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Autore: vitt0ria_505    04/02/2022    0 recensioni
Alhena è stanca degli incubi.
Ogni notte Occhi Rossi la viene a trovare nel mondo onirico, ogni volta che Morfeo l'accoglie fra le sue braccia, ricordandole cosa è successo due anni prima. Due anni ed eppure ne annusa la morte ogni giorno. Si divide fra la scuola e le sue indagini rudimentali, mentre qualcuno le lascia un bigliettino criptico nel suo armadietto, invitandola ad un incontro notturno.
Non sa però che non è l'unica ad essere perseguitata da Occhi Rossi.
Dal testo: "Quasi ogni notte rivede quegli occhi rossi, ed era come avere Freddie Kruger ogni notte tra i piedi. Probabilmente aver lui tra i piedi sarebbe stato anche meno brutto, d'altronde, a differenza di quello, lui era solo un'invenzione cinematografica. Voleva avere solo le capacità per spegnere il cervello la notte. Voleva smettere di scappare dai suoi incubi, e dimenticare tutto. Non voleva più sentire sentire il vuoto nello stomaco, e le budella che si contorcevano."
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Chiuse con forza la porta dietro di lei, lasciandosi dietro il primo giorno, pessimo, del suo ritorno a scuola, condito anche dall'ultima, ottima, notizia.

Ormai era pomeriggio inoltrato e in casa non ci sarebbe stato nessuno fino a tarda sera. Salì le scale a chiocciola velocemente, arrivando direttamente in camera sua. Afferrò il computer bianco sopra la scrivania, o ciò che aveva improvvisato in questa, e si gettò con esso sul suo letto. Le era mancato il suo caldo rifugio, ma che di notte la teneva sul filo del rasoio, in bilico tra il vuoto e la salvezza. Aveva capito come funzionava ormai, e gli ingranaggi della storia ormai li conosceva fin troppo bene. 

Eppure nessuno aveva indagato fino in fondo, piuttosto, era successo solo il contrario. Sapeva che nessuno le avrebbe creduto, nonostante tutto. Ricerche su ricerche non avevano portato a nulla, eppure non demordeva, e stava per dare il via alla sua solita sessione di investigazioni, che sarebbe finita sicuramente con ancora un buco nell'acqua. 

Tornava sempre sulle stesse pagine , cercando qualche dettaglio che avrebbe ribaltato la situazione. 

"Presunto incidente autostradale, la morte si porta via due dei nostri più onesti cittadini di Phoneix. Le tre vittime dentro la loro vettura percorrevano, il percorso boschivo presso il prestigioso quartiere di Monteal 8. A perdere la vita sono entrambi i coniugi O'Main, la coppia di astronomi. A restare indenne, è fortunatamente, invece la loro unica figlia, la diciassettenne Alhene O'Main (...)  Aspettando nuove notizie, noi del Daily on Phoneix rivolgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia dei nostri cittadini"               -01/02/

Aveva perso il conto, di quante volte aveva letto quell'articolo. Era uscito pochi attimi dopo la notizia, ma non menzionava affatto gli altri componenti presenti nella scena dell'incidente. Nè in questo, nè in altri articoli. Eppure era strano. Eppure anche lei era lì.  Aveva provato con un approccio razionale, nella sua investigazione, ma non aveva ottenuto e trovato nulla.

Eppure conosceva il risultato fin dall'inizio. Non poteva applicare la razionalità in qualcosa che sapeva già inizialmente fosse tutto tranne che umano o razionale. Ma d'altronde, non poteva dare per certo nemmeno quell'ipotesi, anche se era sicura di aver visto e sapere tutto. Era anormale anche per lei pensare che un serpente e un lupo, di dimensioni fuori dal normale, avessero attaccato i suoi genitori, come se niente fosse.

Iniziò a digitare qualcosa, e poi la cancellò, indecisa se continuare o voler scoprire altro. Finalmente si decise, e scrisse sulla barra di ricerca la prima cosa che le passò per la testa. 

"Serpenti Di Grandi Dimensioni" fu un grande sacrificio, per lei, guardare e scorrere immagini di serpenti, da quel giorno la sua più grande fobia.

I risultati furono piuttosto deludenti, tranne per una specie chiamata "Tintaboa". Ma Google, una volta accesa la speranza, ci tenne a ricordarle di essere ormai estinto da sessanta milioni  di anni prima, e tra l'altro, in America Meridionale. 

"Bene, più lontano non si può" sussurrò, portandosi le mani in faccia, e si girò di lato, poggiando il computer nel letto, e accucciandosi a sè stessa. Aprì gli occhi solo per guardare l'orario,e notò che aveva passato più di due ore a cercare ininterrottamente. Le palpebre si fecero sempre più pesanti e senza accorgersene si addormentò. Non prima di aver guardato la foto sul sul comodino, ed essersi lasciata andare una lacrima.

