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Autore: EcateC    16/01/2022    2 recensioni
✒︎ POST WANDAVISION, LOKI e SPIDER-MAN NO WAY HOME
✒︎ SCARLETSTRANGE
Che cosa succederà in "Dottor Strange nel Multiverso della follia"? Nell'attesa che arrivi maggio, vi offro una mia romantica versione dei fatti, in cui Wanda, Strange e Loki si ritroveranno a convivere insieme nel Sanctum Sanctorum e ad affrontare questa complessa avventura che è il Multiverso...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Loki, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già successo che un uomo precipitasse dentro il Sanctum Sanctorum come una meteora, sfondando il soffitto e devastando le scale. Il Dottor Bruce Banner era infatti atterrato facendo un buco sia nel tetto che nelle scale, giusto in tempo per dare allo Stregone Supremo e al suo fedele alleato Wong la notizia di un’apocalisse imminente per mano di un titano pazzo.

Questa volta era stato il turno di Loki di Asgard. Non era piombato dal cielo come l’Hulk di Banner, ma portava ugualmente pessime notizie.

“È aperto!” esclamò senza fiato ai due quieti e compassati stregoni “Il Multiverso, intendo. È aperto! E ho visto lui, colui che rimane. È spaventoso, conosce tutto, sa già tutto di tutti e magari sa anche che stiamo avendo questa conversazione. Dobbiamo intervenire, fare qualcosa prima che l’universo impazzisca del tutto. Per favore, dovete aiutarmi.”

Stephen Strange non cambiò espressione, Wong invece assottigliò lo sguardo “Ma tu non sei l’alieno che nel 2012 stava per distruggere New York?” gli domandò.

Loki si irrigidì “No, io… Io sono una variante” si voltò di spalle, per mostrare loro la giacca con su scritto Variant “E non sono un alieno. Sono Loki di Asgard, dio dell’inganno e legittimo erede al sacro trono di Odino, se proprio vogliamo essere precisi, ma non è questo il punto. Il punto è che il Multiverso è stato aperto.”

“Questo lo sapevamo già da dodici ore” gli rispose Strange, freddo “Ma grazie comunque per averci prontamente avvisato.”

“Ah” esclamò Loki, esagitato “Quindi, avete già deciso cosa fare per risolvere il problema?”

“No” gli rispose Strange “Il problema pare irrisolvibile.”

“Cosa?!” si disperò Loki.

“Questo è il caos” continuò Wong, facendo un passo avanti “La nostra magia è ordine, puro ordine. Ciò che sta succedendo va al di là dei nostri poteri, non possiamo fare nulla.”

“A parte rivolgerci a qualcuno che si intenda di caos, ma lo Stregone Supremo Wong non è dello stesso avviso.”

“Strange, ne abbiamo già parlato.” esclamò Wong, pericolosamente irritato.

“Lui preferisce che il Multiverso collassi e basta” continuò Stephen, rivolto a Loki.

“Non è che preferisco che il Multiverso collassi” replicò Wong “Gradirei solo non peggiorare la situazione, tutto qui.”

“Ma di cosa state parlando?” domandò Loki, sempre più confuso.

“Di Scarlet Witch” gli rispose Strange, diretto “Si è svegliata, per la prima volta nella storia dell’umanità.”

“Chi?” domandò Loki, Wong sospirò preoccupato.

“Racconta alla variante di Scarlet Witch” disse Strange a Wong. Loki guardò prima uno e poi l’altro, la curiosità aveva lenito il suo spavento.

“Scarlet Witch la più potente fonte di magia mai esistita” iniziò Wong “È potere allo stato puro, talmente sconfinato che nessuno, nemmeno lei stessa, è in grado di controllarlo. Questo genera caos, un caos inarrestabile che potrebbe aggredire non solo l’intero pianeta, ma anche tutto l’universo che lo circonda. È la minaccia più pericolosa che potremo trovarci davanti e nessuno, nemmeno le gemme dell’infinto, potrebbero fermare Scarlet Witch.”

Strange annuì, Loki lo guardò colpito.

