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Autore: Ashla    20/02/2022    0 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 02/08/2023 (sì, ogni tanto vivo)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nelle parti precedenti di Code Arcadia (visto che un breve riassunto ci vuole)…

Nel presente, subito dopo la sconfitta degli ultra evoluti, Fey trova uno strano laboratorio sotto la torre Inazuma e non può fare a meno di investigare, insieme ad un gruppo di amici, scoprendo così una ragazza smemorata chiamata, per convenienza, Kathryn e Arcadia, un mondo virtuale dove vive X.A.R.E che può minacciare il mondo esterno attivando delle torri.
Fey, capita la pericolosità di X.A.R.E, vuole spegnere il super computer ma si scopre che Kathryn è collegata ad Arcadia e che non si può spegnere il super computer senza farle del male, serve dunque un modo per scollegare Kathryn da Arcadia ma, mentre lo cercano, X.A.R.E continua ad attaccare e grazie a Paguri e Crabs (granchi giganti che sparano) cerca di fermare i nostri eroi quando vanno su Arcadia.
Dopo i primi attacchi qualcuno si accorge che c’è qualcosa che non va e comincia a tramare nell’ombra.
Gli attacchi dell’intelligenza artificiale si fanno anche più pericolosi e Fey inventa il Ritorno al passato che permette di resettare la giornata, lasciando i ricordi solo a chi è andato ad Arcadia, salvando la vita a Gabi, quasi morto a causa di un’incidente durante un attacco di X.A.R.E che si era impadronita dei semafori.
Fey inventa anche dei veicoli per permettere alle ragazze di muoversi più veloci su Arcadia: due volopattini (overboard) e un grande monopattino dalla base circolare, tutti senza ruote ma che fluttuano in aria.
Gli attacchi di X.A.R.E continuano, nel mentre, Kathryn ottiene indietro pezzi del suo passato tra cui i volti dei genitori, di una persona dagli occhi azzurri verdastri che la chiama Ailla e di una festa dove ha incontrato una ragazza dai capelli scuri e gli occhi azzurri.
Intanto due uomini misteriosi avvicinano Kathryn, mentre questa ritorna da scuola, e la chiamano Aileen turbandola…saranno li stessi che tramano nell’ombra?
 
 
 

16. Melodia mortale

 
 
«Ma io voglio arrampicarmi…non mi piace questo vestito».
La ragazzina in abito color crema sorrise divertita dallo sbuffo della bambina dai capelli rossi.
«Lo immaginavo sai?»
«Bene, ora scusami ma devo nascondermi prima che…»
«Prima che cosa? Che tuo fratello finisca di contare? Penso che non finirà mai».
La interruppe la corvina indicando con una mano due bambini dai capelli rossi che parlottavano tra di loro mentre il nuovo arrivato teneva tra le mani un pallone da calcio colorato.
«Traditore…»
Sussurrò la piccola dagli occhi lilla guardando, però, il fratellino con un piccolo sorriso sulle labbra.
«Già, a quanto pare quei due preferiscono stare tra di loro piuttosto che con le loro sorelle maggiori».
Alle parole della ragazzina dai capelli scuri e l’abito crema, la rossa si voltò a guardarla stupita: i nuovi arrivati erano fratelli? Eppure non si assomigliavano per niente.
La maggiore, sentendo lo sguardo confuso dell’altra, fece spallucce dando una veloce occhiata, con gli occhi blu, ai bambini che giocavano prima di rivolgersi alla minore.
«Non tutti i fratelli sono due gocce d’acqua come voi due, Aileen».
«Mi conosci?»
«I nostri genitori lavorano insieme…dovresti prestare più attenzione a quello che dicono in sala».
La rossa sbuffò portando le braccia al petto.
«Ma sono discorsi così noiosi! Non sono divertenti!»
La corvina ridacchiò.
«Ma tu stai diventando grande, almeno un po' ti devi interessare».
«E allora non voglio diventare grande! Il mondo dei grandi è così brutto!»
Un urletto attirò la loro attenzione e le due si girarono per guardare i loro fratellini giocare insieme con il pallone.
Sorrisero.
«Ah, eccovi qua…»
Le due sobbalzarono e si girarono nuovamente verso la casa: dal salone erano usciti una giovane coppia vestita elegante accompagnata da un uomo basso e stempiato che indossava un kimono e sorrideva tranquillamente.
«Papà».
«Papà!»
«Mamma!»
La corvina e suo fratello sorrisero allo sconosciuto, anzi al padrone di casa, mentre l’altro bambino dai capelli rossi correva dalla donna appena arrivata in giardino che, con un gran sorriso, lo prese in braccio dandogli un bacio sulla guancia.
«Vedo che avete fatto conoscenza, ci speravo».
L’uomo sconosciuto, carezzando la folta chioma del figlio, sorrise alla bimba dai capelli rossi che annuì.
«Bene, bravi. Che ne dite se per celebrare la serata non ci facciamo fare una bella foto, eh?»
Domandò il padrone di casa e la giovane coppia annuì così il gruppetto rientrò nella sala e, chiamato un fotografo, si fecero fare una foto vicino alle scale che portavano al piano di sopra.
«Forza, su…sorridete».

