La prima volta non si scorda mai
*
*
La
loro prima volta non era stata programmata, anzi a dire il vero non ne avevano
nemmeno mai parlato durante in quei mesi di frequentazione.
Eppure
ora erano lì, in camera di Adrien ancora trasformati in Lady Bug e Chat Noir
mentre si scambiavano effusioni amorose aspettando di ritornare semplicemente
Adrien e Marinette.
La
corvina non aveva perso tempo, e dopo essere rientrati dalla missione aveva
stretto Chat Noir in un abbraccio e stampato un lungo bacio sulle labbra al
compagno ringraziandolo per la brillante intuizione avuta, che gli aveva
permesso di vincere lo scontro con facilità.
Di
nuovo.
Loro
due insieme.
Quel
pomeriggio, Adrien aveva invitato la fidanzata a casa sua per studiare assieme e
portarsi avanti con i compiti scolastici, visto che Gabriel era assente per un
viaggio di lavoro a Londra, ma non era per quello in verità, perché in ogni
caso, Marinette frequentava Villa Agreste anche con
la presenza dello stilista.
E fu
quello che avevano fatto fino a quando Papillon aveva deciso di colpire. I due
ragazzi furono costretti a disdire l’uscita con i loro amici per dedicarsi al
loro doveri da super eroi.
L’ultimo
bip dei loro miraculous e i due kwami stanchi e sfiniti uscirono dai loro gioielli
aleggiando attorno a loro affamati, nell’attesa che finalmente si staccassero.
Adrien
e Marinette erano al centro della stanza in piedi,
ancora avvinghiati l’uno all’altra con le loro mani che vagavano alla scoperta
dei loro corpi.
Nessuno
dei due aveva l’intenzione di lasciare l’altro, come se ci fosse un qualcosa di
strano che li attirasse senza farli dividere, e nemmeno il petulante Plagg riuscì nel suo intento, venendo trascinato da Tikki in un angolo della stanza e rimbeccato a dovere.
“Tieni,
mangia questo!” La kwami gli infilò l’intero macaron
in bocca con la speranza che se ne sarebbe stato zitto per un po'.
“Bleah!
Non è il mio formaggio!” Berciò tirando fuori la lingua disgustato.
“La
smetti di essere così acido? E poi non muori se non ingurgiti quella cosa
puzzolente ogni tanto.”
“Io
ho bisogno del mio Camembert per ricaricarmi.” Plagg
cercò di volare per raggiungere quella prelibatezza, ma tornò subito indietro con
la faccia alquanto spaventata.
“Che
c’è?” Gli chiese Tikki.
“Che
schifo… si stanno baciando… di nuovo.” Imitò un conato di vomito.
Tikki si sporse
leggermente per curiosità, ritornando subito indietro perché i due, ora, erano
sdraiati sul letto di Adrien l’uno sopra l’altra, in atteggiamenti poco casti.
“Forse
è meglio andare via da qui.” Propose la dea della creazione in evidente stato
di imbarazzo.
*
Adrien
continuava a baciare Marinette mentre dentro di lui
cresceva sempre di più la voglia di qualcosa di diverso.
Un
istinto primordiale che vibrava nel suo ventre fino ad arrivare all’interno dei
suoi pantaloni gonfiandoli.
Marinette senza pensare
alle sue azioni tolse la giacca ad Adrien e poi la maglietta, beandosi di quei
perfetti addominali che baciò quando lui inarcò la schiena all’indietro per
liberarsi definitivamente di quegli abiti.
Quante
volte li aveva potuti ammirare attraverso la tuta nera e non solo, inducendo Marinette a pensieri poco innocenti sul fidanzato.
Adrien
le sciolse i codini con un sol gesto, volgendole un sorriso bellissimo quando i
capelli si sparpagliarono sul cuscino.
Quanto
era bella con i capelli lasciati liberi che le incorniciavano perfettamente le
guance cremisi e bollenti, pensò.
Le
mani del biondo vagavano lungo il corpo di Marinette
troppo coperto per i suoi gusti, fino ad arrivare ad accarezzare i glutei sodi
e perfetti di lei.
“Mmm…” Si lasciò sfuggire un mugugno di assenso un po'
troppo accentuato e Adrien sogghignò malizioso mentre lei si sentì morire
dentro per la figuraccia appena fatta avvampando.
Non
era la prima volta che si toccavano in quella maniera, anzi, nelle settimane
precedenti baci e carezze erano diventati sempre più audaci e spinti, una
specie di rodaggio prima di arrivare all’atto finale.