“D’accordo” ragionò “E questa Scarlet Witch potrebbe sistemare la linea del tempo?”

“Certo che potrebbe” disse subito Strange.

“Peggiorerebbe solo la situazione” replicò invece Wong.

“Oh, andiamo!” esclamò Strange con impazienza “Credi forse sia un caso che lei si sia svegliata proprio ora, proprio quando questo personaggio mitologico” indicò Loki “Ha aperto il Multiverso? È tutto scritto, lei si è risvegliata per un motivo! E il motivo è questo.”

Wong si rivolse a Loki “Stephen ha una cotta per lei. Muore dalla voglia di conoscerla.”

“Non è vero. Non sono un idiota, Wong.”

“Ma sei un donnaiolo.”

“Ero” puntualizzò Strange, abbassando lo sguardo “Lei è la nostra ultima speranza.”

“Ma è come voler usare la bomba atomica per fermare una bomba a dinamite. È la stessa cosa!” tuonò Wong, convinto.

“Mettiamola ai voti, allora” propose Strange, guardando Loki “Tu per cosa sei favorevole? Tentare di salvare l’universo o lasciarlo collassare e basta?” 

Loki guardò i due stregoni e poi soffermò lo sguardo su Wong. 

“Mi dispiace” gli disse, dispiaciuto “Ma credo che valga la pena fare un tentativo.”

“Ottimo!” si esaltò Strange.

“Strange, non puoi andare da lei!” esclamò Wong, esasperato, mentre lo stregone stava già aprendo un portale “Pensa a Westview! Scarlet Witch potrebbe trasformarti in un dog sitter senza nemmeno darti il tempo per realizzarlo!”

Stephen lo guardò irritato “Non ho mai amato il tuo senso dell’umorismo, Wong.”

“Stephen” lo prese per un braccio “Abbiamo bisogno di te qui. Tutto il genere umano ha bisogno che tu resti qui, ora più che mai. Ti prego.”

“Mi hai sostituito egregiamente per cinque anni” gli disse Stephen, riferendosi agli anni in cui era scomparso “Credo che tu possa farlo per qualche altro giorno.”

Wong scosse la testa “No, non parlare così” lo pregò “Sei tu il vero Stregone Supremo, non io.”

“Non ne sono mai stato così sicuro” gli sorrise “Tornerò. Forse con lei.”

“Stephen!” gridò Wong, ma il suo amico entrò nel portale e poi scomparve.

 

Quando aprì gli occhi, Stephen Strange si sentì sorpreso. Si era ritrovato all’aperto, in una sorta di  pacifico frutteto. Il sole era alto nel cielo terso e l’aria era tiepida e piacevole.

Si guardò intorno e la vide, intenta a recidere i rami di una magnolia.

“Wanda” la chiamò sorridendo.

La donna si voltò, non sembrava sorpresa di vederlo. 

“Sapevo che saresti venuto” disse, calma “Ho sbagliato e delle persone hanno sofferto…”

“No” la interruppe Strange “Non sono qui per parlare di Westview.”

Wanda si accigliò “E allora per cosa?”

“Ci serve il tuo aiuto” le rivelò, secco.

“Per cosa?”

“Tu cosa sai del Multiverso?” le chiese ancora lui, rispondendole con un’altra domanda. 

Lei assottigliò lo sguardo e si fece seria “Poco, ma sento che si è destato qualcosa.”

“Sì, ed è proprio per questo che sono qui” le disse lui, lei sgranò gli occhi “Dobbiamo fermare ciò che si è destato prima che sia troppo tardi. Posso parlare con lei?”

Wanda si riprese dalla sua sorpresa e scosse la testa.

“Lei non vuole parlare con te.”

“Ti prego” insistette Strange “Ti chiedo solo pochi minuti.”

 

La proiezione astrale di Scarlet Witch rientrò nel corpo della donna. Gli occhi di Wanda si illuminarono minacciosamente di rosso e una corona di energia comparve sulla sua fronte, ma Strange non si lasciò intimidire. Fece anzi un passo verso di lei, Wanda inclinò il capo.

