in realtà, spaventosamente simili.
Shark, o Nash, come si ostinava a farsi chiamare ora, stava disperatamente cercando di farsi detestare da lui. Non capiva fino in fondo perché lo stesse facendo, ormai avrebbe dovuto aver compreso che non sarebbe riuscito nella sua impresa. Lo amava e quella era una consapevolezza che aveva raggiunto da poco e alla quale si aggrappava disperatamente nella speranza di poterlo riportare indietro.
Il duello procedeva senza esclusione di colpi, entrambi stavano provando in tutti i modi ad avere la meglio. Si assestavano colpo su colpo, sopraffatti dalla disperazione che animava entrambi. Sapeva che quella era la sua ultima occasione, l'ultima opportunità di riportarlo indietro, di ricondurlo alla ragione. Si stava sforzando di parlargli, di appellarsi al suo lato umano ma Reginald appariva distante, irraggiungibile. Riuscì ad assestargli un colpo abbastanza forte da fargli assumere la sua forma originale. Vederlo così, vulnerabile e ferito lo fece sussultare, gli stava facendo del male e, nonostante stesse cercando di convincersi che lo faceva per il suo bene, che era l'unico sistema esistente per farlo tornare quello di un tempo, soffriva comunque molto per quella situazione. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, al fatidico duello che li aveva uniti indissolubilmente, quello che lo aveva reso campione d'Asia e ricoperto Shark di disonore. Aveva agito in modo subdolo e crudele e si era guadagnato il suo disprezzo, negli ultimi tempi erano riusciti a recuperare il loro rapporto, a sistemare ciò che era andato distrutto ma si era reso conto che c'era qualcosa che non andava. Lo aveva visto con chiarezza dopo il loro combattimento contro quella sottospecie di medusa bariana, era stato avvelenato e, nonostante Four si fosse sentito sopraffatto dalla preoccupazione, era riuscito a costruirsi una facciata di falsa sicurezza e a spronarlo ad andare avanti. Era andato tutto bene, almeno sino a quando Shark non aveva riscoperto il simbolo della sua famiglia, la sua espressione era mutata drasticamente, aveva visto i suoi occhi spegnersi, come se un potentissimo vento li avesse travolti, affievolendo la loro fiamma e lasciandoli vacui e smarriti. Aveva provato a raggiungerlo, a strapparlo da quella oscurità improvvisa che sembrava averlo assorbito ma non ci era riuscito e ora era costretto a combatterlo per riportarlo indietro, per riavere il ragazzo di cui si era innamorato.
"Non posso lasciarti andare, non riuscirai a convincermi a farlo. So che vuoi illuderti che ti detesti, che mi rassegnerò a questa tua assurda idea di essere diventato mio nemico solo perché sei un Bariano, ma non è così. Non ti permetterò di rinunciare alla tua umanità, di smettere di essere te stesso per diventare la versione corrotta e piena d'odio che mi stai mostrando in questo momento. Questo non sei tu, non più, sei un ragazzo straordinario che ha dovuto affrontare eventi terribili, travolto dalla vita che ha deciso di accanirsi su di te, cercando di piegarti e spezzarti. Non ci è mai riuscita, sei troppo resiliente per cedere ai venti impetuosi che ti hanno travolto. Vorrei tanto non aver dato il mio contributo al tuo dolore e, dopo l'incidente con tua sorella, mi ero ripromesso di non essere più un peso per te, avrei voluto alleggerirti, prendere parte del tuo fardello e portarlo per te ma non è stato possibile... Ora sono qui e devo impedirti di lasciarti divorare dall'odio, di soccombere all'oscurità che alberga in te. Tutto questo rancore non è parte di te, è solo il tuo disperato tentativo di allontanarmi, di impedirmi di vedere come stai davvero... Ma non puoi più farlo Reginald, ormai so chi sei, posso leggerti come un libro aperto e so che quello che stai tentando di mostrami è soltanto uno specchietto per le allodole. Permettimi di aiutarti, ti prego, consentimi di salvarti."