 
 
«Forza, su…dite cheese!»
Esclamò Anita sorridendo verso il cellulare; subito Roxanne e Kathryn fecero quanto detto e la minore dei Garcia poté scattare un paio di foto cambiando ogni volta espressione.
«Ok…ok…ora buffa!»
Disse Roxanne e Kathryn annuì ridacchiando.
«Ecco! Questa è perfetta! La mandiamo a quella traditrice di Eden che invece di uscire con noi preferisce uscire con Michael!»
Rise Roxanne guardando l’ultima foto in cui le tre amiche guardavano verso lo schermo con espressioni buffissime.
«Dì la verità: sei solo gelosa perché lei può vedersi con il suo ragazzo e te no».
Alle parole di Anita, Roxanne fece spallucce prima di rispondere.
«Ok…forse hai ragione ma non è colpa mia se le relazioni a distanza sono così difficili…già ci vediamo poco e se poi X.A.R.E ci interrompe due volte su tre che ci troviamo…»
Kathryn annuì prendendo una mano all’amica.
«Mi dispiace Rox, non è facile con X.A.R.E tra i piedi…ti giuro che Fey ed io ci stiamo lavorando».
«Oltre a lavorarci godetevi il tempo insieme ora che, finalmente, potete…beh…brioche?»
Domandò Roxanne, desiderosa di cambiare argomento, sventolando il sacchetto di carta contenente la loro merenda.
Anita annuì ricevendo subito il suo dolce e poi si stese sulla panca del tavolo da pic nic presente nel parco vicino al campo da calcio lungo il fiume mentre anche la rossa prendeva il suo cibo prima di mettersi a smangiucchiarlo con aria assente ripensando al sogno di quella notte.
Kathryn era sicura che le stesse sfuggendo qualcosa, o meglio, qualcuno: quelle persone dovevano far parte del suo passato ma non se li ricordava proprio e, per quanto si sforzasse, non cambiava nulla.
E poi…e poi c’erano quegli strani individui. Loro di sicuro non li aveva mai visti ma quell’incontro le aveva messo addosso un’agitazione indicibile anche se cercava di non darlo a vedere per non spaventare Fey o Arion, gli unici del gruppo che sapevano di quella vicenda, o per dover raccontare agli altri cosa fosse successo.
Aileen…
«Kath? Ci sei?»
La ragazza si riscosse e sorrise ad Anita che si era rimessa a sedere sentendo che Kathryn non rispondeva ai richiami di Roxanne.
«Sì, scusate…mi sono persa nei miei pensieri…stavate dicendo?»
«Aitor mi ha mandato il link di una canzone, dice che è fortissima, ti va se la sentiamo?».
Disse Roxanne sventolandole davanti lo schermo del cellulare e Kathryn annuì.
«Perché no? Ho proprio voglia di un po' di musica!»
La maggiore del gruppo sorrise e cliccò sul link mentre le altre due le si avvicinavano per sentire meglio.
La canzone partì: era molto ritmata con parole, in una lingua a loro sconosciuta, che sembravano ripetersi più e più volte.
«Ha un bel ritmo, forse un po' ripetitiva con il testo? Che lingua è?»
Domandò Anita tamburellando con le dita sul tavolo da pic nic seguendo il ritmo fin ipnotico della canzone.
Roxanne scosse il capo, non sapendo dare una risposta, prima di farla ripartire per cercare di capire la lingua.
Le tre ragazze rimasero in silenzio ad ascoltarla una seconda volta e poi, quasi senza accorgersene, la rimisero su una terza.
Quasi a metà canzone, Anita sbuffò sentendo montare un lieve mal di testa mentre Kathryn si massaggiava la fronte e Roxanne socchiudeva gli occhi.
«Ragazze!»
Le tre sobbalzarono a quell’urlo preoccupato e il cellulare della maggiore cadde a terra: la musica cessò.
«Ragazze!»
Ripeté Arion raggiungendole trafelato.
«Che succede?»
Anita saltò in piedi, senza sentire più il mal di testa, e Kathryn scosse il capo battendo le palpebre imitata da Roxanne.
