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Autore: Epic JP    23/01/2022    1 recensioni
In questa raccolta si trovano storie ambientate nell'universo di Naruto o in universi paralleli con dentro personaggi di Naruto. Alcune storie saranno autoconclusive, altre avranno due o più capitoli ed altre ancora saranno separate ma facente parte di uno stesso fascio narrativo. Il rating è giallo ma le storie varieranno dal verde all'arancione. O anche al rosso. Alcune storie potrebbero avere una sorta di introduzione ed altre invece no.
Auguro una buona lettura e spero vivamente di ricevere anche qualche commento o riflessione da parte di chi leggerà uno o più capitoli di questa variegata raccolta.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Sakura Haruno, Tsunade
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 1

 

Una leggera e momentanea brezza fresca le fece svolazzare i capelli per un momento. Erano passati pochi giorni, ma davvero pochi, da quando aveva incontrato quel bel biondino di provincia al parco acquatico. Se non fosse letteralmente svanito in una colonna di luce adesso probabilmente sarebbe stata in sua compagnia a spupacchiarselo per bene. Sfortunatamente si era beccata in una volta sola la sparizione inspiegabile dell'attraente campagnolo e le prediche di una certa persona con qualche anno in più di lei.

 

Eppure alla fine si era fatta convincere, la signorotta chiacchierona aveva sparlato tanto sul suo stile di vita, sulla sua elasticità relazionale e sul fatto che non avesse un vero e proprio impegno fisso che nel giro della settimana l'aveva accontentata. Si era iscritta in palestra e avrebbe iniziato ad andarci il prima possibile anche se, come voleva il caso specifico, fosse stata domenica. Senza spiegarsi bene il perché, aveva il sentore che l'amica fuori forma avesse un qualche piano segreto: in primo luogo aveva spinto tanto sul fare esercizio fisico ma non aveva suggerito altre attività e dopo averla convinta aveva stranamente suggerito anche a quale palestra iscriversi.

 

C'era abbastanza puzza di bruciato da pensare che il barbecue non fosse solo fumo ma la rossa aveva preferito tenere i suoi sospetti per sé. Al momento buono il avrebbe tirati fuori dal cappello. Anche perché, in base a quello che sapeva, la donna che l'aveva tanto tormentata sarebbe stata presente alla sua prima seduta. Quasi come se fosse un genitore che assisteva all'esibizione di musica della figlia. Era certa che ci fosse qualcosa sotto e tuttavia era stata al gioco: si erano date appuntamento ad un certo orario e si era presa il disturbo di comprarsi un completo adatto all'ambiente. Che era anche ciò che aveva addosso al momento: un top e un paio di pantaloncini aderenti rossi con i bordi neri, guanti di pelle che lasciavano libere le dita e un paio di scarpe sportive bianche. Era abbastanza coperta da non poter essere criticata per il suo buon gusto nel vestire ma, allo stesso tempo, la sua pelle aveva modo di respirare e di essere accarezzata da eventuali folate di vento fresco.

 

La silhouette dell'edificio sportivo apparve all'orizzonte e, poco prima delle porte scorrevoli, anche una figura un po' meno piacevole da vedere, almeno secondo il modesto parere di un'innocente teenager attraente e dotata di un fascino ammaliante. Questa visione non la fece comunque rallentare e, quando giunse davanti alla fantomatica figura, pose fine alla sua corsetta con un saltello e l'apertura totale delle braccia accompagnando l'intera coreografia con uno splendido sorriso a 32 denti: “Eccomi qua, pronta per cominciare!”

 

L'altra si limitò a fare qualche passo avanti incrociando le braccia sul petto: “Sei in ritardo.”

 

“No, sei tu ad essere in anticipo. Solo che, non volendo ammetterlo, hai puntato il dito sulla sottoscritta. Qual'è stato il problema, ci hai messo meno tempo del previsto a metterti addosso il bel completino che porti che, tra l'altro, è una pallida imitazione del mio?”

 

Quello che la donna indossava era effettivamente simile al completo della ragazza: una canottiera rossa con un cerchio bianco al centro e dei pantaloncini dello stesso colore che però non aderivano al suo corpo, le altre due differenze riguardavano le mani non guantate e le scarpe nere. Le parole scelte non erano di certo le più gentili ma fu il tono usato che fece apparire una vena pulsante sulla tempia della donna: “Basta, Kushina! Sei appena arrivata e già inizi a comportarti da bambina!”

