Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Vallyrock87    14/02/2022    9 recensioni
Nel giorno degli innamorati Jean e Marco mai avrebbero pensato di incontrare la persona che gli avrebbe insegnato che cosa significasse amare. Invece qualcosa di inaspettato successe. La penna del poeta incontrò il pennello dello scrittore certi che probabilmente, da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato.
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saint Valentine's Day'
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Artista fanart: rasenvintage

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Ringrazio la mia beta @MoonSuckerlove per avermi aiutato con la revisione, io avendo un sacco di idee quando si tratta di revisionare, vado totalmente nel pallone XD

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A testimonianza che non so scrivere le poesie ecco la One Shot tra Jean e Marco =)

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Che cos'è l'amore? Risulta difficile rispondere a questa domanda, forse semplicemente perché le risposte possono essere diverse per ognuno. Un sentimento effimero per alcuni, totalmente senza significato per altri, per qualcuno ancora è molto più importante di ogni cosa. Si nasconde nel pennello del pittore, guida la sua mano sulla tela a disegnare amanti costretti a nascondersi perché ciò che sono, per gli altri è sbagliato. Si nasconde nella penna dello scrittore, negli amanti immaginari di cui racconta, di storie intriganti che a volte, come nella vita, possono anche finire male. È nelle strofe del poeta che canta di qualche amore sanguinante, impossibile da raggiungere. Si insinua nelle note di quella canzone che ha fatto battere i cuori, che ha incoraggiato due amanti a scambiarsi il primo bacio.

L'amore è sofferenza, felicità, la risata di un bambino, il calore del sole, la primavera alle porte. L'amore si trasforma, ci trasforma inconsapevolmente in qualcuno che forse prima non sapevamo di essere, ma esiste qualcuno che grazie a questo sentimento ci fa capire chi siamo.

Ci sono persone che non credono di poter amare, qualcun altro non ne conosce il significato. È stupefacente quanto basti uno sguardo, un sorriso, una parola gentile per scaldare un cuore che batte normalmente. L'amore ti cade addosso urtandoti tra la folla mentre stai passeggiando, ed è subito una mano tesa, un sorriso, una scusa e subito dopo un caffè a un bar nei dintorni. È lo scambio dei numeri di cellulari, è lasciarsi con: Allora ci sentiamo. Chiamami. Subito dopo arriva l'attesa, l'illusione che quel messaggio o quella chiamata, prima o poi arrivi. E l'attesa diventa estenuante, il cuore inizia a battere forte per la paura che effettivamente, forse, nessuna chiamata ci sarà. Ma nel momento in cui ogni speranza sembra vana ecco che qualcosa alla fine accade, quella chiamata tanto attesa arriva come una ventata di aria nuova e da lì qualcosa cambia; due sconosciuti infine diventano conoscenti, poi amici e infine qualcosa di più oppure tutte queste cose messe insieme.
 

***

Marco Bodt non conosceva molto dell'amore, se non attraverso le poesie che scriveva, ma non aveva mai vissuto di persona un' esperienza simile a qualcosa che potesse anche solo avvicinarsi a un sentimento del genere. Nelle parole che metteva nero su bianco, esisteva qualcuno che nella sua mente sapeva amare, un amore segreto che non poteva svelare a nessuno. Un amore proibito, perché il protagonista era del suo stesso sesso. Marco non conosceva molto dell'amore, ma provava ad immaginare come potesse essere innamorarsi di qualcuno. Eppure, nonostante tutto, le sue poesie sapevano emozionare chi le leggeva, forse perché anche se non conosceva questo sentimento, il suo cuore ne aveva tanto da donare. Nelle sue parole era insito il desiderio di essere amato, e aspettava che qualcuno cogliesse questa sua richiesta, tendendogli una mano tra le lettere d'inchiostro.

Oh, amore che risiedi nei miei sogni

Destati e incontrami.

Insegnami che cosa l'amore ti dà

E io che non so nulla,

possa cogliere dalle tue labbra,

ciò che più importante significa questo crudo sentimento.

Tu che sei sconosciuto ai miei occhi

Possa un giorno amarmi, come io amo la vita.

Corri e incontrami, incontriamoci

affinché i nostri cuori diventino una cosa sola.

Incontrami e amami come solo tu sai fare.

Versi scritti una volta nell'impulso del momento, pensando a colui che una volta si era presentato nei suoi sogni. Chissà chi era poi, forse il suo subconscio che voleva dirgli qualcosa, magari quel qualcuno era lì da qualche parte ad attenderlo, qualcuno che come lui cercava chi poter amare.