«X.A.R.E! Ha attaccato! Stavo studiando con Fey e JP ma zia Silvia mi ha chiesto di darle una mano e così sono andato da lei, sarò stato via una ventina di minuti e quando sono tornato Fey e JP erano svenuti mentre ascoltavano della musica e il portatile di Fey segnalava un nuovo attacco e…ragazze?»
Le tre amiche, al sentire parlare di musica, erano sbiancate e avevano sgranato gli occhi.
«La musica fa tipo…»
Anita canticchiò un motivetto, lo stesso che fino a poco tempo prima aveva sentito, e Arion annuì agitato.
«Sì, esatto! Ho provato a svegliarli ma non ci riuscivo e quindi sono venuto a chiamarvi! Secondo voi cosa ha fatto X.A.R.E questa volta?»
«La musica…»
Sussurrò Kathryn e Anita annuì mentre Roxanne raccoglieva il cellulare come se si trattasse di un oggetto pericoloso; Arion le guardò confuso.
«La musica?»
«C’era la musica quando li hai trovati…hai cercato di svegliarli mentre andava la musica? Stavi bene?»
«Uh, sì. Avevo mal di testa e…oh…ora non ce l’ho più! Ma, Anita, cosa centra la musica?»
La minore dei Garcia guardò le amiche che annuirono confermando che anche loro avevano mal di testa mentre ascoltavano la musica.
«X.A.R.E deve aver fatto qualche casino con la musica, non chiedermi come perché non lo so e…»
«Oh no! Aitor!»
Roxanne, interrompendo l’amica, scattò in piedi e chiamò il ragazzo mettendo in vivavoce, dopo pochi squilli qualcuno rispose ma non era il difensore della Raimon.
O meglio…non era il difensore del primo anno della Raimon.
«Roxanne! Aitor è…»
«Fratellone? Cosa?»
«Eny?»
«Aitor cosa, Gabi? È svenuto? Stava ascoltando quella canzone?»
Domandò Roxanne volendo evitare inutili siparietti comici tra i fratelli Garcia.
Per un attimo Gabi rimase in silenzio poi rispose affermativamente.
«Stavamo studiando ma lui voleva fare merenda così sono andato a prepararla e l’ho trovato svenuto con la musica accesa. Che succede? Sta bene? X.A.R.E? Ma come ha fatto? Starà bene, vero?»
Anita, se la situazione non fosse stata così preoccupante, sarebbe scoppiata a ridere a quella sfilza di domande preoccupate, poche volte vedeva Gabi così preoccupato e che provasse a negare che si era agitato per la salute di Aitor e gliel’avrebbe fatta vedere lei.
Solo che c’era poco da ridere e suo fratello era in pericolo.
«Stai ascoltando anche tu quella roba? Spegnila!»
«Non la sto ascoltando, Eny…aveva le cuffiette».
«Bene, allora non ascoltarla per nessun motivo, X.A.R.E sta attaccando utilizzando quella canzone! Dobbiamo andare ad Arcadia».
«Io…io non lo lascio così…»
Anita sbuffò sonoramente alla risposta del fratello e fece per parlare ma Roxanne la anticipò.
«Allora chiama Riccardo e che venga almeno lui…e anche Eden e Michael…questo puoi farlo».
Gabi rispose affermativamente e poi chiuse la chiamata dopo aver promesso loro che avrebbe chiamato i rinforzi.
Le tre amiche e Arion si guardarono e annuirono poi, raccolte le loro robe, corsero via in direzione della torre e del laboratorio sotterraneo.
In giro numerose persone con le cuffie tra le orecchie erano distese svenute a terra.
«Che disastro! Se quella canzone arriva nelle macchine…non voglio neanche pensarci!»
Esclamò Kathryn e Roxanne rabbrividì accelerando: non avevano tempo da perdere…come al solito.
Arrivati nel laboratorio, la rossa si mise al computer cercando la torre attiva, in modo da apparire nelle vicinanze, per poi inserire le coordinate nel programma di materializzazione.
«Arion sai che fare, quando arrivano gli altri mandaceli».
Il ragazzo annuì, prendendo posto sulla sedia, e le tre amiche uscirono dalla stanza dirette ad Arcadia.
 