 

L'altra mise le mani sui fianchi sporgendosi un po' in avanti con aria di sfida: “Beh... non essendo mia madre, non puoi dire di avere il diritto di dirmi cosa fare o non fare e come farlo o non farlo, mia cara Sakura!”

 

“Questo non cambia il fatto che il tuo comportamento non sia adeguato alla tua età! Posso capire perché Minato si sia sentito così giù dopo che hai rotto la tua storia con lui!”

 

Il nome ebbe l'effetto di far rabbuiare l'espressione di Kushina: “Minato?!? Che c'entra adesso Minato col mio comportamento e sul fatto che siamo entrambe qui?”

 

La donna rimase per un momento interdetta, aveva intenzione di toccare l'argomento ma non così presto. Vedendo però della momentanea serietà negli occhi della rossa, si decise a parlare rilasciando un sospiro: “Avrei voluto dirtelo più tardi ma c'è una ragione precisa se ti ho consigliato vivamente di iscriverti a questa palestra.”

 

La più giovane iniziò a picchiettare il piede contro l'asfalto: “E questa ragione sarebbe?”

 

“Anche Minato si allena qui.”

 

“Va bene. E cos'ha che fare questo fatto con me?”

 

Sakura sbuffò quasi infastidita dalla mancanza di quoziente intellettivo dell'altra: “Da quando lo hai lasciato, non ti sei più fidanzata con nessuno. Hai avuto passaggi rapidi da un ragazzo all'altro senza ottenere nulla di concreto e duraturo.”

 

Il piede continuò a battere il tempo mentre la pazienza della proprietaria iniziava a diminuire in modo esponenziale: “E quindi? Qual'è il punto?”

 

La più matura alzò le braccia all'aria come se volesse buttare qualcosa al vento: “Non ci arrivi proprio?!? Potresti rimetterti con lui e risolvere i problemi di entrambi!”

 

“Perché mai dovrei fare una cosa del genere? Quando l'ho mollato, non ha cercato di riprendermi e io non ho sentito troppo la sua mancanza. Se non ha trovato un'altra fidanzata, non è di certo colpa mia e io sto bene così come sto.”

 

Sakura sollevò un sopracciglio scettica: “Cioè passare le giornate a cercare ragazzi da molestare e inventare scuse assurde per spiegare le loro fughe dalle tue grinfie? Effettivamente non potresti stare meglio, i miei più sinceri complimenti, ragazza.”

 

Adesso fu la tempia nascosta di Kushina ad essere attraversata da un solco pulsante mentre la rossa puntava un indice contro la donna di fronte a sé: “QUELLO CHE HO DETTO È VERO! NARUTO È SPARITO IN UNA COLONNA DI LUCE!!!”

 

“E TI ASPETTI DAVVERO CHE UN QUALSIASI ESSERE UMANO DOTATO DI UN CERTO QI TI CREDA?!?”

 

“PUOI CREDERE A QUELLO CHE VUOI PER QUANTO MI RIGUARDA! SOLO PERCHÈ NON POSSO DIMOSTRARE UNA COSA, NON VUOL DIRE CHE NON SIA VERA!!!”

 

“E SE NON PUOI DIMOSTRARLA, COME TI ASPETTI CHE LA GENTE TI CREDA QUANDO NE PARLI?!?”

 

A questo punto si erano entrambe sporte in avanti tirando indietro le braccia con le mani chiuse a pugno: “ESISTE UNA COSA CHIAMATA FEDE! SE SAI DI COSA PARLO ALLORA POTRESTI ANCHE CREDERE ALLE MIE PAROLE!!!”

 

“AVERE FEDE È UNA COSA, DAR RETTA AD UNA POCO DI BUONO È UN'ALTRA! NON PUOI NEMMENO METTERLE SU DUE PIATTI DI UNA BILANCIA PERCHÈ IL PESO SAREBBE TUTTO DA UN LATO!!!”

 

“STRANO CHE TU ABBIA TIRATO FUORI IL DISCORSO DEL PESO, VISTO COME SEI MESSA! CREDI CHE SE CI METTESSIMO NOI SU UNA BILANCIA, TU SCHIZZERESTI IN CIELO A CAUSA DELLA TUA PRESUNTA LEGGEREZZA?!?”

