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Autore: xla    01/02/2022    0 recensioni
[Vegeta/Goku - Vegeta/Bulma - Goku/ChiChi]
Il cuore del Principe era puro, Goku non aveva dubbi. E avrebbe fatto qualsiasi cosa per il bene di Vegeta.
-Oh Vegeta… sei mio amico e sei ferito, perché dovrei lasciarti soffrire? -
-Perché non fai altro, Kakarot! –
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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What a Prince deserves
 
Capitolo 6
 
This is me - part. I
 
 
 
 
 
Goku doveva essere onesto con se stesso, perché lo era sempre stato e non vedeva il motivo per smettere adesso, lo doveva anche a Vegeta, dopotutto l’amico era andato a piede libero nella propria mente più volte nelle ultime settimane.
Non lo aveva fatto solo per aiutare Vegeta. Certo, quella era la prima motivazione e continuava a essere la principale, ma l’altro motivo era qualcosa che Goku si chiedeva fino a che punto Vegeta avrebbe ignorato: Goku voleva scaldare il ki freddo di Vegeta.
E una notte si era ritrovato a chiedersi che profumo avrebbe Vegeta se avesse ancora la sua coda, anche se quello di sempre era comunque molto buono. In poco più di un anno non era riuscito ancora frenare la sua fantasia.
Whis aveva dato loro il permesso per queste sessioni, a patto che non intaccassero gli allenamenti, perché sarebbe davvero un peccato rallentare: entrambi stavano andando bene, per essere mortali, e che presto avrebbero potuto raggiungere un buon livello e soprattutto, riuscire a gestirlo, che era la cosa più importante.
Ma i saiyan non erano famosi per la loro pazienza anzi, Vegeta e Goku ne avevano anche troppa, almeno secondo il Principe e sempre secondo questo, Goku non era impaziente, ma solo un cucciolo nel corpo di un adulto.
Il Maestro Whis aveva rimproverato Goku più di una volta, perché il saiyan della Terra si distraeva troppo con il ki di Vegeta che ogni tanto esplodeva e doveva trattenersi dal volare o teletrasportarsi da lui per vedere cosa fosse successo, se stava bene o anche solo spinto dall’eccitazione dovuta dalla potenza dell’amico.
-Goku, sei vicino a controllare completamente il ki divino. Anzi. A superare la forma del super saiyan god. – Goku spalancò gli occhi e Whis sorrise: - Pensavi che non mi fossi accorto che cercavi di più? Non ti eri chiesto perché ho intensificato i tuoi allenamenti o perché non sei più passato dalla stato di vivo a morto e viceversa? – sorrise con un’espressione scherzosa: - E stai tranquillo, Lord Beerus ancora non sa nulla. Sarà una bella sorpresa. -
-Maestro Whis… - sussurrò il saiyan. – La ringrazio. Ci sono altri allenamenti che posso fare? C’è davvero altro oltre il super saiyan god? –
Whis mise una mano dietro la schiena e si schiarì la voce: - Ti sei applicato così tanto senza sapere neanche se c’era un altro livello? –
-No, in verità… io sentivo, che c’era altro, ma non sapevo che esistesse davvero. –
-Vegeta ne è a conoscenza? –
-Oh, beh… - arrossì. 
-Goku, - sospirò l’angelo, - So dei vostri piccoli allenamenti privati con il vostro legame. –
Il saiyan della terra ridacchiò portandosi una mano dietro la nuca: - Vegeta lo diceva che lei lo sapeva! –
-E sono certo che non ne avrete ancora per molto. –
La voce di Whis era calma e tranquilla ma d’altronde la creatura lo era sempre, anche quando doveva trattare con un irascibile Lord Beerus, che passava il suo tempo a mangiare e dormire e lamentarsi. Goku trovava divertenti i siparietti tra i due. Una volta, durante una sessione del loro collegamento mentale, Vegeta aveva visto che lo immaginava con gli abiti del Dio della Distruzione e si chiedeva se sarà sempre Whis il suo angelo custode, in risposta era arrivata una risatina spazientiva e divertita e un “concentrati Kakarot, se non vuoi che rimanga qui per sempre”… a Goku non sarebbe dispiaciuto, ogni cosa che riguardava Vegeta, in realtà, non era male, soprattutto se poteva stare vicino a lui. Ma come Dio della Distruzione non avrebbe potuto, no, perché Vegeta aveva dato la sua parola, stava seguendo l’addestramento anche per quello, per il percorso dell’hakaishin, della distruzione… aveva visto cosa faceva, lo aveva sentito e si chiedeva come poteva Vegeta riservare spazio solo al pensiero della distruzione e goderne, anche. 
-Kakarot! – gli diede una scossa Vegeta direttamente nella mente e Goku si svegliò dal suo sogno ad occhi aperti.
Erano nella loro stanza condivisa, seduti per terra uno davanti all’altro: era come passavano le loro serate per dedicarsi agli esercizi con il loro legame. Ma Vegeta si stava alzando irritato.
-Aspetta, cosa fai? –
-Non ci stai con la testa, e io non sto facendo questa pagliacciata per perdere tempo. Avevi detto che era un modo per raggiungere il ki divino. Tzè, sono un apprendista Dio della Distruzione e non ho ancora imparato il ki divino! – borbottò nervoso: - E perché? Tu non riesci a focalizzare la tua mente, neanche dopo gli anni di meditazione. Io non perderò il mio tempo così. – 
Goku allungò una mano, afferrando il polso di Vegeta. 
-Scusami. Ultimamente io… non sono molto concentrato, sì. Ma ci siamo vicini, me lo sento. Lo dice anche il Maestro Whis. – sospirò, dispiaciuto di vedere l’altro così frustrato: - So come ti senti… ma non possiamo mollare. –
-Mollare? – invece che allontanare la presa, Vegeta si rigirò, mettendosi per terra in ginocchio e il viso livido, afferrandolo per le spalle della parte superiore della sua divisa, al body. – Come osi? Sai cosa penso, idiota? Che lo fai di proposito, a non lasciarmi capire come funziona il ki divino! Ti limiti a lasciarmi volare nella tua mente e a mandarmi ondate di calore, cosa dovrei farci io della tua compassione? – urlò sputacchiando della saliva che gli arrivò in faccia. Se fosse stato umano, le orecchie gli avrebbero fischiato tali erano le sue urla. Partivano dal petto, da un punto più profondo dei muscoli, del cuore e delle ossa. 
