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Autore: Gargent    16/02/2022    2 recensioni
Clara viaggia ormai da tempo con il Dottore, eppure le sembra di conoscerlo dannatamente poco. Una sera, dopo averlo convinto a restare a guardare un film, notando la sua scarsa attenzione decide di porre la fatidica domanda.
"Chi ti ha spezzato il cuore, Dottore?"
Contiene spoiler significativi delle stagioni 2 e 4. Della 8 e della 9 no perché Moffat ci odia quindi non c'era il rischio.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Una macchina del tempo Clara. UNA MACCHINA DEL TEMPO. Forse sei confusa e devo spiegartelo di nuovo. Abbiamo una macchina del tempo in questa casa, che ti può portare dove vuoi, quando vuoi! Merenda sul monte Everest? Puoi farlo. Cena con Cleopatra? Anche. C’è gente che pagherebbe per poterlo fare, noi possiamo, gratis! E tu vuoi usare la serata per farmi vedere un film? Ti rendi conto di quanto è stupido? -

Il Dottore stava lì, in piedi davanti a lei, il TARDIS dietro di lui. La cabina blu era parcheggiata in un angolo del salotto, lì con la porta pronta ad essere aperta su grandi nuove avventure.  

Clara scosse la testa divertita guardando l’uomo che aveva davanti. Capelli grigi, il viso sottile, gli occhi di qualcuno che ha visto e vissuto più di chiunque altro e le sopracciglia che lui trovava troppo ingombranti. Aveva una camicia bianca, come suo solito, e la giacca velvet che la ragazza tanto amava. Gli stava bene, lo aveva sempre pensato e mai nascosto.

-Dottore, te l’ho detto. Non voglio che diventi un’abitudine, voglio comunque mantenere il contatto con entrambi i mondi! Ho un lavoro, una vita al di fuori delle nostre avventure. E vorrei che ne facessi parte, non sempre, so che ti annoierebbe a morte, ma almeno qualche volta. -

L’uomo sembrava perplesso da quelle parole, non capiva veramente come una persona avrebbe potuto preferire uno stupido film rispetto a qualche stella, costellazione, pianeta o più semplicemente qualunque epoca storica a disposizione. Si guardò attentamente in torno per qualche istante. La casa era in uno stato decoroso, probabilmente la ragazza aveva riordinato da poco. Sul divano c’era una coperta rossa fatta a mano, e sul tavolino vi erano due tazze. Sospirò, fosse stato per lui, avrebbe schioccato le dita per aprire quel meraviglioso marchingegno blu che aveva alle sue spalle e sarebbe partito all’avventura. Ma in quel caso, si stava parlando di Clara. La sua Clara.

-E va bene, film sia. Ma non un altro horror sugli alieni, mi sono molto offeso l’ultima volta. -

Ignorò il sorriso compiaciuto che si era formato sul viso dell’amica e si mosse verso il divano, sedendosi sulla sinistra. La prima volta che Clara l’aveva invitato da lei era stata chiara “tu ti metti a sinistra”, l’uomo aveva ubbidito in silenzio, chiedendole con sguardo interrogativo il motivo di quella scelta. La risposta non era tardata ad arrivare e lo aveva lasciato al quanto sorpreso. “Mi piace appoggiare la testa sulla tua spalla destra”. Come avrebbe reagito una persona normale a quella affermazione? Avrebbe ringraziato? Non lo sapeva, la sua mente in quel momento aveva solo una domanda “cos’ha di sbagliato la mia spalla sinistra?”. Lì per lì non aveva detto niente, si era limitato ad annuire sedendosi, affianco a lei. Una volta tornato nel TARDIS e abbandonata l’abitazione però si era tolto la giacca e la camicia, osservando attentamente la spalla incriminata. Non aveva notato nulla di strano in essa. Era una semplice spalla, identica all’altra, identica a quella di qualsiasi umano, anche se non lo era. Si era rivestito, borbottando qualcosa di incomprensibile, per poi sedersi sugli scalini che portavano al piano superiore. A Clara piaceva la sua spalla destra. Dopo due settimane, l’informazione era cambiata. A Clara piaceva la sua spalla destra e anche la sua mano, che prendeva spesso durante la visione di quei film che a lui non interessavano.