 

“E ADESSO QUESTO COSA C'ENTRA?!? NON STAVAMO PARLANDO DI MINATO E DELLA SUA SITUAZIONE SENTIMENTALE?!?”

 

“...”

 

“...”

 

Caddero entrambe nel silenzio sbigottite dalla velocità con cui il tema del discorso fosse sviato e per qualche secondo nessuna delle due fu in grado di riaprire la bocca. Con lentezza meccanica si raddrizzarono e diedero qualche occhiata in giro per accertarsi che nessuno avesse assistito alla scena appena avvenuta. Il caso volle che, in quel momento, ci fossero solo loro lì sulla strada. Sollevata dalla constatazione, Kushina rimise la mano sul fianco e sorrise come se il battibecco non avesse mai avuto luogo: “Allora, vogliamo entrare?”

 

- - -

 

Kushina notò una cosa durante il tour e decise di condividerla con la sua... collega: “È un caso che abbia visto ben poca gente o adesso salta fuori che hai organizzato tutto in modo da avermi qui sola per farmi qualche predica lontano da occhi indiscreti?”

 

Sakura rispose in modo educato ma senza voltarsi: “È domenica pomeriggio, molte persone preferiscono stare a casa a riposare che andare ad allenarsi.”

 

“Ed... esattamente cosa ci facciamo noi qui proprio oggi?”

 

“Avevi forse altro da fare?”

 

“Non è questo il punto! Perché mi hai messo tanta fretta per farmi fare un abbonamento quando non c'era una vera urgenza?”

 

“Ripeto la domanda, avevi forse altro da fare?”

 

La rossa roteò gli occhi, se il biondino non fosse svanito avrebbe avuto qualcosa da fare per buona parte del tempo passato dal momento della sparizione fino ad ora, ma Naruto non era più lì e lei non poteva farci niente. Tanto valeva continuare ad andare avanti, come faceva sempre e come avrebbe sempre continuato a fare: “No, in effetti no.”

 

“Allora non ci sono problemi!”

 

“Sai se anche... Minato frequenta questo posto... in questa fascia oraria?”

 

Solo ora, Sakura si voltò ridacchiando in modo burbero: “Hohoho... cosa sentono le mie orecchie, quello che percepisco è forse interesse?”

 

“No, pura e semplice curiosità! Niente di più e niente di meno!”

 

“Che è sempre una forma di interesse!”

 

“Piantala! Dimmi solo se sai se è qui!”

 

La rosa tornò seria e si rivoltò avanti: “No, non ti so dire se lui è qui ora.”

 

L'altra accelerò il passo per raggiungerla di fianco: “Allora il piano qual'è?”

 

“Quale piano?”

 

“Il tuo piano!”

 

“Non so di cosa parli.”

 

“Hahahahahahaha... ci sono troppe coincidenze per credere che la situazione sia del tutto casuale. Prima mi fai una predica infinita per farmi iscrivere, poi mi dai appuntamento durante un giorno in cui non c'è quasi nessuno, dopo salta fuori che la palestra dove mi hai attirata è la stessa che frequenta il mio ex, successivamente inizi a fare cenni sui suoi sentimenti e per concludere in bellezza fai la gnorri! Non negare che ci sia qualcosa sotto, Sakura. Io sono in grado di indovinare i tuoi pensieri prima ancora che la tua mente rallentata li formuli!”

 

Mentre una delle due si improvvisava Sherlock Holmes, entrambe le coppie di gambe si erano fermate e, alla fine della ricostruzione, la presunta colpevole stava facendo fatica a mantenere una qualche forma di espressione seria: “...E cosa starei pensando in questo momento?”

 

La detective improvvisata strizzò l'occhio: “Che il mio intuito è molto più raffinato del tuo, che la mia mente è troppo acuta per essere ingannata dai tuoi scadenti trucchetti e che... non importa quanti sforzi tu faccia, non hai comunque modo di influenzare il mio pensiero!”

 

Passò un minuto di silenzio in cui nessuna delle due cambiò posa o espressione. Alla fine fu Sakura a rompere il momento di stasi: “D'accordo, Miss Holmes... desidera continuare a giocare o è intenzionata a fare quello che, in teoria, è venuta a fare?”

 

Ci fu un altro minuto di silenzio in cui Kushina perse il suo ghigno e i suoi occhi si ridussero a due sottili fessure orizzontali: “...La seconda cosa, Watson.”