 
Le ragazze si virtualizzarono sulla spiaggia, a pochi passi dal mare, e subito si misero sulla difensiva pronte a rispondere a qualsiasi attacco.
Non successe nulla.
«Niente comitato di benvenuto? Deludente».
Sbottò Anita senza, però, smettere di guardarsi intorno.
«Staranno dormendo pure loro…andiamo».
Roxanne saltò sul proprio volopattino blu e le altre due la imitarono salendo veloci sui propri mezzi per poi partire sfrecciando verso la torre.
All’improvviso Anita, che stava davanti, si fermò con un insulto e quasi Kathryn non le andò contro.
«Ecco perché non niente benvenuto…»
Roxanne e la rossa sgranarono gli occhi guardando dove la giovane Garcia indicava con un dito: una marea di paguri e di crabs le attendeva ai piedi della torre.
«Miseria! Sono troppi! Se circondano la torre così non riusciremo mai a farti entrare, Kath».
Kathryn, alle parole di Anita, guardò i nemici che proteggevano la loro unica possibilità di salvezza e strinse i pugni: davvero era impossibile superarli e allora come potevano fare?
«Ragazze!»
La voce di Riccardo le distrasse di nemici e le tre guardarono, anche se inutilmente, il cielo artificiale.
«Niente da fare, Eden e Michael non rispondono alle chiamate».
«Dici che hanno ascoltato la musica?»
Domandò Anita che dall’essere sollevata per aver sentito la voce del proprio ragazzo era passata ad aver ansia per l’amica.
«Probabile».
«Quindi niente rinforzi numerosi…fantastico».
Roxanne sospirò lanciando un’occhiata ai nemici che rimanevano fermi a presidiare la torre.
Kathryn scosse la testa e chiuse gli occhi cercando di trovare una soluzione: ci doveva essere una soluzione, un modo per passare.
«Se volete vi raggiungo io, ragazze».
Serviva un modo per raggiungere la torre, una via per…una via…
«Il Nucleo è il centro, vedilo come un incrocio con tante vie…qua è tutto collegato al Nucleo e il Nucleo a tutto».
Kathryn sgranò gli occhi.
«No! Resta lì! Ho un’idea! Andiamo alla torre centrale!»
«Pensi che ci seguiranno?»
Alla domanda di Roxanne, la rossa scosse il capo.
«Però c’è un altro modo per entrare lì…dobbiamo andare alla torre centrale…in fretta!»
Senza spiegarsi, Kathryn partì lasciando le due ragazze confuse a fissarsi per qualche secondo prima di seguirla.
Come previsto i loro nemici rimasero fermi al loro posto.
«Perché non ci seguono? Mi spieghi cosa vuoi fare?»
Domandò Anita, mentre attraversavano un’area boschiva, rompendo il silenzio che si era venuto a creare da quando avevano cambiato rotta.
«Non ci seguono perché X.A.R.E non può mandare mostri infiniti e pensa che impedirci di entrare nella torre sia una strategia perfetta».
«Perché X.A.R.E pensa?»
«E non lo è? Perfetta…»
Kathryn scosse la testa.
«Sarebbe perfetta se entrare fosse l’unico modo per essere dentro alla torre».
«Che?»
Domandarono in coro sia le ragazze che Arion e Riccardo e Kathryn non poté fare a meno di ridacchiare.
«Mi sono appena ricordata una cosa, adesso vedrete…solo dobbiamo muoverci prima che X.A.R.E capisca il mio piano e sarà a momenti».
«Adoro come ti ricordi le cose quando servono!»
«Sinceramente, Arion? Fa schifo…preferirei ricordarmi tutto sempre…»
Per un secondo Arion rimase in silenzio poi si scusò proprio mentre le amiche raggiungevano l’estremità dell’isola e iniziavano ad avventurarsi nel mare zizzagando il più possibile per evitare di venir colpite da eventuali pesci.
Un Crab apparve da dietro la torre; Kathryn sbuffò.
«L’ha capito».
«Tardi però, ci penso io».
Anita accelerò, schivando gli spari del nemico, e, salita più in alto di questo, gli saltò addosso colpendolo sul simbolo di X.A.R.E e, così facendo, lo distrusse.
La ragazza si girò e sorrise alle amiche che la raggiunsero; le tre scesero dai mezzi fermandosi davanti alla torre.
«E ora, Kath?»
«E ora entriamo una alla volta…tanto sapete come si fa, no?»