-Non sono- non provo compassione… - rispose, confuso, la coda che si agitava dietro la schiena, desiderosa di andare avanti e stringere Vegeta, ancora, ma Goku si trattenne. Doveva avvolgerla attorno alla propria vita, come gli aveva sempre detto l’altro, ma non ci riusciva, non gli veniva naturale. 
-Tieni per te quella roba, qualunque cosa sia. – ringhiò. – Ho un obbiettivo e anche se tu hai già raggiunto il super saiyan god, non puoi prenderti il lusso di una pausa, non quando sappiamo entrambi che sei già oltre la forma god. – lo spinse e Goku poggiò i palmi al pavimento per non cadere steso.
-Vegeta… prendi il mio ki… - sussurrò. 
-Tzè, e io dovrei abbassarmi a prenderlo da una terza classe come te? – incrociò le braccia al petto, restando a poca distanza da lui per terra.
La coda di Goku vibrò e andò da sola attorno la vita, ne restò stupito, ma non voleva controllarla. Questa volta era accaduto naturalmente, perché fermarla? 
-Vegeta. – parlò seriamente, sperando di farlo ragionare e consapevole di stare per dire qualcosa che avrebbe acceso la miccia della furia del Principe: - Sappiamo perché siamo ancora bloccati. –
-Oh e sentiamo l’improvvisa perla di saggezza! – lo canzonò con rabbia.
-Non abbiamo aperto completamente il legame e non stiamo cercando nei posti giusti… -
-Ma hai detto tu che mi davi libero accesso alla tua testa… -
Goku annuì: - Tu non hai aperto la tua parte di legame. –
-Questo perché non voglio che girovaghi nella mia mente. Ho una cosa chiamata privacy e pudore, al contrario di te. – sputò ancora, ma con meno ira di quella che si aspettava, e la cosa lo fece sentire speranzoso. 
-Allora vai più a fondo nella mia, sento che ti sei trattenuto. – lo incitò.
-E ho una cosa chiamata rispetto per la privacy altrui, anche quando l’altra persona ne è priva. – aveva tutta l’aria di essere un forte rimprovero ma Goku non aveva davvero niente di cui vergognarsi. In quel momento non gli importava nulla, tranne che Vegeta ottenesse un modo per la forma god. 
-So che una volta ottenuto il ki divino riuscirai a controllare la forma in pochissimo tempo. – disse con totale sincerità nel viso tanto nella voce: - Che il vero combattimento è riuscire a trovarlo. Ma se dentro di me c’è qualche indizio allora perché ti trattieni? Non l’hai mai fatto! – sorrise – Pensi che non possa prenderlo? – sperando che stuzzicandolo avrebbe mosso le acque.
-Kakarot… - disse Vegeta con tono un po’ tremante di rabbia e Goku aveva invece sperato che attingere alla prospettiva di una sfida lo avrebbe aiutato.
-Cosa? –
-Controlla i tuoi feromoni. – 
L’espressione di Vegeta era come uno che voleva respirare e si trovavano anche in una stanza con la finestra aperta sì, ma ancora un luogo chiuso. Goku arricciò il naso, non sentiva niente, tranne l’odore delle lenzuola pulite, la vegetazione fuori e l’odore tipico di Vegeta- sì, i suoi sensi si erano amplificati, ma era ironico che l’unica cosa che non sentisse fosse il proprio di profumo. 
-Lo sto facendo? – domandò, curioso.
-Sì. –
-E… cosa senti? – 
Vegeta arricciò il naso, con una smorfia: - Che razza di domande… sei davvero senza pudore, Kakarot! –
-Puzzo? – si odorò le ascelle, si erano lavati entrambi prima di dichiarare chiuso il giorno di allenamento. Le saponette non avevano un profumo particolare, erano abbastanza neutre, tranne quelle di Lord Beerus che erano davvero un grande repertorio tra cui scegliere, ma la divinità non permetteva a nessuno di usarle, così loro si lavavano con quelle che aveva rimediato il Maestro Whis, non si lamentavano però, andava bene così, non avevano richieste particolari, una saponetta o bagnoschiuma valeva l’altro.
-Oh, per tutti gli dei! – sospirò Vegeta. – No, Kakarot, non puzzi! Non è quel tipo di odore. – si coprì il viso con una mano come a cercare la calma interiore. 
-Non lo sento… non so quando- -
-Fa niente. – tagliò corto Vegeta, come se non volesse parlarne: - Stai solo attento. – 
-Dicevi che non era cattivo. – avanzò verso di lui, camminando a quattro zampe: - Di cosa sa? –
Vegeta arrossì e lo guardò male. 