 

- - -

 

Dopo aver vagato per un altro po' senza una vera meta fra un salone e un altro, le due atlete scelsero una sala con dentro solo altre tre persone. Rimasero a portata d'orecchio ma Sakura si mise su una panca per fare sollevamento mentre Kushina decise di dare qualche colpo ad un sacco agganciato al soffitto tramite un catenone d'acciaio. Dall'altra parte dell'ambiente c'erano anche un paio di tapis roulant attualmente occupati da due degli altri presenti, l'ultimo stava facendo esercizi ad un'altra panca lì vicino. Questa situazione dava la possibilità alle due di chiacchierare o bisticciare senza essere sentite, ammesso e non concesso che nessuna delle due alzasse troppo il volume. Passò un lasso di tempo in cui una gemeva per lo sforzo e l'altra grugniva per i colpi, dando l'impressione di non avere nulla a che fare l'una con l'altra.

 

Fu solo quando, ormai stanca di fare sollevamenti e quindi distesa e ansante, che Sakura sentì di nuovo la voce squillante dell'altra ragazza: “E allora? Già stanca?”

 

“Non... non ricominciare a... dare troppo... troppo fiato alla... bocca.”

 

“Parlando di fiato, chi ne è a corto al momento?”

 

“Perché non... perché non torni a... colpire il... sacco?”

 

“Perché ho finito. E sembra che anche tu abbia finito. Voglio tornare al discorso di prima.”

 

“Quale... discorso?”

 

“Quello che abbiamo iniziato quasi subito. Perché dovrei tornare con Minato?”

 

La più matura delle due chiuse gli occhi sospirando stancamente mentre le braccia continuavano a ciondolare dal cuscinetto su cui era distesa: “Non lo hai ancora capito? È così difficile da concepire per te?”

 

“Se te lo sto chiedendo ancora una volta, la risposta dovrebbe essere scontata. Non trovi?”

 

“L'unica cosa che... non riesco a trovare... è il motivo per cui lo hai... lasciato.”

 

La rossa scosse la testa facendo danzare nell'aria le sue lunghe ciocche scarlatte: “Non che renderlo pubblico cambi qualcosa ma... ho deciso di mollarlo a causa del suo... eccesso di prudenza nei miei confronti. Negare che fosse carino sarebbe stupido e ipocrita, quel fustacchione di Naruto mi ha attirata principalmente perché il suo aspetto mi ricorda quello della nostra comune conoscenza, ma cosa te ne fai di un fisico da paura e uno sguardo incantevole se non li usi adeguatamente?”

 

L'altra riaprì un solo occhio: “Che... vorresti dire con questo?”

 

“Per quanto lo trovassi attraente e cercassi di mostrare il mio apprezzamento nei suoi confronti, lui non si è mai impegnato veramente. Ogni volta che io tentavo di creare le condizioni per una certa situazione naturalmente piacevole per entrambi, lui smontava il castello ancora prima che venisse posata la prima pietra. Non so se fosse vergine quando ci siamo messi insieme e quindi l'emozione per la fantomatica prima volta fosse troppo per lui da gestire o se avesse dubbi sulle sue capacità fisiche al di sotto della cintola, fatto sta che non si è mai impegnato nella nostra relazione. Io ho avuto pazienza ma alla fine l'ho persa. Ecco perché ho deciso di non uscirci più insieme.”

 

“E non hai mai pensato che lo facesse, non so... per via del rispetto che provava, e che certamente prova ancora, per te?”

 

“Cosa c'entra adesso il rispetto?!? E stai sviando di nuovo la conversazione! Volevi sapere perché ho lasciato Minato Namikaze e te l'ho detto! Adesso tocca a te cantare, per quanto spiacevole possa essere. Perché questa fissa di rivedermi insieme a lui?”

 

“Come ho detto, dopo la vostra separazione, ha sofferto molto.”

 

“Va bene. Può anche dispiacermi, anche se non è stato il solo a soffrire... e quindi?”

 

“E quindi anche le sue prestazioni sono calate.”

 

Sentendo questa frase, Kushina sollevò un sopracciglio confusa: “Di quali prestazioni parli? Non dirmi che ti ci sei messa tu con lui?!?”

 

A questo, Sakura si tirò su in un solo istante rossa in faccia sia per l'arrabbiatura che per l'imbarazzo: “MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN MENTE?!?”

