Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _leviackerwoman_    20/02/2022    0 recensioni
[...] Dal testo:
"Raggiunge Falco in pochi attimi e si china su di lui, scuotendolo appena per le spalle e in quell'istante li vede: attorno agli occhi fino a raggiungere le tempie e poco più giù, dagli angoli della bocca agli zigomi. Sono i segni della trasformazione in gigante."
Piccola OS senza troppe pretese, solo un modo per consolarmi per la mancata reazione di Pieck alla morte di Porco (e anche consolazione per il mio cuore che amava i Pokkopikku).
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pieck, Porco Galliard
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ascoltatemi, popolo di Ymir. Il mio nome è Eren Jaeger.


Una voce invade la mente di Pieck e in un battito di ciglia il campo di battaglia è sparito, al suo posto innumerevoli dune di sabbia si estendono fino all'orizzonte, là dove il terreno si fonde con il blu notte del cielo. Simili nell'aspetto a un'aurora, si stagliano scie di luce color ottanio che sfumano sino al verde smeraldo. Pieck segue con lo sguardo una di esse fino a scoprirne l'origine: una colonna di luce, tanto accecante da costringere la ragazza a distogliere lo sguardo.

 
Attraverso il potere del Gigante Fondatore parlo a voi, popolo di Ymir.


La voce di Eren Jaeger adesso non rimbomba più nella mente dei soldati ma si propaga per tutto il luogo in cui si trovano. Popolo di Ymir. Al solo sentire quel nome Pieck è già in guardia; non possiede armi per combattere ed è ancora troppo esausta dalla recente trasformazione, eppure non avverte le energie ritornare, al contrario delle volte precedenti.

 
Il fenomeno di indurimento di tutte le mura sull'isola di Paradis si è annullato. Tutti i Giganti che vi erano all'interno hanno iniziato la loro marcia.


Il bagliore che l'ha colpita appena giunta lì sembra attenuarsi e Pieck si guarda intorno cautamente, cercando una via di fuga che sembra essere inesistente. Tutto di quel posto le fa capire che qualcosa non va; non sembra neanche un luogo reale, tuttavia sente eccome quella voce risuonare ovunque.

 
Il mio obiettivo è proteggere l'isola di Paradis e la sua gente, che mi ha accolto e cresciuto.


Alla voce di Eren si aggiungono quelle dei civili spaventati, il pianto di un bambino, il suono metallico delle lame dei soldati Eldiani. Solo allora Pieck si accorge di non essere sola e si volta nella direzione dalla quale provengono le voci. Con sollievo di Pieck vi è Reiner, disorientato tanto quanto lei, sul volto ancora i segni della trasformazione; poco più lontano di Reiner, invece, Gabi è in ginocchio e con lo sguardo rivolto in alto, cercando di capire da dove provenga la voce. Sono presenti anche i soldati che Pieck stava combattendo fino a poco prima, con ancora addosso i dispositivi per la manovra tridimensionale.
Pieck non trova Porco da nessuna parte ma ciononostante non vi dà molto peso: dubita che sia possibile radunare in quella landa tutti gli abitanti di Marley, per quanto vasta essa sia; piuttosto è probabile che Porco sia rimasto sul campo con la restante popolazione.


 
Tuttavia, il mondo... desidera l'estinzione degli abitanti dell'isola di Paradis e tutto ciò avrà fine soltanto con l'annientamento non solo degli isolani, ma dell'intero popolo di Ymir.


Ogni singola parola di Eren, amplificata dal vuoto che caratterizza quella terra sconosciuta, arriva agli orecchi di tutti gli individui e con essa un'ondata di terrore. Quelle parole suonano reali, sono così reali, così come lo è la consapevolezza che la marcia dei colossali sia già iniziata. Tutti i sensi di Pieck sono all'erta e un flebile lamento alle sue spalle la spinge a voltarsi di scatto. È Falco.
Un sospiro di sollievo sfugge alle labbra dell corvina prima che possa impedirlo e, nonostante l'attenzione sia rivolta a ciò che Eren ha da dire, Pieck sta già correndo verso il ragazzino ancora semi-incosciente sulla sabbia, il viso rivolto nella direzione opposta.


 
Io mi oppongo a questo desiderio.


«Falco! Svegliati!»

Pieck è incerta eppure non urla, non quando si trova in un territorio sconosciuto, circondata da potenziali nemici; per tale ragione attirare la loro attenzione è fuori discussione. Raggiunge Falco in pochi attimi e si china su di lui, scuotendolo appena per le spalle e in quell'istante li vede: attorno agli occhi fino a raggiungere le tempie e poco più giù, dagli angoli della bocca agli zigomi. Sono i segni della trasformazione in gigante.