-Il tuo è un modo carino per non dirmi che ho un cattivo odore, Vegeta? –
-Oh, ma per favore! – ringhiò. – Da quando mi faccio scrupoli? Giusto l’altro giorno ti ho detto che ho visto dinosauri mangiare con più grazia di te! Ho dormito meglio durante le missioni sotto il comando di Freezer quando ci bombardavano, piuttosto che passare la notte nella stessa stanza con te che russi come una delle macchine terrestri che neanche Bulma riesce a riparare! – agitò le braccia: - E Trunks è più ordinato di te ed è un dannato moccioso, persino lui riesce a tenere in ordine i propri giocattoli e non è il più ubbidiente dei bambini! Ti perdi persino su questo pianeta che è un decimo della Terra, perché non hai il minimo senso dell’orientamento. E hai rotto quasi la metà della bocce del Pesce Oracolo perché non riesci neanche a tenere in mano una boccia per pesci senza farla cadere! – si sporse verso di lui, mostrando i canini: - E con le tue domande idiote, rischi di far arrabbiare Lord Beerus e farci cancellare dall’esistenza. Perché sei irritante, Kakarot, sei un cucciolo troppo cresciuto privo di consapevolezza dotato di forza divina, che non vede il male neanche quando gli spacca la faccia, perché per il grande e dolce Kakarot, anomalo saiyan, tutti sono buoni e meritano una seconda possibilità! –
Goku neanche si era accorto di aver fatto tutte quelle cose che erano appena state elencate. Si comportava sempre così? Dopotutto c’era un motivo per cui i suoi amici e la sua famiglia lo sgridavano spesso… ma questo era Vegeta…
-Tu invece ti sei allenato duramente. – rispose, sorridendo, mentre la coda si slegava dalla vita: - Sei diventato fortissimo e non vedo l’ora di vederti arrivare allo stadio di super saiyan god. E hai un profumo molto buono. –
Vegeta si allontanò, alzandosi dal pavimento e andando verso il proprio letto, sbuffando come se si aspettasse qualcosa del genere: - Non si può fare neanche una litigata con te! Io ho dato per oggi, Kakarot, fai quello che ti pare, vado a dormire: non fare troppo rumo- oh, ma che parlo a fare? – scosse la testa mentre si levava la parte superiore della divisa.
Goku anche si alzò; Vegeta non gli aveva risposto, e di avvicinò a lui, quando notò una cosa sul collo dell’amico, adesso che aveva rimosso uno strato del suo usuale vestito, era esposto fino quasi la clavicola.
-Ehy, Vegeta, ti sei fatto male? – 
Sul collo c’era un segno rosso che sembrava infuocato, possibile che il saiyan non se ne fosse accorto? O che lui non avesse sentito nulla durante il loro esercizio con il legame?
-Mh? Cosa stai dicendo? – chiese un po’ infastidito ma al tempo stesso annoiato come se stesse davvero parlando con un bambino.
-Qui. – sfiorò con un dito il punto e Vegeta tremò, girandosi di scatto e andando oltre il letto con un balzo, mettendo distanza tra loro due. Goku lo guardò seriamente preoccupato.
-Vegeta… ti sei ferito e non hai detto niente? – per reagire in quel modo doveva essere qualcosa di molto doloroso. Sapeva che non avrebbe voluto farsi curare da lui, anche se Goku non era sicuro di riuscire a sistemarlo, ma ci avrebbe provato: - Perché non l’hai detto al Maestro Whis? – 
-Perché prima non c’era e finché non l’hai toccato neanche ci avevo fatto caso! – rispose secco e scontroso, muovendo la testa per cercare di vederlo, poi andò alle finestre e il suo riflesso mostrò un segno ben visibile. Lo studiò al meglio, visto che non avevano uno specchio, ma nessuno dei due aveva la minima idea di cosa fosse. 
-Vegeta… lasciami fare qualcosa. –
-Cosa hai in mente? –
-Apri il legame, fammi controllare. –
-Oh, ti piacerebbe. – lo prese in giro.
-Sì. – rispose sinceramente Goku, cosa che spiazzò un po’ l’altro: - O me, o il Maestro Whis, non m’importa, ma non stiamo andando a dormire mentre tu hai quella cosa sul collo. - 
Vegeta serrò la mascella, avrebbe sicuramente voluto ignorare la cosa o avere chiunque altro dinanzi, ma per qualche ragione, cedette.
-Tu e il tuo dannato odore, Kakarot. Procedi! – era quasi un ordine e Goku dovette riprendersi presto dalla sorpresa.
-Oh… oh, ok, sì, va bene. Torniamo seduti per terra. –
Sistemati come era loro abitudine, questa volta fu Goku ad andare da Vegeta nel legame, trovando un luogo molto simile alla porta dalla Stanza Gravitazionale che Vegeta aveva a casa. Provò ad aprire la porta, ma questa era chiusa, tentò con più forza, ma sembrava sigillata. Goku volò attorno alla zona ma l’unico posto plausibile per entrare sembrava quello, così provò a chiamare l’altro saiyan, ricevendo solo il silenzio, neanche il proprio eco. Tentò ancora e ancora, ma Vegeta non rispondeva.
Non era mai successo che non riuscissero a comunicare quando erano collegati così, anche vero che Goku non era mai stato nella mente di Vegeta così- Vegeth era un’altra storia, era più un… sovrapporsi? Questo invece era il mondo di Vegeta a tutti gli effetti, e lo aveva fatto arrivare fin lì. 
Sorrise con gratitudine e posò una mano sulla porta dura, provando a inviare all’amico un flusso emotivo che lo avrebbe fatto arrabbiare, ma Goku sapeva che non poteva trattenersi dal ringraziarlo per permettergli di essere in quel luogo. Gli inviò anche una promessa: ti aiuterò.
Notò solo in quel momento che sulla porta vi era un oblò di vetro, esattamente come la stanza per l’allenamento personalizzata che gli aveva costruito il papà di Bulma, e la pressione dovuta alla gravità che era esercitata all’interno era grande, al punto che anche lui faceva fatica a distinguere gli oggetti spartani al suo interno. 
Ma la porta era ancora chiusa. Goku guardò la serratura: era aperta, ma non poteva forzarla fino a romperla, no, non lo avrebbe fatto.
Vegeta, pensò intensamente al suo amico e Principe, io non entrerò se non mi vuoi, ma dobbiamo capire cos’è quella ferita, se può peggiorare e… - scosse la testa, - so che non vuoi il mio aiuto, non l’hai chiesto: sono io che lo do liberamente. Se mi permetterai di entrare qui dentro allora guarderemo solo se c’è un indizio per quella ferita e nient’altro. Dopo puoi anche prendermi a calci, okay? scherzò, cercando di farlo sorridere, se lo stava sentendo e si fece coraggio, aggiungendo l’ultima cosa, anche se il suo cuore non era d’accordo e raramente il suo cuore si era sbagliato. E non ne parleremo mai più, possiamo anche finirla con questa storia del legame. Ma mi hai dato la tua fiducia e io non la tradirò.