 

“HO SOLO ESPOSTO UNA TEORIA! COME FAI A SAPERE TUTTO QUESTI DETTAGLI SUL MIO EX SENZA STARCI INSIEME?”

 

“CREDI CHE L'UNICO MODO PER AVERE INFORMAZIONI SU UNA PERSONA SIA DI STARCI INSIEME?!?”


“DI CERTO È UN SISTEMA CHE FUNZIONA! PERCHÈ TU NON DOVRESTI USARLO? IL SOLO MISTERO A QUESTO PUNTO RIGUARDA L'INTRUGLIO CHE GLI HAI FATTO TRANGUGIARE PER FARLO CADERE AI TUOI PIEDI!!!”

 

“IO E LUI NON STIAMO INSIEME!!!”

 

La rossa rimase senza parole: “...”

 

Questo però diede solo un vantaggio all'altra, che sogghignò: “Beh? La verità ti sconvolge così tanto da lasciarti ammutolita o stai solo avendo una ricaduta per lo sforzo fatto prima?”

 

Il sangue ancora presente sotto le gote offrì all'altra una via di fuga dallo stile sufficientemente piccante: “Nessuna delle due cose. Piuttosto... se è vero che tu non stai con Minato, perché la tua faccia si è tinta di rosso quando ho avanzato tale teoria?”

 

Sembrava quasi che stessero giocando ad ammutolirsi a vicenda tramite i loro bisticci perché adesso fu Sakura che necessitò di qualche secondo per rispondere alla provocante domanda senza farsi di nuovo trascinare in uno scontro verbale: “Perché sentir fare certi discorsi da una della tua età farebbe cambiare colore alla faccia di chiunque. E adesso lasciami passare!”

 

Dicendo questo si alzò dalla panca con un piccolo balzo e usò un braccio per spostare l'altra ragazza dalla sua strada. Tuttavia quest'ultima non si fece intimorire dal tono usato: “Devo lasciarti passare... per farti andare dove?”

 

La donna più grande si voltò sorridente: “Al tapis roulant. Parlare con te mi carica sempre di energia negativa e devo scaricarla in qualche modo. Temo che gli effetti dovuti dal suo accumulo possano farmi regredire al tuo stadio cerebrale.”

 

Ci volle solo un secondo per elaborare la risposta: “Credo che verrò anch'io a camminare sul posto, non vorrei trovarmi con qualche maniglia dell'amore indesiderata a causa del tempo che perderei ferma a riflettere sui deliri di una certa persona.”

 

- - -

 

Non ci misero molto ad instaurare una specie di gara su chi riusciva a mettere più in difficoltà l'altra. Per motivi magari puramente ornamentali, le macchine erano state tutte sistemate in riga e questo voleva dire che ogni persona che usufruisse di tali strumenti si trovasse fianco a fianco con chiunque altro li stesse usando. Le altre persone erano andate via, se fosse perché avevano finito di allenarsi o perché intendevano andare in altre zone o perché si erano accorte delle fiamme che ogni tanto divampavano, nessuna delle due si prese il disturbo di capirlo.

 

Passarono così quasi dieci minuti di corsa sul posto, manomissione dei comandi con conseguenti accelerate e rallentate improvvise, scambi di colpi più o meno forti fra le due parti e scontri verbali su argomenti vari. Tuttavia, in un modo o nell'altro, il nome di Minato veniva sempre citato da una o dall'altra.

 

Nessuna di loro lo sapeva ma presto sarebbero state raggiunte da un terzo elemento e questo fatto avrebbe cambiato il proseguimento della loro seduta pomeridiana. Comunque per il momento, le loro elucubrazioni verbali non sembravano destinate a cessare presto perché Kushina stava ancora cercando, nel suo apparente totale disinteresse, di farsi spiegare la ragione per cui dovesse rimettersi insieme ad un ragazzo che aveva lasciato: “E quindi il ritorno della sottoscritta nel suo microcosmo lo riporterebbe sulla cresta dell'onda?”

 

“Non ho detto questo.”

 

“Ma hai detto che ha avuto delle perdite dopo la nostra separazione. In teoria, aggiungendo l'elemento rimosso ad un sistema, le cose dovrebbero tornare all'equilibrio precedente.”

