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Autore: TheSlavicShadow    25/01/2022    0 recensioni
Giugno 2001.
Il loro primo incontro.
I loro mesi felici.
I had all and then most of you
Some and now none of you
Take me back to the night we met
I don't know what I'm supposed to do
Haunted by the ghost of you
Take me back to the night we met
{The Night We Met - Lord Huron}
{Earth 3490; Steve/Natasha; prequel}
{{Visto che sono vecchia e mi piacciono le tabelle di prompt, prendo in prestito questa tabella https://mezza-tabella.livejournal.com/profile }}
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Too Much to Ask'
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Aprile 2002

 

Natasha Stark aveva imparato da molto giovane che le cose belle duravano molto poco se eri lei. Agli occhi del mondo aveva tutto quello che una persona potesse desiderare. Bellezza. Soldi. Fama. Intelligenza. Su carta non le mancava assolutamente nulla. 

Ma tutto il resto prima o poi si frantumava davanti ai suoi occhi. 

Aveva imparato che non doveva aspettarsi nulla da nessuno perché le cose belle finivano molto velocemente. Per colpa sua, le dicevano di solito. Era il suo carattere. Era il suo modo di essere. Howard non aveva mai lesinato parole di critica ogni volta che ne aveva avuto l’occasione e a lei qualcosa andava storto. Fosse stato lavoro, amicizie o amore poco importava. 

Su Steve Rogers non aveva fatto diversamente. Dalla prima volta in cui aveva capito che stava uscendo con un ragazzo qualunque non era stato magnanimo e aveva continuato a ripeterle che era interessato solo ai suoi soldi. Cosa poteva avere uno studente squattrinato di arte in comune con lei? 

All’ennesimo litigio su Steve Rogers glielo aveva urlato cosa avevano in comune. Aveva urlato con quanto più fiato avesse in corpo in quel momento che avevano un figlio in comune. Che volenti o no sarebbero diventati nonni prima della fine dell’anno. Howard aveva parlato di aborto, di adozione. Tutte cose che lei non aveva mai preso in considerazione, ma stava tutto andando in frantumi nonostante i suoi sforzi.

Ne erano seguiti giorni che poteva tranquillamente definire di merda. E da quel momento tutto era precipitato ad una velocità vertiginosa e non era riuscita a fermare il masso di Atlante che le si era abbattuto addosso con tutta la forza che poteva. Stava precipitando tutto con i suoi genitori. Stava precipitando tutto con Steve.

“Di cosa diavolo stai parlando?” Aveva guardato Steve Rogers come se fosse un pazzo. Era appena entrata nel suo appartamento e non si era ancora tolta il giubbottino di jeans o anche solo seduta, che Steve le aveva chiesto che rapporti avesse con Tiberius Stone. 

“Hanno fotografato te e questo tizio ancora una volta all’uscita da un ristorante! Sembravate anche molto affiatati!”

“Era una cena di lavoro. Non eravamo da soli. Te ne avevo parlato, come le altre volte.” Era successo la settimana prima. I loro padri erano sempre stati rivali in affari, e stranamente per una volta sembravano essere arrivati ad un accordo. Un lavoro in comune per il governo e si erano trovati tutti quanti a cena diverse volte per discuterne in territorio neutro.

“Con il tuo ex? Questo lo vuoi omettere?” Steve aveva alzato ulteriormente la voce e questo la stava mettendo in guardia. Steve non aveva mai alzato la voce con nessuno. Lo aveva visto arrabbiarsi, lo aveva visto litigare. Ma non alzava mai la voce.

“Appunto. Ex. Se proprio vuoi definirlo tale. Lo conosco da quando eravamo piccoli e non abbiamo nemmeno mai avuto una storia che potrei definire tale.” Era pronta ad andarsene da un momento all’altro. Era scappata da Long Island proprio perché stavano litigando da giorni e voleva nascondersi in un posto che considerava sicuro. Ma non lo era. In quel momento aveva perso anche l’ultimo posto in cui nascondersi.

“Ci sei andata a letto?”

“Ma sei deficiente?” Quella domanda l’aveva colpita come uno schiaffo in pieno viso. Tutto si sarebbe aspettata, tranne quello. “Ti pare che mentre sono incinta di tuo figlio io vada in giro a farmi scopare da altri? Ma puoi essere così stronzo da chiedermelo davvero?” Era alla fine del primo trimestre della gravidanza e nessuno al di fuori della sua ristretta cerchia di amici lo sapeva. Non si notava ancora nulla e metteva sempre tatticamente felpe larghe che potessero nascondere la leggerissima curva che stava prendendo forma sul suo addome. 