Si appoggiò con la schiena alla porta sentendola gelida, in attesa, l’istinto che lo invitava con necessità a produrre delle lievi fusa dal petto, come quando cercava di tranquillizzare Goten, ma sapeva che doveva bloccarlo. 
Forse Vegeta aveva sentito tutti quei pensieri, lo avrebbe scoperto solo alla fine, in base a quante botte gli darà. 
Gettò la testa alla parete, sfregandola lì chiudendo gli occhi: fece il movimento più di qualche volta, alla ricerca di qualche idea, ma scoprì che era rilassante. Dopo un paio di minuti, la porta si aprì del tutto e Goku sussultò, la coda agitata dall’eccitazione per l’invito. 
Se quella camera fosse stata reale avrebbe ceduto alla pressione enorme che vi esercitava all’interno, ma invece che essere frutto dei circuiti della Capsule Corp. la gravità maggiore era dovuta ai pensieri, alle emozioni di Vegeta, al suo nucleo, dove risiedeva almeno una parte dello spirito del saiyan. Ed era un ambiente ancora più freddo della porta, come il ki di Vegeta quando si erano rivisti a casa di Gohan.
Vegeta era lì, non c’era fisicamente o meglio… tutto quello, era Vegeta. A Goku piaceva, ma sentiva tutt’attorno un forte senso di rabbia, insoddisfazione e negazione… la maggior parte rivolte verso di lui. Alitò e il fiato divenne una nuvoletta che si dissolse nel nulla.
Annuì a Vegeta, e fedele alla propria parola, iniziò subito a cercare la fonte di quella ferita: non aveva l’aspetto di una ferita da combattimento, e lo spirito accumulava ogni cosa, quindi doveva esserci una traccia. Si mosse con cautela, preoccupato di fare del male all’amico in un modo peggiore di un’esplosione di ki, consapevole di quante altre volte lo avesse già fatto. Decise quindi di azzerare il più possibile il proprio flusso emozionale. A palmi aperti, attento a non toccare nulla, volò accuratamente ovunque, cercando di rivelare qualcosa che non doveva essere lì. 
Sentì un risolino. 
-Tu non dovresti essere qui. – la voce di Vegeta lo raggiunse.
Goku ridacchiò a labbra chiuse, senza rispondere, continuando al sua ricerca. Vegeta aveva ragione e lui aveva una promessa da mantenere.
Un pannello annerito attirò la sua attenzione e si avvicinò le mani lì: se fosse stata la fonte di quella ferita allora avrebbe usato subito il ki curativo. Il pezzo tremò con rabbia, ma suonava come un rumore familiare, vecchio… non poteva essere nuovo come quello che avevano visto sul collo del saiyan. 
Goku si morse l’interno guancia: era lì per uno scopo, ma come poteva lasciare che Vegeta soffrisse? Aveva senso aiutare, dopotutto era lì davanti! Notò che delle diramazioni nere partivano dal pannello e continuavano verso il basso, oscurando anche altre parti, finché non si tuffarono sotto il pavimento. Era quella la fonte? 
-No. – rispose Vegeta.
Allora Goku sospirò: - Non possiamo saperlo. –
-No. – ringhiò il Principe. 
-Vegeta… - cercò allora di placarlo il saiyan della Terra, - So quanto questa cosa ti faccia arrabbiare. Che… non vorresti mai che guardassi dentro di te… Ma- e se fosse da lì, che arriva quella ferita? –
-Ho detto di no! – urlò e Goku venne spinto lontano da uno scossa di energia.
Goku voleva così tanto accettare il volere di Vegeta, ma non conoscevano la provenienza e la portata di quella ferita e il motivo per cui era rosso acceso. Sicuramente si sarebbe nascosta dove Vegeta non avrebbe mai voluto vedere. 
-Kakarot! Hai promesso! –
-Vegeta! - 
La coda di Goku cadde floscia dietro le gambe: non si sarebbe arreso, e non avrebbe infranto alcuna promessa! Non poteva lasciare Vegeta in mezzo a quel gelo, convinto di essere solo.
-Non osare forzare la mia mano… - lo minacciò il Principe. – Ricordi quando ti parlavo di rispettare la privacy altrui? Ecco, fallo! –
-Vegeta… - pensò a quanto tempo doveva aver passato in un luogo come quello, per diventare più forte, per superarlo. Prese un profondo respiro, che sapeva di tutti i sentimenti negativi di Vegeta: - Se mi lasci guardare io… chiederò al Maestro Whis di spezzare il legame che abbiamo. –
-Co- cosa? –
-Sono sicuro che lo possa fare, o che conosce un modo, non lo so. – disse, velocemente, gli occhi fissi nel punto sul pavimento dove scomparivano quelle radici nere: - Prima intendevo che non avremo più nominato il legame, adesso ti prometto che troverò un modo per romperlo. –
-Lo faresti davvero? Sei serio? – la voce di Vegeta era curiosa, quasi shockata. 
-Sì. – la coda si andò ad avvolgere attorno la vita. Non sapeva se anche qui fosse possibile sentirne l’odore, ma non voleva far arrabbiare Vegeta e forse tenerla stretta come un bravo saiyan avrebbe impedito alla coda e a se stesso di rilasciare qualche feromone, non si trattava di lui, ma del Principe.
Voglio solo che tu sia felice.
Lentamente, molto lentamente, il pavimento si aprì, rivelando un pozzo nero come l’oblio e denso come la melma. Il cuore di Goku faceva male, voleva immergere le mani lì dentro e levare quella roba dal nucleo di Vegeta. 
Ringraziando Dende e Vegeta, Goku controllò se sentiva provenire la stessa fonte la lì: no. 
-Ora sei contento? - la voce di Vegeta lo beffeggiò.
-No, affatto. Pensavo che fosse qui… - invece sentiva solo un immenso gelo.
-Te lo avevo detto, ma tu no, si deve sempre fare quello che dici tu. Tzè. –
-Qui dentro c’è… Vegeta, lascia che io- -
-No! Hai promesso, non ti facevo uno che dimentica le promesse! – lo avvertì. 