Si
erano conosciuti un po' meglio, Marinette scoprì che
cosa faceva impazzire Adrien e Adrien scoprì un lato della sua ragazza intrepido
e sensuale che mai avrebbe immaginato potesse avere, una volta ovviamente abbattuto
la barriera dell’imbarazzo.
Marinette si lasciò
sfuggire l’ennesimo singulto quando la mano di Adrien si addentrò dentro la
maglietta sfiorandole il seno.
Adrien
sorrise divertito nuovamente.
Le
sollevò la t-shirt e la gettò a terra, in un punto non ben definito della
stanza e lei morì di vergogna, Adrien la stava guardando in un modo peccaminoso
e voglioso, abbassò l’orlo del reggiseno e con estrema delicatezza le torturò i
seni, prima con le dita sottili, poi con le labbra, facendole vibrare il basso
ventre che non la smetteva di strusciarsi contro di lui con movimenti
involontari.
Adrien
pensò che avesse un buon profumo e quell’essenza lo attraeva come una falena fa
con la fiamma.
Marinette odorava
semplicemente di casa e di protezione.
Si
erano sempre fermati lì, arrivando a volte anche al culmine del piacere, senza
valicare però il confine inviolabile, ma non questa volta.
Fu Marinette a prendere l’iniziativa slacciando i pantaloni di
Adrien i quali finirono sul bordo del letto con poca grazia.
Con
la mano tremolante, ma senza esitare, la corvina accarezzò il profilo del
membro turgido ancora all’interno dei boxer facendo sussultare il biondo ad
ogni tocco, senza staccare le labbra dalle sue.
Questa
volta fu il turno di Marinette di sorridere
compiaciuta.
La
mano di Adrien si mosse lungo tutto il corpo della ragazza, partendo dalla
spalla dove abbassò la spallina del reggiseno con delicatezza, per poi sollevarle
un lato della schiena arrivando al gancetto che staccò senza esitare.
“Al
primo colpo questa volta.” Bisbigliò lei complimentandosi per il traguardo
raggiunto, in quanto quella scena le fece ricordare quanto aveva trafficato la
prima volta per sganciarlo.
Lo
definì un aggeggio infernale atto a farti perdere la pazienza e prima o poi
avrebbe chiesto a suo padre di inventare qualcosa di più pratico per certe
occasioni, ma non era quello il giorno, e forse non avrebbe avuto bisogno.
“Mmh…
allora merito un premio speciale.” Adrien strofinò il naso contro la sua
guancia arrossata prima di riprendere a baciarla.
La
mano del biondo finì la sua corsa infuocata sul primo bottone dei jeans di Marinette, ma fu quando cercò di abbassarle la zip che
questa decise di incepparsi a metà, spezzando il momento romantico appena
creato.
Marinette non riuscì non a
trattenere una risata divertita mentre vedeva il suo ragazzo intento a
trafficare con la lingua che fuoriusciva da un lato della bocca, senza riuscire
nel suo intento.
La
corvina alzò la schiena per aiutarlo, ma nel tentativo di farlo, gli tirò una
capocciata perché Adrien si era abbassato leggermente per vedere meglio.
“Ahia!”
Scoppiò a ridere tenendosi la parte lesa, e anche Marinette
fece la stessa cosa smorzando la tensione che si respirava nell’aria della
stanza.
“Sono
un disastro!” Tirò fuori il labbro inferiore abbassando lo sguardo tristemente.
Adrien
le alzò il volto con due dita dopo essere riuscito ad aprirle i pantaloni.
“No,
sei semplicemente perfetta.” L’aiutò ad adagiarsi sul letto e lui la sovrastò
con il suo corpo, cercando di non gravarle troppo con il suo peso.
Entrambi
erano quasi nudi, solo una barriera li divideva prima di fondersi in un unico
essere.
Marinette divaricò le gambe
per essere più comoda e lui si posizionò meglio senza smetterla di accarezzarla
e solleticarle la pelle mappandone ogni centimetro che riusciva a raggiungere.
Adrien
strusciava il bacino contro di lei automaticamente, Marinette
assecondava i suoi movimenti guidata anch’ella dall’istinto.
Brividi
di piacere attraversarono il corpo di entrambi arrivando fin dritto al cuore,
cambiando totalmente il modo in cui si stavano amando.
Adrien
le leccò il collo con la bocca sentendo la sua vena pulsare di appagamento, e
questo gli diede la carica giusta per continuare in quella direzione.
