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Autore: Quella Della Pasta    19/02/2022    0 recensioni
[Poirot]
Raccolta di brevi fic sulla cricca investigativa di Whitehaven Mansions, alle prese con le imprese, le noie, le sorprese e la vita abitudinaria di tutti i giorni.
Nella loro straordinaria semplicità, come in fondo lo sono le pietre preziose e le qualità che danno il titolo - e il tema - alle storie di cui sono qui i protagonsti.
(Partecipa al COW-T #12 indetto da Lande di Fandom.)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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prompt: Saggezza
protagonista: miss Felicity Lemon; e il resto della cumpa di Whitehaven Mansions sullo sfondo.


 

C'erano diversi tipi di saggezza, al mondo. E Felicity Lemon era tutt'altro che stupida, e dunque sapeva riconoscerle. E impiegarle, certamente. Che razza di segretaria sarebbe stata, altrimenti?

C'era la saggezza buona, un po' rozza ma decisamente comprovata dell'ispettore Japp, per esempio. Fatta di quel tipo di conoscenze che si provano sulla propria pelle, dopo anni ed anni di esperienze di vita, quel tipo di saggezza popolare che ha attecchito persino nella mente cristallina della signorina Lemon, nonostante l'educazione inglesissima che i suoi genitori vollero farle impartire dalla tata di famiglia.

C'era poi la saggezza istintiva, ingenua e decisamente a fortuna di esemplari quali il capitano Hastings – uomini del tutto in buona fede, ci mancherebbe altro, ma che, a detta di Felicity Lemon, erano ben capaci di causare più danni che altro. Per non parlare del fatto che una delle geniali intuizioni del buon capitano aveva rischiato di svuotare loro le tasche, e tutto per un gioielliere da cui neppure si recavano a far spese abituali.

La saggezza del signor Poirot era quella che miss Lemon sentiva decantare di più, tra conversazioni ufficiali e chiacchiere col postino e col lattaio. Una mente come un archivio, sempre pronta a scattare per afferrare ricordi utili, conoscenze riposte lì da anni e in dubbio di venir mai realmente usate, persino una parolina intercettata per caso fra l'arrosto del pranzo e il tè delle cinque. Una mente a strati, semplicemente geniale.

Ma non tutti erano dotati di un tale marchingegno. Compresa la signorina Lemon, con suo sommo dispiacere (e giusto un pizzico di fastidio: sarebbe stato immensamente più facile, in quel caso, gestire a mano i conti giornalieri, le fatture, le lettere da smistare e le faccende in generale). Per cui, da brava inglese, aveva fatto di necessità virtù e s'era dovuta, in una parola sola, adattare.

O meglio, aveva pagato quegli operai per farlo. Lei aveva preso le misure e deciso tutto il resto. Salire e scendere tutti quegli scatoloni per tutto il palazzo – uh! Non un'attività che si addice a una signora. E poi, c'era la tisana del signor Poirot da preparare.

Felicity Lemon, da brava segretaria, lavorava alacre e imparava in silenzio. Come l'ispettore capo Japp affrontava il problema che gli si parava davanti, per esempio, ricorrendo a un aiuto più in alto di lui quando la sua saggezza popolare s'arrestava. E dal capitano Hastings, Felicity Lemon aveva imparato a fidarsi del suo istinto. O comunque, di appuntarsi mentalmente le sue intuizioni per poi discernerle nel momento più opportuno. Da monsieur Poirot c'era sempre così tanto, poi, da imparare. Forse anche troppo.

Restava il fatto che un cervello come il suo, miss Lemon era conscia non l'avrebbe avuto mai. Ma era bravissima a scrivere a macchina, la più veloce del suo corso. E il suo senso dell'ordine era impeccabile. Perché non unire le due cose, quindi?

Il suo archivio fece il suo degno, trionfale ingresso nello studio del signor Poirot con una lode da parte sua e uno sguardo confuso, ma comunque d'approvazione, del capitano.

«La sua saggezza è incomparabile, mademoiselle Lemon! Col suo sistema, risalire a capo delle tracce anche più oscure sarà ancora più rapido, très facile!»

E Felicity Lemon, dal suo canto, era raggiante. Sarebbe risultato loro utile in brevissimo tempo, ne era certa. Certissima.

Anche se si sarebbe ben risparmiata dal rivelare che metà delle informazioni contenute lì dentro, provenivano dalle suddette chiacchiere col postino e col lattaio. Una brava segretaria è saggia abbastanza pure per decidere cos'è meglio tacere...

   
 
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