 

“Da quand'è che sei diventata un'esperta di fisica?!? Pensi che le persone siano come dei sistemi teorici in cui aggiungi e togli cose?”

 

“E allora come spieghi tutto quello che cerchi di farmi fare?!? Prima mi racconti la storia del poveretto solo soletto che senza la sua principessa non è nemmeno capace di sfoderare una spada, io domando se tornerebbe in grado di farlo se la sua bella tornasse in scena e tu mi scocci perché sono realista?”

 

“Pensi forse che tornare a frequentare Minato rimetterà le cose com'erano prima della tua uscita di scena?!? Per questo genere di cose ci vuole tempo! E non solo!”

 

“Beh, siccome hai un master in filosofia sociale di cui ero all'oscuro e devi aver ingaggiato un ispettore privato per avere tutte le informazioni che hai sul biondo in questione, saresti almeno in grado di dirmi se c'è una possibilità che il ragazzo abbia imparato dai suoi sbagli?”

 

“Guarda che non sono un'indovina! Come ti aspetti che sappia come possa reagire una persona in una certa situazione?!? Ti sembro forse un mutante in gradi di leggere le menti?!?”

 

La rossa si prese il mento fra le mani osservando l'altra con sguardo indagatore: “Beh, a giudicare dal colore sbiadito dei capelli, dalla consistenza flaccida del corpo e dalle proporzioni fra le diverse parti che lo compongono... potresti davvero essere una mutante. Non saprei dire però se... qualsiasi-mutazione-tu-abbia sia vantaggiosa per la sopravvivenza o no.”

 

Invece di ribattere, Sakura mosse in fretta la mano in avanti facendo aumentare a dismisura la velocità del tappeto sotto Kushina che, con suo grande divertimento, iniziò a perdere terreno mentre la faccia mostrava totale sorpresa e sconcerto. Tale scena meritò un commento adeguato: “Hahahahahahaha... io potrò anche essere un mutante, ma almeno tengo il passo! Tu invece, normale essere umano ma dalle scarse capacità mentali, sembri in difficoltà!”

 

Il momento non durò molto perché Kushina afferrò entrambi i passamano e riuscendo, con grande sforzo di gambe, a tornare al fianco della collega: “Non ti... ha mai detto nessuno... che... non bisogna... mai abbassare la... guardia? I-io sono... ancora qu-qui, non c-ce... l'hai fatta a... liberarti di me per s-sfuggire all'interrogatorio.”

 

“Certo che sei ancora qui ma hai le mani, proverbialmente parlando, legate. Come pensi di giocarmi un altro scherzo sapendo che volerai indietro nel momento in cui mollerai la presa?”

 

“Po-potrei sempre saltellare... sul posto co-con una... gamba e... sfruttare una ma-mano per... restituire il fa-favore che mi... hai fa-fatto. C-che... ne dici de-della... mia i-idea?”

 

“Dico che Minato non approverebbe, come pensi di poterti rimettere con lui se non sei nemmeno alla sua altezza?”

 

La domanda toccò un nervo scoperto: “IO... NON SO-SONO IO A NON... ESSERE ALLA SU-SUA ALTEZZA! È... LUI QUELLO CHE... HA DE-DELUSO... IL... PRO-PROPRIO PARTNER! È STATO... MI-MINATO NAMIKAZE... A... DE-DELUDERE KUSHINA... UZUMAKI, N-NON I-IL... CONTRARIO!!!”

 

Sakura sogghignò, era chiaro che, per quanto lo negasse e facesse la disinteressata, Kushina provava ancora qualcosa per il ragazzo: “E allora perché questo scatto d'ira? Che ti importa di quello che ho detto se dici di non avere interesse per lui?”

 

“È... È U-UNA... QUE-QUESTIONE D-DI... PRINCIPIO! NON T-TI... È DA-DATO... SAPERE C-COSA... MI INFASTIDISCE... E, ANCHE S-SE... PROVASSI A-ANCORA... QUALCOSA P-PER... MI-MINATO, È... PUR SE-SEMPRE... U-UNA COSA... MI-MIA E N-NON... TUA! NON... PRO-PROVARE A... NE-NEGARE PERCHÈ... SONO S-STATA... SUFFICIENTEMENTE... CHI-CHIARA!!!”

 

“Quindi, giusto per ipotesi, ti ci vedresti di nuovo insieme a Minato? Vedresti voi due di nuovo come una coppia?”