D’istinto,
Marinette aprì ancora di più le gambe e nonostante
fossero coperte da un lembo di stoffa di cotone rosa, sentiva indistintamente la
voglia di Adrien.
Anche
lei lo desiderava ardentemente e glielo stava dimostrando come meglio poteva.
Adrien
era rapito e non riusciva a smettere di toccare la fidanzata, ancora una volta
la sua mano si mosse da sola fino ad arrivare al ventre di lei per insinuarsi
dentro gli slip e stuzzicarla.
Marinette si lasciò
scappare un sospiro soddisfatto mentre si abbandonava a quei tocchi audaci
senza alcuna vergogna.
Anche
lei in ogni caso non fu da meno, e visto che Adrien aveva leggermente alzato il
bacino, lo volle ripagare con la stessa moneta, non era giusto che lui la
vedesse mentre si contorceva dalla lussuria per mano sua.
Lei
osò un po' di più, gli tolse i boxer facendoli volare da qualche parte nella
stanza.
Rossa
in volta e con tutta la vergogna che era riuscita a racimolare in quel preciso
momento, prese il membro turgido tra le mani ed iniziò a massaggiarlo con
movimenti lenti e sensuali, sentendo il respiro di Adrien farsi sempre più
veloce ed affannoso, seguendo il ritmo del suo.
“Dio…”
Sospirò Adrien chiudendo gli occhi e continuando a torturare la sua ragazza per
distrarsi in qualche maniera, ma Marinette era
divenuta molto abile nelle ultime settimane e non pensare al piacere che gli
stava provocando era praticamente impossibile.
Sarebbe
scoppiato presto, ma non era ancora il momento.
Si
guardarono un attimo negli occhi, entrambi languidi, chiedendo qualcosa di più
con il sol sguardo.
Marinette sempre più
paonazza e più imbarazzata del solito voleva irrompere anche quell’ultima
barriera concedendosi al suo amato con tutto l’amore che aveva dentro di sé. Il
cuore le galoppava veloce nel petto.
Adrien
ci mise un po' prima di pronunciare qualcosa, solo per non sembrare troppo
azzardato e costringere Marinette a qualcosa di cui poteva
aver timore, perché sapeva che la prima volta per una ragazza era dolorosa e
non proprio piacevole, lo aveva letto da qualche parte su internet.
Erano
pronti a compiere il grande passo e dare quel qualcosa di intimo e completo al
loro rapporto.
Non
ne avevano mai parlato, quindi era normale un po' di esitazione e l’incertezza
era del tutto giustificata.
Questa
volta furono le labbra di Adrien a muoversi e a sussurrarle all’orecchio che
voleva fare l’amore con lei, che la desiderava troppo.
Era
pronto ad amarla a trecentosessanta gradi donandole tutto sé stesso.
La risposta di Marinette non tardò ad arrivare “Lo
voglio anch’io.” Bisbigliò l’assenso mentre il cuore vibrò più forte quando
sentì le sue dita stringere l’elastico degli slip facendoli scivolare giù fino
ai piedi.
Adrien
ammirò Marinette in tutta la sua bellezza cercando di
mascherare la sua ansia momentanea, perché nonostante tutto, lo spettro di una
figuraccia era ben vivo dentro di lui, e la sua amante se ne accorse.
Per
lei, Adrien era un libro aperto, ormai ne conosceva ogni sfumatura e capiva
subito se qualcosa lo turbava facendolo sentire a disagio.
“Andrà
tutto bene.” Gli sussurrò all’orecchio mordicchiandone poi il lobo
sensualmente.
“Non
voglio farti male”
“Non
lo farai.”
E
Adrien capì che con lei al suo fianco tutti i dubbi, le incertezze e i timori
sarebbero spariti.
Le
accarezzò il volto delicatamente con i polpastrelli, poi si sporse verso il
comodino prendendo dalla piccola scatola un quadratino argentato, ne mancavano
alcuni, perché nei giorni precedenti aveva cercato di far pratica nel caso se
ne fosse presentata l’occasione.
Marinette se ne accorse e
sorrise.
Adrien
tremava mentre strappava il bordo dentellato e Marinette
gli mise le mani sopra le sue, lo guardò teneramente e questo bastò a lui per
riprendere coraggio e la sicurezza appena persa.
Proprio
come ogni battaglia, anche quella l’avrebbero vissuta e vinta insieme.
*
Se
qualche attimo prima era Adrien quello agitato, ora era Marinette
in preda all’ansia.
Mille
dubbi attanagliarono la sua mente… farà male davvero? Durerà tanto? Saprò
essere all’altezza?