Mentre era immerso in quei pensieri, la ragazza aveva già acceso la televisione, cliccato qualche tasto sul telecomando per aprire una delle tante icone che erano apparse sullo schermo. L’uomo osservò con attenzione gli ultimi passaggi eseguiti dall’amica cercando di capire quale sarebbe stata la tortura del giorno.

- Oggi vediamo qualcosa di divertente. E romantico. Così, per smuovere quella pellaccia che ti ritrovi. –

Il Dottore cercò di mantenere uno sguardò impassibile. Aveva contestato i film fantascientifici. Star Wars aveva più buchi che altro, non riusciva veramente a concepire come la gente potesse veramente credere a quelle cose. Per non parlare poi di Star Trek o ancora peggio Ritorno al Futuro! Lo sapevano tutti che quella velocità non era sufficiente per viaggiare nel tempo.

Aveva fortemente criticato i film sugli alieni. Perché avrebbero dovuto sempre prendersela con gli americani? L’America era un paese idiota, nessuno si sarebbe preso la briga di sprecare energie e truppe per conquistarlo.

A quel punto, Clara aveva tentato con i film horror. Erano stupidi, molto stupidi. Perché si dividevano tutti costantemente? Perché si fermavano sempre in posti isolati, pieni di pericoli e perché entravano sempre in posti dove vi erano leggende e strane storie? La ragazza aveva controbattuto che era esattamente quello che faceva loro ogni santa volta. Strano mutante? L’avrebbero seguito. Mummia su un treno? Avrebbero rischiato la vita per capire cosa fosse. Marziano in un sottomarino russo? Ci si sarebbero tuffati come lo zucchero in una tazzina di caffè. Il Dottore a quel punto era stato zitto, concentrandosi non sul film, ma sul respiro calmo della ragazza, alla mano che stringeva con dolcezza la sua e alla testa che di tanto in tanto si sistemava sulla sua spalla.

Ma le storie romantiche non facevano per quella rigenerazione. Quella precedente si era addirittura sposata seriamente, nemmeno per errore come con la Regina Vittoria o Marylin Monroe. E quella ancora prima? No, non voleva pensarci. La sua rigenerazione, le emozioni non le gestiva, non le capiva. O meglio, lui ci provava, davvero, soprattutto con la ragazza che in quel momento era seduta al suo fianco a bere cioccolata. Eppure, non sembravano fatte apposta per lui. Quando però l’amica annunciò il film, non disse nulla, rimase in silenzio. Sarebbero state due ore in cui avrebbe pensato ad altro, così aveva deciso.

Il film era cominciato da circa una ventina di minuti e tutto era già come le settimane precedenti. L’unica differenza era nel meteo. Fuori, una leggera neve cadeva dal cielo, con fare danzante, in modo silenzioso e morbido. Clara alzò per un attimo lo sguardo dalla sua spalla per osservare la faccia del compagno. Stava guardando lo schermo, accigliato come suo solito, eppure sembrava attento, non aveva proferito parola da quando il tutto era incominciato. Che avesse trovato un genere che il Dottore potesse effettivamente apprezzare? Impossibile, si rispose praticamente subito. Non si era voltato minimante nemmeno per controllare il motivo di quel movimento. La ragazza si tirò su e afferrò il telecomando bloccando il film.

- Okay. Cosa c’è? -

Solo a quel punto il Dottore si mosse, girandosi verso di lei.

- Perché lo hai bloccato? Cos’ha che non va? –

Clara lo guardò con aria indagatoria. Era per caso solo una sua impressione? Che gli piacesse veramente il film? Che fosse veramente interessato per una volta? No. Impossibile, non gliela avrebbe mai data per vita. Non avrebbe mai ammesso di apprezzarlo, ne era certa.

- Non ti sei ancora lamentato. Perché ho l’impressione che questo al momento sia quello che stai seguendo meno? –

Il Dottore la guardò accigliato. Per una volta che non aveva detto nulla, che non aveva interrotto la visione del lungometraggio (a suo avviso decisamente troppo lungo), Clara lo stava rimproverando? Probabilmente questa rigenerazione aveva anche qualche problema nel capire gli esseri umani. Ci pensò un attimo. No, tutte le sue rigenerazioni avevano avuto problemi nel comprendere gli umani. Le sue facce, più volte prese di mira dalle mani altrui ne erano la prova.