Con il procedere del duello si sentiva sempre più pesante e smarrito, non riusciva a capire perché si rifiutasse di accettare la realtà. Aveva tentato in mille modi diversi di accettare ciò che era diventato, di abbracciare completamente il suo lato Bariano, lasciando che le emozioni venissero coperte da uno spesso manto di odio e rabbia, una sorta di tappeto di neve, in grado di ovattate le urla del suo cuore. Aveva fallito, si era preparato ad affrontare chiunque dei suoi amici, persino Yuma sarebbe stato più semplice da gestire in quel momento ma non lui, non Thomas. Sin dall'inizio di quel duello sentiva con chiarezza tutto quanto, sembrava che la sua sola presenza amplificasse le sue sensazioni, rendendole ingestibili. Si era reso conto da poco di ciò che provava per lui, aveva tentato di ignorarlo, di rifiutare quel sentimento ma ne era stato travolto. Lo amava in modo disperato e assoluto, come si ama la tua unica ancora di salvezza, il tuo ultimo legame con la tua umanità. Sconfiggerlo era la sua unica via di fuga, l'unico sistema esistente per abbracciare il vuoto e l'oscurità.
"Finché sarà davanti a me non potrò mai lasciarmi andare realmente. Sono troppo coinvolto, troppo legato a lui e ti detesto per questo Thomas. Perché non puoi semplicemente arrenderti e lasciarmi al mio destino? Non ho alcuna possibilità di essere felice, il tuo desiderio di una vita insieme è assolutamente irrealizzabile, eppure tu ti ci aggrappi disperatamente e non lo lasci andare nonostante ti stia ferendo in profondità.
Non hai paura di me, non temi la morte, sei pronto a tutto per regalarmi una possibilità, l'occasione di essere sereno. Forse se le cose fossero andate diversamente avremmo avuto un'opportunità ma ora non ha più importanza. È tutto finito Thomas, devi accettarlo, mi hai perso e anch'io ho smarrito la via, sto brancolando nel buio, senza sapere che direzione seguire e ho paura, no, sono terrorizzato. Un intero mondo fa affidamento su di me e non posso deluderli ma, per salvare loro, sono condannato a perdere me stesso e anche te..." Il dolore di quella consapevolezza lo travolse, nemmeno i disperati attacchi di Four erano in grado di ferirlo allo stesso modo. Si ritrovò a terra, le energie bariane lo avevano abbandonato, era vulnerabile, umano e sapeva di non poterselo permettere. Lesse chiaramente la speranza sul volto del suo avversario, vederlo in quelle condizioni lo aveva illuso di poterlo salvare
"Non puoi Thomas e prima lo accetterai e meglio sarà per entrambi. Per favore, ti prego, lasciami andare, dimenticati di me, scappa finché ne hai l'occasione. Non voglio ferirti né ucciderti ma dovrò farlo se ti ostinerai a combattermi e intralciarmi. Devi accettare che non sono più lo stesso di un tempo, non lo sarò mai più. Reginald è morto, di lui rimane solo cenere, io sono Nash, il leader dei Bariani, il loro punto di riferimento in questa interminabile guerra per la sopravvivenza e se per vincerla sarò costretto ad annientarti lo farò".
Gli mostrò i suoi amici, i compagni di mille avventure, scomparire dopo essere stati sconfitti, cercò di fargli capire cosa lo attendesse e quanto la sua resistenza fosse futile ma funzionò solo in parte. Sembrò convincersi di averlo perso ma, al contempo, era ancora più determinato a fermarlo, a impedirgli di proseguire nel suo folle piano. Continuarono a combattere, con crescente disperazione, nessuno dei due voleva cedere ma, alla fine fu Nash ad avere la meglio.