“Sento il suo potere” le disse, meravigliato “È formidabile. Sei in assoluto la cosa più rara e preziosa che io abbia mai visto in vita mia”

“Non sono una cosa” replicò Wanda.

“Persona, preferisci?” le chiese Strange, facendo un passo verso di lei “Donna?”

Wanda lo guardò male “Perché sei qui?”

“Tu sai perché sono qui” le rispose Strange “Ho bisogno del tuo aiuto.”

“Sai che non posso aiutarti.”

“Sei l’unica che può.”

“No.” Wanda gli diede le spalle “Finirei solo per peggiorare le cose, come sempre.”

“Ascolta. So che tutto questo può spaventarti, spaventa anche me” le rispose sinceramente “Ma il Multiverso si sta auto distruggendo e noi possiamo solo ritardare la catastrofe che sta per accadere. Ma tu, tu invece puoi fermarla.”

Wanda gli si avvicinò a sua volta.

“Io sono il caos” sbottò, guardandolo dritto negli occhi chiari “Come può il caos fermare altro caos?”

“Con un piccolo aiuto” le rispose e in quell’attimo Wanda guardò in basso. La sua mano luminosa di magia rossa aveva illuminato anche quella di Strange.

“Sento il tuo potere” ripetè lui con tono intenso “Posso usarlo al posto tuo.”

“Hanno già cercato di rubare i miei poteri” gli sussurrò minacciosa, pensando ad Agatha “Non è finita bene.”

“Ma io non voglio rubarteli, Wanda. Sono venuto qui a chiederteli in prestito per ristabilire la linea temporale e rimettere ordine nel Multiverso, non per farti un dispetto.”

“Non voglio darteli.”

“Preferisci venire con me?” le propose, contento.

Lei lo guardò stupita, presa in contropiede. “Con te dove?”

“New York, più precisamente al 177A di Bleecker Street.”

“Mi stai invitando nel Sanctum Sanctorum?” gli chiese Wanda, incredula.

Strange le sorrise “Wong non vede l’ora di conoscerti.” 

 

***

 

 

Il Sanctum Sanctorum è uno dei luoghi più mistici e immutabili del mondo. Un tempio situato in tre parti del mondo, in cui la parola d’ordine è… Ordine. Nel Sanctum Sanctorum si risolvono i problemi in fretta e in silenzio, senza dare l’occhio.

Ultimamente però il silenzio era diventato un’utopia.

Wong cercava di non farci caso e di meditare, ma con i nuovi inquilini qualsiasi normale attività risultava un’impresa pressoché impossibile.

Il primo inquilino era un terrorista, un semidio proveniente da un altro mondo con una gran sete di monarchia e chiari problemi di personalità.

Il secondo era Scarlet Witch, l’antica, pericolosa e incontrollabile strega del caos. Quando Strange si era presentato nel tempio con lei, Wong aveva creduto di morire. Come poteva svolgere la sua fondamentale missione di Stregone Supremo se sotto il suo tetto viveva la minaccia più pericolosa mai esistita?

Strange però si era mantenuto di parola: si occupava di lei quotidianamente e non la perdeva mai di vista. La seguiva, le mostrava i testi antichi, i pegni magici e la guardava con occhi così carichi di ammirazione che Wong a momenti stentava a riconoscerlo. E meno male che non era interessato. 

E d’altronde, da quando aveva iniziato questa nuova vita all’insegna della magia, Stephen non aveva avuto tempo per cose dolci come l’amore o il sesso.

Erano argomenti che sembravano collidere con la sua nuova natura di Stregone Supremo. E dopo tutto ciò che aveva visto, mostri, alieni, galassie e dimensioni ultraterrene, le belle donne come Christine avevano perso il loro fascino. Ci voleva qualcos’altro, qualcosa che fosse come lui, e lo aveva trovato.

Diavolo, se l’aveva trovato.