-Ma non posso lasciarti così. –
-Non puoi pulire quella roba, Kakarot. –
La sfida si accese nel cuore del saiyan terrestre: - Posso, voglio. Non me ne andrò finché tutto questo dolore non sarà sparito! – il ringhio sorprese il Principe, mentre la melma era così fredda che fumava sbuffi di fumo ghiacciato.
-Cosa ti importa? –
-Lo sai benissimo! – rispose con voce ferma e bassa, gli occhi che fissavano quella melma che sembrava prendere vita sentendo le sue parole. – Sono qui, non farò le cose a metà! –
Vegeta non rispose mentre lui metteva i palmi su quella fogna oscura, cercando di concentrarsi per usare il potere della guarigione. Ma quella roba nera ribollì, dei piccoli fili viscidi si alzarono avvolgendo le dita, i palmi e i polsi: spingendolo. Questo era tutto quello che serviva a Goku per aumentare di più la portata del flusso, con respiri lenti e misurati non si lasciò controllare dalla rabbia, ma dalla speranza e dalla voglia di aiutare l’amico: avvolse le mani attorno a quei fili come per tenerli al sicuro, e questi sicuramente abituati a trattamenti crudeli si aspettavano di essere tirati, tagliati, non cullati con affetto, volendo disperatamente riscaldarli.
Il liquido sporco semi denso gorgheggiò e altri fili si alzarono, più spessi, afferrandogli i bicipiti e il petto, due di loro andarono attorno al collo come un avvertirlo, un lieve sospiro freddo gli uscì dalle labbra.
Ma Goku non si scompose, non si ritrasse, non li staccò: aprì le mani sentendo che la presa su di esse era lieve non più ferma come prima, la sua coda che curiosa andava ai fili grandi al collo, avvolgendoli e carezzandoli in un gesto che voleva trasmettere collaborazione e che non era una minaccia. 
Deglutì e sentì la consistenza di quella sostanza premere sul pomo d’Adamo. Non era certo di avere energia a sufficienza per pulire quel buco, sembrava un profondo pozzo scavato nell’anima… ma si sarebbe volentieri tuffato lì dentro, si sarebbe servito a qualcosa. 
Non avvertiva pericolo, solo paura. 
Quel posto era il passato di Vegeta, il triste e pessimo passato di cui si vergognava… e non, vergognandosi anche per non farlo. Dei giorni, anni, al servizio di Freezer. Le missioni, le tradizioni saiyan gettate al vento da tutti perché erano considerati una razza estinta e il Principe dei saiyan che non poteva avere il suo regno, il suo popolo, quando sin dalla nascita gli era stato insegnato questo: essere Re un giorno. 
Goku sentiva cosa aveva provato Vegeta la prima volta che lo ha visto trasformato in super saiyan: non pensava solo che avesse fatto qualcosa alle sue spalle, ma sentiva anche una sorta di spinta di ammirazione per questo guerriero dai modi mai visti prima e cresciuto in un luogo come il pianeta Terra. Se poteva riuscirci una terza classe allora poteva anche lui, no? Era così ovvio, la strada allora non era così difficile. 
Ma quello che Goku trovò dopo fu una cosa che mai si sarebbe aspettato: ammirazione. Perché sì, non era stato il Principe a raggiungere per primo il livello del super saiyan… ma vederlo palesato davanti i suoi regali occhi era come la testimonianza che la razza saiyan non era scomparsa, che si dimostrava ancora una volta una stirpe di folli combattenti votati solo alla battaglia e alla vittoria o alla morte in guerra. 
L’orgoglio di un Principe per il suo soldato.
Ed era così diverso, mille volte più intenso di quando di erano uniti con i Potara.
Goku non era certo di saperne il significato, se non fosse stato per Vegeta avrebbe capito solo che era qualcosa di molto importante per l’amico e poco altro… invece era un sentimento ben radicato in profondità. Quasi quanto l’odio che Vegeta provava verso Freezer, per tutto quello che aveva fatto ai saiyan.
In quel luogo le barriere sembravano non esistere, e videro sovrapporsi la vita da sicario di Vegeta e la battaglia su Namek.
-E tu lo volevi lasciare in vita. – sentì la voce di Vegeta. – Ha trattato i saiyan come schiavi o poco più, e tu hai avuto misericordia di lui… capisci la rabbia che hai provocato in me, Kakarot? Vederti come il guerriero dai capelli dorati era come vedere la furia degli inferi alzarsi fino in cielo, venuta per prendere la sua vendetta contro quel bastardo di Freezer! –
-Uccidere Freezer non avrebbe fatto tornare in vita nessuno… - sussurrò Goku, affranto dal dolore che sentiva come proprio. Quei fili umidi e neri che adesso sembravano cercare riparo tra le sue mani.
-Non hai vissuto quello che hanno vissuto gli altri saiyan, Kakarot. Sei alieno tra i saiyan e lo sei tra i terrestri… eppure hai sempre difeso la Terra e gli altri pianeti. – 
-Hai ragione. Non so cosa significa essere un saiyan… se lo fossi anche solo un po’… probabilmente non avrei dato quell’opportunità a Freezer. –
-Ha ucciso quello che chiami migliore amico, ha sterminato i saiyan, milioni di altri pianeti e civiltà che non puoi neanche iniziare a contare, ha massacrato quelli che chiami innocenti e tu? Gli hai dato una parte della tua energia… - ringhiò. – Dopo quello scontro quanta te ne era rimasta? No, non rispondere, lo so… era a malapena sufficiente per te e noi saiyan non possiamo sopravvivere nello spazio, quel bastardo sì… hai rischiato la tua vita per salvare la sua… sei una vergogna anche come terrestre… - ridacchiò.
-Pensavo che aver provato quello che aveva dato ad altri gli avrebbe dato un suggerimento di come fosse sbagliato vivere ferendo e uccidendo gli esseri viventi… - rispose con sincerità, non solo perché Vegeta poteva vedere e sentire tutto, ma perché non voleva mentirgli.