Kathryn fece loro l’occhiolino ed entrò nel cerchio luminoso sul terreno sparendo all’istante.
Anita e Roxanne si lanciarono uno sguardo d’intesa e, seppur nervose all’idea di entrare nella costruzione, la imitarono una alla volta.
Quando Roxanne, l’ultima delle tre ad entrare, ci fu dentro sgranò gli occhi e cominciò a guardarsi intorno piena di meraviglia per quelle pareti scure e piene di dati a lei incomprensibili.
Nella stessa situazione si trovava Anita mentre Kathryn digitava qualcosa sullo schermo, al centro della piattaforma, con sguardo crucciato.
Le due amiche, dopo un attimo di sorpresa, la raggiunsero mettendosi alle sue spalle per vedere cosa stava facendo.
Kathryn sbuffò e scosse la testa: la sua intuizione era giusta, potevano farlo ma sarebbe stato pericoloso, avrebbe sbloccato porte che erano sigillate, avrebbe permesso a X.A.R.E di…
«C’è un problema…»
La voce di Arion giunse tesa alle ragazze che si fermarono alzando lo sguardo confuse.
«Che tipo di problema?»
«Ha chiamato Gabi, Aitor non si sveglia e sta respirando sempre più piano…Riccardo è andato a controllare JP e Fey».
Roxanne sgranò gli occhi portandosi una mano alle labbra e Anita rabbrividì appena per quelle parole che la riportarono indietro al giorno dell’attacco di X.A.R.E ai semafori e alla quasi perdita del fratello.
«Dobbiamo muoverci».
Disse la minore dei Garcia a Kathryn che sospirò ed annuì: non c’era altra scelta, pericolosa, certo, ma meno di affrontare direttamente i mostri.
«Va bene…fatemi fare una cosa…ecco, fatto».
Lo schermo, dopo che Kathryn vi ebbe scritto su qualcosa e posato sopra la mano, si illuminò lampeggiando un paio di volte e poi si spense.
Anita la guardò in attesa.
«E ora?»
«E ora ci buttiamo».
Kathryn si avvicinò al bordo della piattaforma su cui si trovavano e Roxanne la guardò confusa prima di lanciare un’occhiata scettica al buio sotto di loro.
«Lo so…non sembra una bella idea ma dovrebbe funzionare».
«Dovrebbe?»
«Fidatevi di me».
Roxanne e Anita si lanciarono un’occhiata poi, annuendo, andarono ad afferrare le mani che Kathryn porgeva loro e, insieme, si misero sul bordo della piattaforma.
«Bene, al mio tre. Uno…due…tre!»
Saltarono chiudendo gli occhi.
Per qualche istante caddero nel buio poi qualcosa cambiò: sembrava quasi che ci fosse una leggera luce e non stavano più precipitando ma era come se fossero sospinte da una veloce corrente invisibile.
Seppur timorose aprirono piano gli occhi.
Un’esclamazione stupita sfuggì dalle labbra di Roxanne e Anita: erano in una sottospecie di tunnel le cui pareti erano fatte da codici luminosi, impossibili da leggere sia per la velocità con cui viaggiavano che per la lunghezza.
«Kath! Tu lo sapevi!»
All’esclamazione di Roxanne, Kathryn non rispose fissando con interesse le sequenze alfanumeriche delle pareti.
Pochi secondi dopo, davanti a loro, cominciò ad apparire una piattaforma del tutto simile a quella che avevano abbandonato e la corrente che le trasportava rallentò poi, all’improvviso, fece far loro una capriola e le posò con i piedi sulla pedana.
«Fantastico…dove siamo?»
Domandò Anita guardandosi intorno confusa.
«Vorrei saperlo anch’io! Siete sparite dalla mappa e per un attimo non riuscivo a contattarvi!»
Esclamò Arion e Roxanne si porto le mani alle orecchie.
«Sì, ma non urlare…dove siamo Kath?»
La rossa si guardo intorno prima di accedere al terminale in mezzo alla piattaforma e cominciarvi a scriverci su.
«Nel Nucleo…nella sua torre. Il Nucleo è il centro, vedetelo come un incrocio con tante vie…qua è tutto collegato al Nucleo e il Nucleo a tutto…»
Roxanne aggrottò la fronte mentre Anita annuì.
«Da qui puoi raggiungere la torre attivata, vero?»
«No, Anita…le torri centrali sono collegate a questa e le altre tra di…»