Wanda non era solo una strega leggendaria, ma era anche una donna molto affascinante, con gli occhi verdi e un seno difficile da non guardare. Ma era inarrivabile, sembrava perennemente persa in un mondo estraneo, tutto suo. Non sorrideva mai, parlava pochissimo e tutto ciò che Strange le mostrava a stento suscitava il suo interesse. La sua proiezione astrale viveva più di lei.

Wanda si muoveva in una bolla di sofferenza e non sembrava disposta a uscirne. Nemmeno le canzoni in Asgardiano di un semi dio ubriaco l’avevano fatta sorridere. Non che Loki di Asgard fosse poi molto di buon umore. A suo dire, aveva appena perso sia l’amore della sua vita — una certa Sylvie — che il suo migliore amico — un certo Mobius —. Quando l’aveva detto, Wanda era scoppiata in lacrime e per non soffrire troppo aveva letteralmente abbandonato il suo corpo e si era affidata alla sua proiezione astrale.

“Se sto così, fa meno male” si giustificò a Stephen.

“Sotto il tuo corpo sta ancora piangendo” le disse lui “È incredibile come tu riesca a sdoppiarti così perfettamente.”

“Sono tante le cose incredibili che so fare” gli rispose Wanda, freddamente “Ma ci rinuncerei volentieri per passare un solo giorno con Visione e Pietro.”

“Non dire così” la sorprese lui “Non dare così poco valore a ciò che sei.”

“E cosa sono, oltre a essere una strega che è destinata a distruggere il mondo?”

“Sei Wanda” le sorrise lui “Una donna forte che ha passato la vita a lottare e che non ha mai perso una battaglia. Non ti arrendere ora.”

“Vorrei tanto arrendermi.”

“Non farlo” le disse, aprendo un portale per condurla direttamente al piano di sotto, dal suo corpo.

Wanda lo seguì.

 

***

 

 

A Stephen non era mai capitato di sognare di fare l’amore con una donna e di non poterlo fare. Il suo status sociale di neurochirurgo famoso in tutto il mondo e il suo aspetto belloccio gli avevano sempre assicurato un certo successo con le donne, giovani, mature, sposate o libere.

Svegliarsi con un’erezione e non avere nessuna al suo fianco non era da lui. L’ultima volta che gli era capitato, probabilmente andava ancora al college.

Sapeva a chi dare la colpa di tutto quel fermento, il suo corpo gli stava mandando dei chiari messaggi. E dire che era passato tanto tempo dall’ultima volta, credeva che quello fosse un capitolo chiuso della sua vita, come il lusso, le belle macchine e le serate di gala dopo i convegni medici.

Ma Wanda Maximoff era lì, sotto il suo tetto, e rappresentava a tutti gli effetti la donna che più aveva desiderato in vita sua. Dunque era questo l’amore, sognare qualcuno e non poterlo avere?

Stephen meditò sul da farsi, poteva confessarle subito ciò che provava, il coraggio e la sicurezza di sé dopotutto non gli mancavano, oppure poteva aspettare che lei stesse meglio. Wanda era visibilmente depressa e sofferente, malgrado il suo aspetto fosse luminoso e i suoi poteri sconfinati. Soffriva ancora per la scomparsa di Visione e aveva addirittura architettato una vita completamente irreale pur di stare con lui, e Strange poteva solo immaginare cosa stava provando ora che anche quel piccolo sogno era andato in fumo. Non era ancora pronta per una altra storia, per quanto un nuovo amore potesse aiutarla mettere delle pezze al suo cuore crepato.

Stephen decise di attendere dopo la chiusura del Multiverso. Se fossero riusciti a ripristinare l’ordine e a sopravvivere, allora avrebbe sparato tutte le sue cartucce. Nel frattempo doveva solo resisterle.

 

***

 

“Cosa è successo alle tue mani?”

Stephen guardò Wanda e poi abbassò lo sguardo verso il dorso delle sue mani, segnato da lunghe e profonde cicatrici.

“Incidente d’auto” liquidò sbrigativo “Mi ha compromesso tutti i nervi, non riuscivo nemmeno a scrivere il mio nome senza che le dita mi tremassero.”