Vegeta rise, ferito e irato: - Cosa? La tua amata compassione? Mh, e non provare neanche a vendermi la storia del voler lasciare in vita l’avversario per permettergli di diventare più forte, no… tu credi così tanto che tutti siano buoni che pensi che valga anche per qualcuno come Freezer. O per me. –
-Vale per tutti, perché non dovrebbe farlo per te? -
-Kakarot. Sei stretto nelle spirali di quel fango che è la mia anima, dannazione: sei così ottuso? –
Goku allora capì perché sentiva quella spinta di tuffarsi dentro quella melma. La sua coda sembrava disperava per alleviare la disperazione che proveniva da quei fili. 
-Non sei cattivo, Vegeta… hai avuto una vita terribile, non sei cattivo. Non lo sei mai stato. – 
La voce sincera e innocente fece ringhiare il Principe: - Ho sterminato specie aliene! Li guardavo strisciare e li facevo esplodere! Mi divertivo! – 
Goku sfiorò con i polpastrelli i fili intrecciati alle proprie mani: - Conoscevi solo quello, hai voluto che esistesse solo quello. Non hai avuto scelta, Vegeta. – 
-La scelta? Tze. – rise, maligno e cattivo: - Sono un saiyan, ci piace uccidere. Siamo animali. –
Goku fece una smorfia dolorosa, per tutto quello che sentiva dall’amico: - Hai avuto solo quello per così tanto… che ti sei convinto di essere qualcuno a cui piace fare del male, non sei così… sei buono, Vegeta, e sai amare. Sei amato. – 
-Lascia fuori Bulma da tutto questo! E ti ripeto di non darmi quella tua dannata compassione. – 
-Ti manca, vero? – attorno non c’era niente che riguardasse la scienziata, ma Goku era pronto a scommettere che lei era custodita e ben curata in un luogo segreto dentro Vegeta. Sorrise: - Sono sicuro che manchi a lei. Sono felice che state insieme… - sentiva qualcosa nascere dal petto, - Quindi diamoci una mossa, così puoi tornare da lei. – 
Fosse stato per lui sarebbe rimasto in quella stanza per molto, molto tempo, ma era già passato troppo tempo e non aveva ancora trovato niente che richiamasse quella ferita. Era stato distratto da quelle radici nere e poi da quel foro dentro e oscuro. 
Carezzò i fili che si stavano ritraendo con lentezza, la coda che li seguiva mettendo la punta nell’oblio freddo. Era così tentato di immergersi, rassicurare… ma non era il momento. Né ora né mai. 
Accompagnò le voragini del pavimento a chiudersi con l’energia curativa, sapeva che era dannoso sigillare, ma non poteva forzare Vegeta, un giorno avrebbe dovuto fare i conti con il passato, ma non era questo quel giorno. 
Si sollevò in aria, sperando che una vista dall’alto potesse ancora essere una buona idea e si avvicinò al centro della stanza dove c’era una colonna portante, in basso i comandi identici a quella della camera gravitazionale, alcuni pulsanti mancavano e due display erano rotti. Goku passò le mani lì sopra, sperando che qualcosa si movesse. In alto vide una lucina rossa, come un rubino incastrano nel materiale della colonna.
Si avvicinò e riprovò con le mani, questa volta sentì qualcosa:
-Vegeta, penso che ci siamo! – disse, contento. 
-Quella cosa non era lì poco fa. – rispose Vegeta.
-Ma la senti? – 
-No. - la voce era infastidita e Goku poteva capirlo, si trattava di qualcosa di estraneo dentro il corpo, normale volerne sapere di più. 
-Neanche io. Non sento alcuna energia negativa! – forse era magia? I saiyan sono quasi immuni alla magia, ma con delle eccezioni e davvero, non c’era niente lì sul pianeta di Lord Beerus, se Vegeta si fosse ammalato? – Forse è come quel virus che ho avuto io… - sussurrò sovrappensiero, preoccupato: - Quando ho sentito quel dolore era troppo tardi. – 
-Da qualche parte, sei morto. – intervenne Vegeta. 
Goku ridacchiò: - Chissà come devi esserti arrabbiato, Vegeta. Hai sempre detto che devi essere tu a uccidermi! – voleva alleggerire l’atmosfera, ma l’aria rimaneva pesante e fitta. – Scusa, non è il momento, ricevuto! Facciamolo! – piazzò le mano a coppa sulla luce, concentrandosi e focalizzando l’energia cercando di trovarne l’origine. Se capiva cos’era poteva fare qualcosa. 
La luce rubino iniziò a ricambiare le attenzioni, espandendo di poco il proprio ki, come se fosse viva: era calda, accogliente e non sembrava una minaccia, era come se avesse trovato il suo posto. 
-Non vuole farti del male e... – salì ancora sulla colonna fino al soffitto: - La percepisco anche qui, è come se si stesse espandendo, alla ricerca di qualcosa. – 
-Cosa ci fa quella cosa dentro di me? –
-Non lo so, Vegeta… io- io sento che non è- -
-Se stai per dire che “non è un’energia cattiva”, ti ammazzo! – ringhiò.
Goku era contento, un poco, se il Principe lo minacciava significa che le cose stavano andando bene.
-Va bene, - disse, usando il tono che aveva quando stava per prepararsi alla battaglia: - Leverò questa luce. – ma l’energia curativa non funzionava, ci provo di nuovo, si concentrò di più, per lunghi e lunghi minuti, finché Vegeta non urlò frustrato:
-Estirpa quella roba! –
Tutto quello che Goku riusciva a pensare era che non avrebbe mai permesso che accadesse qualcosa a Vegeta. Caricò un pugno e lo piantò nella colonna, chiedendo scusa mentalmente all’amico, proprio in quello che sembrava essere il cuore di quella luce. Ancora e ancora, ma non riusciva ad afferrare nulla. Guardò dentro il buco che aveva creato e decise di fare quello che non poteva con l’altro luogo oscuro, si tuffò dentro, pronto per affrontare qualunque cosa.