«Aspetta, piano…piano…torri centrali? Altre? La torre centrale non è una?»
Domandò confusa Roxanne dando voce ai dubbi di Arion e Anita.
Kathryn scosse il capo e, per un secondo, non disse nulla osservando lo schermo davanti a lei.
«Esistono più parti di Arcadia solo che fino a prima erano inaccessibili. Ogni parte ha le proprie torri le varie torri da ora sono in contatto le une con le altre…vorrei spiegarvi meglio ma non abbiamo tempo da perdere. So la strada da fare, andiamo».
Senza dare ascolto ad Arion che continuava a tempestarla di domande, la rossa, dopo aver fatto le stesse azioni fatte precedentemente, si avvicinò al bordo della piattaforma e, con le amiche, si tuffò nel vuoto.
Arion tacque.
«Te ne sei ricordata solo ora? Perché X.A.R.E non ha usato torri di altre parti?»
Domandò Anita mentre venivano trasportate via dalla corrente.
«Sì, solo ora…un altro tassello per questo puzzle complicato e sì, X.A.R.E non poteva…ho aperto io il collegamento…»
Mentre le due amiche cercavano di capire le nuove informazioni, raggiunsero una nuova piattaforma.
«Bene, ora dobbiamo correre. La torre che cerchiamo non è troppo distante ma dubito che Arion sappia mandarci i mezzi in questo…uh…settore».
«Uffa…perché dubitate delle mie capacità informatiche?»
«Forse perché non vieni dal futuro come Fey e la cosa più difficile che tu abbia mai fatto con un computer è stata guardare un film da un sito streaming?»
Domandò Anita prendendo in giro l’amico che, come a dimostrare la veridicità delle sue parole, quando le ragazze uscirono dalla torre cominciò ad esclamare che era comparsa all’improvviso una nuova mappa ma che non riusciva a capirci nulla.
Lo stupore di Arion però non fu nulla in confronto a quello delle tre amiche che si ritrovarono ad osservare una città, con bassi palazzi dall’aspetto futuristico, piena di canali e ponti sospesi.
«Una Venezia del tremila?»
Ridacchiò Roxanne, guardandosi intorno meravigliata, pur tenendosi pronta per eventuali nemici.
«Una Venezia del tremila sospesa per aria…quello là in fondo sembra il mare digitale del settore con le isole».
Constatò Anita che, nel frattempo, si era avvicinata al canale che circondava l’intera piazza ovale in cui si trovava la torre centrale.
«Dobbiamo muoverci, ho paura che presto non saremo più sole…da questa parte!»
Kathryn, senza esitazione, cominciò a correre attraversando un ponte e le altre due la seguirono senza smettere di guardarsi intorno.
«Come fai a sapere dove andare?»
Domandò Roxanne saltando una cassa abbandonata in mezzo alla strada.
«Ho guardato la mappa…prima alla torre del Nucleo».
«Ah…»
Disse Anita correndo su da delle scale.
«Ragazze? C’è qualcosa che viene verso di voi…»
«E ti pareva? La torre la vedi Arion?»
Per un attimo le tre ragazze, ferme in mezzo ad un incrocio con le mani alle armi, non ricevettero risposta.
«Eccola! Strada a destra, sempre dritto per due incroci e poi a sinistra e dritto come un tiro di collo pieno…ma X.A.R.E vi ha mandato compagnia…»
Le amiche si guardarono e annuirono ricominciando a correre nella direzione suggerita da Arion.
Ben presto, tre i tetti, videro sbucare la sagoma della torre.
«Eccola!»
«Eccoli!»
Esclamò Anita, in risposta a Roxanne, indicando i nemici che le aspettavano all’ultimo incrocio: tre ruote grandi come un essere umano le attendevano immobili e, appena le notarono, cominciarono a sparare loro.
Le ragazze si rifugiarono in un piccolo vicolo cieco tra due case.
«Cosa sono quei cosi!?»
Esclamò Roxanne osando sporgersi appena per fissarli.
«Nuovi nemici…scommetto che il marchio di X.A.R.E è in mezzo ai raggi della ruota, proprio dove c’è il simbolo delle varie marche delle macchine».
Disse Anita stringendo la spada.
«E come li superiamo?»
«Parkour…»
Le due ragazze guardarono Kathryn come se si fosse ammattita e lei fece spallucce.