E
tutte quelle domande la fecero contrarre nel momento sbagliato, perché quando
Adrien aveva provato ad entrare spingendo leggermente, Marinette
sentì una fitta dolorosa che la costrinse a strizzare gli occhi e a lasciare la
bocca del suo ragazzo mortificato.
“Ahia!”
Si morse il labbro portando la testa sul suo petto.
“S-scusa,
non volevo farti male…è solo colpa mia se…” Marinette
lo zittì chiudendogli la bocca con un dito.
“Non
sei stato tu… mi sono irrigidita al momento sbagliato.”
Adrien
le sorrise.
“Milady…
ci sono io al tuo fianco.” Proprio come succedeva in battaglia in un momento di
debolezza, era lui che la confortava sempre e dovunque.
Marinette tirò un sospiro
nel tentativo di calmarsi e quando lo guardò negli occhi, capì.
Capì
che poteva fidarsi di lui ancora, oggi, domani, sempre. Che era il ragazzo
giusto per compiere quel passo.
“Riproviamoci”
Gli sussurrò dolcemente.
“Sei
sicura? Mi fermo qui se non te la senti.”
Marinette gli prese il
volto tra le mani “Te lo sto chiedendo io, e lo voglio con tutta me stessa, chaton.”
Questo
bastò ad Adrien per chiudere gli occhi ed iniziare ad amarla completamente.
Spinse
leggermente mentre Marinette rilassava i muscoli per
accoglierlo dentro di lei.
“Ti
faccio male?” Le sussurrò all’orecchio cercando di essere il più delicato
possibile, nemmeno lui sapeva quanta forza metterci.
“No…
ti prego, continua.” Fu Marinette a spingergli i
glutei con le mani, guidandolo in quei luoghi inesplorati e vergini, lui non potè far altro che lasciarsi accompagnare da lei.
E
quando il dolore passò, Marinette gli accordò il
permesso di muoversi tra risolini divertiti ed a volte imbarazzanti, perché
essendo la loro prima volta, quelle era tutte sensazioni nuove e mai provate,
quindi lasciarsi andare a troppi singulti era del tutto normale.
Tra
una spinta e l’altra, Adrien si fermò di colpo raggelandosi all’istante.
Non
sa di preciso quanto tempo era passato, ma era decisamente troppo presto per
arrivare all’apice e Marinette era fin troppo stretta
e calda per riuscire a resistere.
“Tutto
bene?” Gli domandò credendo di aver fatto qualcosa che non andava.
Lui
divenne rosso e si sarebbe messo a frignare come un bambino se non avesse
pensato bene a come poter recuperare quella situazione.
“S-si…
tu sei fantastica Marinette, e trattenermi mi diventa
impossibile.”
“Tu
mi lusinghi!” Disse sorniona leccandosi le labbra capendo subito quale fosse il
problema.
Adrien
non aveva ancora raggiunto l’orgasmo, ma c’era molto vicino e non voleva
scoppiare prima di sapere se anche lei stava per provare la stessa cosa.
Ma
come fare per chiederglielo senza sembrare ridicolo?
“Non
devi trattenerti, Adrien.” Marinette sapeva, o meglio
aveva letto da qualche parte che la prima volta per un ragazzo sarebbe stata un
po' troppo emozionante rischiando di diventare imbarazzante, ma a lei non
importava, lo amava incondizionatamente, e sapeva anche che dopo di quella ne
sarebbero venute altre.
Era
del tutto normale che il primo collaudo servisse solo per conoscersi ed
iniziare il rodaggio.
“Non
voglio deluderti!” Le sussurrò con aria affranta.
“Non
lo farai.” Marinette gli appoggiò delicatamente una
mano sulla guancia arrossata e calda. “… ti va di riprovare?” Farfugliò
guardandolo negli occhi attendendo una sua risposta che non tardò ad arrivare.
“S-si”
La baciò e lei sorrise soddisfatta.
Si
amarono mettendoci tutta la forza e la grinta che avevano, senza freni,
lasciandosi andare completamente a sospiri, piccole urla, grugniti, baci,
carezze e solletichi.
La
loro prima volta era stata stupenda, un ricordo indelebile impresso per sempre
nella mente di entrambi, fatta di un’esperienza unica e indimenticabile.
Adrien
era stato il più delicato possibile e riusciva sempre a far toccare il cielo
con un dito a Marinette, grazie alle sue carezze e
sussurrandole parole dolce all’orecchio per tranquillizzarla quando la vedeva
più frigida, probabilmente quando percepiva delle fitte al basso ventre.