A volte basta poco per innamorarsi, un solo sguardo basta a dirsi tutto, gli occhi possono comunicare qualcosa come: Eccoti sei tu che stavo cercando. Ma una cosa che Marco non sapeva era che quell'amore tanto atteso sarebbe arrivato durante la giornata dedicata a ogni innamorato, a un angolo tra le strade di New York, quando il freddo non aveva ancora del tutto abbandonato quel posto.
 

***

Jean Kirschstein era un pittore. Un tempo aveva una casa e una famiglia, ma da quando aveva lasciato tutto per inseguire il sogno di diventare pittore, la sua unica casa era diventata uno scatolone di cartone. Viveva per strada, vendendo le sue opere ai passanti curiosi che apprezzavano la sua arte. Nemmeno Jean conosceva molto dell'amore, se non attraverso ciò che creava con la mano che guidava il pennello sulle sue tele. Creature sinuose che nelle loro nudità si amavo senza curarsi del giudizio della gente: era ciò che Jean sognava per sé; amare indistintamente e incondizionatamente qualcuno tanto da non curarsi dell'opinione altrui.

Ma Jean non pensava che un amore così sarebbe mai potuto esistere, come poteva in fondo essere reale un desiderio simile. Molto spesso, non appena impugnava il pennello immaginava di galleggiare in luoghi che conosceva, oppure tra ciò che la sua fantasia gli permetteva di vedere. Nuotava in aria tra molteplici paesaggi, tra corpi di uomini e donne che si amavano come lui immaginava che potesse essere l'amore. Forse era per questo che i suoi dipinti venivano tanto apprezzati eppure, nel giorno degli innamorati, mai si sarebbe immaginato che l'apprezzamento di qualcuno sarebbe stato così importante per lui.

***

Marco passeggiava distrattamente tra i passanti, tra le mani un bicchiere di Starbucks; il cappuccino caldo gli scaldava le dita, quando improvvisamente un drappello di gente attirò la sua attenzione. Nei negozi intorno migliaia di cuori rossi adornavano le vetrine, tra stoffe e presenti dello stesso colore per attirare l'attenzione del fantomatico avventore. Marco si avvicinò incuriosito più dal drappello di persone, che dalle vetrine che pubblicizzavano quell'evento di cui poco gli era sempre interessato, non avendo nessuno a cui dedicarsi. Facendosi strada tra la gente, i suoi occhi incontrarono le opere di uno strano pittore dai capelli biondo cenere, una leggera barba gli incorniciava il viso. Il pittore concentrato sul suo lavoro, non sembrava curarsi di chi gli stava intorno.

Jean alzò lo sguardo sentendo dei brividi lungo tutto il suo corpo, una sensazione strana che mai prima di allora aveva provato. Incontrò un paio di occhi color cioccolato che lo guardavano incuriositi. Jean si sentì strappare per qualche secondo da dove la sua mente era intenta galleggiare, totalmente rapito da quello sguardo e da quel sorriso gentile. Il ragazzo dai capelli d'inchiostro si inginocchiò alla sua altezza.

- È molto bello. – Disse Marco indicando un quadro che rappresentava due angeli che tenevano le mani l'uno in quelle dell'altro guardandosi intensamente negli occhi. Le loro ali erano le une l'opposto dell'altro, il bianco candido delle prime contrastava con quelle nere delle seconde, alle loro spalle una enorme vetrata li illuminava entrambi.

- Ah. G...grazie. – Riuscì a dire Jean una volta ridestatosi dall'incanto che in quel momento si era creato tra i due. Tuttavia, non capì perché proprio in quell'istante avesse iniziato a balbettare.

- È in vendita? Mi piacerebbe esporlo nel mio salotto, ci starebbe proprio bene. – Disse Marco nel suo indistinguibile tono gentile.

- Si c...certo. – Gli rispose Jean. Cercando di ricambiare quel sorriso, maledicendosi subito dopo per aver nuovamente balbettato.

Marco gli comprò il quadro, ma si ritrovò impossibilitato ad andarsene da lì, così aspettò pazientemente che la folla si diradasse, per rivolgere ancora una volta la parola a quel pittore che tanto aveva attirato la sua attenzione più di chiunque altro prima di allora. Jean rimase incuriosito dal comportamento di quel ragazzo tanto gentile che aveva comprato uno dei quadri tra i più significativi per lui.

- Si può sapere perché sei rimasto qui per tutto il tempo? – Sbottò Jean mentre ritirava i suoi strumenti e le poche tele vuote che gli erano rimaste, senza mai guardare l'altro negli occhi: temeva che se lo avesse fatto quell'insolito balbettio sarebbe tornato prepotentemente a far tremare le sue labbra.