 
I Giganti delle mura calpesteranno le terre all'esterno dell'isola, la faranno tremare e rimbombare...


Per dei minuti interminabili Eren è passato in secondo piano, il tempo sembra essersi fermato e gli occhi di Pieck sono ancora fissi sul volto di Falco. Riconoscerebbe quei segni più di chiunque altro, abituata com'è a vederli sul viso di Porco dopo ogni battaglia –di recente sono state numerose, come i momenti trascorsi insieme a rimarginare le ferite–. Quante volte le è capitato di trovarsi in situazioni che non sapeva spiegare razionalmente? Innumerevoli. Quest'ultima sembra proprio una di esse ma, a differenza delle precedenti, il terrore si fa largo nel petto di Pieck impedendole di respirare, un groppo in gola che sembra voler farla soffocare.  Alza nuovamente lo sguardo, la confusione e il terrore insieme nei suoi occhi e sono ancora tutti lì. Reiner, Gabi, alcuni soldati che hanno combattuto al fianco del gigante carro, ma Porco è ancora assente.

Prima dell'inizio di quella carneficina, mentre Pieck percorreva i pochi gradini rimasti con Gabi ancora legata a sé, aveva incrociato lo sguardo di Porco, il quale l'aveva guardata come mai aveva fatto in precedenza. Pieck non aveva avuto il tempo di chiedersi che cosa potesse aver visto nei suoi occhi in quel frangente, pensandoci a mente fredda però l'ha capito: era esitazione e, forse, paura.
Per la prima volta Pieck aveva visto la paura negli occhi del suo compagno –non per sé stesso, ne era certa– e non l'aveva riconosciuta, era semplicemente andata avanti senza mai voltarsi. Non aveva avuto il tempo di capire che Porco, per un solo istante, avrebbe voluto dirle di mettersi in salvo e non rischiare la vita come avrebbe fatto di lì a poco, salvo poi essere divenuto lui stesso l'ennesima vittima sacrificale di quella spiegata guerra.


In passato Pieck ha già perso numerosi compagni a causa di una guerra ormai priva di significato, eppure ciò prova adesso è un dolore diverso da quello provato in passato. È un dolore che sembra lacerarle l'anima ad ogni respiro, un peso che cerca di trascinarla giù con il passare dei secondi. Vorrebbe quasi cedere, assecondare qualunque forza stia cercando di farla precipitare nel baratro e lasciarsi andare all'oscurità. Non le importerebbe minimamente, ma non può ancora farlo.  Piangere la morte di Porco è un lusso che Pieck non può permettersi, non ancora. È un soldato di Marley e come tale deve adempiere ai doveri che le spettano, affiancare i suoi compagni e se necessario dare la propria vita.
Se mai dovesse esserci una via di scampo a quell'apocalisse, sarà allora che Pieck potrà permettersi di spogliarsi della divisa di combattente, a consolarla soltanto il calore di un maglione troppo grande per lei; lo stesso maglione verde e appena sgualcito che Porco le aveva lasciato una sera particolarmente fredda dopo l'addestramento. Non le aveva mai detto chiaramente che fosse un regalo, lo aveva fatto passare come un prestito ma non glielo aveva mai più chiesto indietro e Pieck sapeva la verità. Lo aveva ringraziato ma Porco si era limitato la questione con un mugugno e un gesto della mano, come suo solito. Lo stesso tipo di mugugno ma che poi precedeva uno sbuffo divertito ogni volta, poco importava quale fosse il contesto.
Se qualcuno glielo avesse chiesto lui lo avrebbe negato con tutte le sue forze, ma la verità era che Porco si era sempre preoccupato per Pieck: assicurandosi che avesse riposato a sufficienza dopo aver trascorso settimane intere sottoforma di gigante carro, stando al suo fianco al termine di ogni battaglia per aiutarla a rimettersi in piedi –sapeva quanto fosse sfiancante per Pieck ogni trasformazione–, posando una coperta sulle sue spalle quando involontariamente finiva con l'addormentarsi per terra. Non c'era mai stato il bisogno di parlare, entrambi erano consci della gratitudine che l'uno provava per l'altra e viceversa; entrambi, però, erano all'oscuro di sentimenti ben più profondi.



[...]
«Che stanchezza...»
«Mi sembra passato moltissimo tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.»
«Ma sul campo di battaglia siamo stati sempre insieme, no?»
«Sì, ma almeno adesso potremo riposare.»



[...]
«Adesso puoi riposare, Porco. A presto.»




   
 
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