Wanda lo guardò, dispiaciuta “Deve essere stato orribile.”

“Lo fu” esclamò Strange, cupo di fronte a quei terribili ricordi “Anche perché sono un neurochirurgo, la precisione millimetrica e la stabilità del mio tocco sono fondamentali per svolgere il mio lavoro.”

Wanda gli porse una mano “Fammi vedere.”

Strange la guardò, allarmato. “Che cosa?”

“Le tue mani” replicò subito lei “Fammele vedere. Magari posso curartele.”

“Non c’è modo di curarle. Posso dare loro una parvenza di stabilità con la magia, ma curare dei nervi completamente danneggiati è impossibile. Fidati, è il mio lavoro.”

Wanda si sentì irritata, quell’uomo doveva sempre fare il professore arrogante anche in momenti come quelli.

“La medicina sarà anche il tuo lavoro ma questa magia” le sue dita si illuminarono di rosso scarlatto “È mia. Ho guarito Visione da delle pugnalate ben più profonde di quei taglietti. Fammi provare.”

Stephen si guardò le mani sfregiate, dentro di lui si era appena accesa una debolissima speranza. Ma no, non doveva illudersi, solo gli stupidi si illudono. Tuttavia…

“Gradirei non me la facessi esplodere” le disse, porgendole per sicurezza solo la mano sinistra, quella meno usata. Wanda alzò gli occhi al cielo.

“Sei così simpatico che lo farei solo per farti un dispetto” gli rispose infastidita, ma prese comunque la sua mano e la mise in mezzo alle sue, che si illuminarono subito di magia. Strange fremette, ma avvertì subito la corrente densa e calda della magia di Scarlet Witch trapassargli l’epidermide come un unguento. La sensazione fu piacevolissima, un tipo di piacere misto a sollievo che non aveva mai provato in vita sua. La guardò con le labbra dischiuse, Wanda tuttavia non lo ricambiò, era concentrata su quello che stava facendo. Le sue pupille si erano addirittura tinte di rosso. Strange chiuse forte gli occhi quando sentì una corrente ancora più calda filtrare dentro la sua mano fino a che all’improvviso tutto scomparve, il calore, la magia, tutto.

“Ecco fatto” disse Wanda, i suoi occhi erano tornati normali “Dai un’occhiata.”

Stephen si guardò subito la mano sinistra e rimase sbalordito: le cicatrici erano sparite. Mosse le dita e le sollevò una per una, cosa che senza le rune non era più in grado di fare, e poi guardò la ragazza di fronte a sé. Era sbalordito.

“L’hai davvero guarita.”

“Te l’avevo detto, dottore” gli disse compiaciuta. Lui arrossì leggermente.

“Potresti… Per favore?” le disse, porgendole l’altra mano, la destra. Lei annuì pazientemente e gliela afferrò.

“Come posso sdebitarmi, Wanda?”

Lei alzò le spalle “Lascia stare.”

“Qualunque cosa, sono disposto a qualunque cosa” insistette Strange con gli occhi socchiusi “Oh” si interruppe con un sospiro, sentendo l’energia curativa “Adoro la tua magia.”

Wanda non gli rispose, continuò a spendere energia fino a che le cicatrici non furono completamente scomparse.

“Ecco” gli restituì la mano, come nuova “Puoi tornare a fare l’allegro chirurgo.”

Stephen aprì e chiuse le dita, incredulo.

“Wanda” la chiamò intensamente, lei lo guardò negli occhi. Stephen mandò al diavolo tutti i propositi di aspettare. Basta, quella situazione di incertezza non era più sostenibile. Per quanto un rifiuto sarebbe stato difficile da accettare, lui non era mai stato il tipo d’uomo che non si concedeva nemmeno una chance.

Dopotutto, lui era pur sempre il Dottor Strange.

“Wanda” ripetè, raddrizzando la schiena “Mi stavo domando, perché domani sera non usciamo a cena?”

L’espressione della strega si fece perplessa.

“A cena?” domandò infatti.

“Sì, perché no” ripeté lui, un’ondata inusuale di imbarazzo lo travolse.