Thomas si accasciò al suolo, si sentiva incredibilmente debole, sapeva di essere arrivato al capolinea, era la fine, aveva fallito
"Four..." Sentire la sua voce e rivederlo in forma umana gli dipinse un sorriso triste sul volto
"Sei uno sporco bastardo, hai usato me per costringerti a seguire un destino da cui non puoi scappare. Ma alla fine non ho potuto cambiare il tuo destino. Da ora in poi combatterai Yuma e i ragazzi?" Glielo chiese ben consapevole della sua risposta, sapeva che non aveva alcuna possibilità di evitarlo, aveva sfruttato il loro duello per forzarsi ad intraprendere quella strada e ora non c'era più alcun modo per fermarlo
"Sì. Questo è il mio destino"
"È comunque un peccato che sia andata a finire così. Oh, dannazione... La tua cosa del destino è..." Si bloccò, incapace di proseguire. Ormai non aveva più importanza, nulla ne aveva, sentiva che la fine era sempre più vicina ed era pronto, prima però voleva dirgli addio, salutarlo per l'ultima volta
"Ma alla fine sono contento di averlo potuto fare con te. Me ne vado prima di te, ti aspetterò all'inferno... Reginald..." Pronunciò queste parole con il suo ultimo destino, tutta la determinazione che lo aveva tenuto ancorato alla vita sino a quel momento lo aveva abbandonato. Si lasciò andare pensando che, in fin dei conti, un'eternità trascorsa tra le fiamme dell'inferno non fosse una prospettiva così brutta, non se avesse avuto la possibilità di trascorrerla con Reginald. Fu questo ad accompagnarlo nella fine, a cullarlo in un tiepido grembo di speranza e pace, non sarebbe stato da solo, finalmente avrebbe avuto la possibilità di avere il suo tanto agognato futuro in compagnia di Shark. Non sarebbe stato perfetto ma, in fin dei conti, nulla lo era e questa era senza ombra di dubbio la prospettiva migliore che potesse permettersi di immaginare. Chiuse gli occhi e si dissolse nell'oscurità della notte. Reginald lo guardò svanire insieme alla sua ultima possibilità di uscirne, di cambiare idea, tornare sui suoi passi rinunciando alla follia degli eventi che si stavano succedendo in modo incessante. Rimase qualche istante a contemplare il cielo prima di lasciarsi sfuggire dalle labbra un'ultima frase, una tristemente reale consapevolezza dalla quale non poteva sfuggire.
"Thomas... Tutti quanti... Non dovreste farlo. Quando questa battaglia sarà finita... Presto morirò anch'io."
Sapeva come sarebbe andata, conosceva abbastanza da Yuma da essere consapevole del fatto che non avrebbe mai accettato di perderlo. Fu un duello straordinario, senza esclusione di colpi ma, alla fine, le loro volontà si scontrarono e il desiderio di farla finita che lo aveva pervaso sin da quando Thomas era svanito nel nulla ebbe il sopravvento. La carta creata dalla pescata caos aveva appena decretato la sua sconfitta ma non era triste, al contrario si sentiva libero, leggero, finalmente privo del fardello di responsabilità e sensi di colpa che avevano gravato su di lui. Si lasciò svanire, pronto a raggiungere qualsiasi luogo ci fosse dopo, sperando che fosse l'inferno che Thomas aveva menzionato.
Si risvegliò in un limbo di un bianco abbacinante, guardando in tutte le direzioni non poté scorgere altro che un infinito vuoto che si estendeva a perdita d'occhio. Camminò per quello che gli parve un tempo infinito, accompagnato solo dai suoi pensieri. Non sentiva fatica o stanchezza solo un immenso senso di solitudine. Si fermò, sopraffatto dal nulla circostante, la speranza che lo aveva accompagnato fino a quell'istante stava per svanire, distrutta dalla triste realtà dei fatti. Poi sentì una voce, inizialmente era solo un eco distante, al punto da fargli pensare di essersela immaginata ma poi lo vide, era poco lontano da lui, identico al giorno in cui lo aveva visto svanire.
