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Autore: slice    27/01/2022    2 recensioni
Kakashi è vittima di un'imboscata, pensava che sarebbe morto e invece si risveglia. Che strano.
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Team 7
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La carotina e l'uso indiscriminato del bastone



Il primo pensiero che Kakashi riesce a formulare, prima ancora che il suo cervello diventi razionale e analizzi quello che ha intorno, è che si è svegliato e quindi è vivo. Dentro di sé, per un momento fugace, è tutto sottosopra.
L'ultima volta che è stato sveglio era in uno stato mentale caotico di rimpianti e dolore tale la cui assenza adesso gli sembra aliena.
È stato catturato con un gas inodore. Non gli era ancora mai capitata, una cosa simile.
Non c'è stato un interrogatorio, la tortura era fine a se stessa poiché il nemico non voleva informazioni ma solo vendetta. A quanto pare lui è stato capace di uccidere tutta la squadra e persino il figlio del suo torturatore. Kakashi non è mai stato contento di uccidere, in alcuni casi lo ha trovato giusto, per vari motivi, perché è così che funziona la loro società, ma non è mai stato davvero soddisfatto di togliere una vita.
La morte di un figlio immagina sia peggio di quella di un padre.
Si è detto che erano in mezzo a una guerra, che persino i periodi di tensione tra Nazioni prima e dopo una guerra, sono guerra. Si è detto che tutto quello che sono, che sanno essere, è uno scudo per il proprio villaggio e, pure se semplicistico, se Isoda avesse voluto tenersi fuori dagli scontri avrebbe dovuto fare il fattore e non lo shinobi.
Ma non c'è stato molto tempo per elucubrazioni filosofiche, dopo la rivelazione.
Pensando che avesse ancora lo sharingan, l'occhio sinistro gli è stato strappato senza anestesia, dei senbon sono rimasti infilati sotto le sue unghie per tutto il tempo, aveva un ginocchio distrutto a martellate, due molari strappati, il diaframma lacerato, una spalla lussata, le costole sono state tutte meticolosamente rotte, alcune in più punti, e non si ricorda quante volte è morto soffocato da uno straccio e dall'acqua prima di essere rianimato. Poi, quando era così avulso dalla realtà da estraniarsi pure dal dolore fisico, è iniziata la tortura psicologica. Drogato, nudo, legato, le illusioni create hanno devastato la sua mente senza trovare nessun ostacolo, nessuna difesa; Rin, Obito, sensei, Kushina, suo padre, hanno usato anche Gai contro di lui.
Non ha mai provato tanto dolore in vita sua, non in quei primi anni da bambino soldato e non in tutti gli anni di servizio negli ANBU.
Credeva che sarebbe morto, che quella fosse la fine. A un certo punto, vergognosamente, ci ha pure sperato.
“-sveglio...”
“Cosa! Davve-”
“Credo che-”
“Sens- Sensei!”
“Smettila di -lare, cretino!”
“Sakura chan...”
C'è una mano nei suoi capelli e le voci sono così vicine. Il calore intorno a lui, così come l'assenza di dolore e sconforto, lo hanno spiazzato, ma la morbidezza delle nuove sensazioni è così familiare che ancora non l'aveva notata. Ci sono gli uccellini nelle vicinanze e il vento fa frusciare le foglie, mentre il fuoco crepita accanto a lui.
Per un attimo pensa ai suoi cani, i suoi bellissimi fedeli canidi sfacciati e vezzosi che credeva non avrebbe più rivisto; a cui ha chiesto scusa per non essere riuscito a sopravvivere a quella disastrosa missione, prima di perdere conoscenza.
C'era però qualcun altro che meritava le sue scuse...
“Sensei...”
È un bisbiglio vicino al suo orecchio e Kakashi si ricorda all'improvviso di capelli rosa, occhi neri e ramen. Si ricorda del suo team, quello ancora in vita, ancora suo, il team sette che ha cresciuto lui o forse che è cresciuto in sua presenza; e non solo l'occhio è di nuovo nella sua testa, ma è anche immerso nel calore di persone che hanno odore di casa.
“Sensei,” mormora Naruto, “sei al sicuro, adesso.”
La mano del jinchuuriki finisce sul suo petto e lui si rende conto finalmente di non essere più nudo, di essere sopravvissuto al nemico. È vivo e al sicuro, più al sicuro di come si è sentito in tutta la sua vita. Kakashi si accorge che sta piangendo solo quando Sakura emette un suono atto a placarlo e gli accarezza le guance, asciugando le lacrime.
“Sensei,” bisbiglia lei, “per puro caso Naruto si è dimenticato di portarti una maschera pulita,” dice, con il tono di chi non è per niente dispiaciuto.
Lui sputa un'improvvisa risata che finisce in un singhiozzo.
La sua testa è stretta nelle braccia di Sakura che poggia le labbra tra i suoi capelli, Naruto è sdraiato per metà su di lui con la testa sul suo petto e Sasuke è sull'altro lato, rannicchiato contro la sua coscia.
Non ha la maschera ma va tutto bene, se lo sono meritato, o forse è arrivata l'ora di smetterla di fare il difficile con quei ragazzini pestiferi e complicati. Non ha neanche la giacca o la sacca dei kunai, ma ha una divisa pulita della sua misura ed è sano e salvo, circondato dal suo branco.
Kakashi schiude gli occhi e si trova davanti soffici ciuffi rosa oltre i quali larghi e preoccupati occhi azzurri lo scrutano con malcelata anticipazione. Dalla sua coscia invece, spostando più lo sguardo che la testa, Sasuke lo osserva con la profonda attenzione di un rapace.
Kakashi ingoia aria e apre bocca solo per richiuderla subito dopo. Poi ci riprova e scopre che è facile, che sa cosa vuole dire.
“Disgraziati,” gracchia, strangolato dalla ferocia di quell'amore.
E loro ridono. Quei disgraziati.








Ed ecco che alla fine è successo, Nali: quel pirla di Kakashi credeva che nessuno si sarebbe accorto della sua assenza e sarebbe andato a salvargli le chiappe... *let's facepalm together
Chiede scusa, lui.
Eh però, è evidente, è tutta colpa sua che non sa rimanere vivo schioccando le dita, non sa schivare le compagne di team suicide all'ultimo momento, non sa sconfiggere potenti mostri di chakra vecchi di millenni da solo, non sa fare il padre/babysitter/insegnante dopo dieci anni a sopprimere le emozioni negli ANBU, non sa gestire traumi infantili, non associa uno vestito da palombaro a un compagno morto sotto tonnellate di roccia, insomma, pare incredibile che sia un genio! Oppure?
Oppure Sarutobi ha preso delle decisioni decisamente discutibili per tutta la durata del suo mandato. Diciamocelo, quella di dare a Danzo tanto potere è stata un'idea poco lungimirante, come anche dimenticarsi di spiegare ai civili la differenza tra un bambino e un sigillo, ma la mia preferita è stata quella di lasciare che un brillante esperto di kenjutsu e un temibile veterano pluridecorato si suicidasse agli albori di un'altra guerra. Geniale.

Sorpresa delle sorprese, non c'è lucro. Zan zan zaaan



  
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