«Saliamo sui tetti, tanto sono piani, e poi andiamo dall’altra parte. La strada è stretta, con un bel salto ce la possiamo fare».
«Se non ti sparano mentre salti…io li distraggo. Le mie fruste mi permettono di attaccare da lontano. Andate».
Ordinò Roxanne prima di gettarsi in strada chiamando i mostri poi, con una capriola, evitò i loro colpi e si nascose dietro ad una delle tante casse abbandonate in mezzo alla via.
Anita e Kathryn annuirono e, seppur a fatica, si arrampicarono sul tetto, e per non farsi notare lo attraversarono, andando verso il lato più lontano dalla via, gattonando.
«Pronta a saltare?»
Sussurrò la minore dei Garcia sorridendo, con aria quasi di sfida, alla rossa che annuì.
Presero un respiro profondo, abbandonarono ogni discrezione, alzandosi in piedi, e cominciarono a corre per poi saltare.
Atterrarono in malo modo sull’altro tetto e non poterono fare a meno di ridacchiare: di certo dovevano migliorare l’atterraggio.
«Andiamo, Rox è brava ma sono in tre contro una…»
Ancora una volta gattonarono fino all’angolo più lontano dalla strada e poi ripresero a corre, saltando le viuzze strette che, a volte, separavano i tetti.
Da lassù potevano vedere bene la loro meta che si ergeva tra quelle case basse.
«Attenta Roxanne! Quei cosi tolgono molto di più dei paguri o dei crabs e…oh, wow! Anche i tuoi punti vita sono di più!»
Esclamò all’improvviso Arion e Kathryn non poté non ridere per l’incredulità che gli sentiva nella voce ma il buon umore le passò subito quando, da un vicolo davanti a loro, spuntò un drone armato.
«Ma!? È quello di Spiderman far from home?»
«Sembrerebbe…»
Sbottò Anita deviando un colpo con la spada.
«La torre è a neanche due tetti di distanza, io lo distraggo tu vai».
Kathryn annuì alle parole di Anita e si buttò giù dal tetto: dopotutto quel salto non era niente rispetto alla caduta che facevano quando si virtualizzavano.
Arrivata sul terreno, cominciò a correre verso il ponte che la separava dalla torre, lo superò ed entrò nell’edificio: come nelle torri secondarie del settore delle isole, il pavimento che, diversamente da quelle centrali, ricopriva tutta la superficie era decorato da cinque cerchi dal perimetro colorato ma, di questi cinque, solo quello grigio e quello azzurro brillavano, segno che il passaggio era attivo.
Sin dalla sua prima volta nella torre aveva avuto sotto gli occhi la struttura di Arcadia eppure, fin a poco prima, non ci aveva mai fatto caso, non ci aveva dato peso perché non se ne ricordava e più il tempo passava più odiava ricordarsi le cose a pezzi, non era per niente figo, anzi, tutt’altro…
Entrò nel cerchio azzurro e subito finì in quel tunnel di informazioni che collegava i due settori.
Quando prima le era tornato in mente il Nucleo pensava di aver trovato la soluzione perfetta al problema eppure, leggendo i dati sul terminale della torre centrale, aveva scoperto che, tanto perfetta, la cosa non era ma X.A.R.E le aveva forzato la mano, l’aveva costretta ad aprire gli altri settori e da quel giorno il pericolo sarebbe aumentato.
Non bastava più spegnere il super computer, dovevano trovare un modo per eliminare X.A.R.E.
La piattaforma della torre di destinazione comparve e lei vi atterrò ritornando in contatto con Arion.
«Arion, sai preparare il Ritorno al passato?»
«Più o meno…ho letto il quaderno con le varie istruzioni che avete lasciato comunque è appena ritornata Roxanne, mi sta aiutando anche lei».
Kathryn annuì e posò la mano sullo schermo cominciando poi a digitare il Code Arcadia; una volta finito lo schermo divenne verde, lampeggiò e poi si spense insieme a tutti gli altri lasciandola nel buio.
La rossa chiuse gli occhi sospirando sollevata mentre la luce inondava la torre e Arion annunciava il ritorno al passato.
 