"Ciao, ti avevo detto che ti avrei aspettato all'inferno ma non credevo che mi avresti raggiunto così presto" Reginald non disse nulla, era sempre stato consapevole di cosa lo aspettasse e, il suo spirito autodistruttivo aveva fatto il resto.
"Andiamo, sapevi che sarebbe finita così. Il codice numeron doveva essere tra le mani di Yuma, io non sarei stato in grado di utilizzarlo, non nel modo migliore"
"Io non credo che le cose stiano così, ti mancavo così tanto da spingerti a perdere contro di lui per raggiungermi. Lo capisco sai, non è semplice resistere al mio fascino" disse con un sorriso sornione dipinto sul volto. Reginald non rispose, non subito, era buffo quanto con quella sua affermazione scherzosa, fosse andato vicino alla realtà. Gli era mancato terribilmente e rivederlo, nonostante si trovassero in un limbo di un bianco abbacinante, era stato in grado di regalargli una gioia che non provava ormai da troppo tempo.
"Certo, illuditi pure che le cose stiano così. Non sta a me il compito di ferire il tuo ego" replicò
"Caustico come al solito. D'accordo, diciamo che me la sono cercata. Scherzi a parte mi fa piacere rivederti, non so che posto sia questo, se paradiso, inferno o una sorta di bizzarro purgatorio ma sono felice che tu sia qui con me. So che può suonare egoistico forse anche smielato ma è la verità e non sapevo se avrei avuto un'altra occasione per dirtela" Shark lo osservò con i suoi profondi occhi blu, vi leggeva una serenità che era totalmente assente durante il loro ultimo confronto. Sembrava che qualsiasi tempesta li avesse agitati si fosse finalmente placata, lasciando dietro di sé un mare placido e tranquillo.
"Vale lo stesso anche per me. Non so se usciremo mai da qui, in fondo è probabile che sia Astral ad impadronirsi del codice e dubito che vorrà riportare indietro i Bariani, dopotutto sono dei nemici del suo mondo, sbarazzarsi di noi ha soltanto facilitato i suoi piani"
"Non credo che Yuma gli permetterà di farlo, lo conosco abbastanza bene da sapere che non si rassegnerà all'idea di avervi persi"
"È possibile ma dubito che, senza l'aiuto delle carte numero, Yuma possa essere in grado di contrastare Astral. In ogni caso tu non hai nulla da temere, riporterà te e tutti gli altri indietro, presto potrai rivedere i tuoi fratelli" Thomas si incupì, sapeva che quella che aveva appena ricevuto era una buona notizia ma non riusciva a vederla come tale. Un mondo in cui Reginald non esisteva più non era quello in cui voleva vivere, lo amava troppo per poter accettare l'idea di perderlo per sempre e, anche se era felice all'idea di poter rivedere i suoi fratelli e i compagni di mille avventure, non poteva fare a meno di provare anche un profondo senso di vuoto e smarrimento all'idea di dover passare il resto della sua esistenza senza di lui. Non diede voce ai suoi pensieri, aveva paura di esagerare e rovinare tutto, c'era solo una domanda che aveva iniziato a riecheggiare nella sua testa dal momento in cui Shark aveva fatto quella considerazione
"Mi ricorderò di quello che è successo qui una volta tornato sulla terra?"
"Non lo so, non ho la più pallida idea di come funzioni questo luogo" rimasero in silenzio, uno accanto all'altro, assaporando gli istanti che gli restavano, senza sapere se ne avrebbero avuti in futuro.