“Intendi con Loki e Wong?” gli domandò allora Wanda, la sola idea di loro quattro a cena fuori le pareva una stramberia.

Strange si sentì arrossire. “In realtà io intendevo solo noi due” esclamò imbarazzato “Una serata piacevole prima della battaglia.”

Wanda aggrottò le sopracciglia nell’attimo in cui comprese. Era così lontana da certe dinamiche che non si era nemmeno accorta dei suoi sguardi. 

“Oh” sillabò infatti “Strange, mi stai… Mi stai chiedendo di uscire?”

“Sì, è così” ammise, rigido “Ti sto chiedendo di uscire. E ti posso assicurare che non sono mai stato così impacciato in vita mia.”

A Wanda venne da sorridere “Non sei impacciato. Visione era molto peggio di te.”

“Ah, bene” accennò un sorriso “Quindi? Qual è la tua risposta?”

“La mia risposta è… È no” replicò lei “Mi dispiace, Stephen, ma non credo sia una buona idea.”

Lui rimase interdetto a guardarla. Per la prima volta in vita sua, sentiva che una donna era fuori dalla sua portata ed era una sensazione incredibile, di adrenalina e frustrazione. Era tutto così nuovo per lui e non gli piaceva.

“Ah” esclamò, deluso “Ne sei davvero sicura? Possiamo passare un po' di tempo insieme, è tutto così noioso qui.”

“Strange!” gridò puntualmente la voce di Wong dal piano di sopra “Un alieno a tre teste è appena atterrato a Ottawa. Me la dai una mano?”

Lo stregone alzò gli occhi verso le scale e a Wanda venne da ridere “Noioso, vero?”

“Sì, beh, forse noioso non è l’aggettivo giusto” esclamò, infastidito “Ciò non toglie che provo un interesse molto forte per te, Wanda.”

La ragazza abbassò gli occhi “Grazie, ne sono davvero lusingata, ma, Stephen, sai bene che il mio cuore appartiene ancora a Visione.”

Stephen sospirò di frustrazione, odiava perdere. Dannazione, lui era il Dottor Strange.

“E se ci limitassimo a qualcosa di superficiale, ogni tanto?” le propose su due piedi, il suo bassoventre si scaldò al solo pensiero.

Wanda assottigliò gli occhi “Qualcosa di superficiale?”

“La mia è solo una proposta naturalmente” si corresse subito lui, vendendo la sua espressione scandalizzata “Se un giorno dovessi cambiare idea, io ci sarò per te.”

“STRANGE! È COMPARSA UN’ALTRA TESTA!” gridò di nuovo Wong “PUOI VENIRE, PER FAVORE?”

“Sempre” aggiunse, ignorando il suo compare.

“D’accordo” esclamò Wanda, imbarazzata “Lo terrò a mente.”

Lui le sorrise “Ora è meglio che io vada da Wong.”

“Sì, decisamente” annuì Wanda. Lui la guardò un’ultima volta, prima di scomparire dentro un portale circolare.

Appena se ne fu andato, Wanda si lasciò andare a un sospiro pesante e si appoggiò al muro. Si stropicciò il viso stanco e sempre voglioso di piangere con le mani e di nuovo desiderò di scomparire in una landa desolata, su un eremo remoto lontano da tutti e da tutti. Ma per una volta, non era il dolore per la scomparsa di Visione e di Pietro a trainare tutti i suoi sentimenti.

“È una mia impressione” esclamò una voce suadente alle sue spalle “O ti ha appena chiesto di venire a letto con lui?”

Wanda si voltò, Loki era di fronte a lei con un sorriso da volpe.

“Lasciami in pace, Loki” esclamò lei, stanca.

“Io non avrei mai fatto una proposta così indecente a una donna, mai” continuò il dio dell'inganno, appoggiandosi col fianco a una bacheca di cristallo “Ad Asgard, fornicare fuori dal matrimonio era punito molto severamente.”

Wanda si voltò verso di lui “E scommetto che nessuno ad Asgard lo faceva, vero?” gli chiese con tono di sfida.