- Non è vero. Sto decisamente seguendo. –

Si limitò a dire quello. Non voleva addentrarsi in argomenti spinosi, che era certo la ragazza avrebbe tirato fuori. Clara lo guardò con un sorriso di sfida, capiva perfettamente quando quello mentiva ed era certo che quella era una di quelle volte. Si sedette girata completamente verso di lui, incrociando i piedi sul divano, sotto lo sguardo confuso dell’uomo. Si stava per caso cacciando in un guaio peggiore del film?

- Come si chiama il protagonista? –

Formulò la frase, concludendola con un sorriso più che compiaciuto, guardandolo piegando la testa senza cambiare espressione. Osservò il sopracciglio dell’altro alzarsi. Lui non sapeva la risposta, lei ne era certa, aveva l’assoluta certezza che avesse perso la sua attenzione nell’esatto momento in cui aveva acceso la televisione. Quello aprì la bocca per dire qualcosa, richiudendola subito dopo. Clara Oswald aveva fatto scacco matto.

- Era letteralmente nel titolo! Ti rendi conto? –

Prese un respiro profondo, cercando di formulare una frase che non comprendesse vari epiteti. Non si sarebbe arrabbiata, anzi. Avrebbe fatto esattamente ciò che il Dottore non avrebbe voluto che facesse. Domande. Domande personali.

- Perché odi tutto questo? Perché odi l’idea di stare qui a guardare un film con me - lo fermò con un gesto prima che egli potesse ribattere. -E no. Non rispondere che è perché quella…- indicò rapidamente il TARDIS dietro di lui -…è una macchina del tempo e ti può far viaggiare ovunque tu voglia. Viaggi in continuazione. Viaggiamo, direi. È troppo chiederti un giorno, un solo giorno a settimana… normale? Non ti chiedo sempre, non ti ho detto di trovarti una casa e di vivere come una persona normale. Non ti ho chiesto di vivere con me, so che non faresti nulla di tutto ciò. Non lo chiederei mai. -

Il Dottore aveva già affrontato un discorso simile. Lo ricordava molto bene, ricordava il posto, un pianeta che non avrebbe dovuto esserci. Non sarebbe dovuto esistere, un pianeta impossibile. Ironia della sorte ora stava affrontando nuovamente quell’argomento con la sua ragazza impossibile. Là però la situazione era un’altra, aveva perso il TARDIS e lui era una persona completamente diversa. Forse, allora, avrebbe veramente lasciato perdere tutto per trovare un posto dove stare e godersi la vita. Forse Clara avrebbe adorato quella versione di lui, sempre pronto ad abbracciare tutti, socievole e affabile. Forse a quella versione di lui, Clara avrebbe chiesto veramente di trasferirsi lì.

-Non odio… - si prese un momento per pensare come formulare la frase. Non voleva che Clara fraintendesse quello che voleva esprimere. – Non odio stare qui a guardare questi film con te. Solo che questo è ancora più incredibile delle spade laser. Le storia d’amore non sono felici, Clara. –

Non era ciò che avrebbe voluto dire, avrebbe voluto dirle veramente tutt’altro, avrebbe voluto dirle che apprezzava che lei lo volesse nella sua normalità, che apprezzava la sua compagnia, semplicemente… odiava esprimerlo. Clara di canto suo aveva alzato un sopracciglio e incrociato le braccia. Lo sguardo però era cambiato. Non era più severo, la punta di disappunto era rimasta, quella c’era nel novantatré percento dei casi in cui lui osava aprire bocca. In compenso lo sguardo della ragazza ora era triste.

-Chi ti ha spezzato il cuore, Dottore? –

Serrò la mascella. Mai avrebbe aspettato una simile domanda. Pensava più che altro che la ragazza si sarebbe infuriata, avrebbe definito il suo concetto “stupido” perché l’amore era la cosa più bella che potesse capitare ad un essere vivente. Invece, con una semplice domanda, aveva smontato le grandi mura che con il passare dei secoli aveva costruito intorno a sé, per tutte le volte che i suoi cuori era stati presi in causa, per tutte le volte che aveva perso qualcuno. Non era tornato per Sarah Jane e lei si era rifatta, giustamente, una vita. Martha aveva deciso di andarsene perché lui non avrebbe potuto darle ciò che la ragazza voleva. Donna, Amy e Rory. Li aveva perduti. Non serve l’amore per spezzare un cuore. Basta l’importanza che il tuo cuore da a qualcuno. Eppure Clara Oswald, era lì davanti a lui, con una felpa grigia a guardarlo negli occhi, avvolta nella sua coperta rossa in attesa di una risposta.