“Da te ci si può aspettare di tutto, no? Sei Tasha Stark dopotutto! Potrebbe anche non essere mio figlio per quello che ne so!”

Aveva morso un labbro per trattenersi dal mandarlo a fanculo, anche se avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto mandarlo a quel paese per poi girare i tacchi ed andarsene. 

Non aveva bisogno di Steve Rogers. Non aveva bisogno di nessuno ed era abituata a fare tutto da sola alla fine. 

“Non ci sono andata a letto, Steve. Non so cosa hai sentito, cosa hai letto, ma non ci sono stata a letto.” Le si stava appannando la vista, ma non voleva fargli vedere la sua debolezza in quel momento. Gli Stark erano fatti di ferro, suo padre amava ripeterlo sempre, e lei ne aveva fatto il suo mantra. Ma gli ormoni della gravidanza stavano rendendo tutto difficile. 

I primi mesi erano stati stupendi. Andavano d’amore e d’accordo. Adesso stava precipitando tutto verso un baratro di disperazione. 

“Sono settimane che ci sono foto vostre sui giornali! Settimane! Pranzi, cene! Cosa dovrei pensare? Tutti i giornali parlano di un vostro ritorno di fiamma! Già da prima della tua gravidanza vi vedevate piuttosto spesso!”

“E’ solo lavoro. Solo fottutissimo lavoro per le Stark Industries.” Non era la prima volta che Steve si mostrava geloso, ma questa volta era diverso. Le altre volte aveva fatto qualche battuta, avevano alla fine riso. Questa volta c’era qualcosa che non andava ed era palpabile la cosa. “Non ci volevo nemmeno andare a tutte queste riunioni, ma sono costretta da Howard.”

“Puoi anche rifiutare.”

“Sì, e finire diseredata in mezzo ad una strada con un bambino da crescere.” Ne avevano discusso all'infinito. Lei non voleva rinunciare alla possibilità di dare a suo figlio la vita migliore che potesse, anche se questo voleva dire fare compromessi con suo padre. Howard non era contento. L’aveva minacciata più di una volta di toglierle tutto da quando aveva scoperto la gravidanza. E Steve ne era risentito. Probabilmente era il suo orgoglio da maschio alpha che non gli permetteva di ragionare. Cosa importava di chi fossero i soldi se questo gli avrebbe permesso di vivere agiati e crescere un figlio senza dover fare sacrifici?

“Grazie per rimarcare sempre che sono inutile.”

“Ma quando lo avrei detto?” Aveva alzato la voce, ma poi aveva sospirato. “Steve, vengo adesso da un litigio a casa, possiamo non litigare almeno noi? Perché davvero non ce la faccio più. E se devo continuare così per i prossimi mesi me ne torno a casa e ci sentiamo a ottobre.”

“Tanto cosa cambierebbe? Quello che ho da dire nemmeno lo ascolti.”

“Ma ti stai sentendo? Mi stai facendo una scenata per delle cene di lavoro! Non sto andando a letto con Tiberius Stone! Non ho mai, nemmeno per un cazzo di secondo, pensato di farti le corna con nessuno, figurati adesso! Guardami! Sono incinta di tuo figlio che tu mi hai detto avresti cresciuto con me! Se poi dovevi diventare stronzo, tanto valeva dirmi di abortire subito!”

“Sì, forse sarebbe stata la scelta più giusta e ognuno sarebbe andato per la propria strada.” 

Questa volta non ci aveva visto. Questa volta la rabbia aveva preso il sopravvento e aveva mosso i pochi passi che la separavano da Steve con gli occhi ormai pieni di lacrime che stavano per iniziare a scorrere.

“Prova a ripeterlo ancora una volta. Prova a ripeterlo e questa sarà davvero la fine. Perché non ho più le forze per combattere su due fronti. Non so cosa ti sei messo in testa in questo periodo, ma sto aspettando tuo figlio. Se improvvisamente ti senti castrato perché il mio conto in banca fa schifo, non posso farci nulla. Sapevi chi ero fin dall’inizio.”

“Già, e la tua fama ti ha sempre preceduto.”

“Ma vaffanculo, Steve.” Non avrebbe voluto piangere, non avrebbe voluto dargliela vinta in alcun modo, ma tutta quella situazione e gli ormoni non la stavano aiutando affatto. Si era voltata e aveva aperto la porta d’ingresso, senza che Steve la fermasse. Lo aveva aspettato e sperato, ma Steve non aveva fatto alcuna mossa nella sua direzione. Non si era mosso affatto mentre lei usciva dall’appartamento e si chiudeva la porta alle spalle.

 
   
 
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