Ma non successe niente, era circondato da quell’aura rossa e brillante, quasi non ci fosse, non gli faceva del male tranne scaldare l’ambiente circostante. Fluiva con naturalezza attraverso di lui, come se fosse qualcosa di normale, che aveva fatto più volte.
Goku d’istinto chiamò del ki sulla mano, che si andò a mischiare perfettamente con quello già presente.
-Vegeta… - la voce gli tremava, dubbiosa.
-Cosa accidenti significa? – scattò il Principe. 
Goku radunò tutto il suo coraggio: - Io… questo è il mio ki. –
-E cosa diavolo ci fa il tuo ki dentro il mio nucleo? Mh? Come ci è finito? – urlò, Goku aveva l’impressione di sentire la voce dell’amico ringhiare sul retro del proprio collo, alitando come un animale pronto a uccidere lo sciocco piccolo sprovveduto che si era addentrato nel suo territorio. 
Improvvisamente, Goku si trovò sul pavimento della loro stanza condivisa sul pianeta di Lord Beerus, gli occhi spalancati e la bocca aperta in soggezione dalla scoperta, questo significava solo una cosa: Goku si girò verso l’amico con un grande sorriso luminoso, ma Vegeta era di tutt’altro animo in quel momento.
Poggiato esattamente come lo aveva immaginato, sembrava una creatura pronta ad ammazzarlo, gli occhi accesi da una luce pericolosa e la bocca che mostrava i canini affilati. Tremava da quella che Goku sapeva essere rabbia.
-Cosa ti avevo detto? Dannato cretino! – urlò Vegeta. – Come hai osato! E dici che non vuoi umiliarmi? E allora perché mi hai dato il tuo ki, mh? Pensavi che non potessi riuscirci senza il tuo misericordioso aiuto? – 
Iniziò a colpirlo con una raffica di pugni, così privi di senso che non erano come i soliti pugni di Vegeta; Goku poteva capire, il Principe era così scosso che tutto quello che voleva fare era fare qualcosa e menarlo era sempre una buona idea a quanto pare.
Si stava parando senza sforzo, triste per vedere l’amico concentrarsi solo su quell’aspetto della faccenda. 
-Non so come sia potuto accadere, Vegeta. Non ti ho passato il ki divino, davvero. Hai deciso di seguire l’altro allenamento e l’ho rispettato, te lo giuro, Vegeta: non ho fatto niente! – gli afferrò i polsi e lo guardò in viso: - Ma adesso ce l’hai Vegeta, puoi diventare un super saiyan god! Possiedi il ki divino! – marcò le parole cercando di spostare l’attenzione su altro. 
Vegeta digrignò i denti e diede uno strattone alle mani, liberandosi, alzandosi e ancora allontanandosi da lui, mettendo una mano sul punto dove c’era la ferita rossa.
-Fa ancora male? – chiese a voce bassa Goku.
Vegeta non rispose e Goku abbassò gli occhi sul pavimento, sospirando poi si grattò la nuca: era un mistero di come ci fosse finito il proprio ki dentro il nucleo di Vegeta. Decise che non era stando per terra che le cose si sarebbero risolve, così si alzò anche lui ma senza avvicinarsi all’amico, scegliendo di sedersi sul proprio letto, pensando a cosa era appena accaduto: era molto a cui pensare. 
Vegeta lo aveva lasciato entrare, in genere il Principe era scostante e brusco e sebbene nel corso degli anni si fosse ammorbidito forse facendo uscire ciò che era il suo vero io… era ovvio che dopo una vita in un Impero distruttivo come quello di Freezer, Vegeta facesse fatica ad aprirsi.
Tutto quel dolore. E perché mai qualcuno dovrebbe voler vedere la propria anima in quel modo? Perché Goku era convinto che fosse volontà di Vegeta, il modo in cui si percepiva. Forse aveva solo bisogno di un nemico, qualcuno su cui focalizzarsi e scaricare la propria rabbia. Aveva sentito la furia verso Freezer e l’ammirazione verso di lui quando lo aveva visto come super saiyan… con la morte di Freezer cosa era rimasto a Vegeta? Una vita finalmente sua e se l’era creata! Ma le vecchie abitudini? Forse era così: tutto quello di cui necessitava era un rivale. E a memoria di Goku, era stato lui, a ricoprire quel ruolo per anni.
Avrebbe gioito, ma sapeva che questo non aveva soddisfatto il Principe, altrimenti perché tutto quel freddo? 
Osservò l’altro alla finestra, mentre osservava qualunque cosa là fuori, forse senza guardare niente.
La coda gli si arricciò alla vita, confuso e triste. Poi si ricordò della promessa che aveva fatto e il modo in cui Vegeta si era comportato quando erano uniti in quella sorta di fusione profonda.
Controllò il legame, dall’altra parte era sbarrato, più freddo e duro che mai. Il proprio lato era tentato di allungarsi e carezzarlo, si trattenne e mise anche lui una barriera, non capacitandosi di quanto fosse doloroso essere nella propria mente da soli, dopo aver sperimentato una tale condivisione- non era così quando erano stati Vegeth. Perché sentiva ancora quel freddo?
-Vegeta… - 
-Quando abbiamo combattuto. – se ne uscì dal nulla, - a casa di tuo figlio, quando sei tornato per meno di un giorno. –
Goku annuì con un sorriso dolce: - È stato un bell’incontro. Lo sono sempre con te. –
-Dopo mi hai guarito con quella tecnica. –
-Uh? Sì. –
Vegeta si voltò verso di lui, il viso illeggibile: - È un passaggio di ki. –
-Oh. –
-Già. Oh. – rispose Vegeta, che quasi voleva prenderlo a pugni per la semplicità della sua reazione.
-Ah… ah… - balbettò Goku, portandosi una mano alla nuca: - Quindi neanche ce ne siamo accorti… io non pensavo che basasse quello per avere il ki divino. -   
-L’ho avuto per tutto questo tempo… - bisbigliò Vegeta. 