Loki le sorrise “Quindi? Pensi di dargli una possibilità?”

“Una possibilità per che cosa?” sbottò lei.

“Lo sai per che cosa. È innamorato di te” le disse Loki “E l’amore è come un pugnale, fa male quando è dalla parte sbagliata.”

Wanda lo guardò con una smorfia “L’amore è come un pugnale?” ripetè lei, il calore dell’emozione montò in lei “No, Loki. La vita è come un pugnale. Fidati, lo so.”

“Se permetti lo so anche io” rispose lui “Ma non per questo ho deciso di chiudere con le persone.”

“Mi fa piacere per te” tagliò corto lei.

 

 

 

***

 

Wong e gli altri stregoni avevano iniziato a fare terrorismo psicologico prima della battaglia. La fenditura nel Multiverso stava causando continui problemi e gli ingressi di mostri, alieni e titani provenienti da altre dimensioni ormai non si contavano più. La cosa importante era evitare che gli stessi assassini di diversi universi si incontrassero, per non creare ulteriori eventi nexus di portata a dire poco apocalittica. Chissà quanti universi c’erano in cui Thanos era ancora vivo… In cui aveva vinto, magari. I Thanos, i Goblin, gli Ultron non dovevano entrare in contatto tra loro, altrimenti il Multiverso sarebbe stato spacciato.

Stephen era impegnato tutto il giorno a contenere i danni, la sua magia era visibilmente più vasta e potente di quella degli altri stregoni e faceva quasi dei miracoli. Wanda lo vedeva a stento di giorno mentre combatteva e davvero poco di sera.

Da quando c’era stato quell’imbarazzante tentativo di approccio, lui si era come eclissato e Wanda era conscia che la prossima mossa — se mai ce ne sarebbe stata una — spettava a lei.

In ogni caso, la cosa positiva era che aveva smesso di pensare a Visione e a Pietro continuamente. C’era davvero troppo daffare per fermarsi a pensare. Cataclismi, meteoriti, nemici nuovi e nemici vecchi. Erano accorsi anche gli Avengers ad aiutarli, o per lo meno ciò che era rimasto di loro. Wanda era rimasta così stupita nel vedere Sam Wilson vestito da Captain America che non si era accorta di avere un essere orribile munito di pungiglione alle sue spalle. Se non fosse stato per Stephen e la sua prontezza di riflessi, quella creatura l’avrebbe tranquillamente punta.

“Grazie” gli gridò un po' frastornata.

“Stai attenta” fu la sua gelida e concisa risposta. C’era stato un incredibile velo di imbarazzo nel suo viso.

Wanda tornò a concentrarsi e lanciò una bomba di magia in aiuto degli Avengers, che andò letteralmente a polverizzare una sorta di carro-armato. Poi guardò di nuovo dietro di sé: Strange era sparito.

 

La giornata fu massacrante, il rientro nel tempio a tarda notte altrettanto faticoso.

Wanda non riusciva più a reggersi in piedi, per cui non aveva senso continuare a combattere fino alla mattina. Loki si trascinò con lei, la sua stanchezza era acuita dal fatto che presto sarebbe giunto suo fratello Thor in loro soccorso.

“Lui ama combattere e ama Midgard.”

“Midgard sarebbe la Terra?”

“Sì” mormorò lui, reggendosi forte un braccio fratturato “Questione di giorni e verrà.”

“È un bene, no?” domandò Wanda, ricordava le prodezze di Thor nella battaglia contro l’esercito di Thanos “È un alleato molto potente.”

“Sì ma… Non è quello che mi occorre, non ora. Non dopo quello che è successo con Sylvie.”

Wanda non aveva davvero voglia di sentire le pene d’amore del suo nuovo e decisamente inaspettato amico. Aveva combattuto tutto il giorno ed era ancora in lutto, non poteva sopportarlo.