 

Kushina non mostrò il benché minimo dubbio nel tono della sua voce: “NATURALMENTE PO-POTREI... VEDERMI IN QUEL... MO-MO-MODO CON... L-LUI! MA DI CERTO... N-NON PER ME-MERITO... SUO, SAREBBE S-SOLO PERCHÈ... IO POSSO VEDERMI CON... QUA-QUALSIASI RA-RAGAZZO... DI... BELL'ASPETTO. MINATO... SAREBBE I-INCLUSO NEL... GRUPPO SO-SOLO... GRAZIE A-A-AL... SUO FI-FISICO E... ALLA S-SUA... BELLA FA-FACCIA.”

 

Forse perché mossa da pietà vedendo la ragazza sfiancarsi sempre di più pur non mollando o forse perché aveva sentito quello che voleva sentire, Sakura riallungò la mano e riportò la velocità del tappeto a livelli più bassi. Non fece in tempo a riportare la mano alla posizione di partenza che la raggiunse una frecciatina dalla sua destra: “Vedo... c-che ci si-siamo arrese, cos'è... ri-riconosci la m-mia supremazia... fisica e... e... hai deciso d-di... arrenderti all'evidenza?”

 

“Posso sapere di quale evidenza parli?”

 

“Del... fatto c-che, anche s-se... mi... mi metti i-in difficoltà, l-le mie... performance so-sono... comunque t-troppo elevate per le tue... scarse capacità fi-fisiche.”

 

La meno dotata sollevò un sopracciglio: “Dimmi, per quanto tempo pensavi di poter ancora continuare a correre a quella velocità mentre sbraitavi?”

 

“Io... potevo...”

 

“E se ti avessi fatto mollare la presa in qualche modo, a quanti metri di distanza pensi che saresti atterrata?”

 

“C-come ho de-detto... avrei potuto sa-saltare su una gamba e... e... e rispondere... a-al fuoco... co-col... fuoco. Ci... ci sarei riuscita.”

 

“Per poi finire con la faccia contro un tappetino di gomma roteante e chiudere la scenetta con uno schianto sul pavimento, vero?”

 

“...sarebbe stato comunque... un risultato degno d-di me. Ti sarei stata... superiore anche in... in questo se fossimo ca-cadute insieme.”

 

Senza offrire appigli per continuare il discorso, la rosa fece rallentare ulteriormente entrambi i tappeti. Ora stavano solo camminando ma presto si sarebbero dovute fermare per darsi un'asciugata con le loro asciugamani, specialmente la più atletica delle due. Questo però non impedì alle due di tornare a parlare del loro conoscente comune: “E quindi ti vedresti di nuovo insieme a Minato...”

 

“Eh? Cosa?”

 

“Dico, hai affermato che ti vedresti di nuovo insieme al tuo ex.”

 

“Sì, hai avanzato un'ipotesi e io ho dato la mia risposta. Per quanto poco probabile sia, è sempre più plausibile che vedere te insieme a lui.”

 

“E se ti dicessi che lo trovo... attraente anch'io?”

 

L'affermazione fece esplodere la rossa: “HAHAHAHAHAHAHA!!! Tu?!? Posso capire il tuo punto di vista, non per niente ci stavo insieme, ma come penseresti di conquistarlo? Dubito fortemente che la tua... cultura improvvisata possa darti quel sex-appeal che serve per interessare uno come lui.”

 

Dentro di sé, Sakura sorrise. Provocare la competitività di Kushina permetteva sempre di avere una certa presa su di lei. Era difficile manovrarla ma, se si premevano i tasti giusti, la ragazza era come un topo in un labirinto con un pezzo di formaggio davanti all'uscita: “Tu cosa ne sai? E se avessi messo su tutta una scena per depistarti e le informazioni che ti ho dato le abbia avute nel solo modo che tu contempli per avere informazioni su una persona? Cosa faresti?”

 

L'altra aveva iniziato a guardarla male dalla prima metà della sua seconda frase: “Ci tieni davvero così tanto a saperlo?”

 

Sakura la guardò con un sorriso e un cenno di sfida: “Certo!”

 

BONK

 

“AHU!!! MA DICO, SEI IMPAZZITA?!?”

 

Kushina aveva risposto alla sfida di Sakura con un pugno diretto sulla testa ed era pronta anche a continuare: “SBAGLIO O HAI CHIESTO TU DI SAPERE COSA AVREI FATTO?!?”