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"Tesoro, ti sei divertita?" Le chiese Sua madre, o almeno, il suo ricordo. L'unica cosa bella di tornare indietro la notte era rivederla.
"Si, insomma. Dire divertirsi è dire tanto" rispose appoggiando la testa sul finestrino, che le faceva tremare e battere il viso su di esso ad ogni scossone.

Suo padre nel frattempo, al posto del passeggero, si teneva ritto sul posto e con il braccio destro afferrava la maniglia di sicurezza sul tettuccio dell'auto.

"Potresti guidare un po'più piano? Con te alla guida ho paura" affermò con gli occhi spalancati.

"Piano, più piano di così? Siamo in un tornante e cammino a cinquanta" disse girandosi verso di lui, canzonandolo.
Poi, accese la radio sporgendosi in avanti con fatica, data la cintura di sicurezza.
La sua mano appoggiata sul suo mento la teneva sveglia e dritta, mentre osservava lo spazio boschivo al suo lato. Si faceva sempre più fitto e buio, segno che stavano per uscire dal percorso secondario di montagna.

"Dai, su! Perché non va?" Sua madre disse affranta, mentre la radio continuava a non prendere il segnale.

"Direi che è il momento di tenere entrambe le manu sul volante.l, Ann"

Era incredibile come da lì, non si riuscisse a vedere nemmeno il cielo, ed era altrettanto incredibile come in una strada come quella non vi fosse nemmeno un lampione che illuminasse la strada. I fari dell'auto illuminavano il sentiero fangoso e umido reso tale dalla pioggia.

"Com'è andata Alhena? Fammi pensare a qualcos'altro, se guardo ancora un po' la strada e tua mamma guidare, potrebbe venirmi un attacco di panico" le chiese suo padre, mentre continuava a tenersi nella maniglia e si stringeva la cintura di sicurezza al petto, chiudendo gli occhi e pregando mentalmente.

Ogni sera tutto succede così velocemente.

I suoi occhi si stavano per chiudere, cullati dal movimento dell'auto e dalla musica ella radio, ma un rumore paralizza i tre e fa sussultare la ragazza  La macchina si ferma, la spia si accende.

"Ma che-" nemmeno il tempo di pronunciare più di due parole, che la donna di fronte a lei emette un urlo, e quasi non si accorgo che entrambe le portiere vengono violentemente spalancate dall'esterno, e assieme a loro i corpi dei due genitori volano e si trascinano ai piedi dell'auto. Piccoli e gemiti esanimi si diffondono nel silenzio, mentre la macchina si spegne e la luce viene completamente tolta.

"Mamma! Papà!" Urlò cercando di raggiungerli, le portiere posteriori erano bloccate, e con uno scatto si portò in avanti, scavalcando il sedile del passeggero davanti. Si gettò accanto a loro, piegandosi in due. Guardandoli con terrore, adesso l'unica a emettere qualche sospiro è lei, dopo essere rimasta in apnea. Li guardò, entrambi distesi per terra con la bocca e gli occhi spalancati, sentì la bocca asciutta. Le gambe si facevano molli e gli occhi si appannano, non emettono un rumore e non si muovono, non rispondono ai miei richiami. Le gambe non rispondevano ai suoi comandi. D'istinto, infilò la mano nella tasca della sua gonna, afferrando il cellulare e digitando il numero di emergenza.

"Aiuto, cazzo! Qualcuno mi sente?" la gola bruciava, come i suoi occhi che cercavano disperatamente qualche spiraglio di salvezza a cui aggrapparsi, mentre il cellulare non squilla.

"Salve, ha bisogno di aiuto?" una voce metallica risponde al cellulare.

"Mi aiuti la prego- urlò, asciugandomi le lacrime con la manica della mia giacca - sono ferma nel bel mezzo del sentiero all'inizio del bosco, i miei genitori...cazzo aiutatemi!" Il cellulare le vol8 via dal palmo della mano e così la chiamata s'interruppe, con tutte le sue sperò forze che qualcuno l'abbia sentita.

I rumori ricominciarono, più forti di prima, poi si placano, e qualcosa inizia a sgusciare fuori dal cespuglio al lato della strada, serpeggiando velocemente e puntando a lei in ginocchio. Un paio di squame di un verde scuro, misto al nero del buio sguazzano da una parte all'altra e si muovono repentine, mentre La paura la paralizza. Il corpo non risponde ai comandi, quei due occhi rossi la scrutano attentamente, cercando di prevedere ogni sua azione. Mentre lei resta ferma, lì.>>

 

   
 
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