-Penso che dobbiamo parlare con il Maestro Whis. – consigliò.
Vegeta fece cenno di sì con la testa, immerso nel suoi pensieri. Ma Goku non poteva ancora andare a dormire senza dire l’ultima cosa importante:
-Grazie Vegeta per la tua fiducia, manterrò la mia parola. – 
I loro occhi non si incontrarono per il resto della notte.
 
 
 
Durante la colazione parlarono con Whis, che sorseggiava un tea caldo mentre sembrava non prestare attenzione a niente attorno a lui. Alla fine del racconto, l’angelo posò la tazzina vuota e prese il suo bastone.
-Maestro Whis, davvero basta così poco per il passaggio del ki divino? – domandò Vegeta.
-Perché, se avessi saputo la proceduta saresti stato propenso a farla? –
-No, io- no. – arrossì il Principe. – Pensavo solo che fosse un rituale più complicato. –
Whis si voltò verso Goku e la pila di piatti vuoti davanti a lui: - Goku, tu non eri consapevole che fosse così, solo che poteva esserci un passaggio. –
-Sì. Vegeta aveva detto che voleva farcela da solo, se avessi saputo- -
Whis mosse il bastone: - Vegeta, so che puoi essere infastidito, ma oramai il danno è fatto. – ridacchiò.
-Se lo possedevo allora perché non sono riuscito a usarlo? – chiese, cercando di celare la frustrazione.
-Semplice, - sorrise l’angelo, - Perché non sapevi di averlo. Era messo in un luogo di te dove non volevi vedere. –
La risposta spiazzò i saiyan: ovviamente Whis sapeva tutto, sì, ma quanto?
Goku pensava che la domanda successiva di Vegeta sarebbe arrivata, invece il Principe era in silenzio come se non avesse più nulla da chiedere. Sicuramente troppo concentrato sulle nuove informazioni. Così si fece avanti: 
-Maestro Whis, c’è un’altra cosa. –
-Dimmi pure, Goku. – invitò, mentre mangiava un biscotto, era l’ultimo e Lord Beerus si sarebbe sicuramente arrabbiato perché erano i suoi biscotti preferiti. Ops. 
-Io e Vegeta abbiamo questo legame mentale. Si può rompere? – aveva dovuto forzare le parole a uscire, come se ogni fibra del proprio corpo si rifiutasse al solo pensiero.
-Oh? E come mai? – 
-Ah, eheh… - ridacchiò, passandosi una mano dietro la nuca, - A Vegeta non piace e gli ho fatto una promessa. –
-Un legame come il vostro è raro, in molte culture viene considerato sacro. Anche in quella saiyan lo è. –
Da come Goku sbatté gli occhi notò che Whis aveva colto la sua confusione.
-Non lo sapevi, Goku? – un piccolo sorriso verso Vegeta, che a braccia conserte si rifiutava di guardare chiunque.
-Io pensavo che fosse stata la fusione con i Potara a connetterci… non immaginavo che i saiyan- Vegeta, lo sapevi? –
Il Principe rispose con uno schiocco di lingua. 
-Ora, - riprese il discorso Whis, - Posso annullare il vostro legame, la domanda è: volete? Può essere cancellato solo se entrambe le parti sono d’accordo, altrimenti ci saranno delle conseguenze. Pensateci bene. –
La voce di Whis era delicata ma i ragazzi non si fecero ingannare, dietro quelle parole c’erano un mare di guai pronti all’orizzonte. 
Goku avrebbe tanto voluto contattare Vegeta tramite il legame per poter parlare con lui, ma sapeva che l’altro era totalmente schermato, barricato dentro il suo muro di ghiaccio. Goku non voleva che la connessione cessasse… gli piaceva, anche se non poteva usarla davvero, il solo pensiero era bello. Sapere di avere qualcosa in comune con Vegeta era così bello.
Ma era evidente che per Vegeta non fosse così, aveva fatto tutto solo dopo che Goku aveva dichiarato che a fine fusione mentale avrebbe chiuso con la faccenda del legame. Lo aveva lasciato entrare nel suo nucleo, vedere e toccare l’anima… doveva odiare davvero quel legame. 
Goku si aspettava che Vegeta parlasse, invece non disse nulla, ancora. Pensava che sarebbe arrivato a minacciare Whis pur di ottenere la rottura.
-Maestro Whis. – 
Il respiro di Goku si bloccò: ecco, adesso Vegeta avrebbe detto che sì, voleva tagliare ogni cosa e lui avrebbe solo potuto annuire. Guardò l’amico, chiedendo scusa con gli occhi per non aver mantenuto fede alla parola data fino alla fine. Era lui che doveva parlarne con Whis e dire sì, che volevano tutto spezzato ora e subito. Ma Goku non riusciva a dire quella bugia, avrebbe annuito per Vegeta, quello sì, ma dirlo a voce… no. 
-Sì, Vegeta? –
-Il legame ha qualche agevolazione per la gestione del ki divino? –
-Oh? – l’angelo piegò la testa di lato.
-Diceva che non si vede tutti i giorni il passaggio di ki divino. –
-L’ho detto. – rispose, sorridendo sornione. 
-Allora, Kakarot. – lo chiamò, il sorriso strafottente di nuovo sul viso arrogante: - Che ne dici di vedere cosa succede? –
Il saiyan della Terra restò totalmente sorpreso, poi un sorriso gli aprì le labbra, già sentendo l’adrenalina di una nuova sfida: - Vediamo cosa sa fare questo ki divino quando è condiviso! – 
Il sorriso che gli rivolse Vegeta gli faceva venire voglia di provare subito a mettere alla propria questa nuova conoscenza, non si accorse dell’espressione saputa di Whis, e neanche Vegeta.
Qualche giorno dopo, le esplosioni di energia divennero la passi sul pianeta, così come gli scoppi di rabbia di Lord Beerus, che voleva solo fare un pisolino. Ma i due saiyan erano troppo elettrizzati per la loro nuova trasformazione.
 
 
 
 
 
Prossimo aggiornamento: 7/02/2022
 
 
   
 
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