- Sai, non mi hanno attratto solamente le tue opere, ciò che mi ha attratto di più sei stato tu. – Disse Marco tranquillamente, come se quella dichiarazione fosse qualcosa di totalmente normale.

Jean sollevò lo sguardo strabuzzando gli occhi, sentì le proprie gote andare a fuoco, tanto da portarsi le mani al viso credendo di poter percepire quel calore. In tutto quel tempo che aveva vissuto per strada gli era sempre sembrato di essere totalmente invisibile agli occhi delle persone. Ma quel ragazzo davanti a lui gli stava dicendo che si era accorto dell'uomo che si nascondeva dietro al pittore, e che forse non esistevano soltanto i suoi quadri ma anche sé stesso.

- Che ne dici se andassimo da qualche parte a bere qualcosa di caldo? – Gli chiese Marco senza mai staccare gli occhi dai suoi.

Jean non sapeva cosa dire, si trovò totalmente spiazzato da quell'invito. Lui che era abituato a cavarsela in ogni situazione si sentiva in imbarazzo da quel gesto tanto gentile, che nessuno aveva mai fatto prima di allora. Marco attendeva impaziente una sua risposta; dopo averlo osservato tutto il giorno, costantemente concentrato sul suo lavoro, qualcosa dentro di lui si era mosso facendo crescere la voglia di conoscere l'uomo che si celava dietro l'artista.

- Va bene. Ci sto. – Gli rispose dopo una lunga meditazione Jean, comprese che alla fine non aveva nulla da perdere, in fondo cosa sarebbe mai potuto succedere se avesse accettato quell'invito? Dopotutto quel ragazzo sconosciuto non sembrava essere qualcuno con cattive intenzioni.

- A proposito, io sono Marco. – Disse tendendogli la mano.

- Jean. – Rispose stringendogliela, sentendo come una scossa elettrica percorrergli l'intera spina dorsale a quel contatto.

Dopo aver finito di mettere in una sacca tutti i suoi strumenti ed aver chiuso in un panno allacciato con delle corde le tele, si caricò il tutto sulle spalle, pronto a seguire Marco ovunque avesse voluto portarlo.

Davanti a una fumante cioccolata calda si persero tra i racconti, mettendo a nudo ogni particolare della loro vita. Si ritrovarono a conoscersi l'uno nelle parole dell'altro, lasciandosi a fine giornata con la speranza di ritrovarsi presto. Da ciò che gli aveva raccontato Jean, Marco sapeva che il giorno seguente avrebbe potuto trovarlo sempre nello stesso luogo a dipingere, accerchiato dalla gente che voleva ammirare l'artista all'opera.

Fu così che due totali sconosciuti diventarono conoscenti, non c'era giorno in cui Marco non andasse a trovare Jean per poi invitarlo a bere insieme una bevanda calda. A Marco non piaceva che Jean vivesse per strada, così iniziò a invitarlo nel suo umile appartamento, per condividere un pasto caldo e lasciargli a disposizione il bagno per una doccia rigenerante, ma Jean credeva di arrecare troppo disturbo al ragazzo. Marco però aveva insistito talmente tanto che una sera Jean, sfinito, non se l'era sentito di rifiutare l'invito di colui che ormai considerava un amico. A fine serata, però, dopo essersi rifocillato, Jean era pronto per lasciare quell'appartamento, quando si sentì tirare per un polso.

- Resta. – Gli disse Marco rivolgendogli uno sguardo supplichevole.

Jean ancora una volta non seppe dirgli di no, perciò posò nuovamente le sue tele accanto alla parete e quella notte dormì a casa di Marco credendo che il mattino dopo se ne sarebbe andato senza più farvi ritorno. Invece, rimase anche quello successivo e quello dopo ancora senza riuscire ad andarsene più.

Col passare del tempo e dei mesi, Jean e Marco diventarono qualcosa di più che semplici amici. Una delle stanze inutilizzate dell'appartamento divenne lo studio del pittore diviso con quello del poeta. Dopo tanto tempo, entrambi potevano finalmente dire di aver compreso che cosa significasse amare. Nei versi del poeta e nei quadri del pittore qualcosa era cambiato, ora anche loro sapevano che cosa quel sentimento significasse veramente.

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Angolo Autrice

Buon San Valentino a tutti, questa volto posto in un fandom del tutto nuovo per me, con questi due che ho sempre trovato molto carini insieme. 

Isayama è stato molto crudele con loro. La mia beta @MoonSuckerlove finchè non scriverò qualcos'altro su di loro, mi tormenterà a vita XD. 

Magari ci penserò, chi lo sa per adesso gusateveli nel giorno di San Valentino =)

Alla prossima =)

 

   
 
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