 

“E DOVEVO ASPETTARMI UN COLPO IN TESTA SECONDO TE?!?”

 

“QUANDO SI PARLA DI COSE SERIE, CI SI DEVE ASPETTARE DI TUTTO!!!”

 

“AH! E QUINDI MINATO È UNA COSA SERIA ADESSO?!?”

 

“LUI... O-OGNI COSA CHE MI RIGUARDA È SERIA! E SE MINATO HA A CHE FARE CON ME, ALLORA MINATO È UNA COSA SERIA!”

 

Non lo aveva notato, ma le guance si erano imbrunite leggermente quando era stata sollevata, ancora una volta, la questione del ragazzo. Nessuna delle due però ci aveva fatto caso e avrebbero anche potuto continuare per un'altra ora se una terza voce, dietro di loro, non si fosse fatta sentire: “Chiedo scusa, voi due conoscete Minato Namikaze?”

 

Le litiganti si voltarono all'unisono per scoprire chi avesse parlato: a poca distanza dai due tapis roulant era apparsa una donna dall'aspetto poco ordinario. L'unico occhio visibile era di un verde penetrante, alcuni ciuffi dei suoi lunghi capelli ramati celavano l'altro occhio, parte della faccia e un paio nascondevano parte del petto. Il resto cadeva come una spinosa cascata dietro le sue spalle e una parte era tenuta in verticale sulla sommità della testa da un nastrino blu. Lo sguardo accomodantemente penetrante e l'eccentrica pettinatura erano però accompagnati da indumenti, tutto sommato, formali: una camicia bianca con allegata una giacca blu aperta, dei pantaloni lunghi dello stesso colore e delle eleganti scarpe nere con un piccolo tacco. Sotto un braccio aveva quello che sembrava un pannellino rettangolare con attaccati dei fogli.

 

Non ricevendo una risposta immediata dopo essere stata notata, la nuova arrivata riprese la parola socchiudendo il solo occhio visibile ed allargando di poco il suo elegante sorriso: “Mi dispiace interrompere quello che stavate facendo ma mi è risultato impossibile non sentire le vostre parole.”

 

Fu Kushina a rispondere, in maniera abbastanza educata: “Non si preoccupi, non ha interrotto niente d'importante. Ma, prima di rispondere, potremmo sapere chi è lei?”

 

L'altra usò la mano libera per darsi un colpetto sulla fronte: “Oh, che sbadata che sono...”

 

Infilò due dita in una tasca sulla parte destra della giacca mentre le altre spegnevano le macchine e scendevano per fronteggiare la terza presenza, tirò fuori un bigliettino e lo offrì alle due: “Mei Terumi, assessore allo sport, nominata dal sindaco Kakashi Hatake.”

 

Dopo aver visto e restituito il biglietto, sentito la presentazione e capito di avere davanti una persona importante, Sakura prese la parola: “Come possiamo aiutarla?”

 

La donna si rivolse alla più grande fra le due: “Sto cercando Minato Namikaze. So che si allena in questa palestra e vi ho sentito parlare di lui, sapete dirmi dove posso trovarlo?”

 

Forse fu il tono usato o la scelta delle parole o magari tutte le discussioni che aveva avuto con Sakura da quando era arrivata davanti alla palestra fino ad un minuto prima, ma Kushina sentì suonare un campanello di allarme nella testa: “Se posso chiedere, perché vuole vederlo?”

 

Mei sorrise di nuovo con naturalezza: “Sono interessata a lui.”
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Note d'Autore: Salve a chiunque abbia letto fino a qui. Come accennatto nella descrizione, questa raccolta include storie varie che possono anche essere connesse fra di loro e/o essere formate da più capitoli. Questo è uno di quei casi. Questa storia, divisa in due capitoli, è un sequel diretto di "KushiNaruSaku-Appuntamento Alternativo-" che, cosa abbastanza logica, precede questo nuovo capitolo. Come sarà chiaro a questo punto, sono avvenimenti che avvengono in un universo "alternativo" e i personaggi figuranti possono anche avere caratteristiche caratteriali diverse da quelle a cui siamo abituati. Scritto questo, auguro... una buona continuazione dell'anno nuovo e ci vedremo metaforicamente al prossimo upload. CIAO!

   
 
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