 
 
Uno spazio buio illuminato solo dal fascio di luce di una potente torcia.
Un’umidità fresca ben diversa dal calore estivo della superficie.
Una melodia allegra con parole che sfuggono alla sua memoria, canticchiata da una voce maschile, che rompe il silenzio.
«Ricordatela, uragano mio».

 
 
 
 
Angolo dell’autrice che è in immenso ritardo…come al solito
 
Ciao!
Devo dire che Code Arcadia mi mancava un sacco!
Come ho già detto in Storytellers, ho avuto un periodo abbastanza difficile per la mia voglia di scrivere e quindi mi sono bloccata completamente (del tipo che il primo flashback è ancora di giugno/luglio e tutto il resto del capitolo è stato scritto in questi giorni).
Inizialmente pensavo di eliminare anche questa, dopotutto è dal giugno 2019 che ci vado dietro con estrema lentezza, ma proprio non ce la faccio, mi ci sono affezionata troppo, e, visto che sono messa abbastanza bene a livello di trama, ho intenzione di finirla anche a costo di correre un po'.
Per farlo, però, probabilmente farò capitoli più corti (forse…questo doveva essere corto e invece l’ho allungato un sacco) e con un bel po' di informazioni/avanzamento di trama e meno momenti di contorno invece di fare come all’inizio in cui c’erano tante cose, anche un po' inutili, e la trama avanzava ogni due/tre capitoli.
Ma penso che abbiate capito cosa intenda in questo capitolo: pochi momenti di “svago”/relazione/combattimenti lunghi e molte informazioni (anche se dubito che saranno mai così tante come in questo capitolo e, tra l’altro, se non è chiaro qualche passaggio delle spiegazioni di Kath chiedete pure ma tranqui che ci ritorno sopra con il prossimo capitolo).
Detto questo mi rendo conto di aver introdotto molte cose nuove ma erano da introdurre a già da tempo (mannaggia a me che le ho saltate e mo mi tocca inserirle cercando di non risultare forzata...spero di riuscirci) e servivano per dare un po' di spessore ad Arcadia.
L’attacco di X.A.R.E non è farina del mio sacco, proviene da una puntata di Code Lyoko ma mi era rimasto così impresso che non ho potuto non metterlo.
Nulla, non ho più niente da dire.
Ora mi prenderò qualche giorno per organizzare bene i prossimi capitoli e provare a darmi un ritmo decente nella pubblicazione.
Quindi vi ringrazio per l’immensa pazienza che avete per seguirmi in questa storia e vi saluto!
Ciao,
Aiko

PS: chissà se qualcuno capirà qualcosa sui ricordi di Kath...
   
 
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