“Senti, Loki…”

“Le persone che amo alla fine mi odiano. O mi tradiscono” la interruppe Loki, troppo preso da se stesso per notare la sua esasperazione “Sylvie non si fidava di me e come darle torto? Ha ragione, nemmeno io mi fido di me stesso. Thor invece non mi ha mai amato e io ho passato tutta la mia vita a cercare di farmi notare da lui” Wanda lo guardò stranita, amato in che senso? “Ma qualunque cosa facessi non bastava, perché Thor era sempre di più e faceva sempre tutto meglio. Nostro padre lo diceva sempre, mi diceva: sii forte come Thor, sii coraggioso come Thor, giusto come Thor! Ho passato la mia intera vita a cercare di essere alla sua altezza e a sentirmi indegno.”

“Mi dispiace” mormorò Wanda, stancamente.

“E poi” continuò Loki “Quando ho scoperto di non essere davvero suo fratello ho sentito come un senso di sollievo. Non era colpa mia se ero diverso da loro. E se provavo certi sentimenti…”

“Quali sentimenti?” domandò subito lei, curiosa.

Loki abbassò lo sguardo “Lascia perdere” le disse “Ma se hai un’opportunità per essere felice, ti prego, sfruttala. Te lo chiedo per favore, non fare come faccio io.”

Wanda si fermò e guardò con aria colpita Loki zoppicare fino all’ingresso del Sanctum Sanctorum, le cui barriere magiche si aprirono giusto il tempo per farli passare.

“Allora? Non vieni?”

Wanda si disincantò “Sì, arrivo.”

 

***

 

 

Wanda non riusciva a dormire.

Le parole catastrofiche di Wong, l’attuale Stregone Supremo, circa l’imminente morte dell’universo l’agitavano.

Dunque sarebbero morti tutti? Ma che senso aveva continuare a lottare, a vivere perfino?

Un lato positivo però c’era: avrebbe smesso di soffrire.

Wanda si alzò dal letto e poggiò i piedi nudi sul pavimento di marmo, gelido. In quel momento fu come se qualcun altro avesse iniziato a camminare al posto suo. Nel buio e nel gelo di quel tempio ornato di antichissimi e innumerevoli pegni di magia, Wanda costituiva l’unica vera fonte di luce. Il suo corpo brillava di luce scarlatta, non sapeva ancora come gestire tutto quel potere, che sembrava straboccare dai margini del suo corpo. 

Passò di fronte a Levi, il Mantello della Levitazione riposto nella bacheca, e poi procedette piano verso la camera di Strange. Non sapeva di preciso perché ci stava andando o che cosa avrebbe fatto, ma sentiva che aveva bisogno di vederlo, di stringerlo, magari.

Dalle finestre il cielo aveva assunto un colore e un aspetto apocalittico: si potevano intravedere le linee del tempo tutte seghettate, segno che l’ordine nel Multiverso stava cedendo, la luce del cielo aveva un aspetto violaceo e sembrava di stare in mezzo allo spazio.

Wanda si soffermò a guardarlo: era uno spettacolo inquietante e bellissimo insieme. A un certo punto, però, vide in lontananza qualcosa di strano: un puntino luminoso stava come precipitando a una velocità vertiginosa. Sembrava quasi una meteora, una stella cadente. Wanda si allarmò subito e strinse i pugni, i quali si accesero di magia. I suoi occhi si illuminarono, il puntino ora era diventato… Un uomo.

Un uomo tutto bianco.

Wanda abbassò subito i pugni e rimase sbigottita a fissarlo. L’uomo danzò nell’aria e si presentò delicatamente davanti alla sua finestra.

“Wanda” le sorrise Visione Bianco “Ti ho trovato finalmente.”


 




Note
Sì, ho interrotto con un simpatico cliffhanger, ma giuro che ho il secondo nonché ultimo capitolo già pronto. Per rinfrescarvi la mermoria, Visione Bianco compare alla fine di WandaVision, ed è un nuovo Visione con i ricordi di quello originale.
Come vi è parsa intanto questa prima parte? Vi è piaciuta? Se avete dei suggerimenti o delle critiche riportatemi pure, ascolterò con piacere.
A presto,
Ecate
   
 
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