Chi ti ha spezzato il cuore Dottore?

Nel suo caso la domanda più corretta sarebbe stata "chi ti ha spezzato i cuori?", ma non si soffermò su quel particolare. La risposta non era chi. La risposta erano gli avvenimenti, i fatti, il contesto. Non è sempre la persona. È il contorno di essa certe volte. E quello era il caso. Aveva più volte cercato di dimenticare, rimuovere quei momenti, ma non poteva. Erano impressi nella sua mente.

- Non penso sia il momento di discuterne. Non amo questa storia- .

L’uomo si alzò di scatto, voleva andarsene, non voleva proseguire quella conversazione. Clara però fu rapida, e con gentilezza gli prese la mano impedendogli di allontanarsi, lo guardò con dolcezza e lo strattonò leggermente verso di sé, facendo in modo che quello si sedesse nuovamente. Si avvicinò, senza lasciargli la mano, abbracciandolo, appoggiando la sua testa sulla spalla.

- Qual era il suo nome? –

Il Dottore si scostò leggermente e lei dovette tornare a sedersi normalmente. Lui la guardava, senza darle una risposta. Stava pensando, stava pensando se aprire il vaso di Pandora o meno, stava pensando se liberarsi di quel peso che non condivideva mai con nessuno. Davanti a lui aveva l’essere umano a cui aveva mostrato il suo nuovo volto senza indugiare nemmeno per un secondo. Si era fidato. Perché non avrebbe dovuto farlo ora? Scrutò nuovamente la ragazza. Era in silenzio in attesa di una risposta. Deglutì, poi voltò lo sguardo.

-Rose Tyler. Non sono le persone, Clara. Non sono mai le persone. Sono le storie che esse vivono, gli avvenimenti della vita, sono…-

Si fermò, non sapeva come continuare. Emozioni. Non le capiva. Abbassò lo sguardo, voltò la testa cercava in tutti i modi di evitare gli occhi di lei. La ragazza gli lasciò la mano. Sentì il braccio di quella muoversi, fino a sentire il contatto sopra il suo viso. Chiuse gli occhi quando la sentì spostargli lentamente la testa.

-Parlami di lei. Cos’è successo? –

Il Dottore aprì gli occhi e la guardò. La ragazza non mollava un secondo. Sorrise mesto, quando lei gli sorrise leggermente.

-Per questo mondo è morta. Tanto tempo fa. Eppure, non lo è. Universi paralleli, complessi, affascinanti, pericolosi. Non sai mai cosa aspettarti. – disse stringendo in pugno una mano. – Ma so che è felice, che ha la vita che voleva, con la sua famiglia e… con qualcuno che la ama. Tutto qua. Non c’è altro. – non era vero, c’erano molte cose che avrebbe voluto aggiungere, eppure non lo fece. Rimase in silenzio, ad osservare il muro dove vi era una massiccia libreria in legno. Non si accorse che Clara avesse spento il televisore. Neanche che si era nuovamente avvicinata a lui.

- È ora che vada-

Lo disse semplicemente, ma c’era qualcosa che glielo impediva. Si voltò verso Clara pronto ad alzarsi, ma quella, ancora una volta, gli fece segno di non muoversi.

- No Dottore. È ora che tu resti. Non fuggire più. Per favore. – aveva per l’ennesima volta preso la mano del Signore del Tempo davanti a lei, la teneva stretta, quasi come se avesse paura che potesse scappare da un momento all’altro. – Resta con me-

Disse quell’ultima frase sottovoce, quasi non volesse essere sentita. Eppure, lui la colse, le accarezzò la mano e sorrise quasi impercettibilmente, ma Clara era sicura che lo fece ed era anche certa che quella sera il TARDIS sarebbe rimasto vuoto.

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Ciao ragazzx, 
oggi pomeriggio in un momento di noia ho deciso di dare vita ad un pensiero avuto qualche tempo fa. Ho voluto provare ad immaginare cosa sarebbe successo se Clara avesse effettivamente chiesto della vita passata del Dottore, e ovviamente Rose doveva essere inclusa. Quiiiindi niente, spero vi piaccia, come sempre sono ben accetti consigli e critiche costruttive :) 
Jawn 

 
   
 
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