Non ci volle molto, Thomas iniziò a vedere il mondo che lo circondava dissolversi, il bianco trasformarsi in colori, l'azzurro del cielo comparire sopra di lui. Non seppe cosa lo spinse a compiere il gesto successivo, se la disperazione o l'intensità dei suoi sentimenti per lui, fatto sta che si ritrovò a baciarlo, cercando di godere appieno degli ultimi istanti che gli erano rimasti, Reginald ricambiò il suo gesto, sfiorandogli i capelli con le dita. Dopodiché svanì tutto quanto e si ritrovò disteso nel luogo in cui avevano combattuto l'ultima volta, i suoi ricordi erano confusi, aveva come l'impressione di aver potuto rivedere Shark ma, ogni volta che gli sembrava di essere riuscito a focalizzare ciò che era successo la sua mente scivolava altrove. Si chiese se Reginald se la fosse cavata, se fosse stato in grado di trovare un modo per sistemare le cose, per uscirne vivo. Camminò, senza quasi pensare, fino al porto, rivide Christopher, Michael e tutti i compagni di viaggio che erano stati sconfitti in duello dai Bariani. Yuma e Astral erano lì e stavano avendo un'accesa conversazione. Il ragazzo voleva riportare indietro anche il resto dei suoi compagni ma Astral non era d'accordo, li considerava nemici e questo li spinse a discutere e decidere di sistemare le cose con un duello. Thomas assistette alla scena con una crescente angoscia. Aveva come l'impressione di aver già parlato con qualcuno di quello che stava per succedere, stava vivendo una situazione di dejá vu impressionante e non riusciva a dare una spiegazione logica a quella sensazione. Osservò il duello con attenzione, sperando vivamente che Yuma ne uscisse vittorioso. I suoi fratelli lo guardavano con aria preoccupata, sapevano entrambi che, in quel momento, la posta in gioco che c'era per lui era più alta di quella di chiunque altro.
Dopo un duello estenuante, Yuma emerse vittorioso. Four trattenne il suo entusiasmo ma la gioia che provava all'idea di poter rivedere Reginald era incontenibile. Riapparve davanti ai suoi occhi, uguale al giorno in cui lo aveva perduto. Ci volle del tempo prima che riuscisse ad ambientarsi di nuovo sulla Terra, qualsiasi situazione avesse vissuto dalla sua dipartita al ritorno sembrava averlo cambiato. Si comportava in modo strano con lui, come se si sentisse a disagio, non riusciva a comprenderne i motivi ma non si mise ad indagare.
Iniziò a fare un sogno ricorrente, ambientato in uno spazio bianco, Reginald era con lui e gli diceva ciò che avrebbe sempre desiderato sentire uscire dalle sue labbra. Si concludeva sempre con un bacio che sembrava estremamente reale poi, puntualmente, si svegliava. Tenne per sé l'informazione, non voleva essere preso per pazzo. Ne discusse solo con uno psicologo che lo descrisse come un effetto del ptsd dovuto all'esperienza traumatica vissuta. Non serviva a nulla ripetere che non vi era nulla di problematico in quel sogno, era anzi incredibilmente piacevole, avrebbe tanto voluto essere in grado di realizzarlo ma l'atteggiamento distante di Reginald lo bloccava. Un giorno prese coraggio, non gli avrebbe rivelato direttamente i suoi sentimenti, si sarebbe limitato a sondare il terreno
"Hey Shark, ti capita mai di fare qualche sogno ricorrente?" Gli chiese con finta noncuranza
"Ogni tanto ma sono perlopiù incubi"
"Oh, capisco. Da quando sono tornato continuo a fare uno strano sogno. Mi trovo in un posto bianco e sconosciuto e ci sei tu con me, non ricordo i dettagli ma sembra così reale..." Reginald rimase in silenzio per un lungo istante
"Ti sembra reale perché lo è, quando sei sparito, dopo il nostro duello, sei finito in quel posto... E io ho fatto la stessa cosa dopo la sconfitta contro Yuma"
"Dici sul serio?" Chiese incredulo
"Sì, certo" rispose, lapidario. Thomas lo scrutò in silenzio, sembrava improvvisamente a disagio, come se l'aver scoperto che ricordava ciò che era successo lo avesse scosso.