Marinette presto dimenticò
il dolore iniziale, abbandonandosi al piacere prima di lui tra le sue braccia
piene d’amore e sentimento.
*
Marinette rimase ad
ascoltare il battito del cuore di Adrien per qualche minuto, senza dire niente,
semplicemente intrecciando una mano con la sua mentre il ragazzo le accarezzava
i capelli e si inebriava del suo profumo.
Nessuno
dei due credeva ancora di aver compiuto quel passo e tutto sommato era andata piuttosto
bene.
Certo,
l’imbarazzo generale era aleggiato in quella stanza per tutto il tempo e la
vergogna a volte gli faceva compiere gesti involontari e a volte divertenti,
smorzando la tensione.
Soprattutto
quando Marinette nella foga del momento aveva tirato
un pugno in piena faccia al malcapitato per puro errore, solo perché voleva
togliere il lenzuolo che li ricopriva.
“Era
come te lo immaginavi?” Osò chiedere ingenuamente Adrien per iniziare un
confronto.
“No.”
Marinette si sollevò appena per puntargli il suo
sguardo azzurro “… decisamente meglio!” Gli stampò un bacio sulla punta del
naso senza aggiungere altro prima di uscire dal letto per rivestirsi, a
malincuore.
Sarebbe
restata in quel letto, sotto le coperte con lui per sempre.
Marinette rimase immobile
per qualche secondo perché sentì qualcosa di caldo solleticarle le gambe, volse
lo sguardo ad una coscia e la vide leggermente sporca di sangue.
“Tutto
bene?”
“S-si…
solo un capogiro!” Mentì per non preoccuparlo inutilmente, se gli avesse detto
che stava sanguinando si sarebbe avvilito e sentito in colpa per averle fatto
del male involontariamente.
Marinette si vestì
frettolosamente anche perché l’ora era tarda e presto sua madre si sarebbe
chiesta perché non fosse ancora rientrata a casa.
Adrien
la guardò languidamente.
“Lo
rifaremo?”
Marinette sorrise
compiaciuta “Ovvio!” Ammiccò poi.
“Allora
non sono andato così male!” Affermò convinto pavoneggiandosi alzando il viso
con gli occhi chiusi.
Di
tutta risposta, Marinette gli tirò in faccia i boxer
che qualche attimo prima erano finiti sopra la coda del pianoforte, meglio
toglierli da lì prima che a Gabriel gli venisse un infarto per vedere delle
mutande in bella vista su un oggetto così prezioso.
La
corvina richiamò il suo potere per tornare a casa prima.
Adrien
si leccò le labbra quando la vide in quella tutina stretta, la vista di lei
trasformata in Lady Bug lo faceva sempre attizzare scuotendogli inevitabilmente
il cuore.
“Sei
stupenda!” Si lasciò sfuggire ammaliato da quella visione celestiale.
Lady
Bug mise un piede davanti l’altro e con fare sensuale si avvicinò a lui, ancora
sul letto coperto dal bacino in giù solo con il lenzuolo.
“Se
vuoi… la prossima volta rimango trasformata… che ne dici?” Gli sussurrò
all’orecchio leccandone il lobo.
Adrien
lo avrebbe rifatto anche subito visto che la sola vicinanza di lei gli fece
affluire il sangue nuovamente oltre il basso ventre.
“Non
mi tentare.” Fece lui di rimando aggrappandosi a lei per baciarla.
“Devo
proprio andare ora. Ci vediamo domani.” Lady Bug raccattò lo zaino lasciato ai
piedi della scrivania e lanciò lo yo-yo nel palazzo di fronte.
“Aspetta,
milady.”
Questa
si fermò all’istante attendendo le parole del suo fidanzato.
“Ti
amo!”
Lady
Bug gli rivolse uno sguardo intenerito “Ti amo anch’io!”
*
FINE
*
Convenevoli finali: E con questa storia si conclude la
trilogia delle storie dedicate a San Valentino, spero come sempre vi sia
piaciuta e vi abbia strappato un sorriso di tanto in tanto.
Vi
avviso che da lunedì tornerò a pubblicare i capitoli finali di “Ascolta
il tuo Cuore”.
Grazie
davvero per il sostegno che mi date.
A
presto, Erika
*
P.S.
ringrazio la mia carissima amica Summerlover
per i suoi suggerimenti, e la dolcissima Fiorentinasara
per avermi suggerito il titolo, senza di lei questa storia sarebbe ancora senza
un’identità.