"Sapevo che non avrei dovuto dirtelo... Scusami, non volevo turbarti" Shark lo guardò per qualche istante
"No, non è questo..." Esitò prima di proseguire "è successo dell'altro mentre eravamo lì, speravo che lo ricordassi... Ma non importa, davvero, non preoccuparti" Four lo osservò, incredulo, aveva sperato in una risposta del genere ma, ora che aveva l'opportunità di rivelargli ciò che provava per lui, stava esitando. Aveva paura, paura di rovinare tutto, di ferirlo di nuovo, che la situazione tra loro diventasse nuovamente tesa. Adesso si trovavano in equilibrio, stavano bene insieme, erano felici. Temeva che la sua tendenza all'autosabotaggio finisse con il distruggere il loro rapporto.
"Mi dispiace Reginald, ti farò sapere se dovessi ricordare qualcos'altro" lui annuì con un sorriso stanco.
"Sì, certo, non preoccuparti" si sforzò di mantenere un'espressione allegra ma non gli riuscì molto bene. Era da tempo che desiderava poter fare il passo successivo, aveva sperato che ricordasse ciò che era successo ma lo aveva fatto a metà. Ora la situazione tra di loro era diventata ancora più tesa, c'era un imbarazzo di fondo, impossibile da rimuovere, e un terrore atavico del futuro che li aspettava.

"Four?..."
"Sì?" Gli occhi dorati di Thomas si specchiarono nei suoi, sembravano due gocce di sole scintillanti che avevano lasciato il cielo per tuffarsi sul suo viso. Erano così affascinanti e luminosi da non poter essere fissati troppo a lungo, per non rischiare di perdere la vista. Tutta la sicurezza che aveva fino a qualche istante prima lo aveva abbandonato, non aveva il coraggio di rivelargli ciò che provava per lui. Non lo aveva avuto nemmeno in passato, in momenti più tranquilli, in cui sarebbe stato molto più semplice, e ora si ritrovava bloccato, con l'intima consapevolezza che correva il rischio di distruggere tutto con una parola o un gesto sbagliato.
"Niente, scusami..." Disse, distogliendo lo sguardo, improvvisamente a disagio. Thomas lo studiò a lungo, incerto su come comportarsi. Era come se volesse dirgli qualcosa ma non avesse la forza di farlo.
"Cosa volevi dirmi Reginald? Ti assicuro che non reagirò male se è questo a spaventarti"
"Io... Non lo so, non credo che abbia molto senso dirtelo, potresti pensare che me lo sia inventato..."
"Perché mai dovrei? So che non sei il tipo di persona che fa questo genere di cose..." Lo vide tentennare, chiaramente in dubbio su come agire. Sospirò prima di riprendere la parola
"Ci siamo detti delle cose prima che tu tornassi... Ed è anche successo... Un evento inatteso..."
"Se ti tieni così sul vago è impossibile che possa ricordare qualcosa..."
"Abbiamo parlato di sentimenti Thomas, un argomento che, qui sulla Terra, non abbiamo mai nemmeno sfiorato e poi tu... Mi hai baciato..." Lo vide avvampare cosa che, a causa della sua carnagione pallida, risaltava tantissimo. Non poté fare a meno di sorridere prima di rispondere
"Lo so, ricordo tutto quanto"
"Che cosa? Ma allora perché mi hai chiesto di parlartene?"
"Perché ero spaventato e anche perché sei davvero adorabile quando arrossisci" disse, sfiorandogli dolcemente una guancia. Reginald non rispose, non subito almeno, gli ci volle qualche istante per riuscire ad elaborare tutto quindi fu Four a prendere l'iniziativa
"Sai, ormai avevo accettato l'idea di non averti al mio fianco. Continuavo a ripetermi che, fin quando saresti stato felice, io sarei stato in disparte, senza intralciare la tua gioia. Mi sembrava che Yuma fosse migliore di me, ha sempre avuto la capacità di aiutarti a risollevarti nei momenti difficili e il suo ottimismo smorzava molto il tuo cinismo. Mi ero rassegnato a vederti con lui, a salutarti da lontano, immaginando come sarebbero potute andare le cose se solo ci avessi provato... So che suona stupido e poco credibile detto da me ma sono terribilmente insicuro quando si tratta di sentimenti, non so gestirli, mi divorano, sovrastandomi completamente e la cosa mi terrorizza ma con te è diverso, ho sì paura ma provo anche pace, è come se tu fossi un porto sicuro per me, un rifugio in cui poter trovare riparo nei miei momenti peggiori... Non credevo che sarei mai stato in grado di dirti queste cose ma sono felice di averlo fatto" gli sorrise, con fare incoraggiante, sperando che Reginald trovasse la forza necessaria a rispondergli
"Io... Non sono bravo con le parole ma proverò a spiegarmi meglio che posso... Ci ho messo tanto ad interpretare ciò che provavo, era tutto molto nebuloso e confuso... Con te era tutto così dannatamente intenso, un attimo volevo distruggerti perché mi avevi ferito, quello dopo baciarti perché eri l'unico in grado di capirmi davvero. Yuma non è mai stato una scelta, mi è stato vicino questo non posso negarlo, e ci tengo molto ma avere una relazione sentimentale con lui sarebbe come fidanzarsi con un fratello minore terribilmente ottimista e petulante, strano e, alla lunga, stancante. Senza contare che non credo abbia la maturità necessaria a costruire un rapporto del genere con qualcuno... Tu al contrario, per quanto scostante e, spesso, irritante, mi hai dimostrato più volte di essere interessato a me. Mi capitava spesso di cogliere dei segnali ma mi dicevo che erano solo mie fantasie e che i miei sentimenti non erano corrisposti... L'ultimo duello è stato davvero tremendo per me, ho dovuto seppellire tutto ciò che provavo sotto un manto di rabbia ed odio ma, alla fine, non sono riuscito ad evitare di starti accanto e raggiungerti in quel limbo bianco è stato fantastico per me... So che non dovrei dirlo ma ho desiderato che Yuma non ti riportasse indietro, che ti lasciasse lì con me, per l'eternità. Non avevo bisogno di nessun altro, sarei stato in pace per sempre... Ma ti ha fatto tornare e avevo accettato l'idea di vivere da solo, in eterno. Non pensavo che ti avrei rivisto, né tantomeno che avremmo avuto questa conversazione..." Ammutolì, come se avesse detto troppo e gli mancassero le energie necessarie per proseguire. Si avvicinò a lui, gli scostò delicatamente una ciocca di capelli dal viso e lo guardò dritto negli occhi mentre rispondeva
"L'ho desiderato anch'io, quel bianco nulla era così vivo e ricco con te, quando ho sentito che stavo per tornare ho pregato che anche a te toccasse lo stesso destino. Non sono mai stato un credente ma speravo che, nell'eventualità in cui Dio esistesse davvero, mi concedesse di averti con me, quando ho visto che non c'eri ho temuto il peggio. Il duello tra Yuma ed Astral è stato uno stillicidio continuo ma sono contento che alla fine sia andato tutto per il meglio. Ti amo Reginald e non c'è nessun altro con cui vorrei trascorrere il resto della mia vita" lo disse con aria seria e solenne, voleva che fosse chiaro che non scherzava e che non si vergognava affatto di ciò che provava. Vide Shark tentennare per qualche istante, per poi avvicinarsi e baciarlo dolcemente sulle labbra. Il calore che lo pervase era così familiare... Gli sembrava di essere tornato in quel limbo e di averlo di nuovo tra le sue braccia ma questa volta non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via, erano di nuovo uniti, due corpi e due anime, legate indissolubilmente da un sentimento così forte da aver sconfitto la morte. Non dissero più nulla, si limitarono a godere l'uno dell'altro come avrebbero continuato a fare per gli anni a venire.

   
 
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